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Jonny Wilkinson - Wikipedia

Jonny Wilkinson

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Il numero di infortuni che ho subìto si evince dal numero di hobby che ho coltivato durante le convalescenze »
(Jonny Wilkinson, parlando del suo ultimo infortunio nel 2007[1])
Jonny Wilkinson
{{{didascalia}}}
Dati biografici
Nome Jonathan Peter Wilkinson
Nato 25 maggio 1979
Frimley
Paese bandiera Regno Unito
Nazionalità bandiera Inghilterra
Passaporto
Morto
Altezza 178 cm
Peso 85 kg
Dati agonistici
Disciplina Rugby
Specialità
Categoria
Record
Ranking °
Ruolo Mediano d'apertura
Squadra  Newcastle
Ritirato
Carriera
Giovanili
Club professionistici  
1997-  Newcastle 135 (1448)
Nazionale
1998- Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 70 (1032)
Carriera da allenatore
Incontri disputati

{{{rigavuota}}}

Palmarès
 Coppa del Mondo di rugby 2003
Statistiche aggiornate al 17 marzo 2008
 

Jonathan Peter “Jonny” Wilkinson OBE (Frimley, 25 maggio 1979) è un rugbysta britannico, nazionale inglese, che gioca nel ruolo di mediano d'apertura. Ha vinto nel 2003 la Coppa del Mondo di rugby con la sua Nazionale, grazie anche al punto decisivo da lui segnato nella finale contro l’Australia. È in assoluto il miglior realizzatore di punti a livello internazionale: l’8 marzo 2008, a Edimburgo, Wilkinson ha raggiunto il tetto di 1.032 punti con la sua Nazionale[2], cui si aggiungono anche i 67 (in 6 incontri) realizzati con la selezione dei British Lions per un totale di 1.099 che supera il record precedente detenuto dal gallese Neil Jenkins con 1.090[3]; a livello di club ha globalmente realizzato più di 1.800 punti tra tutte le competizioni ufficiali cui ha preso parte con la maglia del Newcastle, club di Guinness Premiership nel quale Wilkinson milita ininterrottamente dal 1997.

A causa di una lunghissima serie di infortuni (alle ginocchia, ai legamenti, a un braccio, alle spalle e perfino a un rene), fu assente dalla Nazionale per più di 3 anni: esattamente 1.169 giorni intercorsero tra la finale di Sydney della Coppa 2003 contro l’Australia e il successivo incontro disputato da Wilkinson, l’apertura del Sei Nazioni 2007 contro la Scozia[4]. Nella sua partita di rientro Wilkinson realizzò 27 punti, il record per gli Inghilterra - Scozia validi per la Calcutta Cup, e fu nominato Man of the Match [5]. In aggiunta a ciò, è il miglior realizzatore di drop della storia della Coppa del Mondo (29, per un totale di 87 punti).

[modifica] Cenni biografici

Nato a Frimley, cittadina del Surrey non molto distante da Londra, Jonny Wilkinson crebbe a Cheltenham (Gloucestershire), e fu iniziato alla pratica del rugby fin dai primissimi anni d’età: figlio di rugbysta, infatti, fu avviato alla disciplina a quattro anni. Continuò a giocare durante tutta la sua carriera scolastica e, a 17 anni, arrivò con la squadra del suo liceo alle semifinali di un torneo nazionale interscolastico organizzato dal Daily Mail. All’epoca, Wilkinson era già un rugbysta d’interesse nazionale: due anni prima, nel 1994, era stato infatti selezionato per la nazionale studentesca inglese che affrontò un tour in Australia e, in cinque incontri disputati, aveva messo a segno 94 punti[6]. Nel 1997 prese un anno di pausa dall’università per tentare la carriera professionistica, accettando l’offerta di contratto dei Newcastle Falcons, club nel quale milita ancor oggi. Il suo immediato successo non gli permise più di riprendere gli studi e da allora è rimasto uno studente in sospeso.

[modifica] Carriera professionistica

La carriera professionistica di Wilkinson iniziò nel 1997 nei Newcastle Falcons come centro, ruolo nel quale dovette affrontare la concorrenza del samoano Inga Tuigamala e del connazionale Alan Tait; ciononostante riuscì a ritagliarsi un ruolo in squadra in occasione della conquista della Premiership 1997/98, proprio nella sua prima stagione a Newcastle. Nel marzo 1998 arrivò anche la sua prima convocazione in Nazionale inglese, nel Cinque Nazioni di quell’anno, sebbene solo come rimpiazzo in panchina. L’esordio avvenne il 4 aprile successivo, a Twickenham contro l’Irlanda e, nel corso dell’estate, fu impiegato in quello che passò alla cronaca come il tour infernale nell’Emisfero Sud, in cui l’Inghilterra andò incontro ad alcune delle peggiori sconfitte della sua storia, compreso il pesantissimo 0-76 incassato dall’Australia, che costituisce tuttora il maggior passivo a carico della Nazionale inglese.

Nella stagione successiva, mentre a livello di club raggiunse la finale di Coppa Anglo-Gallese (perdendola contro i London Wasps), in Nazionale Wilkinson fu incluso dal C.T. Clive Woodward nella lista dei giocatori che presero parte alla Coppa del Mondo 1999 in Galles. L’esordio in Coppa del Mondo avvenne contro l’Italia, una Nazionale che fece da testimone a molte delle tappe della carriera del mediano inglese: nel 67-7 finale inflitto agli Azzurri, Wilkinson realizzò una meta, poi trasformata, calciò tra i pali altre cinque trasformazioni più altrettanti calci di punizione, per un totale di 32 punti personali. Tranne l’incontro vinto con Tonga, Wilkinson fu utilizzato fino agli ottavi di finale della Coppa. Nei quarti contro il Sudafrica Woodward tenne il giocatore in panchina; l’Inghilterra fu eliminata dal torneo dopo la sconfitta per 21-44 e il tecnico fu criticato sia per non aver espanso la rosa quando il regolamento glielo avrebbe consentito[7] sia per non aver utilizzato nel momento cruciale i giocatori più determinanti, incluso lo stesso Wilkinson[8].

Alla ripresa dell’attività internazionale, Wilkinson disputò tutte le cinque gare del Sei Nazioni 2000, il primo con tale nuova denominazione, nel quale la squadra inglese, pur vincendo il torneo, fallì il Grande Slam a causa della sconfitta nell’ultima giornata contro la Scozia. In giugno fu il protagonista della vittoria inglese a Bloemfontein contro il Sudafrica: la squadra vinse 27-22 e Wilkinson realizzò l’intero bottino per i suoi, calciando tra i pali 9 piazzati.

Fu, ancora, contro l’Italia che Wilkinson registrò il suo record personale di 35 punti in un incontro singolo, nella seconda giornata del Sei Nazioni 2001 a Twickenham; nel prosieguo di stagione giunse pure la Coppa Anglo-Gallese, vinta 30-27 sugli Harlequins e, nel corso di quell’estate, la chiamata come prima scelta nel tour dei British Lions in Australia: nel primo test match contro i padroni di casa a Brisbane, vinto per 29-13, Wilkinson segnò 3 piazzati, per un totale di 9 punti. Nel secondo, a Melbourne, si infortunò a una gamba ma riuscì a recuperare per il terzo match, in programma una settimana più tardi al Telstra Stadium di Sydney: nonostante la sconfitta per 29-23, Wilkinson segnò una meta, due trasformazioni e tre piazzati per un totale di 18 punti, eguagliando il record individuale per un singolo test match dei British Lions.

In un’altra occasione Wilkinson realizzò l’intero score per l’Inghilterra: fu contro l’Australia a Twickenham nel novembre di quello stesso anno, una vittoria per 21-15 frutto di cinque piazzati e due drop tra i pali. Qualche settimana dopo realizzò sette piazzati per un totale di 21 punti contro il Sudafrica, nell’incontro vinto 29-9.

Un anno più tardi, nel novembre 2002, l’Inghilterra si apprestò a incontrare le squadre del Tri Nations a Twickenham: il 9 novembre fu il turno degli All Blacks, alla cui sconfitta per 31-28 contribuirono una meta, due conversioni, tre piazzati e un drop di Wilkinson (21 punti); una settimana dopo fu l’Australia a essere sconfitta per 32-31 dopo aver condotto fino al 19-31: 22 dei 32 punti inglesi furono di Wilkinson, che trasformò le due mete di Jason Robinson e realizzò cinque piazzati. Infine, nel terzo consecutivo weekend, fu la volta del Sudafrica, che l’Inghilterra batté largamente per 53-3 e in cui il contributo di Wilkinson, pur rilevante (18 punti, frutto di 6 conversioni su 7 e 2 piazzati), fu più influente per lo scarto finale che per il risultato in sé. Nell’occasione, anche vista la fisicità del match, Wilkinson causò l’espulsione del suo avversario diretto, il sudafricano Jannes Labuschagne, responsabile di un placcaggio su di lui in netto ritardo. Anche Wilkinson dovette lasciare il campo, causa lussazione alla spalla sinistra nel corso di un durissimo ingaggio; il C.T. Woodward, dopo l’incontro, rilasciò accese dichiarazioni contro il gioco brutale degli Springboks, rei, a suo dire, di aver preso di mira i giocatori inglesi più tecnici, in particolare proprio lo stesso Wilkinson[9]. Nella sua autobiografia, Nine Lives, il compagno di squadra Matt Dawson scrive di aver avuto, nel corso di tale incontro, la sensazione che i sudafricani fossero saliti a Twickenham con il preciso intento di mandare all’ospedale tutta la linea mediana inglese (i citati Dawson e Wilkinson più Robinson).

Il Sei Nazioni 2003 vide il Grande Slam dell’Inghilterra: la partita d’esordio contro la Francia, anch’essa reduce da tre vittorie in altrettanti incontri con il Tri Nations, fu vinta per 25-17. Ancora l’Italia fu testimone di una tappa della carriera di Wilkinson: contro di essa a Twickenam, Wilkinson indossò per la prima volta la fascia da capitano, stante l’indisponibilità di Martin Johnson.

In giugno la Nazionale restituì la visita ad Australia e Nuova Zelanda: a Wellington cinque calci piazzati sotto un tempo inclemente costituirono tutto il punteggio con cui gli inglesi batterono gli All Blacks per 15-13; meno determinanti, ma ugualmente importanti, i 10 punti realizzati una settimana dopo a Melbourne contro i Wallabies in un incontro che gli inglesi vinsero 25-14; infine, prima della Coppa del Mondo 2003, un 45-14 alla Francia con 18 punti di Wilkinson.

[modifica] La Coppa del Mondo 2003

Statua di Wilkinson a Trafalgar Square, Londra
Statua di Wilkinson a Trafalgar Square, Londra

Nel suo incontro inaugurale, l’Inghilterra battè a Perth la Georgia per 84-6; il contributo di Wilkinson a tale score fu di 16 punti: ben più determinante, numericamente e per l’importanza dell'avversario, il suo apporto di 20 punti alla vittoria per 25-6 sul Sudafrica. Non prese parte alla più larga vittoria in un incontro di Coppa del Mondo, il 111-13 inflitto dagli inglesi agli Uruguayani; nei quarti, 23 punti di Wilkinson furono determinanti per il 28-17 finale con cui la squadra battè il Galles. Ancora una volta Wilkinson realizzò l’intero score, questa volta contro la Francia in semifinale: 8 calci piazzati, 24 punti contro i 15 realizzati dai transalpini. Ma fu in finale contro l’Australia che Wilkinson lasciò in maniera indelebile il segno sulla partita: nei secondi finali di un incontro combattuto e durissimo, trascinatosi per due tempi regolari più due supplementari in perfetta parità (una meta e quattro calci piazzati per parte, per un totale di 17-17), mentre il cronometro registrava il 99’34” di gioco Wilkinson calciò da circa 30 metri in fase di gioco vivo un pallone in drop verso i pali australiani: la palla entrò e l’Inghilterra vinse 20-17, spezzando così il dominio dell’Emisfero Sud nella Coppa del Mondo. Già nominato prima del torneo per l’onorificenza di Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico (il più giovane rugbysta del Regno Unito a ricevere tale riconoscimento), in occasione della vittoria nella Coppa del Mondo gli fu conferita quella di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE).


[modifica] Gli infortuni e la lunga inattività

Dopo la Coppa vinta, Wilkinson affrontò una serie di infortuni che lo tennero lontano dall'attività internazionale per lunghissimo tempo: fuori dal Sei Nazioni 2004 a causa di un problema a una spalla, saltò anche il tour inglese in Nuova Zelanda e Australia. Ciononostante fu nominato capitano della squadra il 4 ottobre 2004, anche se non scese mai in campo né per il successivo Sei Nazioni 2005, prima a causa di un vasto ematoma sul suo braccio destro, poi per la rottura dei legamenti del ginocchio; a livello di club non andò meglio: rientrato in campionato nel marzo 2005 con i Falcons, si infortunò di nuovo, allo stesso ginocchio. In meno di un anno e mezzo Wilkinson aveva disputato solo 937’ di rugby ufficiale, con il suo club; tuttavia la fiducia nelle sue capacità gli valse un’apertura di credito pressoché illimitata, tanto che Clive Woodward, nel frattempo passato dalla Nazionale inglese ai British Lions, lo convocò per il tour della selezione interbritannica una volta certo che si fosse rimesso dagli infortuni. Nonostante la forma non ottimale, Wilkinson realizzò 20 punti nel suo primo incontro internazionale dal novembre del 2003: un 25-25 contro l’Argentina al Millennium Stadium di Cardiff. Contro la Nuova Zelanda fu sempre Wilkinson a segnare gli unici punti per la sua squadra, anche se furono solo 3 (contro 21). Un colpo di frusta alla spina dorsale costrinse tuttavia Wilkinson a saltare il terzo match.

Wilkinson in allenamento prima del match contro l’Italia
Wilkinson in allenamento prima del match contro l’Italia

Un’appendicite in agosto, inoltre, tenne Wilkinson fuori dal tour prestagionale dei Falcons in Giappone; la lista di infortuni non era ancora terminata, perché in novembre dovette operarsi per ridurre un’ernia, che egli stesso attribuì agli sforzi supplementari che fu costretto a intraprendere per recuperare in tempo dagli infortuni precedenti.

Nel febbraio 2006, più di due mesi dopo il suo ultimo incontro, Wilkinson tornò nella lista ufficiale di gara, anche se solo come sostituto, nella partita di Premiership contro i London Irish. Il ritorno in campo tardò ad arrivare, anche per via di un’ennesima complicazione, questa volta al muscolo adduttore della gamba destra. Finalmente, il 16 aprile 2006, tornò in campo, disputando il secondo tempo dell’incontro di Premiership contro i Sale Sharks e, una settimana più tardi, gli ultimi 50’ della semifinale di European Challenge Cup contro gli Irish.

A quel punto, Rob Andrew, all’epoca direttore tecnico del Newcastle, dichiarò l’indisponibilità del club a rilasciare Wilkinson per i test estivi della Nazionale inglese, per permettere al giocatore di recuperare pienamente dalla lunga serie di infortuni. La riserva del club cadde nel luglio successivo, quando lo stesso Andrew disse che Wilkinson sarebbe stato disponibile a partire dai test novembrini.

Già dalla stagione precedente, per alleggerirne il carico di responsabilità, inoltre, Andrew aveva scelto al posto di Wilkinson un altro capitano, allora Colin Charvis e, nel 2006, il neozelandese Matthew Burke, sollevando il giocatore dall’incombenza di rappresentare la squadra e lasciarlo concentrare sul suo recupero[10].

L’8 settembre 2006 Wilkinson tornò in campo nella seconda partita stagionale di Premiership contro Worcester, ma rimase solo 47’ a causa di un incidente di gioco: un suo compagno gli franò sulla gamba dopo un placcaggio e gli provocò un trauma contusivo al ginocchio destro, che una successiva radiografia rivelò essere altresì un’infrazione al legamento. Dopo altri 2 mesi vi fu un nuovo ritorno, contro il Bristol: 8 punti il suo score, ma anche un’uscita dal terreno di gioco a causa di quella che poi si rivelò essere una lacerazione a un rene con relativa emorragia[11].

Occorsero quasi altri due mesi per poter rientrare in campo: avvenne il 27 gennaio 2007 in occasione del match di Premiership contro Leicester, quando Wilkinson entrò da sostituto al 37’.

[modifica] Il ritorno e la Coppa del Mondo 2007

Il 29 gennaio 2007 il nuovo C.T. inglese Brian Ashton annunciò la presenza di Wilkinson nel XV titolare che il 3 febbraio successivo avrebbe dovuto affrontare il match d'apertura del Sei Nazioni, la classica contro la Scozia, incontro valevole tra l’altro per l’assegnazione della Calcutta Cup. Dal 22 novembre 2003, giorno della finale di Sydney, erano trascorsi 3 anni, 2 mesi e 12 giorni, e il ritorno non passò inosservato: a Twickenham l’Inghilterra si impose per 42 punti a 20, e 27 di tali 42 furono proprio di Wilkinson, che nell’occasione mise in scena tutto il suo repertorio tecnico: una meta, due trasformazioni, cinque calci piazzati e un drop, anche se la meta, a giudizio degli scozzesi e, successivamente, anche degli osservatori esterni, fu concessa per errore del giudice televisivo che non si rese conto che il giocatore si trovava con parte del corpo sulla linea laterale al momento della schiacciata della palla a terra[12]. Quando Ashton lo sostituì a 6 minuti dal termine, l’intero stadio tributò al giocatore una lunga standing ovation[13][14].

Wilkinson a Twickenham contro l’Italia    (10 febbraio 2007)
Wilkinson a Twickenham contro l’Italia (10 febbraio 2007)

Fu di nuovo l’Italia a far registrare a Wilkinson l’ennesimo record della sua carriera: con i 15 punti segnati nell’incontro di Twickenham che l’Inghilterra vinse per 20-7 il giocatore divenne il miglior realizzatore (421 punti) nella storia dell’Home Championship in tutte le sue denominazioni[15]. Il record ha valenza anche per il fatto che per la prima volta l’Inghilterra si dovette affidare alle performance di un singolo per battere l’Italia che mai, fino ad allora, aveva perso per uno scarto così ridotto contro gli inglesi nella storia del Sei Nazioni[16][17].

Un nuovo infortunio, questa volta meno grave, fece saltare a Wilkinson gli ultimi due match del Sei Nazioni e parte della stagione di club; rientrò in tempo per i test estivi e per il warm up in preparazione alla Coppa del Mondo 2007 in Francia: in tale frangente segnò 17 punti nella convincente vittoria contro il Galles 62-5, ultimo incontro prima del torneo mondiale, al quale inizialmente tuttavia non potè prender parte per via di un infortunio alla caviglia occorso in allenamento. Non fu quindi presente alla faticosa vittoria sugli Stati Uniti e soprattutto alla sconfitta per 0-36 da parte del Sudafrica; ritornò in tempo per marcare 24 punti nella vittoria 44-22 su Samoa e chiudere il discorso-qualificazione agli ottavi contro Tonga. Nella fase a eliminazione marcò tutti i punti con cui l’Inghilterra eliminò l’Australia per 12-10 (quattro calci piazzati) e contemporaneamente divenne il miglior realizzatore della storia della Coppa del Mondo con 231 punti[18]; nella successiva semifinale contro la Francia, due piazzati e un drop per un totale di 9 punti furono il contributo alla vittoria inglese per 14-9 per il raggiungimento della seconda finale consecutiva. Anche in finale Wilkinson realizzò l’intero punteggio della sua squadra, 6 punti, che tuttavia non bastarono a evitare la sconfitta per 6-15 a opera del Sudafrica, ma che lo resero il primo - e tuttora unico - rugbysta ad aver segnato in più di una finale di Coppa del Mondo.

[modifica] Nuovi record

Selezionato da Brian Ashton nella rosa ufficiale per il Sei Nazioni 2008, Jonny Wilkinson ha incrementato la sua serie di record. Allo Stadio Flaminio di Roma, nella 2ª giornata del torneo, e per l’ennesima volta contro l’Italia, ha raggiunto il tetto dei 1.000 punti in Nazionale; nell’incontro - valido anche per la Calcutta Cup - della 4ª giornata del torneo contro la Scozia a Murrayfield, con i suoi 9 punti segnati è diventato il miglior marcatore internazionale in assoluto con 1.099 punti, considerando nel conteggio generale quelli realizzati nei test match con la Nazionale inglese (1.032 all’8 marzo 2008) e con i British Lions (67)[19].

A causa di un nuovo infortunio occorsogli ad aprile 2008 che gli ha fatto perdere il finale di stagione, il Newcastle ha reso indisponibile Wilkinson per la chiamata della Nazionale al tour estivo in Nuova Zelanda[20].

[modifica] Attività extrasportive e vita privata

Jonny Wilkinson cura una rubrica non periodica sul Times, nella quale tratta degli argomenti rugbystici all’ordine del giorno - di norma il Sei Nazioni - e gli eventi di rilevanza internazionale. Ha scritto tre libri in collaborazione con il ghost-writer Neil Squires.

Attualmente Wilkinson vive con suo fratello Mark in una proprietà nel Northumberland, e tra i colleghi con cui mantiene più stretti rapporti d’amicizia fuori dal campo vi sono Richard Hill e Mike Catt. Benché totalmente astemio, Wilkinson ha ammesso di aver fatto uno strappo alla regola dopo la finale persa contro il Sudafrica nella Coppa del Mondo 2007, e di essersi ubriacato[21]. In passato è stato legato sentimentalmente alla giornalista sportiva Diana “Di” Stewart, volto della Sky Sport britannica[22].

[modifica] Palmarès

[modifica] Statistiche

Aggiornate al 15 maggio 2008

[modifica] Statistiche di club

Competizione G Mt Tr CP Dr Pt
Premiership 135 24 190 295 21 1.448
Coppa Anglo-Gallese 13 1 21 38 1 164
Heineken Cup 6 - 5 22 1 79
European Challenge Cup 16 2 31 47 1 216
Totali 170 27 247 402 24 1.907



[modifica] Statistiche internazionali

Selezione G Mt Tr CP Dr Pt
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 70 6 144 209 29 1.032
 British Lions 6 1 7 16 0 67
Totali 76 7 151 225 29 1.099
Competizione G Mt Tr CP Dr Pt
Coppa del Mondo 15 1 23 53 13 249
Cinque/Sei Nazioni 33 4 81 90 9 479
Amichevoli[23] 28 2 47 82 7 371
Totali 76 7 151 225 29 1.099


[modifica] Momenti salienti della carriera

Data Luogo Torneo Incontro Performance Punti Evento
4 aprile 1998 Londra
(Twickenham)
Cinque Nazioni
1998
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 35 - 17 Irlanda Bandiera dell'Irlanda - 0 Jonny Wilkinson debutta in Nazionale: è il più giovane
internazionale della storia del rugby inglese
6 giugno 1998 Brisbane
(Lang Park)
Amichevole
(Cook Cup)
Bandiera dell'Australia Australia 76 - 0 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra - 0 Prima partita da titolare, nel giorno della peggior sconfitta
di sempre della Nazionale inglese
28 agosto 1999 Londra
(Twickenham)
Amichevole Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 36 - 11 Canada Bandiera del Canada 4 tr., 1 c.p. 11 Wilkinson supera il suo 100° punto internazionale
2 ottobre 1999 Londra
(Twickenham)
Coppa del Mondo
1999
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 67 - 7 Italia Bandiera dell'Italia 1 mt., 6 tr., 5 c.p. 32 Esordio di Jonny Wilkinson in Coppa del Mondo
17 febbraio 2001 Londra
(Twickenham)
Sei Nazioni
2001
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 80 - 23 Italia Bandiera dell'Italia 1 mt., 9 tr., 4 c.p. 35 Record personale di punti internazionali per Wilkinson
9 novembre 2002 Londra
(Twickenham)
Amichevole Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 31 - 28 Nuova Zelanda Bandiera della Nuova Zelanda 1 mt., 2 tr., 3 c.p., 1 d. 21 Primo full di Wilkinson contro una
delle prime 10 Nazionali IRB
14 giugno 2003 Wellington
(Westpac Stadium)
Amichevole Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 13 - 15 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 4 c.p., 1 d. 15 Wilkinson realizza tutti i punti
che danno la vittoria all’Inghilterra
21 giugno 2003 Melbourne
(Colonial Stadium)
Amichevole
(Cook Cup)
Bandiera dell'Australia Australia 14 - 25 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 tr., 2 c.p. 10 L’Inghilterra vince il suo primo test match
sul suolo australiano
22 novembre 2003 Sydney
(Telstra Stadium)
Coppa del Mondo
2003
Bandiera dell'Australia Australia 17 - 20 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 4 c.p., 1 d. 15 Wilkinson realizza un drop al 100’
e l’Inghilterra vince la Coppa del Mondo
10 febbraio 2007 Londra
(Twickenham)
Sei Nazioni
2007
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 20 - 7 Italia Bandiera dell'Italia 5 c.p. 15 Wilkinson diventa il miglior marcatore del torneo
6 ottobre 2007 Marsiglia
(Vélodrome)
Coppa del Mondo
2007
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 12 - 10 Australia Bandiera dell'Australia 4 c.p. 12 Wilkinson realizza l’intero punteggio inglese
e diventa anche il miglior marcatore del torneo
10 febbraio 2008 Roma
(Stadio Flaminio)
Sei Nazioni
2008
Bandiera dell'Italia Italia 19 - 23 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 tr., 3 c.p. 13 Wilkinson supera il suo 1.000° punto per l’Inghilterra
24 febbraio 2008 Saint-Denis
(Stade de France)
Sei Nazioni
2008
Bandiera della Francia Francia 13 - 24 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 tr., 3 c.p., 1 d. 14 Wilkinson fissa il record mondiale di drop
segnati a livello internazionale (29)
8 marzo 2008 Edimburgo
(Murrayfield)
Sei Nazioni
2008
Bandiera della Scozia Scozia 15 - 9 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 c.p. 9 Wilkinson raggiunge il 1.099° punto internazionale e fissa
il nuovo record mondiale (il precedente era 1.090)

[modifica] Note

  1. ^ dal profilo di Jonny Wilkinson su England-Rugby.com
  2. ^ A tal fine vengono considerati i punti marcati nei test match ufficiali della Nazionale inglese e dei British Lions.
  3. ^ Di cui 1.049 con la Nazionale gallese e 41 con i British Lions.
  4. ^ (EN)  «Wilkinson: The Comeback Kid»BBC News , 4/2/2007 (consultato in data 5/3/2008).
  5. ^ (EN)  «Wilkinson relief after comeback»BBC News , 3/2/2007 (consultato in data 5/3/2008).
  6. ^ (EN)  «Adidas athletes - Jonny Wilkinson»Adidas.com  (consultato in data 7/3/2008).
  7. ^ (EN)  Robert Kitson. «Grayson thrust into crunch position»The Guardian , 23/10/1999 (consultato in data 12/3/2008).
  8. ^ (EN)  Robert Kitson. «Damning evidence may spell the end of England coach’s reign»The Guardian , 25/10/1999 (consultato in data 12/3/2008).
  9. ^ (EN)  «Woodward irate about “brutal” Boks»BBC News , 23/11/2002 (consultato in data 12/3/2008).
  10. ^ (EN)  «Wilkinson primed for coming season»England-Rugby.com , 12/8/2005 (consultato in data 12/3/2008).
  11. ^ (EN)  Rob Wildman. «Wilkinson faces another long lay-off with kidney damage». , 10/11/2006 (consultato in data 12/3/2008).
  12. ^ (EN)  «Rugby Union: Wilkinson back with a bang as England beat Scotland»Eurosport , 3/2/2007 (consultato in data 16/5/2008).
  13. ^ (EN)  Ieuan Evans. «Perfect script unfolds for comeback king»Daily Telegraph , 3/2/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  14. ^ Enrico Franceschini. «Tutti in piedi per sir Wilkinson: è tornato il Beckham del rugby»la Repubblica , 5/2/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  15. ^ Ryan Johnson. «Record-breaking Jonny kicks in for England»Daily Telegraph , 10/2/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  16. ^ «Rugby, Italia sconfitta con onore: a Twickenham solo 20-7 per i maestri inglesi»la Repubblica , 10/2/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  17. ^ Lo scarto è stato, nel frattempo, ulteriormente ridotto: allo Stadio Flaminio di Roma, nel Sei Nazioni 2008, l’Inghilterra ha battuto l’Italia 23-19, punteggio che rappresenta in assoluto la miglior sconfitta di sempre degli Azzurri contro la Nazionale inglese.
  18. ^ (EN)  Phil Harlow. «England v Australia as it happened»BBC News , 6/10/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  19. ^ Daniele Piervincenzi. «Sei Nazioni, prima vittoria della Scozia»Corriere dello Sport , 8/3/2008 (consultato in data 13/3/2008).
  20. ^ (EN)  «Jonny Wilkinson unavailable for New Zealand tour»England-Rugby.com , 22/4/2008 (consultato in data 4/6/2008).
  21. ^ (EN)  «Teetotal Wilkinson nursed Cup hangover»Reuters , 22/10/2007 (consultato in data 13/3/2008).
  22. ^ (EN)  «Jonny Wilkinson splits with girlfriend Diana»Hello! Magazine , 26/11/2004 (consultato in data 13/3/2008).
  23. ^ Ivi inclusi i 6 incontri con la selezione dei British Lions.

[modifica] Bibliografia

  • Jonny Wilkinson. Lions and Falcons: My Diary of a Remarkable Year, London : Headline Book Publishing 2002. ISBN 0747242437
  • Jonny Wilkinson. My World. London : Headline Book Publishing 2004. ISBN 0747242763
  • Jonny Wilkinson. How to Play Rugby My Way. London : Headline Book Publishing 2005. ISBN 0755313372

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