San Donato di Ninea
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San Donato di Ninea | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Calabria | ||||||||
Provincia: | Cosenza | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 720 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 81 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 20 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Policastrello | ||||||||
Comuni contigui: | Acquaformosa, Altomonte, Grisolia, Lungro, Orsomarso, San Sosti, Verbicaro | ||||||||
CAP: | 87010 | ||||||||
Pref. tel: | 0981 | ||||||||
Codice ISTAT: | 078115 | ||||||||
Codice catasto: | H825 | ||||||||
Nome abitanti: | sandonatesi | ||||||||
Santo patrono: | San Donato | ||||||||
Giorno festivo: | 7 agosto | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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San Donato di Ninea è un comune di 1.633 abitanti della provincia di Cosenza.
Indice |
[modifica] Geografia
Il territorio, posto nell'alto bacino del fiume Esaro, nel comprensorio di bonifica montana, si trova per quattro quinti in montagna e, nel rimanente, in zona premontana. L'abitato del capoluogo è abbarbicato a uno sperone roccioso alle pendici del Cozzo Pellegrino, la cima più alta nel vasto sistema montuoso della Mula, una diramazione sudoccidentale della catena del Pollino da cui lo separa l'altopiano di Campotenese. L'altitudine varia dai 1987 metri del Cozzo Pellegrino, ai 180 metri sul livello del mare. La Mula, innevata per buona parte dell'anno e senza vie di comunicazione, rende difficoltosi i contatti degli abitanti di San Donato con quelli di Grisolia e Verbicaro, comuni limitrofi posti nel versante occidentale della Mula.
L’economia di San Donato è essenzialmente agricola (cereali, frutta e olive) affiancata dall'allevamento di bovini, ovini e suini. Sono presenti piccole industrie che producono manufatti in cuoio e vimini e laboratori artigiani specializzati nel settore conserviero e nella lavorazione del legno.
[modifica] Storia
[modifica] Origini
Il nome attuale del comune ricorda Ninea, una antica città fondata dagli Enotri che, in base alla descrizione del geografo greco Ecateo di Mileto, viene tradizionalmente localizzata nel territorio di San Donato. La denominazione moderna venne proposta dal consiglio comunale di San Donato il 13 dicembre 1863, dopo l'invito governativo rivolto ai municipi omonimi a modificare il nome per evitare possibili equivoci; la nuova denominazione venne adottata ufficialmente con decreto reale n. 1704 del 18 febbraio 1864.
[modifica] Cenni storici
Il toponimo San Donato viene menzionato per la prima volta in un diploma del luglio 1100, con il quale si riconfermavano all'Abazia di S. Maria della Matina, in territorio di San Marco Argentano, tutti i possessi avuti in donazione, fra cui le chiese in territorio Castelli Sancti Donati. In una sentenza del 1153 emessa dalla Curia giurisdizionale di San Marco Argentano si nomina, fra i baroni di Val di Crati, un Ugone di San Donato. Nel 1276 San Donato, con una popolazione di 464 abitanti, è infeudato a Filippo Breton (o Bridone). Verso il 1280 San Donato appartiene a Baiamonte d'Arci, la cui la figlia Adelasia la porterà in dote al marito Gerardo, marchese di Arena e signore di Altomonte. Nel 1310 appartiene a Filippo Tordi (o Tardi) e poi al figlio di quest'ultimo, Jacopo.
[modifica] Il dominio dei Sanseverino
Nel 1351 San Donato risulta parte del dominio feudale dei Sangineto, conti di Altomonte e Corigliano, da cui passa, nel 1374, alla famiglia Sanseverino per effetto del matrimonio di Margherita di Sangineto con Venceslao Sanseverino conte di Chiaromonte e Tricarico. Verso il 1510, Bernardino Sanseverino, Principe di Bisignano, concede la terra di San Donato e Policastrello in feudo a un cadetto della sua casa, Francesco Sanseverino barone di Càlvera; nasce così il ramo dei Sanseverino di San Donato che reggerà il paese fino al 1654, anno in cui muore l'ultima dei Sanseverino, la piccola Annuccia di appena 9 anni e il feudo viene incamerato dalla Reale corte di Napoli. Messo in vendita all'asta, il feudo sarà aggiudicato alla famiglia Ametrano di Napoli (1664), [1] che la terranno fino alla fine della feudalità nel Regno delle Due Sicilie (1806) [2] .
[modifica] Policastrello
La frazione Policastrello è posta a circa 6 km da San Donato. Infeudata anch'essa quale baronia ai Sanseverino di San Donato, fu comune autonomo, fino alla dominazione francese allorché, per l'impossibilità di reperire uomini idonei al reggimento della cosa pubblica, con decreto 4 maggio 1811 venne aggregata al comune di San Donato.
[modifica] Bibliografia
- Raffaele Bisignani: San Donato di Ninea, «Calabria Letteraria», 1979, 1-13.
- Raffaele Bisignani: Policastrello: la fine di un comune, Fasano, Cosenza 1985.
- Raffaele Bisignani: I Sanseverino ramo San Donato, «Calabria Nobilissima», 1989, 42-43, 33-70.
- Raffaele Bisignani: Il dialetto calabrese parlato a San Donato di Ninea, Comunità Montana Unione delle Valli, Malvito (Cosenza) 1999.
- Nicola Cianci di Leo Sanseverino, Genealogia di Ercole Sanseverino, barone di Calvera, e suoi discendenti, Napoli 1902
- Nicola Cianci di Leo Sanseverino, Illustrazioni dell'albero genealogico della famiglia Cianci di Leo Sanseverino, Napoli 1906
- Franz von Lobstein, Settecento Calabrese ed altri scritti, Napoli, 1977, Vol. II, pagg. 354, 494
[modifica] Note
- ^ La famiglia Campolongo ottenne, nel (1753, il titolo di barone sul feudo di San Donato. vedi: F. von Lobstein, Settecento Calabrese ed altri scritti, Napoli, 1977, Vol. II, pag. 494.
- ^ Dopo la morte dell'ultima duchessa Anna, il titolo di San Donato venne reclamato dal suo cugino più prossimo, Mario Sanseverino di Calvera, alla discendenza del quale venne riconosciuto (insieme al diritto di portare il cognone Sanseverino) con Regio Decreto del 5 ottobre 1888. Vedi tra gli altri: Genealogia di Ercole Sanseverino, barone di Calvera, e suoi discendenti", Napoli 1902, e "Illustrazioni dell'albero genealogico della famiglia Cianci di Leo Sanseverino", Napoli 1906. La linea di successione originata dalla concessione ex novo del titolo di San Donato a seguito dell'acquisto del feudo da parte della famiglia Amitrano-Sambiase, si estinse completamente con la morte senza figli dell'ultimo esponente, don Ladislao Sambiase Sanseverino, duca di Malvito e pr. di Bonifati,nato a Napoli il 14 febbraio 1881 e succeduto al fratello Paolo + 7 feb. 1929, che non ebbe figli dalla moglie Margherita Nardi (cfr. "Libro d'oro della Nobiltà Italiana", ediz. XX, vol. XXII, 1990-1994, pag. 538)
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Gemellaggi
- Montesano Salentino (LE)