Paolo Borsellino
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« Mi sento come un morto che cammina. » | |
(Paolo Borsellino)
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« La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. » | |
(Paolo Borsellino)
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« Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe » | |
Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano, vittima di mafia.
Indice |
[modifica] Biografia
Nasce a Palermo in un quartiere povero, La Kalsa, dove vivono tra gli altri Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta. Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo, Paolo si iscrive al liceo classico "Meli", sezione C. Durante gli anni del liceo diventa direttore del giornale studentesco chiamato "Agorà". Nel giugno del 1958 si diploma con ottimi voti e l'11 settembre dello stesso anno Borsellino si iscrive a Giurisprudenza a Palermo con numero di matricola 2301. Dopo una rissa tra studenti "neri" e "rossi" finisce erroneamente anche lui di fronte al magistrato Cesare Terranova a cui dichiara la propria estraneità ai fatti. Il giudice sentenzierà che Borsellino non c'entra nulla con l'episodio.
Paolo Borsellino, proveniente da una famiglia di simpatie di destra, nel 1959 si iscrisse al FUAN, acronimo di Fronte Universitario di Azione Nazionale (organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, di cui rappresentava il ramo studentesco-universitario). Membro dell'esecutivo provinciale, delegato al congresso provinciale, viene eletto come rappresentante studentesco nella lista del FUAN "Fanalino" di Palermo [1].
Il 27 giugno 1962 all'età di 22 anni Borsellino si laurea con 110 e lode. Il titolo della tesi di laurea fu "Il fine dell'azione delittuosa" con relatore il professor Giovanni Musotto. Pochi giorni dopo, a causa di una malattia, muore suo padre all'età di 52 anni. Borsellino si impegna con l'ordine dei farmacisti a tenere la farmacia del padre Diego fino al raggiungimento della laurea in farmacia della sorella Rita. Durante questo periodo la farmacia viene data in gestione per un affitto bassissimo di 120 mila lire al mese. La famiglia Borsellino è costretta a gravi rinunce e sacrifici. Riceverà l'esonero dal servizio militare poiché "unico sostentamento della famiglia".
Nel 1967 Rita compie gli studi e si laurea in farmacia, il primo stipendio da magistrato di Paolo Borsellino servirà proprio a pagare la tassa governativa.
Il 23 dicembre 1968 si celebrarono le nozze tra Paolo e Agnese Piraino Leto figlia di Angelo Piraino Leto, a quel tempo magistrato presidente del tribunale di Palermo.
[modifica] La carriera da giudice
« L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. » | |
(Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989)
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Nel 1963 Borsellino partecipa con successo al concorso per entrare in magistratura ottenendo 57 voti si classifica venticinquesimo sui 110 posti in gara. Nel 1967 diventa pretore a Mazara del Vallo. Nel 1969 è pretore a Monreale, dove lavora insieme ad Emanuele Basile. Proprio qui avrà modo di conoscere per la prima volta la mafia sanguinaria, quella dei corleonesi.
Il 21 marzo 1975 viene trasferito a Palermo ed il 14 luglio entra nell'ufficio istruzione affari penali sotto la guida di Rocco Chinnici.
Il 1980 vede l'arresto dei primi sei mafiosi grazie all'indagine condotta da Basile e Borsellino, ma nello stesso anno arriva la morte di Emanuele Basile e la scorta per la famiglia Borsellino.
In quell'anno viene costituito il pool antimafia, dove lavorano, sotto la guida di Chinnici, tre magistrati (Falcone, Borsellino, Barrillà) e due commissari (Cassarà e Montana). Tutti i componenti del pool chiedono espressamente l'intervento dello Stato, che non arriva.
Il 29 luglio 1983 viene ucciso Rocco Chinnici nell'esplosione di un'autobomba e pochi giorni dopo arriva da Firenze Antonino Caponnetto. Il pool vuole una mobilitazione generale contro la mafia. Nel 1984 viene arrestato Vito Ciancimino, mentre Tommaso Buscetta ("Don Masino", come viene chiamato nell'ambiente mafioso), arrestato a San Paolo del Brasile ed estradato in Italia, inizia a collaborare con la giustizia.
Buscetta descrive una mafia di cui fino ad allora si sapeva poco o nulla e la descrive in maniera molto dettagliata. Nel 1985 però vengono uccisi da Cosa Nostra, a pochi giorni l'uno dall'altro, i commissari Giuseppe Montana e Ninni Cassarà. Falcone e Borsellino vengono trasferiti nella foresteria del carcere dell'Asinara, dove iniziano a scrivere l'istruttoria per il maxiprocesso. Si seppe in seguito che l'amministrazione penitenziaria richiese ai due magistrati il rimborso spese ed un indennizzo per il soggiorno trascorsovi.
Il 19 dicembre 1986 Borsellino viene nominato Procuratore della Repubblica di Marsala. Nel 1987 Caponnetto lascia il pool per motivi di salute e tutti (Borsellino compreso) si aspettano la nomina di Falcone, ma il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) non la vede nella stessa maniera e nasce la paura di vedere il pool sciolto.
Borsellino parla dovunque e racconta quel che accade alla procura di Palermo: per questo motivo rischia il provvedimento disciplinare e solo grazie all'intervento del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga si decide di indagare su ciò che succede nel palazzo di Giustizia.
Il 31 luglio il CSM convoca Borsellino che rinnova accuse e perplessità. Il 14 settembre Antonino Meli diventa (per anzianità) il capo del pool; Borsellino torna a Marsala, dove riprende a lavorare alacremente insieme a giovani magistrati, alcuni di prima nomina. Inizia in quei giorni il dibattito per la costituzione di una Superprocura e su chi porne a capo. Falcone va a Roma per prendere il comando della direzione affari penali e preme per l'istituzione della Superprocura.
Con Falcone a Roma, Borsellino chiede il trasferimento alla Procura di Palermo e l'11 dicembre 1991 Paolo Borsellino, insieme al sostituto Antonio Ingroia, torna operativo alla Procura di Palermo, come Procuratore aggiunto.
Il 23 maggio 1992 nell'attentato di Capaci perdono la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco di Cillo. Due mesi prima della sua morte, Paolo Borsellino rilascia un'intervista ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi (19 maggio 1992). L'intervista mandata in onda da RaiNews 24 nel 2000 è di trenta minuti, quella originale era invece di cinquanta minuti. In questa sua ultima intervista Paolo Borsellino parla anche dei legami tra la mafia e l'ambiente industriale milanese e del Nord Italia in generale, facendo riferimento, tra le altre cose, a indagini in corso sui rapporti tra Marcello Dell'Utri, Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi, senza però entrare nel merito in quanto non sentendosi autorizzato a parlare di inchieste giudiziarie in corso da parte di altri magistrati.
Nelle elezioni presidenziali del 1992, i parlamentari del MSI votarono per Paolo Borsellino come Presidente della Repubblica nel corso dell'XI scrutinio.
[modifica] La strage di via d'Amelio
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si reca insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove vive sua madre.
Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell'abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto è Antonino Vullo. Pochi giorni prima di essere ucciso, durante un incontro organizzato dalla rivista MicroMega, Borsellino parlò della sua condizione di "condannato a morte". Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e sapeva che difficilmente la mafia si lascia scappare le sue vittime designate.
[modifica] Le dichiarazioni pubbliche
Borsellino, in vita, rilasciò interviste e partecipò a numerosi convegni per denunciare l'isolamento dei giudici e l'incapacità o la mancata volontà da parte della politica di dare risposte serie e convinte alla lotta alla criminalità. In una di queste Borsellino descrive le ragioni che hanno portato all'omicidio del giudice Rosario Livatino e prefigura la fine (che poi egli stesso farà) che ogni giudice "sovraesposto" è destinato a fare.[2]
[modifica] L'eredità
La figura di Paolo Borsellino, come quella di Giovanni Falcone, ha lasciato un grande esempio nella società civile e nelle istituzioni.
Alla sua memoria sono state intitolate numerose scuole e associazioni, nonché l'aeroporto internazionale di Punta Raisi (Palermo) e un'aula della facoltà di Giurisprudenza all'Università di Roma La Sapienza.
Anche il cinema e la televisione hanno onorato la memoria di Borsellino, ben 5 fino ad oggi sono state le pellicole dedicate, in tutto o in parte, alla vita del magistrato palermitano:
- Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara;
- I giudici di Ricky Tognazzi;
- Gli angeli di Borsellino di Rocco Cesareo;
- Paolo Borsellino, miniserie televisiva del 2004 di Gianluca Maria Tavarelli;
- Paolo Borsellino - Essendo Stato, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio.
[modifica] Bibliografia
- Giustizia e Verità. Gli scritti inediti di Paolo Borsellino, a cura di Giorgio Bongiovanni, Ed. Associazione Culturale Falcone e Borsellino, 2003
- Rita Borsellino, Il sorriso di Paolo, EdiArgo, Ragusa 2005
- Umberto Lucentini, Paolo Borsellino. Il valore di una vita, Mondadori, 1994
- Giammaria Monti, Falcone e Borsellino: la calunnia il tradimento la tragedia, Editori Riuniti, 1996
- Leone Zingales, Paolo Borsellino - una vita contro la mafia, Limina, 2005
- Rita Borsellino, Fare memoria per non dimenticare e capire, Maria Pacini Fazzi Editore, 2002
- Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, L'agenda rossa di Paolo Borsellino, Chiarelettere, 2007
- Fondazione Progetto Legalità Onlus in memoria di Paolo Borsellino e di tutte el altre vittime della mafia, "La memoria ritrovata. Storie delle vittime della mafia raccontate dalle scuole", Palumbo Editore, 2005
[modifica] Onorificenze
Medaglia d'oro al valor civile
[modifica] Voci correlate
[modifica] Note
- ^ "Paolo Borsellino" - Umberto Lucentini - 2003 - Edizioni San Paolo
- ^ La denuncia politica di Borsellino http://www.youtube.com/watch?v=9SqqNyfKQ3Q
[modifica] Collegamenti esterni
- Video di Paolo Borsellino: incontro del 26 gennaio del 1989 con gli studenti di Istituto professionale di Stato per il commercio "Remondini" di Bassano del Grappa
- Sito del libro Falcone Borsellino, misteri di stato
- L'ultima intervista ufficiale a Paolo Borsellino : l'intervista rilasciata da Paolo Borsellino ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi il 19 maggio 1992, due mesi prima della sua morte. L'intervista mandata in onda da RaiNews 24 nel 2000 è di trenta minuti, mentre l'intervista originale era di cinquanta minuti. In questa sua ultima intervista Paolo Borsellino parla anche dei legami tra la mafia e l'ambiente industriale milanese e del Nord Italia, facendo riferimento, tra gli altri, a Marcello Dell'Utri, Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi.[1]
- Video dell'ultima intervista a Borsellino
- Paolo Borsellino. La storia del magistrato ucciso dalla mafia La Storia siamo Noi - Rai Educational
- Sito della Fondazione Progetto Legalità onlus in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia
Struttura: Picciotto | Capo-decina | Famiglia | Mandamento | Capo-mandamento | Commissione | Interprovinciale | Segretario | Capo dei capi
Storia: Prima guerra di mafia | Seconda guerra di mafia | Maxiprocesso di Palermo
Capi di Palermo: Stefano Bontate | Angelo La Barbera | Salvatore Inzerillo | Michele Greco | Giuseppe Calò | Salvatore "Ciaschiteddu" Greco | Michele Cavataio
Capi Corleonesi: Michele Navarra | Luciano Liggio | Salvatore Riina | Leoluca Bagarella | Bernardo Provenzano
Capi di Catania: Antonino Calderone | Giuseppe Calderone | Nitto Santapaola | Alfio Ferlito
Altri capi:: Vito Cascio Ferro | Calogero Vizzini | Giuseppe Genco Russo | Cesare Manzella | Gaetano Badalamenti | Matteo Messina Denaro | Salvatore Lo Piccolo
Pentiti Famosi: Tommaso Buscetta | Totuccio Contorno | Giuseppe Di Cristina |Santino Di Matteo | Antonino Giuffrè | Leonardo Messina | Baldassare Di Maggio
Lotta a Cosa Nostra: Maxiprocesso di Palermo | Associazione di tipo mafioso | Alto Commissariato per la lotta alla mafia | Libera| Libera terra | Centopassi
Lotta a Cosa Nostra (Persone): Emanuele Notarbartolo | Placido Rizzotto | Carlo Alberto Dalla Chiesa | Peppino Impastato | Boris Giuliano | Giovanni Falcone | Paolo Borsellino | Pino Puglisi | Ninni Cassarà | Rocco Chinnici | Beppe Montana | Antonino Caponnetto
Altre persone uccise da Cosa Nostra: Libero Grassi | Piersanti Mattarella | Rocco Chinnici | Rosario Livatino
Stragi: Strage Chinnici | Strage di Ciaculli | Strage di Viale Lazio | Strage della circonvallazione |Strage del Rapido 904 | Strage di Capaci | Strage di via d'Amelio | Strage di via dei Georgofili
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