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Cremazione - Wikipedia

Cremazione

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Una pira funebre in Nepal
Una pira funebre in Nepal

La cremazione è l'eliminazione di un corpo da parte del fuoco. È una pratica antica e diffusa, seconda soltanto alla sepoltura.

È un rito di antichissima tradizione: in Asia questa consuetudine si è mantenuta pressoché inalterata da millenni (si pensi all'India, ad esempio). Alcune culture antiche hanno creduto che il fuoco fosse un agente di purificazione e che la cremazione illuminasse il passaggio dei defunti in un altro mondo, o che impedisse il ritorno dei morti.

Indice

[modifica] Storia

La cremazione è documentata tradizionalmente tra le popolazioni di origine indoeuropea e coloro che hanno adottato religioni di tale origine, come il buddhismo. Eccezione di popolazione a religione indoeuropea che rifiutasse la cremazione è costituita dai seguaci di Zarathustra sopravvissuti oggi come comunità Parsi. Venerando il fuoco non possono permettere che esso tocchi dei cadaveri, ritenuti impuri. Per la eliminazione del cadavere, senza dover ricorrere alla sepoltura, rito estraneo al mondo indoeuropeo, sono ricorsi alle "Torri del Silenzio".

I Greci incominciarono a cremare i loro morti fin da 3.000 anni fa: la cremazione era il modo predominante di eliminare i cadaveri. L'importanza del rito faceva sì che fosse riservata alle persone più nobili e famose.

A Roma la cremazione si è trasformata in un'usanza così forte da far costruire ed affittare dai parenti del defunto lo spazio in columbarius (nicchie o strutture simili nelle pareti per contenere le ceneri dei morti); presto la vendita di colombarius si è trasformata in un commercio vantaggioso.

Un moderno impianto per la cremazione
Un moderno impianto per la cremazione

Con la diffusione del cristianesimo, la pratica della cremazione nell'impero romano decadde a favore della sepoltura. Anche se la cremazione non era esplicitamente un tabù fra i cristiani, non è stata consigliata e a volte apertamente osteggiata a causa della sua origine pagana greco-romana e la preoccupazione che potresse interferire con la resurrezione del corpo e della relativa riunione con l'anima. Un altro motivo più pratico del declino delle cremazioni è stato costituito dalla crescente scarsità di legname alla fine dell'Impero Romano, necessario per facilitare la combustione dei cadaveri.

La cremazione è rimasta rara in Europa occidentale fino al XIX secolo, tranne in casi eccezionali: ad esempio durante lo scoppio della peste nera nel 1656 i corpi di 60.000 vittime sono stati bruciati a Napoli in una sola settimana.

Nel XX secolo il termine di cremazione è correlato allo sterminio di massa di prigionieri deportati nei lager nazisti.

Il primo forno crematorio moderno è ascritto allo studioso lodigiano Paolo Gorini che lo costruì pressoil cimitero di Riolo (LO).

[modifica] Seconda guerra mondiale

I forni crematori del lager di Majdanek, vicino a Lublino (Polonia)
I forni crematori del lager di Majdanek, vicino a Lublino (Polonia)

Nel periodo dell'Olocausto della seconda guerra mondiale numerosi forni crematori furono costruiti dai nazisti all'interno dei campi di concentramento e nei campi di sterminio. Tali strutture servirono per bruciare i corpi di migliaia di ebrei, rom ed altri prigionieri uccisi o comunque deceduti in tali campi.

La pratica della cremazione si aggiungeva all'atrocità dello sterminio di massa: infatti tale costume risultava profondamente offensivo verso il giudaismo ortodosso che in ragione dell'Halakha, la legge ebraica, vieta la cremazione supponendo che l'anima di una persona che vi è sottoposta non possa raggiungere la pace definitiva. Da allora, la cremazione è considerata in maniera particolarmente negativa da molti osservanti di fede ebraica.

In Italia l'unico forno crematorio presente fu quello allestito nel campo di concentramento nazista della Risiera di San Sabba, a Trieste.

[modifica] Attualità

La cremazione è la scelta di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Nel 1963 anche la Chiesa cristiana ha abolito il divieto di farsi cremare per i propri fedeli. Nell'aprile 2002 il cardinale Jorge Medina Estevez, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ha annunciato la preparazione di una apposita liturgia. Tuttavia, il Codice di Diritto Canonico sostiene ancora (canone 1176), che «la Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana».

[modifica] In Italia

Monumento a Paolo Gorini - Lodi
Monumento a Paolo Gorini - Lodi

La diffusione in Italia della cremazione si deve a Paolo Gorini, scienziato pavese, lodigiano d' adozione, che nel 1876-1877 inventò il primo forno crematorio nel cimitero di Riolo, Frazione di Lodi.[citazione necessaria] Il forno crematorio fu ideato da Gorini per far fronte alla diffusione di epidemie e di malattie diffusissime a quell' epoca. Per evitare contagi e la diffusione del virus, si pensò di bruciare i corpi delle persone morte.

In Italia è praticata soltanto nell'8% dei casi[citazione necessaria], anche per l'assenza di strutture attrezzate, presenti solamente in una quarantina di province, anche se una certa inversione di tendenza è testimoniata dal fatto che a Milano le cremazioni hanno superato le sepolture.

Negli ultimi decenni la spinta a emanare normative a favore sulla cremazione si è fatta sempre più decisa. Importanti, in tal senso, sono state alcune leggi promulgate tra il 1987 e il 1990, che non consentivano ancora, però, la dispersione delle ceneri, che dovevano invece essere conservate all'interno del cinerario comune. L'inadeguatezza della legge, soprattutto in merito alla dispersione delle ceneri, ha spinto il Parlamento italiano a discutere di un suo aggiornamento nel corso della tredicesima legislatura e nel marzo 2001 è stata promulgata la Legge n.130.

La principale novità del testo è data dal venir meno del divieto di dispersione delle ceneri. È caduto conseguentemente l'obbligo di conservazione nei cimiteri, per cui, ora, le ceneri vengono consegnate direttamente ai famigliari. La dispersione potrà essere effettuata in spazi aperti (mare, bosco, montagna, campagna…), in aree private, oppure in spazi riservati all'interno dei cimiteri: non potrà avvenire all'interno dei centri urbani. Sarà anche possibile conservare l'urna in casa, purché vi sia riportato il nome del defunto.

La legge dà anche indicazioni alle amministrazioni locali per la costruzione di crematori, e istituisce il divieto di trarre lucro dalla dispersione delle ceneri. Peraltro, la nuova legge attribuisce al Ministro della sanità il compito di provvedere alla modifica del regolamento di polizia mortuaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n.285, allo scopo di disciplinare proprio la dispersione delle ceneri.

La Regione Lombardia ha approvato la legge n. 22/2003 sui problemi cimiteriali, così pure hanno provveduto a legiferare altre Regioni Italiane come la Toscana, l'Emilia Romagna, la Liguria e altre. Dal 14 febbraio 2004 in Lombardia è possibile disperdere le ceneri in natura oppure affidarle a qualche parente per la conservazione al proprio domicilio.

La cremazione è una pratica considerata da molti igienica ed ecologica, che permette di ridurre considerevolmente gli spazi e i costi destinati ai defunti, contribuire a creare condizioni di vita migliori per chi rimane, evitando nel contempo lo squallore del disfacimento del proprio corpo.

La legge ha individuato tre modalità per ottenere la cremazione:

  1. affidare le proprie volontà al congiunto più prossimo che, al momento del decesso, chiede l'autorizzazione per la cremazione al Sindaco del Comune dove è avvenuto il decesso. Se vi sono più congiunti di pari grado (es. figli) questi devono essere tutti d'accordo.
  2. lasciare indicazioni precise nelle disposizioni testamentarie;
  3. iscriversi a una società per la cremazione che curerà l'esecuzione delle volontà dell'iscritto e la farà valere anche in caso di familiari dissenzienti. Le Società per la Cremazione (SOCREM) provvedono all'espletamento di tutta la parte burocratica e assistono i congiunti.

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