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la Repubblica - Wikipedia

la Repubblica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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la Repubblica
Logo de la Repubblica
Prezzo di copertina 1,00 €
Paese Italia
Lingua italiano
Periodicità quotidiano
Genere stampa nazionale
Formato Berlinese
Tiratura 790.862 (dicembre 2007)
Diffusione 622.157 (dicembre 2007)
Fondazione 14 gennaio 1976
Inserti e allegati Il Venerdì, Affari&Finanza, Metropoli, D - La repubblica delle Donne, Velvet, XL, Viaggi, Salute
Sede (Roma, Italia)
Editore Gruppo L'Espresso
Direttore Ezio Mauro
Vicedirettore Mauro Bene, Gregorio Botta, Dario Cresto-Dina, Massimo Giannini, Angelo Rinaldi (art director)
Redattore capo Angelo Aquaro
ISSN  
Sito web la Repubblica.it

la Repubblica è un quotidiano italiano, con sede in Roma, appartenente al Gruppo editoriale L'Espresso.

Al 2007 è il secondo quotidiano d'Italia per diffusione con 617.910 copie medie giornaliere (dati Ads-Accertamento diffusione stampa - media mobile agosto 2006-luglio 2007) alle spalle del Corriere della sera (672.801). È secondo anche in termini di numero di lettori, attestati a 2.944.000; preceduto da La Gazzetta dello Sport e seguito dal Corriere della Sera (che si attesta su 2.615.000 lettori)[1].

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Fondazione

la Repubblica nasce ad opera di Eugenio Scalfari, già direttore del settimanale L'espresso. L'editore Caracciolo (proprietario de L'Espresso) e la Mondadori hanno investito 2 miliardi e 300 milioni di lire (metà per ciascuno) e il punto di pareggio è calcolato a 150.000 copie[2]. Scalfari ha chiamato con sé alcuni colleghi fidati: Gianni Rocca, caporedattore centrale, poi Giorgio Bocca, Sandro Viola, Mario Pirani, Miriam Mafai, Barbara Spinelli, Natalia Aspesi e Giuseppe Turani. Le vignette satiriche sono affidate alla matita di Giorgio Forattini.

[modifica] Primi anni di vita

Il quotidiano esce per la prima volta in edicola il 14 gennaio 1976. Si presenta al pubblico con un formato più piccolo degli altri; mancano lo sport e buona parte della cronaca. Vuole essere un "secondo giornale", con le sole notizie importanti a livello nazionale, per un pubblico che ha già letto i fatti del giorno sull'abituale quotidiano cittadino. È composto di 20 pagine ed esce dal martedì alla domenica.

Durante i primi due anni di vita il quotidiano crea il suo pubblico, ondeggiando tra la sinistra extraparlamentare e il PCI[3]. Nel 1977 Scalfari coglie la novità rappresentata dal movimento giovanile nelle università; "Repubblica" lo aggancia e comincia a crescere. Il punto di forza del quotidiano sono i commenti, sempre incisivi e schierati: anche le cronache hanno un taglio politico. Alla schiera dei redattori intanto si aggiunge Giampaolo Pansa, proveniente dal Corriere della Sera, affianca Rocca e Pirani nel ruolo di vicedirettore.
Agli inizi del 1978 la vendita media è di 114.000 copie. Durante i 55 giorni del sequestro Moro la Repubblica appoggia incondizionatamente la linea della fermezza mentre segue con attenzione nettamente critica la scelta "trattativista" del PSI di Bettino Craxi[4]. Il posizionamento si rivela vincente e a fine anno il quotidiano arriva a toccare le 140.000 copie. Nel 1979, con una tiratura media di 180.000 copie, raggiunge il pareggio di bilancio. La foliazione del giornale aumenta: le pagine vengono portate da 20 a 24.

Nel 1981 uno scandalo travolge il Corriere della Sera, il cui direttore Franco Di Bella risulta essere iscritto alla P2. Ciò consente a Repubblica di aumentare il numero dei lettori e di strappare al Corriere alcune firme prestigiose, tra cui quelle di Enzo Biagi e Alberto Ronchey.
Scalfari intravede l'opportunità di portare il suo giornale ai primi posti e lancia nuove iniziative per allargare la base dei lettori. Porta la foliazione a 40 pagine, così può dare più spazio alla cronaca varia, agli spettacoli e allo sport. Il suo quotidiano diventa un "giornale omnibus" - un giornale per tutti i tipi di lettori. Per quanto riguarda la linea politica, il giornale appoggia come sempre la sinistra riformista, cambiano invece i termini del confronto con i partiti al governo: da una parte permane l'opposizione alla politica di Bettino Craxi, mentre si registra una maggiore apertura verso Ciriaco De Mita, principale esponente della sinistra DC[5]. I risultati non si fanno attendere: nel 1985 "Repubblica" vende in media 372.940 copie: circa 150 mila in più della media del 1981[6].

Nel 1986 il giornale compie i suoi primi dieci anni. Per festeggiare il compleanno esce l'opera Dieci anni 1976/1985: dieci fascicoli in carta patinata ciascuno dei quali dedicato ad un anno, con la riproduzione degli articoli originali usciti sul quotidiano. Il lancio dell'iniziativa editoriale avviene con uno spot che ha un buon successo: all'inizio si vede un giovane universitario che acquista il quotidiano in un'edicola. Lo stesso giovane, dieci anni dopo, è diventato un uomo. Stringe in mano lo stesso giornale, ma nel frattempo ha fatto carriera ed è diventato il manager di una grande azienda.
Nello stesso anno viene introdotto l'inserto settimanale finanziario Affari & finanza, diretto da Giuseppe Turani. Il Corriere della Sera è sempre più vicino; in alcune occasioni (dicembre 1986) "Repubblica" riesce anche a superare il rivale.

Nel 1987 "la Repubblica" lancia un gioco a premi: si chiama Portfolio, ed è in pratica una lotteria che si basa sulla Borsa. I lettori sono quindi invogliati a comprare il giornale tutti i giorni per controllare i valori delle azioni. Il gioco si rivela molto più redditizio dei supplementi, che aumentano le vendite solo per uno-due giorni alla settimana. Il quotidiano romano guadagna in tre mesi quasi 200 mila copie, sfiorando le 700 mila di vendita media[7]. La Repubblica è il primo quotidiano italiano. Il Corriere non sta a guardare e risponde colpo su colpo, offrendo un rotocalco in omaggio al sabato. La risposta de la Repubblica è Il Venerdì, il cui primo numero esce il 16 ottobre 1987 nello stesso giorno in cui già esce Affari & Finanza. La corazzata di via Solferino riprenderà il primato faticosamente solo due anni più tardi.

[modifica] La "guerra di Segrate"

Alla fine degli anni ottanta, convinti che per la crescita del gruppo occorresse un più solido sostegno finanziario, Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari (principali azionisti del gruppo Espresso) vendono tutte le loro quote a Carlo De Benedetti.

Questi, già importante azionista della Mondadori, porta il gruppo Espresso in dote alla casa editrice milanese di cui punta a diventare, acquistando i pacchetti in mano agli eredi di Arnoldo Mondadori, azionista di maggioranza. Gli sbarra la strada Silvio Berlusconi, aprendo quella che passerà alla storia come la "guerra di Segrate" (il paese alle porte di Milano dove ha sede la Mondadori). Nel 1991, dopo oltre due anni di battaglie finanziarie e legali senza esclusione di colpi, mette fine alla disputa il discusso imprenditore ciociaro Giuseppe Ciarrapico, plenipotenziario dell'allora capo del governo, Giulio Andreotti, il quale "convince" De Benedetti e Berlusconi a spartirsi la "Grande Mondadori". A De Benedetti finiscono La Repubblica, L'Espresso e i quotidiani locali, a Berlusconi la Mondadori privata dei suoi quotidiani locali.

Negli anni successivi nuove iniziative editoriali arricchiscono l'offerta informativa del quotidiano. "La Repubblica", che dalla nascita non era mai uscita di lunedì, decide di stampare il settimo numero. Il lancio avviene il 10 gennaio 1994. Il quotidiano si attesta su una tiratura media di 660.000 copie.
Il 1995, oltre ad esser l'anno dell'introduzione dei due supplementi Musica, rock & altro! e Salute, è anche l'anno della rivoluzione grafica: viene infatti introdotto il colore nella prima pagina e nelle inserzioni pubblicitarie.

[modifica] la Repubblica dopo Scalfari

Nell'aprile 1996 la direzione del quotidiano passa di mano: Eugenio Scalfari dopo vent'anni lascia il timone all'attuale direttore Ezio Mauro (che firma il giornale dal 6 maggio). Nello stesso anno viene lanciato come inserto il settimanale femminile D. Il 14 gennaio 1997 viene lanciata l'edizione online del quotidiano (con una versione sperimentale in occasione delle elezioni politiche del 21 aprile dell'anno precedente). Repubblica.it si è poi affermata, a partire dal 14 gennaio 1997, come principale sito d'informazione italiano con oltre 10 milioni e 600 mila utenti unici (Report censuario di Nielsen Netratings ottobre 2007).

Nel 2004, attraverso un processo graduale, il quotidiano inserisce il colore in tutte le pagine. La decisione smuove tutto il mercato dei quotidiani italiani, spingendo la concorrenza ad adottare delle contromosse. In breve anche gli altri maggiori quotidiani passeranno alle pagine a colori.

Il 19 settembre 2007 il quotidiano si rinnova ancora, questa volta dal punto di vista grafico e dell'impaginazione. Repubblica si sdoppia in due giornali: uno dedicato alle notizie e un altro (denominato "R2") contenente approfondimenti e inchieste sui principali temi dell'attualità.

Il quotidiano può essere considerato vicino allo schieramento politico del centrosinistra (in particolare all'Ulivo e, successivamente, al Partito Democratico), anche se nel corso degli anni non ha mai risparmiato critiche ai suoi rappresentanti politici e ai partiti che lo compongono, riguardo sia alla questione morale sia alla frammentazione e disunione delle forze politiche.

Il 20 novembre 2007, il quotidiano svela in esclusiva alcune intercettazioni telefoniche tra alcuni dirigenti RAI e Mediaset, al fine di modificare alcune parti della programmazione del 2005 (morte del Papa ed elezioni regionali 2005).

[modifica] Rubriche

  • La Notte dei Gufi: rubrica cult dell'inserto del lunedì che usa l'alta finanza, l'economia e la bassa politica per staccionare le nuove frontiere della poesia on the road, libera e scalza.
  • L'amaca: Michele Serra commenta un fatto del giorno con il suo personalissimo stile ironico e intelligente.
  • Bonsai: rubrica quotidiana a cura di Sebastiano Messina che, con ironia, commenta i recenti avvenimenti in ambito politico.
  • Carta canta: su Repubblica.it Marco Travaglio mette a confronto dichiarazioni vecchie e nuove di personaggi politici, mostrandone le incongruenze.

[modifica] Inserti e supplementi

  • Nel novembre del 2004 esordisce "La Domenica di Repubblica", ovvero venti pagine, in uscita ogni domenica, dedicate agli approfondamenti sull'attualità, agli spettacoli, agli stili di vita, al tempo libero. "La Domenica di Repubblica" si ispira alle edizioni domenicali dei principali quotidiani anglosassoni, arricchite da numerosi inserti sui temi più svariati.
  • "'L'Almanacco dei libri"': esce dal 2004 ogni sabato con otto pagine di recensioni e classifiche.
  • "'xL"': mensile dedicato ai giovani, esordisce nell'agosto 2005.
  • "'Velvet"' (dal novembre 2006): altro mensile glamour dedicato alla moda.
  • '"Diario di Repubblica"': bisettimanale (martedì e venerdì) di 4 pagine all'interno del giornale, in cui vengono approfonditi importanti temi del nostro tempo analizzando una parola chiave. Alla fine dell'anno le pagine del "Diario" vengono raccolte e pubblicate in un volume rilegato in vendita in abbinamento con il quotidiano.
  • "'Album di Repubblica"', inserto speciale del quotidiano.
  • '"Dcasa'", supplemento mensile di "D - La Repubblica delle donne" dedicato alla casa.
  • "'Metropoli"', settimanale in uscita la domenica a 10 centesimi.

[modifica] Iniziative editoriali

  • "'L'Atlante di Repubblica"': volume, ad uscita di solito annuale, in cui vengono raccolti i migliori articoli di Repubblica su un argomento particolare.
  • '"Le Guide di Repubblica"': manuali in cui spesso vengono affrontati argomenti di arte cultura e scienza;
  • "'La Repubblica Auto'": bimestrale dedicato al mondo dei motori.

[modifica] Direttori

[modifica] Firme

[modifica] Vignettisti

[modifica] Diffusione

Anno Media copie giornaliere vendute
2006 588.275
2005 587.268
2004 586.419
2003 581.102
2002 579.269
2001 574.717
2000 566.811
1999 562.494
1998 562.857
1997 594.213
1996 575.447

Dati Ads - Accertamenti Diffusione Stampa

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Note

  1. ^ http://www.businessonline.it/news/4467/giornali-piu-letti-in-italia-cresce-corriere-della-sera.html
  2. ^ La stampa italiana nell'età della tv,a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 8.
  3. ^ La stampa italiana nell'età della tv, a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 9.
  4. ^ La stampa italiana nell'età della tv,a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 9.
  5. ^ La stampa italiana nell'età della tv,a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 28.
  6. ^ La stampa italiana nell'età della tv,a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 28.
  7. ^ La stampa italiana nell'età della tv, a cura di Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia, Laterza, Roma-Bari, 1994, pag. 37.

[modifica] Bibliografia

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