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Siano - Wikipedia

Siano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Siano
Panorama di Siano
Siano - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Campania
Provincia: stemma Salerno
Coordinate: 40°48′9″N 14°41′40″E / 40.8025, 14.69444
Altitudine: 126 m s.l.m.
Superficie: 8.47 km²
Abitanti:
10.299 31-12-04
Densità: 1216 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Bracigliano, Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Quindici (AV), Sarno
CAP: 84088
Pref. tel: 081
Codice ISTAT: 065142
Codice catasto: I720 
Nome abitanti: sianesi 
Santo patrono: San Rocco 
Giorno festivo: 16 agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Siano è un comune di 10.037 abitanti in provincia di Salerno nel Sud dell'Italia. È un centro agricolo, commerciale e artigianale.

Indice

[modifica] Geografia

Siano è situato in una valle dell'alto Agro Nocerino Sarnese a circa 120 m di altitudine sul livello del mare e si estende per circa 8.5 km². La vallata è conosciuta anche come "Valle dell'Orco" e tale nome ha origini antiche, molto probabilmente legato alle condizioni climatiche che vedevano un forte vento soffiare per lunghi periodi durante l'anno. Oppure, secondo un'altra intepretazione basata sulla tradizione orale, l'"Orco" alluderebbe ad Annibale che, proveniente dalla pianura di Sarno e seguendo la via Popilia, attraversò il passo in prossimità dell'attuale rudere "Campanile dell'Orco" in località "Montagna Spaccata" di Lanzara e stazionò nella vallata sianese nel 216 a.C.. La valle è in vicinanza delle pendici del monte Mai, contrafforte dei monti Picentini, e si trova in quella parte del bacino idrico del fiume Sarno solcata dai torrenti tributari Solofrana e Cavaiola.

Il territorio urbano è circondato dai monti principali "Le Porche", "Iulio" e "Bosco Borbone", presenta un paesaggio di tipo collinare/montano e si trova in una zona sismica con un livello di pericolosità medio-alta ("zona 2") secondo l'attuale scala di Classificazione Sismica dei Comuni Italiani (datata 2004).

I monti sono costituiti tipicamente da un basamento roccioso calcareo su cui si sono depositate nel corso dei millenni spesse coltri di piroclastiti vulcaniche, cioè ceneri e lapilli eruttati dal monte Vesuvio e dagli altri apparati vulcanici ora quiescenti dei monti Flegrei.

La vetta maggiore è il monte Le Porche situato a Nord del territorio urbano e alto circa 952 m. Il nome deriva probabilmente dalla tipologia degli allevamenti che vi si tenevano copiosi in passato ma nelle cartografie è indicato anche come monte "La Foresta", in quanto esso era foltamente ricoperto da piante di alto fusto, tipo quercia e cerro. I pascoli del monte sono costituiti da una gariga con prevalenza di piccoli arbusti e risultano particolarmente adatti allo sfruttamento da parte della specie caprina.

A partire dagli anni '80, il monte è andato soggetto ad un visibile fenomeno di disboscamento alle pendici, acuito soprattutto dagli incendi estivi. Esso fu coinvolto negli eventi franosi che seminarono morte e distruzione nel territorio comunale il 5 maggio 1998, i cui segni sono ancora ben visibili nella caratteristica raschiatura degli avvallamenti del fianco della montagna che ne evidenziano il substrato calcareo. Quegli eventi franosi interessarono tutti la stessa dorsale (i monti Picentini), nel caso specifico il blocco del monte Pizzo d'Alvano e dintorni, e colpirono duramente anche il comprensorio dei comuni limitrofi di Sarno, Quindici e Bracigliano.

Il monte Iulio è alto circa 623 m e cinge la vallata da Est; fu consacrato con tale nome dai Romani al loro imperatore Cesare.

Il monte Bosco Borbone è alto circa 606 m ed è posto a Sud, con una propaggine minore nota col nome di monte "Torello". Il monte Bosco Borbone si trova indicato anche col nome di monte "Torre del Gatto", specie nella cartografia del confinante territorio sangiorgese.

L'insellatura tra i monti Le Porche e Bosco Borbone individua un passo in direzione Ovest detto "La Cappella" di Siano, che separa la vallata dall'Agro Nocerino Sarnese e dalla quale si gode una superba vista della piana del fiume Sarno che spazia dai monti Lattari (che costituiscono l'ossatura della penisola sorrentina) al Golfo di Napoli fino al monte Vesuvio.

La morfologia della vallata attorno all'abitato di Siano è caratterizzata da terrazzamenti composti prevalentemente da terra e mura a secco.

Località (alcune inglobate attualmente nel tessuto urbano): "Casa D'Andrea", "Casa Leo", "Chivano", "Cortemeola", "La Cappella", "Madonna del Carmine", "Pie' di Pozzo", "San Vito", "Santa Maria delle Grazie", "Sant'Angelo", "Starza di Vallesana", "Verdaglio".

[modifica] Clima

Il clima è mite, tipicamente mediterraneo, mesodermico o delle medie latitudini, ed anche in inverno regala giornate di sole adatte per uscire a fare delle passeggiate fra i sentieri dei monti vicini.

Le temperature annue oscillano in genere tra -1 °C e + 38 ° C con media di 18° C e risentono dell'influenza dei venti occidentali d'origine marina.

Le estati sono calde e secche e le piogge prevalentemente invernali, di norma inferiori a 1000 mm annui. Gli autunni e gli inverni sono tiepidi ed umidi, raramente rigidi.

Il territorio comunale è interessato da venti variabili ed irregolari che assumono un carattere locale nella peculiare morfologia della vallata: la tramontana, asciutta e fredda, spira da Nord, il libeccio da Sud-Ovest e lo scirocco, caldo e umido, da Sud-Est apportando piogge.

[modifica] Flora

Lo stato vegetazionale della flora visibile sui versanti dei monti sianesi è alquanto vario, con folti raggruppamenti boschivi nelle parti superiori, gruppi di piante isolate nelle parti centrali, erbe basse e arbusti sempreverdi sparsi sulle pendici; nel tempo è evidente una generale tendenza alla degradazione della vegetazione a causa sia dei ripetuti incendi, sia dei tagli e dei pascoli indiscriminati.

L'insieme inferiore richiama comunque la tipica macchia mediterranea, mentre le folte concentrazioni arboree sono presenti solo nelle aree demaniali laddove insiste una varietà costituita da ulivi, querce, roveri, castagni, olmi e pini mediterranei.

Il clima è favorevole alla coltivazione di agrumi, ciliegi, viti, allori e lecci.

I boschi circostanti forniscono spontaneamente castagne, funghi e more.

[modifica] Fauna

La fauna ancora presente nell'habitat vegetazionale sianese è costituita da diverse specie:

Le specie menzionate sono in continua ed inesorabile estinzione, essendo vittime della distruzione del loro bioma vegetazionale da parte dell'uomo, allorquando esso viene distrutto dagli incendi o per far posto alle coltivazioni.

[modifica] Storia

Le origini di Siano non sono ben documentate, cosicché è solo grazie a leggende tramandate e rielaborate oralmente nel corso dei secoli che possiamo indicare i Sarrastri, provenienti dalla vicina piana di Sarno, come i primi abitanti della vallata sianese. Molto probabilmente essi discendevano dalla mitica ondata dei Pelasgi che intorno al 1600 a.C., provenienti dal Peloponneso, si insediarono in gran parte dell'Italia Meridionale, stabilendosi anche nella valle sarnese contigua a Siano e ribattezzando Sarno il fiume che vi scorreva (in memoria di un altro fiume della madre patria da cui erano emigrati); essi si autodenominarono, appunto, Sarrastri[1].

Nella bassa età del bronzo (1500-1000 a.C), i monti e la valle sianese erano frequentati da gruppi tribali composti probabilmente di pastori alla ricerca di pascoli.

Dalle frammentarie notizie archeologiche, i primi insediamenti stabili sul territorio sianese furono presumibilmente di popolazioni sannitiche verso III secolo a.C.[2], dedite alla pastorizia ed all'agricoltura e originariamente stanziatesi lungo la fascia pedemontana compresa tra il monte Le Porche ed il monte Iulio in quello che era la loro caratteristica comunità amministrativa, il pagus. Questa ipotesi è supportata anche dal ritrovamento in zona di oboli preromani in bronzo e frammenti di vasellame a seguito di opere di sbancamento per la costruzione di edifici o a quella di sterro causale e sporadica delle campagne.

Le guerre sannitiche tra il IV ed il III secolo a.C. e le guerre puniche tra il III ed il II secolo a.C. che ebbero per teatro l'Italia Meridionale e soprattutto la vicina Nuceria Alfaterna, non poterono non coinvolgere anche la sorte del territorio sianese.

I Romani penetrarono definitivamente nelle valli del Sarno e dell'Irno, provenendo da Pompei e si stabilirono nella vallata di Siano presumibilmente intorno all'88 a.C., dopo che Silla prevalse nella Guerra Sociale e decise di elargire terre ai veterani che avevano combattuto al suo fianco. Le terre del circondario vennero divise tra le centurie ed affidate alla cura delle famiglie romane che vi si trasferirono. È nell'epoca romana dei primi secoli d.C. che si concretizza una prima forma proto-urbana con la presenza di numerose villae rusticae e nasce verosimilmente il toponimo "Siano", derivante dal nome del prefetto romano Seianus (I secolo d.C.). La presenza romana è attestata dal ritrovamento di oggetti in terracotta di epoca imperiale.

Il dominio romano durò fino all'invasione barbarica da parte degli Ostrogoti nel V secolo d.C.. I Bizantini, dopo aver sconfitto i Goti nella battaglia dei Monti Lattari nel 553 d.C. che pose fine alla guerra greco gotica, dominarono incontrastati Salerno e tutta la valle dell'Irno fino a che, a loro volta, la cedettero ai Longobardi durante il VI secolo d.C. che subito si insediarono in quelle fertili lande. Il territorio di Siano confluì nel Ducato di Benevento durante il VII secolo d.C..

Per avere un riconoscibile centro abitato nella valle bisognerà attendere il Medioevo, allorquando si assistette alla moltiplicazione di ville rustiche conseguenti alla messa a coltura dei terreni circostanti.

Nel periodo medioevale tra l'VIII secolo e il XIII secolo, Siano è inquadrato nella circoscrizione amministrativa detta Actus Apudmontis, che comprendeva anche i comuni di Roccapiemonte e Castel San Giorgio e confinava con le circoscrizioni Actus Nuceriae e Actus Rotensis. L'asse viario portante più vicino al territorio sianese era costituito dal tracciato dell'attuale Strada Statale 266 Nocerina, che ricalca verosimilmente una diramazione della romana via Popilia.

Nell'VIII secolo d.C., in piena dominazione longobarda, si realizzarono numerosi pozzi per sfruttare al massimo l'acqua nella produzione agricola.

Il primo documento che riporta il nome di una località della valle di Siano, "San Vito", risale all'848 d.C., mentre la prima apparizione scritta del toponimo Sianum è dell'852 d.C..

Durante il tardo periodo longobardo il territorio sianese venne a far parte del gastaldato di Rota (IX-X secolo d.C.), che si può identificare nell'odierna Mercato San Severino, confluendo infine nel Principato di Salerno.

Il Casalis Siani andò arricchendosi di nuove abitazioni, costruite prevalentemente nelle aree ai piedi dei monti sia per salvaguardarsi dalle frequenti alluvioni sia per mantenersi a distanza dalle zone paludose. Alle abitazioni preesistenti se ne aggiunsero via via delle altre, spesso intorno alle piccole "corti" che andavano costituendosi. Solo in seguito venne costruito anche il palazzo del feudatario, fuori dall'abitato verso il monte Le Porche, nell'attuale zona del quartiere "Palazzo".

Nei secoli successivi al X secolo Siano seguì le vicende storico-politiche normanno-sveve ed angioine-aragonesi della zona: nei primi anni del XI secolo d.C. faceva parte della contea di Nocera, mentre figurava nel gastaldato di San Severino dopo il 1110 durante la dominazione normanna.

Nei primi decenni del XII secolo, i territori sianesi finirono sotto la proprietà della potente famiglia normanna dei Budetta, che si stabilì nella parte orientale dell'agro nocerino, impossessandosi di tutto quel tratto compreso tra le attuali Siano, Castel San Giorgio, Lanzara, Roccapiemonte e Materdomini. Verso la prima metà del XII secolo, il Casalis Siani ebbe quindi una stabile signoria propria, rimanendo autonomo sia dalla contea di Nocera che dal gastaldato di San Severino. Divenne propriamente feudo agli inizi del 1200 all'interno del Regno di Sicilia.

Per effetto del privilegio di Carlo I d'Angiò del 30 Agosto 1274, Andriotto Riccardi e sua moglie Giovanna risultavano proprietari legittimi del feudo del Casale di Siano.

Nel 1436 il feudo diventò Baronia passando ai baroni Denticola, che lo tennero fino al 1486, quando il re Ferdinando I d'Aragona li spodestò del Casale investendone Ludovico de Rynaldo, signore di Roccapiemonte.

Gli Spagnoli successero agli Aragonesi e il Regno di Napoli fu annesso alla Spagna nel 1504, perdendo il "titolo" e diventando così, per due secoli Vicereame di Napoli, in quanto governato da un viceré in rappresentanza del re di spagnolo. Con i nuovi padroni il feudatario di Siano, come tutti gli altri signori del Mezzogiorno, si vide limitare notevolmente l'autonomia di cui aveva goduto.

Il nome Siano appare chiaramente in un atto del 1528 quando il Viceré Filiberto di Chalons, Principe d'Orange, confiscò in nome del suo re Carlo V il Casalis Siani vendendolo al nobile Don Ferdinando Pandone.

Durante anni successivi il feudo fu signoria di varie illustri famiglie: i Caracciolo-Rossi, i Clemente, i banchieri fiorentini Antinori, anche se nella storia del paese un posto di rilievo è occupato dai potenti duchi Capecelatro, signori di Siano dalla prima metà del XVII secolo, che gli fecero attribuire il ruolo di Ducato nel 1640 sotto il dominio di Carlo della dinastia omonima.

La comunità sianese rimase completamente immune al morbo delle pestilenze che flagellarono l'Italia e l'Europa nella prima metà del XVII secolo: questo incrementò il culto popolare di San Rocco, ritenuto il preservatore dalla peste. Da ricordare l'oculata gestione dell'emergenza da parte dei duchi che fecero piantonare minuziosamente per anni ogni via d'entrata ed uscita dal paese per prevenire il contagio con la restante parte del regno.

Nel 1703 Siano perse il titolo di Ducato per diventare nuovamente Baronia nelle mani della famiglia dei marchesi De Luca, di antica nobiltà originari della città di Trani. La signoria dei De Luca durò fino al 1805.

Durante il secolo XVIII gli artisti pipernieri sianesi erano molto apprezzati e lavorarono ad importanti opere come le stanze della Reggia di Caserta e la costruzione di diverse ville e giardini nel territorio napoletano.

Alla fine del '700 vi era già un discreto numero di case allineate ai lati delle principali arterie cittadine dell'epoca, confluenti nelle odierne piazze di San Rocco, Municipio e IV Novembre. Il solo Palazzo Ducale risultava isolato rispetto agli agglomerati abitativi ed immediatamente a ridosso dei terreni agricoli.

Agli inizi dell'800 i tessuti insediativi tendono a concentrarsi lungo gli assi stradali corrispondenti alle attuali via Garibaldi e via Marconi/via Vittoria e si riconosce la prima articolazione nei tre quartieri storici di Siano: "Casa Leo"-"Chivano", "Casa d'Andrea" e "Piè del Pozzo". Dalle carte topografiche dell'epoca[3] si nota che il paese è collegato a Sarno da una mulattiera che parte dalla zona detta "Cortemeola" in direzione de "La Cappella" e a Bracigliano attraverso un preciso tracciato viario. Si evince anche la presenza di un canalone sul tracciato di quella che diventerà via Botta e di un cimitero alle spalle della Chiesa di San Rocco oltre a quello in località "San Vito" (nucleo di quello attuale).

Nel 1806 Giuseppe Bonaparte re di Napoli e fratello di Napoleone abolì la feudalità e gli antichi regimenti municipali. Nacque così il comune di Siano.

Durante la prima metà dell'800 il territorio sianese era parte della provincia Principato Citra del Regno delle Due Sicilie, sotto la dinastia reale dei Borboni.

La popolazione fu interessata da un consistente aumento demografico con una progressiva accentuazione del disboscamento e della superficie coltivata. In quel tempo, i tre quartieri storici vennero definitivamente collegati da un percorso corrispondente all'attuale via Roma[4].

L'economia del paese si basava sulla vendita del legname tagliato dai boschi demaniali e sul commercio del vino e della frutta coltivata nei possedimenti. La popolazione era quindi impegnata per la maggior parte nei lavori dei campi; il resto si dedicava all'artigianato, all'allevamento delle capre e alle attività legate alle montagne del circondario. A difesa dalle frequenti alluvioni, fu realizzata una serie di lavori di inalveazione per contenere l'effluvio di acqua piovana e fango dai "valloni" circondanti il centro cittadino. Queste realizzazioni si inserirono nel quadro della pregevole opera di ingegneria idraulica voluta dai Borboni nota come "Regi Lagni" (una rete di canali che servivano a irregimentare le acque affluenti del fiume Sarno), che contraddice la proverbiale immagine di arretratezza della dinastia.

Nel XX secolo la dinamica insediativa ha condotto ad una caratteristica configurazione con la zona centrale del paese fatta di insulae urbane di medie dimensioni, con un'edificazione compatta nelle zone perimetrali (tipicamente palazzetti a 2/3 piani in prossimità delle strade) ed aree libere nelle parti interne (aree non coltivate o aree verdi tutelate dal piano regolatore)[5]. I colori dominanti degli edifici sono il bianco e il giallo.

Siano fu uno dei comuni interessati dal terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980, riportando cospicui danni e lesioni alle abitazioni.

Ingente fu anche il bilancio a seguito delle colate di fango avvenute il 5 maggio 1998 che interessarono l'intero comprensorio dei comuni attorno al blocco montuoso del Pizzo d'Alvano; da 5 punti principali di inesco dintinti sul monte Le Porche le frane si riversarono in rapida successione sulla parte nord dell'abitato di Siano provocando 5 vittime, 5 edifici completamente distrutti, 34 edifici dichiarati inagibili e 10 parzialmente agibili, l'interruzione del collegamento viario diretto con la vicina Sarno dopo "La Cappella" e quello della Strada Provinciale (SP 7) che univa Bracigliano a Sarno.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


Nel periodo estivo, col rientro dei migranti in occasione della festività di San Rocco, si stima che Siano arrivi a superare le 15000 unità.

[modifica] Collegamenti

Gli accessi stradali al territorio urbano sianese sono:

  • in direzione Nord-Est attraverso il comune di Bracigliano percorrendo una bassa insellatura detta "Madonna del Carmine": mette in contatto con Avellino da un lato e con l'alto Vallo di Lauro dall'altro;
  • in direzione Ovest attraverso il comune di Sarno passando per "La Cappella": rimasto inagibile negli anni seguenti agli eventi franosi del 1998, è stato recentemente ripristinato.

Siano è raggiungibile in auto dall'autostrada A30 Caserta-Salerno uscendo a Castel San Giorgio oppure dalla autostrada A3 Napoli-Reggio Calabria uscendo a Nocera Inferiore-Pagani.

Distanze stradali da luoghi di elevato interesse culturale/turistico: circa 18 km dall'imbocco a Vietri sul Mare della incantevole Costiera Amalfitana, 20 km da Salerno col suo Golfo omonimo, 25 km da Pompei con gli imperdibili scavi romani, 30 km dall'area del parco del Vesuvio, 58 km da Caserta e la sua splendida Reggia vanvitelliana, 60 km dal capoluogo di regione Napoli e le sue ricchezze artistiche e paesaggistiche dell'area flegrea, 67 km dall'area archeologica dorica di Paestum, 70 km e dall'inizio del Cilento e della Costiera Cilentana, 128 km da Padula con la sua famosa Certosa .

Esistono dei collegamenti regolari di autolinee da/verso Salerno e Napoli, sia pubbliche che private.

Le stazioni ferroviarie più vicine sono nell'ordine: Codola, Nocera Inferiore e, la maggiore, Salerno.

L'aeroporto di linea più vicino è quello internazionale di Capodichino a Napoli.

Codice World Wide Locator (WWL) per stazioni radioamatoriali: JN70IT.

[modifica] Economia

Siano è situata in un'area prevalentemente agricola con tipica coltivazione di viti, pomodori, frutta e ortaggi. A ridosso del monte Le Porche e ai piedi del monte Iulio, che godono di una privilegiata esposizione a mezzogiorno, si trovano piccoli appezzamenti agricoli tipicamente a conduzione familiare, dove si produce di tutto. Tra gli ortaggi ancora coltivati a Siano troviamo finocchi, cavolfiori, broccoli, pomodori, carciofi, scarole, peperoni, fagioli, melanzane, lattuga, patate, cipolle e agli.

Il vitigno più diffuso è il piedirosso, uva autoctona della regione campana, detta in dialetto locale "pèr 'e palummo" (zampa di piccione); deve il suo nome alla colorazione rossa del raspo che a maturazione prende la forma dell'arto del volatile. Le origini di questo vitigno sono davvero antichissime, essendo noto fin dai tempi della Campania Felix celebrata da Orazio e lo si trova citato col nome di columbina purpurea ("uva colombina") nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio[6].

Il comprensorio cittadino è particolarmente famoso a livello regionale fin dall'800 per la coltivazione di:

  • pesche, specie della varietà autoctona nota come "percoca giallona di Siano" che presenta un frutto di media pezzatura, di forma rotonda, con epidermide gialla e sovracolore rosa, polpa giallo chiaro, molto consistente e di ottimo sapore;
  • ciliegie, dette "cerase" in dialetto locale, di diverse varietà tra cui la "primitiva", la "pallaccia", la "spernocchia" e soprattutto la pregiatissima nonché sicuramente autoctona "sciazza". Il frutto è un durone di media pezzatura, con epidermide di colore rosso molto scuro e brillante, polpa consistente e spessa, sapore agro-dolce molto gradevole e resistente alle manipolazioni. Quest'ultima caratteristica lo rende particolarmente idoneo alla frigo-conservazione, alla trasformazione e alla commercializzazione in aree anche distanti dal territorio di produzione. Le forme di coltivazione delle piante sono prevalentemente di tipo tradizionale, a vaso libero, con raccolta manuale dei frutti attraverso l'impiego di scale. Le ciliegie vengono poi sistemate in cassette forate, con un peso medio di circa 25 kg, e trasportate ai centri di lavorazione dell'Agro Nocerino Sarnese o ai vari mercati regionali.

La cerasicoltura locale abbina alla sua valenza di attività produttiva sia quella paesaggistico-naturalistica che di protezione idrogeologica e ha sempre puntato sui caratteri di tipicità e sulla conservazione del patrimonio genetico originario. Il periodo di fioritura del ciliegio si colloca tra fine marzo e inizio aprile mentre la maturazione è medio-precoce e avviene, in genere, per la "sciazza" nella seconda metà di maggio e per la "spernocchia" nella prima metà di giugno.

A tale riguardo vengono organizzate tra i mesi di giugno e agosto due grandi manifestazioni: la "Festa delle ciliegie" e la "Sagra della percoca nel vino e della braciola di capra".

Discretamente diffuso è anche l'allevamento ovino/caprino gestito dalle popolazioni locali e dei comuni limitrofi; esso è connesso soprattutto all'utilizzo dei pascoli del monte Le Porche sovrastante l'abitato della città.

Molto diffusa la piccola attività commerciale e il terziario.

Ogni sabato si svolge il mercato nella zona in località "San Vito", nelle vicinanze del cimitero.

Ricco di tradizione e di cultura Siano è un paese con una forte vocazione folkloristica che accompagna ogni momento della vita dei sianesi.

Purtroppo, tema non trascurabile nell'economia del piccolo comune è ancora oggi, come negli anni '60-'70, la continua diaspora di giovani sianesi verso il Nord dell'Italia, dove riescono a trovare lavoro sia in aziende private che nella pubblica amministrazione e nelle forze dell'ordine. La fuga forzata riguarda una buona parte di tutta la classe giovanile, indipendentemente dal fatto che siano essi operai, diplomati o laureati. Non sempre il rientro si riesce a realizzare, comportando una perdita netta nel capitale umano meridionale delle potenziali conoscenze acquisite, che dovrebbero essere invece sfruttate come volano per la ripresa del Mezzoggiorno intero.

[modifica] Luoghi di interesse

Da visitare:

  • Chiesa dei Santi Patroni Rocco e Sebastiano. Si tratta di due edifici contigui che si affacciano in piazza San Rocco e nati entrambi come congreghe: quella della Santa Madonna del Rosario, sulla destra, e quella dei Santi Rocco e Sebastiano, sulla sinistra e dedicata a due dei tre santi che la tradizione indica come protettori di Siano (il terzo è San Vito). La facciata è a due ordini con paraste mentre il campanile posto alla destra dei due edifici è del secolo scorso. È lunga circa 40 m e ampia 17 m nel punto più largo (il transetto), 9 m nella navata, mentre la cupola affrescata, da sola, è di circa 18 m. Essa è nota anche come "Chiesa Madre" e fu costruita al centro della cittadina tra il 1756 e il 1785 sul sito della preesistente cappella dei due santi. Il 12 gennaio 1936 fu dotata di un magnifico organo a canne costruito per la parte centrale dalla celebre ditta Michele Schimicci da Formia col notevole contributo degli artigiani locali: i falegnami, sotto la direzione di Pasquale Ungaro e Carmine Leo, costruirono l'enorme cassa armonica per contenere fino a 2000 canne, mentre le maestranze locali, sotto la guida di Carmine Botta, allargarono e ridecorarono il soppalco del coro per ospitare questo magnifico strumento musicale. Le belle porte interne in mogano della chiesa furono aggiunte nel 1969 ad opera degli artisti locali Rocco Leo e figli. La chiesa ha subito nel tempo diversi restauri, il più recente dopo il terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980. Grazie all'impegno dell'allora sindaco Luigi Tenore e parroco Gioacchino Illiano (ora vescovo di Nocera-Sarno) e dell'attuale Crescenzo Aliberti i lavori di restauro si conclusero in soli 5 anni. Tra i più importanti, ricordiamo il lavoro di Raffaele Picarella che ha restaurato gli squisiti dipinti e le statue lignee e la ri-armonizzazione dell'organo. La chiesa fu riaperta solennemente al culto il 3 agosto 1985 dall'allora vescovo di Salerno Guerino Grimaldi. Da non perdere: il vecchio fonte battesimale, una serie di tele settecentesche, l'affresco del 1574 che rappresenta la Madonna con San Rocco e Sebastiano, la statua lignea settecentesca di San Rocco e le statue degli altri santi che vengono portate tutte in processione durante la festa del patrono in agosto, la cripta per i defunti.
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Situata al culmine dell'omonima via, in una zona pedemontana sotto una propagine del monte Bosco Borbone/Torre del Gatto, risulta presente già a partire dal 1309 fuori del centro abitato (pertanto era chiamata anche Badia) e per secoli è stata la chiesa parrocchiale di Siano, almeno fino al 1840; ma realmente, già nel ‘700, iniziò ad essere sostituita dalla Chiesa Madre. Da notare che ancora oggi la parrocchia della città porta il suo nome. Dopo anni di degrado strutturale, la chiesa fu prima restaurata nel 1905 e poi venne abbattuta e completamente ricostruita nella sua forma attuale negli anni '60 del XX secolo; a memoria delle antiche vestigia, conserva ancora una campana bronzea con iscrizione dedicatoria datata 1372 ed un'acquasantiera del XVII secolo. Contigua alla chiesa v'è il complesso per anziani non autosufficienti "Casa di Riposo Villa San Maria delle Grazie", fondata da Mons. Sabato Maria Corvino nel 1947 col nome originario di "Casa della Carità". Sorta come casa per l'accoglienza degli "ultimi", via via con l'opera dei vescovi di Salerno, dei parroci di Siano, degli amministratori della Casa e della Caritas Americana si è trasformata in un moderno centro geriatrico e gerontologico. Recentemente è stato realizzato un secondo piano per aumentarne la capienza ed è in opera la ristrutturazione dell'intero complesso per adeguarlo alle normative sanitarie nazionali e regionali.
  • Chiesetta della Madonna del Carmine. Piccolo tempio vicino a piazza Municipio, di fronte all'imbocco di via Campo.
  • Palazzo Ducale. Sito nel quartiere di Chivano e noto anche come Palazzo del Marchese, per secoli è stata l'unica abitazione su due livelli; con l'abolizione della feudalità è stato venduto e diviso in diverse unità abitative tra vari proprietari. Le singole abitazioni sono andate soggette successivamente a diverse ristrutturazioni. La facciata è ormai andata perduta e il cortile è stato ridimensionato rispetto alla pianta originale; resta solo la scalinata che si presenta in una foggia aperta tipica di epoca settecentesca.
  • Capella di Chivano. Si trova nei pressi del Palazzo Ducale e nacque come chiesa a servizio dei feudatari locali. Essendo discostata dal Palazzo, nel 1656 si decise di erigerne una nuova, dedicata ai Morti. La Cappella conserva sull'altare un interessante affresco, datato intorno ai secoli XV-XVI e purtroppo molto rimaneggiato, raffigurante la Madonna della Consolazione con San Sebastiano e San Leonardo.
  • Monumento ai Caduti. È situato nella villa comunale che costeggia via D'Andrea.
  • Ruderi della cappellina longobarda (sacello). Intitolata a San Michele Arcangelo è sita sul monte Le Porche in località "Sant'Angelo" vicino ad una sorgente. Rarissima testimonianza culturale altomedioevale risalente all'XI-XIII secolo d.C..
  • Portali ottocenteschi. Due in particolare, di ottima fattura: il primo sito in via del Sole (detto "testa d'ariete") e l'altro in via Garibaldi (detto "nano dotato" per la figura riprodotta in basso a sinistra), risalenti entrambi al 1774.
  • I vicoletti del centro storico. Sono di conformazione tortuosa e si aprono su molteplici corti attraverso i caratteristici portoni, con ancora case antiche o che, sebbene ristrutturate, ricalcano ancora la forma, le fondamenta e l'accavallamento tipico dell'edilizia dei secoli scorsi. Da non perdere le numerose piccole ma profonde cantine (per lo più private, ma visitabili su richiesta) che si affacciano nei vicoli di via Marconi. Tra i maggiori, vicolo d'Arno, Capuano e Di Filippo.

[modifica] Cultura

Nel comune di Siano sono presenti le seguenti scuole:

  • due Scuole Materne, la Statale in via Botta e il "Il Polo Dell'Infanzia" sita in via Zambrano
  • una Scuola Elementare sita in Piazza Aldo Moro
  • una Scuola Media intitolata a "Monsignor Sabato Maria Corvino" sita in via Pulcino
  • una sede distaccata del Liceo Scientifico Statale "B. Rescigno" di Roccapiemonte, presso i locali della Scuola Elementare
  • un Istituto Professionale per i Servizi Commerciali sito in via Calvanese in un'area ristrutturata direttamente dagli U.S.A. per contribuire alla ricostruzione all'indomani del terremoto dell'Irpinia.

Da non perdere l'interessante manifestazione "Fantasilandia - Premio Letteratura dell'Infanzia" patrocinato dal Presidente della Repubblica Italiana che si svolge annualmente, tipicamente a maggio. Essa si ispira alla metodologia e alla didattica che furono di Gianni Rodari. Il centro studi che lo organizza è impegnato anche nella diffusione dell'opera fiabesca di Giambattista Basile. Attualmente il centro studi ha sede presso l'antico palazzo Donnarumma in via Aia ma un nuovo polo ludico-educativo è in via di costruzione.[1]

Molto attive nell'organizzazione di eventi artistici e culturali e nel fornire servizi di volontariato sono le associazioni:

  • Pro Loco "Città di Siano"
  • Associazione Sianese Diffusione Musica (A.S.D.M.)
  • Misericordia di Siano.

Siano possiede attualmente una squadra di calcio, la Real Palazzo, militante in Prima Categoria regionale campana dilettanti - Girone F, molto seguita dai tifosi locali.[2]

[modifica] Tradizioni

[modifica] Ricorrenze e festività

  • Carnevale - Struscio in maschera per le vie del paese. Alla fine della sfilata vengono premiate le maschere più originali.
  • Fantasilandia - Premio Letteratura dell'Infanzia, maggio.
  • Festa della ciliegia, giugno. Convegni, dibattiti, mostre e degustazioni si dipanano su una tre giorni volta ad omaggiare questo frutto tipico della vallata e rendere visibile l'alta qualità del prodotto locale.
  • Sagra dela percoca nel vino e della braciola di capra, prima decade di agosto. L'allevamento delle capre è di antica tradizione a Siano e la sagra dà l'opportunità di gustarne la carne, secondo la tradizionale ricetta delle braciole. È un piatto semplice ma di lunga elaborazione: la carne deve essere prima marinata nell'aceto per diverso tempo e poi trasformata in saporiti involtini al ragù. Al centro della piazza in cui si svolge la manifestazione troneggia un contenitore pieno di percoche immerse nel vino (piedirosso) che vengono offerte generosamente a tutti i visitatori nello spazio antistante la Villa Santa Maria delle Grazie.
  • Festa di San Rocco, 16 agosto. San Rocco è il patrono di Siano a cui tutti i sianesi sono devoti, ovunque essi siano sparsi nel pianeta. La festa cade a metà agosto, a partire dal giorno della celebrazione del santo, e si protrae con varie manifestazioni civili e religiose per i giorni successivi. Il momento più emozionante e spettacolare è l'imponente processione in onore del patrono che parte dalla sua chiesa madre nel pomeriggio e si dipana per le vie del paese con una durata media di 4 ore fino all'incombere della sera quando, nella fioca luce del giorno che se ne và, si accendono le mille luci delle caratteristiche luminarie. Le vie principali e la piazza antistante la chiesa sono infatti magistralmente addobbate con scenografie luminose dai disegni multicolori di diverso tipo: geometrici, architettonici, naturalistici. La processione vede la partecipazione attiva della popolazione che cinge, precede e accompagna una serie di statue artistiche dei santi conservate nella chiesa madre, portate non senza fatica a spalla dai devoti per tutto il tragitto cittadino. Per l'occasione, la statua del patrono San Rocco è adornata col suo "tesoro", una collezione pregiata di monili in metalli preziosi di varia fattura e di ogni epoca donati nel tempo al santo come ringraziamento e devozione da parte dei fedeli, sianesi e non. Centro di gravità per i festeggiamenti è la piazza di fronte alla chiesa e la contigua villa comunale, nella quale viene erta per l'occasione una cassarmonica circolare che ospita alla sera diverse bande di rinomati musicisti che eseguono i più famosi brani classici del melodramma e di musica sinfonica: la Cavalleria rusticana, l'Aida, la Traviata, la Carmen, la Tosca, Il Trovatore, la Norma, il Rigoletto, La gazza ladra. È un appuntamento immancabile per gli amatori, che si raccolgono in religioso silenzio seduti intorno al tempietto musicale. La festa si conclude all'ultimo giorno con una magnifica gara di fuochi pirotecnici sullo sfondo nero della notte, coi migliori artisti del genere nel Sud Italia e che ha assunto negli anni un carattere di palio tra i vari quartieri di Siano (detti "rioni"): i variopinti giochi di colori richiamano nella cittadina una folla di estimatori dello spettacolo pirotecnico da tutte le regioni vicine. I migranti e la loro progenie spesso ritornano a Siano dalle varie parti del mondo proprio in questo periodo per festeggiare coi loro parenti e ritrovare gli amici; riasseriscono così ogni anno il vincolo con la loro terra d'origine, a testimonianza che nessuna distanza fisica lo può affievolire.
  • Sagra della pasta e fagioli, seconda decade di agosto, si tiene nel rione Casa Leo.
  • Sagra della pizza fritta e mallone con le patate, fine agosto - inizio settembre, si tiene nell'area di via Botta/via Manzoni.
  • Giornata della Solidarietà - Raduno Regionale delle Misericordie d'Italia, settembre.
  • Mostra del libro, settembre.
  • Fiera del design e della creatività artigiana, ottobre.
  • Festa dell'albero, novembre.
  • Concerto di Natale e presepe vivente, periodo natalizio.
  • "o fucarone" della Vigilia di Natale e Capodanno, 24 e 31 dicembre. Persiste ancora l'usanza di accendere dei grandi falò agli incroci principali delle vie del paese in occasione delle due notti di vigilia. Il giorno prima i ragazzi di Siano si spargono festosi nelle campagne circostanti a raccogliere la legna e le fascine che serviranno ad alimentare i grandi fuochi che riscaldano, simbolicamente, l'arrivo del Bambin Gesù e del Nuovo Anno.

[modifica] Gastronomia e piatti tipici

Ovviamente, la cucina campana compare abitualmente sulle tavole sianesi. Oltre a questa solida base, la tradizione locale della vallata propone pietanze principalmente "di terra", cioè a base di pasta, carne e verdure. I piatti tipici sono:

Le numerose pizzerie sparse nel paese sono molto apprezzate sia dalla popolazione indigena che da quella del circondario; in esse si può mangiare la classica pizza napoletana cotta nel forno a legna, nelle sue innumerevoli varianti. Spesso le pizzerie fungono anche da trattoria per cui, specie nel periodo estivo, i piatti della tradizione possono essere assaggiati dai turisti in dei locali tipicamente a conduzione familiare, in cui la calda accoglienza e propensione alla convivialità dei sianesi non lesina a manifestarsi. Alcune rosticcerie propongono anche l'ottima versione della pizza a taglio cotta nel forno elettrico, oltre che a panzerotti, calzoni, crocchè di patate, arancini, rustici, polpette fritte e altre appetitose stuzzicherie tipiche della tradizione meridionale.

Durante il periodo di agosto, agli angoli delle strade si possono ancora trovare i carrettini in cui si vende " ò pere e o muss' ", cioè le zampe e il muso di maiale mischiati con altre interiora, lessati e conditi con succo di limone e sale: sono considerati alla stregua di una vera e propria leccornia ed è una prelibatezza tipica dell'area vesuviana.

Siano onora la classica scuola dolciaria napoletana con una serie di ottime pasticcerie dove si possono gustare babà, sfogliatelle (sia ricce, nella versione "santarosa" e/o "coda d'aragosta", che frolle), pastiere, struffoli, mustaccioli, roccocò, torta caprese. Ma l'elevata professionalità dei maestri pasticceri sianesi offre anche rivisitazioni di dolci della tradizione di altre regioni d'Italia come paste di mandorle, cannoli, panettoni natalizi e colombe pasquali artigianali, castagnacci.

[modifica] Galleria di immagini

[modifica] Note

  1. ^ Cfr. Marco Onorato Servio, studioso e grammatico della fine del IV secolo d.C., nel suo commento all'Eneide, Ad Aeneida, VII 738.
  2. ^ Cfr. Strabone, geografo greco del I secolo d.C., nella sua Geografia, Libro V capitolo 4.
  3. ^ Carta topografica del Tenimento di Nocera (1833).
  4. ^ Carte topografiche dell'Istituto Geografico Militare: 1876, 1936.
  5. ^ Carte topografiche dell'Istituto Geografico Militare: 1956.
  6. ^ Cfr. Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XIV.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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