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Osio Sotto - Wikipedia

Osio Sotto

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Osio Sotto
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Osio Sotto]]
Osio Sotto - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lombardia
Provincia: stemma Bergamo
Coordinate: 45°37′0″N 9°36′0″E / 45.61667, 9.6
Altitudine: 182 m s.l.m.
Superficie: 7 km²
Abitanti:
10.627
Densità: 1518 ab./km²
Frazioni: Zingonia 
Comuni contigui: Boltiere, Brembate, Filago, Levate, Osio Sopra, Verdellino
CAP: 24046
Pref. tel: 035
Codice ISTAT: 016153
Codice catasto: G160 
Nome abitanti: osiensi 
Santo patrono: San Zenone 
Giorno festivo: 7 agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia
P.za Giovanni XXIII
P.za Giovanni XXIII

Osio Sotto (Bergamasco: Ös sóta) è un comune di 10.627 abitanti della provincia di Bergamo. Situato nella pianura centrale bergamasca, dista circa 11 chilometri dal capoluogo orobico.


Indice

[modifica] Cenni storici

La storia del paese è strettamente legata con quella di Osio Sopra, con il quale ha condiviso gran parte delle proprie vicende storiche.

I primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando sul territorio era presente un’importante via di comunicazione che partiva dalla città di Milano e, passando dal ‘’Ponte corvo’’ in località di Marne, giungeva fino a Bergamo. Nel capoluogo l’ultimo tratto di questa strada era chiamato appunto via Osio, fatto che ribadiva l’importanza del borgo osiense.

In quei tempi ad Osio si verificò un’importante opera di centuriazione, con la quale si ebbe un primo sviluppo urbanistico del pagus, in cui ricoprì grande importanza la famiglia patrizia della gens Otia (o gens Oxia), da cui poi ebbe origine il toponimo.

Con il termine dell’impero romano il territorio cominciò a spopolarsi in seguito alle invasioni barbariche, che lo resero insicuro e pericoloso. Soltanto l’arrivo dei Longobardi acquietò la situazione, che conobbe un ulteriore sviluppo con il successivo avvento dei Franchi. Questi ultimi crearono i presupposti per la formazione del Sacro Romano Impero, istituzione che diede il via al feudalesimo.

Ed è in questo periodo storico che appaiono i primi documenti scritti che attestano l’esistenza di Osio, menzionato in atti del X secolo.

Inizialmente affidato in gestione alla diocesi di Bergamo, il territorio fu presto al centro delle mire espansionistiche delle famiglie più in vista, tanto da rendere obbligatoria la costruzione di un castello a scopi difensivi, in cui la popolazione poteva rifugiarsi in caso di attacco.

Nel mezzo di queste lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, Osio subì una serie di incursioni, dovute alla sempre maggiore importanza che il centro andava assumendo, anche per via delle attività estrattive di salnitro (o nitrato di potassio), che veniva utilizzato nella produzione della polvere da sparo in quell'epoca. Sono documentati scontri tra le opposte fazioni nel 1299, anche se il massimo livello di recrudescenza del fenomeno si ebbe negli anni compresi tra il 1405 ed il 1407.

La situazione si tranquillizzò quando, nel 1427, Osio entrò a fare parte della Repubblica di Venezia. Questa emanò una serie di decreti volti a migliorare le condizioni sociali ed economiche dei propri domini, permettendo un rapido sviluppo economico trainato dall’agricoltura e dall’allevamento. I secoli successivi non videro più accadere episodi di rilievo ad Osio, che seguì le sorti politiche del resto della provincia, inserita nella Repubblica Cisalpina nel 1797, trasferita nel 1815 nel Regno Lombardo-Veneto ed infine definitivamente unita al Regno d'Italia nel 1859.

Nel primo decennio del XX secolo in località Rasica, situata sul confine con Osio Sopra, si sviluppò un piccolo aeroporto che tuttavia ebbe vita breve, dal momento che qualche anno più tardi venne sostituito da quello sito ad Orio al Serio e tutt’ora operante.

Soltanto a partire dalla seconda metà del XX secolo il territorio fu interessato da un progressivo abbandono delle attività rurali, sostituite da un notevole incremento industriale.

[modifica] Luoghi d'interesse

San Zenone
San Zenone

In ambito religioso il principale edificio è la chiesa parrocchiale di San Zenone. Edificata nel corso del XII secolo e riedificata a metà del XVIII secolo in stile barocco, presenta un’imponente facciata progettata da Antonio Maria Pirovano ed un campanile in cotto a vista. All’interno presenta numerose opere, tra le quali spiccano le statue marmoree, i dipinti di Federico Ferrari, di Giovanni Raggi e di Gioacchino Manzoni, nonché un organo di produzione Serassi.

A fianco si trova la piccola chiesa dell’Addolorata, risalente al XIX secolo ed edificata in luogo dell’area della parrocchiale un tempo adibita a sepolture.

Molto interessante è anche la chiesa di San Donato, risalente ad un periodo compreso tra il XIV ed il XV secolo. Tuttavia il momento di maggior importanza per questo edificio fu nel XVII secolo quando, nel mezzo dell’ondata di peste di manzoniana memoria, gli abitanti si affidarono a San Donato ricevendo la liberazione dal morbo. Soltanto nel corso del XX secolo il santuario fu ampliato, assumendo le forme attuali.

Merita menzione anche la chiesa di San Giorgio che, collocata in un’area posta al confine con Levate ed immersa tra i campi, pare risalire al XIV secolo.

Nel quartiere Giardino, il più popoloso della cittadina con oltre duemila abitanti, si trovano sia la chiesetta di San Carlo Borromeo che l'adiacente palazzo Olmo.


Infine è opportuno ricordare anche villa Alborghetti, elegante edificio costruito dall'omonima famiglia nel XVII secolo con un bel giardino, ed il bosco dell'Itala, ricco patrimonio naturalistico.

Il 4 novembre 2007, è stato inaugurato il Monumento ai Caduti: l'Osiride Addormentato, un'opera bronzea dello scultore Igor Mitoraj. La cerimonia si è svolta alla presenza dell'artista polacco e del critico d'arte Vittorio Sgarbi.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Mirio Bocchi (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 035 4823232
Email del comune: osiosotto@libero.it

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Altri progetti



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