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Coca-Cola - Wikipedia

Coca-Cola

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Logo Coca-Cola
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Simbolo Coca-Cola
Simbolo Coca-Cola

La Coca-Cola (anche nota come Coke soprattutto negli Stati Uniti o semplicemente come Coca in Italia) è una bibita industriale analcolica, in cui il caramello contenuto conferisce un colore scuro.

La bibita, che è la più venduta al mondo,[citazione necessaria] deve il suo nome al fatto che nella sua ricetta sono tutt'ora impiegati, tra le altre sostanze, estratti provenienti dalle noci di cola ed estratti dalle foglie della pianta di coca, privati delle sostanze (alcaloidi) psicotrope.

Con lo stesso nome viene spesso indicata anche la casa produttrice della bevanda, la The Coca-Cola Company.

Indice

[modifica] Storia del prodotto

La Coca-Cola fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l'8 maggio 1886 ad Atlanta, inizialmente come rimedio per il mal di testa. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu "Pemberton's French Wine Coca". Quella di Pemberton era una variazione del cosiddetto "vino di coca" (o Vin Mariani), una miscela di vino e foglie di coca che aveva avuto largo successo in Europa quando era stata creata dal còrso Angelo Mariani. All'alcol venne sostituito un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall'uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale. Quando anche la coca venne bandita (dalla pianta si estrae infatti la cocaina), venne scartato l'alcaloide dagli estratti dalle foglie di coca, mentre la cola (in noci) continuò ad essere utilizzata come fonte di caffeina.

Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per appena 550 dollari vendette formula e diritti della Coca-Cola ad Asa Candler, uomo d'affari che aveva intuito il potenziale della bevanda e compreso l'importanza della pubblicità per diffonderla e per sbaragliare la concorrenza.

Dopo la quotazione in borsa dell'azienda nel 1919, la Coca-Cola iniziò la sua diffusione mondiale negli anni venti, trasformandosi in un 'business di grandi dimensioni, gestito dalla The Coca-Cola Company con sede a New York, e che comprende ulteriori bibite (meglio note col nome di bevande gassate) quali la Fanta, la Sprite ed altre.

Nel 1927 la Coca-Cola viene importata anche in Italia. Nel 1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel 1980 quella in bottiglia PET.

La bibita è disponibile nella maggioranza dei luoghi di ristorazione del mondo, ed è la bevanda per eccellenza nei fast-food.

Il marchio è stato più volte indicato da numerose ricerche come il più conosciuto al mondo.[citazione necessaria] La maggior rivale della Coca-Cola è la Pepsi, ma ne esistono moltissime imitazioni.

La Coca-Cola vanta diversi luoghi legati interamente al marchio, tra i quali un museo ad Atlanta, sede della compagnia, e alcuni negozi di merchandising, i World of Coca-Cola di New York e Las Vegas.

[modifica] Slogan pubblicitari

  • 1886 Drink Coca-Cola
  • 1904 Delicious and refreshing
  • 1905 Coca-Cola revives and sustains
  • 1906 Great National Temperence Beverage
  • 1908 Good To The Last Drop
  • 1917 Three Million a Day
  • 1920 Drink Coca-Cola With Soda, The hit That Saves The Day
  • 1922 Thirst Knows no season
  • 1923 Refresh Yourself, There's Nothing Like It When You're Thirsty
  • 1924 Pause and Refresh Yourself
  • 1925 Six million a day
  • 1926 Stop At The Red Sign
  • 1927 Around the corner from everywhere
  • 1928 A Pure Drink Of Natural Flavors
  • 1929 The pause that refreshes
  • 1930 Meet Me At The Soda Fountain
  • 1932 Ice cold sunshine
  • 1932 The Drink That Makes Pause Refreshing
  • 1934 When It's Hard To Get Started, Start With A Coca-Cola
  • 1935 All Trails Lead To Ice-Cold Coca-Cola
  • 1936 Get The Feel Of Wholesome Refreshment
  • 1937 Stop For A Pause...Go Refreshed
  • 1938 The best friend thirst ever had
  • 1938 Anytime Is The Right Time To Pause and Refresh, Pure As Sunlight
  • 1939 Thirst Stops Here. Makes Travel More Pleasant
  • 1940 The Package That Gets A Welcome At Home
  • 1941 A Stop That Belongs On Your Daily Timetable
  • 1942 The only thing like Coca-Cola is Coca-Cola itself. It's the real thing
  • 1942 Wherever you are, whatever you do, whereever you may be, when you think of refreshment, think of ice-cold Coca-Cola
  • 1943 A Taste All It's Own
  • 1944 High Sign Of Friendship
  • 1945 Coke Means Coca-Cola
  • 1947 Relax With The Pause That Refreshes
  • 1948 Where there is Coke there is hospitality
  • 1949 Along The Highway To Anywhere
  • 1950 Help Yourself To Refreshment
  • 1951 Good Food And Coca-Cola Just Naturally Go Together
  • 1952 Coke Follows Thirst Everythere
  • 1953 Dependable As Sunshine
  • 1954 For People On The Go
  • 1955 Americans Prefer Taste
  • 1956 Feel The Différence, Makes Good Things Taste Better
  • 1957 Sign of good taste
  • 1958 Refreshment The Whole World Prefers
  • 1959 Relax Refreshed With Ice-Cold Coca-Cola
  • 1959 Make It The Real Meal
  • 1960 Relax With A Coke, Revive With A Coke
  • 1961 Coke And Food
  • 1962 Enjoy That Refreshing New Feeling
  • 1963 Things go better with Coke
  • 1964 You'll Go Better Refreshed
  • 1965 Something More Than A Soft Drink
  • 1966 Coke... After Coke... After Coke
  • 1970 It's the real thing
  • 1971 I'd like to buy the world a Coke
  • 1975 Look up America
  • 1976 Coke adds life
  • 1979 Have a Coke and a smile
  • 1982 Coke is it!
  • 1985 We've got a Taste for You (Coca-Cola and Coca-Cola classic) America's Real Choice world a Coke
  • 1985 New Coke, The Best Just Got Better!
  • 1986 Catch the wave (Coca-Cola) Red White & You (Coca-Cola classic)
  • 1987 Can't Beat the Feeling
  • 1988 Can't beat the Real Thing
  • 1993 Always Coca-Cola
  • 2000 Enjoy Coca-Cola
  • 2001 Life tastes good
  • 2003 Coca-Cola Real
  • 2005 Coke Light, Have a great break
  • 2006 Taste the Coke side of life
  • 2006 Great taste, Zero sugar
  • 2007 Make every drop count

[modifica] Design del contenitore

Prototipo
Prototipo

La Coca-Cola è famosa per i particolari contenitori che la rendono facilmente distinguibile rispetto alle altre confezioni di bevande analcoliche; in particolare, le frequenti variazioni promozionali nella decorazione delle lattine in presenza di eventi, quali il Natale o eventi sponsorizzati dalla bevanda, hanno reso queste ultime oggetto di collezionismo. Le bottiglie contour, comparse nel 1916, hanno una forma particolare con marchio registrato, probabilmente ispirata alle curve anatomiche dell'attrice Mae West che indossava il particolare abito aderente detto hobble skirt.[citazione necessaria]

Il design del prototipo è stato ideato nel 1915 da Alexander Samuelson ed Earl R. Dean, della Root Glass Compagny di Terre Haute, Indiana, che potrebbero essersi ispirati alla forma di una fava di cacao.[1] Il prototipo venne scartato perché inadatto alle macchine imbottigliatrici; tuttavia ispirò le forme della bottiglia definitiva che entrò in produzione nel 1916. Bottiglie similari, prima in vetro e poi in PET, sono state utilizzate anche dalla concorrente Pepsi, ma dalla forma significativamente diversa per non violare il copyright della The Coca-Cola Corporation.

[modifica] Produzione

Le foglie della qualità Eritroxylum novogranatense, coltivate legalmente in Perù, sono poi esportate in New Jersey, dove la Stephan Chemical Company, sotto l'egida della DEA, l'ente antinarcotici statunitense, provvede a ottenere l'estratto aromatico decocainizzato, la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company; si tratterebbe dell'aroma denominato "7X" (o anche merchandise #7, ossia "aroma numero 7"), su cui l'azienda ha sempre mantenuto il più stretto riserbo. Comunque, sia la ricetta completa (e neanche la ricetta in parte) della Coca-Cola non è mai stata rivelata in modo ufficiale. È sicuramente cambiata più volte nel tempo, per allinearsi alle legislazioni nazionali dei vari paesi in cui viene prodotta e/o commercializzata; la formula viene quindi modificata in base al progresso di società e cultura, non esente da operazioni di cost saving, a partire dagli anni novanta.

[modifica] Composizione

Negozio World of Coca-Cola a Las Vegas
Negozio World of Coca-Cola a Las Vegas

Ricetta originale:[2]

Mescolare la caffeina, l'acido e il succo di lime in un quarto d'acqua bollente, aggiungere la vaniglia e l'aroma quando si è raffreddato.

Lasciare riposare per 24 ore.

Non sono citate le foglie di cola; in loro vece compare il citrato di caffeina.

[modifica] Critiche

Sia la Coca-Cola che la Coca-Cola Company sono state oggetto nel tempo di critiche di vario genere. Le principali hanno per oggetto:

  • danni alla salute;
  • il mancato rispetto di norme igieniche nelle fasi produttive;
  • l'uso, da parte dell'azienda, di gravi pratiche sleali per mantenere una posizione pressoché monopolistica sul mercato, che comprenderebbero anche ripetute violazioni dei diritti umani;
  • la produzione della bevanda in zone dove scarseggia l'acqua (per esempio in Africa).

I critici della Coca Cola sono a volte accusati di muoversi da posizioni ideologiche secondo logiche anti-imperialistiche e anti-globalizzazione.

[modifica] Danni alla salute

La The Coca-Cola Company è stata accusata di provocare danni alla salute, anche perché, fra i suoi ingredienti, figurano la caffeina ed elevate quantità di zucchero. A causa delle forti dosi di caffeina e di zuccheri semplici (soprattutto caramello), è una bevanda eccitante e molto calorica. L'azienda si difende affermando che la quantità di zuccheri semplici che contiene il suo prodotto è paragonabile a quella di succhi di frutta o altre bevande estive.

Nella versione senza zucchero, al suo posto viene usato come dolcificante l'aspartame, sostanza che, secondo alcuni studi, sarebbe potenzialmente tossica o cancerogena[3]. Inoltre, la miscela di acido fosforico e aspartame è ritenuta fonte di effetti dannosi sul sistema nervoso. La Coca-Cola contiene acido fosforico in una concentrazione di 325 mg/litro, che le conferisce caratteristica di corrosività, avendo un valore di pH (circa 2,4) compreso tra quello dell'acido gastrico (pH 1,5) e quello dell'aceto (pH 3,0); inoltre l'acido fosforico lega il calcio, il magnesio e lo zinco nell'intestino diminuendone così il loro assorbimento; in particolare si rischia un'eccessiva perdita di calcio, in quanto vi è anche un'aumentata escrezione urinaria dovuta alle elevate dosi di zucchero presenti nella bevanda. Infine, si sospetta che la bevanda possa creare effetti di dipendenza, dubbio che la The Coca-Cola Company stessa non ha mai contribuito a sciogliere, avendo sempre mantenuto il riserbo sull'elenco degli ingredienti, appellandosi al diritto di protezione del segreto industriale. Tra le motivazioni addotte dell'azienda, quella che gli ingredienti sono già, per legge, presenti in etichetta, anche se non è resa pubblica, dal momento che la legge non lo richiede, l'esatta composizione delle sostanze aromatizzanti che vengono invece comprese sotto la generica indicazione di legge di "aromi naturali".

Nel maggio 2006, lo stato della California ha accusato la Coca-Cola di aver importato dal Messico e distribuito per almeno quattro anni bottiglie con alto contenuto di piombo nella vernice delle etichette.[4] L'azienda ha respinto le accuse, a differenza della Pepsi che ad un'accusa analoga risalente ad alcune settimane prima preferì pagare una multa da 2,25 milioni di dollari e ritirare dal mercato le confezioni sospette.

[modifica] Igiene nei processi produttivi

La The Coca-Cola Company è stata accusata di non osservare standard produttivi adeguati alla salvaguardia della salute dei consumatori e dei lavoratori. In particolar modo in India la Coca-Cola ha subito numerosi boicottaggi e proteste a causa della condizione degli stabilimenti locali, ritenuta scarsamente igienica, ed alla presunta inosservanza della tutela dell'ambiente. In India, nel 1970, la Coca-Cola fu bandita poiché si rifiutava di rendere pubblica la lista degli ingredienti della propria bevanda. La messa al bando proseguì fino al 1993. Successivamente, in seguito ad uno studio condotto dal Center for Science and the Environment (CSE) (laboratorio scientifico indipendente a Nuova Delhi) che rivelò la presenza in Coca-Cola e Pepsi di residui di pericolosi pesticidi in concentrazioni fino a trenta volte maggiori dei limiti stabiliti dalle norme indiane ed europee, il 7 dicembre 2004, la Suprema Corte dell'India impose alle multinazionali l'obbligo di apporre su tutte le confezioni un'etichetta recante l'attestazione di pericolo per i consumatori[5]. Forme di impoverimento della riserva d'acqua locale a causa dell'ingente utilizzo che ne fa la Coca-Cola Company hanno inoltre messo in pericolo intere comunità del Paese asiatico, poiché gli stabilimenti della Coca-Cola di Kerala sono stati indicati come responsabili della drastica diminuzione quantitativa e qualitativa dell'acqua disponibile, con un prelievo di 1,5 milioni di litri d'acqua al giorno[6]. In seguito alle proteste degli abitanti dei villaggi per un'improvvisa scarsità quantitativa e qualitativa dell'acqua (numerose analisi ne evidenziarono l'inquinamento e la non potabilità[citazione necessaria]), nel 2003 la High Court di Kerala stabilì che la Coca-Cola venisse assimilata, dal punto di vista del limite prelievo idrico, ad una proprietà terriera di 34 acri (140000 m²), e che pertanto il suo consumo d'acqua non dovesse superare il limite pervisto per tale fascia[7]. La Coca-Cola si appellò rimettendo in discussione la decisione.

[modifica] Antisindacalismo, violazione dei diritti umani e ingerenze nel sistema politico

Per quanto ogni dipendente della The Coca-Cola Company sia tenuto ad attenersi a un codice interno di comportamento negli affari, in numerosi paesi le azioni dirette o indirette della compagnia hanno dato luogo a varie segnalazioni di violazioni di diritti civili e sindacali o hanno causato violazioni della privacy. Spesso la questione è stata dibattuta in tribunale, altre volte ha dato origine a campagne spontanee di boicottaggio da parte dei consumatori (il blocco dei consumi per un certo periodo risulta più efficace del blocco degli acquisti per l'analogo periodo: ogni giorno passato senza consumo è, per ogni produttore, più grave di uno passato senza acquisti, in quanto una giornata di mancato consumo non si recupera[citazione necessaria]).

In Colombia, già a partire dal 1989, alcuni dipendenti di uno stabilimento di imbottigliamento colombiano della Coca-Cola iscritti al SinalTrainal, il sindacato dei lavoratori delle industrie alimentari, erano stati assassinati da forze paramilitari.[8] Intimidazioni, rapimenti, torture e assassini si erano poi ripetuti per tutti gli anni novanta e duemila. Pertanto nel 2001 la International Labor Rights Fund di Washington e l'United Steelworkers Union avevano intentato causa contro la The Coca-Cola Company e tre imbottigliatori presso la Federal District Court di Miami con l'accusa di utilizzare le United Self-Defense Forces of Colombia (forze paramilitari mercenarie di estrema destra) per intimidire, e in taluni casi anche assassinare, i coordinatori sindacali. Gli accusati erano, oltre alla The Coca-Cola Company e alla Panamco, la Panamerican Beverages di Miami, che possiede la Panamco, e la Bebidas y Alimentos, un imbottigliamento di Miami posseduto da Richard Kirby. La Coca-Cola aveva sempre smentito ogni complicità o responsabilità negli avvenimenti in questione.

Nel 2003 il SinalTrainal depositò presso il Tribunale di Atlanta la richiesta per l'incriminazione ufficiale della The Coca-Cola Company e della Panamco, accusate di crimini di lesa umanità in quanto mandanti delle azioni repressive (decine di morti e di sindacalisti rapiti e torturati) svolte da gruppi paramilitari mercenari nei confronti del sindacato e dei lavoratori.[9] Sempre nel 2003, la Corte Federale di Atlanta decise l'ammissibilità del procedimento penale per la violazione dei diritti umani commessi da forze paramilitari a nome delle imprese imbottigliatrici della Coca-Cola colombiana, la Panamco. Nel gennaio del 2004, la New York City Fact-Finding Delegation on Coca-Cola in Colombia provò quanto asserito dai lavoratori.[10][11] Nel luglio del 2004, la United Steelworkers of America e l'International Labor Rights Fund portarono innanzi alla Corte degli Stati Uniti una causa contro la The Coca-Cola Company e alcuni imbottigliatori colombiani per aver "assunto, o comunque diretto forze di sicurezza di tipo paramilitare".[12] Luis Javier Correa Suarez, presidente del SinalTrainal, denunciò che il 3 agosto 2006 alcuni uomini in uniforme, identificatisi come membri della Polizia Giudiziaria (SIJIN) entrarono nella sede sindacale di Bogotà, eseguendo una perquisizione motivata dalla necessita di "garantire l'ordine pubblico" in vista alla imminente presa dei poteri ufficiale del Presidente Vélez[13]. Fino a oggi non vi sono mai state condanne per la The Coca-Cola Company o per le aziende di imbottigliamento al riguardo; Le accuse non sono state riconosciute e, dopo il clamore iniziale, si è assistito a una serie di archiviazioni.[citazione necessaria]

A seguito di sparizioni, rapimenti e uccisioni di dipendenti sindacalisti da parte di gruppi paramilitari, nel 2003 il SinalTrainal colombiano decise di avviare una campagna mondiale di boicottaggio ("Stop Killer Coke") a cui aderirono, tra gli altri, numerose associazioni universitarie, sindacali e politiche irlandesi, decidendo di mettere al bando, all'interno delle varie strutture, i prodotti della The Coca-Cola Company. L'esempio irlandese venne ripreso anche nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Francia, in Canada. In Italia un certo numero di amministrazioni comunali mise al bando le bibite della The Coca-Cola Company dagli uffici pubblici, scuole e biblioteche comunali (tra cui la città di Roma con l'XI Municipio, che indisse nel novembre 2003 un incontro pubblico tra i rappresentati della Coca-Cola in Italia, il Sinaltrainal e la cittadinanza, per ottenere chiarimenti al riguardo e chiedere l'attivazione di un "circolo virtuoso" che mettesse pressione alle realtà locali della Coca-Cola che adottano comportamenti in violazione delle libertà individuali dei propri lavoratori e sindacalisti).

Nel corso degli anni ottanta, anche il Guatemala fu teatro dell'uccisione di impiegati della The Coca-Cola Company iscritti ai sindacati. Forze mercenarie paramilitari occuparono con la violenza una delle fabbriche e dopo varie pressioni da parte di numerose organizzazioni internazionali, il conflitto giunse al termine quando la The Coca-Cola Company nominò gestore una nuova ditta, che portò avanti la linea dell'accordo con i sindacati.[citazione necessaria]

Sebbene meno pubblicizzati, altri attriti tra le associazioni sindacali e la The Coca-Cola Company sono avvenuti in altre parti del mondo, come ad esempio nelle Filippine, nello Zimbabwe e negli Stati Uniti. Nel 2002, un'azionista della The Coca-Cola Company, la Christian Brothers, presentò agli altri azionisti una risoluzione che invitava la Coca-Cola ad adottare un codice etico di condotta che regolasse le attività di assunzione e produttive. La risoluzione venne però respinta, nonostante il pressoché unanime appoggio delle associazioni sindacali di altri Paesi.[citazione necessaria]

In Italia, dall'ordinanza del GIP Paola Belsito del 21 settembre 2006, a seguito della quale sono stati eseguiti 21 arresti[14][15], si rileva che a partire dal 2000 la filiale italiana della The Coca-Cola Company avrebbe fatto riferimento a una società di investigazione di Firenze, la Polis d'Istinto, per far pedinare e controllare un proprio dirigente. La società di investigazione si serve di un ex-agente del Sisde, Marco Bernardini, per raccogliere informazioni anche mediante forze dell'ordine deviate e accesso illecito a banche dati riservate per conoscere la situazione bancaria e immobiliare del proprio dirigente, dei suoi familiari e anche dei suoi vicini di casa. Con informazioni raccolte e/o inventate viene così creato un dossier (poi sequestrato dalla magistratura nel corso delle varie perquisizioni) con false accuse di pedofilia. Il caso viene alla ribalta in quanto collegato allo Scandalo Telecom-Sismi del 2006 sulle intercettazioni. Il dossier porta il numero di pratica Z0032300 della Polis d'Istinto, per la quale la The Coca-Cola Company avrebbe pagato 133 milioni di lire.

Secondo la Guida al consumo critico,[16] il gruppo fa parte delle aziende che finanziano i partiti statunitensi, investendo a tal fine un milione di dollari nel 2002, destinati per il 36% al partito democratico e per il restante 64% al partito repubblicano.

[modifica] Note

[modifica] Bibliografia

  • AAVV. Una bibita, un'industria. The Coca-Cola Export Corporation - Filiale Italiana, Milano, 1979, 1987, 1990
  • Thomas Oliver. Coca contro Coca. Edizione del Sole 24 Ore, 1988
  • AAVV. Momorabilia Club News. Organo del Memorabilia Club, dal 1988 in poi
  • Mariateresa Biasio, Ugo Fadini. Coca-Cola, un mito. 112 pp, Leonardo De Luca Editori srl, 1992
  • AAVV. Cocart - Bevete arte contemporanea - Catalogo mostra FAGIB S.p.A. Verona. 156 pp, bp Bianca Pilat, Vignate, 1992
  • Mark Pendergast. Per Dio, la patria e la Coca-Cola: la vera storia (non autorizzata) della bibita più famosa del mondo. Piemme, Casale Monferrato, 1993. ISBN 8838419531
  • Fiora Steinbach Palazzini. Nata per vincere - Storia e mito della Coca-Cola. 176 pp, IdeaLibri s.r.l., Rimini, 1996 ISBN 88-7082-299-0
  • Vittorio Parazzoli. La Divina Coca-Cola. 128 pp, Lupetty Editori di Comunicazione srl, Milano, 1997
  • AAVV. Coca-Cola in forma d'arte - Le opere della collezione privata della Coca-Cola Italia. 100 pp, Coca-Cola Italia, 1998, edizione fuori commercio

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