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Lingua croata - Wikipedia

Lingua croata

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Per approfondire, vedi la voce Lingua serbo-croata.
Croato (Hrvatski)
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Croazia e Bosnia Erzegovina, minoranze in Slovenia, Italia, Austria.
Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: dai 5 ai 6 milioni
Classifica: non nelle prime 100
Scrittura: {{{scrittura}}}
Tipologia: SVO + ordine libero - tonica
Filogenesi:

Lingue indoeuropee
 Slave
  slave meridionali
   Croato
    
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: Croazia, Bosnia Erzegovina
Regolato da: Vijeće za normu hrvatskoga standardnog jezika
Codici di classificazione
ISO 639-1 hr
ISO 639-2 (B)scr, (T)hrv
ISO 639-3 {{{iso3}}}  (EN)
SIL HRV  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Sva ljudska bića rađaju se slobodna i jednaka u dostojanstvu i pravima. Ona su obdarena razumom i sviješću i trebaju jedna prema drugima postupati u duhu bratstva.
Il Padre Nostro
Sva ljudska bića rađaju se slobodna i jednaka u dostojanstvu i pravima. Ona su obdarena razumom i sviješću i trebaju jedna prema drugima postupati u duhu bratstva.
Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Il croato è una lingua che appartiene al sottogruppo slavo meridionale del ramo slavo delle lingue indoeuropee.

È parlata da circa 5 o 6 milioni di persone come lingua madre. In Croazia, dove è lingua ufficiale, in occasione del referendum del 2001 4.265.081 persone (il 96,12% degli abitanti) avevano dichiarato di parlare il croato come lingua madre.

La lingua standard croata si basa sul dialetto štokavo con influssi kajkavi e čakavi e utilizza l'alfabeto latino.

Si può affermare che, nella lingua standard, riferendosi a croato, serbo e bosniaco, si debba parlare dal punto di vista linguistico di una notevole somiglianza. Sono linguisticamente simili ma non uguali, fermo restando che tutte e tre nella loro forma attuale si fondano su base Neoštokava. A tal proposito si consideri il contributo del prof. Roland Marti nell'ambito del secondo bollettino della slavistica tedesca dell'anno 1996. Egli, riferendosi alla problematica linguistica nell'ambito della "Jugoslavia" con particolare attenzione alla questione serbo / croata , parla di "lingue" e non di lingua: oltre a determinate divergenze fonetiche, lessicali e grammaticali, un diverso usus linguistico e differenti tradizioni letterarie caratterizzano e distinguono il croato dal serbo. Questo distinto sviluppo delle lingue letterarie vede una storia della letteratura croata e quindi anche della lingua standard ad essa riferentesi, che a seconda dei periodi storici attinge a tutte e tre le varianti dialettali croate. Il dialetto štokavo, quello kajkavo e quello čakavo si avvicendano in maniera disomogenea sulla scena dell'uso letterario croato con una certa prevalenza in una fase antica del čakavo. Al contrario per parte serba si afferma una lingua letteraria e una relativa lingua standard che si mantengono salde nell'alveo del dialetto štokavo, con una tradizione facente riferimento alla liturgia ortodossa e quindi al paleoslavo, pur non trascurando contatti e apporti della tradizione croata in momenti storici successivi. Il bosniaco resta una realtà linguistica nell'ambito dello štokavo, la cui autonomia è fortemente rivendicata dalla componente musulmana bosniaca. Essa si sente radicata, rispetto a serbi e croati, in un entroterra storico e religioso diverso, i cui contributi linguistici dovrebbero essere riconosciuti, andando a far legittimamente parte di una lingua standard nazionale.

Nell'Ex-Jugoslavia venivano tutte e tre raggruppate nella lingua "serbocroato". Nella stessa Croazia questa denominazione fu usata raramente. Se al tempo della Jugoslavia si doveva considerare la vicinanza col serbo per definire il croato, regolarmente l'espressione onnivalente e presente sin dal 1974 nella costituzione croata utilizzata era "lingua croata o serba". La denominazione "serbocroato" ("srpskohrvatski") aveva già da tempo una connotazione negativa in Croazia.

Dall'indipendenza politica della Croazia la lingua standard croata venne ampiamente riconosciuta anche all'estero.

La scienza che si occupa della lingua croata è la croatistica.

Indice

[modifica] Estensione e dialetti

Il croato viene parlato da circa 4,8 milioni di persone in Croazia e in parte in Bosnia Erzegovina, particolarmente in Erzegovina, nella Bosnia centrale, nella Posavina bosniaca come lingua madre, e prima della guerra in Bosnia 1992-95, nelle parti occidentali della Bosnia Erzegovina, in Croazia Turca (Bosanska Krajina).

È lingua ufficiale in Croazia e (insieme al bosniaco e al serbo) in Bosnia Erzegovina.

Viene inoltre parlato come lingua minoritaria in Molise, in Austria (Croati del Burgenland) e in Vojvodina (nella Bačka settentrionale nella Sirmia).

Il croato del Burgenland è tuttavia dotato di proprie norme ortografiche, che si fondano contrariamente alla lingua standard croata prevalentemente sul dialetto čakavo ed ha anche sviluppato una propria terminologia specialistica.

I dialetti croati sono suddivisi in tre grandi gruppi, denominati secondo la forma del corrispondente pronome interrogativo che/cosa (ča, kaj, što):

  1. Čakavo (Croazia costiera fino a Macarsca nel sud, penisola d'Istria, nella maggior parte delle isole, nel Burgenland, fino al fiume Kupa, mentre è poco comune nella Croazia interna)
  2. Kajkavo (a nord della linea tra il Kupa e l'alto corso della Sava) e ad occidente nella Moslavina, pochi villaggi in Burgenland e in Ungheria meridionale)
  3. Štokavo (nella maggior parte della Croazia interna, sulla costa da Macarsca fino ad Antivari in Montenegro, in Bosnia Erzegovina, nella Bačka settentrionale, nell'Ungheria meridionale, a Janjevo in Kosovo ed in pochi villaggi nel Burgenland). Lo Štokavo viene parlato anche dai Bosniaci e Montenegrini e dalla maggioranza dei Serbi (settentrionali e occidentali) . Inoltre pone le basi della lingua scritta croata, bosniaca, serba e montenegrina.

C'è anche un altro dialetto parlato dai Croati, Torlaccho. I Croati che parlano il torlaccho vivono in villaggi della Romania (i Krasovani). Questo dialetto viene anche parlato in notevole misura dai Serbi orientali e meridionali e dai Bulgari.

Il codice linguistico è hr (secondo ISO 639); il codice per il "serbocroato" era sh (ritirato il 18 febbraio 2000).

[modifica] Alfabeto e pronuncia

La lingua si scrive con l'alfabeto latino con l'aggiunta di segni diacritici particolari.

L'alfabeto croato ha 30 lettere:

a, b, c, č, ć, d, dž, đ, e, f, g, h, i, j, k, l, lj, m, n, nj, o, p, r, s, š, t, u, v, z, ž.

Le lettere q, w, x, y compaiono soltanto in prestiti stranieri. I digrammi dž, lj e nj vengono trattati come lettere singole nel loro rispettivo ordine alfabetico. Esiste solo un numero molto basso di parole nelle quali questi gruppi caratterizzano due suoni diversi e devono perciò essere trattati come due lettere diverse.

I segni speciali possono essere compilati con i seguenti caratteri (Attenzione, il Đ non deve essere confuso con il Ð islandese):

Č: Č č: č
Ć: Ć ć: ć
Đ: Đ đ: đ
Š: Š š: š
Ž: Ž ž: ž

La maggior parte delle lettere si pronunciano tali e quali come in italiano.

Grafema IPA Descrizione
a /a/ come la a italiana
b /b/ sempre sonora
c /ts/ sempre /ts/, come la z italiana di "pozzo"
č // come la c italiana in "ce" e "ci", ma più duro
ć // simile a tch o tj nel tedesco Brötchen o a tja; spesso difficile da distinguere da č; ć si pronuncia come nella parola "città", ("ć" è debole da "č")
d /d/ sempre sonora
// come đ, ma più duro
đ // dj molto debole; spesso difficile da distinguere da dž, (come "g" in "giungla", "giacomo", "gia")
e /ɛ/ sempre aperta
f /f/ come la f italiana
g /ɡ/ sempre sonora
h /x/ gutturale come la "ch" di "ach" in tedesco, fricativa piuttosto debole
i /i/ come la i italiana
j /j/ pronunciata spesso come la i non accentata
k /k/ come la "k" italiana
l /l/ più sussurrata e più (velare) che in italiano; la l italiana viene spesso fraintesa come lj.
lj /ʎ/ sincopate in un solo suono: approssimante palatale laterale sonora, (come "gl" in "gli")
m /m/ come la m italiana
n /n/ come la n italiana
nj /ɲ/ sincopata in un solo suono: nasale palatale sonora (come "gn" in "gnomo")
o /ɔ/ (in confronto al tedesco) sempre aperta
p /p/ meno aspirata che in tedesco
r /r/ r arrotolata. Può essere definita anche come sillaba (vocalica) ed essere perciò lunga o corta, accentata o non accentata. Esempio:/kr̩k/ (Krk)
s /s/ sempre sorda come la s di "sole"
š /ʃ/ simile a "sc" italiana di "sciarpa", ma più duro
t /t/ come in italiano
u /u/ come in italiano
v /ʋ/ come in italiano
z /z/ s sonora, come la "s" nel tedesco "zusammen" o nell'italiano "cosa"
ž /ʒ/ suono "g" morbida, come "j" in "Jacques"

[modifica] Grammatica

Il croato possiede sette casi: oltre al nominativo, al genitivo, al dativo, al vocativo e all'accusativo che incontriamo pure in Latino, vi sono anche: lo strumentale e il locativo, due casi prettamente indoeuropei.

[modifica] Storia

[modifica] Medioevo

Una lingua scritta croata cominciò a svilupparsi nel IX secolo parallelamente al paleoslavo, lingua nella quale si teneva la liturgia, in seguito cominciò a svilupparsi una lingua standard su base Čakava. Una delle testimonianze scritte più significative di quest'epoca è Bašćanska ploča del 1100. Questa iscrizione su lastra di pietra trovata nella cappella romanica di St. Lucija vicino alla cittadina di Besca sull'isola di Veglia riporta un'iscrizione alfabeto glagolitico. Viene descritta qui la sovranità del re croato Zvonimir come donatore della chiesa. I testi medievali croati sono scritti in due alfabeti differenti: il glagolitico, il cirillico, ossia nella sua variante croata definito in alcune parti della Croazia e della Bosnia cn i seguenti nomi Bosančica, Poljičica o Arvatica e l'alfabeto latino. A partire dal XVI secolo l'alfabeto latino si impone sempre più grazie alla chiesa.


[modifica] Bibliografia

[modifica] Collegamenti esterni


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