Fiamma olimpica di Torino 2006
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La fiamma olimpica della XX Olimpiade Invernale di Torino 2006 è stata accesa a Olimpia, in Grecia, il 27 novembre 2005 con la cerimonia rituale che precede ogni olimpiade.
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[modifica] La staffetta olimpica
La fiamma, accesa all'altare del tempio di Estia, è prima sfilata davanti al monumento a Pierre de Coubertin e ha poi acceso la fiaccola olimpica, consegnata al primo tedoforo, il saltatore con l'asta Kostas Fidippidis.
La fiamma, in Grecia fino al 7 dicembre, è passata all'Italia l'8 dicembre, data in cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l'ha consegnata, dopo una cerimonia nella piazza del Quirinale, al primo tedoforo italiano Stefano Baldini, che ha dato inizio ad un viaggio per tutte province del paese. La destinazione finale della fiamma era lo Stadio Comunale di Torino (per l'occasione ribattezzato Stadio Olimpico), dove nel corso della cerimonia inaugurale delle olimpiadi, il 10 febbraio 2006, sarebbe stato acceso il braciere olimpico.
Il percorso della staffetta olimpica ha attraversato tutti i capoluoghi di provincia italiani e numerose altre località. La fiamma olimpica è stata portata anche all'estero, con brevi passaggi in tutti i paesi che confinano con l'Italia: Città del Vaticano (dove la fiaccola ha ricevuto la benedizione del papa Benedetto XVI), San Marino, Slovenia, Austria, Svizzera e Francia (dove la fiamma ha transitato per due città che nel passato hanno ospitato i Giochi Olimpici invernali, Grenoble e Albertville).
I tedofori sono stati selezionati dagli organizzatori dell'evento e da alcuni partner tra la fine di settembre e l'inizio di novembre 2005. La candidatura era aperta a tutti, e poteva essere effettuata compilando un modulo sul sito internet ufficiale. I candidati prescelti sono stati avvisati circa un mese prima della staffetta che dovevano compiere. Ad ogni tedoforo viene fornita la divisa ufficiale, composta da tuta, berretto e guanti in lana targati Torino 2006; se lo desidera, può acquistare la torcia numerata utilizzata nella propria frazione di staffetta al costo di 330 €. I tedofori della staffetta olimpica di Torino 2006 sono 10000 più l'ultimo che, come vuole la tradizione, è stato tenuto segreto fino all'ultimo giorno.
La sera del 10 febbraio 2006, nel corso della cerimonia di apertura dei Giochi, la fiamma olimpica è stata portata all'interno dello Stadio Olimpico da Alberto Tomba, campione dello sci alpino, che ha dato inizio all'ultima parte della staffetta. Dopo di lui, la torcia è passata ai quattro componenti della staffetta italiana di sci di fondo che vinsero l'oro a Lillehammer 1994, Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner. A De Zolt, il più anziano del gruppo, il compito di reggere la fiaccola nel tratto percorso dai quattro fondisti. La torcia è poi passata a Piero Gros, oro nello slalom speciale a Innsbruck 1976, poi a Deborah Compagnoni, tre volte campionessa olimpica nello sci alpino, ed infine alla fondista piemontese Stefania Belmondo, vincitrice di dieci medaglie olimpiche in carriera (record per lo sport italiano). La Belmondo, ultimo tedoforo, con la torcia ha acceso il complesso meccanismo che ha portato la fiamma in cima alla torre del braciere olimpico tra i fuochi d'artificio.
[modifica] La torcia olimpica
La torcia olimpica, progettata e costruita da Pininfarina, è in acciaio, con una forma che ricorda contemporaneamente uno sci e la Mole Antonelliana. Alta 770 mm e larga 105, pesa 1,9 kg.
Ha un guscio esterno in lega di alluminio fuso in conchiglia, mentre la parte funzionale interna è in acciaio, rame e tecnopolimeri. L'esterno presenta una verniciatura resistente alle alte temperature. La fiaccola ha una autonomia di 15 minuti e funziona ad un'altitudine che va dal livello del mare fino a 5.000 m, con temperature comprese tra -20°C e 25°C.
La fiamma è alimentata da una miscela di idrocarburi (40% propilene, 60% butano) contenuta in una bomboletta di alluminio.
[modifica] Contestazioni
Al passaggio della fiamma olimpica, in alcune città (tra le quali Pisa, Genova, Bologna, Parma, Padova, Venezia, Trieste, Bergamo, Brescia, Milano) si sono verificati episodi di contestazione contro uno degli sponsor della manifestazione, la Coca-Cola, che è attualmente oggetto di una campagna di boicottaggio mondiale lanciata dal sindacato colombiano SINALTRAINAL.
L'azienda sponsorizza i giochi olimpici da lungo tempo ed è classificata sul sito ufficiale delle olimpiadi come "Worldwide Partner" assieme a Atos Origin, General Electric, Kodak, Lenovo, Manulife, McDonald's, Omega, Panasonic, Samsung e Visa. Il suo contributo economico alla manifestazione è rilevante e la sua sponsorizzazione gode di estrema visibilità: questo spiega la strategia degli attivisti che hanno scelto di contestare il passaggio del tedoforo per colpire la multinazionale.
Alle contestazioni si sono inoltre associati gruppi di militanti del movimento NO TAV che si oppone alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione in val di Susa.
Il 18 dicembre 2005, durante il passaggio a Genova, un gruppo di manifestanti è riuscito a bloccare il percorso della fiamma ed a spegnere la torcia per alcuni minuti. Il 23 gennaio 2006, durante il passaggio a Trento, per la prima volta nella storia dei Giochi, un gruppo di contestatori è riuscito a strappare per qualche minuto la fiamma dalle mani della tedofora Eleonora Berlanda.
A livello istituzionale i commenti sulle contestazioni sono stati quasi tutti di condanna, se si escludono le formazioni politiche di sinistra più vicine al movimentismo, ovvero Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani. Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, appartenente ai DS, ha avuto dure parole di riprovazione nei confronti dei manifestanti; il ministro Pisanu ha affermato che il rischio maggiore per il buono svolgimento delle olimpiadi sarebbero i gruppi antagonisti e no global.
L'opinione pubblica è in genere divisa tra coloro che vedono la contestazione del tedoforo e dell'intero apparato olimpico come un utilizzo legittimo della libertà d'espressione democratica e coloro che vivono i blocchi della fiaccola come una violenza perpetrata ai danni dell'ideale di pace e di fratellanza tra i popoli che le olimpiadi rappresentano.
[modifica] Il percorso completo
Il percorso della fiaccola dal 8 dicembre 2005 al 9 febbraio 2006:
- 8 dicembre Roma
- 10 dicembre Rieti
- 11 dicembre Perugia
- 12 dicembre Grosseto
- 12 dicembre Siena
- 13 dicembre Livorno
- 14 dicembre Firenze
- 15 dicembre Lucca
- 16 dicembre Pisa
- 17 dicembre La Spezia
- 18 dicembre Genova
- 19 dicembre Nuoro
- 20 dicembre Cagliari
- 21 dicembre Ragusa
- 22 dicembre Agrigento
- 23 dicembre Palermo
- 26 dicembre Catania
- 27 dicembre Reggio Calabria
- 28 dicembre Catanzaro
- 29 dicembre Cosenza
- 30 dicembre Potenza
- 31 dicembre Napoli
- 1 gennaio Frosinone
- 2 gennaio Benevento
- 3 gennaio Taranto
- 4 gennaio Lecce
- 5 gennaio Bari
- 6 gennaio Foggia
- 7 gennaio Campobasso
- 8 gennaio Pescara
- 9 gennaio L'Aquila
- 10 gennaio Ancona
- 11 gennaio Arezzo
- 12 gennaio Rimini
- 13 gennaio Bologna
- 14 gennaio Parma
- 15 gennaio Mantova
- 16 gennaio Verona
- 17 gennaio Venezia
- 18 gennaio Trieste
- 19 gennaio Udine
- 20 gennaio Tarvisio
- 21 gennaio Belluno
- 22 gennaio Treviso
- 23 gennaio Trento
- 24 gennaio Bolzano
- 25 gennaio Ortisei
- 26 gennaio Cortina d'Ampezzo
- 27 gennaio Merano
- 28 gennaio Lecco
- 29 gennaio Milano
- 30 gennaio Varese
- 31 gennaio Pavia
- 1 febbraio Savona
- 2 febbraio Cuneo
- 3 febbraio Pinerolo
- 4 febbraio Sestriere
- 5 febbraio Bardonecchia
- 6 febbraio Albertville
- 7 febbraio Aosta
- 8 febbraio Venaria Reale
- 9 febbraio Torino
[modifica] Il braciere olimpico
Il braciere dello Stadio Olimpico di Torino, anch'esso disegnato da Pininfarina come la torcia, con i suoi 57 metri di altezza è il più alto in tutta la storia dei Giochi Olimpici. Eretto all'esterno dello stadio lungo l'asse nord-sud, si compone di cinque tubi di 60 centimetri di diametro disposti in cerchio, che si torcono nella parte finale attorno ad un sesto tubo posto al centro.
È stato acceso la sera del 10 febbraio nel corso della cerimonia di apertura, ed ha continuato ad ardere fino al 26 febbraio, giornata conclusiva dei Giochi. Come tradizione, è stato spento nel corso della cerimonia di chiusura.
Alimentato a metano fornito da Italgas, uno degli sponsor ufficiali della manifestazione, è stato oggetto di critiche da parte del World Wildlife Fund (WWF) per il consumo energetico giudicato eccessivo. Il dossier GHIACCIO - NEVE - CITTA Prime valutazioni sulle Olimpiadi invernali Torino 2006, presentato a Torino l'8 febbraio 2006, definiva monumento allo spreco il braciere olimpico: "una ciminiera di 57 m con fiamme alte 5 m, brucierà nel nulla ben 8000 m3 di metano all'ora per un totale di quasi 3 milioni di m3 nei 15 giorni olimpici. In buona sostanza il solo braciere olimpico brucia il gas che serve in un anno a un paese di 3500 abitanti".
Tali cifre sono state in seguito rettificate dal TOROC, che ha dichiarato un consumo di circa 1.600 metri cubi di gas all'ora, con una punta di 3.200 al momento dell'accensione durante la cerimonia di apertura.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Torino 2006 - Cartella Stampa, Braciere
- WWF, GHIACCIO - NEVE - CITTA, Torino, 8 febbraio 2006
[modifica] Collegamenti esterni
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Fiamma olimpica di Torino 2006
- Articolo su Wikinotizie: Torino Olimpiadi invernali 2006 fiaccola olimpica
- (IT) La corsa a ostacoli della torcia, articolo di Maurizio Crosetti su Repubblica
- Percorso completo della Fiamma Olimpica per le Olimpiadi di Torino 2006