Dresda
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Dresda | |
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Nome ufficiale: | Dresden |
Stato: | Germania |
Land: | Sassonia |
Distretto gov.: | Dresda |
Coordinate: | |
Altitudine: | 113 m s.l.m. |
Superficie: | 328,30 km² |
Abitanti: | 506.337 (31 marzo 2007) |
Densità: | 1.542 ab./km² |
CAP: | 01067–01326 (alt: 8010–8090) |
Prefisso tel: | 0351 |
Targa: | DD |
Codice comunale: | 14 2 62 000 |
Sindaco: | Lutz Vogel |
Sito istituzionale |
Dresda (in tedesco Dresden, in sorabo Drježdźany) è una città della Germania di 506.337 abitanti.
È la capitale, e il secondo centro maggiore (dopo Lipsia), del Land della Sassonia. Sorge sul fiume Elba, la cui valle (un tratto di 20 chilometri che attraversa la città) è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
La città è nota per aver subito uno dei più terribili bombardamenti della storia dell'umanità, avvenuto il 14 febbraio 1945. Il bilancio delle vittime è incerto, quelle identificabili sono state 35.000 (cifra che è dunque il minimo incontestabile), le stime oscillano tra i 65.000 ed i 135.000 morti (quanti e forse di più dei civili morti a Hiroshima o a Nagasaki). L'intero centro della città (15 km²) è andato bruciato ed altri quartieri danneggiati. Il bombardamento è stato ed è pesantemente contestato ed è ritenuto un crimine di guerra perché Dresda, famosa come città d'arte, era priva di installazioni militari e non era un obiettivo il cui interesse strategico giustificasse una tale azione.
Indice |
[modifica] Storia
I primi insediamenti nella zona di Dresda risalgono al neolitico. Il guado che attraversava l'Elba, all'altezza dell’odierno centro storico, è probabilmente esistito già nell’antico Medioevo e probabilmente fu la causa dell’iniziale insediamento che, nonostante la favorevole posizione ed i fertili terreni, rimase problematico per via delle estese zone forestali di quei luoghi.
La città stessa ha avuto origine dall'unione di un antico insediamento slavo sulla riva settentrionale del fiume con un centro sassone abitato sulla riva meridionale (dove ora si trova il centro dell'attuale Altstadt). Il primo riferimento documentato sulla città risale al 1206 e si tratta dei protocolli di un procedimento giudiziario riguardante lo smantellamento di un castello medioevale, il Burg Thorun[1]. A quel tempo il nome della città era "Dresdene", probabilmente derivato dal termine slavo "Drežďany" (abitanti della foresta lungo il fiume). Manca anche un documento sull’assegnazione del diritto civico a Dresda che viene già citata quale città in un altro documento del 1216.
Dal 1270 è stata la sede dei Langravi di Meißen. Un documento del 1350 definisce per la prima volta la parte di Dresda ubicata sulla sponda destra dell’Elba, l’odierno centro cittadino, quale insediamento autonomo (Antiqua Dressdin) che ottenne il 21 dicembre 1403 il diritto civico da Guglielmo I, il Guercio Margravio di Meißen. Il principe elettore Moritz decise l’unione dei due insediamenti, a destra ed a sinistra dell’Elba, ed assegnò il 29 marzo 1549 alla nuova comunità il diritto civico. Dal 1485 è stata la sede dei duchi di Sassonia e dal 1547 anche dei principi elettori.
Durante la guerra dei trent’anni Dresda non venne mai saccheggiata o devastata ma peste e indigenza, oltre alla generale stagnazione economica, ne hanno frenato lo sviluppo. Dopo la guerra dei trent’anni la storia di Dresda diventa alquanto discontinua: ai periodi di pace, durante i quali sorsero i notissimi edifici ed i magnifici parchi, si alternarono a periodi di devastazione dovuti alla partecipazione di Dresda a quasi tutte le guerre europee.
La prima porcellana europea venne sviluppata a Dresda nel 1710.
Tra il 1806 ed il 1918 è stata la capitale del regno di Sassonia (che dal 1871 fece parte dell'Impero tedesco).
La popolazione della città si quadruplicò dai 95.000 abitanti del 1849 ai 396.000 del 1900.
La città è stata ripetutamente distrutta: dal fuoco nel 1491, da bombardamenti prussiani nel 1760, durante la repressione di sollevazioni per la richiesta della costituzione nel 1849. È inoltre stata quasi completamente distrutta dai bombardamenti degli Alleati del 13 e del 14 febbraio 1945 e fu nuovamente bombardata dalla USAAF, con 2.700 tonnellate di bombe, il 2 marzo e il 17 aprile del 1945. A causa dell'ampio uso di ordigni incendiari non si è mai potuto stabilire il numero esatto delle vittime, secondo alcuni quasi 200.000.
[modifica] Il bombardamento del 1945
Per approfondire, vedi la voce Bombardamento di Dresda. |
Nella seconda guerra mondiale già nell’agosto del 1944 la zona di Dresda era stata bombardata e nella città sono state prese le necessarie misure per una difesa antiaerea.
Nella notte fra il 13 e il 14 febbraio 1945 la città ha subito il più devastante e, forse, ingiustificato bombardamento della storia. La particolarità della Distruzione di Dresda, sulla quale ancora non è stato detto abbastanza, è dovuta alla mancanza di obiettivi strategici: la città era dichiarata "zona demilitarizzata" ed ospitava rifugiati e civili. Per una durata di 14 ore e 10 minuti, che l'ha distrutta quasi completamente. Il 13 è Martedì Grasso, l'avanzata sovietica è lontana 170 km ad est e la città non è un obiettivo strategico; la gente quindi scende in piazza a festeggiare la ricorrenza. Alle 22 inizia l'attacco: 224 Lancaster della Royal Air Force sganciano migliaia di bombe incendiarie e ordigni dirompenti. Tre ore più tardi altri 529 velivoli compiono la stessa operazione, anche con bombe al fosforo che bruciano le persone colpite. Tra le 12:15 e le 12:50 del giorno successivo è la volta dell'aviazione statunitense, che con 1350 aerei sgancia 770 tonnellate di bombe dirompenti. I resti della città bruceranno per una settimana, senza alcuna possibilità di spegnere l'incendio o soccorrere gli abitanti.
Alcuni piloti racconteranno che perfino dai loro aerei era possibile sentire l'acre odore di carne bruciata.
Il numero totale di vittime non è noto, ed è praticamente impossibile da calcolare: la popolazione di Dresda nel 1939 contava 642.000 abitanti ma si ritiene che i rifugiati fossero circa 200.000. Secondo alcuni storici, una valutazione verosimile è fra 25.000 e 35.000 morti, un bilancio non troppo diverso da quello relativo ad altri bombardamenti alleati su città tedesche. Nel 1994 lo storico tedesco Friedrich Reichert ha supposto una stima molto vicina al ribasso.
Sui registri ufficiali tedeschi risultano 21.271 sepolture.
Questa cifra però non tiene conto dei cadaveri dispersi o dei corpi disintegrati dalle esplosioni: non deve quindi stupire che fino al 1966 si siano trovati resti umani.
Altre fonti parlano di un numero di vittime molto superiore (da 150.000 a 300.000).
Nel libro Mattatoio n. 5 dello scrittore americano Kurt Vonnegut (che si trovava a Dresda, come prigioniero di guerra, proprio durante il bombardamento), si riporta la cifra di 135.000 morti.
Due autorevoli enciclopedie (Columbia e Encarta) riportano il dato "da 35.000 a oltre 135.000".
Qualunque sia il numero esatto, si tratta comunque di una strage fra le più grandi della storia dell'umanità, comparabile a quella di Hiroshima (che contò ufficialmente 85.000 vittime), per danni strutturali e numero di vittime.
[modifica] Il periodo postbellico
Dresda è stata uno dei più importanti centri industriali della Repubblica Democratica Tedesca.
Nel 2002 l'Elba ha avuto una piena di altezza superiore a quella del suo precedente record del 1845. L'alluvione ha causato molti danni che in gran parte non sono più visibili per via della rapidità della ricostruzione. È stata terminata la ricostruzione della Frauenkirche, distrutta durante il bombardamento del 1945. La ricostruita chiesa, uno dei più caratteristici edifici in stile barocco di Dresda, è stata inaugurata il 30 ottobre 2005.
[modifica] Monumenti (nomi in tedesco)
[modifica] Centro
- Gemäldegalerie, una delle maggiori pinacoteche del mondo; conserva opere di maestri italiani (San Sebastiano di Antonello da Messina, Madonna Sistina di Raffaello, Venere di Giorgione, vedute di Venezia e Dresda di Bellotto, Il tributo della moneta di Tiziano, Correggio, Veronese, Guido Reni, ...), spagnoli (Velasquez, Murillo, El Greco), francesi (Impero di Flora di Poussin, fiamminghi, olandesi.
- Semperoper, uno dei teatri d'opera più importanti del mondo, per tradizione e acustica
- Zwinger, parco realizzato da Matthäus Daniel Pöppelmann
- Brühlsche Terrasse Questa magnifica terrazza, dalla quale è possibile ammirare il paesaggio dell’Elba fino ai colli Loschwitz, venne decantata da Johann Goethe quale "Balcone d'Europa". Nel passato era stata una fortificazione che il Principe Elettore Federico Augusto II cedette al al conte Heirich von Brühl (dal quale ne deriva il nome). Il conte dette l'incarico ad artisti di Dresda di costruire dei sontuosi palazzi e un parco sul quello che era praticamente un terrapieno che si estendeva per circa 500 m di lunghezza e 200 m di larghezza,.
Nessuna delle costruzioni di allora è rimasta in quel luogo, eccettuata la Fontana dei Delfini progettata dall’architetto Pierre Coudray e costruita fra il 1747 e il 1749. Gli edifici ora visibili sono prevalentemente opere del XIX secolo. Alla terrazza conduce un’ampia scalinata che, nel 1868 è stata arricchita con i gruppi scultorei "Le quattro parti del giorno". Le originali figure in pietra arenaria vennero sostituite in un secondo tempo da riproduzioni in bronzo. Sull’estremità orientale della terrazza si estende il Brühlsche Garten (Parco Brühl).
- Frauenkirche
- Hofkirche
- Kreuzkirche
- Sophienkirche
- Schwebebahn, la tramvia pensile, è un mezzo di trasporto di Dresda che unisce i quartieri di Loschwitz e Oberloschwitz. La linea tramviaria ha una lunghezza complessiva di 274 m e supera un’altezza di circa 84 m. Venne inaugurata il 6 maggio 1901. Si tratta di una tramvia simile a quella famosa di Wuppertal, costruita secondo il cosiddetto sistema di Eugen Langen; poggia su 33 piloni in acciaio di supporto . Quella di Dresda la più antica tramvia pensile montana del mondo ancora in funzione. La tramvia pensile di Dresda non corre su una fune ma bensì su una rotaia d’acciaio. Al contrario di quella di Wuppertal le vetture non dispongono di un proprio sistema di propulsione ma vengono mosse da una fune traente azionata da un motore operante nella stazione a monte. Questa straordinaria tramvia pensile non venne minimamente danneggiata dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Fu però messa temporaneamente fuori servizio dal 1984 fino al 1992 a causa di un completo risanamento tecnico e costruttivo.
- Standseilbahn
- Erlweinspeicher
- Blaue Wunder (Meraviglia o Miracolo blu, il nome ufficiale è però Loschwitzer Brücke) è chiamato popolarmente il ponte più famoso di Dresda. Costruito fra il 1891 ed il 1893 questo ponte in acciaio, con una lunghezza di 141,5 m, è una delle magistrali costruzioni tecniche di quel tempo ed è degno di una visita. L’inusitato nome è dovuto al fatto che venne pitturato in verde ma dopo poco tempo era diventato inspiegabilmente blu. Ciò, unitamente all'eccezionalità della costruzione, gli meritò il nome di "Meraviglia blu" o anche "Miracolo blu" dato che il lemma "Wunder" ha in tedesco ambedue i significati. Il nome è diventato proverbiale in Germania ed è entrato a far parte della lingua tedesca con il significato di qualcosa di straordinario.
- Yenidze
- Krematorium Tolkewitz
- Kulturpalast
- Fürstenzug
La Pfunds Molkerei (latteria Pfund) viene ritenuta oggi la più bella latteria del mondo; nel 1998 venne citata nel libro Guiness World Records. È ubicata nella Bautzner Straße al civico 79 ed è una delle attrazioni turistiche di Dresda.
Nel 1879 Paul Gustav Leander Pfund, (1849–1923), un agricoltore di Reinholdshain, avverò la sua idea di fornire agli abitanti di Dresda del latte fresco ed igienico. Aprì perciò una latteria nella Görlitzer Straße che permetteva, dall’interno del negozio, di osservare le sei mucche “aziendali” mentre venivano munte. Nel 1880 anche suo fratello, l’attore Friedrich Pfund, si associò all’impresa. Da allora la latteria ricevette il nome di Dresdner Molkerei Gebrüder Pfund (Latteria di Dresda dei Fratelli Pfund).
La ditta s’ingrandiva continuamente e la produzione di latte era tale che il proprietario comincio per primo in Germania a produrre latte condensato, che addirittura esportava, oltre ad altri prodotti come sapone al latte e alimenti per bambini.
Ben presto il negozio originario diventò troppo piccolo e la latteria venne traslocata nella Bautzner Straße, 41. In quel luogo venne più volte ampliata. Un nuovo trasloco avvenne nel 1891, nella medesima strada, al numero 79 dove è ancora oggi ubicata. Tutto il negozio è piastrellato con piastrelle in stile neorinascimentale, prodotte dalla Villeroy & Boch in collaborazione con artisti di Dresda. La latteria ebbe la fortuna di non essere stata distrutta dal terribile bombardamento del febbraio 1945 e nel dopoguerra ricominciò con la vendita di latte, latticini e formaggi. Nel 1972 venne statalizzata dalla Repubblica Democratica Tedesca, nel 1978 chiuse le porte. Negli anni ’90 venne riaperta nello spirito della vecchia tradizione. Oggi la latteria Pfund offre ai consumatori prevalentemente formaggi a base di latte crudo. L’artista Friedensreich Hundertwasser aveva progettato una trasformazione artistica del cortile della famosa latteria.
[modifica] Musei e teatri
- La Gemäldegalerie conserva il dipinto: la Santa Maria Maddalena di Paolo Pagani.
- Sächsische Staatsoper
[modifica] Trasporti
[modifica] S-Bahn
Per approfondire, vedi la voce S-Bahn Dresden. |
La Deutsche Bahn esercita una rete di S-Bahn costituita di 4 linee:
- S1 Meißen-Triebischtal - Schöna
- S2 Dresden Flughafen - Pirna
- S3 Dresden Hauptbahnhof - Tharandt
- S30 Dresden Hauptbahnhof - Freiberg
[modifica] Rete tramviaria
- 1 Kleinzschachwitz – Leutewitz
- 2 Prohlis – Gorbitz
- 3 Coschütz – Wilder Mann
- 4 Laubegast – Weinböhla
- 6 Niedersedlitz – Wölfnitz (– Gorbitz)
- 7 Gorbitz – Weixdorf
- 8 Südvorstadt – Hellerau
- 9 Prohlis – Kaditz
- 10 Striesen – Friedrichstadt
- 11 Zschertnitz – Bühlau
- 12 Striesen – Leutewitz
- 13 Prohlis – Mickten (- Kaditz)
[modifica] Città gemellate
- Coventry, Gran Bretagna dal 1959
- San Pietroburgo, Russia dal 1961
- Breslavia, Polonia dal 1963
- Skopje, Macedonia dal 1967
- Ostrava, Repubblica Ceca dal 1971
- Brazzaville, Repubblica del Congo dal 1975
- Firenze, Italia dal 1978
- Amburgo, Germania dal 1987
- Rotterdam, Paesi Bassi dal 1988
- Strasburgo, Francia dal 1990
- Salisburgo, Austria dal 1991
- Columbus, Stati Uniti dal 1992
[modifica] Personalità illustri
[modifica] Note
- ^ Das Geheimnis des Baches Zuchewidre. Sächsische Zeitung, 30. März 2006
[modifica] I dintorni di Dresda
- Sächsische Schweiz
- Schloss Weesenstein
- Jagdschloss Moritzburg boschi e laghi
- Osterzgebirge
- Tharandter Wald
- Zone vinicole nei pressi di Radebeul e Meißen
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Dresda
[modifica] Collegamenti esterni
- (DE, EN) Sito ufficiale della città
- (DE, EN) Aeroporto Internazionale di Dresda
- (DE) Università della Tecnologia di Dresda la più grande della città con oltre 34.000 studenti
- (DE, EN) Max-Planck-Institut für Physik komplexer Systeme
- (DE, EN) Museo d'Igiene Tedesco
- Vedute della Dresda barocca di Bernardo Bellotto (Canaletto)
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