Belmonte Calabro
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Belmonte Calabro | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Calabria | ||||||||
Provincia: | Cosenza | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 262 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 23,89 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 94 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Annunziata, Marina di Belmonte, Salice, Santa Barbara, Spineto, Vadi | ||||||||
Comuni contigui: | Amantea, Lago, Longobardi, Mendicino, San Pietro in Amantea | ||||||||
CAP: | 87033 | ||||||||
Pref. tel: | 0982 | ||||||||
Codice ISTAT: | 07801 | ||||||||
Codice catasto: | A762 | ||||||||
Nome abitanti: | belmontesi | ||||||||
Santo patrono: | Santa Maria Assunta | ||||||||
Giorno festivo: | 15 agosto | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
Visita il Portale Italia |
Belmonte Calabro (confidenzialmente Belmonte, Bellimontum in lingua latina, Bellimunti in dialetto belmontese) è un paese situato in provincia di Cosenza, nell'area dell'Alto Tirreno Cosentino.
Il paese, fondato nel XIII secolo dagli Angioini come abitato fortificato nel territorio di Amantea, ha avuto notevole importanza nel passato, tanto che fu un Principato sotto la signoria dei Ravaschieri, dei Pinelli e poi dei Pignatelli. I Principi di Belmonte ebbero anche diritto di conio, testimoniato dalla rarità numismatica del Tornese di Belmonte. Patria di numerose personalità illustri, dal cappuccino padre Giacinto da Belmonte al gerarca fascista Michele Bianchi, Belmonte è oggi luogo d'origine del pomodoro di Belmonte, prodotto DOP, nonché sede della Riserva Naturale WWF "Scogli di Isca" e di varie attività culturali che ne fanno uno dei centro più interessanti della zona.
Indice |
[modifica] Geografia fisica
[modifica] Clima
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temp. max. media (°C) | 14.9 | 14.0 | 15.5 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 3.7 |
Temperatura media (°C) | 12.0 | 10.8 | 12.6 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 2.9 |
Temp. min. media (°C) | 9.4 | 8.0 | 9.8 | - | - | - | - | - | - | - | - | 2.3 | |
Piogge (mm) | 79.5 | 14.7 | 81.0 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 175.2 |
Giorni di pioggia (≥ 1 mm) | 11 | 2 | 5 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 18 |
Umidità relativa (%) | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 0 |
Eliofania assoluta (ore) | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 0 |
Venti (dir.-nodi) | ESE 8.4 |
ESE 8.6 |
ESE 6.8 |
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[modifica] Territorio
[modifica] Idrografia
Per approfondire, vedi la voce Verre (fiume). |
[modifica] Orografia
Per approfondire, vedi la voce Monte Cocuzzo. |
[modifica] Storia
Per approfondire, vedi la voce Storia di Belmonte. |
Le origini del nome |
Il toponimo Belmonte deriva secondo l'ipotesi più accreditata dal nome del maresciallo del Regno di Napoli Drogone di Beaumont che nel 1270 fondò il castello.[1] Altre fonti invece lo farebbero derivare dal sito su cui sorge l'abitato, appunto un "monte", "bello" per via della posizione dominante sia sul mar Tirreno che sulla vallata del fiume Verre.
L'attributo Calabro venne aggiunto prima con delibera del Consiglio comunale del 1 novembre 1862 e successivamente con Regio Decreto 4 gennaio 1863[2], per la necessità di distinguere il paese da altre località italiane omonime, quali Belmonte Castello (FR), Belmonte del Sannio (IS), Belmonte in Sabina (RI), Belmonte Mezzagno (PA), Belmonte Piceno (AP). |
[modifica] Età antica (3000 a.C. - 476)
Il sito dell'attuale abitato di Belmonte non fu in età antica, stando ai resti pervenuti ai giorni nostri, sede di alcun abitato pre-romano o romano. Tuttavia, nel vasto territorio belmontese sono state attestate presenze antiche, anche collegate a stabilimenti di coloni Greci nella zona. Il territorio belmontese era incluso all'epoca della colonizzazione greca e poi in età romana nel territorio della città di Clampetia, identificata o nel territorio di Fiumefreddo Bruzio o, secondo l'ipotesi più diffusa, nel territorio di Amantea.
In località Cuoco è stato attestato sorgesse in età pre-romana e poi romana un piccolo villaggio, stazione di posta sulla via Traianea. Presso quest'area è venuta alla luce negli ultimi anni del XX secolo una necropoli risalente all'incirca al II secolo a.C..[3] Il reperto più interessante è rappresentato da un'anfora d'argilla alta 1.05 metri, conservata oggi presso il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide a Sibari, in comune di Cassano allo Ionio, contenente lo scheletro di un bambino di diciotto mesi inumato secondo il rituale funerario punico dell' enkytrismos[4], introdotto dunque attraverso legami commerciali con Cartagine. Questi legami con altre zone del mar Mediterraneo sono anche testimoniati dai ripostigli di Belmonte Calabro, vasi di terracotta rinvenuti in località Serra nel 1935 contenenti in tutto ventitre monete provenienti dalle zecche di Locri, Crotone e Cartagine risalenti grosso modo all'età della seconda guerra punica.[5]
In località Regastili, poco lontano dalla località Cuoco, sorgeva secondo alcune ipotesi un tempietto pagano o un'antica officina. Il toponimo Regastili infatti deriverebbe[6] o dal greco antico εργαστηριον ("ergasterion", "officina, fabbrica") o dalla corruzione del greco antico δεκα στιλους ("dieci colonne"), nomi che farebbero pensare comunque ad una costruzione antica presente nel sito, di cui fino ad oggi non si è trovata traccia.
La località Annunziata è anche denominata Greci, il che sarebbe giustificabile con la presenza di un antico tempio dedicato alla dea Venere, su cui sarebbe sorta con l'avvento del Cristianesimo l'attuale Chiesa dell'Annunziata, che sarebbe uno dei primi luoghi di culto cristiani della zona.
[modifica] Medioevo (476 - 1572)
Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'846 i Saraceni conquistarono la città bizantina di Nepetia, collocata nel sito dell'attuale Amantea e il cui territorio comprendeva anche quello di Belmonte, e ne rimasero padroni dopo aver creato un Emirato fino all'885 quando i Bizantini al comando di Niceforo Foca riconquistarono la città.
I primi abitati attestati nel territorio belmontese in età medioevale sono i casali di Santa Barbara, corrispondente con molta probabilità all'attuale frazione omonima, e Tinga, corrispondente probabilmente alle località attuali di Annunziata e Serra. Nel casale di Santa Barbara c'erano due chiese, Santa Barbara e San Pietro, menzionate per la prima volta nel 1097, quando il duca di Puglia e Calabria Ruggero Borsa concesse queste chiese in beneficio all'abbazia benedettina della SS. Trinità di Mileto. In seguito nel giugno 1202 Riccardo vescovo di Tropea concesse le stesse chiese all'abbazia florense di Fontelaurato di Fiumefreddo.[7]
Durante il tentativo di Corradino di Svevia di conquistare il regno di Napoli, la città fortificata di Amantea, poiché si era ribellata agli Angioini, venne assediata e conquistata da questi ultimi nel 1269. Per mantenere sotto controllo la città irrequieta, Carlo I d'Angiò ordinò al maresciallo Drogone de Beaumont di costruire un castello di proprietà demaniale in territorio amanteano. Nacque così, tra il 1270 ed il 1271, Belmonte.
Dall'inizio del XIV secolo il castello di Belmonte vene infeudato ad alcuni esponenti della nobiltà napoletana. Tra il 1305 ed il 1338 fu sottoposto alla famiglia Mastroiodice o Mastrogiudice, tra il 1338 ed il 1367 ai Cossa o Salvacossa, dal 1367 al 1443 alla famiglia Sacchi. Negli stessi periodi, i casali di Santa Barbara e Tinga avevano una loro successione feudale, fino a che non scomparvero e vennero unificati anche loro nel territorio di Belmonte.
Un diploma della regina di Napoli Giovanna I di Napoli risalente al 1345 delimitò il territorio di Belmonte separandolo da quello di Amantea, sancendo de iure l'autonomia del primo paese dalla città costiera.
La famiglia Di Tarsia entrò in possesso del castello e dei suoi casali nel 1443 e lo mantenne fino al 1572.
[modifica] Età moderna (1572 - 1789)
[modifica] Età contemporanea (1798 - 1943)
[modifica] Oggi
[modifica] Simboli
Lo stemma è così descritto dallo Statuto Comunale:
« Due torri laterali su due colline e con al centro una palma su una collina. Nella parte superiore è situata una corona. » | |
(Statuto Comunale di Belmonte Calabro.[8])
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[modifica] Onorificenze
[modifica] Ricorrenze
[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica] Chiese e conventi
Per approfondire, vedi la voce Chiese di Belmonte. |
[modifica] Palazzi e ville.
- Palazzo Ravaschieri della Torre; edificato tra il 1639 ed il 1640 dal principe Orazio Giovan Battista Ravaschieri, fu la residenza ufficiale della famiglia Ravaschieri durante i loro soggiorni nel feudo. Acquistato nel 1798 dalla famiglia Del Giudice, fu teatro di spiacevoli eventi legati all'assedio di Belmonte del 1806.[9] (Vedi Palazzo Ravaschieri della Torre)
- Palazzo del Rivellino; edificato in forma di palazzo nel 1627 dal principe Orazio Giovan battista ravaschieri su una precendente torre costiera del XVI secolo, fu sia fortificazione che magazzino e punto di raccolta sulla costa belmontese. Divenuto proprietà demaniale nel 1806, fu venduto poi a privati.[10] (Vedi Palazzo del Rivellino)
- Palazzo Barone-Del Giudice; edificato nel XVIII secolo dalla famiglia Barone, venne in seguito acquisito dai Del Giudice per legami ereditari, divenendo la residenza ufficiale di questa famiglia nel paese. Annessa al palazzo c'è l'antica chiesa del Purgatorio.[11] (Vedi Palazzo Barone-Del Giudice)
- Palazzo Pignatelli; costruito all'inizio del XVIII secolo dal principe Antonio Pignatelli sulla principale arteria del centro storico, l'attuale via IV Novembre, sono pregevoli gli affreschi del salone, opera del pittore settecentesco Baldassare Buontempo. Diversi terrazzi rivolti a settentrione sono stati in seguito chiusi. Il palazzo, sequestrato al tempo dei francesi, tanto che fu anche loro quartier generale dopo la presa del paese a seguito dell'assedio di Belmonte del 1806, venne acquistato da ultimo dalla famiglia Del Giudice.[12]
Nel centro storico ci sono poi almeno otto abitazioni appartenenti o appartenute a storiche famiglie belmontesi dotate di feritoie: queste sono Casa Guercio, Casa Bassareo, Casa Osséo, Casa Cuvelli, Casa Giuliani, Casa Aloisio, Casa Barone, Casa Bossio.
[modifica] Castelli e fortificazioni
Belmonte nasce essenzialmente da un complesso fortificato, rappresentato dal Castello di Belmonte|Castello, di fondazione angioina, e dalla successiva espansione della cerchia muraria. Il sistema fortificato del paese era composto da:
- Castello di Belmonte Calabro; edificato nel 1271 circa, rappresentò l'impulso alla nascita del paese. Di dimensioni considerevoli e situato in un luogo molto strategico, venne danneggiato da vari sismi e dall'assedio francese del 1806. Oggi tra i resti è stato aperto un centro culturale, oltre alla Biblioteca Comunale ed al Museo della Civiltà Contadina.[13] (Vedi Castello di Belmonte Calabro)
- Mura di cinta; edificate dopo il XIII secolo in seguito all'espansione dell'abitato sul colle, oggi ne restano alcuni spezzoni. Alcuni tratti non presentavano cerchia muraria, ma solo le pareti delle case: ogni casa eleggeva, in caso d'emergenza, un capitano a guerra che aveva il compito di coordinare la difesa di quel tratto della cerchia. Nel perimetro murato c'erano almeno cinque torrioni, sia rivolti verso la valle del fiume Verre sia verso il Vallone della Porta. Uno, il torrione oggi riadibito a belvedere antistante Palazzo Ravaschieri della Torre, è chiamato 'A Turra, a causa del fatto che è la torre più in vista del paese, che caratterizza l'immagine del paese stesso visto dalla Marina di Belmonte. Un tratto della cerchia era anche, ed è ancora, chiamato 'u Muraglio, ed è collocato nel'area dell'abitato denominata 'u Diestru. Quattro erano le porte che davano accesso al paese:
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- Porta di Mare; accesso del paese dal mare, era situata sull'antico tracciato stradale che saliva lungo il colle della torre di Bastia e la località Paganelli, e che oggi è ridotto ad un sentierello.
- Porta del Vallone; attualmente murata e ridotta a sostruzione dei giardini di Palazzo Barone-Del Giudice, durante alcuni lavori negli anni '70 vi venne rinvenuta praticamente un'intera armeria risalente all'epoca dell'assedio di Belmonte del 1806.
- Porta di Terra; rasa al suolo con l'espansione orro-novecentesca del paese, dava accesso agli antichi sentieri per i conventi suburbani e per le frazioni montane, oltre che per il fontanile pubblico situato presso la Chiesa dell'Immacolata Concezione.
Una piccola posterla verso la vallata si apriva presso 'u Muragliu nell'area de 'u Diestru.
Le torri costiere venne istituite in Calabria, come in altri luoghi, per la necessità di difendere le coste e i loro abitanti dalle frequenti incursioni e da attacchi militari soprattutto da parte dei Saraceni. Il vicerè spagnolo del regno di Napoli don Pedro de Toledo nel 1550 inviò il marchese Fabrizio Pignatelli sulle coste calabresi con il compito di far costruire torri difensive sulla costa, a distanza uguale e visibili l'una con l'altra.[14] A quest'epoca all'incirca risalgono le due torri costiere presenti nel territorio belmontese:
- Torre di Bastia; anche detta torre di Barbarise, sorgeva sul colle Bastia poco distante dal centro storico. Alta tra i quindici ed i venti metri, di forma rotonda, venne rasa al suolo nel 1931 per la costruzione del monumento a Michele Bianchi. (Vedi Torre di Bastia)
- Torre di Verri; deve il suo nome ala corruzione del toponimo del fiume Verre, che scorre proprio sotto l'altura su cui sorge la torre, ai confini con il territorio di Amantea.
Anche il Palazzo del Rivellino della Marina di Belmonte nacque come torre costiera edificata nel 1576 ed in seguito tramutata in edificio residenziale e commerciale.
[modifica] Fontane e monumenti
- Monumento a Michele Bianchi; edificato tra il 1930 ed il 1932 come sepoltura del quadrumviro e gerarca fascista Michele Bianchi, nativo di Belmonte, consiste in un grande faro monolitico ispirato alla Colonna Traiana di Roma. È l'unico mausoleo dedicato ad un gerarca fascista.
- Monumento ai Caduti.
- Monumento a Padre Giacinto da Belmonte.
[modifica] Ambiente
Aree verdi che interessano il comune di Belmonte Calabro |
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[modifica] Società
[modifica] Evoluzione demografica
Evoluzione storica della popolazione residente | |
1276 | 820[15] |
1372 | 790[16] |
1450 | 860[17] |
1532 | 990[18] |
1561 | 1415[19] |
1601 | 1640[20] |
1650 | 1270[21] |
1698 | 1600[22] |
1753 | 1888[23] |
1767 | 3255[24] |
1797 | 3042[25] |
1815 | 2513[26] |
1825 | 2924[27] |
1849 | 3689[28] |
1861 | 3645[29] |
1901 | 4589[30] |
1931 | 4704[31] |
1951 | 4343[32] |
1982 | 3087[33] |
1985 | 3054[34] |
1991 | 3087[35] |
1992 | 3125[36] |
1995 | 3066[37] |
2001 | 3053[38] |
2002 | 3017[39] |
2003 | 3008[40] |
2004 | 2994[41] |
2005 | 2878[42] |
2006 | 2511[43] |
2007 | 2269[44] |
Belmonte ha avuto un'evoluzione demografica molto massiccia tra XVIII e XIX secolo, tanto che per un periodo relativamente lungo la vicina, ed attualmente molto più popolosa, cittadina di Amantea, contò meno abitanti di Belmonte stessa.[45] Anche nel corso del XIX secolo e agli inizi del XX secolo, nonostante alcune epidemie verificatesi, come la spagnola del 1918, che uccise quarantotto belmontesi[46], la crescita demografica fu netta. Non incise sostanzialmente negativamente neanche l'emigrazione verso l'America e l'Europa del Nord, che pure era un fenomeno che si verificava anche a Belmonte e nelle sue campagne. Attualmente, si assiste ad un fenomeno generale di regresso della popolazione, che è diminuita secondo i dati ISTAT in maniera impressionante, riducendosi di circa mille unità solo nel quadriennio 2003-2008.
Abitanti censiti
[modifica] Etnie
Provenienza della popolazione straniera residente (2007)[47] | |
Romania | 5 |
Brasile | 4 |
Polonia | 3 |
Albania | 1 |
Ucraina | 1 |
Marocco | 1 |
Argentina | 1 |
Evoluzione storica della popolazione straniera residente | |
2003 | 20[48] |
2004 | 26[49] |
2005 | 32[50] |
2006 | 17[51] |
2007 | 16[52] |
Il fenomeno dell'immigrazione straniera a Belmonte è sempre stato di dimensioni molto ridotte, visto che innegabilmente il territorio è stato di più teatro di emigrazione che di immigrazione. Tuttavia, il fenomeno, seppur di dimensioni ridotte rispetto ai dati nazionali, è stato registrato negli ultimi anni, anche se sta avendo, in netta contro-tendenza rispetto alle statistiche del resto del paese, una riduzione drastica.
[modifica] Lingue e dialetti
Per approfondire, vedi la voce Dialetti calabresi. |
Accanto alla lingua italiana, a Belmonte è nel suo territorio è parlato il dialetto belmontese, facente parte dei dialetti calabresi influenzati in parte dal dialetto napoletano in parte da quello siciliano.
[modifica] Religione
Belmonte Calabro è inclusa nell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, e sotto-raggruppata nella Forania Marina. Tutto il territorio comunale è incluso in un'unica parrocchia, quella della Collegiata di Santa Maria Assunta. La sua estensione è di 23.89 km2 e la sua popolazione di circa 2000 anime.
A partire dal XVII secolo e fino a 1807, erano presenti a Belmonte due istituti religiosi maschili, il Convento dei Padri Carmelitani, che assolveva anche all'istruzione dei ragazzi, e quello dei Padri Cappuccini. In precedenza, altre comunità monastiche risulta avessero monasteri in alcune chiese rurali, ma questi insediamenti monastici gradualmente scomparirono. Numerose erano anche le Confraternite e spesso ingenti i patrimoni della Chiesa cattolica, in parte ceduti con l'istituzione della Giunta di Cassa Sacra nel 1784 e con l'abolizione degli ordini religiosi nel 1806 da parte di Gioacchino Murat.
[modifica] Folclore
[modifica] Feste e sagre
- Festa patronale di Maria Santa Maria Assunta; si festeggia il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di Maria.
- Festa compatronale di San Bonaventura da Bagnoregio; si festeggia il 15 luglio, giorno della festa di san Bonaventura da Bagnoregio. La festività venne istituita nel XVII secolo su pressione dei Padri Cappuccini.
- Festa compatronale della Madonna del Carmine; si festeggia il 16 luglio, giorno della festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Fu introdotta a partire dalla costruzione della Chiesa del Carmine, avvenuta nel 1562.
- Festa compatronale di San Francesco di Paola; si festeggia il 2 aprile, giorno della festa di san Francesco di Paola. la festività venne istituita su interessamento dei Padri Carmelitani a partire dal 1768.
- Sagra dgli ziti con la carne di pecora; si festeggia il 16 agosto a partire dal 1974, nel giorno della demolizione dello sperone roccioso che occupava il sito dell'attuale Municipio.
[modifica] Eventi
- Premio Letterario Galeazzo di Tarsia.
[modifica] Enti e Associazioni
- Confraternita del Santissimo Sacramento.
- Associazione Teatrale "I Cacaturnisi".
[modifica] Cultura
[modifica] Istruzione
[modifica] Scuole
[modifica] Biblioteche
- Biblioteca Comunale "Galeazzo di Tarsia".
[modifica] Musei
- Museo della Civiltà Contadina.
[modifica] Media
[modifica] Radio
[modifica] Stampa
[modifica] Televisione
[modifica] Cinema
[modifica] Arte
[modifica] Teatro
[modifica] Musica
Nella prima metà del XX secolo erano attive a Belmonte due bande musicali: la Banda della Magnolia e la Banda della Cipolla.
[modifica] Cucina
- Pomodoro di Belmonte: particolare per le sue enormi dimensioni, è un prodotto DOP;
- Capocollo di Calabria e Soppressata di Calabria: prodotti di origine suina che caratterizzano un po' l'intera regione;
- Fichi secchi del Tirreno Cosentino: la prima ditta a produrli è sorta nel 1910 a Belmonte, e da allora sono una specialità culinaria della gastronomia regionale.
[modifica] Personalità legate a Belmonte
Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Belmonte. |
Per approfondire, vedi le voci Nati a Belmonte Calabro e Morti a Belmonte Calabro. |
[modifica] Geografia antropica
[modifica] Urbanistica
Il Castello venne fondato tra il 1270 ed il 1271 sulla sommità dell'altura dell'attuale centro storico, in posizione dominante sulla pianura costiera ma anche sulla vallata interna del fiume Verre e sulla via interna per Lago. L'abitato iniziò a sorgere in seguito, sicuramente dopo il censimento angioino del 1276, come appendice del Castello.
Il centro del nascente borgo era, si suppone, l'attuale zona denominata 'u Burgiu, gravitante attorno all'antica chiesa del Purgatorio, primo luogo di culto del paese, e all'antica via d'accesso che passava sotto la torre di Bastia. Questo primo abitato era situato un po' più a valle della fortificazione, raggiungibile attraverso l'attuale via IV Novembre.
Fu proprio quella la linea di sviluppo successiva dell'abitato, che alla fine del XVIII secolo coprì l'intera superficie edificabile dell'altura. Gli edifici più importanti, dalla Collegiata di Santa Maria Assunta al Palazzo Baronale, passando per Palazzo Pignatelli, Palazzo Barone-Del Giudice e Palazzo Ravaschieri della Torre, vennero edificati lungo la direttrice di via IV Novembre, anche se molte residenze importanti anche dal punto di vista architettonico sono dislocate nei punto più interni della rete urbanistica, che seguì uno sviluppo che ricorda da vicino le città vecchie del mondo islamico.
Nel 1562 venne fondato il Convento del Carmine, fuori dalle mura paesane circa mezzo chilometro, e nel 1611 iniziò la fondazione del Convento dei Cappuccini, distante circa un chilometro dal paese, seguito nel 1622 dalla più vicina Chiesa dell'Immacolata Concezione, prossima ad un frequentato fontanile. Questi edifici religiosi vennero costruiti lungo la strada che conduceva alla frazione Annunziata e alle altre località sparse del territorio, oltre che a Lago.
Nel corso del XIX secolo l'espansione urbana coprì l'area gravitante attorno all'attuale piazza John Fitzgerald Kennedy, tra le mura del Castello, bombardato durante l'assedio di Belmonte del 1806 dai francesi e definitivamente distrutto dal terremoto del 1908, e la Chiesa dell'Immacolata Concezione. Durante il XX secolo, a partire dagli anni '60, si sono iniziate a moltiplicare le costruzioni tra la località Serra e il Convento dei Cappuccini. Inoltre, l'espansione urbana ha riguardato molto di più la località Marina di Belmonte, favorita dalla Strada Statale 18 Tirrena Inferiore e dalla Ferrovia Tirrenica Meridionale.
[modifica] Suddivisioni storiche
Il centro storico di Belmonte, che è oggi uno dei più vasti centro storici della zona, pur se in gran parte abbandonato, è storicamente suddiviso in tre zone:
- 'U Burgu; corrispondente alla parte presumibilmente più antica del paese, nell'area attorno alla chiesa del Purgatorio e a piazza Eugenio Del Giudice: vi sorgono Palazzo Ravaschieri della Torre e Palazzo Barone-Del Giudice con i relativi giardini.
- 'U Mancu; corrispondente alla parte sinistra (mancu in dialetto belmontese significa "sinistro" dell'abitato, con affaccio verso il Vallone della Porta: vi sorgono varie case appartenute a importanti famiglie belmontesi e Palazzo Pignatelli: il "confine" con 'u Diestru è grossomodo sancito dall'attuale via IV Novembre.
- 'U Diestru; corrispondente alla parte destra (diestru in dialetto belmontese significa "destro") dell'abitato, si affaccia sulla vallata del fiume Verre: probabilmente la parte anticamente più popolosa del borgo, vi sorgono alcune residenze appartenute a famiglie importanti.
[modifica] Frazioni
Il comune di Belmonte ha numerose località abitate dislocate nei 2300 ettari di territorio, in buona parte montagnoso. Tutte queste località sono oggi sostanzialmente isolate e in buona parte disabitate, e collocate in zone montuose, eccezion fatta per la vitale Marina di Belmonte. Almeno una delle località di Belmonte, Santa Barbara, esiste da prima della fondazione di Belmonte stessa.
Acquicella; situata al confine con il comune di Amantea lungo l'antico tracciato della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore, solo una parte di questa località ricade in territorio belmontese, ed esattamente la parte posta sulla sinistra del fiume Verre. (Vedi Acquicella)
Annunziata; situata a nord del centro storico, è una località piuttosto antica ed importante di Belmonte, situata nell'area probabilmente dell'antico casale di Tinga. Abitata già dal tempo della colonizzazione greca, la Chiesa dell'Annunziata è forse uno dei luoghi di culto cristiani più antichi della zona. Posta ad un'altitudine 384 m s.l.m., conta oggi circa 141 abitanti.[53] (Vedi Annunziata)
Bastia.
Buda; situata a 377 m s.l.m. sulla sommità di un'altura panoramica sul mar Tirreno, presso l'antico tracciato della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore per Longobardi, conta oggi circa 67 abitanti.[54]
Marina di Belmonte; situata sulla costa del mar Tirreno, lungo le direttrici della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore e della Ferrovia Tirrenica Meridionale, è il centro più vitale del comune anche se il più recente. Vi sorgeono il seicentesco Palazzo del Rivellino, la sede Riserva Marina Naturale WWF Scogli di Isca e la chiesa di San Pasquale di Baylon. Posta ad un'altitudine di 10 m s.l.m., conta oggi circa 690 abitanti.[55]
Palombelli.
Petrone.
Regastili.
Salice.
Santa Barbara; situata nell'entroterra, è uno dei due casali precedenti la fondazione del castello di Belmonte stesso. Anticamente suddivisa in due zone, San Pietro e Santa Barbara, oggi è un centro abitato di 235 abitanti circa[56] posto a 300 m s.l.m. (Vedi Santa Barbara (Belmonte Calabro))
Spineto.
Vadi; situato su un colle a oriente del centro storico di Belmonte, fronteggia quest'ultimo. Collocato in prossimità del valico della strada per Lago, oggi conta circa 395 abitanti[57] ed è a 425 m s.l.m. (Vedi Vadi)
[modifica] Economia
[modifica] Agricoltura
[modifica] Artigianato
[modifica] Industria
[modifica] Servizi
[modifica] Turismo
[modifica] Istituzioni ed Enti
- Circolo WWF di Belmonte Calabro.
[modifica] Infrastrutture e trasporti
[modifica] Strade
La principale arteria stradale che attraversa il territorio belmontese è la Strada Statale 18 Tirrena Inferiore. La strada moderna è un'opera recente che attraversa la pianura prossima al mare, attraversando la località Marina di Belmonte correndo parallelamente alla Ferrovia Tirrenica Meridionale. L'antico tracciato invece, ricalcando la Via Consolare Salerno-Reggio Calabria aperta dai Borboni e la romana via Traiana, costeggia i fianchi delle montagne a mezza costa, ed è oggi una strada provinciale.
[modifica] Ferrovie
Per approfondire, vedi la voce Stazione di Belmonte Calabro. |
L'unica linea ferroviaria che attraversa il territorio belmontese è la Ferrovia Tirrenica Meridionale, nella sezione Paola-Villa San Giovanni-Reggio Calabria. Questa è una delle linee ferroviarie più importanti in Europa, poiché su di essa scorre la quasi totalità del traffico ferroviario tra il Sud ed il Nord Italia. È stata edificata tra il 1885 ed il 1895 dalla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo. Sulla ferrovia, in territorio di Belmonte c'è la stazione di Belmonte Calabro.
[modifica] Porti
Sulla spiaggia di Belmonte da vari secoli attraccano comodamente imbarcazioni di piccola dimensione e feluche, riposte fino alla fine del XVIII secolo nel Palazzo del Rivellino in località Marina di Belmonte. Attualmente, è stato ricavato un piccolo porticciolo per piccole barche da pesca in un'insenatura alla fine del Lungomare Sud. I porti turistici più grandi di riferimento restano tuttavia quello di Amantea, in località Campora San Giovanni, e Cetraro.
[modifica] Amministrazione
Sindaco: Luigi Provenzano (Lista Civica "Primavera") dal 2006 (1º mandato)
Centralino del comune: 0982400207
[modifica] Amministrazioni precedenti
Per approfondire, vedi le voci Signorie a Belmonte, Principe di Belmonte e Sindaci di Belmonte. |
[modifica] Gemellaggi
[modifica] Sport
[modifica] Calcio
[modifica] Impianti sportivi
[modifica] Note
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 20.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 164.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 16-17.
- ^ In greco antico εγχυτρισμος, dal verbo εγχυτριζω ("raccogliere in un'urna le ossa bruciate dei morti"). Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 17.
- ^ Le monete sono attualmente custodite nel Gabinetto Numismatico del Museo Nazionale Romano di Roma. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 17-18.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 17.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 19.
- ^ Araldicacivica.it
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 117.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 118-119.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 118.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 117-118.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 115-117.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 119-120.
- ^ Corrispondenti di 197 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 160 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 172 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 198 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 283 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 328 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 57.
- ^ Corrispondenti di 317 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Corrispondenti di 320 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Corrispondenti di 472 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Corrispondenti di 811 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Corrispondenti di 760 fuochi. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Dati ISTAT-Istituto Superiore di Sanità [1]
- ^ Dati ISTAT-Istituto Superiore di Sanità [2]
- ^ Dati 13° censimento della popolazione ISTAT-Istituto Superiore di Sanità [3]
- ^ Dati ISTAT [4]
- ^ Dati ISTAT [5]
- ^ Dati 14° censimento della popolazione ISTAT [6]
- ^ Dati ISTAT [7]
- ^ Dati ISTAT [8]
- ^ Dati ISTAT [9]
- ^ Dati ISTAT [10]
- ^ Dati ISTAT [11]
- ^ Dati ISTAT [12]
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 137.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 169.
- ^ Dati ISTAT
- ^ Dati ISTAT [13]
- ^ Dati ISTAT [14]
- ^ Dati ISTAT [15]
- ^ Dati ISTAT [16]
- ^ Dati ISTAT [17]
- ^ Dati ISTAT 2001 [18]
- ^ Dati ISTAT 2001 [19]
- ^ Dati ISTAT 2001 [20]
- ^ Dati ISTAT 2001 [21]
- ^ Dati ISTAT 2001 [22]
[modifica] Bibliografia
- Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, Cosenza 1963.
- Gabriele Turchi, Storia di Amantea, Cosenza 2002.
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Belmonte Calabro(Cosenza, Italia)
[modifica] Collegamenti esterni
- Portale Calabria: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Calabria