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Lingua italiana - Wikipedia

Lingua italiana

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Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, si è deciso a seguito di discussioni di usare nella nomenclatura delle pagine il termine lingua per quelle riconosciute come tali nella codifica ISO 639-1, ISO 639-2 oppure ISO 639-3, approvata nel 2005. Per gli altri idiomi viene usato il termine dialetto.

Italiano ({{{nomenativo}}})
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Italia, Svizzera, San Marino, Città del Vaticano, Istria (Slovenia e Croazia), nonché presso le comunità di emigrati in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Venezuela, Uruguay, Germania, Messico, Francia, Belgio, Regno Unito e Lussemburgo.

Conosciuto da una parte significativa della popolazione in: Principato di Monaco, Corsica, Malta, e, in misura minore, in Albania, Libia, Somalia, Eritrea e Etiopia.

Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: Madrilingue: 65 milioni circa (Totale 150 milioni)
Classifica: 11-19
Scrittura: {{{scrittura}}}
Tipologia: SVO sillabica
Filogenesi:

Lingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Italiano
    
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: bandiera Unione Europea
bandiera Italia
bandiera Svizzera
bandiera San Marino
bandiera Città del Vaticano
bandiere Croazia (bandiere Regione istriana)
bandiera Slovenia (Istria)
bandiera Brasile (lingua riconosciuta come "etnica" a Santa Teresa e Vila Velha)
bandiera Somalia
bandiera Eritrea
Regolato da: Accademia della Crusca
Codici di classificazione
ISO 639-1 it
ISO 639-2 ita
ISO 639-3 ita  (EN)
SIL ita  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Il Padre Nostro
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Distribuzione geografica dell'italiano
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« ... del bel paese là dove 'l sì sona »
(Dante Alighieri, Inferno, c. XXXIII, v. 80)

L'italiano (ascolta [?]) è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze della famiglia delle lingue indoeuropee. Convive con un gran numero di idiomi neo-romanzi e ha delle varianti regionali, per via dell'influenza che su di esso esercitano le lingue regionali. L'italiano è lingua ufficiale dell'Italia, di San Marino, della Svizzera (insieme al francese e al tedesco, mentre il romancio è lingua nazionale ma ufficiale soltanto nel Canton Grigioni), e della Città del Vaticano (insieme al latino). È seconda lingua, coufficiale insieme al croato, nella Regione Istriana (Croazia) e, insieme allo sloveno, nelle città di Pirano, Isola d'Istria e Capodistria in Slovenia. Pur non figurando tra le lingue parlate in questi paesi, e non essendo quindi utilizzato a livello ufficiale, l'italiano è inoltre ampiamente compreso nel Principato di Monaco, a Malta, in Corsica e nel Nizzardo (Francia) e, in misura minore, in Albania e in Libia.

Indice

[modifica] Origine

L'italiano moderno trae origine dal latino, e come le altre lingue romanze proviene dal latino volgare (parlato dal popolo, volgo) e non dal latino illustre, che fu la lingua usata dai letterati dell'epoca.

Mentre la lingua latina letteraria rimase cristallizzata, nel corso dei secoli la lingua parlata dalla plebe si trasformò divenendo sempre più simile ai vari idiomi italiani attuali (e alle altre lingue romanze nel mondo romano fuori della penisola), adattandosi ai diversi accenti locali e subendo influenze diverse nelle varie regioni d'Europa.

Scomparvero così i casi e nacquero gli articoli: il numerale unus, per esempio, significava anche qualcuno, un tale e divenne articolo indeterminativo (unus indeterminativo lo usa anche il poeta Ovidio nelle "Metamorfosi"); i pronomi dimostrativi divennero articoli determinativi e nuovi dimostrativi vennero formati fondendo i vecchi ille e iste con eccu(m). Oppure nei verbi dalla terza persona Latina cadde la -t finale es. "amat" diventa "ama".

Il primo documento contenente tracce di lingua italiana è l'Indovinello veronese, rinvenuto da Schiapparelli nella biblioteca Capitolare di Verona: è un testo vergato a mano da un amanuense sul bordo di un codice di origine spagnola tra la fine dell'VIII - inizio IX secolo d. C.

Ma un documento è considerato unanimemente l'inizio della tradizione linguistica italiana: si tratta di un placito notarile, conservato nell'abbazia di Montecassino proveniente dal territorio di Benevento e risalente al 960: è il cosiddetto Placito capuano che in sostanza è una testimonianza giurata di un abitante circa una lite sui confini di proprietà tra la stessa abbazia di Montecassino ed un piccolo feudo vicino, il quale aveva ingiustamente occupato una parte del territorio dell'abbazia: Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. Una frase soltanto, che tuttavia per svariati motivi è in una lingua già più prossima all'italiano che al latino: i casi (salvo il genitivo "Sancti Benedicti", che riprende la dizione del latino ecclesiastico) sono scomparsi, sono presenti la congiunzione "ko" (="che") e il dimostrativo "kille" (="quelle"), morfologicamente il verbo "sao" (dal lat. "sapio") è prossimo alla forma italiana, etc. Esso è seguito a brevissima distanza da altri placiti provenienti dalla stessa area geografico-linguistica, il Placito di Teano e il Placito di Sessa Aurunca.

L'italiano moderno è, come spesso accade con le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a far carriera; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella originaria. Alla sua base si trova infatti il fiorentino letterario usato nel Trecento da Dante, Petrarca e Boccaccio, influenzato dal siciliano letterario elaborato dalla Scuola siciliana di Giacomo da Lentini (1230-1250) e composto da fiorentino colto (tra cui esisteva una certa affinità linguistica) e prestiti latini: tra i numerosi tratti che l'italiano riprende da questa lingua e che sono invece estranei a quasi tutte le altre parlate italiane si possono citare per esempio, a livello fonetico i "dittonghi spontanei" ie e uo, l'anafonesi, la chiusura di e protonica, l'evoluzione del nesso latino -RI- in i invece che in r e il passaggio di ar atono a er. Già dalla fine del Trecento la lingua parlata a Firenze si distacca però da questo modello, che successivamente viene codificato da letterati non fiorentini (a cominciare da Pietro Bembo) e usato come lingua comune per la scrittura in tutta Italia a partire dalla seconda metà del Cinquecento. Gli intellettuali italiani del Trecento che diedero corpo alla lingua italiana viaggiavano spesso in lungo ed in largo per la penisola al servizio dei potenti dell'epoca od in piena autonomia ed elaborarono sin da allora un'idea di nazione italica o italiana.

Di fatto l'italiano è stato lingua di uso quotidiano per fasce molto ridotte della popolazione non solo fino alla seconda metà dell'Ottocento, ma anche fino alla prima guerra mondiale. Infatti nell'organico dell'esercito c'erano i traduttori o interpreti che traducevano gli ordini impartiti dagli ufficiali nei rispettivi dialetti della truppa. In seguito prima la radio e poi la televisione lo ha diffuso più capillarmente nella popolazione (nel cui linguaggio tuttavia rimane una certa connotazione territoriale).

[modifica] Influenze linguistiche

Diffusione dell'Italiano in Europa, sia come madrelingua che come seconda lingua.[citazione necessaria]
Diffusione dell'Italiano in Europa, sia come madrelingua che come seconda lingua.[citazione necessaria]

[modifica] Genesi e latinismi

Prima dell'avvento dell'impero romano, è l'umbro prima e l'etrusco poi ad essere parlato in Toscana e nel Lazio settentrionale ("Tuscia"). Se la lingua etrusca è stata cancellata nel corso di qualche secolo dall'avvento del latino, dopo la conquista romana, la sua influenza può esser rimasta nel sostrato del toscano, ma la questione è ampiamente dibattuta. Il latino volgare divenne ben presto la lingua parlata in Italia e in gran parte d'Europa. Data la durata e la qualità della dominazione romana sul Continente, è facile capire perché il latino sia la base di moltissime lingue europee. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, nel 476, la Toscana vide arrivare gli ostrogoti e i longobardi (secoli V e VI), popolazioni provenienti dal nord e dall'est dell'Europa. Esse influenzarono la lingua della regione solo nel lessico, le altre caratteristiche restarono più o meno immutate. Il toscano resta una delle parlate romanze più conservative e vicine al latino.

[modifica] Grecismi

Nel corso dei secoli l'italiano ha accolto numerosi prestiti e calchi linguistici da altre lingue e culture, come il mondo greco, da cui derivano molti termini scientifici e religiosi, questi ultimi dovuti alla diffusione della Vulgata (la traduzione della Bibbia dalla versione in greco detta Septuaginta, da cui parabola, angelo, chiesa, martire etc.); dai bizantini deriva lessico marinaresco (galea, gondola, molo, argano) o botanico (basilico, bambagia);

[modifica] Ebraismi

Dall'Ebraico derivano parole usate nei riti cristiani come sabato, osanna, alleluia, pasqua e altre come manna.

[modifica] Arabismi

Numeroso il lessico che proviene da parole arabe, tra cui vegetali (arancia, limone, spinaci, zucchero), termini commerciali e amministrativi (dogana, fondaco, magazzino, tariffa, sultano, califfo, sceicco, ammiraglio), scientifici (alchimia, alambicco, elisir), matematici (algebra, algoritmo, cifra, zero) e recentemente termini come burqa e intifada.

[modifica] Francesismi

Dal francese medievale, ovvero dal provenzale e dal gallico, ovvero dalla lirica trobadorica, provengono moltissimi termini, ad esempio: burro, cugino, giallo, giorno, mangiare, manicaretto, saggio, savio, cavaliere, gonfalone, usbergo, sparviere, levriere, dama, messere, scudiere, lignaggio, liuto, viola, gioiello...; oltre il medioevo i prestiti dall'area francese si riducono, per riprendere in occasione dell'occupazione della Lombardia nel XV secolo (maresciallo, batteria, carabina, ma anche bignè, besciamella, ragù).

In epoca illuministica e quindi con Napoleone si insedieranno ad esempio rivoluzione, giacobino, complotto, fanatico, ghigliottina, terrorismo.

Nell'800 entrano ancora parole come: casseruola, maionese, patè, menù, ristorante, omelette, croissant (cucina); boutique, decolté, plisse, griffe, pret-a-porter, fuseaux (moda); boulevard, toilette, sarcasmo, suicidio, cinema, avanspettacolo, soubrette, boxeur (anglismo passato al francese), chassis.

[modifica] Germanismi

In larga parte di origine longobarda o gotica sono diversi termini comuni in italiano. Per esempio: guerra, zanna, grinfia, stambecco, sapone, vanga, banda, guardia, elmo, albergo, spola, guercio, stanga. Alcuni prestiti sono scandinavi come per esempio renna.

[modifica] Iberismi

Dallo spagnolo, prima e durante l'occupazione asburgica, sono giunti nell'italiano termini come infante, posata, brio, creanza, lazzarone, etichetta, sfarzo, sussiego, puntiglio, zaino, parata, guerriglia, cacao, ananas, amaca, cioccolata... Dal portoghese derivano parole come mais, patata, condor, lama, banana, cocco, mandarino (originariamente cinese), pagoda (originariamente cinese)... Tra questi, molti hanno origine dai nuovi referenti provenienti dalla scoperta dell'America.

Fra le lingue iberiche minoritarie che ebbero una certa influenza sull'italiano, va senz'altro menzionato il catalano, parlato, insieme al toscano o ai dialetti locali, in alcune corti medievali (in Sicilia, fra il XIII e il XV secolo, in Sardegna fra la prima metà del XIV e la prima metà del XVII secolo, e a Napoli nel corso del XV secolo).

[modifica] Anglismi ed americanismi

I prestiti dall'inglese sono relativamente recenti, indicativamente dalla fine del '700, ma considerevoli. Secondo Tullio De Mauro gli anglismi entrati nell'italiano si attestano attorno all'8% del lessico complessivo. Va segnalato però che molti di tali termini sono a propria volta di origine latina pertanto non sono agevolmente identificabili come alloglotti.

Tra i primi ad entrare abbiamo colonia, costituzionale, petizione, adepto, inoculare, legislatura. Tra l'800 ed il '900, grazie alla fortuna di romanzi quali Ivanhoe e L'ultimo dei mohicani, si diffondono nuovi prestiti come acquario, antidiluviano, autobiografia, pellerossa, inflazione ed integrali come milady, whisky. Sceriffo deriva dal sassone "shire-reeve", che letteralmente significa "amministratore di contea".

Dopo la seconda guerra mondiale, si insediano stabilmente termini relativi allo sviluppo tecnologico ed economico; molti sono prestiti di necessità, ovvero non traducibili con lemmi già esistenti: kit, jeans, film, killer, partner, okay, puzzle, scout, spray, west, punk, rock; lessico finanziario come budget, marketing, meeting, business, part-time; informatico come click, cliccare, computer, formattare, hardware, software, mouse; sportivi come goal, corner, cross, assist, baseball, basketball, sponsor, hobby, zoom.

[modifica] Presenza nel mondo

[modifica] Lingua ufficiale

L'Italiano è lingua ufficiale in Italia, a San Marino, in Città del Vaticano (insieme al latino), in Svizzera (insieme a tedesco, francese e romancio), in tre comuni della Slovenia e nella Regione istriana (Croazia).

In Italia la proposta di legge costituzionale approvata dalla Camera il 28 marzo 2007 (dovrà essere approvata dal Senato e in quanto modifica costituzionale necessita di doppia deliberazione da parte di ogni ramo del Parlamento) prevede la modifica dell'art. 12 della Costituzione in «L'italiano è la lingua ufficiale della Repubblica nel rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione e dalle leggi costituzionali.». Già oggi lo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (DPR n. 670 del 31 agosto 1972), - che costituisce legge costituzionale - prevede all'art. 99 che «[...] quella italiana [...] è la lingua ufficiale dello Stato». Dicitura ripetuta dall'art. 1 del DPR n. 574 del 15 luglio 1988 "Norme di attuazione dello Statuto Speciale per la Regione Trentino-Alto Adige" e richiamata dalla Legge ordinaria n. 482 del 15 dicembre 1999 "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" che stabilisce all'art. 1 che "la lingua ufficiale della Repubblica è l'italiano".

Ripartizione delle lingue ufficiali in Svizzera (2000)
Ripartizione delle lingue ufficiali in Svizzera (2000)

In Svizzera la lingua italiana è una delle tre lingue ufficiali con il tedesco ed il francese (oltre al romancio che, pur non essendo ufficiale su tutto il territorio, è lingua nazionale in quanto lingua ufficiale del Canton Grigioni), e fra queste è la terza per numero di parlanti: in questo paese, secondo i dati del censimento dell'anno 2000, l'italiano è la lingua principale di 470.961 persone residenti nella Confederazione (pari al 6,5 % della popolazione), di cui 254.997 residenti nel Canton Ticino, dove l'italiano, oltre a essere lingua ufficiale, è considerato la lingua principale dal 83,1% della popolazione. L'italiano è inoltre considerato lingua principale dal 10,2 % della popolazione nel Canton Grigioni: sono di lingua italiana le valli meridionali di Mesolcina, Calanca, Bregaglia e Poschiavo. L'italiano è diffuso infine nell'uso per ragioni turistiche nell'alta Engadina. L'unico comune svizzero sul versante settentrionale delle Alpi di lingua italiana (per ragioni risalenti alla riforma religiosa), Bivio, è invece oggi ormai sostanzialmente germanizzato. In questo comune la lingua italiana è ora parlata solamente dal 29% degli abitanti (erano ancora l'80% nel 1860).

Distribuzione per comuni degli italiani madrelingua nella Regione Istriana (Croazia) (2001).      Per approfondire, vedi le voci Istria e Regione istriana.
Distribuzione per comuni degli italiani madrelingua nella Regione Istriana (Croazia) (2001).
Per approfondire, vedi le voci Istria e Regione istriana.

Nella Repubblica di San Marino è lingua ufficiale dello Stato.

Nella Città del Vaticano è usata correntemente ed è la lingua coufficiale della Santa Sede con il latino. Per tale motivo è diventata "lingua franca" della Santa Sede e le gerarchie ecclesiastiche spesso la utilizzano per comunicare tra di loro.

È seconda lingua ufficiale (dopo lo sloveno) nei tre comuni costieri della Slovenia: (Capodistria, Isola d'Istria e Pirano).

Nella Regione Istriana, in Croazia, l'italiano è seconda lingua ufficiale a livello regionale dopo il croato (parlata dal 7,69% della popolazione secondo il censimento ufficiale del 2001), e a livello comunale a: Buie, Castellier-Santa Domenica, Cittanova, Dignano, Fasana, Grisignana, Lisignano, Montona, Orsera, Parenzo, Portole, Rovigno, Umago, Valle d'Istria, Verteneglio, Visignano, Visinada.

Recentemente in Brasile l'italiano è stato riconosciuto "lingua etnica" della popolazione di Santa Teresa e di Vila Velha, due comuni dello stato di Espírito Santo, e come tale sarà ora insegnato come seconda lingua obbligatoria in tutte le scuole comunali.[1]

[modifica] Diffusione di là dai Paesi ufficialmente italofoni

L'italiano è assai diffuso a Malta, ove è parlato e compreso dalla maggior parte della popolazione[2] grazie ai programmi televisivi e all'insegnamento scolastico e universitario. In queste isole l'italiano fu lingua ufficiale assieme all'inglese fino al 1934, anno in cui fu sostituito dal maltese. Tuttavia, al giorno d'oggi non gode di alcun riconoscimento ufficiale e non viene utilizzato dalla popolazione maltese se non in ambito turistico e commerciale con gli italofoni.

È ancora parlato, assieme alle varianti venete, in alcune zone costiere della Dalmazia (Croazia), grazie anche ai programmi televisivi italiani che le raggiungono e alle minoranze linguistiche italiane.

Nella parte arancione si parlava Italiano "ufficialmente" fino al 1860 e nella gialla fino al 1947
Nella parte arancione si parlava Italiano "ufficialmente" fino al 1860 e nella gialla fino al 1947
Lingua Italiana "ufficiale" fino al 1858
Lingua Italiana "ufficiale" fino al 1858

In Francia è, per motivi storico-geografici, compreso da buona parte della popolazione della Corsica (anche grazie alla notevole similitudine tra i dialetti corsi e i dialetti toscani, e quindi all'italiano stesso), e del Nizzardo (in cui, oltre al francese che è la lingua ufficiale, si parlano il provenzale e, in alcuni paesi, anche il ligure).

Un discorso simile vale per il Principato di Monaco dove, anche grazie all'immigrazione dall'Italia, la comunità italiana costituisce il 16% dei residenti del Paese[3], (ma secondo gli ultimi dati del Ministero degli Affari Esteri italiano, relativi alla fine del 2004, i cittadini italiani costituirebbero ben il 21%). Nonostante non abbia un riconoscimento ufficiale, l'italiano è la seconda lingua madre del Principato dopo il francese, unico idioma ufficiale dello Stato, e subito prima del monegasco, una variante del ligure, che invece gode dello status di lingua nazionale, e come tale viene tutelato e insegnato in alcune scuole.

La buona conoscenza dell'italiano in Albania è principalmente dovuta alle tv e radio italiane, che possono essere viste attraverso una comune antenna televisiva, oltre che ai continui spostamenti, per questioni economiche, di albanesi sul suolo italiano, ove attualmente rappresentano la maggiore comunità straniera.

L'italiano era diffuso anche nelle ex-colonie italiane in Africa: Libia, Eritrea, Etiopia e Somalia (in quest'ultimo Paese è stata lingua ufficiale fino al 1963 e usata nell'insegnamento universitario fino al 1991, allo scoppio della guerra civile), ma ha sperimentato un costante calo già dalla fine della Seconda guerra mondiale e attualmente solo in alcune aree della Somalia e nella capitale dell'Eritrea, Asmara, viene parlato come seconda lingua prevalentemente da fasce di popolazione di età avanzata. In altre nazioni, a causa della forte e prolungata emigrazione italiana nel mondo, esistono importanti comunità italiane, principalmente negli Stati Uniti, in Brasile, Argentina, Messico, Uruguay, Australia, Canada, Francia, Germania, Svizzera e Belgio.

Dal sito del Ministero degli esteri,[4] aggiornato al dicembre 2007, risultano presenti forti comunità di cittadini italiani residenti all'estero, esclusa la già citata Svizzera (presenza di 520 122 italiani), si tenga presente che queste cifre indicano solo i cittadini italiani residenti all'estero e non tutte le persone realmente italofone:

Da tali dati risultano, inoltre, 6 554 italiani residenti nel Principato di Monaco (il 21% della popolazione). In totale, i cittadini italiani all'estero sono 2 166 655 in Europa, 309 003 in Nordamerica, 1 217 297 in Centro e Sudamerica, 84 038 in Africa, 31 977 in Asia, 119 234 in Oceania.

L'italiano ha in parte influenzato lo spagnolo parlato in Argentina e in Uruguay grazie alla forte immigrazione, anche se molti italianismi diffusisi in Argentina soprattutto nel lunfardo, il peculiare argot di Buenos Aires, sono ormai considerati arcaicismi in castigliano, oppure hanno mutato il loro significato rispetto alla voce italiana che li ha originati. Simile influenza, ma meno accentuata, viene registrata nel portoghese parlato in San Paolo e nel Brasile meridionale (in Rio Grande do Sul una varietà della Lingua veneta chiamata talian è diffusa nella regione montuosa dello stato).

Nel Canada anglofono l'italiano è la seconda lingua più studiata dopo il francese, mentre negli Stati Uniti e in Regno Unito è la quarta lingua più studiata dopo francese, spagnolo e tedesco.

Secondo un sondaggio dell'Unione Europea a 15, relativo al 2001, l'italiano è al secondo posto per numero di parlanti madrilingua in ambito europeo (16%), dopo il tedesco (24%) e accanto a francese e inglese, ma è quarta (18%) come lingua parlata. Un sondaggio più recente dell'Unione Europea a 25, effettuato su un campione di 28.694 cittadini europei e relativo al 2006, ha confermato la seconda posizione dell'italiano quanto a numero di madrelingua comunitari, preceduta solo dal tedesco (18%), a pari merito con l'inglese (13%), e davanti al francese (12%), mentre lo colloca al sesto posto fra gli idiomi più parlati come lingua straniera (3%), preceduto da inglese (38%), francese (14%), tedesco (14%), spagnolo (6%) e russo (6%)[5].

Dati del 2000 pubblicati nell'indagine Italiano 2000, promossa dal ministero degli Affari esteri e diretta dal linguista Tullio De Mauro dell'Università "La Sapienza" di Roma, evidenziano come l'italiano sia la quinta lingua più studiata nel mondo[6].

[modifica] Consistenza della collettività italofona nel mondo

La popolazione italofona nel mondo dovrebbe aggirarsi intorno ai 65 milioni di persone, di cui 56 milioni di madrelingua italiana (dai 59,5 milioni di residenti in Italia, vanno infatti detratti gli oltre 3 milioni di stranieri regolarmente registrati) cui se ne aggiungerebbero altri 7 milioni sparsi per il mondo[7]. Secondo fonti diplomatiche italiane (novembre 2004) il numero complessivo degli italofoni nel mondo si situerebbe fra i 70 milioni (definiti come parlanti) e i 120 milioni (indicati come bacino d'utenza). [8]

[modifica] Fonetica

Per approfondire, vedi la voce Fonologia dell'italiano.
tri/digrammi CH CI GH GI GL(I) GN(I) SC(I)
Fonemi italiani: [a] [b] [k] [ʧ] [d] [e] [ɛ] [f] [g] [ʤ] [i] [j] [l] [ʎ] [m] [n] [ɲ] [o] [ɔ] [p] [r] [s] [z] [ʃ] [t] [u] [w] [v] [ʦ] [ʣ]
Lettere A B (Q) C D E F G I L M N O P R S T U V Z

[modifica] Vocali

Per approfondire, vedi la voce Sistema vocalico italiano.
fonema parole
[a] nave, galassia
[e] pianéta, réte
[ɛ] sfèra, zèro
[i] mito, riso
[o] confrónto, órdine
[ɔ] vuòto, bucòlico
[u] numero, nulla

[modifica] Consonanti

Tra parentesi quadre gli allofoni secondari di /n/ e di /r/.

Bilabiale Labiodentale Dentale Alveolare Postalveolare Palatale Velare
Nasali m [ɱ] [n] n [nʲ] ɲll [ŋ]
Occlusive p b t d k g
Fricative f v s z ʃ
Affricate ʦ ʣ ʧ ʤ
(Poli)vibranti r
Monovibranti [ɾ]
Laterali l ʎ
Approssimanti j w

[modifica] Alfabeto

Ufficialmente, la lingua italiana ha un alfabeto di 26 lettere, ovvero equivalente a quello inglese. Ciò nonostante, l'italiano utilizza principalmente 21 lettere dell'alfabeto latino. In effetti 'k', 'j', 'w', 'x', 'y' esistono solo in parole d'origine straniera, dialettali di uso comune ("jella"), toponimi (Jesi), alcuni cognomi come Lo Jacono o come varianti grafiche di scrittura (ad es. in Pirandello gioja invece di gioia). Esistono accenti grafici sulle vocali: in particolare quello acuto (´) solo sulla e (raramente sulla o e sulla a; una grafia ricercata li esigerebbe anche su i e u dal momento che sono sempre "vocali chiuse") e quello grave (`) su tutte le altre. L'accento circonflesso (^) serve per indicare la contrazione di due vocali, in particolare due /i/. Si è soliti indicarlo soprattutto nei (pochi) casi in cui vi possa essere ambiguità di tipo omografico. Per esempio la parola "geni" può riferirsi sia a delle menti brillanti (al singolare: "genio") sia ai nostri caratteri ereditari (al singolare: "gene"). Scritta "genî" non può che riferirsi al primo significato. L'accento grafico è obbligatorio sulle parole tronche (o ossitone o meglio ancora "ultimali"), che hanno cioè l'accento sull'ultima sillaba e finiscono per vocale. Altrove l'accento grafico è facoltativo, ma utile per distinguere parole altrimenti omografe.

[modifica] Dialetti italiani

In Italia, tutte le lingue romanze parlate insieme all'italiano, ma diverse rispetto all'italiano standard, sono chiamate "dialetti italiani". Molti dialetti sono lingue a tutti gli effetti. Queste includono lingue riconosciute quali il piemontese, il friuliano, il napoletano, il sardo, il siciliano, il veneto, il lombardo e le rispettive varianti regionali. La distinzione tra lingue e dialetti è stata talvolta utilizzata dagli studiosi (come Francesco Bruni) per discernere tra la lingua che costituiva la koinè italiana, e quelle che hanno avuto poca parte nella sua formazione, quali albanese, greco, tedesco, ladino, occitano e catalano, che sono ancora parlate dalle minoranze.

Sia i dialetti che la maggior parte delle lingue minoritarie citate (fanno eccezione alcuni dialetti e/o varietà linguistiche che si ricollegano a idiomi che godono di una diffusione e di un prestigio internazionali quali il francese e il tedesco[9]) non sono generalmente parlati nella comunicazione di massa e sono usualmente limitati ai parlanti nativi in contesti informali. Nel passato, parlare in dialetto era spesso deprecato come segno di scarsa istruzione. Le giovani generazioni, specialmente quelle sotto i 35 anni (sebbene questo dato possa variare a seconda delle regioni), parlano quasi esclusivamente l'italiano standard in ogni circostanza, solitamente con accenti locali e con variazioni lessicali. In alcune regioni il dialetto è ancora ampiamente usato, come il Veneto (dove secondo le statistiche ISTAT 2007 ancora la metà dei giovani parla veneto come madrelingua) la Calabria, ed altre regioni (specie dove la presenza di piccoli borghi è alta). Le differenze regionali possono essere dimostrate da vari fattori: l'apertura della vocali, la lunghezza delle consonanti, e l'influenza del dialetto locale (per esempio, annà rimpiazza andare nell'area di Roma).

[modifica] Note

  1. ^ Il Console Generale Ernesto Massimo Bellelli racconta la forza dell'italiano in Brasile su www.newsitaliapress.it.
  2. ^ Situazione dell'italiano a Malta. (documento .pdf)
  3. ^ Italiani nel Principato di Monaco.
  4. ^ Anagrafe Consolare
  5. ^ Graduatoria dell'italiano nell'Unione Europea.
  6. ^ Italiano 2000 - "Interpretazioni generali dello stato dell’italiano nel mondo"
  7. ^ Scheda su Ethnologue.
  8. ^ III° RAPPORTO TECNICO dell'Ambasciata d'Italia presso la Confederazione Elvetica (novembre 2004); documento .pdf.
  9. ^ Fra questi vanno segnalati soprattutto il francoprovenzale, parlato nella Valle d'Aosta e i dialetti tirolesi dell'Alto Adige. Va comunque rilevato che coloro che utilizzano tali varietà idiomatiche hanno rispettivamente il francese e il tedesco come lingue di cultura e di comunicazione di massa, non le parlate più propriamente autoctone

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


[modifica] Dizionari


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