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Carbonia - Wikipedia

Carbonia

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando il composto del carbonio, vedi carbonia (composto).


Carbonia
Panorama di Carbonia
Carbonia - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Sardegna
Provincia: Carbonia-Iglesias
Coordinate: 39°9′0″N 8°31′0″E / 39.15, 8.51667
Altitudine: 111 m s.l.m.
Superficie: 145,63 km²
Abitanti:
30.214 31-05-2007 (fonte Istat)
Densità: 207,5 ab./km²
Frazioni: Cannas, Bacu Abis, Barbusi, Corongiu, Cortoghiana, Flumentepido, Genna Corriga, Is Gannaus, Is Meis, Medadeddu, Medau Desogus, Serbariu, Sirai, Sirri 
Comuni contigui: Gonnesa, Iglesias, Narcao, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Tratalias
CAP: 09013
Pref. tel: 0781
Codice ISTAT: 107003
Codice catasto: B745 
Nome abitanti: carboniensi o carboniesi 
Santo patrono: San Ponziano 
Giorno festivo: Terzo giovedì di maggio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Carbonia, in sardo Carbònia, è un comune di 30.214 abitanti, capoluogo di provincia, con Iglesias, della provincia di Carbonia-Iglesias, attiva dal 2005.

Indice

[modifica] Geografia

Il monte Rosmarino visto da monte Leone
Il monte Rosmarino visto da monte Leone

Carbonia è situata nel sud-ovest della Sardegna, nella storica regione del Sulcis di cui è il principale centro urbano, a circa 70 Km a ovest di Cagliari, in un'area un tempo paludosa e in seguito bonificata durante la costruzione della città. La morfologia del territorio è in buona parte pianeggiante, con pochi rilievi di altitudine modesta (inferiore ai 300 metri), tra cui monte Sirai (da cui si può ammirare un panorama della laguna di Sant'Antioco), monte Crobu, monte Leone e monte Rosmarino. La città è attraversata dal rio Santu Milanu e dal suo affluente rio Cannas, due corsi d'acqua a carattere torrentizio i cui alvei sono in secca per buona parte dell'anno, e che sfociano nella laguna di Sant'Antioco.

[modifica] Storia

[modifica] Gli anni del carbone

I primi insediamenti in epoca moderna di quella che oggi è Carbonia si ritrovano nell'abitato di Serbariu, divenuto comune autonomo a metà del XIX secolo. La scoperta di grandi giacimenti carboniferi nel sottosuolo sulcitano, portò nei primi decenni del Novecento all'apertura di varie miniere e a numerosi lavori di sondaggio per la ricerca di nuovi pozzi.

I 2 castelli dei pozzi della miniera di Serbariu, tra i simboli più rappresentativi di Carbonia
I 2 castelli dei pozzi della miniera di Serbariu, tra i simboli più rappresentativi di Carbonia

La scoperta del giacimento di Serbariu, portò il governo alla scelta di fondare una nuova città, da costruire al servizio della miniera e dei suoi lavoratori. Fu così che nel 1937, nei pressi della miniera di Serbariu, iniziarono i lavori per l'edificazione di Carbonia, fortemente voluta dal regime fascista, e approvata con Regio Decreto numero 2189 del 5 novembre 1937. I lavori, costati circa 325 milioni di lire, vennero completati nel 1938, sebbene parecchi quartieri sarebbero stati costruiti negli anni successivi. Ufficialmente Carbonia nacque il 18 dicembre 1938, sostituendo il comune di Serbariu (divenuta frazione della città), e fu lo stesso Benito Mussolini a pronunciare il discorso inaugurale dalla torre Littoria (oggi torre Civica) della allora piazza Impero (oggi piazza Roma).

La città, negli anni dell'autarchia, fu meta di un vasto flusso migratorio da altre regioni dell'isola e anche da oltre Tirreno, infatti le miniere di carbone sulcitane lavoravano a pieno regime essendo una delle principali fonti di approvvigionamento di combustibile dell'Italia dell'epoca, fatto che aumentò notevolmente i livelli occupazionali nel Sulcis. La gente accorsa a Carbonia in questi anni fu superiore alle aspettative del governo, e per accogliere parte di questi minatori fu fondata pochi anni dopo Cortoghiana, tuttora una delle frazioni più popolate di Carbonia, da cui dista pochi chilometri.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Carbonia fu bombardata, seppur in maniera assai meno pesante rispetto ad altri centri dell'isola, e dopo la fine del conflitto e la caduta del fascismo si visse un nuovo periodo di espansione economica, essendo le miniere sulcitane rimaste le sole a poter garantire adeguati livelli di produzione nel paese, dopo che l'Istria e le sue miniere erano passate alla Jugoslavia. Nel 1949 si toccherà la punta massima di popolazione della storia cittadina, con oltre 48000 residenti e 60000 dimoranti.

[modifica] Dalla chiusura delle miniere ad oggi

Tuttavia con la fine dell'embargo contro l'Italia, i carboni esteri, più economici e con minore presenza di zolfo, portarono alla crisi del settore estrattivo sulcitano, particolarmente grave in quanto all'epoca Carbonia e altri comuni della zona si basavano economicamente su questo tipo di attività.

Nonostante numerosi scioperi (di cui uno durato 72 giorni consecutivi nel 1948), alla fine si assistette alla chiusura di molte miniere sulcitane, e tra queste anche quella di Serbariu, la cui attività estrattiva fu interrotta nel 1964. Conseguenza di queste dismissioni fu un vasto esodo da Carbonia, che si assestò negli anni a seguire sui 30000 abitanti.

Con l'apertura del vicino polo industriale di Portovesme, finanziato da aziende statali, i livelli occupazionali della zona si risollevarono, seppur in parte. Come in molti altri casi l'intervento diretto dello Stato nelle attività produttive del Sulcis-Iglesiente rivelò ben presto la sua parziale inefficacia.

La popolazione della città aumentò leggermente tra gli anni '70 fino agli anni '90. Però il disimpegno dello Stato tramite le privatizzazioni di queste realtà produttive, dovuto all'eccessivo debito pubblico, mostrò ben presto la scarsa competitività delle medesime. Ciò determinò una nuova tragica crisi della città e del suo tessuto produttivo, con una notevole diminuzione dei lavoratori nel polo metallurgico di Portovesme. Di conseguenza questo ultimo fattore determinò un riaumento dell'emigrazione, che portò la popolazione a diminuire in meno di dieci anni di circa duemila unità.

Vista della città da Monte Leone
Vista della città da Monte Leone

Tutto ciò fu accompagnato da tragici fenomeni sociali che colpirono duramente soprattutto la popolazione giovanile. Tra questi si può annoverare la diffusione tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 dell'eroina che da un lato determinò l'aumento di fenomeni legati alla cosiddetta criminalità predatoria e dall'altra a un notevole aumento della mortalità giovanile. Per quanto gli ultimi dati demografici del 2004 abbiano mostrato almeno una minima crescita della popolazione, si possono considerare come esemplificativi della condizione economica della città i tassi di disoccupazione giovanile maschile e femminile: il primo si attesta al 57%, mentre il secondo ben al 71%.

Comunque sia, effettivamente nel primo quinquennio degli anni 2000 vi è stata una notevole crescita del settore dei servizi, in particolar modo grazie alle nuove attività commerciali della città. Negli ultimi anni inoltre la città sta giocando la carta del turismo legato soprattutto all'archeologia industriale: a questo riguardo va segnalata la ristrutturazione della vecchia miniera di Serbariu, riconvertita a museo (ospita il Centro Italiano della Cultura del Carbone), e i lavori di ristrutturazione del centro storico (Piazza Roma), ora più simile allo stile della fondazione.

Il 12 ottobre 2005 con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21 (Determinazione del Capoluogo. Atto Statutario.) a Carbonia, unitamente a Iglesias, è stata attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias, della quale vi hanno sede gli organi del Presidente e della Giunta Provinciale.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Salvatore Cherchi (Partito Democratico) dal 11/06/2006
Centralino del comune: 0781/6941
Email del comune: comcarbonia@comune.carbonia.ca.it

[modifica] Luoghi d'interesse

  • Grande Miniera di Serbariu: La principale miniera cittadina (le cui due torri costituiscono di fatto uno dei simboli della città), chiusa negli anni 60, ospita oggi il Centro Italiano della Cultura del Carbone, con il Museo del Carbone che illustra la storia del carbone, delle miniere e dei minatori. È possibile inoltre visitare la galleria sotterranea.
  • Monte Sirai: Situato alla periferia nord-ovest della città, ospita una vasta area di interesse archeologico con una necropoli fenicio-punica e un tophet Inoltre poco distanti si trovano varie domus de janas di epoca neolitica e i resti del nuraghe Sirai.
Carbonia, piazza Roma
Carbonia, piazza Roma
  • Sirri: Nella frazione sono state rinvenute delle domus de janas anch'esse risalenti al neolitico, nelle rocce denominate di "Su Carroppu".
  • Cannas di Sotto: Praticamente inglobata nel tessuto urbano si trova una necropoli ipogea, in parte ancora inesplorata.
  • Piazza Roma: Tipico esempio di architettura fascista, è il cuore sociale della città. Sorge sul monte Fossone, e comprende il palazzo del Municipio, la Chiesa di San Ponziano (stile romanico moderno) col campanile ispirato a quello di Aquileia, alto 46 metri, il Teatro Centrale, il Dopolavoro (recentemente ristrutturato) e la Torre Civica (ex torre Littoria e Casa del Fascio, alta 27 metri). Nella piazza si trova anche Frammento di vuoto I[1], una delle ultime sculture realizzate da Giò Pomodoro prima della su morte. Nei vicini giardini pubblici si trova inoltre il monumento al minatore, inaugurato in occasione del cinquantenario della città. Nel 2007 uno studio di 5 università europee l'ha inserita tra le 60 piazze più vivibili d'Europa [2].

[modifica] Musei

  • Museo archeologico di Villa Sulcis: sito nel parco di Villa Sulcis, nei locali di quella che prima dell'arresto dell'attività estrattiva nella città era l'abitazione destinata al direttore delle miniere carboniesi[3], ospita vari reperti rinvenuti nei siti archeologici della città e delle vicinanze.
  • Museo civico di Paleontologia e Speleologia "Edouard Alfred Martel": sito in via Campania, a pochi metri dal museo di Villa Sulcis, ospita una ricca collezione di reperti a partire dal cambriano inferiore sino al quaternario, (da 570 milioni di anni fa ad oggi).
  • Museo del carbone - Centro italiano della cultura del carbone - Grande Miniera di Serbariu

[modifica] Istruzione


[modifica] Impianti sportivi

Lo stadio Comunale, in via stazione, ospita le partite dell'Associazione Sportiva Dilettanti Carbonia Calcio (Promozione). Inaugurato il 21 maggio 1940 come Campo Sportivo della Gioventù Italiana del Littorio, fu intitolato l'anno seguente a Costanzo Ciano, per poi prendere l'attuale denominazione con la fine del regime fascista.

L'ingresso del Comunale
L'ingresso del Comunale

Nel 1947 nel perimetro del campo di gioco furono costruiti anche una pista d'atletica e un velodromo, su cui corsero tra gli altri anche Fausto Coppi e Gino Bartali. Negli anni il velodromo è stato però sempre meno utilizzato sino a cadere in disuso, anche per via del progressivo deterioramento delle due curve sopraelevate. Altra storica società calcistica di Carbonia è la Polisportiva Sguotti (Prima Categoria), che disputa le partite casalinghe nel campo in terra battuta dell'ENAP in via Mazzini. Oltre alle due compagini principali vi sono molteplici formazioni con sede nel territorio comunale che militano in campionati di categoria più bassa o nelle categorie giovanili.

Nella zona compresa tra via Balilla e via delle Cernitrici si trova la cittadella sportiva, che comprende il palazzetto dello sport di recente costruzione, una piscina, campi da tennis, calcio a 5, hockey su pista, oltre a un pattinodromo e al campo "Giuseppe Dettori", utilizzato per atletica, rugby e calcio (ospitò le partite casalinghe del Carbonia nei primi anni duemila quando il Comunale fu sottoposto a ristrutturazione). Anche in questo caso sono varie le società cittadine che si cimentano nei vari sport, seppur nella quasi totalità dei casi a livello locale o regionale. La piazza Roma ospita ogni estate il Golden Salti, manifestazione di salto in lungo e salto con l'asta che vede la partecipazione di atleti di fama nazionale e internazionale. Altra importante manifestazione d'atletica è il Memorial Mirko Masala, che si tiene al campo Dettori e che vede ogni anno la partecipazione di atleti di livello regionale e nazionale.

[modifica] Trasporti

[modifica] Strade

Carbonia è raggiungibile attraverso

[modifica] Ferrovia

La stazione di Carbonia Stato
La stazione di Carbonia Stato

Carbonia dal 1956 è capolinea della diramazione Carbonia-Villamassargia delle Ferrovie dello Stato, che nella stazione di Villamassargia si congiunge con la tratta principale Iglesias-Decimomannu-Cagliari. Il capoluogo regionale dista 68 Km e i tempi di percorrenza oscillano tra i 55 e gli 80 minuti, a seconda che i treni siano diretti o meno (nel secondo caso a Villamassargia si ha la coincidenza col treno per Cagliari) e dal numero di fermate intermedie. Sono presenti inoltre due fermate intermedie nella Carbonia-Villamassargia, entrambe in territorio comunale, una sita nella frazione di Barbusi, e un'altra in località Cixerri.

Per approfondire, vedi le voci Ferrovia Villamassargia-Carbonia Stato e Stazione di Carbonia Stato.

Sino al 1974 Carbonia era attraversata anche da un'altra ferrovia, la San Giovanni Suergiu-Iglesias, gestita dalle Ferrovie Meridionali Sarde, che permetteva di raggiungere in treno dalla città Iglesias e i comuni dell'isola di Sant'Antioco.

[modifica] Autobus

Carbonia è collegata al territorio provinciale e a Cagliari dagli autobus delle Ferrovie Meridionali Sarde, azienda che ha in gestione anche le 3 tratte del servizio di bus urbano.

[modifica] Frazioni e località

[modifica] Bacu Abis

La chiesa di Bacu Abis
La chiesa di Bacu Abis

Bacu Abis conta circa 2000 abitanti[4] e dista circa 13 km dalla città di Carbonia. Il nome della frazione ha due possibili derivazioni: "bacu abis" in sardo può significare sia "buco delle api", insetti molto presenti nella zona, oppure "buco degli Abis", una famiglia che in antichità era la diretta proprietaria delle terre dove oggi sorge il paese. Primo Levi nel suo libro Il sistema periodico in merito dice : "…questo villaggio che ho fondato presso il ruscello delle api selvatiche, ed a cui avrei voluto dare un nome della mia lingua che sto dimenticando, Bak der Binnen, che significa appunto 'Rio delle Api': ma la gente di qui ha accettato il nome solo in parte, e fra di loro, nel loro linguaggio che è ormai il mio, lo chiamano 'Bacu Abis'.""


[modifica] La miniera di Bacu Abis

La storia di questo paese inizia alla metà dell'Ottocento con la scoperta di alcuni giacimenti di lignite, utili per il fabbisogno nazionale come fonte energetica.

La fortuna della miniera è l'interesse da parte di un ingegnere minerario piemontese (Anselmo Roux) che con le proprie sostanze ed il finanziamento di alcuni possidenti locali fonda la Società mineraria Bacu Abis. Nel 1870 circa il carbone estratto da Bacu Abis sale al vertice nazionale come fonte energetica, e la miniera conta all'inizio circa 700 operai che lavorano all'estrazione.

Dopo alcuni anni di splendore arrivò la crisi, i soci di Roux si ritirarono, essendo la società in crisi economica, e l'ingegnere rilevò la miniera da solo. Dopo la sua scomparsa la miniera fu rilevata dalla società Monteponi, e nella grande guerra il suo carbone servì come combustibile per le navi.

Durante il Fascismo nel territorio videro splendere altre miniere e un interesse particolare ebbe il Duce per Bacu Abis. Il paese si trasformò, furono costruite case per i minatori e nel giro di pochi anni divenne un vero e proprio centro abitato. Vennero ampliati i pozzi che c'erano già e ci fu una attività estrattiva fino ai primi anni sessanta, quando la miniera cessò la sua attività.

[modifica] Cortoghiana

Sita sulla strada per Iglesias, conta 2700 abitanti circa, e fu progettata nel 1939 e inaugurata nel 1942 nei pressi dell'omonima miniera e della zona nota come Corti Ogianu, da cui deriva il suo nome. Di particolare rilevanza l'organizzazione urbanistica dell'abitato, di stampo razionalista, e la vasta Piazza Venezia, tipico esempio di architettura del Ventennio.

[modifica] Serbariu

Questa frazione, completamente inglobata nella città di cui costituisce la periferia Sud-Est, si può considerare il nucleo originale del comune di Carbonia. Serbariu nasce infatti tra il XVIII e il XIX secolo e viene proclamata Comune nel 1853, status che manterrà sino alla fondazione di Carbonia che ne acquisì il territorio.

[modifica] Flumentepido

È una frazione situata ai piedi del monte Sirai verso Nord. Ha un centinaio di abitanti.

In passato la SS 126 passava all'interno della frazione, successivamente il tracciato è stato spostato all'esterno. Il monumento più importante è la Chiesa di Santa Maria di Flumentepido, la cui costruzione è databile all'XI secolo e che, dal 1066, è di proprietà dei monaci di Montecassino.

[modifica] Altre

  • Barbusi: nei pressi della frazione è presente una rara pianta: il bosso delle Baleari, esistente solo in una piccola montagna, denominata S'arriu de suttu.
  • Barega:
  • Corongiu:
  • Genna Corriga:
  • Is Gannaus: costituisce il lembo sud-occidentale del territorio comunale, sorge infatti al confine con la frazione di Is Urigus, appartenente al comune di San Giovanni Suergiu.
  • Medau Desogus: dista circa 3 km da Carbonia e conta circa 150 abitanti.
  • Sirri: sita sull'omonimo colle, sorge a circa 5 km a ovest della città

[modifica] Gemellaggi

Carbonia è gemellata con le seguenti città:

[modifica] Personalità legate a Carbonia

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Galleria

[modifica] Bibliografia

  • Massimo Carta: Carbonia: realta da 50 anni , Cooperativa Grafica Nuorese
  • Franco Reina: Carbonia, Carbosarda. Passione per la squadra biancoblù. La storia dal 1939 al 2000, Giampaolo Cirronis Editore

[modifica] Note

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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