Muro di Berlino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Muro di Berlino (in tedesco: Berliner Mauer) era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento avvenuto il 9 novembre 1989.
Indice |
[modifica] Storia del Muro
[modifica] Premesse
Nel 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania, e di Berlino in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico della città era di gran lunga il più esteso e occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino -- Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee.
Nel 1948, il "Blocco di Berlino" da parte dell'Unione Sovietica portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati.
Dal 1949 i tre settori controllati da USA, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est.
Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.
[modifica] La costruzione
Per fermare l'emigrazione, si iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Inizialmente consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un' isola all'interno dei territori orientali.
« Nessuno ha intenzione di costruire un muro. » | |
La Germania Est sostenne che si trattava di un "muro di protezione antifascista" inteso ad evitare un'aggressione dall'Ovest. Fu chiaro sin dall'inizio che questa giustificazione serviva come copertura per il fatto che ai cittadini della Germania Est doveva essere impedito di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest (la Germania Est non controllava completamente il traffico tra Berlino Ovest e il resto della Germania Ovest). In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all'ovest, per non parlare delle diserzioni dall'esercito. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2.500.000 tra il 1949 ed il 1962 a 5000 tra il 1962 ed il 1989. Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro fu un disastro per la DDR e, in generale, per tutto il blocco comunista; divenne infatti un simbolo chiave per ciò che le potenze occidentali vedevano come "tirannia comunista", specialmente dopo le uccisioni degli aspiranti fuggitivi sotto gli occhi dei media.
Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il "muro di quarta generazione", iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione, per un costo di 16.155.000 di Marchi della Germania Est. Per fare un confronto, un panino al tempo costava 1,04 marchi della Germania Est. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella "striscia della morte" da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 Km.
Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri due checkpoint, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR, in seguito in un atto simbolico l'attraversamento della porta di Brandenburgo fu chiuso. I checkpoint vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha (Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).
[modifica] Tentativi di fuga
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l'ovest e molti altri feriti. [1][2]
« Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi » | |
Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di "atterrare" dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolsero fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.
Il primo a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Günter Litfin. Il più famoso tentativo fallito fu quello del diciottenne Peter Fechter a cui fu sparato dalle guardie di confine della DDR il 17 agosto 1962 e che fu poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte davanti ai media occidentali. L'ultimo cittadino ad essere ucciso mentre tentava la fuga fu Chris Gueffroy il 5 febbraio 1989 mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse. Aveva poco più di vent'anni era nato il 21 giugno 1968, una croce lo ricorda, insieme a tante altre, in piazza 14 marzo alle spalle della porta di Brandeburgo.
« L’obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunkers, torri di guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine. Ma più lavoro, ingenuità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. » |
|
( Viktor Suvorov, L’ombra della Vittoria capitolo 7)
|
[modifica] Dall'Ovest all'Est
Si sono verificate anche "violazioni di frontiera" al contrario, da Ovest verso Est. Negli anni settanta un berlinese dell'Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, dopo venne sempre arrestato. Durante l'interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il "violatore" della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva. Per alcuni di questi "scavalcatori" il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Come il diciottenne Rainer W. che all'inizio degli anni settanta scavalcò gli sbarramenti a Potsdam-Babelsberg in direzione Est. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell'epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c'era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell'estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell'Ovest né le guardie dell'Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l'impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell'Ovest dopo un breve interrogatorio. Running però non si lasciò intimidire e pochi giorni dopo iniziò un'altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all'Ovest. La sua terza "passeggiata" gli costò 53 ore di prigione nella DDR. La mattina del 1 giugno 1988 le guardie di frontiera dell'area della Potsdamer Platz si trovarono di fronte a una "sfida" molto speciale, una "fuga di massa" nell'Est. Più di 200 punks berlinesi dell'Ovest, abitanti della baraccopoli del cosiddetto triangolo Lennè, scapparono in direzione di Berlino Est per sfuggire ad una carica dei poliziotti occidentali. Lo spettacolo, uno dei più divertenti legati alla divisione della città, si ripeté per diversi mesi grazie ad una delle particolarità topografiche create proprio dal muro che in alcuni punti non si trovava esattamente sulla linea di demarcazione del confine. A volte la frontiera si trovava a 1-2 metri davanti al muro, e in alcuni punti anche molto di più. Proprio in mezzo alla città a Potsdamerplatz c'erano circa 4 ettari di terreno compresi tra Lennè, Bellevue e la Ebertstrasse, il triangolo di Lennè appunto, che apparteneva a Berlino Est ma che si trovava al di fuori del muro.
Nel Marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l'accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani "autonomi" di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso.
Puntuali, all'entrata in vigore dell'accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all'arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i "violatori di frontiera". I punks vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera.
[modifica] La caduta
Il 23 agosto 1989, l'Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l'Austria e nel settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono attraverso l'Ungheria. Le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono nell'autunno del 1989. Il leader della DDR Erich Honecker si dimise il 18 ottobre e venne sostituito pochi giorni dopo da Egon Krenz. Honecker aveva predetto nel gennaio dello stesso anno che l’esistenza del muro sarebbe stata assicurata per più di cento anni. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Gunter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, ebbe il compito di dare la notizia; però egli si trovava in vacanza prima che venisse presa questa decisione e non venne a conoscenza dei dettagli.
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, gli fu recapitata la notizia che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso avrebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine. Alle 18,53 il corrispondente Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa, azzardò: "Per quanto ne so, immediatamente".
« Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente. » | |
(9 novembre 1989, Günter Schabowsky, Membro del Politbuero del Partito Comunista e Ministro della Propaganda della DDR)
|
Decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando i checkpoints e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le sorprese e sopraffatte guardie di confine iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni.
Furono allora costrette ad aprire i checkpoints e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest, spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro festeggiata con il mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo.
Nei giorni e settimane successive molte persone accorsero al muro per abbatterlo e staccare souvenirs: queste persone furono chiamate "Mauerspechte". Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.
La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il "Giorno della riunificazione"), quando i cinque stati federali (Brandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia), già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest).
Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, l'equivalente tedesco della Costituzione) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per le Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento da parte dei tedeschi dell'est di essere stati "occupati" o "annessi" alla vecchia repubblica federale.
[modifica] Aspetti sociali del Muro di Berlino
Non molto è rimasto oggi del Muro di Berlino. L'abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR, fu poi terminato da 600 soldati dell'esercito tedesco utilizzando 13 bulldozer, 55 ruspe, 65 gru e 175 camion. A novembre dello stesso anno l'intero muro all'interno della città era stato abbattuto ad eccezione di 6 punti che furono mantenuti come monumento. L'anno successivo scomparì definitivamente la restante parte. I blocchi di cemento furono distrutti ed utilizzati per la costruzione di strade. 250 di questi blocchi furono messi all'asta a prezzi oscillanti tra 10.000 e 250.000 marchi tedeschi. Il muro è stato fisicamente distrutto quasi ovunque, ad eccezione di alcuni punti. I più visitati dai turisti sono: una sezione di 80 metri vicino a Potsdamer Platz, una seconda, più lunga, sulla riva della Sprea, vicino all'Oberbaumbrücke ed una terza a nord in Bernauer Straße, che è stata trasformata in un memoriale nel 1999. Solo qui é possibile comprendere il muro come era veramente. Il centro di documentazione del muro (vedi Link: Dokumentationszentrum) offre interessantissime guide in italiano, che spiegano in dettaglio il sistema di frontiera.
In altri punti della città è possibile invece trovare parti di muro semplice, note per i loro graffiti. Qui, le parti rimaste non rappresentano interamente l'aspetto originale del muro: sono state pesantemente danneggiate (perché in molti tentarono di prendersi come ricordo dei "pezzi originali del Muro di Berlino"), e gli odierni graffiti sono più visibili sul lato orientale del muro, in particolare la famosa East Side Gallery in Mühlenstraße lunga più di 1 km, che non era ovviamente raggiungibile quando il muro era sorvegliato dalle guardie pesantemente armate della Germania Est. In origine, infatti, i graffiti erano solo sul lato occidentale.
Il Muro di Berlino ebbe ovviamente un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo sui cittadini di Berlino o della Germania, ma anche nel resto del mondo. Al momento della sua erezione il muro separò, apparentemente per sempre, famiglie e amicizie, lasciando entrambe le metà della città, dopo l'incredulità iniziale, nello sconforto e nella disperazione.
Divenne la rappresentazione fisica della Cortina di Ferro che separava in due l'Europa durante la Guerra Fredda, il muro di una stramba prigione nella quale i reclusi erano in realtà liberi.
Durante la sua visita a Berlino del 15 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy tenne un discorso pubblico che sarebbe divenuto uno dei momenti simbolo della Guerra Fredda:
« Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Lasciateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l'onda del futuro. Lasciateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i comunisti. Lasciateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici. Lasst sie nach Berlin kommen! Lasciateli venire a Berlino! [...] Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire, Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese). » |
A partire dagli anni '80, alcuni artisti famosi come Keith Haring e Thierry Noir iniziarono a dipingere il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, utilizzarono il muro per i loro progetti artistici. Il muro si coprì quasi interamente di murales, dalle semplici scritte a disegni molto elaborati e ben eseguiti, alcuni dei quali si guadagnarono una certa notorietà, come quello che raffigurava una Trabant bianca che sfonda il muro, o quello in cui si vedeva Erich Honecker baciare sulla bocca il segretario del PCUS Leonid Brežnev. La East Side Gallery lunga più di 1 Km che fu pitturata subito dopo il crollo del muro, è stata definita la più grande galleria di pittura all'aria aperta del mondo. Purtroppo pochi dei murales hanno resistito al tempo e ai turisti che continuano a scrivere i loro nomi sul muro. La città di Berlino, notoriamente a corto di fondi, ha investito pochissimo nel restauro del muro e nel 2000 solo alcuni dei dipinti furono restaurati e protetti dai vandali. Malgrado siano protette dalle leggi sulla tutela dei monumenti, non è chiaro quale sia il destino di queste parti del muro. Nei giorni della caduta, il grande violoncellista Rostropovic (privato, anni prima, della cittadinanza sovietica) improvvisò un concerto davanti al muro; l'evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, viene considerato il requiem per il muro e la Guerra Fredda.
Il muro divideva 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la DDR), 32 linee di tram, 8 linee di metropolitana di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana sotterranea (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi. La caduta del muro cambiò considerevolmente i flussi di traffico della città, e la M-Bahn, un sistema a levitazione magnetica che connetteva 3 fermate della metropolitana lungo 1,6 chilometri, venne smantellato solo pochi mesi dopo la sua apertura ufficiale nel luglio 1991.
[modifica] Giorno della libertà
Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre "Giorno della libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.
In occasione del Giorno della libertà, vengono annualmente organizzate cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
[modifica] Territorio
Oltre al territorio cittadino di Berlino il muro lambiva la parte del limite territoriale di 14 comuni del Brandeburgo, Potsdam compreso, che confinavano con Berlino Ovest. Vengono qui riportati suddivisi per circondario, partendo da nord e procedendo in senso anti-orario:
- Oberhavel: Mühlenbecker Land (parzialmente), Glienicke Nordbahn, Hohen Neuendorf, Hennigsdorf
- Havelland: Schönwalde-Glien, Falkensee, Dallgow-Döberitz
- Potsdam (città extracircondariale)
- Potsdam-Mittelmark: Stahnsdorf, Kleinmachnow, Teltow
- Teltow-Fläming: Großbeeren, Blankenfelde-Mahlow
- Dahme-Spreewald: Schönefeld (parzialmente)
[modifica] Note
- ^ (EN) http://www.dailysoft.com/berlinwall/history/facts_01.htm
- ^ (EN) http://www.die-berliner-mauer.de/en/fakten.html
[modifica] Bibliografia
- AA.VV.: Sviluppo locale - 25. Cooperazione locale nella Germania Est, Rosenberg & Sellier, Torino 2006, ISBN 88-7011-986-6.
- Banchelli, Eva: Taste the East: Linguaggi e forme dell'Ostalgie, Sestante Edizioni, Bergamo 2006, ISBN 88-87445-92-3.
- Bernocchi, Piero: Oltre il muro di Berlino. Le ragioni della rivolta in Germania Est, Massari (collana: Controcorrente, Volume: 3), 1990, ISBN 88-85378-09-9.
- Bertini, Fabio - Missiroli, Antonio: La Germania divisa, Giunti Editore, Milano 1994, ISBN 88-09-20351-8.
- Bertsch, Georg C. - Ulrich, Ralf: DDR design (1949-1989). Ediz. italiana, spagnola e portoghese , Taschen, 2004, ISBN 3-8228-3217-0.
- Carrara, Geremia: Immagini di un'immagine. La rappresentazione della Repubblica Democratica tedesca dallo stereotipo all'utopia nel cinema dell'Ostalgie.
- Funder, Anna: C'era una volta la DDR, (ed. or. Stasiland) Feltrinelli (collana Serie bianca), 2005, ISBN 88-07-17107-4.
- Gruber, Lilli - Borella, Paolo: Quei giorni a Berlino. Il crollo del Muro, l'agonia della Germania Est, il sogno della riunificazione: diario di una stagione che ha cambiato l'Europa, RAI-ERI (collana: Antenne, Volume: 3), Roma 1990, ISBN 88-397-0594-5.
- Knopp, Guido: Goodbye DDR. La storia, la politica e la vita nella Germania dell'Est prima della caduta del muro di Berlino, Hobby & Work Publishing, 2006, ISBN 88-7851-345-8.
- Maier, Charles S.: Il crollo. La crisi del comunismo e la fine della Germania est, Il Mulino (collana Biblioteca storica), 1999, ISBN 88-15-07212-8.
- Radice, Francesco: Il muro di Berlino, Sistema Editoriale SE-NO, Roma 2001, ISBN 88-88293-01-9.
- Rava, Enzo: Vita quotidiana drammatica e balorda dietro l'ex muro di Berlino, Manifestolibri, Roma 2004,ISBN 88-7285-356-7.
- Sesta, Ellen: Il tunnel della libertà. 123 metri sotto il Muro di Berlino: la straordinaria avventura di due italiani a Berlino nel 1961, Garzanti Libri, ISBN 88-11-74029-0.
- Zoratto, Bruno: Gestapo rossa. Italiani nelle prigioni della Germania dell'Est, SugarCo (Collana: Testimonianze), Milano 1992, ISBN 88-7198-128-6.
[modifica] Voci correlate
- Berlino
- Berlino Est
- Berlino Ovest
- Berlin Air Safety Center
- Blocco di Berlino
- Consiglio di Controllo Alleato
- Alta Commissione Alleata
- Ponte aereo per Berlino
- Cortina di ferro
- Germania Est
- Germania Ovest
- Peter Fechter - Uno dei primi uccisi durante la fuga.
- Guerra fredda
- Ostalgie
- Stasi
- East Side Gallery
- Muro della vergogna
- Hagen Koch
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali sul Muro di Berlino
- Wikiquote contiene citazioni sul Muro di Berlino
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) (DE) Il Muro sul portale dalla città di Berlino
- (IT) Borders: tracce del passato nella death strip di Berlino Reportage fotografico 2007
- (EN) (DE) Berlin Wall Fotos an More (In German)
- (IT)(EN) (DE) Centro di documentazione sul Muro di Berlino
- Portale Guerra fredda: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di guerra fredda