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Pisogne - Wikipedia

Pisogne

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Pisogne
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Pisogne]]
Pisogne - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lombardia
Provincia: stemma Brescia
Coordinate: 45°48′39″N 10°6′29″E / 45.81083, 10.10806
Altitudine: 187 m s.l.m.
Superficie: 47 km²
Abitanti:
8.004 2007
Densità: 170 ab./km²
Frazioni: Fraine, Gratacasolo, Grignaghe, Sonvico, Siniga, Toline, Pontasio, Govine. 
Comuni contigui: Artogne, Castro (BG), Costa Volpino (BG), Lovere (BG), Marone, Pezzaze, Pian Camuno, Riva di Solto (BG), Solto Collina (BG), Tavernole sul Mella, Zone
CAP: 25055
Pref. tel: 0364
Codice ISTAT: 017143
Codice catasto: G710 
Nome abitanti: pisognesi 
Santo patrono: San Costanzo 
Giorno festivo: 12 maggio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
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Il territorio di Pisogne in Valle Camonica
Il territorio di Pisogne in Valle Camonica

Pisogne (Pidógne in dialetto camuno[1]) è un comune di 8.004 abitanti della provincia di Brescia, all'estremità meridionale orientale della Valle Camonica, sulla riva del Lago d'Iseo.

Indice

[modifica] Geografia fisica

Presso la contrada Grignaghe vi sono ricchi filoni di ferro, con numerosissime miniere.

[modifica] Storia

Già abitato in epoca preistorica, nel Medioevo fu un importante centro commerciale fra la Valle Camonica ed il Sebino.

Nell'813 il Vescovo di Verona Rataldo possedeva proprietà in Valcamonica, tra cui Pisogne.[2]

Il 10 agosto 1132 Pisogne, tramite una bolla di papa Innocenzo II, viene donata al monastero di San Faustino e Giovita di Brescia.[2]

Trovandosi nel mezzo della guerra tra Bresciani e Bergamaschi per la conquista dei castelli di Volpino, nel 1199 verrà incendiata e distrutta dai Bergamaschi.[2]

Il 6 marzo 1206 la famiglia Avogadro riceve dal vescovo di Brescia l'investituta della corte di Cemmo, , Pisogne e Gratacasolo.[3]

Nel 1229 è per la priva volta citato il mercato di Pisogne.[2]

Nel 1288 la ribellione dei Federici e dei Celeri contro Brescia porta alla devastazione di Pisogne e all'uccisione di parecchi guelfi ivi residenti. A seguito di questo fatto la cittadina venne fortificata tra il XII ed il XIII secolo e concessa alla nobile famiglia Brusati.[4]

Nel 1291 Tebaldo Brusati è proclamato signore della città.[4]

Nel 1299 un documento riporta come il vescovo di brescia avesse facoltà di infliggere qualsiasi pena agli abitanti di Pisogne: specialiter suspendendo homines et eruendo oculos alterius et alia fustigando et alias imberlinando et incarcerando et aliis poenis eos affligendo. Era inotre proibito costruire nelle vicinanze qualsiasi tipo di fortificazione senza il consenso del vescovo. A questi patti il 21 giugno 147 Vicini giurano fedeltà.[4]

Nel 1305 gli Oldofredi sostituiscono i Brusati nell'esazione delle decime. [5]

Nel 1413 Carmagnola occupa Pisogne. Nello stesso anno si risolve la lite tra Pisogne e Pian Camuno per il possesso del Monte Campione.[5]

Il 4 dicembre 1462 il comune acquistò dal Vescovo di Brescia Bartolomeo Malipiero tutti i suoi stabilimenti e diritti, eccetto la Torre.[6]

Nel 1518 sono condannate al rogo otto streghe. [7]

Nel 1665 i forestieri residenti nella Vicinia di Pisogne chiedono gli stessi diritti degli Antichi Originari, ed il Governo Veneto glieli concede. [8]

Il 14 novembre 1727 il notissimo bandito Giorgio Vicario, uno dei più temuti buli della Valle Camonica, nato a Pisogne nel 1695, viene orrendamente assassinato. [8]

Nel 1850 si abbatte sul paese la terribile alluvione del torrente Trobiolo. [9]

Nel 1907 Pisogne venne raggiunto dalla linea ferroviaria, ancora oggi funzionante. [10]

Nel XIX secolo e nel 1952 vennero scoperte antiche piroghe carbonizzate. Oggi non ne rimane traccia in quanto disperse.[11]

[modifica] Feudatari locali

[modifica] Toponimo

Secondo l'Olivieri e lo Gnaga il nome risale al nome della gens romana dei Pisonius. Secondo l'Ertani deriverebbe dal gallico Bo (baita) e duno (recinto rurale).[11]

[modifica] Simbolo

[modifica] Descrizione ufficiale

« D'azzurro alla torre merlata alla ghibellina d'argento, aperta, finestrata di due e murata di nero e con ornamenti esteriori da Comune. »
(Fonte[12])

[modifica] Demografia

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Geografia antropica

[modifica] Frazioni

  • Govine: Góen in dialetto camuno, un tempo separata da Pisogne dal torrente Trobiolo. Vi era nei pressi una cascata, chiamata Tufera, dalla portata di 120 litri. La chiesa è dedicata alla Natività di Maria. [13]
  • Fraine: il nome discende probabilmente dal dialettale frér, che indica luogo con miniere di ferro. Una antica leggenda narra della fondazione del paese da una colonia di schiavi dediti all'estrazione del ferro. Citato per la prima volta nel 1299, nel 1399 vi erano beni vescovili. Nel 1442 vi è l'esenzione dei comuni di Pisogne, Fraine e Grignaghe dai dazi sul vino, pane, carne e altri. Nel 1508 vi sono liti con Grignaghe sui confini. Nel 1676 vi è una grave alluvione con la perdita di molte miniere. La chiesa parrocchiale è dedicata a S.Lorenzo, ma ve n'è un'altra dedicata lla visitazione di Maria.[14]
  • Gratacasolo
  • Grignaghe: 909 mslm, secondo il Fontana il nome indicherebbe la ghiaia. Una piccola locaità che si chiama Siniga, vuole Alessandro Sina, che fosse l'antica corte di Wuassaningo, citata in documenti. Vi è una solida struttura medievale deil XV e XVI secolo, che indica floridezza economica. La chiesa parrocchiale è di San Michele[15]
  • Pontasio: chiesa parrocchiale si San Vittore.
  • Sovico: Summus Vicus, latino, documenti fino al XVII lo chiamano Zanzazio. Tra i proprietari dei terreni vi furono anche i Federici. La chiesa parrocchiale è di San Martino.
  • Toline: i vicini di Toline nel XIV secolo pagavano le decima ai Federici di Erbanno. Il 16 luglio 1713 un'inondazione minacciò il paese, ma passò indenne e sorsero numerosi ex-voto a San Rocco, Sebastiano, Defendente, Pantaleone e Madonna del Carmine. La chiesa parrocchiale è di San Gregorio. [16]

[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse

Santa Maria della neve
Santa Maria della neve
  • Chiesa di Santa Maria della Neve, contiene affreschi del Romanino;
  • La Torre del Vescovo che è situata nella piazza principale, del XII secolo.
  • L'antica Pieve di Santa Maria in Silvis edificata intorno al IX secolo su antiche vestigia romane, ancor oggi in parte visibili, e contenente affreschi attribuiti a Pietro da Cemmo.

[modifica] Cultura

[modifica] Folklore

Gli scotöm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Pisogne è Sbògia Butíghe (rompi botteghe) oppure Maia óe (mangia alborelle).[17]

[modifica] Infrastrutture e trasporti

[modifica] Strade

Il territorio comunale è aggirato dalla Strada Statale 42 del Tonale e della Mendola grazie ad una galleria, a oriente dell'abitato.

[modifica] Ferrovie

La stazione di Pisogne è una delle principali della Valle Camonica si trova nella parte sud dell'abitato. È una fermata della linea Brescia-Iseo-Edolo.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Oscar Panigada (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0364 883011
Email del comune: info@comune.pisogne.bs.it

[modifica] Note

  1. ^ Tratto da: Lino Ertani. Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica. Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980. 173
  2. ^ a b c d Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 16
  3. ^ Tratto da: Roberto Celli. Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica. Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984. 28 ISBN 88-343-0333-4
  4. ^ a b c Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 17
  5. ^ a b Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 18
  6. ^ Tratto da: Marcello Ricardi; Giacomo Pedersoli. Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve. Cividate Camuno, Toroselle, 1992. 600
  7. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 20
  8. ^ a b Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 21
  9. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 26
  10. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 30
  11. ^ a b Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 15
  12. ^ Descrizione degli stemmi a cura di www.comuni-italiani.it URL consultato il 29-12-2007
  13. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 418
  14. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 435
  15. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 520
  16. ^ Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984. 658
  17. ^ Tratto da: Lino Ertani. Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica. Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980. 173

[modifica] Bibliografia

  • Gaetano Panazza; Araldo Bertolini. Arte in Val Camonica - vol 3 - II°. Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1984.

[modifica] Altri progetti



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