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Ciminna - Wikipedia

Ciminna

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Questa voce fa parte dei comuni della regione Sicilia ancora da sviluppare: ampliala seguendo le linee guida del progetto Comuni.


Ciminna
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Ciminna]]
Ciminna - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Sicilia
Provincia: stemma Palermo
Coordinate: 37°54′0″N 13°34′0″E / 37.9, 13.56667
Altitudine:  m s.l.m.
Superficie: 56 km²
Abitanti:
4.016
Densità: 72 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Baucina, Caccamo, Campofelice di Fitalia, Mezzojuso, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Villafrati
CAP: 90023
Pref. tel: 091
Codice ISTAT: 082030
Codice catasto: C696 
Nome abitanti: ciminnesi 
Santo patrono: San Vito martire 
Giorno festivo: prima Domenica di Settembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Ciminna è un comune di 4.016 abitanti della provincia di Palermo.

Indice

[modifica] Geografia

[modifica] Clima

Per approfondire, vedi la voce Stazione meteorologica di Ciminna.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Giuseppe Leone dal 14/05/2007
Centralino del comune: 091 8204220
Email del comune: info@comune.ciminna.pa.it

[modifica] Sindaci

  • 1900: cavaliere Mariano Cascio
  • 1901: avvocato Bruno Borgia, Regio Commissario Straordinario
  • 1901-1911: cavaliere Mariano Cascio
  • 1912: ragioniere Francesco Matranga, Commissario Prefettizio
  • 1912-1913: avvocato Giuseppe Cascio Denaro
  • 1914-1915: Vito Raimondi
  • 1916: Vincenzo Gaglione
  • 1916-1920: avvocato Giuseppe Cascio Denaro
  • 1920-1926: cavaliere dottore Vincenzo Barone
  • 1926: dottore Giuseppe Sganda, Commissario Prefettizio
  • 1926-1927: cavaliere Giuseppe Vizzini, Commissario Prefettizio
  • 1927-1928: commendatore Giuseppe Baghetti, Podestà
  • 1928-1929: cavaliere Giuseppe Verdinois, Commissario Prefettizio
  • 1929-1936: dottore Salvatore Barone, Podestà e Commissario Prefettizio
  • 1936: Salvatore Saso, Commissario Prefettizio
  • 1936-1937: Ettore Cascio, Commissario Prefettizio e Podestà
  • 1937: Salvatore Saso, Commissario Prefettizio
  • 1937-1944: Ettore Cascio, Podestà
  • 1944-1946: Salvatore Brancato
  • 1946-1947: Francesco Guagenti
  • 1947-1949: Francesco Ciringione
  • 1950-1952: dottore Salvatore Mancuso, Commissario Prefettizio
  • 1952-1957: dottore Francesco Cascio
  • 1957-1958: Antonino Sacco
  • 1958: dottore Andrea Graziano, Commissario Prefettizio
  • 1958-1966: dottore Antonio Sarullo
  • 1966-1967: Francesco Guagenti
  • 1968-1973: Giacomo Barone
  • 1974-1975: dottore Giuseppe La Manna, Commissario Regionale
  • 1975: Michele Alesi, Commissario Straordinario
  • 1975-1980: Giacomo Barone
  • 1980-1985: dottore Francesco Urso Miano
  • 1985-1993: Michelangelo Barone
  • 1994: dottore Michelangelo Panvini, Commissario Straordinario Regionale
  • 1994-2000: Rosa Maria Brancato
  • 2000-2001: dottore Calogero Ricciardo, Commissario Regionale
  • 2001-2007: Vito Catalano
  • Dal 2007: dottore Giuseppe Leone

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse

Questa voce è da wikificare

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[modifica] Edifici di Culto (aperti al culto)

[modifica] Madrice

Chiesa Matrice La Matrice.

Dedicata a S. Maria Maddalena è sede della Parrocchia. Origini. La matrice esisteva nel 1230 ed è da identificare con quella stessa che le fonti indicano come fabbricata quanto si fabbricò Ciminna e che, secondo tradizione, era annessa al castello. E’ ipotizzabile che venisse distrutta nel corso di una scorreria angioina che, il 26 giugno 1326, devastò le campagne e l’abitato, dando alle fiamme il castello. Matteo Sclafani, signore di Ciminna, ricostruì nelle vicinanze un palazzo-torre e nel 1333, dispose l’edificazione di una nuova chiesa madre in un luogo che egli stesso avrebbe scelto, volendola dedicare a s. Giovanni Battista. Fonti archivistiche ne affermano che la fondazione nel 1350, precisando come avesse l’altare maggiore verso settentrione e fosse dedicata a s. Maria Maddalena. Di questa chiesa trecentesca sono pervenuti resti della cripta e della zona absidale. L’edificio attuale. Sorta in forme più estese dopo la fondazione della Parrocchia, sull’area della precedente, ha l’abside rivolta ad oriente. La più antica delle strutture è la torre campanaria (1519); un’epigrafe ne fissava l’ultimazione nel 1550, anno in cui fu fusa la campana maggiore. Ispirata alle costruzioni normanne, conserva lo schema icnografico della chiesa di s. Spirito in Palermo. Alla solidità di quelle costruzioni si richiama la zona absidale con le caratteristiche asimmetrie mentre l’aula, coperta da controsoffitto piano (distrutto nel 1970) ed il prospetto, presentavano elementi gotici desunti dal Quattrocento palermitano Il sisma del 1693 (terremoto di Noto) danneggiò il prospetto, rimodellato con inserti che richiamano il lessico architettonico di Paolo Amato (in quel periodo era vicario foraneo lo zio don Francesco Gigante e responsabile delle fabbriche il cugino architetto ed incisore G.B. Mansella). L’interno, coperto da stucchi decorativi nel sec. XVIII, prese aspetto barocco; allo stesso periodo risale il tono rosso dell’intonaco del prospetto in origine bianco. Il patrimonio artistico Tra le opere d’arte del sec. XVI vanno ricordati, l’arcone in pietra locale della cappella dei santi Simone e Taddeo, un polittico marmoreo attribuito a Giacomo Gagini, un piccolo Crocifisso ligneo e lo Spasimo di Sicilia di Simone Wobreck. Per il secolo XVII è da ricordare la grande decorazione a stucco della tribuna maggiore eseguita nel 1622 da Scipione Li Volsi da Tusa, ispirata alla distrutta tribuna gaginiana della Cattedrale di Palermo, le decorazioni a stucco delle Cappelle di S. Maria Liberainferni e del del SS.mo Sacramento eseguite dai Li Volsi e rimaneggiate in epoche successive. Le grandi tele di Vincenzo La Barbera (la Consegna delle chiavi a S. Pietro e la Dormitio Virginis) e del novellesco ciminnese, Francesco Gigante (il Privilegio di S. Gregorio Magno ed I Santi Diecimila Martiri tela ispirata al poema sacro del Potenzano) che dipinse anche la S. Maria M. e l’Angelo su commissione del medico e letterato don F. Catania. Da segnalare per importanza la tela raffigurante S. Rosalia (1626) di Girolamo Gerardi e l’Esaltazione del Nome di Gesù attribuito a Pietro Novelli. Notevoli nella Cappella di S. Andrea i monumentali sarcofagi dei Tantillo famiglia cui appartenne il Protomedico del regno di Sicilia Giovanni Vincenzo, nonché il fercolo processionale di S. Antonio Abate. Tra gli arredi seicenteschi, gli stalli corali (1619) intagliati da Francesco Amari su progetto di Giuseppe Dattolino, ispirati a quelli di S. Martino delle Scale e il fastigio dell’organo dell’intagliatore Francesco Barberi. Per il secolo XVIII, la tela con S. Benedetto in gloria firmata da Filippo Randazzo, la statua lignea di S. Andrea apostolo di Filippo Quattrocchi, la tela dell’Immacolata attribuita a F. Grano e la tela dei Santi Simone e Taddeo del ciminnese Melchiorre Di Bella, pittore ed incisore allievo del D’Anna. Interessante la collezione di ritratti di sacerdoti ed arcipreti tra i quali alcuni dipinti dal ciminnese Padre Pasquale Sarullo OMC. Interessanti arredi liturgici e sacri paramenti del XVIII secolo, i libri Corali miniati da don Santo Gigante (1628 e 1631) e l’archivio storico, risalente alla fine del XV secolo, arricchiscono il patrimonio artistico e culturale della matrice. Fonti: V. Graziano (1911), F. Meli (1965), A. Anzelmo (1990, AA.VV.1997, 1998)A. Russo (Mediterranearicerchestoriche, n5,2005)G. Mendola, inedito in corso di stampa. --87.3.162.112 19:43, 19 feb 2008 (CET)

[modifica] Chiesa dei Cappuccini

[modifica] Chiesa del Carmine

In origine era dedicata alla Santissima Trinità. Tra il 1602 e il 1603, con l’istituzione della Confraternita della Madonna del Carmelo, venne fondato in suo onore un piccolo convento, composto da un dormitorio con cinque celle, refettorio, cucina, dispensa e da un giardinetto. Il 25 dicembre 1601 la Chiesa venne assegnata ai religiosi del Convento carmelitano, successivamente soppresso nel 1660.

Nel 1728, grazie alle rendite donate alla chiesa da Giovanna Grifeo Filingeri duchessa di Ciminna, nei locali dell'abolito convento venne fondato un reclusorio femminile. Anch’esso ebbe vita breve, per la mancanza di fondi in seguito alla morte della benefattrice. L’attuale aspetto è dovuto agli interventi del Settecento, finanziati con le rendite donate dalla principessa Grifeo Filingeri e con le donazioni di alcuni fedeli, soprattutto di Don Giovanni Martino Bongiorno e dal Sacerdote Don Francesco Passantino. Tali modifiche si conclusero con la riapertura al culto il 26 aprile 1787.

[modifica] Chiesa del Cimitero

[modifica] Chiesa delle Anime Sante

[modifica] Chiesa di San Domenico

[modifica] Chiesa di San Francesco

I Minori Conventuali erano presenti a Ciminna fin dal sec. XV ed ebbero un primo Convento presso la chiesa di S. Maria a Porta San Gerardo. Sul finire dello stesso secolo (1490, epigrafe della sepoltura dei frati) si trasferirono in altro luogo, oggi al centro dell’abitato, costruendo un nuovo convento e la chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi. Cresciuto d’importanza -il convento fu sede di Capitolo Provinciale- a partire dal 1621 venne costruita una nuova chiesa ed ampliata la casa religiosa, sotto la direzione dei ciminnesi P. M. fra Vincenzo Li Vaccari e di Padre fra Salvatore la Vignera che completò le opere nel 1668. Innovativa, l’impostazione in pianta ed in alzato della chiesa, anticipa di un decennio quella di S. Antonio di Padova in Palermo, già attribuita a Mariano Smiriglio, adottando negli esterni l’ordine gigante con alte paraste tuscaniche e fregio a triglifi, eleganti e manieristiche le superstiti mostre delle finestre al centro delle partiture della fiancata che individuano gli spazi interni delle grandi cappelle. A parte quanto possa aver influito la cultura del P. M. Li Vaccari che aveva studiato a Roma, il linguaggio architettonico contiene elementi di quanto a Palermo svilupperà lo Smiriglio vi lavorano scalpellini che avevano lavorato in città con Giuseppe Giacalone e lavoreranno con il noto architetto siciliano; in quegli stessi anni sono presenti a Ciminna, per le fabbriche della nuova abbazia benedettina, gli architetti/costruttori Antonio Como e Antonio Viterbo collaboratori dello Smiriglio. L’interno, integro nella spazialità, ci è pervenuto nella veste decorativa neoclassica di fine Settecento. Il complesso monumentale è proprietà comunale, nell’ex Convento ha sede la Biblioteca Comunale “Francesco Brancato”.

Opere d’arte figurativa.

La chiesa conserva gran parte del patrimonio artistico di cui la dotarono i Conventuali. Per quanto alle opere di scultura, del secolo XVI: Crocifisso in mistura di Antonello Gagini (1521), resti dell’ arcone della Cappella La Priola, Gabriele De Battista ed altri (1504), dell’altare Billè (Antonello Gagini ante 1536), della custodia marmorea, Antonino Gagini (1538); del sec. XVII altare della Cappella Corradino su disegno di Paolo Amato; del XVIII secolo l’Immacolata, Antonino Barcellona (1781) e Cristo Risorto, Filippo Quattrocchi (1796). Tra i dipinti: Martirio di Sant’Apollonia, Vincenzo La Barbera (1600), Madonna del Rosario, ignoto fiammingo della prima metà del sec. XVII, Sant’Onofrio, Filippo Randazzo, Sant’Antonio da Padova, Melchiorre Di Bella, entrambe del XVIII secolo, del 1776 è la tela dell’Immacolata, originale di Vito D’Anna che nel 1771 servì da cartone per l'esecuzione del mosaico della Cappella Senatoria nella basilica di S. Francesco in Palermo; dell’Ottocento sono due dipinti murali nella Cappella dell’Immacolata eseguiti dal P.M. fra Pasquale Sarullo OMC in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolato Concepimento, che dipinse anche la Maddalena, S. Giovanni Evangelista e S. Alfonso Maria de’ Liguori. Fonti: F. Cagliola (1644), V. Graziano (1911), F. Meli (1950 e 1958), A. Anzelmo (1990, 1997, 2000). F. Rotolo OMC(1998), --87.3.162.112 20:00, 19 feb 2008 (CET)G. Cusmano (1999), G. Verde in A Cuccia (2002)

[modifica] Chiesa di San Francesco di Paola

In origine era dedicata a San Leonardo, si ignora la data in cui venne fondata. Nel 1608, quando alcuni Padri dell'ordine dei Minimi di San Francesco di Paola si stabilirono a Ciminna, iniziarono a costruire il loro convento, con relativa chiesa, nel piano detto “dell’Apurchiarola”. Erano già state scavate le fondamenta quando ricevettero l’offerta di potersi trasferire presso la chiesa di San Leonardo. Accettando l’offerta, i lavori da poco avviati vennero interrotti e il 13 dicembre 1608 si procedette alla nuova assegnazione, confermata il 10 gennaio 1609.

Al fianco della Chiesa, che d’allora venne intitolata a San Francesco di Paola, venne costruito il convento. Nel 1752 il Convento venne restaurato, e vennero eseguiti anche alcuni lavori in case di loro proprietà. Chiuse i battenti il 20 agosto 1792, in seguito alla norma sull’abolizione dei piccoli conventi del 17 dicembre 1768. Non ebbe alcun esito la richiesta per la sua riapertura, inviata al Re il 15 febbraio 1844. Nel 1890 Don Francesco Cassata vi fece realizzare dipinti con scene relative alla vita del Santo titolare.

[modifica] Chiesa di San Giacomo

[modifica] Chiesa di San Giovanni Battista

[modifica] Chiesa di

[modifica] Chiesa di San Sebastiano

[modifica] Chiesa di San Vito

[modifica] Chiesa di Sant’Andrea

[modifica] Chiesa di Santa Maria di Loreto

[modifica] Oratorio di San Domenico

[modifica] Tribuna dell’Ecce Homo

Fu edificata nel 1794 con una donazione del frate don Salvatore Bufalo dei Minori Conventuali. Ingrandita nel 1798 ad opera di Giuseppe Guarneri (Corleone, 19 settembre 1736 - documentato a Ciminna fino al 1798), presenta un fronte con un arco a tutto sesto chiuso da una ricca cancellata in ferro battuto, affiancato da due esili paraste sormontate da un timpano triangolare. Nell’altare di marmo, del 1795, trova posto la statua il legno policromo dell’Ecce Homo realizzata da Giacomo Quattrocchi nel 1802.

[modifica] = Edifici di Culto (Chiusi al pubblico o distrutti)

[modifica] Chiesa del Purgatorio

[modifica] Chiesa dell’Annunziata

[modifica] Chiesa dell’Ospedale

[modifica] Chiesa dell’Ospedale vecchio

[modifica] Chiesa della Madonnuzza

Esisteva già nel 1741, quando Don Andrea Grimaldi, con testamento del 14 gennaio, dispose la celebrazione di una messa festiva offrendo una donazione. Distrutta nel XVIII secolo, non ne esiste più alcuna traccia; fino al 1837 vi era ancora una via denominata "della Madonnuzza".

[modifica] Chiesa della Raccomandata

[modifica] Chiesa della Sacra famiglia

[modifica] Chiesa della Santissima Trinità e Maria Santissima Addolorata – Feudaraso

La chiesa fu fatta costruire nel 1740 da Don Alonso Spatafora, barone di Ciminna, a sue spese e nelle sue terre, per l'appunto nel suo feudo di "Feudaraso". In una lapide, un tempo murata sul prospetto della chiesa si leggeva: "O vos omnes, qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor sicut dolor meus"

[modifica] Chiesa delle Anime Sante

[modifica] Chiesa di Maria Santissima del Lume

[modifica] Chiesa di San Filippello

[modifica] Chiesa di San Michele

[modifica] Chiesa di San Nicasio

Di fondazione ignota, esisteva già nel 1613. Già nel 1656 necessitava di rifacimenti; nel 1787 per il cattivo stato di conservazione dell’edificio, la Chiesa venne chiusa al culto e il quadro del titolare San Nicasio venne trasportato in una cappella concessa dai rettori del Carmine.

[modifica] Chiesa di San Pantaleone

[modifica] Chiesa di San Rocco

[modifica] Chiesa di San Vincenzo

La chiesa esisteva già nel XVII secolo, quando Vincenzo Billingri, il 26 ottobre 1680, le versò un canone. Chiuse i battenti nel XVIII secolo.

[modifica] Chiesa di Sant’Agata

[modifica] Chiesa di Sant’Andrea

[modifica] Chiesa di Sant’Antonio Abate

[modifica] Chiesa di Santa Barbara

Si ergeva probabilmente sulla vetta di Monterotondo. Nel XVI secolo risultava già distrutta.

[modifica] Chiesa di Santa Caterina

[modifica] Chiesa di Santa Margherita

[modifica] Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

Detta anche “Santa Maria della Neve”, venne fondata nel 1603. Vi aveva sede una Confraternita, che si divise all’inizio del XVIII secolo.

[modifica] Chiesa di Santa Maria dell’Itria

[modifica] Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Detta anche "degli Occhi grandi", non ne è rimasta alcuna traccia.

[modifica] Chiesa di Santa Maria della Grazia

[modifica] Chiesa di Santa Maria di Cozzoferrato

[modifica] Chiesa di Santa Maria di Gesù

Risaliva al XVI secolo. Vi si conservava un gonfalone con figure ad intaglio eseguito dal palermitano Vincenzo Pernaci, come si rileva da un documento del 31 ottobre 1542. Sconosciuta la data della scomparsa.

[modifica] Chiesa di Santa Maria di Porta San Gerardo

[modifica] Chiesa di Santa Rosalia

[modifica] Chiesa e Monastero di San Benedetto

[modifica] Feste

Da segnalare l'importate avvenimento per Ciminna e cioè l'8 dicembre, la festa dell'Immacolata Concenzione della Beatissima Vergine Maria. L'insigne e venerata immagine dell'Immacolata viene portata in processione tra i vicoli del paese, tra i malati e i sofferenti.

Video della processione



[modifica] Siti su Ciminna


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