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Regno di Sicilia - Wikipedia

Regno di Sicilia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Regno di Sicilia
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Regno di Sicilia - Bandiera
Regno di Sicilia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: 

Descrizione generale
Nome completo:
Nome ufficiale: Regnum Siciliae
Lingue: de facto latino e siciliano
Capitale: Palermo
Forma politica
Forma di governo: monarchia
re: Re di Sicilia
Nascita: 1130
Causa: Nomina a Rex Siciliae di Ruggero II d'Altavilla da parte di Anacleto II
Fine: 1816
Causa: Fusione della Corona siciliana con quella napoletana e nascita del Regno delle Due Sicilie ad opera del re Ferdinando IV di Borbone, a seguito del Congresso di Vienna.
Territorio e popolazione
Bacino geografico: Lazio meridionale e reatino (Cittaducale, Leonessa, Amatrice), Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Malta
Territorio originale: Sicilia-Mezzogiorno
Province: Abruzzo, Terra di Lavoro o Principato di Capua, Contado di Molise, Capitanata, Principato Ultra, Principato Citra, Basilicata, Terra di Bari, Terra d'Otranto, Terra Giordana, Calabria Ultra.
Economia
Moneta: Oncia d'oro, Piastra siciliana, Tarì, Grano, Pìcciolo.
Commerci con: Stato Pontificio, Mediterraneo.
Esportazioni: olio, vino, grano.
Importazioni: metalli preziosi, spezie.
Religione e Società
Religioni preminenti: chiesa cattolica
Religione di stato: cattolicesimo
Religioni minoritarie: religione ebraica, Islam.
Classi sociali: Baroni, funzionari statali, popolo, clero

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Evoluzione storica
Preceduto da:
Succeduto da:
Emirato di Sicilia ( Contea di Sicilia) bordered Regno delle Due Sicilie
Le conquiste di Manuele I di Bisanzio in rosso, e le conquiste del Papa in viola, e il Regno normanno in verde (1156).
Le conquiste di Manuele I di Bisanzio in rosso, e le conquiste del Papa in viola, e il Regno normanno in verde (1156).
La Cattedrale di Palermo, sintesi architettonica dei vari momenti storici della città.
La Cattedrale di Palermo, sintesi architettonica dei vari momenti storici della città.
Il sarcofago di Federico II nella cattedrale.
Il sarcofago di Federico II nella cattedrale.

Il regno di Sicilia fu il nome di uno stato sorto tra l'omonima isola e il Mezzogiorno d'Italia, scisso infine nelle due corone di Trinacria e Napoli con capitale Napoli.

Indice

[modifica] Le origini

La nascita del Regno di Sicilia è da ricondurre ad una vicenda che vide coinvolti, nel 1130, Papa Innocenzo II e il suo Antipapa Anacleto II, entrambi successori di Onorio II, nonché Ruggero II d'Altavilla, Conte di Sicilia, Duca di Calabria e Puglia fin dal 1128 per mano dello stesso Onorio II.

Nella notte tra il 13 e 14 febbraio 1130 moriva Papa Onorio II (Lamberto Scannabecchi) e, immediatamente, all'interno del Collegio Cardinalizio, si riaccese la lotta per la successione tra le stesse due fazioni che già si erano scontrate, pochi anni prima (1124), in occasione dell'elezione dello Scannabecchi. I sedici porporati facenti capo alla famiglia dei Frangipane, guidati dal Cardinal Aimerico, elessero Papa il Cardinal Gregorio Papareschi che assunse il nome di Innocenzo II. Gli altri quattordici porporati, facenti capo alla famiglia dei Pierleoni, elessero Papa il Cardinal Pietro Pierleoni che assunse il nome di Anacleto II. Poco tempo dopo il Pierleoni riuscì a far convergere su di sé il gradimento anche di alcuni cardinali che avevano eletto il Papareschi, raccogliendo in tal modo la maggioranza dei voti del Collegio e accreditandosi, di conseguenza, come legittimo Pontefice.

Poiché Innocenzo II non intendeva rinunciare alla tiara, si aprì uno vero e proprio scisma all'interno della Chiesa di Roma che finì per coinvolgere soprattutto elementi non ecclesiastici, ovvero alcuni grandi Stati d'Europa, come l'Inghilterra, la Francia e la Germania che, unitamente a gran parte dell'Italia, appoggiavano Innocenzo II. Papa Anacleto II, bersagliato anche per le sue origini ebraiche e completamente isolato chiese l'appoggio dei Normanni del Duca Ruggero II, al quale offrì, in cambio, la corona regia.

Il Duca non si lasciò sfuggire l'occasione e concluse, nel settembre 1130, una vera e propria alleanza militare con il Papa, in seguito alla quale questi emise una Bolla che consacrava il Conte di Sicilia, nonché Duca di Calabria e di Puglia, Rex Siciliae. Dopo di che, nella notte di Natale del medesimo anno, riprendendo un cerimoniale già visto nel lontano anno 800 in occasione dell'incoronazione di Carlo Magno, fu incoronato a Palermo come Ruggero II, Re di Sicilia, Puglia e Calabria.

[modifica] Il regno di Sicilia nel periodo normanno

Per approfondire, vedi la voce Apostolica Legazia di Sicilia.

Il Regno di Sicilia nasceva, quindi, nella notte di Natale del 1130 per mano di un Antipapa, Anacleto II e veniva affidato nelle mani del figlio di colui che aveva conquistato la Sicilia, (Ruggero I d'Altavilla) , a sua volta figlio di Tancredi d'Altavilla. Il Regno di Sicilia nasceva all'insegna della dinastia normanna degli Altavilla e comprendeva non soltanto l'isola cosiddetta di Trinacria, ma anche le terre di Calabria e Puglia.

Innocenzo II, però, ritenendosi legittimo Pontefice, promulgò la scomunica nei confronti di Anacleto II e dichiarò nulli tutti i suoi Atti. In una serie di Concilii successivi, Reims (1131), Piacenza (1132), Pisa (1135) fu riconosciuto come tale da Inghilterra, Spagna, Francia, Lombardia, Milano, Germania. Ebbe anche a incoronare Imperatore, il 4 giugno del 1133 in San Giovanni in Laterano, Lotario di Supplinburger.

Ormai Anacleto II poteva contare soltanto sull'appoggio della città di Roma, dell'Italia meridionale e dei Normanni di Re Ruggero I. Poiché lo scisma tra i due Pontefici appariva insanabile, fu giocoforza il ricorso alle armi, soprattutto perché l'Imperatore Lotario era sollecitato in tal senso dai continui interventi di Bernardo di Chiaravalle, nemico accesissimo di Anacleto II.

Con la discesa in Italia di Lotario, ebbe inizio una lunga guerra tra l'Impero e i Normanni che vide Re Ruggero perdere progressivamente i territori dell'Italia peninsulare. Ripartito Lotario nell'ottobre del 1137, Ruggero riconquistò Salerno, Avellino, Benevento e Capua. Anche Napoli, dopo un anno di assedio, fu costretta a capitolare nel 1137 e proprio in seguito alla ripartenza di Lotario.

Nel dicembre del 1137 moriva l'Imperatore Lotario e qualche mese dopo, il 25 gennaio del 1138, moriva anche l'Antipapa Anacleto II. La famiglia dei Pierleoni elesse un nuovo Antipapa nella persona del Cardinal Gregorio con il nome di Vittore IV, ma la rinuncia di questi nel maggio del 1138, a tre mesi dall'elezione soprattutto dietro sollecitazione di Bernardo di Chiaravalle, diede il via libera alla piena legittimazione di Innocenzo II, che ebbe il riconoscimento, nel maggio 1138, anche da parte dei Cardinali fedeli alla famiglia dei Pierleoni. Aveva termine, così, lo scisma all'interno della Chiesa di Roma.

Nei primi mesi del 1139 ebbe luogo il Concilio Lateranense che confermò l'illegittimità di Anacleto II e la nullità di tutti i suoi Atti. Il Concilio ebbe a ribadire, ancora, la scomunica nei confronti dell'Antipapa e di Ruggero. Dopo di che il Pontefice stesso, alla testa di un forte esercito si mosse contro Ruggero. Ma le superiori doti militari del normanno lo portarono addirittura ad essere preso in ostaggio, presso Montecassino, Papa Innocenzo, il quale, preso atto di non poter reggere il confronto con il nemico, dovette confermargli la corona regia. Il giorno 27 del mese di luglio del 1139, nei pressi di Mignano fu redatto il privilegio mediante il quale si confermava l' elevatio in regem, unitamente all'annessione del territorio di Capua.

Il territorio costituente il Regno di Sicilia comprendeva, ora, non soltanto l'isola omonima, la Calabria e la Puglia, ma tutta l'Italia meridionale peninsulare fino a Gaeta.

In conclusione, il Regno di Sicilia, nato nel 1130 per mano dell'Antipapa Anacleto, riceveva il definitivo riconoscimento il 27 luglio 1139 mediante l'elevatio in regem da parte di Innocenzo II, legittimo Pontefice della Chiesa di Roma. Ruggero II morì nel 1154. I suoi successori furono:

[modifica] Il regno di Sicilia nel periodo svevo

La dominazione sveva in Sicilia ebbe inizio con un matrimonio di stato fra Enrico VI, figlio dell'imperatore Federico Barbarossa, e Costanza d'Altavilla, normanna, figlia di Ruggero II. Grazie alla unione nel 1185 gli svevi potevano rivendicare con le armi il Regno di Sicilia. Così nel 1194 Enrico IV depose l'ultimo monarca normanno Guglielmo III incoronandosi Re di Sicilia e completando la conquista del regno normanno. Aveva così inizio la nuova dinastia degli Svevi in Sicilia che con Federico II, figlio di Costanza I raggiunse il massimo dello splendore.

Palermo e la corte divennero il centro dell'Impero, comprendente le terre della Puglia e dell’Italia meridionale. A Palermo nacque la "Scuola poetica siciliana" con la prima poesia italiana; e politicamente il sovrano chiamato "Stupor mundi" (meraviglia del mondo) anticipò – come scrive Santi Correnti – "la figura del principe rinascimentale", anche con le cosiddette Costituzioni Melfitane (1231).

Il suo regno fu tuttavia caratterizzato dalle lotte contro il Papato e i Comuni italiani, nelle quali riportò vittorie o cedette a compromessi, organizzando la quarta crociata e dotando l'isola e il meridione di castelli e fortificazioni. Volle essere sepolto nella cattedrale di Palermo, quando nel 1250 si concluse improvvisamente la sua vita, conseguentemente scatenando le lotte di successione in cui Manfredi, figlio naturale di Federico II, venne sconfitto a Benevento nel 1266 da Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia.

[modifica] Il regno di Sicilia nel periodo angioino

Per approfondire, vedi la voce Regno di Napoli.

Dopo la morte di Federico II, il trono passò al figlio naturale Manfredi.
Quest'ultimo appoggiò la controffensiva dei ghibellini toscani (cioè il partito filoimperiale) che nella Battaglia di Montaperti (1260) inflissero una sconfitta ai guelfi (filopapali) e si alleò con Genova, Venezia e con la Casa di Barcellona, grazie al matrimonio tra una delle sue figlie, Costanza, e il re Pietro III d'Aragona.

Manfredi, però, venne scomunicato (ennesimo episodio della lunga lotta che il papato aveva intrapreso contro la Casa di Svevia, vista come una gravissima minaccia per la sopravvivenza stessa dello Stato pontificio) e nel 1263 il francese papa Urbano IV offrì la corona a Carlo I d'Angiò, fratello del Re di Francia Luigi IX.

L'Angioino promosse una spedizione militare per conquistare il Regno e, nel 1265 il nuovo papa, (del pari francese), Clemente IV, lo proclamò Rex Siciliae .

Manfredi tentò invano di difendersi ma fu sconfitto e ucciso nella Battaglia di Benevento, dopo la quale il Mezzogiorno e la Sicilia passarono sotto la dominazione angioina. Il nipote di Manfredi, Corradino, cercò di riconquistare la corona, ma venne sconfitto nella Battaglia di Tagliacozzo. La successiva cattura e la tragica fine per decapitazione nella Piazza del Mercato a Napoli sancirono la definitiva sconfitta dell'Impero. [1]

Di fronte all'alleanza tra papato ed angioini e alla debolezza dell'impero i signori e le città ghibelline dell'Italia settentrionale chiesero aiuto a Pietro III di Aragona. Nel contempo, in Sicilia, si andava sviluppando un forte malcontento nei confronti del governo angioino dovuto soprattutto per il trasferimento della capitale del Regno da Palermo a Napoli, ma anche a causa del durissimo governo che era esercitato che stava riducendo in miseria il paese, malcontento sfociato nello scoppio di una sommossa, ben nota come Vespri siciliani, che determinò la cacciata degli Angioini dalla Sicilia. Uno dei motivi dell'origine della sommossa, fu l'episodio in cui una donna siciliana,uscita dalla messa, subì dei soprusi da parte di un nobile francese il quale fu punito dalla folla che si ribellò a tale atto dando così origine all'inizio della ribellione contro il potere francese. I siciliani chiesero aiuto a Pietro III d'Aragona che, quale marito di Costanza di Svevia, figlia di Manfredi, si considerava titolare della corona di Sicilia.

Questo coinvolgimento allargò il conflitto: il papa Martino IV ed il re francese Filippo III si schierarono a fianco degli Angiò. Il conflitto si concluse nel 1302 (Pace di Caltabellotta) con l'affidamento della Sicilia (Regno di Trinacria) a Federico III d'Aragona, fratello del re Giacomo II d'Aragona (succeduto nel frattempo a Pietro III), con la condizione che alla sua morte la corona sarebbe tornata agli angioini, cosa che però non avvenne.

[modifica] La Sicilia nel periodo aragonese e la fine del regno di Trinacria

Per approfondire, vedi le voci Due Sicilie e Storia della Sicilia aragonese.

A Pietro III d'Aragona successe il figlio Federico III di Sicilia, a cui successe, senza lasciare eredi, la figlia Maria di Aragona. Per un breve periodo la sede del regno fu Catania. La linea di successione di Pietro III si era estinta e con essa decadde anche il titolo di re di Trinacria. Quando infatti Ferdiando I Trastamara fu eletto re d'Aragona egli dichiarò la Sicilia provincia aragonese e istituì un vicariato sull'isola.

Dopo Ferdinando I regnò Alfonso il magnanimo, che riunì l'isola al regno di Napoli sotto la corona di rex Utriusquae Siciliae. Egli istituì a Catania l'università.

[modifica] Il Regno di Sicilia nel periodo napoleonico

Nel 1806 le truppe di Napoleone Bonaparte invasero il regno di Napoli e Ferdinando IV di Borbone fu costretto a lasciare la città per fuggire a Palermo, sotto la protezione delle armate inglesi che occuparono il regno di Sicilia. Su pressione politica dell'Inghilterra il re concesse la Costituzione siciliana del 1812 istituendo un parlamento bicamerale ispirato al sistema poltico britannico.

[modifica] Il regno di Sicilia nel periodo borbonico

Dopo il Congresso di Vienna Ferdinando IV di Borbone riottenne il controllo del Regno di Sicilia citeriore e lo unì al Regno di Sicilia ulteriore portando la capitale a Napoli in un nuovo stato chiamato Regno delle Due Sicilie. Contemporaneamente soppresse il parlamento siciliano e Palermo perse definitivamente le sedi centrali del governo.

Per approfondire, vedi la voce Regno delle Due Sicilie.

[modifica] Note

  1. ^ Corradino è sepolto nella Chiesa del Carmine a Napoli. La giovane età e la sua morte ne hanno mantenuto un vivido ricordo. Addirittura, dopo l' 8 settembre 1943, i monaci dovettero occultarne le spoglie di cui Hitler aveva disposto il "ritorno" in Germania. Tuttora, in virtù del lascito della madre (era vanamente accorsa a Napoli per riscattarlo) alla Chiesa del Carmine, vien detta annualmente una messa in suffragio di Corradino.

[modifica] Voci correlate

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