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Roberto Baggio - Wikipedia

Roberto Baggio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Roberto Baggio
Roberto Baggio ai tempi del Vicenza
Roberto Baggio ai tempi del Vicenza.
{{{didascalia}}}
Dati biografici
Nome Roberto Baggio
Nato 18 febbraio 1967
Caldogno (VI)
Paese bandiera Italia
Nazionalità {{{codicenazione}}}
Passaporto {{{passaporto}}}
Morto
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Altezza 174 cm
Peso 73 kg
Dati agonistici
Disciplina Calcio
Specialità {{{specialità}}}
Categoria {{{categoria}}}
Record
Ranking {{{ranking}}}°
Ruolo attaccante
Squadra ritirato
Ritirato {{{Terminecarriera}}}
Carriera
Giovanili
1980/1982 Caldogno
Club professionistici  
1982/1985 Lanerossi Vicenza L.R. Vicenza 36 (13) C1
1985/1990 Fiorentina 94 (39) A
1990/1995 Juventus 141 (78) A
1995/1997 Milan 51 (12) A
1997/1998 Bologna 30 (22) A
1998/2000 Inter 41 (9) A
2000/2004 Brescia 95 (45) A
Totale Serie A 22° class. presenze
5° class. marcatori
452 (205)
Nazionale
1988/2004 Bandiera dell'Italia Italia 56 (27)
Carriera da allenatore
Incontri disputati

{{{rigavuota}}}

Palmarès
 Mondiali di calcio
Bronzo Italia 1990
Argento Stati Uniti 1994
Statistiche aggiornate al 15 novembre 2007
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito
Baggio in maglia viola nel 1987.
Baggio in maglia viola nel 1987.

Roberto Baggio (Caldogno18 febbraio 1967) è un ex calciatore italiano.

Attaccante e fantasista in possesso di eccezionali doti tecniche, è considerato uno dei più forti calciatori di tutti i tempi, probabilmente l'italiano più forte del dopoguerra. Occupa la 16° posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.

Pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori, Roberto Baggio è il quinto realizzatore di sempre del campionato di serie A con 205 gol, preceduto da Piola, Nordahl, Meazza e Altafini. In Nazionale Baggio conta 56 presenze e 27 gol, che lo collocano al quarto posto tra i realizzatori in maglia azzurra (a pari merito con Alessandro Del Piero). È inoltre l'unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diverse edizioni dei Campionati del mondo (1990, 1994 e 1998). Anche se vanta un ottimo palmares non ha mai vinto la Coppa dei Campioni.

A livello individuale, si è aggiudicato il Pallone d'oro 1993, anno in cui fu eletto FIFA World Player da una giuria composta dai commissari tecnici e dai capitani delle Nazionali di tutti i continenti.

Viene spesso ricordato con il nome di Divin Codino, che gli venne attribuito, appunto, per la sua caratteristica acconciatura. L'Avvocato Gianni Agnelli gli attribuì il soprannome di "Raffaello" accostando il suo modo di giocare all'arte del grande pittore.

Indice

[modifica] Carriera

[modifica] 1982-1990: Vicenza e Fiorentina

Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, Roberto Baggio all'età di 15 anni si trasferisce al Vicenza, in Serie C1. Con la squadra veneta dimostra di essere già un fuoriclasse, mettendo a segno con la primavera 46 gol in 48 partite. L'ottimo risultato gli permetterà di debuttare in prima squadra nel 1983. Nella stagione 1984-1985 mette a segno 12 gol in 29 partite, consentendo alla sua squadra la risalita in Serie B. In una delle ultime partite di campionato, contro il Rimini allenato da Arrigo Sacchi, subisce un grave infortunio al ginocchio destro (purtroppo solo il primo di una lunga serie), che lo costringe a un lunghissimo periodo di assenza dai campi di gioco.

La Fiorentina, che lo aveva già ingaggiato prima dell'infortunio, avrebbe potuto recedere dal contratto, ma Piercesare Baretti decide di credere nel suo recupero. Dopo due anni di calvario, esordisce in Serie A il 21 settembre 1986, e il suo primo gol nella massima divisione arriva su punizione il 10 maggio 1987, contro il Napoli di Maradona, che proprio in quel giorno festeggiava il primo scudetto della sua storia (la partita finì 1-1).

Nella stagione successiva si presenta a San Siro segnando (seconda giornata, Milan-Fiorentina 0-2): l'Italia scopre così il grande talento del ventenne Baggio.

Negli anni seguenti è protagonista di primo piano nel panorama calcistico italiano: i suoi numeri, la sua classe e i tanti gol incantano, la Fiorentina naviga nelle zone medio-alte della classifica e raggiunge una finale di Coppa UEFA nel 1990, persa poi contro la Juventus. Alla fine dell'anno Baggio riceve il "Trofeo Bravo", premio assegnato dalla rivista Guerin Sportivo al miglior giovane under 23 partecipante alle coppe europee, unico ma importante riconoscimento personale vinto con la Fiorentina.

Nel 1988 è convocato per la prima volta in Nazionale, in occasione del match del 16 novembre contro l'Olanda, nella gara amichevole organizzata in ricorrenza del 90° anniversario dell'istituzione della FIGC. In azzurro segnerà complessivamente 27 gol in 56 partite.

Rimane a Firenze fino al 1990, quando viene acquistato dalla Juventus per la cifra record, a quei tempi, di 18 miliardi di lire, dopo un'infinita giostra delle ipotesi durata tutta la stagione. La tifoseria viola, consapevole di perdere un giocatore ormai considerato da tutti un fuoriclasse assoluto, scende in piazza protestando contro la dirigenza e il presidente Pontello. I disordini causeranno anche diversi feriti e arriveranno fino a Coverciano, creando non pochi problemi al ritiro degli Azzurri in preparazione per i Mondiali. L'allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un fatto singolare in un articolo di giornale che é stato ripreso dal sito Firenze Viola; "Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch'io." Sono in molti a trovarsi d'accordo nel dire che il giocatore non ritrovò mai quell'affetto sviscerato che invece aveva a Firenze.

[modifica] Italia 1990

Baggio, nello stesso anno, viene convocato dall'allora commissario tecnico della nazionale Azeglio Vicini per la Coppa del Mondo Italia '90 (giocherà con il numero 15). Sono le notti magiche nel segno di Totò Schillaci.

Baggio nelle prime due partite viene lasciato in panchina da Vicini, ma appena chiamato in causa non delude e alla sua prima apparizione nella sfida con la Cecoslovacchia mette a segno un gol memorabile, considerato il più bello del Mondiale, partendo da metà campo e dribblando mezza squadra avversaria. Così nelle successive partite viene schierato titolare al fianco di Schillaci, ma nella decisiva semifinale di Napoli contro l'Argentina l'allenatore punta su un poco convincente Vialli, e Baggio entra in campo al posto di Giannini solo al 73' sfiorando il gol su punizione, e segnando il suo tiro dal dischetto nella sfortunata serie di rigori che premia l'Argentina per gli errori di Donadoni e Serena.

Nella finale per il terzo posto, disputata a Bari, contro l'Inghilterra, mette a segno un altro gol dopo aver astutamente rubato la palla al portiere inglese Peter Shilton. La partita finirà 2-1 per gli azzurri che si aggiudicano così il terzo posto nel Mondiale casalingo. Da segnalare, nella medesima partita, la sua altruistica scelta di far tirare il calcio di rigore decisivo a Schillaci, in modo da permettergli di vincere la classifica dei marcatori del torneo con 6 gol.

[modifica] 1990-1995: Juventus

Dopo i mondiali, Baggio inizia la sua storia con la Juventus, che durerà cinque anni (78 i gol segnati in campionato con la maglia bianconera). Sono gli anni della consacrazione del Divin Codino a livello mondiale, che vincerà con i colori bianconeri uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.

Verrà premiato nel 1993 con il Pallone d'Oro e con il Premio "FIFA World Player".

Il trasferimento alla Juventus scatenò vari disordini a Firenze dove scesero in piazza centinaia di tifosi per protestare contro la decisione della dirigenza viola di vendere il proprio beniamino all'odiata rivale. Baggio resterà sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Celebri gli episodi in cui si toglie la sciarpa bianconera alla sua presentazione alla stampa, e quando durante un Fiorentina-Juventus (1-0) dell'aprile 1991 non vuol tirare un rigore (poi battuto e sbagliato da De Agostini), andando poi a salutare i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola che gli era stata lanciata dagli spalti, in un'atmosfera surreale di applausi e fischi. Il primo anno con la Juve di Gigi Maifredi non è però dei più felici e la stampa accusa Baggio di essere incostante e di non saper essere un leader per la squadra. A fine campionato la Juve resta fuori dalle posizioni UEFA.

L'anno successivo sulla panchina della Juve torna Trapattoni, e Baggio agli ordini del Trap matura e prende per mano la squadra fino a diventarne capitano dalla stagione 92/93. Baggio riesce così ad entrare nel cuore dei tifosi juventini a suon di gol e grandi giocate, nonostante quelli furono anni avari di successi per la "Vecchia Signora". In quel periodo infatti imperversa il Milan di Capello, ma Baggio, comunque, si toglie in Europa le soddisfazioni che non riesce a togliersi in campionato: nella stagione '92-'93 Baggio segna 21 gol in campionato e trascina la Juventus alla conquista della Coppa UEFA.

Memorabili le perle regalate ai tifosi bianconeri in semifinale contro il Paris Saint Germain e in finale al Borussia Dortmund, battuto all'andata in Germania per 3-1 e a Torino per 3-0. Tra semifinali e finali Baggio segna 5 gol. La strepitosa annata gli varrà il Pallone d'Oro e il Premio FIFA World Player. L'anno successivo la Juventus insegue ancora il successo in Europa, visto il solito dominio del Milan in campionato, ma viene eliminata ai quarti di finale di Coppa UEFA dal Cagliari e chiude seconda in Campionato, nella stagione che precede i Mondiali americani.

[modifica] USA 1994

Per Roberto e la Juventus, la stagione 1993-1994, non è stata particolarmente esaltante: la Juventus giunge seconda in campionato ed è eliminata ai quarti di finale della Coppa UEFA dal sorprendente Cagliari di Bruno Giorgi. Baggio fatica a causa di piccoli ma fastidiosi acciacchi, eppure il CT italiano Arrigo Sacchi (ex allenatore del Milan a cavallo tra gli anni ottanta e novanta), fa di tutto per recuperarlo fisicamente e psicologicamente, considerandolo "un patrimonio del calcio italiano".

Gli incontri di preparazione ai Mondiali non vanno nel migliore dei modi: sconfitta 1-0 a Napoli con la Francia, e vittoria per 1-0 contro la Svizzera. Inoltre, Arrigo Sacchi, dopo la rinuncia di Roberto Mancini all'azzurro, non sembra aver preso una decisione definitiva né su un preciso modulo di gioco né su una formazione-tipo. Solo Roberto Baggio e alcuni giocatori del Milan (Baresi, Maldini, Costacurta, Donadoni) sembrano titolari inamovibili (celebri le incomprensioni fra Sacchi e il bomber laziale Giuseppe Signori).

Italia-Irlanda:

L'Italia affronta la prima partita con lo schema tattico 4-4-2, nonostante durante tutti gli incontri preparatori Sacchi l'avesse schierata con il 4-3-3. Roberto Baggio tenta qualche assist in favore di Beppe Signori ma nel complesso la sua partita è piuttosto anonima e l'Italia disputa il peggior match del Mondiale. L'Irlanda si impone 1-0, con gol di Houghton, che all'11° del primo tempo beffa Pagliuca con un pallonetto. Oltre alla mancanza di gioco, anche la prestazione di Roberto Baggio preoccupa i tifosi.

Italia-Norvegia:

Nel secondo incontro l'Italia non può più sbagliare, deve battere la Norvegia se vuole sperare di qualificarsi agli ottavi. Questa volta, tutto sembra andare per il meglio: L'Italia incomincia la partita con il piglio giusto e Baggio sembra ispirato.

Tuttavia, in occasione della prima azione norvegese, Pagliuca viene espulso dopo avere toccato il pallone con le mani uscendo oltre l'area di rigore per fermare un avversario lanciato a rete. L'Italia si ritrova in 10, ed un giocatore deve uscire per far posto al secondo portiere Luca Marchegiani. Sacchi, fra lo stupore generale, decide di far uscire proprio Roberto Baggio. Famose le immagini televisive nelle quali si vedono i gesti e l'espressione di Roberto, e soprattutto il suo labiale ("Ma questo è pazzo!"). L'episodio segna l'origine del travagliato rapporto futuro tra Sacchi e Baggio. Tuttavia la sostituzione, pur tra polemiche, risulterà indovinata.

L'Italia, ad ogni modo, al termine di un incontro molto tirato, riesce a vincere per 1-0, con un gol di testa di Dino Baggio su punizione di Signori, il migliore in campo. Purtroppo durante la partita Franco Baresi si infortuna seriamente al menisco, e il suo Mondiale sembra essere già terminato.

Italia-Messico:

In occasione del terzo incontro, Italia e Messico pareggiano 1-1 (gol di Massaro per l'Italia e Bernal per il Messico), ma Roberto Baggio sembra l'ombra di se stesso (Gianni Agnelli in un'intervista dice che assomiglia a un "coniglio bagnato"). L'Italia si qualifica agli ottavi solo grazie al ripescaggio come una delle migliori terze classificate nei gironi. Agli ottavi ci si aspetta di affrontare l'Argentina di Batistuta e di Maradona, ma gli argentini (privati del "pibe de oro", sospeso per doping) perdono contro la Bulgaria. È così la Nigeria a classificarsi prima del suo gruppo e ad affrontare l'Italia.

Italia-Nigeria:

A Boston la Nigeria, campione d'Africa in carica, passa in vantaggio al 26' con un gol di Amunike, dopo una carambola in area. L'Italia è costretta a vincere e gioca una prima frazione accettabile, nei limiti consentiti dalle proibitive condizioni climatiche (per esigenze televisive le partite si disputano nel primo pomeriggio di una torrida estate americana). La Nigeria si limita a controllare, e verso la metà del secondo tempo l'Italia sembra essere fisicamente provata. Inoltre, l'arbitro messicano Brizio Carter espelle Gianfranco Zola (entrato da appena da 10 minuti) per un fallo che il giocatore del Parma non ha in realtà commesso.

A due minuti dalla fine Roberto Baggio (emulando Paolo Rossi in occasione del Mondiale dell'82) riceve un pallone sul limite dell'area da Roberto Mussi, che ha appena vinto un contrasto sulla destra, e lascia partire un tiro rasoterra e angolato, che entra alla destra di Rufai passando fra una selva di gambe: l'Italia pareggia.

Nel primo tempo supplementare Benarrivo subisce un fallo in area e l'arbitro fischia il calcio di rigore. Roberto Baggio spiazza il portiere e segna con l'aiuto del palo. L'Italia vince 2-1. Il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport intitola: "ITALIA: BAGGIOOOOOOOOOOO!!! in 10 contro 11, l'Italia batte l'arbitro... e la Nigeria".

Italia-Spagna:

Nei quarti di finale l'Italia supera la Spagna ancora per 2-1 (con i gol di Dino Baggio e Roberto Baggio). Roberto Baggio segna quasi allo scadere un gol straordinario: Nicola Berti passa a Beppe Signori, il quale lancia subito per il numero 10, che involatosi verso l'area spagnola aggira danzando sul pallone l'uscita di Zubizarreta e tira in porta da posizione impossibile vanificando il recupero alla disperata di un difensore spagnolo. Purtroppo la partita vede anche la squalifica di Mauro Tassotti, reo di un brutta gomitata ai danni dello spagnolo Luis Enrique.

Italia-Bulgaria:

In semifinale, l'Italia batte la Bulgaria di Hristo Stoichkov ancora per 2-1, grazie alla doppietta di un Roberto Baggio ormai scatenato.

Il primo gol è un altro numero d'alta scuola del fantasista azzurro: ricevuta la palla da Donadoni, si accentra dal vertice sinistro dell'area di rigore e dopo aver saltato un avversario batte il portiere con un tiro a giro che si infila vicino al secondo palo. Il secondo gol, quinto del "Pallone d'Oro" nella rassegna iridata, arriva grazie a un preciso diagonale su lancio millimetrico di Albertini, che entra a fil di palo alla destra del portiere bulgaro Mihailov. Lo stesso Albertini colpisce un palo nel primo tempo, nella partita forse migliore degli azzurri durante il Mondiale.

Purtroppo proprio Roby Baggio, complici il caldo e la fatica, rimane vittima di un infortunio muscolare nel finale di gara.

Italia-Brasile:

Si gioca contro il Brasile allo stadio Rose Bowl di Pasadena, sobborgo di Los Angeles, sotto il solito torrido sole. Arrigo Sacchi decide per l'occasione di rischiare sia il capitano Franco Baresi (rientrante dopo l'operazione al menisco) sia il Codino (che non ha recuperato a pieno, dopo lo stiramento nella precedente partita).

Nonostante nel primo tempo esibisca una prestazione di alto livello, Baggio paga l'infortunio, si rende pericoloso dalle parti del portiere verdeoro Claudio Taffarel, ma non riesce ad essere decisivo come nelle partite precedenti, sforzando stoicamente la gamba malconcia. Il match, difficile e teso, rimane bloccato sullo 0-0 sino alla fine dei tempi supplementari.

I rigori danno la vittoria ai sudamericani per 3-2, con l'ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio, che manda alto sopra la traversa, dopo gli errori di Franco Baresi e Daniele Massaro. Sarà lo sguardo attonito di Roby dopo l'errore dal dischetto l'immagine emblematica della sconfitta azzurra.

[modifica] 1995-1998: Gli scudetti con Juventus e Milan e la stagione al Bologna

Dopo il mondiale americano, la stagione sembra cominciata bene, Baggio segna ed è in forma. Il 27 novembre 1994 nella partita Padova-Juve (1-2) Baggio segna uno splendido gol ma poi s'infortuna al ginocchio destro. La società decide di non operarlo e Baggio rientra in campo dopo quasi cinque mesi, segnando comunque gol decisivi per la conquista dello scudetto e della Coppa Italia. Il periodo di assenza dal terreno di gioco favorisce l'esplosione del giovane talento Alessandro Del Piero, sul quale la dirigenza bianconera sceglie di puntare cedendo Baggio al Milan (sebbene in un primo momento sembrasse destinato all'Inter) nell'estate del 1995 nonostante il parere contrario dei tifosi.

Con il Milan, allenato quell'anno da Fabio Capello, vince subito lo scudetto (il secondo consecutivo per lui), tuttavia le discussioni sul suo vero ruolo (punta, mezzapunta, rifinitore...) e sulla compatibilità con Dejan Savićević si sprecano (nonostante mostri invece un'ottima intesa sia con Savicevic che con George Weah). Baggio parte titolare in quasi tutte le partite (assume anche il ruolo di primo rigorista della squadra) ma viene puntualmente sostituito dall'allenatore Capello che non lo ritiene in grado di giocare per tutti i 90 minuti.

Non viene convocato da Sacchi per gli Europei del 1996, poi finiti in maniera infausta (eliminazione al primo turno) per la squadra italiana.

Nella stagione successiva sulla panchina del MIlan arriva l'allenatore uruguagio Oscar Washington Tabarez, che subito dichiara di voler puntare l'attacco della squadra su Roberto e sull'asso africano Weah. Roberto parte infatti titolare nelle prime partite stagionali (esordisce anche in Champion's League nel match casalingo Milan - Porto), ma la crisi di risultati della squadra lo rilega in panchina, venendo sostituito in campo dal compagno Marco Simone. Tabarez viene infine esonerato dopo aver perso per 3 a 2 la partita col Piacenza, e al suo posto la società chiama l'ex tecnico Arrigo Sacchi, col quale l'asso di Caldogno non è in buoni rapporti dopo il Mondiale americano.

L'arrivo al Milan proprio di Arrigo Sacchi, nell'autunno 1996, non migliora la situazione: per prima cosa il tecnico di Fusignano dà al regista Demetrio Albertini il ruolo di primo rigorista (fino a quel momento appartenuto a Baggio) e relega Roby nel ruolo di riserva, facendo giocare al suo posto il francese Christophe Dugarry.

Baggio in rossonero non trova più spazio e, sebbene nelle rare occasioni in cui viene impiegato riesca a lasciare il segno (vedi la partita di ritorno col Cagliari, pareggiata grazie ad un suo assist, o il derby di ritorno, perso per 3 a 1, ma con Roby autore di un bellissimo gol) non riesce a far cambiare idea al tecnico; tuttavia, il 30 aprile 1997 Baggio ritrova la convocazione in Nazionale segnando uno splendido gol nella partita giocata al San Paolo di Napoli contro la Polonia valida per le qualificazioni ai Mondiali 1998. L'estate 1997 Baggio si presenta al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il rientrante Fabio Capello non mostra alcuna fiducia in lui. La nuova gestione tecnica lo convince così ad abbandonare il Milan.

Avendo bisogno di giocare con continuità per guadagnarsi un posto fra i 22 che prenderanno parte ai Mondiali francesi, Baggio, tagliato il celebre "codino", decide con umiltà di ripartire da una provinciale: dopo aver raggiunto un accordo di massima col Parma, vanificato all'ultimo momento dall'intercessione negativa dell'allenatore Carlo Ancelotti, sceglie Bologna; sarà la stagione del record di marcature per lui, con ben 22 gol segnati in 30 partite, tanto da meritarsi la fiducia del nuovo ct della nazionale Cesare Maldini e la convocazione per i Mondiali del 1998.

Sebbene la parentesi bolognese rappresenti la rinascita calcistica di Baggio, autore di prestazioni e gol indimenticabili, tanto da far ricredere alcuni addetti ai lavori che lo avevano ampiamente criticato, giudicandolo finito, anche in questa stagione si verificano alcune incomprensioni con l'allenatore Renzo Ulivieri, tanto che Roberto lascia il ritiro della squadra quando il tecnico gli comunica che non avrebbe giocato dall'inizio nella partita con la Juventus. Nella sua biografia, pubblicata poco prima dei mondiali del 2002, Baggio accusa Ulivieri di essere invidioso della sua fama, in quanto la stampa attribuiva le vittorie del Bologna al talento di Roby, mettendo in ombra lavoro dell'allenatore.

[modifica] Francia 1998

Il Mondiale di Francia '98 vivrà tutto sul "dualismo" fra Baggio e Del Piero. Cesare Maldini preferisce infatti puntare sul più giovane attaccante juventino, seppur rientrante da un infortunio rimediato nel finale di stagione, contro il Real Madrid nell'ultimo atto della Champions League.

Con Del Piero ancora convalescente, Baggio, dunque, parte titolare in attacco al fianco di Christian Vieri contro il Cile nella prima partita, e dimostra subito di essere uno dei giocatori più in forma tra gli Azzurri: inventa l'assist per il gol di Vieri, si procura e segna il rigore che riporta l'Italia sul pari dopo la rimonta cilena. Memorabile è l'esultanza, quasi liberatoria, dopo il centro dal dischetto, quattro anni dopo quell'infausto rigore che aveva tolto all'Italia il titolo mondiale. Nella seconda partita , vinta 3 a 0 contro il Camerun, il numero 18 azzurro sforna l'assist su punizione per il primo gol di Di Biagio, ma la sua prestazione appare meno brillante rispetto alla gara d'esordio, complici anche alcuni ruvidi interventi a suo carico da parte dei difensori africani: si consuma la prima <<staffetta>> con Alex Del Piero. Da qui in avanti Maldini lancia definitivamente "Pinturicchio", confinando Roberto in panchina nelle partite successive e concedendogli solo alcuni spezzoni di fine gara. Tutto ciò crea un mare di polemiche coi tifosi italiani che sostengono invece Roberto. Baggio riesce ad ogni modo a segnare un'altra rete, contro l'Austria, nella terza ed ultima giornata del girone eliminatorio. Nella partita degli ottavi contro la Norvegia, Baggio, si riconferma in forma strepitosa, sfuttando lo scampolo di gioco che gli viene concesso con azioni d'alta classe. In una di queste scarta tre difensori norvegesi per poi passare la palla a Inzaghi per il tiro finale, il quale manca la conclusione. Un atto di generosità mal ricompensato.

Grazie alle due marcature di questo mondiale, Baggio raggiunge Paolo Rossi a quota 9 gol nella classifica dei bomber italiani ai mondiali, e diventa l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre mondiali diversi. Record tuttora imbattuto.

L'eliminazione dell'Italia arriva ai quarti di finale, per mano della Francia (futura Campione del Mondo), ancora una volta ai rigori. Baggio, entrato nel corso della partita al posto di un evanescente Del Piero, offre notevoli giocate e nell'epilogo ai calci di rigore fa il suo dovere segnando il primo tiro dagli 11 metri (il rigore decisivo è sbagliato da Luigi Di Biagio). Il rimpianto per l'eliminazione è aumentato dallo scampolo di partita concesso da Maldini al fantasista di Caldogno. Baggio, infatti, oltre a giocare molto bene, nel secondo tempo supplementare inventa l'unica azione veramente pericolosa della partita con uno splendido destro al volo che finisce di un niente fuori alla destra di un Barthez ormai battuto.

[modifica] 1998-2000: Inter

Dopo i Mondiali, il richiamo dei grandi palcoscenici convince Baggio ad accettare l'offerta di un grande club. Così, in quella stessa estate, Baggio si trasferisce all'Inter, la squadra del cuore quando era bambino, fresca vincitrice della Coppa Uefa e grande favorita in tutte le competizioni, guidata da Gigi Simoni.

È una delle annate più controverse della squadra, tormentata da infortuni celebri (su tutti Ronaldo) e caratterizzata da numerosi cambi d'allenatore (dopo Simoni, arrivano Lucescu, Hodgson e Castellini) che impediscono a Baggio di esprimersi al meglio. Unica grande soddisfazione della stagione, la splendida doppietta realizzata in Champions League il 25 novembre 1998 contro il Real Madrid campione in carica nei minuti finali della gara.

Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, che però utilizza Baggio col contagocce. Baggio, come al solito, riesce a sfruttare al meglio i pochi spezzoni di partita che gli vengono concessi mettendo a segno gol importanti in Campionato e in Coppa Italia; polemizza apertamente contro Lippi e smentisce pubblicamente le voci infondate sui suoi presunti guai fisici, precisando che viene spesso tenuto fuori per scelte personali. Nella partita con il Verona del 23 gennaio 2000, l'Inter perde 1-0 e Lippi, non avendo altri attaccanti a disposizione, si vede "costretto" a farlo entrare: Baggio, di tutta risposta, regala l'assist per il pareggio e segna il gol del 2-1 e a fine partita si presenta dai giornalisti con un cappellino con una polemica scritta in spagnolo: "Matame, si no te servo" ("Uccidimi se non ti servo").

A fine stagione, scaduti i due anni di contratto, Baggio si congeda dall'Inter nel migliore dei modi, e chiude tutte le polemiche lasciando parlare il campo: con una storica doppietta nello spareggio contro il Parma del 23 maggio 2000, due perle che regalano ai neroazzurri l'ammissione ai preliminari di Champions League.

Nonostante i soliti sprazzi di classe, Baggio paga la poca continuità concessagli durante la stagione, e Il CT della Nazionale Dino Zoff non ne vuole sapere e, nonostante la solita mobilitazione popolare, lo lascia fuori dalla lista dei 22 convocati per gli Europei in Belgio e Olanda.

[modifica] 2000-2004: Brescia

Mancata la convocazione in nazionale, Baggio decide di ritornare in una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone, di cui diviene il capitano. Baggio rifiuta le offerte di grosse squadre come Arsenal e Real Madrid, ma l'intenzione di restare in Italia ha una motivazione ben specifica: partecipare ai Mondiali del 2002.

Durante la stagione 2000/2001 smentisce ancora una volta coloro che lo davano per finito e conduce la sua squadra a un'insperata qualificazione alla Coppa Intertoto, nella quale i lombardi riusciranno a raggiungere la finale, poi persa contro il Paris Saint-Germain (0-0 a Parigi e 1-1 a Brescia, con il gol bresciano segnato dal capitano delle Rondinelle su rigore). Durante la stagione, nel girone di ritorno, il 1 aprile 2001 in Juventus-Brescia segna uno dei gol più belli di tutta la storia della Serie A: Pirlo lo lancia con un preciso passaggio da centrocampo e lui salta Van der Sar con un delizioso stop a seguire per poi insaccare a porta vuota, fissando il punteggio sul definitivo 1-1, risultato che allontanerà la Juventus dalla conquista dello scudetto, che poi sarà vinto dalla Roma. Anche all'estero gli addetti ai lavori notano il suo rendimento straordinario e, nonostante non partecipi con il proprio club alle coppe europee e non venga più convocato in nazionale da anni, viene inserito fra i 50 pretendenti per il Pallone d'Oro 2001, giungendo venticinquesimo nella classifica finale, un risultato di rilievo per un giocatore privo della vetrina internazionale.

La stagione decisiva (2001/2002) inizia nel migliore dei modi con Baggio addirittura capocannoniere con 8 gol dopo 9 giornate. Purtroppo la solita sfortuna interrompe il momento d'oro: dopo una prima lesione al ginocchio, avvenuta a causa di un contrasto duro con Marasco del Venezia in campionato, si fa male anche col Parma in Coppa Italia. Stavolta la diagnosi è tremenda: rottura del legamento crociato anteriore e lesione del menisco interno del ginocchio sinistro. Baggio viene operato in Francia e, con una grandissima determinazione, riesce a rientrare in campo a 76 giorni dal giorno dell'infortunio (un record per il tipo d'infortunio subito, non solo per il calcio, ma per tutti gli sport), a tre giornate dalla fine del campionato. Nella partita del rientro, in casa della Fiorentina, segna un gol dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo e raddoppia poco dopo; le reti vengono accolte da calorosi applausi anche da parte della tifoseria Viola. Nella penultima di campionato Baggio riesce a salvare ancora una volta il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo contro il Bologna (il Brescia che non era mai riuscito a restare in Serie A per due stagioni consecutive negli ultimi 30 anni, nei quattro anni di Baggio ottenne altrettante salvezze; la stagione successiva al suo ritiro, 2004/2005, è nuovamente retrocesso in Serie B). La stagione si conclude con un bottino di undici gol segnati in dodici partite, ma tutto questo non basta per convincere commissario tecnico della Nazionale Giovanni Trapattoni a convocarlo, ritenendolo non completamente ristabilito dall'infortunio.

Nelle due stagioni successive Baggio continua a giocare nel Brescia e, soprattutto con i suoi gol, fa raggiungere alla squadra la qualificazione per l'Intertoto, e il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, mette a segno il suo duecentesimo goal in Serie A (a fine stagione raggiungerà quota 205), soglia raggiunta solo da quattro altri "mostri sacri" del campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza e José Altafini.

Il 28 aprile 2004, a Genova, Baggio gioca, a 37 anni, per un'ultima volta in Nazionale, grazie alla convocazione-tributo da parte del ct Trapattoni in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo). La partita, terminata 1 a 1, è ricca di numeri da parte di Roberto; l'affetto degli sportivi italiani è espresso da ovazioni continue ogni qualvolta tocca palla, e da una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti da Miccoli.

Per via dell'altissimo livello delle sue prestazioni, l'opinione pubblica e la stampa spingono per vederlo in campo prima alle Olimpiadi, poi agli Europei, ma quella di Genova resterà la sua ultima apparizione in azzurro e Roberto Baggio disputa l'ultima partita della sua lunga carriera a San Siro, il 16 maggio 2004 (Milan-Brescia 4-2, ultima giornata della stagione 2003-2004); alla sua uscita, 5 minuti prima dalla fine dell'incontro, Baggio viene abbracciato da Paolo Maldini, e tutto lo stadio si alza in piedi per tributargli un lungo applauso.

Quanto fosse determinante l'apporto di Baggio, pur a fine carriera, è dimostrato indirettamente da una semplice constatazione: gli anni di Baggio coincidono con il periodo di più lunga permanenza del Brescia in Serie A (5 stagioni) e alla fine della stagione successiva al suo ritiro 2004-2005 il Brescia, privo della sua guida ispirata, retrocederà in Serie B.

Al termine della stagione, il Brescia in suo onore ritira la maglia numero 10, da lui indossata per quattro stagioni.

È stato inserito da Pelè nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi divulgata il 4 marzo 2004.

[modifica] Il futuro

Dopo essersi ritirato dall'attività agonistica, Baggio si è preso un lungo periodo di riposo e riflessione. È proprietario di una azienda agricola in Argentina nella quale si reca spesso per trascorrere dei periodi di relax e per praticare la caccia, uno dei suoi hobby preferiti. Tuttavia, nel corso del 2005 ha dichiarato di voler rientrare nel mondo del calcio in un prossimo futuro, non come allenatore di club ma come dirigente in qualche società.

Recentemente, il nome di Baggio è stato da più parti accostato a un possibile ruolo dirigenziale all'interno della Juventus, in particolare per quanto riguarda la carica di vice-presidente, successivamente allo scandalo esploso nelle fasi finali del campionato 2005/2006. Il presidente dell'Inter Massimo Moratti ha inoltre dichiarato che affiderebbe volentieri a Roberto il ruolo di allenatore delle giovanili nerazzurre.[citazione necessaria]

[modifica] L'autobiografia

Baggio ha scritto un'autobiografia, pubblicata nel 2001 col titolo Una porta nel cielo (Limina Edizioni, ISBN 88-88551-92-1), nella quale - oltre a raccontare i periodi difficili dopo i gravi infortuni e il suo rapporto con la fede buddhista - descrive e approfondisce i suoi complicati rapporti con alcuni allenatori, spendendo parole di elogio per molti altri (Giovanni Trapattoni, Carlo Mazzone e Gigi Simoni).

In particolare vengono descritti i contrasti con Marcello Lippi durante la stagione 1999/2000 all'Inter. Lippi, racconta Baggio, tenne nei suoi confronti un atteggiamento apertamente ostile ed ingiusto durante tutta la stagione, totalmente in contrasto con gli elogi e le promesse fatte ad inizio stagione. ("Era un caudillo, ostentava una conduzione militaresca dello spogliatoio. Contro di me, ha usato tutto il potere di cui era in possesso, nella speranza di annientarmi [...] un attacco dopo l'altro, senza tregua, uno stillicidio"). Celebre l'episodio, raccontato nel libro, in cui, durante una partitella al ritiro dell'Inter nella stagione 1999/2000, Baggio fa un lancio smarcante di quaranta metri per Vieri, questi segna, si gira e applaude insieme a Panucci il bel lancio di Baggio. Lippi urla: "Vieri, Panucci, ma che cazzo fate? Credete di essere a teatro? Non siamo qui per farci i complimenti a vicenda, siamo qui per lavorare!".

[modifica] Il blog

In occasione dei suoi quaranta anni, Baggio ha dato vita al suo blog, con la finalità di mettere in comunicazione i suoi ammiratori e tutti gli appassionati al gioco del calcio.

[modifica] Varie

Roberto Baggio, sesto di otto figli (nell'ordine: Gianna, Walter, Carla, Giorgio, Anna Maria, Roberto, Nadia ed Eddy) e figlio di Fiorindo e Matilde, si sposa giovanissimo con la compagna di sempre, Andreina, da cui ha tre figli: Valentina, nata il 2 dicembre 1990, Mattia, nato il 12 maggio 1994, e l'ultimo arrivato, Leonardo, nato il 3 marzo 2005. Uno dei fratelli di Roberto, Eddy, è anch'egli giocatore di calcio.

È stato l'unico calciatore italiano della storia ad aver segnato in tre differenti edizioni di un mondiale (Italia '90, USA '94, Francia '98).

E' uno dei 5 calciatori (gli altri sono Giovanni Ferrari, Riccardo Toros, Eraldo Mancin e Alessandro Orlando) ad avere vinto due scudetti consecutivi con due differenti squadre.

Roberto Baggio è un devoto buddhista: diventò praticante durante i suoi anni a Firenze grazie a un amico. Anche per questo motivo Baggio è particolarmente amato in Estremo Oriente, specialmente in Giappone. Dopo aver lasciato l'Inter, nell'estate del 2000 Baggio ammise che un'esperienza nel calcio giapponese gli sarebbe piaciuta, desiderio che non si è però concretizzato, nonostante alcune squadre giapponesi abbiano tentato d'ingaggiarlo.

Il 16 ottobre 2002 è stato proclamato ambasciatore della FAO.

Nel corso del 2006, sebbene lontano dall'attività agonistica da oltre due anni, ha ricevuto un'offerta per tornare in campo con la squadra australiana del Sydney FC e dall'ex allenatore del Livorno Carlo Mazzone. Precedentemente si era parlato di un interessamento del Boca Juniors, che voleva ingaggiare un numero 10 di fama mondiale nell'anno del suo centenario.

Nel 1994 è stato bersaglio di un'imitazione satirica di Corrado Guzzanti che parodiava un suo sketch pubblicitario.

Possiede un regolare porto d'armi ed è un appassionato cacciatore. L'8 marzo 2008, partecipa alla grande festa per i 100 anni dell'Inter, entrando in campo al "G. Meazza" dopo il successo per 2 a 0 dei nerazzurri contro la Reggina. Osannato dal pubblico interista, viene definito dal celebre giornalista Maurizio Mosca il più grande giocatore che abbia mai vestito la maglia dell'Inter in cento anni di storia della "Beneamata".

[modifica] Statistiche

[modifica] Presenze e reti nei club

Stagione Squadra Campionato Spareggi Coppa Italia Coppe europee Supercoppa d’Italia Totale
Serie Pres. Gol Pres. Gol Pres. Gol Pres. Gol Pres. Gol Pres. Gol
1982/83 Vicenza C1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 0
1983/84 C1 6 1 0 0 4 0 0 0 0 0 10 1
1984/85 C1 29 12 0 0 5 2 0 0 0 0 34 14
Totale 36 13 0 0 10 2 0 0 0 0 46 15
1985/86 Fiorentina A 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 5 0
1986/87 A 5 1 0 0 4 2 1 (U) 0 0 0 10 3
1987/88 A 27 6 0 0 7 3 0 0 0 0 34 9
1988/89 A 30 15 0 0 10 9 0 0 0 0 40 24
1989/90 A 32 17 0 0 2 1 12 (U) 1 0 0 46 19
Totale 94 39 0 0 28 15 13 1 0 0 135 55
1990/91 Juventus A 33 14 0 0 6 4 8 (CC) 9 1 1 48 28
1991/92 A 32 18 0 0 8 4 0 0 0 0 40 22
1992/93 A 27 21 0 0 7 3 9 (U) 5 0 0 43 29
1993/94 A 32 17 0 0 2 2 7 (U) 3 0 0 41 22
1994/95 A 17 8 0 0 4 2 8 (U) 4 0 0 29 14
Totale 141 78 0 0 27 15 32 21 1 1 201 115
1995/96 Milan A 28 7 0 0 1 0 5 (U) 3 0 0 34 10
1996/97 A 23 5 0 0 5 3 5 (C) 1 0 0 33 9
Totale 51 12 0 0 6 3 10 4 0 0 67 19
1997/98 Bologna A 30 22 0 0 3 1 0 0 0 0 33 23
Totale 30 22 0 0 3 1 0 0 0 0 33 23
1998/99 Inter A 23 5 2 1 6 1 6 (C) 4 0 0 37 11
1999/00 A 18 4 1 2 5 1 0 0 0 0 24 7
Totale 41 9 3 3 11 2 6 4 0 0 61 18
2000/01 Brescia A 25 10 0 0 2 0 0 0 0 0 27 10
2001/02 A 12 11 0 0 1 0 2 (I) 1 0 0 15 12
2002/03 A 32 12 0 0 0 0 0 0 0 0 32 12
2003/04 A 26 12 0 0 0 0 0 0 0 0 26 12
Totale 95 45 0 0 3 0 2 1 0 0 100 46
Totali carriera 488 218 3 3 88 38 63 32 1 1 643 291

[modifica] Cronologia presenze e reti in Nazionale

[modifica] Palmarès

[modifica] Club

[modifica] Competizioni nazionali

[modifica] Competizioni internazionali

[modifica] Individuali

[modifica] Onorificenze

Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria


[modifica] Note

Predecessore: Capitani della Juventus Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
Stefano Tacconi 1992 -1995 Gianluca Vialli I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Stefano Tacconi {{{data}}} Gianluca Vialli

[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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