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Isadora Duncan - Wikipedia

Isadora Duncan

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Isadora Duncan, pseudonimo di Dora Angela Duncan (San Francisco26 maggio 1878 – Nizza14 settembre 1927), è stata una danzatrice statunitense.

Fu artefice di una radicale rottura nei confronti della danza accademica, sia per quanto riguarda la concezione stessa della danza, sia per il rifiuto dell'uso della scarpine da punta e degli artificiosi costumi indossati dalle ballerine dell'XIX secolo. Isadora infatti preferì vestirsi di abiti semplici e leggeri (ispirati al peplo in uso nell'antica Grecia), per consentire la libertà dei suoi movimenti.

Le sue danze libere erano interpretazioni emotive, a volte impressionistiche, delle composizioni di celebri musicisti (come Chopin, Beethoven, Gluck, Wagner e molti altri), rese possibili dall'espressività in lei innata.

La Duncan desiderava fortemente creare la danza del futuro ispirandosi alla plasticità dell'arte greca e basandosi sul sentimento e sulla passione dettati dalla natura e dalla forza della musica. La sua importanza nella storia della danza è grande, sia per l'interesse che seppe suscitare nei pubblici di tutto il mondo, sia perché le sue idee furono rivoluzionarie per la sua epoca e costituirono per i suoi successori l'impulso per la creazione di nuove tecniche diverse da quella accademica e per una concezione rinnovata della danza teatrale. Isadora va dunque considerata come una delle "pioniere" della danza moderna americana, ma contribuì anche all'evoluzione in senso avanguardistico della danza classica per l'influenza che ebbe sulla compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djaghilev, che insieme a Mikhail Fokin - in quel periodo coreografo della compagnia - la vide ballare per la prima volta a Pietroburgo nel 1905, rimanendone molto colpito.

Un destino funesto sembrava incombere sulla sua vita familiare, forse anche a causa della sua bisessualità (il suo rapporto più rilevante con una donna fu quello con la scrittrice e poetessa Mercedes de Acosta).

Indice

[modifica] Biografia

Nacque in California da madre irlandese e padre scozzese. Il padre abbandonò la famiglia, (composta anche dalla sorella Elizabeth e dai due fratelli Augustin e Raymond) quando Isadora era ancora molto piccola, perciò la madre, che era una pianista, fu costretta a dare lezioni di pianoforte per mantenere se stessa e i suoi figli, lasciando così che crescessero in assoluta libertà e indipendenza. Grazie al lavoro della madre Isadora fin da piccola entrò a stretto contatto con la musica classica.

Nel 1884, a soli sei anni, radunò alcuni bambini del vicinato per insegnare loro a danzare (nelle sue memorie cita questa esperienza come "la mia scuola di danza"). La madre assecondò l'iniziativa accompagnando le lezioni al pianoforte. Questi corsi di danza proseguirono negli anni successivi, anche con l'aiuto della sorella Elizabeth, e divennero assai redditizi perché le due sorelle venivano chiamate dalle famiglie più benestanti di San Francisco.

Frequentò per qualche tempo una scuola di danza classica della sua città, ma se ne allontanò ben presto, perché per lei quel modo di danzare era "brutto e contro natura". È tra il 1892 e il 1894 che iniziò a delinearsi la sua concezione della danza, ovvero il rifiuto dei passi codificati e della rigidità della tecnica accademica per lasciare libero spazio alla spontaneità e all'improvvisazione del movimento a partire da stimoli emotivi, poetici e musicali. L'insegnamento delle due sorelle si basava su questi presupposti.

Nel 1890 il padre risollevò momentaneamente le sorti della famiglia con il dono di un podere e di una casa. Qui Isadora ed Elizabeth, aiutate anche dai fratelli, misero in piedi un teatrino e organizzarono uno spettacolo che poi porteranno anche nelle città della costa californiana.

Nel 1895 decise di partire per Chicago con la madre, in cerca di affermazione. Inizialmente fu costretta a danzare in locali di ogni genere per guadagnarsi da vivere, fino a che non entrò nella compagnia newyorkese dell'impresario Augustin Daly, con la quale compì una tournée di un anno. Dopo poco tempo la famiglia la raggiunse a New York e Elizabeth riprese a insegnare in un piccolo studio preso in affitto.

Nel 1897 Isadora lasciò la compagnia di Daly e iniziò a danzare nei salotti dell'alta società su musiche di Ethelbert Nevin (Narciso, Ofelia, Le ninfe delle acque), che l'accompagnava al pianoforte. In questo stesso periodo Isadora iniziò ad appassionarsi alla lettura di Platone e dei tragici greci.

Nel 1898 l'albergo Windsor, dove si era trasferita la famiglia Duncan, venne distrutto da un incendio. Isadora perse così tutti i suoi averi e decise di trasferirsi a Londra con la famiglia. Giunse in Europa senza un soldo e fece la fame per un lungo periodo, fino a che non riuscì a entrare nei circoli mondani e intellettuali della capitale britannica, grazie all'aiuto della ricca signora Campbell. Tra i vari luoghi, si esibiva nella New Gallery, avendone conosciuto il direttore Charles Hallé, e in breve tempo riuscì ad affittare uno studio in Warwick Square. In questo periodo passava intere giornate al British Museum a contemplare i bassorilievi del Partenone e le sculture dell'arte classica greca, insieme al fratello Raymond che ne eseguiva schizzi sulla carta. Studiò i miti greci, prese appunti sulle posizioni delle figure scolpite e si interessò vivamente all'influsso dell'arte greca sulla musica, la pittura e la danza. Inoltre ebbe modo di conoscere la grande attrice Ellen Terry, che divenne il suo ideale femminile e artistico.

Nel 1900 si trasferì a Parigi, dove continuò i suoi studi sull'arte greca al Louvre, sempre accompagnata da Raymond. Nella capitale francese conobbe Auguste Rodin, rimanendone profondamente colpita ed ebbe modo di vedere le danze della giapponese Sada Yacco, che le suscitarono grande entusiasmo. Le si andò rafforzando sempre di più l'idea della danza come espressione spontanea dei sentimenti interiori, i cui movimenti si generano l'uno dall'altro come nei vasi e nei bassorilievi greci.

Nel 1902 si esibì al teatro Sarah Bernhardt e conobbe Loïe Fuller che la portò con sé in tournéé nelle maggiori città della Germania e dell'Impero austro-ungarico. A Vienna danzò il Baccanale del Tannhäuser ottenendo un vivo successo.

Nel 1903 accettò l'offerta dell'impresario Alexander Gross di danzare al teatro Urania di Budapest e vi si esibì per trenta sere con successo crescente. Nella città ungherese incontrò il suo primo (ma breve) amore, l'attore Oszkár Beregi. Danzò ancora con strepitoso successo al Künstlerhaus di Monaco di Baviera e poi a Berlino. In questo periodo studiò intensamente Kant e Schopenhauer. Durante un breve viaggio a Firenze restò affascinata dalla Primavera di Botticelli.

Nel 1904 iniziò il suo lungo viaggio in Grecia insieme al fratello Raymond. Esaltati dalla visione dell'arte e dall'immersione nei luoghi della mitologia, i due fratelli decisero di edificare un tempio per farvi rinascere il coro greco primitivo. L'idea era quella di un tempio-scuola che sarebbe dovuto sorgere a Kopanos, ma non vi furono fondi sufficienti per la realizzazione di questo sogno e Isadora, rimasta senza soldi, dovette tornare a Berlino, portando però con sé i primi suoi allievi, dieci fanciulli greci, che si esibiranno a Vienna e a Berlino ne Le supplici di Eschilo senza successo. Dopo un'ulteriore esibizione a Monaco i ragazzi greci tornarono in patria perché incapaci di adattarsi alla nuova vita. Intanto Isadora iniziò a studiare le opere di Nietzsche accendendosi di entusiasmante passione per il pensiero del filosofo. Si esibì ad Amburgo, Hannover e Lipsia e Cosima Wagner le propose di danzare nel Tannhäuser a Bayreuth. Così si trasferì nella cittadina per quattro mesi per studiare le opere del Maestro, ma ben presto nacquero dissapori tra lei e la famiglia Wagner, per divergenze di vedute.

Nel 1905 fece il suo primo viaggio in Russia. Danzò con grande successo a Mosca, Kiev e Pietroburgo accompagnandosi con le Polacche di Chopin. Nonostante la diversa concezione della danza, si stabilì un rapporto di reciproca ammirazione tra lei e le maggiori danzatrici del balletto imperiale, Anna Pavlova e Mathilde Kzecinska. Anche con Stanislavskij si instaurò un ottimo rapporto: Isadora era affascinata dal suo teatro e discuteva spesso con il regista delle loro rispettive ricerche in campo espressivo. Tornata in Germania, fondò la sua prima scuola a Grünenwald. Conobbe Gordon Craig - figlio dell'attrice Ellen Terry - e iniziò con lui una relazione. Craig era affascinato da Isadora, perché vedeva in lei la possibile realizzazione delle proprie idee sul teatro.

Nel 1906 fece una tournée in Danimarca e in Svezia e di nuovo in Germania. Incinta della figlia Deirdre, trascorse l'estate sul mare di Nordwyck. Tornata a Grünenwald conobbe Eleonora Duse, che collaborerà con lei e Craig alla messa in scena di Rosmersholm, rappresentato a Firenze nel mese di dicembre.

Nel 1907 fece un nuovo giro in Russia e spettacoli ad Amsterdam con poco successo perché ancora indebolita dalla maternità.

Nel 1908 fece una lunga convalescenza a Nizza e poi compì una lunga tournée in Inghilterra con le sue allieve per raccogliere i fondi necessari alla sopravvivenza della scuola. Tornata a Berlino, firmò un contratto che la porterà dopo tanti anni di nuovo in America. Qui danzerà a Broadway sulla musica dell' Ifigenia in Aulide di Gluck e della Settima sinfonia di Beethoven. Percorse gli Stati Uniti con il direttore d'orchestra Walter Damrosch, in un'alternanza di successi e delusioni perché i suoi compatrioti non seppero mai comprenderla del tutto.

Nel 1909 tornò in Europa, per danzare trionfalmente a Parigi sotto l'organizzazione di Lugné-Poe. A Parigi incontrò l'industriale Paris Singer e iniziò con lui un lungo rapporto, che le permise di fondare una scuola a Beaulieu, concepita come scuola di vita naturale e libera dai condizionamenti della società, per lo sviluppo armonioso di corpo e spirito in sintonia con la natura. Compì inoltre un nuovo viaggio trionfale in Russia.

Nel 1912 fece un nuovo giro negli Stati Uniti con Damrosch. In maggio nacque il suo secondo figlio Patrick, avuto da Paris Singer. Conobbe Gabriele D'Annunzio iniziando con lui un'assidua frequentazione.

Nel 1913 compì una nuova tournée in Russia con l'amico musicista Hener Skene, che accompagnò i suoi studi su L'oro del Reno e Il crepuscolo degli dei. Quando ritornò a Parigi entrambi i suoi figli morirono a causa di un tragico incidente: l'automobile sulla quale si trovavano, per una disattenzione dell'autista, era scivolata nella Senna. Isadora, sconvolta, abbandonò ogni attività e fuggì in Albania dal fratello. Poi andò a Costantinopoli e in Svizzera, dove conobbe Rudolf Laban sul Monte Verità,ad Ascona, sul Lago Maggiore. Girò anche in Italia fermandosi qualche tempo a Viareggio, ospite della Duse.

Nel 1914 aprì una scuola a Bellevue con il desiderio di tradurre in danza, insieme alle sue allieve, la Nona sinfonia di Beethoven. Le nacque un terzo figlio (concepito con un giovane scultore italiano) che però morì poche ore dopo il parto. Allo scoppio della guerra donerà la sua casa per farne un ospedale per i feriti.

Nel 1915 si trasferì a New York, pensando di rimanerci a lungo, tanto che aveva già inviato lì qualche mese addietro le sue allieve. Avvolta da uno scialle rosso danzò la Marsigliese al Metropolitan con l'intento di scuotere l'indifferenza degli americani nei confronti della guerra in Europa. L'esibizione fece gridare allo scandalo, ma suscitò anche molti entusiasmi. Tuttavia Isadora era delusa dagli impresari che pensavano solo al guadagno e dal pubblico che amava solo i ritmi del jazz. Così partì di nuovo con le allieve per l'Italia e la Grecia e pensò di aprire una scuola in Svizzera.

Nel 1916 accettò un contratto per il Sud America con il pianista Maurice Dumesnil. Riscosse successo a Montevideo e Rio de Janeiro, mentre non fu ben accolta a Buenos Aires.

Nel 1917 danzò a Cuba e di nuovo negli Stati Uniti. Ogni sera interpretava la Marsigliese e la sua nuova Danza slava, dando sfogo a quella che lei stessa chiamerà la sua "gioia selvaggia". Dopo ventidue anni tornò nella sua città natale, dove però il pubblico l'accolse freddamente. Amareggiata, tornò a Parigi, che in quel momento era dilaniata dai bombardamenti.

Nel 1918, finita la guerra, si trasferì ad Atene con alcune allieve, con l'intento di terminare il progetto del tempio, iniziato quindici anni prima. Si innamorò del pianista Walter Rummel, ma ne uscì delusa e nel 1920, a causa di un'insurrezione e della conseguente caduta del partito del ministro Venizelos che la appoggiava in Grecia, fu costretta ad abbandonare l'antico progetto e a tornare a Parigi.

Nel 1921 il governo sovietico la invitò ad aprire una scuola a Mosca. Infiammata da passione rivoluzionaria, danzerà per le masse e insegnerà ai figli dei lavoratori, pensando di realizzare così il suo sogno di una "danza del futuro". In Russia conobbe il poeta Sergej Esenin, che sposò nel 1922, rompendo il giovanile giuramento a se stessa di non sposarsi mai per non perdere la propria libertà e indipendenza. Il matrimonio però durò poco, dato che al termine di una nuova lunga tournée in Europa e in America, i due si separarono. Qualche tempo dopo Esenin morirà suicida.

Isadora Duncan e Sergej Esenin, 1923.
Isadora Duncan e Sergej Esenin, 1923.

Nel 1924 fu costretta ad interrompere l'attività della scuola di Mosca perché il regime aveva ritirato l'appoggio iniziale negandole ulteriori sovvenzioni. Dopo questa ennesima delusione Isadora tornò di nuovo a Parigi.

Nel 1927 danzò al teatro Mogador di Parigi la Sinfonia incompiuta e l' Ave Maria di Schubert e la Marcia funebre dal Crepuscolo degli dei e la Morte di Isotta di Wagner. Curò l'edizione della sua autobiografia My life (pubblicata postuma in quello stesso anno), scrisse alcuni saggi e rielaborò scritti precedenti per il Theatre Arts Monthly. Il 14 settembre morì tragicamente a Nizza, strangolata dalla sua stessa sciarpa le cui frange si erano andate a impigliare nelle ruote dell’automobile Bugatti sulla quale si trovava per un giro di prova. Poco prima aveva salutato i suoi amici con questa frase che rimarrà famosa: "Addio amici, vado verso la gloria!".

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[modifica] Bibliografia

  • Victor Seroff, Isadora Duncan, Milano, dall'Oglio editore, 1974.
  • Isadora Duncan, Lettere dalla danza, Firenze, La casa Usher, 1980 (edizione italiana di Art of the dance, del 1928).
  • Alessandra Apicella, Fonti ispiratrici della poetica e della prassi di Isadora Duncan, Roma, Editoria & Spettacolo, 2002 (ISBN 88-900562-3-1).
  • Isadora Duncan, La mia vita, Roma, Dino Audino, 2003 (ISBN 88-86350-82-1).



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