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Risiera di San Sabba - Wikipedia

Risiera di San Sabba

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 45°37′26.09″N 13°47′22.10″E / 45.6239139, 13.789472

Monumenti Italiani
Questo è un monumento nazionale italiano. Per maggiori informazioni, consulta l'elenco specifico.
Risiera di San Sabba
Tipologia museo storico
Immagine del Risiera di San Sabba
Ingresso alla Risiera di San Sabba
Indirizzo via Giovanni Palatucci 5, Trieste
Orari 9 - 19 - chiuso: 1 gennaio, 25 dicembre
Biglietti ingresso gratuito
Telefono 040 826202
Sito Risierasansabba.it
Mezzi Autobus 8, 10, 19, 20, 21, 23

La Risiera di San Sabba (in sloveno: Rižarna pri Sveti Soboti) è stato un campo di concentramento nazista per la detenzione ed il transito prevalentemente di prigionieri politici, situato nella città di Trieste.

È stato l'unico lager in Italia ad avere un forno crematorio. In esso le autorità tedesche compirono uccisioni, in un primo momento mediante gas (usando i motori diesel degli autocarri), in seguito per fucilazione o con colpo di mazza alla nuca.

Indice

[modifica] Premessa

In seguito all'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, le province italiane di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana vennero sottoposte al diretto controllo del Terzo Reich con il nome di Zona di operazione dell'Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico).

Tale zona faceva parte formalmente della Repubblica sociale italiana, ma l'amministrazione del territorio - considerato come zona d'operazione bellica - fu però affidata e sottomessa al controllo dell'Alto Commissario Friedrich Rainer, già Gauleiter della Carinzia.

[modifica] La risiera

Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la pilatura del riso era stato costruito nel 1913 nel rione di San Sabba, alla periferia della città e fu trasformato inizialmente in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre: venne denominato Stalag 339.

Successivamente, al termine dell'ottobre 1943, il complesso diviene un Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati Sloveni, Croati, partigiani, detenuti politici ed ebrei.

Supervisore della Risiera fu l'ufficiale delle SS Odilo Globocnik, triestino di nascita, che ebbe un importante ruolo in molti campi di concentramento.

Olocausto
Presupposti
Leggi di Norimberga · Programma T4
Campi di concentramento (Elenco)
Ebrei
Germania nazista, dal 1933 al 1939
Pogrom: Notte dei cristalli · Pogrom di Iaşi
Pogrom di Jedwabne · Pogrom di Leopoli...
Ghetti: Varsavia, Lodz
Cracovia, Theresienstadt...
Einsatzgruppen: Babi Yar, Rumbula
Ponary, Massacro di Odessa...
Soluzione Finale: Conferenza di Wannsee
Aktion Reinhard
Campi di sterminio: Chełmno, Belzec
Sobibor, Treblinka, Auschwitz
Resistenza: ZOB · ZZW
Rivolte dei ghetti (Varsavia)
Fine della guerra: Marce della morte
Berihah· Sh'erit ha-Pletah
Altre vittime
Slavi e Polacchi · Rom
Dissidenti tedeschi · Comunisti
Omosessuali · Testimoni di Geova
Parti responsabili
Germania nazista: Hitler · Heydrich
Eichmann · Himmler · SS · Gestapo
Collaboratori: Romania · S.I. Croatia
Ungheria · Repubblica di Vichy · Slovacchia
Italia· Ucraina/Lettonia/Lituania
Funzionalismo contro intenzionalismo
Processo di Norimberga · Altri processi
Sopravvissuti, vittime, e salvatori
Famosi sopravvissuti · Salvatori
Vittime famose
Commemorazioni
Giorno della Memoria · Yom HaShoah

Per i cittadini incarcerati nella Risiera, intervenne in molti casi, presso le autorità germaniche, il vescovo di Trieste, monsignor Santin; in alcuni casi con una soluzione positiva (liberazione di Giani Stuparich e famiglia) ma in altri senza successo.

Luogo dove si trovava il forno crematorio
Luogo dove si trovava il forno crematorio

I nazisti, dopo aver utilizzato per le esecuzioni i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, si servirono all'inizio del 1944 dell'essiccatoio della risiera, prima di trasformarlo definitivamente in un forno crematorio.

L'impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri e la sua prima utilizzazione si ebbe il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente in località Villa Opicina (Trieste).

Il forno crematorio e la connessa ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini. Tra le rovine furono ritrovate ossa e ceneri umane. Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica sul posto dove sorgeva il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera.

Riguardo le ipotesi sui metodi di esecuzione, esse sarebbero avvenute o per gassazione attraverso automezzi appositamente attrezzati, o con un colpo di mazza alla nuca o per fucilazione. Nel complesso le esecuzioni sarebbero state almeno cinquemila.

[modifica] Il museo e gli edifici

Nel campo erano presenti diversi edifici che oggi non esistono in seguito alla trasformazione in campo profughi per gli esuli giuliano-dalmati nel 1945 e alla seguente ristrutturazione e trasformazione in "Monumento Nazionale" . Sono visibili:

  • La "cella della morte" dove venivano rinchiusi i prigionieri portati dalle carceri o catturati in rastrellamenti e destinati ad essere uccisi e cremati nel giro di poche ore.
  • Le 17 celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri, riservate particolarmente agli Sloveni e Croati, ai partigiani, ai politici, agli ebrei, destinati all'esecuzione a distanza di giorni o di alcune settimane. Le due prime celle venivano usate per la tortura e la di raccolta di materiale prelevato ai prigionieri e vi sono stati scoperti, fra l'altro, migliaia di documenti d'identità, sequestrati non solo ai detenuti e ai deportati, ma anche alle persone inviate al lavoro coatto.
  • L'edificio seguente di quattro piani, dove venivano rinchiusi in ampie camerate gli ebrei ed i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania, uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi. Da qui finivano a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Nell'edificio centrale, usato come caserma, con i resti del forno crematorio si trova l'interessante Museo.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

  • Ferruccio Folkel. La risiera di San Sabba. Milano: BUR - Biblioteca Universale Rizzoli, 2000. ISBN 8817175072

[modifica] Collegamenti esterni


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