Anticomunismo
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Anticomunismo indica l'attività di movimenti politici e religiosi che avversano o rifiutano il comunismo.
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In concreto vi sono vari tipi di anticomunismo: lanticomunismo conservatore è un rifiuto dell'ideologia comunista per la sua negazione dei valori religiosi, civili e della libertà nonché spesso di fatto il timore di modifiche radicali dello status quo; lanticomunismo antitotalitario, specie liberaldemocratico ma anche socialdemocratico e anarchico, di chi è allo stesso tempo contro il comunismo, il fascismo e ogni altra dottrina politica che si è storicamente concretizzata in una forma di dittatura; lanticomunismo reazionario, per esempio di tipo fascista. L'anticomunismo religioso ossia di credenti delle varie religioni che sono impressionati da un'ideologia che si definisce atea. Lanticomunismo del pessimismo o disillusione, di chi avendo aderito alla ideologia marxista, s'è successivamente convinto della sua inattuabilità pratica a causa dell'evoluzione dittatoriale dei regimi proclamatisi comunisti nel corso del XX secolo.
Il termine è talvolta considerato improprio dagli anticomunisti. Il dissidente russo Aleksandr Solženicyn, in un discorso pubblico tenuto a Washington il 30 giugno 1975 dopo aver parlato delle violenze perpetrate dal comunismo dalla rivoluzione russa in poi, affermò:
« C'è una parola che si usa molto oggi: "anticomunismo". È una parola molto stupida e mal composta perché dà l'impressione che il comunismo sia qualche cosa di primitivo, di basico, di fondamentale. E così, prendendolo come punto di partenza, anticomunismo è definito in relazione a comunismo. Per questo affermo che la parola è stata mal scelta e fu composta da gente che non conosceva l'etimologia: il concetto primario, eterno, è Umanità. Ed il comunismo è anti-Umanità. Chi dice "anti-comunismo", in realtà sta dicendo anti-anti-Umanità. Un costrutto molto misero. Sarebbe come dire: ciò che è contro il comunismo è a favore dell'Umanità. Non accettare, rifiutare questa ideologia comunista, inumana, è semplicemente essere un essere umano. Non è essere membro di un partito » |
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[modifica] Anticomunismo liberale e conservatore
I liberali giudicano negativamente il comunismo poiché ritengono la proprietà e il mercato due libertà essenziali e necessarie allo sviluppo della civiltà. I conservatori sostengono che il comunismo sia sovversivo dei valori principali della natura dell'essere umano. Talvolta liberali e conservatori anticomunisti usano impropriamente il termine comunismo per indicare sia persone genericamente di sinistra (politica) come sindacalisti e operai, sia in senso dispregiativo nei confronti di chi promuove una politica di forte cambiamento sociale.
[modifica] Anticomunismo in USA
La cosiddetta Paura rossa (Red Scare) è stato un fenomeno socio-politico durante due distinti periodi d'intenso anticomunismo nella storia degli Stati Uniti: dal 1917 al 1920 e durante i primi anni '50. Entrambi i periodi furono caratterizzati da una diffusa paura dell'influenza dei comunisti sulla società statunitense e dell'infiltrazione comunista nel governo USA. Si ebbe la tendenza a vedere il comunismo come un blocco compatto senza distinzioni e come un sinonimo di totalitarismo. Vennero bollati come comunisti anche personaggi, movimenti o regimi che non lo erano ma che venivano visti come una possibile minaccia per gli USA. Queste paure spronarono investigazioni aggressive, imprigionamenti e condanne a morte di persone che si riteneva fossero motivate dall'ideologia comunista o associate a movimenti politici comunisti o socialisti. Tra i casi più eclatanti citiamo la vicenda di Sacco e Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti. Furono condannati a morte con le false accuse di omicidio e rapina a mano armata, nonostante la totale carenza di prove; la successiva riabilitazione fu riconosciuta nel 1977 da parte della burocrazia statunitense. Essi vennero giustiziati il 23 agosto del 1927 nel Massachusetts. Un altro caso degno di nota è quello dei cittadini statunitensi Ethel e Julius Rosenberg, coppia di coniugi condannati a morte, accusati di spionaggio a favore dell'URSS e giustiziati il 19 giugno 1953. Con l'apertura degli archivi sovietici si scoprì che solo il marito, Julius, era colpevole e che quindi le accuse e la condanna per Ethel Rosenberg fu ingiusta.
Per approfondire, vedi le voci maccartismo, teoria del domino e operazione Condor. |
[modifica] Interventi nella guerra civile russa
A seguito dell'uscita della Russia dalla prima guerra mondiale (marzo 1918), gli Stati dell'Intesa (Regno Unito, Francia, Italia) e loro alleati s'impegnarono nella guerra civile russa inviando soldati in soccorso dell'Armata Bianca contro l'Armata Rossa. Gli scopi dell'intervento erano sia instaurare un regime che proseguisse la guerra al loro fianco, sia eliminare l'esempio della Rivoluzione russa, che poteva spingere le masse proletarie nei loro Paesi alla rivolta. Furono inviati in Russia 44.000 militari britannici, 13.000 francesi, 3.000 italiani, 13.000 statunitensi, 50.000 cecoslovacchi, 70.000 giapponesi, 24.000 greci, 12.000 polacchi, 4.000 canadesi, 4.000 serbi, 4.000 romeni.[1]
[modifica] Anticomunismo in altri stati liberaldemocratici
In Italia dopo la seconda guerra mondiale alcune organizzazioni di anticomunisti liberali e cattolici avevano conservato un arsenale per opporsi a un'eventuale sollevazione armata del PCI. Difatti secondo un'informativa [citazione necessaria]del governo di Alcide De Gasperi dall'1 gennaio 1947 al 30 aprile 1948 in diversi conventi furono recuperati 974.200 chili di esplosivi, 30.896 bombe a mano, 11.473 bombe da mortaio, 11.270 fucili, 5.944 pistole, 1.876 mitra, 189 cannoni o mortai. Il 14 luglio1948 a Roma, l'attivista di estrema destra (politica) Antonio Pallante sparò al segretario del PCI Palmiro Togliatti il quale, dopo un intervento chirurgico, sopravvisse. I servizi segreti italiani sostenuti dalla Central Intelligence Agency organizzarono il piano Demagnetize attivo pure in Francia con denominazione Cloven. Altra organizzazione anticomunista ed eversiva fu quella nota come P2 che aveva per programma il piano di rinascita democratica. Sempre in Italia durante i cosiddetti anni di piombo quando il PCI era ancora sovvenzionato dai sovietici furono imposte alcune leggi restrittive delle libertà poi con l'avvento dell'eurocomunismo la tensione politica diminuì notevolmente quindi successivamente tali leggi furono normalizzate. Grandi oppositori italiani del comunismo negli anni '50 furono i movimenti cattolici incentivati da Papa Pacelli a capo dei quali vi furono Luigi Gedda e Monsignor Lombardi. Il movimento culturale anticomunista italiano considera di positiva importanza storica i risultati delle elezioni politiche italiane del 2008 poichè nessun partito comunista ha avuto consenso sufficiente per entrare in parlamento dopo 62 anni di presenza continuata.[2]
In Germania Ovest fu messo al bando il KPD (Partito Comunista di Germania) dal 1956 al 1969. Dopo la caduta della cortina di ferro, ed ottenuta l' indipendenza, nel 1991 in Lituania venne proibito il PCUS (Partito Comunista dell'Unione Sovietica). In USA e Russia i partiti comunisti furono banditi ma poi riammessi in differenti periodi storici; nelle repubbliche baltiche è stata proposta la messa al bando del simbolo falce e martello nelle nazioni dell'Unione Europea.[3]
Il 25 gennaio 2006, a Strasburgo, il Consiglio d'Europa, con 99 sì e 42 no ha approvato, al termine di un acceso dibattito, una risoluzione intitolata Necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi comunisti totalitari. Nella risoluzione si sostiene che l'opinione pubblica è molto poco a conoscenza di tali crimini e che sinora, al contrario di quanto è avvenuto per i crimini del nazismo, nessun tribunale internazionale ha condannato i crimini commessi nei regimi comunisti. Sebbene riconosca ai partiti comunisti di aver contribuito alla formazione delle democrazie in Europa, chiede anche che siano dati netti segnali di condanna verso l'esperienza del socialismo reale. La risoluzione è stata interpretata da alcuni esponenti della sinistra come una strumentalizzazione della storia contemporanea per screditare le posizioni della sinistra comunista.
Per approfondire, vedi le voci NATO, strategia della tensione, piano Solo e organizzazione Gladio. |
[modifica] Anticomunismo socialista e anarchico
I socialisti anticomunisti sono definiti anche riformisti, riformatori, democratici o libertari; in Italia, dopo la pratica politica del frontismo, certi socialisti furono definiti socialisti autonomisti. Gli anarchici anticomunisti sono essenzialmente di due tipi: libertari e individualisti.
Ideologi socialisti anticomunisti hanno scritto molti testi di denuncia riguardo la repressione negli stati comunisti e numerosi socialisti democratici son stati perseguitati quando non uccisi nei regimi comunisti difatti i socialisti riformisti furono definiti dai comunisti seguaci di Stalin con il termine socialfascisti.
Filosofi e ideologi anarchici anticomunisti quali Michail Bakunin, Errico Malatesta, Camillo Berneri, Emma Goldman son noti per i loro testi; gli anarchici organizzati militarmente si sono scontrati contro i comunisti soprattutto durante la guerra civile russa e la guerra civile spagnola.
[modifica] Anticomunismo fascista e nazista
I fascisti hanno perseguitato i comunisti poiché la teoria economica e sociale fascista è inconciliabile con quella comunista inoltre lo stato fascista in quanto autoritario ammette solo l'ideologia fascista. I nazisti nella prassi politica furono simili ai fascisti quindi anticomunisti.
Conseguenza dell'anticomunismo fascista in Italia fu, oltre all'uccisione di centinaia dei militanti della sinistra nel periodo dello squadrismo e della Repubblica Sociale Italiana, la condanna alla galera per migliaia di comunisti compresi diversi dirigenti del partito comunista e l'anticomunismo nazista in Germania analogamente causò la detenzione politica di tanti comunisti tedeschi. Nel 1936 fu istituito il patto anticomintern. Tuttavia stalinismo e nazismo trovarono un accordo nel 1939 nel trattato di non aggressione chiamato Patto Molotov-Ribbentrop, con il quale URSS e Germania nazista si spartivano la Polonia e davano inizio alla seconda guerra mondiale.
L'anticomunismo di tipo fascista causò brutali massacri in massa di militanti comunisti nel secolo scorso soprattutto in Cile, Argentina, Brasile, Corea del Sud e Indonesia. Tali regimi furono nella maggior parte capeggiati da militari e in altri casi da oligarchie quindi non tutti s'ispiravano a un'ideologia fascista di tipo italiano comunque erano paragonabili al fascismo nell'accezione generica.
[modifica] Anticomunismo di matrice religiosa
É nota la frase di Karl Marx secondo la quale la religione ... è l'oppio dei popoli quindi i comunisti sono prevalentemente atei e diversi stati socialisti, hanno istituìto l'ateismo di Stato. Difatti la scomunica ai comunisti si spiega per l'avversione ideologica dei comunisti contro ogni tipo di religione. Comunque si consideri che numerosi dirigenti e militanti comunisti si son pure dichiarati cattolici, ebraici, maomettani, ecc. in varie nazioni.
[modifica] Repressione dell'anticomunismo
L'anticomunismo ossia il movimento politico anticomunista è stato ed è represso dalle dittature comuniste: per questo argomento si leggano le voci Stato comunista, critiche al comunismo#perdita di vite, cronologia delle polizie segrete sovietiche, stime delle vittime delle persecuzioni per stato, gulag e laogai.
[modifica] Rivolte anticomuniste e antisovietiche
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Motivo: la voce è sull'anticomunismo non sull'antisovietismo o qualsiasi altro governo Vedi anche: Progetto politica Portale politica Segnalazione di Francomemoria
Secondo gli anticomunisti i regimi comunisti sono totalitari e non uguali ma molto simili tra loro: si sono organizzati diversamente nelle varie nazioni ma hanno caratteristiche comuni derivanti da quella stessa ideologia totalitaria che ha prodotto identiche conseguenze.[4]Inoltre gli anticomunisti considerano ideologicamente definita la dittatura del proletariato, che nel marxismo indica il periodo della trasformazione rivoluzionaria susseguente alla conquista del potere da parte della classe operaia, caratterizzata dalla prospettiva dell'instaurazione di un sistema di produzione associata e collettiva per una società senza classi a livello mondiale. Gli anticomunisti osservano che tale concezione, variamente ripresa e sviluppata dai teorici marxisti, ha avuto differenti applicazioni pratiche dopo il 1917 ovunque i comunisti hanno preso il potere dopo la guerra o rivoluzione dando luogo tuttavia allo stabilizzarsi in rigidi sistemi di governo e a degenerazioni autoritarie a scapito della proclamata transitorietà. Tali sistemi repressivi di governo provocarono le rivolte anticomuniste che si verificarono in Europa centrale nel cosiddetto Impero sovietico, Albania e Cina. In ordine cronologico ricordiamo tali rivolte.
Rivolte spiccatamente anticomuniste e antisovietiche
- 1953, in Cecoslovacchia a Pilsen ai primi di giugno la città fu sotto il controllo degli operai dopo una sollevazione popolare. Gli operai reclamavano mutamenti economici e politici agitando ritratti di Masaryk, Beneš ed Eisenhower; l'esercito fu restìo ad aprire il fuoco quindi la sommossa fu sedata da poliziotti del reparto di sicurezza accorsi da Praga.
- In Germania Est il 16 giugno i lavoratori in massa reclamarono la partenza dei soldati sovietici e libere elezioni. L'armata rossa intervenne reprimendo le rivolte a Berlino Est e in altre città in pochi giorni: i rivoltosi uccisi furono centinaia.
- 1956, in Polonia a Poznan a giugno gli operai scioperarono nonostante il divieto e manifestarono: gli operai uccisi dai soldati furono quasi cento.
- 1980, in Polonia il sindacato clandestino Solidarnosc organizzò scioperi e manifestazioni chiedendo un notevole cambiamento della politica comunista governativa.
- 1989, in Cina il 15 aprile gli studenti universitari diedero inizio a manifestazioni di massa che furono contrastate prima dalla polizia poi dall'esercito; in pochi giorni i morti tra rivoltosi studenti e operai furono in numero difficilmente valutabile poiché i capi della dittatura cinese fornirono dati che son ritenuti oggettivamente falsi dai ricercatori di storia: le stime degli storici calcolano da circa 3.000 a un massimo di forse 12.000 considerando i rivoltosi imprigionati poi uccisi. Comunque sull'orientamento tutto anticomunista di questa rivolta sono sollevati dubbi da alcuni commentatori: le richieste degli studenti erano dirette all'apparato statale (riconoscendolo di conseguenza) e tra le canzoni che certi gruppi cantavano nelle manifestazioni era presente anche l'Internazionale.
- In Cecoslovacchia vi fu la cosiddetta rivoluzione di velluto che preluse a un nuovo assetto politico democratico.
- In Romania a dicembre iniziò la rivolta che coinvolse parte dell'esercito romeno e aprì la fase democratica. I morti si contarono a migliaia.
- 1990, in Albania vi fu la rivolta seguita da un esodo di fuggiaschi che in nave approdarono a Bari. La rivolta diede poi corso a un orientamento politico democratico.
Rivolte antisovietiche e parzialmente anticomuniste
- 1956, in Ungheria il 23 ottobre operai e studenti diedero il via a una rivolta generale chiedendo il ritiro delle truppe sovietiche e radicali riforme. Il 2 novembre il capo del governo Imre Nagy proclamò la neutralità del Paese e chiese l'intervento dell'ONU ma il 4 novembre intervenne l'armata rossa che represse la rivolta dopo una resistenza degli insorti ungheresi che continuarono a combattere sino l'anno successivo: gli storici fanno una stima dei morti ungheresi che è tra le 20.000 e 25.000 persone. Con l'avvento della democrazia in Ungheria la data del 23 ottobre è diventata festa nazionale. Si osservi tuttavia che l'interpretazione di questo movimento come totalmente anticomunista è messo seriamente in discussione da diversi storici poiché alcuni capi politici della rivolta erano comunisti.
- 1968, in Cecoslovacchia operai e studenti manifestarono chiedendo importanti riforme quindi vi fu la cosiddetta primavera di Praga ma poi intervenne l'armata rossa: 72 furono i rivoltosi uccisi. Nel 1969, per incitare il popolo cecoslovacco contro il regime, Jan Palach e altri giovani a intervallo di pochi giorni uno dall'altro si suicidarono dandosi fuoco nel centro di Praga.
Le rivolte antisovietiche e parzialmente anticomuniste che si susseguirono in Russia poi in Unione Sovietica furono:
- 1918: rivolta a Pietrogrado
- 1921: rivolte a Pietrogrado, Kolpino e Kronstadt
- 1930: rivolta a Ivanovo
- 1961: rivolte a Murom e Alexandrovo
- 1962: rivolta a Novocherkassk
Per approfondire, vedi le voci guerra fredda, cortina di ferro, muro di Berlino e rivoluzioni del 1989. |
[modifica] Note
- ^ Articolo di approfondimento
- ^ Articolo da Il Giornale con commenti anticomunisti, portale d'informazione dell'agenzia giornalistica adnkronos con commenti anticomunisti
- ^ da Repubblica, 8 febbraio 2005
- ^ Articolo pertinente conseguenze del comunismo sovietico
[modifica] Voci correlate
- Categoria:Anticomunisti
- Comunismo
- Critiche al comunismo
- Il libro nero del comunismo
- Stato comunista
- Scomunica ai comunisti