Commonwealth delle nazioni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lingua ufficiale | Inglese |
Segretario generale | Don McKinnon (dal 1999) |
Fondazione | Come Commonwealth "Britannico nel 1926, il moderno Commonwealth inizia nel 1949. |
Stati membri | 53 |
Sede | Westminster, Londra |
Sito ufficiale | thecommonwealth.org |
Per Commonwealth delle Nazioni (CN), abitualmente conosciuto come Commonwealth, si intende l'associazione volontaria di 53 Stati indipendenti ognuno dei quali viene ritenuto formalmente colonia britannica, fatta eccezione per il Mozambico e il Regno Unito.
In passato era conosciuto come Commonwealth Britannico delle Nazioni o Commonwealth Britannico, e alcuni ancora tendono a chiamarlo con detto nome, sia per ragioni storiche o per distinguerlo da altri tipi di Commonwealth esistenti. In ogni caso la dicitura Commonwealth delle Nazioni si ritiene sufficiente a distinguerlo da altre organizzazioni quali il Commonwealth degli Stati Indipendenti o il Commonwealth Australiano. Esso è presieduto dalla regina d'Inghilterra Elisabetta II che viene riconosciuta indistintamente da ogni Stato e come tale è simbolo di libera associazione dei membri dell'organizzazione. Questa posizione, tuttavia, non concede potere politico sopranazionale. La regina governa simbolicamente il Commonwealth mentre il capo esecutivo dell'organizzazione è il segretario generale del Commonwealth.
La regina Elisabetta II è anche Capo di Stato, separatamente, di sedici membri del Commonwealth, chiamati Reame del Commonwealth. Ogni Reame è indipendente e Elisabetta II, come monarca, detiene distintamente un titolo per ognuno di essi, sebbene tutti includano alla fine le parole "Capo del Commonwealth"; trentun membri sono repubbliche del Commonwealth e sei possiedono un proprio monarca (Brunei, Lesotho, Malesia, Samoa, Swaziland e Tonga).
Il Commonwealth è primariamente un'organizzazione in cui gli Stati con un background economico diverso, hanno l'opportunità di interagire tra loro più a stretto contatto e su basi di uguaglianza. Le principali attività del Commonwealth sono progettate al fine di creare un'atmosfera di cooperazione economica tra gli Stati membri, così come promuovere la democrazia, i diritti umani, e un governo giusto in queste nazioni, inoltre esso non è un'unione politica e non permette al Regno Unito di esercitare alcun potere negli affari interni degli altri membri dell'organizzazione. Ogni quattro anni i membri del Commonwealth celebrano i giochi del Commonwealth, il secondo più grande evento multi - sportivo dopo i Giochi Olimpici.
Sebbene adempia una vasta gamma di funzioni, il Commonwealth è il successore dell'impero britannico. Nel 1884 Lord Rosebery, mentre visitava Adelaide, nel sud dell'Australia, descrisse come l'impero stava cambiando, da una situazione di colonialismo, a una di maggiore indipendenza: un "Commonwealth di Nazioni".
Dal 1887 si sono verificate conferenze dei primi ministri inglese e coloniale, volte alla creazione delle Conferenze Imperiali verso la fine degli anni '20. L'organizzazione formale del Commonwealth si sviluppò effettivamente a partire da queste conferenze, in cui l'indipendenza delle colonie autogovernate e specialmente dei domini venne riconosciuta in particolare alla conferenza imperiale del 1926 nella Dichiarazione di Balfour. In questo documento l'Inghilterra e i suoi domini concordavano di essere "uguali nello status, in nessun modo inferiori in alcun aspetto dei loro affari interni od esteri, sebbene uniti da un'alleanza comune alla corona e liberamente associati come membri del Commonwealth britannico delle Nazioni". Questo rapporto venne formalizzato con lo Statuto di Westminster del 1931.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'impero venne gradualmente smantellato, in parte a causa dell'incremento di movimenti di indipendenza nei territori soggetti (come iniziò in India sotto l'influenza di Mahatma Gandhi, Jawaharlal Nehru, Mohammed Ali Jinnah e Subhash Chandra Bose), e in parte a causa delle circostanze di tensione risultato dei costi militari. La parola "britannico" decadde dal titolo di Commonwealth stando a riflettere il cambiamento della situazione.
Il problema di Paesi con strutture costituzionali non operanti in base alla Corona, ma che desideravano rimanere membri del Commonwealth, fu risolto nell'aprile del 1949 ad una riunione di primi ministri del Commonwealth a Londra. L'India fu d'accordo che nel momento in cui sarebbe diventata una repubblica nel gennaio del 1950 avrebbe accettato il re come "simbolo della libera associazione dei membri delle sue nazioni indipendenti e come tale capo del Commonwealth." Gli altri Paesi del Commonwealth a loro volta riconobbero all'India una continua appartenenza all'associazione. (All'insistenza del Pakistan, l'India non fu considerata un caso insolito e si presunse che ad altri stati sarebbe stato concesso lo stesso trattamento dell'India.) La Dichiarazione Londinese è vista spesso come punto d'inizio del moderno Commonwealth, e seguendo le orme dell'India, altre nazioni si mossero per divenire repubbliche, o monarchie costituzionali sotto la guida di una differente casa reale.
A causa della crescita del Commonwealth, la Gran Bretagna ed i domini pre-1945 (il termine cadde formalmente negli anni quaranta) divennero informalmente noti come il "Vecchio Commonwealth", in particolare dagli anni sessanta quando alcuni di loro non furono d'accordo con membri più poveri, africani ed asiatici (o Nuovo Commonwealth) sui vari problemi durante le riunioni dei capi di Stato del Commonwealth. Si accusò il vecchio "Commonwealth dei bianchi" di avere interessi diversi, in particolare, dal Commonwealth delle nazioni africane e vennero a galla sentimenti carichi di razzismo e colonialismo durante gli accesi dibattiti sulla Rodesia negli anni sessanta e settanta, l'imposizione di sanzioni contro l'era della segregazione razziale in Sud Africa negli anni ottanta e, più recentemente, si è discusso per ottenere riforme democratiche in Nigeria e nello Zimbabwe. Il termine Nuovo Commonwealth venne usato anche nel Regno Unito (specialmente negli anni sessanta e settanta) per riferirsi a Paesi recentemente decolonizzati che sono prevalentemente sottosviluppati ed abitati da popolazione non-bianca. Il termine venne spesso usato anche nei dibattiti riguardanti l'immigrazione proveniente da questi Paesi.
Nei recenti anni, il termine "Commonwealth dei bianchi" è stato usato in senso spregiativo stando ad indicare che le nazioni più benestanti, con popolazione bianca del Commonwealth avevano interessi e scopi diversi da quelle "non-bianche", e in particolare dai membri africani. Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe ha usato il termine frequentemente per dichiarare che i tentativi del Commonwealth di catalizzare cambi politici nel suo Paese, sono motivati da razzismo ed atteggiamenti colonialisti e che il "Commonwealth dei bianchi" domina il Commonwealth delle Nazioni nella sua totalità. Ci sono stati tentativi fatti da gruppi come la Società del Commonwealth Unito per unire il Commonwealth e trovare collegamenti più stretti sia culturalmente che economicamente, cominciando con il "Commonwealth dei bianchi" ed espandendosi fino ad includere gli altri Stati membri.
Così come l'appartenenza è puramente volontaria, i governi membri possono scegliere in qualsiasi momento di abbandonare il Commonwealth. Il Pakistan rifiutò la partecipazione nel 1972 come protesta al riconoscimento della rottura col Bangladesh da parte del Commonwealth, ma si unì nuovamente nel 1989. Lo Zimbabwe andò via nel 2003 quando alcuni capi di governo del commonwealth rifiutarono di eliminare la sospensione del Paese, per motivi di violazioni di diritti umani e malgoverno intenzionale.
Inizialmente il Commonwealth costituì anche un blocco economico significativo. I Paesi del Commonwealth fecero degli accordi gli uni con gli altri privilegiando l'accesso delle merci ai loro mercati ("Preferenza del Commonwealth"), e si stabilì un libero o preferenziale diritto di migrazione da un Paese ad un altro. All'entrata della Gran Bretagna nella CEE, la Convenzione di Lomè preservò alcuni diritti per le merci in arrivo dai Paesi del Commonwealth.
Ma negli ultimi anni si è presentata una reciproca mancanza di interesse nel mantenere attive le relazioni intra-Commonwealth, e l'importanza politica ed economica dell'organizzazione è diminuita. Critici realisti hanno sentenziato che all'organizzazione manca un'appartenenza equilibrata, e hanno indicato che è molto insolito per un organismo internazionale escludere regioni estremamente importanti del mondo come la maggior parte dell'Europa Occidentale e del Sud America.
Il Commonwealth è utile come organizzazione internazionale che rappresenta collegamenti culturali e storici significativi tra Paesi del primo mondo e nazioni più povere con un background sociale e religioso differente. L'eredità comune della lingua inglese e della letteratura, della legge, e dei sistemi britannici di amministrazione creano all'interno del Commonwealth un clima simile ad un club privato.
Nei recenti anni il modello di Commonwealth ha inspirato iniziative simili da parte di Francia, Spagna e Portogallo e le loro rispettive ex-colonie: l'organisation internationale de la Francophonie, la Comunidad Iberoamericana de Naciones e la Comunidade dos Países de Língua Portuguesa.
[modifica] Membri
Lista dei paesi aderenti al Commonwealth delle nazioni per anno di adesione
- Regno Unito (1931)
- Canada (1931)
- Sudafrica (1931; uscito nel 1961 ma tornato nel 1994 dopo la fine dell'apartheid)
- Stato Libero d'Irlanda (1931; uscito nel 1949)
- Terranova (1931; diventata provincia del Canada nel 1949)
- Australia (1942; invitata nel 1931 ma ratificata nel 1942)
- Nuova Zelanda (1947; invitata nel 1931 ma ratificata nel 1947)
- India (1947)
- Pakistan (1947; uscito nel 1972, rientrato nel 1989, sospeso nel 2007)
- Sri Lanka (1948)
- Ghana (1957)
- Malaysia (1957)
- Federazione delle Indie Occidentali (1958; scissa nel 1962)
- Nigeria (1960; sospesa nel 1995 ma riammessa nel 1999)
- Cipro (1961)
- Tanganika (1961; unitasi a Zanzibar per formare la Tanzania nel 1964)
- Sierra Leone (1961)
- Giamaica (1962)
- Trinidad e Tobago (1962)
- Uganda (1962)
- Zanzibar (1963; unitasi a Tanganika per formare la Tanzania nel 1964)
- Kenya (1963)
- Tanzania (1964)
- Malawi (1964)
- Malta (1964)
- Zambia (1964)
- Gambia (1965)
- Singapore (1965)
- Guyana (1966)
- Botswana (1966)
- Lesotho (1966)
- Barbados (1966)
- Mauritius (1968)
- Swaziland (1968)
- Samoa (1970)
- Tonga (1970)
- Figi (1970; uscite nel 1987 rientrate nel 1997 sospese nel 2006)
- Bangladesh (1972)
- Bahamas (1973)
- Grenada (1974)
- Papua Nuova Guinea (1975)
- Seychelles (1976)
- Isole Salomone (1978)
- Tuvalu (1978)
- Dominica (1978)
- Santa Lucia (1979)
- Saint Vincent e Grenadine (1979)
- Kiribati (1979)
- Vanuatu (1980)
- Zimbabwe (1980; uscito nel 2003)
- Antigua e Barbuda (1981)
- Belize (1981)
- Maldive (1982)
- Saint Kitts e Nevis (1983)
- Brunei (1984)
- Namibia (1990)
- Mozambico (1995)
- Camerun (1995)
- Nauru (1999)