See also ebooksgratis.com: no banners, no cookies, totally FREE.

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Movimento new-global - Wikipedia

Movimento new-global

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Pensare globalmente, agire localmente »
(Motto del movimento)

Movimento new-global, movimento no-global o movimento anti-globalizzazione (o anche, per antonomasia, il movimento) è una locuzione nata intorno al 1999 che indica un insieme di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico ed accomunati dalla critica all'attuale sistema economico neoliberista.

Protesta in Indonesia
Protesta in Indonesia

La critica principale del movimento è volta verso le multinazionali: secondo gli aderenti, il loro potere è così forte da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali, e dannose per le condizioni dei lavoratori.

Indice

[modifica] Altre denominazioni: new global, movimento dei movimenti, altromondismo

È sempre presente un certo disagio in chi si sente etichettare con un termine che comincia con "no". Tale disagio viene amplificato dalla sensazione che il marchio "no-global" venga a volte usato per qualificare opinioni o comportamenti sgraditi.

Nomi alternativi per il movimento di conseguenza vengono usati spesso. Se attualmente si usano termini come new global (che ha comunque una connotazione più ristretta e meno radicale) o movimento dei movimenti, in passato è stato più usato il termine popolo di Seattle (con riferimento alle contestazioni lì avvenute nel novembre del 1999 durante una Conferenza dei Ministri in ambito OMC).

In ambito accademico, alcuni autori parlano di Global Justice Movement per sottolinearne due caratteristiche peculiari: il suo essere una rete transnazionale di movimenti sociali e il suo focalizzarsi su diverse aree tematiche che possono essere ricondotte alla più generale richiesta di una giustizia globale.

In altri paesi (inizialmente in Francia) la denominazione di alter-mondialismo o altromondismo tende ad essere utilizzata in sostituzione di quella di anti-globalizzazione, per indicare comunque una visione positiva e propositiva (in riferimento allo slogan Un altro mondo è possibile). Si tende in definitiva a sottolineare il fatto che il rifiuto è nei confronti del tipo di globalizzazione che si sta sviluppando e non del concetto di globalizzazione in sé.

A seguito delle contestazioni del G8 del 2007 in Germania, è entrato nell'uso comune il termine globalcritico, traduzione letterale del tedesco globalisierungskritik.

Seattle,30 novembre 1999
Seattle,30 novembre 1999

[modifica] Contestualizzazione storica

Il movimento sorge alla fine degli anni 90 in parte come risposta a tensioni che si sono accumulate dalla fine della guerra fredda, con la crisi dello stato sociale, la crisi dei partiti politici di massa, la caduta delle barriere economiche tra gli stati, la delocalizzazione dei comparti produttivi delle imprese, lo sfruttamento della manodopera nel terzo mondo, il rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali, la progressiva perdita di controllo politico da parte dei cittadini sul mondo economico finanziario.

No-global a raduno allo stadio Carlini durante i giorni del G8 di Genova del 2001 (v. Fatti del G8 di Genova)
No-global a raduno allo stadio Carlini durante i giorni del G8 di Genova del 2001 (v. Fatti del G8 di Genova)

Il movimento nasce e si sviluppa quindi con numerose iniziative di protesta contro i processi di globalizzazione dell'economia e di tutto quanto ad essa connesso, resi possibili dagli accordi sul commercio internazionale, sanciti nell'ambito del WTO, e dalle scelte di parlamenti e governi, questi ultimi riuniti in organismi quali il G8, nonché di alcune istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

Il movimento conia lo slogan "un altro mondo è possibile", tradotto e usato in tutte le lingue, e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno a Porto Alegre per il Forum Sociale Mondiale, in contrapposizione con il World Economic Forum di Davos. Organizza dei "contro-forum" in occasione di vertici internazionali e guadagna una crescente attenzione mediatica.

Nel 2002, dopo l'attentato alle torri gemelle e la successiva guerra in Afghanistan, il movimento confluisce in un più ampio movimento pacifista. Le istanze "per un altro mondo possibile" mosse dai manifestanti si mescolano con quelle di opposizione alla politica militare del governo di George W. Bush, e delineare i confini del movimento diventa ancora più difficile.

[modifica] Confini e azione politica

Il movimento no global non ha confini netti, anche se fa riferimento a gruppi e movimenti estranei al mondo politico tradizionale; esso contiene moltissime istanze della società civile, che spesso si esprimono politicamente ed operano in ambiti limitati e con caratteristiche peculiari. Vuole di fatto essere un momento di rinascita della società civile, promuove la democrazia diretta e partecipativa, promuove il consumo critico e lo sviluppo sostenibile, è pacifista, ambientalista e antiproibizionista.

Coerentemente con la propria collocazione al di fuori delle tradizionali logiche partitiche, le tecniche di azione politica del movimento sono di tipo diverso dalla tradizionale raccolta di consenso finalizzata alla vittoria nel confronto elettorale con altre forze politiche democratiche e si allontanano anche nettamente dalle dottrine di ispirazione marxista che vedevano nella rivoluzione armata il momento centrale dell'azione politica, cui la lotta di classe avrebbe dovuto necessariamente convergere. Gli strumenti di lotta politica del movimento consistono infatti principalmente nel boicottaggio, nelle manifestazioni, nella controinformazione (o mediattivismo) e di uno stile di vita energeticamente e ambientalmente sostenibile.

[modifica] I fondamenti ideologici

Noam Chomskyal Forum Sociale Mondiale 2003
Noam Chomsky
al Forum Sociale Mondiale 2003


Il movimento anti-globalizzazione ha tratto ispirazione da lavori di scrittori ed intellettuali di tutto il mondo. Ad esempio il libro No logo (2000) della giornalista canadese Naomi Klein è considerato da alcuni il manifesto del movimento.

Sono considerati autorevoli dal movimento i libri e gli interventi della intellettuale indiana Vandana Shiva, che si batte per l'autodeterminazione dei popoli indigeni e per il rispetto dell'ecologia, minacciate dagli interessi delle grandi industrie. In Francia il giornale Le Monde diplomatique è noto per le sue posizioni anti globalizzazione e per aver favorito la nascita e la notorietà dell'associazione ATTAC (Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie).

Anche l'intellettuale e linguista americano Noam Chomsky è noto per le sue posizioni anti globalizzazione, così come il romanziere e saggista uruguaiano Eduardo Galeano e la poetessa e musicista americana Erzsebet Beck. Anche alcuni altri studiosi ed economisti critici nei confronti del neoliberismo, sebbene non si riconoscano nel movimento, lo hanno ispirato in parte. Fra questi citiamo ad esempio gli economisti statunitensi James Tobin (la cui proposta di tassa sulle transazioni finanziarie, Tobin tax, ha ispirato il movimento ATTAC) e Joseph E. Stiglitz.

Per quanto riguarda le problematiche connesse al copyright il movimento in gran parte condivide la visione di Richard Stallman, principale sostenitore del software libero e del contenuto libero come pratiche di condivisione dotate di significato etico e politico.

[modifica] Critiche

Una delle critiche mosse a questa esperienza politica è quella della mancanza a volte di propositività, dovuta alla presunta impossibilità di coordinare le forze politiche eterogenee che lo costituiscono entro uno schema di progettualità politica di lungo termine. Il movimento è spesso accusato da alcuni di non possedere realismo politico e di essere ideologicamente una collezione di spinte utopiche talvolta incompatibili tra loro.

Critiche di genere diverso provengono da parte di coloro che ritengono che l'esperienza no global, in particolare quella che trova la propria espressione nel Forum Sociale Mondiale, rischi di essere pilotata e strumentalizzata dai nuovi governi socialdemocratici radicali dell'America latina, quello brasiliano e quello venezuelano.

I critici più aspri equiparano invece il movimento ad una organizzazione eversiva, quasi terroristica, di estrema sinistra, sebbene tra gli scontenti del nuovo ordine economico globale si annoverino anche militanti di destra ed i cattolici della Rete Lilliput.Secondo questi,sono ritenuti legati alle ali più estreme e violente, accusandoli di non prendere le adeguate distanze, anche in forza di fatti di violenza seguiti a scontri con la polizia avvenuti in occasione delle maggiori manifestazioni, dalla prima grande contestazione di Seattle del 1999 ai più recenti fatti del G8 di Genova del 2001. Riguardo quest'ultimo fatto,Amnesty International nel 2002 ha però pubblicato un documento in cui si chiedeva un'indagine sull'operato delle forze dell'ordine nella gestione dell'ordine pubblico durante il vertice italiano,criticandone l'eccessiva violenza e accusandole di aver negato la libertà di espressione, chiedendo anche indagini in merito alle istruzioni impartite dai vertici[1].

[modifica] Il movimento in Italia

[modifica] I soggetti

Il movimento in Italia rispecchia la stessa varietà di soggetti presenti a livello mondiale ed europeo. Tra gli aderenti al Genoa Social Forum del 2001, troviamo alcune sigle storiche del panorama socio-politico italiano, tra cui

e soggetti di nuova costituzione, tra cui

  • la Rete Lilliput, che riunisce vari soggetti minori impegnati nella cooperazione con il sud del Mondo
  • ATTAC, un'associazione (molto sviluppata in Francia e presente in tutto il mondo) che si oppone alle politiche economiche neoliberiste

Tra le personalità italiane che hanno avuto un certo risalto nei media nazionali troviamo Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum, il missionario Comboniano Alex Zanotelli, ed i portavoce di alcuni centri sociali, come Luca Casarini, presente particolarmente nel Nord-Est d'Italia e Francesco Caruso, presente particolarmente nel Sud d'Italia. Quest'ultimo è stato eletto deputato alle elezioni politiche del 2006.

[modifica] Le manifestazioni

Manifestazioni e "controvertici" prendono piede in Italia successivamente alle contestazioni di Seattle del 1999. La notizia che queste contestazioni abbiano influito nel fallimento del vertice del WTO spinge un numero sempre crescente di manifestanti a partecipare a vari "contro-forum" presenti in alcune città europee: a Praga nel settembre 2000 per il vertice della Banca Mondiale, quindi a Napoli nel marzo 2001 per il Global Forum sull’e-government.

L'evento che registra una notevole impennata nel numero di manifestanti è il controvertice del G8 che si tiene a Genova nel luglio 2001. Il secondo e il terzo giorno di manifestazioni sono teatro di scontri che avranno un forte impatto emotivo sui manifestanti e (con reazioni molto contrastanti) sull'opinione pubblica italiana.

Dopo i fatti di Genova, il movimento italiano partecipa con una rappresentanza cospicua al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre del febbraio 2002, e organizza il Forum Sociale Europeo a Firenze nel novembre 2002. Il forum si tiene alla Fortezza da Basso e riunisce tutti i soggetti europei impegnati nel movimento.

[modifica] Bibliografia

  • Naomi Klein No Logoeconomia globale e nuova contestazione.
  • Mario Pianta Globalizzazione dal basso. Economia mondiale e movimenti sociali, Manifestolibri, 2001
  • Michael Hardt/ Antonio Negri Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, Rizzoli, 2002
  • Cristina Artoni Le tribù di Porto Alegre. L'alternativa dal basso, Shake, 2002
  • Salvatore Cannavò Porto Alegre. Capitale dei movimenti. Percorsi e progetti di un movimento globale, Manifestolibri, 2002
  • AA.VV. Controimpero. Per un lessico dei movimenti globali, Manifestolibri, 2002
  • AA.VV. Porto Alegre. Il movimento dei movimenti, una nuova narrazione del mondo, Intra Moenia, 2002
  • AA.VV. Il cammino dei movimenti. Da Seattle a Porto Alegre 2003 ai cento milioni in piazza per la pace, Intra Moenia, 2003

[modifica] Note

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Organizzazioni

[modifica] Mediattivismo

[modifica] Campagne, proteste e iniziative


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -