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Intestino - Wikipedia

Intestino

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L'apparato digerente inferiore
L'apparato digerente inferiore

L'intestino è l'ultima parte dell'apparato digerente. Si presenta come un tubo di diametro variabile con pareti flessibili, ripiegato più volte su se stesso.

L' intestino è distinto in due parti principali, intestino tenue e intestino crasso.

Indice

[modifica] Anatomia umana

[modifica] Intestino tenue

L'intestino tenue è il più lungo tratto del canale alimentare ed è costituito da tre parti: duodeno, digiuno e ileo.

Il duodeno è il primo tratto dell'intestino tenue; lungo circa 30 cm "12 pollici" presenta un calibro notevole (4 cm circa). Al suo interno trovano sbocco il dotto coledoco e i dotti pancreatici, piccoli canali destinati a convogliare al duodeno succhi digestivi di varia natura provenienti dal pancreas esocrino e dal fegato (bile). Il duodeno si continua direttamente con i tratti successivi dell'intestino tenue, in corrispondenza di una piega (flessura) del tubo stesso, nota come flessura duodenodigiunale.

Gli altri due tratti dell'intestino tenue (digiuno e ileo) entrano a far parte della matassa intestinale vera e propria (tenue mesenteriale). Straordinariamente esteso, il tenue mesenteriale è altamente circonvoluto e ripiegato su sé stesso. Come si potrebbe pensare a prima vista, il tenue mesenteriale non è totalmente libero di muoversi; è presente infatti uno sdoppiamento del peritoneo parietale che accoglie in toto l'insieme dei visceri della matassa intestinale, fissandoli alla faccia posteriore della cavità addominale e accogliendo, inoltre, importanti vasi (mesenterici) e nervi destinati al tenue mesenteriale.

Nell'intestino tenue si trovano numerose valvole conniventi (pieghe circolari, dislocate lungo tutta la lunghezza del tenue), che aumentano la superficie della mucosa, necessaria per l'assorbimento di sostanze nutritive. Queste sono a loro volta coperte da villi intestinali, della lunghezza di circa 1 mm, che servono anch'essi ad aumentare la superficie della mucosa. Sui villi sono presenti microvilli, che hanno la medesima funzione. In questo modo la superficie dell'intestino tenue è di circa 300 metri quadrati.

[modifica] Intestino crasso

L'intestino crasso è lungo mediamente 170 cm, con un diametro di circa 7 cm. Il punto di collegamento tra l'intestino crasso e quello tenue sono l'ileo, del tenue ( l'ultima parte ) ed il cieco del crasso ( prima parte), termina a livello del retto.

[modifica] Disturbi dell'intestino

Nella fisiopatologia intestinale possiamo trovare diversi disturbi che vanno ad alterare o la motilità causando dei disturbi motori o la secrezione. Ovviamente molte patologie possono interessare i tratti precedenti dell'apparato digerente dalla bocca allo stomaco , andando anche a scapito dell'intestino naturale continuo di questi. Ci soffermeremo quindi ai disturbi intestinali , escludendo per il momento quelli relativi alle ghiandole annesse.


I disturbi nella motilità dell'intestino tenue sono dati principalmente da occlusioni o da lesioni vascolari.

I primi sono: volvolo uno strozzamento o torsione dell'ansa che dà ischemia o infarto; invaginamento una parte terminale di un ansa prossimale termina ed entra in una più distale provocando ischemia e necrosi soprattutto dei vasi sottili; briglie aderenziali alcune anse vengono unite da delle briglie connettivali determinando una mancata propulsione del cibo e dolore (spesso dopo peritonite); ernie ombelicali e scrotali determinano la protusione di una parte di intestino attraverso un'apertura naturale o da ferita nella cavità peritoneale portando a lenta diminuzione del flusso e della peristalsi con necrosi ischemica; presenza di gas in eccesso ostacola il movimento e può portare in circolo sostanze tossiche. Le seconde o meglio le lesioni vascolari sono date da: occlusioni trombotiche di rami dell'arteria mesenterica craniale (anche da strongili); e aneurisma dissecante dell'arteria aorta. I disturbi della secrezione dell'intestino tenue sono dati principalmente da ulcere duodenali e da tutti quei difetti che danno poi malassorbimento patologia legata a danni alle ghiandole e a tutto l'intestino.

I disturbi della motilità dell'intestino crasso sono dati principalmente da tumori e da megacolon cioè un difetto nell'inervazoine da parte dei plessi di Auerbach e Meissner con dilatazione della parte sovrastante quella innervata, data spesso anche da tripanomiasi; .


Con il termine malassorbimento s'intende una patologia molto ampia che comprende quei disturbi intestinali legati alla digestione e soprattutto l'assorbimento delle sostanze alimentari. É l'intestino tenue il maggior responsabile dell'assorbimento del materiale che introdotto con la dieta e sminuzzato idrolizzato e digerito si presenterà come i tre componenti principali, cioè lipidi, glucidi e protidi. I primi cioè i grassi sono ridotti solo parzialmente nello stomaco e riguardano i trigliceridi delle uova e latte, mentre è l'azione dei sali biliari (che riduce la tensione superficiale) e delle lipasi pancreatiche che permettono la digestione dei lipidi. I secondi o meglio gli zuccheri sono invece ridotti a carboidrati semplici quindi da polisaccaridi (amido e glicogeno) vengono scissi in maltosio e glucosio; i disaccaridi (saccarosio e lattosio) vengono digeriti da enzimi dell'orletto a spazzola le saccarasi; mentre i monosaccaridi vengono assorbiti dalla mucosa. I terzi cioè le proteine vengono digerite in parte dallo stomaco ad opera dell'acido cloridrico (HCl) e pepsine denaturandole e iniziando la digestione completata poi da peptidasi dell'intestino e pancreozima o proteasi pancreatiche. Il malassorbimento è dato quindi da una mancata digestione di questi elementi per difetti di enzimi specifici; deficit per enzimi della mucosa per i carboidrati daranno diarrea osmotica, deficit per gli enzimi pancreatici per gli amminoacidi daranno edema, deficit di enzimi biliari e pancreatici per i lipidi daranno steatorrea. Il malassorbimento sarà causato quindi da insufficienza pancreatica o biliare, da calcoli pancreatiti, da danni epatici o della mucosa.


Il malassorbimento si divide in premucosale, mucosale e postmucosale.

[modifica] Collegamenti esterni


[modifica] Voci correlate


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