ZAPU

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Lo ZAPU, sigla per Unione del popolo africano dello Zimbabwe, nacque nel 1961 ad opera di Joshua Nkomo, dopo la messa al bando dei suoi due predecessori: il Congresso Nazionale Africano (ANC), e il Partito Nazionalista Democratico (NDP).

Lo scopo di questa come di altre sigle era ovviamente di portare al governo in Rhodesia (fino al 1965 Rhodesia del sud) la maggioranza nera. All’inizio tale scopo era perseguito in modo pacifico esercitando ogni tipo di pressione, all’interno o all’interno del paese, ma, allorché Nkomo si recò all’estero alla ricerca di appoggi in Inghilterra e all’ONU lasciando gli altri dirigenti in patria, venne aspramente criticato per la sua posizione moderata. Egli si affrettò allora a rientrare ed iniziò una campagna che incitava all’uso della violenza come ultima risorsa per raggiungere gli scopi dell’Unione, che, nel 1962 fu messa al bando.

Nel periodo 1960-1962 gli atti violenti si limitarono a casi di sabotaggio minore, incendi e intimidazioni con l’uso di artigianali bombe molotov o di esplosivi sottratti alle compagnie minerarie. Il fronte nazionalista era tuttavia dilaniato da conflitti interni sulla politica da seguire. Nkomo sosteneva la costituzione di un governo in esilio, mentre gli altri, nel timore di perdere il sostegno interno alla causa, preferivano continuare la lotta nel paese. Tali conflitti portarono nell’agosto del 1963 alla formazione dello ZANU (Unione Nazionale Africana Zimbabwe) ad opera del reverendo Ndabaninge Sithole, già fondatore dell’NDP insieme a Nkomo. Nonostante entrambi i gruppi perseguissero lo stesso obbiettivo, ossia portare al governo in Rhodesia la maggioranza nera, fra essi scoppiò una vera e propria guerra e chiari segni indicavano che il dissenso era dovuto a motivazioni di tipo tribale che avrebbero continuato in futuro ad affliggere la causa nazionalista limitandone l’appoggio da parte degli altri stati neri del Sudafrica.

Sia la ZAPU che la ZANU, furono bandite ed entrambe trasferirono il proprio quartier generale nello Zambia, appena nato dallo sfascio della federazione dell’Africa Centrale, dove iniziarono la costituzione di bande di guerriglieri. Le prime incursioni in Rhodesia, come pure i tentativi di infiltrarsi agendo insieme all’ ANC sudafricano, furono un completo fallimento. Anzi la collaborazione con i sudafricani ebbe l’effetto negativo di permettere al governo rhodesiano di chiedere ed ottenere l’invio di contingenti della polizia paramilitare sudafricana come rinforzo alle forze di sicurezza. L’inasprirsi dei conflitti fra le due fazioni nonché la comparsa al loro interno di ulteriori segni di frattura per motivi tribali provocava inoltre grande preoccupazione nel governo del neonato Zambia.

A partire dal 1962 le due fazioni iniziarono a ricercare appoggi all’estero per l’addestramento e la fornitura di armamenti. Tali contatti portarono tra il marzo e l’ottobre 1964 all’organizzazione di corsi per i guerriglieri dello ZAPU in Unione Sovietica, nella Repubblica Popolare Cinese e nella Corea del Nord. Nello stesso periodo simili corsi vedevano coinvolti gli uomini della ZANU nel Ghana e in Tanzania. Il sostegno straniero aumentò ulteriormente dalla metà degli anni settanta, in particolare ad opera dell’Unione Sovietica. Si stima che nel corso del 1979 operarono in Mozambico, indipendente dal 1974, circa 1400 istruttori militari sovietici, 700 tedeschi dell’est e 500 cubani di cui molti fornivano appoggio diretto alla guerriglia. Allo stesso modo operavano in Angola, anch’esso ex colonia portoghese indipendente dal 1975, oltre 19000 soldati cubani, 6000 tedeschi dell’est e alcuni contingenti cechi e bulgari, tutti provenienti dallo Zambia. Tutti questi contingenti venivano riforniti di armi e materiale via mare attraverso i porti di Beira nel Mozambico e Luanda in Angola.