Loïe Fuller
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Loïe Fuller, nome d'arte di Marie Louise Fuller (Fullersburg, 15 gennaio 1862 – Parigi, 1 gennaio 1928), è stata una danzatrice statunitense.
Fu con Isadora Duncan e Ruth St. Denis una delle pioniere della danza statunitense, artefice di una nuova idea del ballo, svincolato dalle rigide imposizioni del balletto classico all'insegna della riscoperta delle possibilità espressive del corpo.
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[modifica] Biografia
Si formò come attrice teatrale e danzatrice in spettacoli folkloristici, vaudeville, circhi, burlesque e teatro di varietà, ricavando da queste esperienze il gusto per la teatralità immediata, il movimento repentino e veloce oltre che l'arte dell'improvvisazione. Le sue molteplici esperienze nei diversi generi teatrali percorsero un lasso temporale ravvisabile tra il 1865 ed il 1891[1], anni durante i quali la Fuller si esercitò anche come manager, autrice teatrale e coreografa a Parigi, Londra e New York: fu proprio grazie al suo intervento che Isadora Duncan poté organizzare le proprie tournée in Europa.
Fisicamente non molto alta ma aggraziata e di bell'aspetto, fortemente miope, Loïe Fuller non si definì mai una danzatrice nel senso stretto della parola: non aveva mai studiato danza, ma riteneva l'espressione corporea un bisogno imperativo per l'espressione interiore delle emozioni.
Scritturata dal 1892 alle Folies-Bergère, riscosse enorme successo e fu immediatamente ricercata e ritratta dagli artisti dell'epoca, tra i quali Henri de Toulouse-Lautrec. Il suo nome venne spesso ricordato come Loïe Fuller o, più semplicemente, La Loie.
Debitrice delle nozioni di illuminotecnica ricevute indirettamente dalla frequenza dei palcoscenici dei più svariati generi teatrali, la Fuller si rese conto che il dinamismo del movimento era prodotto non tanto dal solo movimento del corpo, ma dell'abbinamento tra questi e la luce, il colore, il suono: fu così che nacquero a solo e coreografie di forte impatto visivo, che videro la danzatrice liberarsi dei costumi classici del balletto a favore di lunghe tuniche in seta colorata, che col roteare sulle gambe producevano effetti innovativi rispetto alla tradizione ballettistica e della messinscena.
Le innovazioni della Fuller, ballerina dilettante, sono quindi da ricercarsi soprattutto nella cura illuminotecnica degli allestimenti più che per veri e propri meriti legati alla disciplina. Precorse ed influenzò, rimanendone influenzata a sua volta, il liberty, con continui richiami al floreale ed al virtuosismo cromatico, sempre presente nelle sue performance. Debitrice della sua formazione fu anche il teatro simbolista, anche se non ebbe contatti diretti con esso.
Apertamente omosessuale, non fece del suo orientamento sessuale uno scandalo ma non si nascose con le sue allieve, con le quali sovente ebbe rapporti che andavano al di là di quello professionale.
Morì a Parigi, città a lei molto cara, di polmonite, il 1 gennaio del 1928. È tuttora sepolta nel cimitero di Père Lachaise.
[modifica] Note
- ^ Sally R. Sommers, Loie Fuller, la fata della luce, in Eugenia Casini Ropa (a cura di), Alle origini della danza moderna, Il Mulino, Bologna 1990, pag. 237 e segg.
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Loïe Fuller
[modifica] Bibliografia
- Eugenia Casini Ropa (a cura di), Alle origini della danza moderna, Il Mulino, Bologna 1990. ISBN 8815027211
- Loie Fuller, Fifteen Years of a Dancer's Life, 1913
- Una danzatrice eccezionale in Gian Pietro Lucini, Le Antitesi e le Perversità, Guanda, Parma 1970