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Storia dei Castelli Romani - Wikipedia

Storia dei Castelli Romani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Per approfondire, vedi le voci Castelli Romani e Colli Albani.

I Castelli Romani hanno una storia le cui origini si perdono nella notte dei tempi, ancora prima della fondazione di Roma.

Indice

[modifica] I Castelli prima di Roma

[modifica] Enea in Lazio e la fondazione di Alba Longa

Per approfondire, vedi la voce Fondazione di Roma.

Secondo la leggenda, riportata da Virgilio nell'Eneide, Enea, nipote del re troiano Priamo e figlio di Anchise e della dea Venere, fuggendo da Troia distrutta dagli Achei sbarcò, dopo grandi peregrinazioni, nel Lazio. Il luogo dello sbarco di Enea è collocato dagli archeologi tra Pratica di Mare e Torvaianica, dove sono stati rinvenuti reperti archeologici ricollegabili con la città latina di Laurentum, capitale del re Latino. Latino, all'arrivo di Enea, diede in sposa sua figlia Lavinia al troiano forestiero, piantando in asso il pretendente Turno, re di Ardea, che venne sconfitto dopo una guerra da Enea che fondò quindi una nuova città, Lavinio (in onore della consorte). Enea aveva un figlio, Ascanio (detto anche Iulo), che gli successe al trono e decise di fondare una nuova città, Alba Longa. Storici ed archeologici per secoli hanno dibattuto sulla collocazione di questa città, che divenne la capitale della Lega Latina delle 46 città confederate del Latium, ma oggi si tende a pensare che la città sorgesse sul lato settentrionale del Lago Albano, tra Marino e Palazzolo, dirimpetto all'attuale Albano.

Per approfondire, vedi la voce Alba Longa.

[modifica] I Castelli in età storica

Per approfondire, vedi le voci Bovillae e Tusculum.

Storicamente, i primi insediamenti umani ai Castelli risalgono alla medie età del bronzo, e sono stati rinvenuti resti di capanne al Colle della Mola, sotto Rocca Priora, alle pendici del Tuscolo, alla stazione ferroviaria di Marino e a Castel Savello sotto Albano.

Necropoli pre-romane sono state ritrovate invece sotto Rocca Priora, al Tuscolo, intorno a Marino e ai Pascolari di Castel Gandolfo.

Le città principali della Lega Latina, oltre ad Alba Longa, erano Ardea, Aricia, Bovillae, Cabum, Cobrium, Gabii, Labicum, Lavinio, Laurentum, Lanuvio, Praeneste, Velitrae, ed altre.

I santuari confederali erano uno sul Mons Albanus, oggi Monte Cavo, ed era dedicato a Giove Laziale. Ad Aricia sorgeva il santuario di Diana Aricina, e a Nemi quello di Diana Nemorense, attorno al quale si estendeva una fitta boscaglia sacra alla dea dei boschi, oggi solo in parte profanata da villini e segherie.

Tutti i rappresentanti delle città latine si riunivano nel Locus Ferentinus, identificato a Prato della Corte sopra Marino, in prossimità dell'ipotetica area di Alba Longa.

Per approfondire, vedi la voce Caput Aquae Ferentinum.

[modifica] I Castelli in età romana

Al tempo di Tullo Ostilio, attorno al 638 a.C. secondo la tradizione, scoppiò una controversia tra i romani e gli albani per via del fatto che questi ultimi effettuavano ruberie a danno delle terre dei primi. Tullo Ostilio pensò bene di risolvere la questione militarmente, per cui del resto gli deriva il cognomen, e invase i territori degli albani. Per evitare lo spargimento di sangue, si decise di far affrontare i tre fratelli Orazi (per Roma) e tre fratelli Curiazi (per Alba) che avrebbero deciso le sorti dello scontro. Rimase infine vivo solo un Orazio e Alba venne conquistata dai romani.

Storicamente la città di Alba vene rasa al suolo e il suo re squartato vivo, mentre i profughi di Alba furono installati a Roma nell'area della Subura attorno al Quirinale e tutti gli istituti religiosi di Alba (dai Pontifices Albani alle Virgines Albanae) passarono a Bovillae, i cui abitanti si fregiarono del titolo di Albani Longani Bovillenses oltre che di quello di municipium romano.

Nel 509 a.C. Roma, secondo una leggenda cronologicamente poco attendibile, si liberava dall'ultimo, prepotente sovrano monarchico, Tarquinio il Superbo, per proclamare la res publica. Ma in breve il giovane regime democratico si trovò contro sia gli etruschi del lucumone Porsenna, sia i latini ribelli all'egemonia di Roma. I Romani sconfissero i Latini e gli etruschi alleati ad Aricia, nel 504, e poi piegarono definitivamente i Latini con la battaglia del Lago Regillo, combattuta ai piedi dell'attuale Frascati.

Per approfondire, vedi la voce Battaglia del Lago Regillo.

Con Roma il territorio dei Castelli venne attraversato da una serie di strade consolari. La prima fu la Via Latina (oggi Anagnina), in origine diretta al passo del Monte Algido sotto Rocca Priora e poi proseguita verso il compitum Anagninum, ai piedi di Anagni, dove si incontrava con la Via Casilina (che attraversava l'antica Labicum, oggi Colonna) diretta verso Casilinum. Poi venne la Tuscolana, diretta a Tusculum, che oggi si ferma a Frascati. Infine, nel 312 a.C., il console Appio Claudio Cieco fece costruire la Via Appia, che attraversava Bovillae, Aricia e Lanuvium diretta a Terracina e a Capua.

Durante le guerre contro i Volsci, spesso le legioni romane si trovarono a combattere nella valle Latina ai piedi del Tuscolo. Il dittatore Cincinnato liberò dall'assedio dei Volsci un esercito romano asserragliato sull'Algido, mentre anni dopo il traditore Coriolano, nativo forse del borgo di Corioli non meglio identificato su un'altura dell'Agro ai piedi dei Colli Albani, assediò e saccheggiò Bovillae alleata di Roma.

Più Roma espandeva il suo dominio, più i Castelli subivano sempre meno sconvolgimenti militari. L'ultimo esercito nemico che entrò ai Castelli fu quello di Annibale quando, dopo la vittoria di Canne nell'inverno 204 a.C., si accampò nella località ancora oggi conosciuta come Campi d'Annibale, ai piedi di Monte Cavo in comune di Rocca di Papa.

Durante la sua dittatura, Silla ordinò di centuriare la terre tra Bovillae, Tusculum e Gabii in favore dei veterani delle legioni d'Oriente, e fece anche fondare l'accampamento di Castrimoenium grossomodo nell'area dove sorge oggi Marino.

Settimio Severo, nel 193 d.C., fece installare la Legio II Parthica nei Castra Albana, che sorgevano lungo l'Appia dove oggi sorge Albano moderna.

Per approfondire, vedi le voci Castra Albana e Mitreo di Marino.

Importanti personalità ebbero ville o residenze ai castelli: fra questi Marco Tullio Cicerone (sotto Tusculum, nell'attuale comune di Grottaferrata), l'imperatore Domiziano (con una gigantesca tenuta che abbracciava l'intero Lago Albano, anche se il palazzo sorgeva all'interno della Villa Pontificia di Castel Gandolfo), Seneca (sul crinale del Lago Albano), Ottone Vitellio (sopra Monte Gentile, ad Ariccia) e Caio Giulio Cesare (affacciato sul Lago di Nemi), Publio Clodio Pulcro (all'Ercolano sotto Castel Gandolfo) e Pompeo Magno (dentro l'attuale Villa Doria ad Albano), Claudio Mamurra e Quinto Voconio Pollione (nelle campagne di Marino), Lucullo (sull'attuale Frascati). Altri resti di ville spuntano un po' dovunque, ma spicca fra le altre la villa romana sotto Genzano, e quella sul crinale settentrionale del Lago Albano.

[modifica] Medioevo (476-1500)

[modifica] Alto Medioevo (476-1000)

Con la caduta dell'Impero, i fondi privati divenuti lentamente tutti di proprietà imperiale vennero concessi alla Chiesa Romana, che divenne così la principale proprietaria fondiera dei Castelli e dell'Agro Romano.

Nel frattempo, nascevano le diocesi suburbicarie: ai Castelli, si ha menzione delle diocesi di Frascati (anche se prima come diocesi di Labicum, poi di Tusculum, infine di Frascati) e di Velletri già dal 313 d.C., mentre sulla diocesi di Albano inizieranno ad emergere fonti dall'inizio del V secolo.

Per approfondire, vedi le voci Sede suburbicaria di Frascati e Sede suburbicaria di Albano.

Il Cristianesimo è penetrato ai Castelli fin dai primi tempi, poiché secondo la leggenda l'incontro tra San Pietro e Simon Mago avvenne ad Ariccia, mentre alcuni studiosi sostengono che Tusculum sia stata evangelizzata dai Santi Pietro e Paolo. Catacombe e luoghi di culto paleocristiani sono in molti luoghi: sotto Grottaferrata, ci sono le catacombe di Ad Decimum; sull'Appia a Frattocchie nel XVIII secolo venne individuata una catacomba, oggi distrutta; ad Albano, sotto Santa Maria della Stella, sorgono le catacombe di San Senatore.

A partire dal X secolo, iniziò a crescere la potenza della famiglia dei Conti di Tuscolo, che avevano come caposaldo proprio l'antiuca rocca di Tusculum. I numerosi Papi della famiglia iniziarono a concedere ai loro congiunti generosi appezzamenti di terreni, che estesero a dismisura la potenza di questa famiglia nei Castelli.

Per approfondire, vedi la voce Conti di Tuscolo.

[modifica] Basso Medioevo (1000-1500)

[modifica] L'XI secolo

La chiesa abbaziale dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.
La chiesa abbaziale dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.

Nel 1004 San Nilo da Rossano (910 ca-1004) raggiunse il Lazio dopo il suo lungo perengrinare nel Sud Italia, e si sistemò con i suoi seguaci presso il romitorio di Sant'Agnese alle pendici del Tuscolo. Gregorio I dei Conti di Tuscolo, all'epoca signore di Tuscolo, donò allora al venerabile religioso basiliano un terreno occupato dai resti di una villa romana in prossimità della via Anagnina: quel terreno prese nome di Cryptaferrata. Nacque così l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata: il fondatore San Nilo da Rossano morì poco dopo essersi insediato nel nuovo cenobio, al tramonto del 26 settembre 1004.[1] La chiesa abbaziale di Santa Maria il 17 dicembre 1024 fu consacrata da papa Giovanni XIX, figlio di Gregorio I dei Conti di Tuscolo.[2]

[modifica] Il XII secolo

Nel 1116 l' egumeno di Grottaferrata Nicola II, ovvero l'abate di rito greco, fece stilare una lista dei possediementi dell'Abbazia, fra i quali risultano numerosi beni nel territorio tuscolano, e nel resto dei Colli Albani da Tivoli fino ad Albano e a Velletri: è proprio in territorio velletrano, in località Colle del Peschio, che venne costruita una succursale dell'Abbazia criptense.[3] Papa Callisto II (1122-1124) proclamò l'Abbazia di San Nilo direttamente soggetta all'autorità del Papa, sottraendola alla potestà di ogni vescovo o signore laico.

Il 23 febbraio 1140 i monaci di Grottaferrata protestarono ufficialmente presso la Santa Sede per l'ingerenza negli affari monastici di Tolomeo III dei Conti di Tuscolo; il 5 febbraio 1150 papa Eugenio III da Tusculum coglieva l'occasione per riconfermare l'autonomia totale dei monaci criptensi da ogni potere all'infuori di quello pontificio.[4]

[modifica] Il XIII secolo

Nel 1347 il tribuno Cola di Rienzo cercherà di assediare Marino, feudo degli Orsini, nell'ambito della guerra contro i Baroni Romani.

[modifica] Il XIV secolo

Nel 1378 si apre lo Scisma d'Occidente, e le milizie avversarie dei due Papi Urbano VI e Clemente VII si affrrontano in una battaglia decisiva a Marino.

Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Marino.

[modifica] Il XV secolo

Nel 1417 lo Scisma viene ricomposto dal Concilio di Basilea e viene eletto Papa Martino V, della famiglia Colonna. Sotto questo Papa i Colonna potranno facilmente espandere i loro domini, che verranno ripartiti dal Papa stesso tra i tre fratelli Antonio, Odoardo e Prospero nel 1423 con la bolla Etsi prudens. Feudi colonnesi ai Castelli sono: Frascati, Marino, Rocca di Papa, Genzano, Lanuvio, Nemi, Monte Porzio, Monte Compatri e ovviamente Colonna.

Nel 1436 sale al Soglio Eugenio IV, che inizia a guerreggiare contro i Colonna e i loro alleati Savelli e invia contro queste famiglie il cardinal Vitelleschi, per cui ordine vengono distrutti Castel Savello ed Albano e Palestrina, più a nord.

[modifica] Età moderna (1500-1798)

[modifica] Il XVI secolo

Nel 1501 Papa Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia) con una bolla concede ai nipotini (di 2 e 4 anni!) Rodrigo e Giovanni un numero enorme di feudi espropriati ai principali rivali dei Borgia in tutto il Lazio, dal cardinale d'Estouteville ai Colonna ai Savelli: ai castelli andranno ai Borgia Frascati, Marino, Rocca di Papa, Castel Gandolfo, Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Velletri, Rocca Priora, Monte Porzio e Monte Compatri. Questa ripartizione durerà fino al 1503, quando con l'elezione di Giulio II Della Rovere ogni feudo tornerà al legittimo feudatario.

[modifica] Il XVII secolo

[modifica] Il XVIII secolo

[modifica] La Repubblica Romana (1798-1799)

Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione Francese nei Castelli Romani e a Velletri.

Il 10 febbraio 1798 il generale francese Louis Alexandre Berthier entrò a Roma sfruttando come pretesto l'uccisione in un tumulto popolare del generale francese Leonard Duphot, in servizio presso l'ambasciata di Francia nello Stato Pontificio. Si dice che in concomitanza dell'invasione francese, alcune immagini della Madonna (Madre di Dio)|Madonna abbiano pianto: una di queste, la Madonna di Giani, è ancora oggi esposta a Marino. Il cardinale vescovo di Velletri Giuseppe Albani abbandonò Roma insieme ad altri prelati, riparando a Velletri. Nel frattempo, il 15 febbraio nel Foro Romano venne proclamata la Repubblica Romana, presente come patriota anche il principe Francesco Sforza-Cesarini, signore di Genzano e Lanuvio.

Appena giunse ai Castelli la notizia che a Roma era stata proclamata la Repubblica e che il Papa si apprestava a fuggire a Siena, la minoranza filo-francese prese il sopravvento: già il 12 febbraio 1798 Frascati aveva proclamato una repubblica[5], e il 18 febbraio Albano e Velletri si auto-proclamarono "repubbliche sorelle" della Repubblica Romana, abbattendo i simboli pontifici e innalzando nelle piazze principali gli alberi della libertà.[6] Marino si proclamò "repubblica sorella" solo ai primi di marzo 1798.[7]

Viste le difficoltà incontrate dai nuovi regimi repubblicani, specialmente nelle località ex-dominio della Camera Apostolica come Albano, Castel Gandolfo, Frascati e Velletri, il popolo ben presto insorse contro il nuovo regime: il 25 febbraio 1798 così insieme agli abitanti di Trastevere insorsero contro i francesi anche gli abitanti di Castel Gandolfo, Albano e Velletri. Rimasero invece fedeli ai francesi Marino e Frascati. Genzano e Lanuvio furono mantenute fedeli alla causa repubblicana dalla presenza del principe Francesco Sforza-Cesarini, di idee repubblicane, anche se alcuni cittadini di Nemi e Lanuvio si unirono singolarmente ai rivoltosi. Ad Ariccia infine, il tumulto popolare contro la Repubblica fu placato dall'intervento del clero, che temeva una rappresaglia francese.

Il primo scontro tra francesi e reazionari avvenne lungo la via Appia, tra le Frattocchie e Castel Gandolfo, la notte del 28 febbraio 1798: i francesi erano comandati dal generale Gioacchino Murat e spalleggiati da un reparto di marinesi guidato dal frascatano Bartolomeo Bona[8]; i reazionari ascendevano a qualche migliaio, ed erano dotati di alcune armi da fuoco. La vittoria arrise ai francesi, che occuparono Castel Gandolfo, saccheggiando e devastando il Palazzo Pontificio; in seguito occuparono e saccheggiarono Albano, e Gioacchino Murat si installò con il suo quartier generale a Villa Doria-Pamphilj. I velletrani furono perdonati per la ribellione purché ricostituissero un governo repubblicano.

Il 29 novembre 1798 l'esercito napoletano di re Ferdinando IV di Borbone entrò a Roma, già abbandonata dai francesi, segnando la prima fine della Repubblica Romana e delle sue "sorelle". In seguito, il 7 dicembre i francesi rientrarono a Roma, facendo riprendere la breve parentesi della Repubblica Romana fino al 30 settembre 1799, data dell'ingresso a Roma del cardinal Pietro Ruffo, alla testa dell'armata napoletana, composta in buona parte da contadini coscritti ed ex-briganti: i reparti più irrequieti, come quello di Frà Diavolo, furono fatti accampare ai Castelli, per cui Frascati, Marino ed Albano subirono saccheggio.

[modifica] L'età napoleonica (1800-1816)

L'Infiorata di Genzano 1817 in un'incisione del viaggiatore francese Antoine Jean-Baptiste Thomas.
L'Infiorata di Genzano 1817 in un'incisione del viaggiatore francese Antoine Jean-Baptiste Thomas.

Il 17 maggio 1805 il Lazio fu accorpato all'Impero di Francia per volere di Napoleone Bonaparte; perciò i Castelli diventarono per undici anni un angolo di Francia. Frascati, Marino, Albano, Genzano e Velletri furono create capoluogo di Cantone del Dipartimento di Roma. Il feudalesimo fu abrogato, e così anche vennero soppressi gli ordini religiosi e i loro beni divennero del demanio: fece eccezione solamente l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, ai cui monaci fu concesso di rimanere nel monastero come privati cittadini vista l'antichità dell'istituzione; il territorio dell'ex-Commenda di Grottaferrata venne accorpato alla Municipalità di Marino.

Nel 1808 venne consacrata la Collegiata della Santissima Trinità a Genzano, grande luogo di culto in stile neoclassico edificato su progetto di Giovanni Camporesi.

[modifica] Il XIX secolo

[modifica] La Restaurazione dello Stato Pontificio (1816-1870)

Il ponte d'Ariccia in una veduta da Vallericcia.
Il ponte d'Ariccia in una veduta da Vallericcia.
Esempio di mappa del Catasto Gregoriano dello Stato Pontificio: la mappa di Marino al 1816.
Esempio di mappa del Catasto Gregoriano dello Stato Pontificio: la mappa di Marino al 1816.
La funicolare Valle Oscura-Rocca di Papa delle Tramvie dei Castelli Romani.
La funicolare Valle Oscura-Rocca di Papa delle Tramvie dei Castelli Romani.

Con il motu proprio Per ammirabile disposizione di papa Pio VII del 6 luglio 1816, emanato appena l'intero territorio dello Stato Pontificio tornò sotto la piena giurisdizione del Papa, venne istituita la Comarca di Roma, forma speciale di Delegazione Apostolica, che includeva il territorio dei Castelli Romani suddiviso nei Governi di Frascati, Albano e Velletri. Con lo stesso motu proprio papa Pio VII incoraggiò l'eversione del feudalesimo, perciò la maggior parte dei feudi fu abbandonata dai feudatari al governo delle Comunità locali, da Marino ad Ariccia a Genzano, e rimasero luoghi baronali ai Castelli solamente Colonna e Nemi, evertiti nel 1870.

Papa Gregorio XVI il 1° febbraio 1832 con motu proprio Luminose prove istituì la Delegazione di Velletri, una nuova Delegazione Apostolica scorporata in parte dalla Comarca di Roma in parte dalla Delegazione di Frosinone. Velletri divenne così, oltre che capoluogo di Governo quale già era, anche sede di Delegazione e dunque ospitò un tribunale di prima istanza. Inoltre, nell'ambito della riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato Pontificio, papa Gregorio XVI istituì i Governi di Marino e Genzano, elevando entrambe le località a Città rispettivamente nel 1835 e nel 1828.

Ancora a papa Gregorio XVI si deve la realizzazione di importanti infrastrutture viarie nell'area dei Castelli: dall'apertura della via Gregoriana a Frascati, arteria che congiunge la via Tuscolana e la via Maremmana, alla costruzione del ponte Gregoriano della via Maremmana a Marino, fino alla realizzazione dei viadotti della via Appia tra Ariccia e Genzano e alla progettazione del ponte di Ariccia.

Il ponte di Ariccia, alto 62 metri, venne inaugurato nel 1854 da papa Pio IX e fu una maniera per aggirare gli antichi tracciatoi della via Appia, che erano accidentati e più lunghi. Papa Pio IX tuttavia fu anche il primo Papa, nonché l'ultimo, ad autorizzare la costruzione di linee ferroviarie nello Stato Pontificio: nel 1856 infatti venne inaugurata la ferrovia Roma-Frascati, prima linea ferroviaria dello Stato Pontificio ed una delle prime d'Italia; alla realizzazione di essa seguì l'inaugurazione, nel 1863, della ferrovia Roma-Velletri, terza ferrovia dello Stato Pontificio, che originariamente arrivava a Napoli via Valmontone e Cassino. Nell'anno 1856 la rete telegrafica raggiunse Velletri.

Il 3 giugno 1848 papa Pio IX concesse a Grottaferrata, che dal 1816 era stata un appodiato, ovvero una frazione, della Comunità di Frascati, la sospirata autonomia amminsitrativa: Grottaferrata aveva allora 695 abitanti, che diventeranno 1300 nel 1875. È il primo comune dei Castelli ad ottenere l'indipendenza da un'altro comune.

Nel 1849, durante le vicende della Repubblica Romana, anche il territorio dei Castelli venne attraversato dalle vicende alterne della guerra. Il 24 novembre 1848 papa Pio IX, fuggendo da Roma, fece sosta ad Ariccia dove salì sulla carrozza dell'ambasciatore di Baviera conte Spaur, diretto a Gaeta; in seguito all'invasione straniera dello Stato ribelle, l'esercito napoletano di Ferdinando II di Borbone occupò Velletri, quindi Genzano ed Albano: ma dovette ripiegare su Velletri dove una colonna guidata da Giuseppe Garibaldi attaccò la celebre battaglia di Velletri, conclusasi con la ritirata di entrambe le parti.

[modifica] Il Regno d'Italia (1870-1899)

Nel settembre 1870 l'esercito italiano entrò a Roma dopo la presa di Porta Pia, ed anche i Castelli Romani furono attraversati nei giorni precedenti e successivi al 20 settembre da colonne di militari provenienti da Roma e da Frosinone. I Castelli entrarono così a far parte del Regno d'Italia.

Nel 1880 il Comune di Marino, per ovviare ai lunghi tempi di progettazione della ferrovia dei Castelli, rimasta peraltro ancor oggi una fantasia, decise autonomamente di realizzare una linea ferroviaria, in realtà una tramvia a vapore, tra l'allora frazione di Ciampino, già collegata a Roma per via ferrata, e il centro storico di Marino. Questa linea, chiamata ferrovia Portonaccio-Marino, fu nel 1881 ripresa per realizzare la ferrovia Roma-Albano, completata nel 1889, che in origine conduceva a Nettuno via Cecchina.

[modifica] Il XIX secolo

[modifica] I Castelli nel XX secolo

Nel 1899, dopo che la società francese Thomson-Houston aveva presentato al Ministero dei Lavori Pubblici un progetto per la costruzione di una rete tramviaria dei Castelli Romani, nacque la Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma (STFER), la quale nel 1901 acquisì i diritti per la costruzione di una serie di linee tramviarie nei Castelli Romani, che poi costituì il complesso della Tramvie dei Castelli Romani: la Roma-Grottaferrata, l'intercastellare Frascati-Grottaferrata-Marino-Castel Gandolfo-Albano-Ariccia-Genzano, e la diramazione Squarciarelli-Valle Oscura per servire l'erigenda funicolare di Rocca di Papa.

Il 19 febbraio 1906 venne inaugurata la linea Roma-Grottaferrata-Frascati, nell'aprile 1906 invece entrò in servizio la Grottaferrata-Marino-Castel Gandolfo-Albano-Ariccia-Genzano ed infine nell'ottobre 1906 venne completata la funicolare Valle Oscura-Rocca di Papa con il collegamento tramviario a Squarciarelli.

In seguito, il 4 marzo 1912 venne aperta la tramvia Roma-Albano parallela alla via Appia, tramvia prolungata il 12 settembre 1913 attraverso Ariccia e Genzano fino a Velletri. L'8 luglio 1916 poi venne inaugurato il collegamento tramviario Genzano-Lanuvio. A questo punto la rete tramviaria dei Castelli è alla sua massima espansione: infatti le proposte della STFER di creare i collegamenti Genzano-Nemi e Frascati-Monte Porzio-Monte Compatri non vennero più messe in pratica.

Nel 1932 intanto la funicolare per Rocca di Papa viene potenziata e spostata da Valle Oscura a Valle Vergine.

Dopo la sospensione del servizio di trasporto a causa della seconda guerra mondiale nel 1944 non venne più riaperta la linea Genzano-Lanuvio: da questa data inizia il declino della rete tramviaria dei Castelli. Infatti il 4 agosto 1954 vengono chiuse le linee Genzano-Velletri, Grottaferrata-Frascati e Marino-Albano; il 15 settembre 1963 chiudono la tratta extra-urbana Cinecittà-Grottaferrata-Valle Vergine e la funicolare per Rocca di Papa; infine, il 3 gennaio 1965, chiude la Roma-Genzano.

Nel frattempo, dopo la prima guerra mondiale, a seguito del decreto Vivacchi nel 1919 la Lega Contadina dei Castelli Romani inizia a promuovere agitazioni per la distribuzione delle terre ai contadini e ai veterani. Disordini si verificheranno soprattutto nell'area della campagne tra Ciampino, Frattocchie, Cecchina, Genzano e Velletri.

[modifica] Il XXI secolo

[modifica] Problematiche ambientaliste

Nel gennaio 2008 hanno iniziato a rincorrersi notizie, via via sempre più insistenti e accreditate, che ad Albano Laziale, in prossimità della discarica sita in località Roncigliano della frazione di Cecchina, sarebbe stato realizzato un inceneritore per smaltire i rifiuti, in vista dell'imminente chiusura della discarica di Roncigliano e di quella di Malagrotta a Roma. Si è costituito immediatamente un Comitato "No Inceneritore", ispirato al Comitato "No Turbogas" della non lontana Aprilia, che ha preso decisamente in mano le proteste dei residenti nella zona. La Regione Lazio ha in seguito precisato che potrebbe essere realizzata nel sito una centrale elettrica della potenza di 40 mwe alimentata da gassificatore di gas di scarico proveniente dal combustibile derivato da rifiuti: il WWF ha subito presentato i propri dubbi.[9] Attualmente, pare che il Comune di Roma si sia offerto per ospitare il famigerato gassificatore.[10]

Un'altra vertenza ambientalista aperta ai Castelli Romani è quella dell'impatto dell'inquinamento prodotto dall'Aereoporto di Roma - Ciampino sulla popolazione di Ciampino e delle frazioni Santa Maria delle Mole e Cava dei Selci diMarino: anche qui si è costituito un Comitato "No Fly" che contrasta anche legalmente la compagnia aerea low-cost Ryanair, che ha il suo scalo principale a Roma appunto al "Pastine".

Le problematiche ambientali tuttavia preoccupano molto i castellani in questo scorcio d'inizio millennio: a Pavona, frazione divisa tra i comuni di Castel Gandolfo, Roma e Albano Laziale, la popolazione ha costituito il Comitato "Sottoterra il treno non i cittadini" che propone l'interramento dei binari della ferrovia Roma-Velletri anziché la realizzazione di sottopassi pedonali alla ferrovia; ad Ariccia, la popolazione ha costituito il Comitato "Salviamo parco Chigi" che si propone di combattere la proposta dell'Amministrazione di realizzare una tangenziale della Strada Statale 7 Via Appia lungo il perimetro del Parco Chigi, permettendo la pedonalizzazione del Ponte di Ariccia e di piazza di Corte. Sul Tuscolo in territorio di Grottaferrata numerosi cittadini si stanno opponendo alla realizzazione di una grossa colata di cemento in pieno Parco Regionale dei Castelli Romani.

[modifica] Note

  1. ^ Luigi Devoti, L'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata - Dalla fondazione alla fine del Medioevo, p. 14, Frascati 1995, Edizioni "Tra 8&9".
  2. ^ Luigi Devoti, L'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata - Dalla fondazione alla fine del Medioevo, p. 15, Frascati 1995, Edizioni "Tra 8&9".
  3. ^ Luigi Devoti, L'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata - Dalla fondazione alla fine del Medioevo, p. 51, Frascati 1995, Edizioni "Tra 8&9".
  4. ^ Luigi Devoti, L'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata - Dalla fondazione alla fine del Medioevo, p. 52, Frascati 1995, Edizioni "Tra 8&9".
  5. ^ Luigi Devoti, Frescati-Frascata-Frascati, vol. I p. 47.
  6. ^ Giuseppe Del Pinto, Albano nel 1798, pp. 3-4
  7. ^ Antonia Lucarelli, La municipalità repubblicana a Marino nel 1798, in Memorie marinesi.
  8. ^ Giuseppe Del Pinto, Albano nel 1798, p. 12.
  9. ^ WWF sul gassificatore di Albano-Cecchina
  10. ^ Cinque Giorni, 30 maggio 2008.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate


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