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Ornica - Wikipedia

Ornica

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando il torrente omonimo, vedi Ornica (torrente).
Ornica
Panorama di Ornica
Ornica - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lombardia
Provincia: stemma Bergamo
Coordinate: 45°59′0″N 9°35′0″E / 45.98333, 9.58333
Altitudine: 922 m s.l.m.
Superficie: 14 km²
Abitanti:
210 2001
Densità: 15 ab./km²
Frazioni: Nessuna 
Comuni contigui: Cassiglio, Cusio, Gerola Alta (SO), Valtorta
CAP: 24010
Pref. tel: 0345
Codice ISTAT: 016151
Codice catasto: G118 
Nome abitanti: ornichesi 
Santo patrono: Sant'Ambrogio 
Giorno festivo: 7 dicembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Ornica è un comune di 210 abitanti della provincia di Bergamo.

Situato nella valle dell’Olmo, appartenente alla val Stabina, a sua volta laterale dell’alta Val Brembana, dista 51 chilometri dal capoluogo orobico.

Indice

[modifica] Cenni storici

Si pensa che i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all’epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti, al riparo dall’impeto delle orde conquistatrici. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone. In tal senso fu a lungo legata alla pieve di Primaluna, situata nella suddetta valle.

Il toponimo ha origine proprio in questi periodi in cui la colonizzazione dell’uomo era ancora molto rada ed il territorio era ricoperto da estesissimi boschi di frassini (in latino fraxinus ornus) che caratterizzavano il territorio a tal punto da darne il proprio nome.

Nel IX secolo il territorio passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero, il quale poi lo lasciò alla diocesi di Milano.

In epoca medievale in questo piccolo borgo, unitamente ai vicino comuni della val Stabina, si sviluppò una fiorente attività estrattiva di materiali ferrosi, con il conseguente sviluppo di attività ad esse legate, quali la lavorazione del ferro in chiodi tramite magli azionati dai numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Si narra che il ferro arrivasse dalla Valle di Scalve e dalla val Seriana, e per la sua lavorazione venisse impiegato un elevato numero di addetti. In questo periodo il comune non godeva di autonomia amministrativa, ma era aggregato al grande comune della Valle Averara, che comprendeva anche Cassiglio, Mezzoldo, Santa Brigida, Cusio, Averara ed Olmo al Brembo.

Lo sfruttamento delle potenzialità del territorio mise questa piccola valle al centro delle mire delle signorie dei Torriani prima e dei Visconti poi. Questo grazie anche alla presenza del Passo di Salmurano che permetteva di mettersi in collegamento con il vicino territorio dei Grigioni, favorendo il commercio tra le due zone.

Il tutto continuò anche con l’arrivo della Serenissima che, a differenza dei predecessori, garantì numerosi sgravi all’intera zona. Nel 1647 il borgo ottenne l’autonomia amministrativa, separandosi dagli altri comuni limitrofi, proprio nel periodo in cui imperversò un’epidemia di peste che sterminò la popolazione, che si ridusse da 176 a 42 abitanti.

Il termine della dominazione veneta ed il conseguente avvento della Repubblica Cisalpina portò grandi cambiamenti ad Ornica, che si trovò inglobato nel cantone dell’alta Valle Brembana, con capoluogo a Piazza, e si vide revocati numerosi privilegi che la Repubblica di San Marco aveva assicurato per secoli all’intera zona. Gli anni seguenti videro succedere alla dominazione francese quella austriaca, che si caratterizzò per la costruzione della prima strada carrozzabile con la quale si poteva comodamente raggiungere il paese.

Dal 1859, Ornica venne annessa al Regno d'Italia, senza più annoverare episodi di rilievo, se non la progressiva chiusura delle miniere, che diedero inizio ad un lento ma inesorabile processo di spopolamento. Questo venne parzialmente attenuato dallo sviluppo turistico che ha dato nuovo impulso all’economia locale, aiutata anche dal rilancio dei prodotti tipici locali, in particolar modo in ambito caseario.

[modifica] Il territorio

Il borgo, posto alle pendici del Pizzo Tre Signori, (2.554 m) dove il torrente Valle D'Inferno, si incontra con il torrente che scende dal Monte Valletto (2.371 m), è inserito in un contesto montano, presenta numerose possibilità di escursioni adatte a tutte le esigenze. Il principale è indubbiamente la Valle d'Inferno, dalle quale partono numerosi itinerari naturalistici.

Madonna del Frassino
Madonna del Frassino

Di notevole interesse è il Santuario della Madonna del Frassino che venne edificato nel XVII secolo in seguito alla concessione di una grazia. A riguardo la leggenda narra che un viandante, catturato da banditi sulla via del valico si Salmurano e legato ad un albero, fece in quegli attimi richiesta di aiuto alla Madonna.

A seguito della sua immediata liberazione fece erigere una cappelletta che ben presto venne ampliata fino a diventare una chiesa. Il nome originario era Santuario Beata Vergine del Prato del Forno, visto che nella zona era presente un forno per la fusione del ferro, ma venne cambiato quando il forno in questione cadde in disuso, assumendo la denominazione Santuario del Frassino, prendendo spunto dal nome della pianta a cui il protagonista venne legato. All’interno si possono ammirare numerosi affreschi e decorazioni, ancora in ottimo stato di conservazione.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Sergio Milesi (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0345 89021
Email del comune: non_disponibile

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Altri progetti


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