Cinecittà
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Cinecittà è un complesso di teatri e studi che si trova nella periferia orientale di Roma, e che costituisce il vertice dell'industria cinematografica nazionale: vi si girano numerosi film e vi si svolgono show televisivi. Esso viene utilizzato anche da registi stranieri.
I teatri di posa, la post produzione audio e video sono gestiti dalla società Cinecittà Studios SpA. La società presieduta da Luigi Abete è a maggioranza privata dal 1997.
Il Capitale di Cinecittà Holding, che si occupa della promozione del cinema italiano all'estero, è detenuto al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Indice |
[modifica] La nascita
La storia di Cinecittà comincia durante il fascismo.
Dopo una serie di pregevoli lungometraggi che nei primi due decenni del novecento avevano fatto conoscere la cinematografia italiana nel mondo (primo fra tutti Cabiria di Giovanni Pastrone restato in cartellone a New York per ben dieci mesi), negli anni venti l'industria cinematografica italiana entra in crisi venendo messa in ombra sia dalla cinematografia americana che da quella tedesca contemporanea (Lang, Pabst, Murnau ecc.). Nel 1931 il regime, dove una parte degli intellettuali sosteneva fortemente l'importanza del cinema come strumento di propaganda, varò una legge tendente a penalizzare le importazioni e a stimolare la produzione nazionale e nel 1934 Luigi Freddi, già futurista e fascista della prima ora, amico di Galeazzo Ciano e perciò ben introdotto presso Mussolini, venne incaricato di costituire una Direzione generale della cinematografia, finalizzata al controllo ideologico, ma anche alla promozione del mezzo. Freddi fece un buon lavoro, promuovendo il cinema nazionale, supportando la ricerca di capitali - insomma creò un ambiente che supportò le grandi produzioni di quegli anni, tra cui Scipione l'Africano di Carmine Gallone e Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini. Nel 1939 la produzione cinematografica nazionale venne supportata con una nuova legge (la cosiddetta "Legge Alfieri"), che concedeva robusti finanziamenti alle produzioni nazionali mentre costringeva la distribuzione all'autarchia.
Fra le iniziative della Direzione della cinematografia ci fu la costituzione dell'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC), nel cui ambito nacque Cinecittà, i cui studi, insieme agli studi cinematografici Pisorno di Tirrenia, dovevano rappresentare l'industria propagandistica e cinematografica del paese.
Nella notte del 26 settembre 1935 erano andati distrutti in un misterioso incendio gli studi della casa di produzione Cines di via Veio a Roma, nel quartiere di San Giovanni. L'occasione era perfetta: fu individuata lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa 500.000 metri quadrati per la realizzazione della nuova città del cinema. La zona, una volta latifondo proprietà dell'aristocrazia romana, era nota come Località Cecafumo, in quanto adibita allo smaltimento per combustione dei rifiuti della Capitale. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, avvenne l'inaugurazione dei nuovi stabilimenti del Quadraro.
I progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati dall'architetto Gino Peressuti; oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nel 1937 vi furono prodotti 19 film fra i quali Il feroce saladino di Mario Bonnard, ispirato all'omonimo e famosissimo concorso di figurine bandito dalla Perugina.
Nel 1940 furono 48 i film ivi girati; nel 1942 i film furono 59. Nel 1943 la produzione di pellicole crollò a 25, e nello stesso anno i circa milleduecento dipendenti di Cinecittà furono licenziati. Dal settembre del '43 il cinema fascista si trasferisce a Venezia nei padiglioni della Biennale presso i giardini di Castello e in alcuni studi di posa alla Giudecca (Cinevillaggio).
Negli ultimi due anni di guerra, gli stabilimenti di Cinecittà vennero prima occupati dai nazisti, che li utilizzarono come luogo di concentramento di civili rastrellati nei dintorni di Roma, poi, dopo la liberazione della città, come ricovero di sfollati.
[modifica] Hollywood sul Tevere
Dopo la guerra l'attività di produzione riprese con una certa lentezza e solo nel 1947, tre anni dopo la liberazione di Roma, venne girato nei suoi studi il primo film del dopoguerra: Cuore di Duilio Coletti. Negli anni '50 avvenne l'esplosione di Cinecittà, con le produzioni americane: è del 1951 il Quo vadis? di Mervyn LeRoy, del 1959 il Ben Hur di William Wyler, tutti film del genere peplum e soprannominati "sandaloni" dalla manovalanza locale. Tale boom ebbe origine dalla competitività economica degli studi romani, chiamati in seguito anche "la Hollywood sul Tevere", complice anche una apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco.
Il successo delle produzioni americane introdusse nella società romana degli anni '50, ancora assai provinciale e paludata, mediamente sonnolenta e discretamente ipocrita, fenomeni di sociologia e mondanità "moderne" quali il divismo, i parties, i fotografi invadenti (che a Roma si chiamarono "paparazzi"), i night club etc.: La dolce vita è il film simbolo di questa evoluzione.
Cinecittà divenne in quegli anni un mito, sognato Eldorado delle belle ragazze italiane che gareggiavano all'epoca per miss Italia, ed essa stessa una sorta di personaggio: basti ricordare Bellissima, di Luchino Visconti, e Roma, di Fellini.
L'industria cinematografica ebbe in quegli anni una discreta rilevanza economica per la città (che era ancora abbastanza piccola, non superando di molto il milione di abitanti), generando un ampio indotto legato sia alle produzioni che alla commercializzazione dei film, fatto di comparse, artigiani, operai, tecnici, impiegati, "generici" - ma anche di impresari, imprenditori e produttori avventurosi, palazzinari golosi di mondanità, artisti a caccia di occasioni, tutto quello che si chiamò, per anni, il "generone" romano.
Dalla fine degli anni '60, con la crescita della televisione, la fine delle produzioni kolossal di carattere storico e la parallela crisi dell'industria cinematografica italiana, Cinecittà perse lentamente, per più di una ventina d'anni, il primato tecnico e produttivo che l'aveva resa mitica.
Nel 1978 l'Istituto Luce a Piazza Cinecittà viene ceduto al Comune di Roma e viene adibito a sede amministrativa della X Circoscrizione, oggi detta X Municipio.
Nel marzo del 1986 si ha l'inaugurazione del primo centro commerciale della Capitale e dell'annesso centro direzionale, costruendo sul terreno del noto campo calcistico Bettini, bellissimo spazio verde di pini e larici annesso agli studi, cui gli abitanti del quartiere erano affezionati.
Un anno dopo, a ridosso del Centro Sperimentale di Cinematografia, dei capannoni adibiti a magazzino sono devastati da un incendio, per il quale i Vigili del Fuoco lavorano più di 24 ore. Vanno in fumo un numero imprecisato di costumi e di materiale di scena, un patrimonio storico ed artistico insostituibile perduto per sempre.
La privatizzazione degli stabili, gestiti da Cinecittà Studios SpA, e l'apertura di un settore interamente dedicato alle lavorazioni in digitale hanno reso gli studi particolarmente competitivi:negli ultimi anni i teatri di Cinecittà hanno ospitato i set di alcune grosse produzioni americane come Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson e La passione di Cristo di Mel Gibson.
[modifica] Il quartiere
Nel secondo Dopoguerra, l'espansione urbanistica caratterizzò un vero boom edilizio locale. Con l'avvento degli stabilimenti si progettava da allora un quartiere abitativo caratterizzato dalla basilica di San Giovanni Bosco, una rivisitazione stile Littorio o "Novecento" di San Pietro in Vaticano, con annessi l'enorme oratorio e l'omonima piazza, tutti realizzati nel 1957.
Avvalendosi dell'asse tramviario che collegava la Stazione Termini con Frascati (limitato poi a Piazza Cinecittà, davanti ai laboratori dell'Istituto Luce), l'avanzata edilizia degli anni Cinquanta e Sessanta si spinse oltre il popolare quartiere Quadraro, edificando una mostruosa distesa di casamenti di sette - otto piani.
Sfruttando parossisticamente lo spazio edificabile, molte zone sono sprovviste di spazi verdi, di parcheggi ed autorimesse condominiali. Viceversa sono percorse da ridotte sedi stradali a senso unico. Il quartiere risente oramai da tempo di seri problemi di viabilità e di sosta. Nota la via parallela alla Tuscolana, via Flavio Stilicone, come la strada a più alta densità popolativa d'Europa. Il quartiere di Cinecittà conta circa 400.000 abitanti.
L'inaugurazione della Linea "A" della Metropolitana, il 16 febbraio 1980, ha permesso il collegamento veloce con il centro della Capitale ed al contempo ha favorito lo sviluppo del tratto della Tuscolana come via commerciale, principalmente nel settore dell'abbigliamento e calzature.
I lavori per la realizzazione della linea sotterranea si svolsero non senza problemi e polemiche, per i tempi irragionevolmente lunghi (circa vent'anni) ed il disagio apportato dalla permanenza di cantieri.
L'apertura del servizio ha determinato lo sviluppo urbano nei dintorni degli studi, fino al Grande Raccordo Anulare e la Via Casilina, dapprima zona agricola incolta adibita al pascolo e la transumanza, erigendo il quartiere di Cinecittà Est, costruito con miglior criterio rispetto al centro abitativo principale.
Il quartiere, oltre ad ospitare il complesso degli stabilimenti cinematografici, è sede di molte aziende pubbliche e private e di uno dei primi grandi centri commerciali della capitale: "Cinecittà Due". Una delle più grandi aziende del mondo ha il proprio quartier generale in questa zona: American Express (Sede e Direzione Generale per l'Italia), il grande palazzo della società è ben visibile da Via Tuscolana (adiacente agli studi cinematografici, direzione Grande Raccordo Anulare), grazie alla sua struttura in vetro.
Il quartiere Cinecittà ha dato i natali al cantante Eros Ramazzotti.
[modifica] Eventi ospitati
Nel 1991, ha ospitato l'Eurofestival a causa dello spostamento di sede da Sanremo a Roma. Nel 2007, è stata sede delle celebrazioni per i 70 anni di Cinecittà, evento che ha avuto il suo momento clou nella Cena di Gala organizzata davanti a tutto il cinema italiano, all'interno di una struttura trasparente posta al centro del set "Rome".
[modifica] Collegamenti
È raggiungibile dalla stazione Cinecittà. |
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito di Cinecittà Holding
- Filmografia essenziale delle produzioni realizzate negli studi di Cinecittà
- Cinecittà Studios
- La rinascita del cinema italiano. Il cinema dei telefoni bianchi sul sito di RAI International
- Portale Roma: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Roma