Torchiara
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Torchiara | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Campania | ||
Provincia: | Salerno | ||
Coordinate: | |||
Altitudine: | 360 m s.l.m. | ||
Superficie: | 8 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 191 ab./km² | ||
Frazioni: | Copersito, Loc. Farro, San Antuono | ||
Comuni contigui: | Agropoli, Laureana Cilento, Lustra, Prignano Cilento, Rutino | ||
CAP: | 84076 | ||
Pref. tel: | 0974 | ||
Codice ISTAT: | 065147 | ||
Codice catasto: | L212 | ||
Nome abitanti: | torchiaresi | ||
Santo patrono: | Santissimo Salvatore | ||
Giorno festivo: | 6 agosto | ||
Sito istituzionale | |||
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Torchiara è un comune di 1.527 abitanti della provincia di Salerno.
Indice |
[modifica] Storia
La storia della piccola comunità di Torchiara s’inscrive nella tipologia degli eventi coinvolgenti tutta la Baronia del Cilento con i frequenti passaggi di proprietà da un feudatario all’altro.
Nel 1535 l'ultimo principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, vendette questo feudo per ducati 5500 a Francesco De Ruggiero di Salerno. Il feudo rimase ai De Ruggiero, attraverso i discendenti, fino al 1598 quando, insieme con quello vicino di Copersito, fu venduto a Marfisia del Vecchio, moglie di Alessandro De Conciliis: rimase in possesso dei baroni De Conciliis nei secoli seguenti fino agli inizi del 1800.
Nel XIX secolo Torchiara ha dato il suo contributo ai moti insurrezionali che cercavano di sbalzare dai loro troni i grandi, medi e piccoli monarchi per creare l’unità d’Italia. Si distinsero Gian Battista Riccio e i fratelli Angelo e Carlo Pavone, animatori della rivolta locale e collegati con i liberali di tutto il Cilento: una lapide collocata nella frazione Sant'Antuono un secolo dopo l’evento storico ricorda il luogo del raduno della colonna di rivoltosi che, al comando di Angelo Pavone, doveva congiungersi alle altre a Vallo della Lucania. Tutta la vicenda era votata all’insuccesso però essa restò nella memoria popolare come evento di ampia portata se ancora nel secolo scorso un tal Cola 'o paccio cantava nelle fiere questi versi altisonanti: "Si vuó sapé quanno se muvìa la nazione, foie li ricessetti re jennaro, primo tenende Minico Picone, ronn’Angilo Pavone lu generale". Nel 1848 Torchiara fu considerata dalle autorità "covo dell'insurrezione" tanto che fu allestita una nave per portare ad Agropoli un battaglione di soldati con il compito di "porre a dovere il circondario di Torchiara". Un funzionario borbonico riferiva che "la principale riunione dei rivoltosi era la taverna di Sant'Antuono".
Torchiara ebbe per circa un secolo un prestigioso ruolo amministrativo. Nel 1807, con l’introduzione del codice napoleonico, il decaduto Regno delle Due Sicilie fu frazionato in dieci province suddivise in circondari, strutture di carattere territoriale intermediarie tra il capoluogo di Provincia e i singoli comuni. Per la sua centralità territoriale a Torchiara fu affidato il ruolo di capoluogo del circondario che riuniva Agropoli, il comune più piccolo, Prignano Cilento, Cicerale, Laureana Cilento, Rutino e Ogliastro Cilento. Con l’abolizione dei circondari, declina il ruolo amministrativo di Torchiara e via via nel corso degli anni si assiste al trasferimento dei vari uffici in altre località, la Pretura a Vallo della Lucania (con conseguente chiusura dei locali del carcere), l’Ufficio del Registro ad Agropoli.
Il paese era ed è diviso in due parti, una Soprana ed una Sottana. I vari toponimi si riferiscono ai proprietari locali (Li Pavoni, Li Gaifieri, Li Ciota, Li Galvani, Li Vacchiani, etc.) o alla località (la Croce, le Case bianche, il Serrone). I quartieri più popolati erano: Anzilia, li Rizzi e il Casale.
I caratteristici centri storici di Torchiara e Copersito propongono tipologie edilizie tipiche varie dall’ architettura rurale minore agli edifici nobiliari del XVII-XVIII sec. d.C. ed edifici religiosi del XII sec.d.C., ricchi di elementi architettonici e decorativi, e contenenti importanti opere d’arte.
Tra questi prestigiosi edifici ricordiamo in particolare per Torchiara: il Palazzo Pavone ed il Palazzo Torre (XVIII sec.) all’estremità ovest, la Chiesa del SS.Salvatore (XII secolo) e Torre Mangoni (XVIII sec.) all’estremità est, la Chiesa di S.Bernardino (XV secolo) ed il Palazzo Baronale De Conciliis (XVI sec.) nella parte posta più a sud; mentre per Copersito: il Palazzo De Vita, il Palazzo Albini (XVII-XVIII sec.d.C.), il Palazzo Mangoni ed il Palazzo Siniscalchi all’estremità sud-est, la Chiesa di S.Barbara ed il Palazzo De Feo (XVI sec.) nella zona centrale, il Palazzo De Vita e la Cappella di S.Giuseppe (XV sec.d.C.) all’estremità nord-ovest.
La Chiesa del SS.Salvatore a Torchiara, risalente al 1100, è costituita da tre navate, lungo le quali, inserite in nicchie adornate di stucchi, accanto a statue in legno o gesso di fattura recente, sono statue e busti lignei, riferibili al XVII e XVIII secolo. Un tempo nell'abside della chiesa era collocato un importante polittico composto nel registro inferiore da una tavola centrale raffigurante la Madonna con Bambino e S. Giovannino, ai lati Santa Caterina d'Alessandria e Santa Maria Maddalena, e nel registro superiore da una tavola centrale con la Trasfigurazione e ai lati S.Pietro e S. Paolo, oggi esposto nel museo diocesano di Vallo della Lucania. La tavola, datata 1577, è attribuita a Marco Pino da Siena.
L’importanza dei centri storici di Torchiara e Copersito è riconoscibile quindi sotto diversi aspetti: la conformazione dei tessuti urbani storici di matrice alto-medievale, la presenza della tipica architettura rurale cilentana con i relativi elementi che la caratterizzano, della pregevole architettura dei palazzi nobiliari e degli edifici religiosi, delle importanti opere d’arte tardo-medievali e rinascimentali, ed infine la presenza di una natura autoctona ed incontaminata che fa da cornice a tutto ciò.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Raffaello Gargano dal 13/06/2004 (secondo mandato)
Centralino del comune: 0974 831102