Isola Rizza
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Isola Rizza | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Veneto | ||||||||
Provincia: | Verona | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 23 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 16,84 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 186,2 ab./km² | ||||||||
Comuni contigui: | Bovolone, Oppeano, Ronco all'Adige, Roverchiara, San Pietro di Morubio | ||||||||
CAP: | 37050 | ||||||||
Pref. tel: | 045 | ||||||||
Codice ISTAT: | 023041 | ||||||||
Codice catasto: | E358 | ||||||||
Nome abitanti: | isolani | ||||||||
Santo patrono: | Pietro e Paolo | ||||||||
Giorno festivo: | 29 giugno | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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Isola Rizza è un comune veronese di 3.136 abitanti della provincia di Verona.
Indice |
[modifica] Geografia
Isola Rizza è situato a sud est a 26 chilometri dal capoluogo. È attraversato dal Piganzo affluente del Tartaro.
[modifica] Etimologia
Il nome originario era Insula Porcaritia. Insula in quanto aperto ed asciutto in mezzo a boschi e paludi, porcaritia inteso come recinto di porci ovvero un luogo dove veniva prativato l'allevamento. Porcaritia divenne porcarizza. Nel 1872 gli isolani cambiarono il nome del paese in Isola Rizza, ma poi recuperarono la scrofa con il riso in bocca nello stemma del 1932, che riprendeva il vecchio stemma della comunità che è riprodotto ai piedi del campanile dal 1535
[modifica] Storia
[modifica] Preistoria
Isola Rizza fu abitata fin dalla preistoria. La sua storia è stata condizionata dagli sconvolgimenti che dovette subire per le inondazioni dei fiumi che la attraversano. Ciò non ha impedito ritrovamenti di antichi insediamenti. Presso il Museo Archeologico di Verona è conservato l'attacco di un'ansa di un vaso di bronzo ritrovato nel 1889. Il reperto è etrusco del VI secolo AC. A Pieve a circa sessanta centimetri di profondità, si ritrovò un'urna fittile integra del periodo fra l'età del Bronzo e l'età del Ferro, conservata presso il Museo di Storia Naturale di Verona.
[modifica] Protostoria
A Casalandri, nella necropoli dei Galli Cenomani, nel 1982 si ha avuto il rinvenimento d'alcune tombe del II secolo AC. Complessivamente sono state portate alla luce centoundici sepolture. Casalandri fa parte di una folta serie di necropoli che partono dal padovano e finiscono a Valeggio sul Mincio. La tipicità di questo ritrovamento è rappresentata dal biritualismo fra inumazione e cremazione. È il punto centrale del lento e pacifico assorbimento delle popolazioni locali da parte di Roma. A proposito di questo rito misto, Luciano Salzani riporta, sottolineandone l'importanza
II rito funebre è misto, con una prevalenza del numero degli incinerati rispetto a quello degli inumati. Le ossa bruciate delle tombe a cremazione non sono deposte all'interno di un'urna, ma sono ammucchiate in un angolo della tomba. È anche possibile che fossero contenute all'interno di un recipiente di legno o di cuoio che non ha lasciato tracce. Assieme alle ossa si trovano una o più monete e le fibule. Il resto del corredo è costituito da piccoli vasetti, ollette e da ciotole contenenti ossa d'animali. Le armi sono rappresentate da spade, coltellacci, punte di lancia e umboni di scudo. Le tombe ad inumazione non presentano un'orientazione ben definita. In queste tombe il corredo si trova di regola presso la testa del defunto
[modifica] Storia
È dell'alto medioevo il ritrovamento del Tesoretto di Isola Rizza, ora custodito al Museo di Castelvecchio, un gruppo di tredici oggetti di oro e di argento, ritrovati casualmente da un isolano mentre lavorava in un suo campo nell'inverno del 1873. Sono oggetti di fattura longobarda e probabilmente dell'inizio del VII secolo. Il pezzo più importante è un piatto in argento con un medaglione centrale a sbalzo con una scena di guerra, un cavaliere che trapassa con la sua lancia un guerriero.
Il centro nel medioevo era di importanza relativa per la zona, del 1212 si trovano documenti che testimoniano la presenza di un arciprete col titolo di magister, un importante area di tributi e un clero numeroso, una forte presenza di chiese, una parte andate distrutte. Una figura centrale di questa fase fu l'arciprete Leonardo Auricalco, che ricostruì la chiesa arcipretale e svolgeva il suo compito senza risiedervi, stipendiava in loco un cappellano in maniera che svolgesse il suo lavoro. La fertilità del terreno ha portato ad un numerosa presenza di ville padronali specialmente nel periodo veneziano, da ricordare che l'introduzione del riso nella zona dipese dall'intervento della Serenissima
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Luoghi d'interesse
[modifica] Chiese
- Chiesa di Santa Maria della Piazza - XV secolo
Detta anche santa Maria Janua Coeli. Fine del XV secolo, con affreschi. Su una precedente dell'XI secolo, apparteneva ad un ordine religioso, recentemente restaurata.
- Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo - XVIII secolo
Del XVIII secolo, inizio. Dell'architetto Giuseppe Tramontini, contiene una pala del 1708 di Sante Prunati vicina all'altar maggiore e di Pasquale Ottino, Madonna coi santi Pietro e Paolo. La chiesa, con un aspetto neoclassico è sui resti di una predente del 1535. Isola è pieve con parrocchia e arciprete dal 1460 e il papa Eugenio III la ricorda nel 1145: Plebem Insulae Porchariciae, cum capellis, et decimis, et curte
- Croce del Gallo
Nel centro del paese, una interessante croce votiva, non comune nelle caratteristiche.
[modifica] Ville e palazzi
- Villa Pollettini - XV secolo
Oggi sede comunale, contiene un affresco di Giacomo Favretto, la La finta Malata della prima metà del XIX secolo.
- Villa Maffei - XV secolo
L'inizio del dominio dei Maffei su una parte del comune è riportato precisamente dai contratto. Il 9 settembre 1413, Daniele Maffei acquistò per 1663 ducati d'oro una porzione della fattoria di Verona, con tutte le sue decime, edifici e molini. Fu il primo seguito da altre famiglie nobili o estremamente ricche. Proprio la presenza di queste nuove famiglie accelerò il cambiamento del toponimo, come si vede nella storia del nome.
Nel 1589 il cavaliere Andrea della nobile famiglia Mandelli si insediò nel territorio di Isola Rizza con l'intenzione di costruirvi una tenuta. Nel 1813 la corte viene acquistata dal nobile Girolamo Maffei, la cui famiglia iniziò a creare il proprio dominio in questo territorio a partire dal 1413. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, furono numerose le visite di Benito Mussolini alla villa, allora proprietà del gerarca fascista Tito Manlio.
- Villa Sagramoso Buri - XVI secolo
- Villa Bonanome Bellinato - XVI secolo
- Villa Martelli - XVI secolo
- Villa Ferrari - XVIII secolo
[modifica] Cultura
[modifica] Personaggi famosi
- Catterino Rizzi
Uno dei 16 iniziali partecipanti veronesi della spedizione dei mille di Giuseppe Garibaldi.
[modifica] Gli appuntamenti
- Fiera
Si tiene il terzo giovedì di cinque mesi nell'anno: febbraio, aprile, luglio, settembre e novembre.
- Sagra della gioventù
Fra giugno e luglio.
- Sagra settembrina dedicata al maiale
in settembre. È una sagra che si svolge dal mattino, le specialità legate al maiale vanno dagli ossi e gambetti a maialini allo spiedo
[modifica] Economia
Il passaggio della superstrada Transpolesana ha ampliato la natura agricola, riso, mele e tabacco in una economia con industrie ed artigianato del settore del mobile specialmente tipico e produzione di cucine.
Fa parte dell'area di produzione del Riso Nano Vialone Veronese che viene coltivato su terreni della pianura veronese irrigati con acqua di risorgiva.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Giovanni De Fanti (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 045 7135022
Email del comune: segreteria@comune.isolarizza.vr.it