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Lingua lettone - Wikipedia

Lingua lettone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Lettone (Latviešu valoda)
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Lettonia
Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: 2 milioni
Classifica: non nella top 100
Scrittura: {{{scrittura}}}
Tipologia: {{{tipologia}}}
Filogenesi: Lingue indoeuropee

 Lingue baltiche
  Orientali
   Lettone
 
  
   
    
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: Unione europea, Lettonia
Regolato da: Valsts valodas centrs (Centro linguistico statale)
Codici di classificazione
ISO 639-1 lv
ISO 639-2 lav
ISO 639-3 {{{iso3}}}  (EN)
SIL LAT  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Visi cilvēki piedzimst brīvi un vienlīdzīgi savā pašcieņā un tiesībās. Viņi ir apveltīti ar saprātu un sirdsapziņu, un viņiem jāizturas citam pret citu brālības garā.
Il Padre Nostro
Visi cilvēki piedzimst brīvi un vienlīdzīgi savā pašcieņā un tiesībās. Viņi ir apveltīti ar saprātu un sirdsapziņu, un viņiem jāizturas citam pret citu brālības garā.
Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Il lettone (in lingua: Latviešu valoda) è la lingua ufficiale della Repubblica di Lettonia. Ci sono circa 1,5 milioni di madrelingua lettoni in Lettonia e più di 200.000 al di fuori del paese.

Il lettone appartiene al sottogruppo orientale delle lingue baltiche nella famiglia indoeuropea. Tra le lingue baltiche, solo il lettone ed il suo parente più vicino, il lituano rimangono in vita. Ad ogni modo, anche se strettamente imparentate, i vocabolari del lituano e del lettone variano enormemente tra di loro e non sono ormai mutualmente intellegibili.

Indice

[modifica] Classificazione

Il lettone è una delle due lingue baltiche rimaste in vita (l'altra è il lituano), un gruppo a sé stante all'interno della famiglia linguistica indoeuropea. Il lettone ed il lituano hanno mantenuto molte caratteristiche della morfologia nominale della proto-lingua, anche se in termini di fonetica e morfologia verbale mostrano molte innovazioni, ed il lettone viene considerato molto più innovativo del lituano.

[modifica] Dialetti

Mappa della distribuzione geografica dei dialetti lettoni
Mappa della distribuzione geografica dei dialetti lettoni

Ci sono tre dialetti principali di lettone: il dialetto livone, il latgolico ed il dialetto centrale. Il dialetto livone si divide nella varietà di Vidzeme e quella della Curlandia (chiamata anche tāmnieku o ventiņu). Il dialetto centrale, la base del lettone standard, si divide nella varietà di Vidzeme, la varietà curone, e la varietà semigallica. Si noti: I dialetti lettoni non devono essere confusi con le lingue omonime.

[modifica] Dialetto livone

Il dialetto livone del lettone è stato influenzato dal substrato della lingua livone più del lettone di altre regioni della Lettonia. Ci sono due intonazioni in questo dialetto. In Curlandia le vocali corte finali generalmente cadono, mentre le vocali finali lunghe vengono accorciate. In tutti i generi e numeri viene usata solo una forma del verbo. I nomi propri di entrambi i generi sono derivati con delle desinenze -els, -ans. Nei prefissi ie cambia in e. A causa dell'emigrazione e dell'introduzione della lingua standardizzata, questo dialetto ha subito un netto declino. Nacque dai livoni che abitavano questa zona, che cominciarono a parlare lettone e assimilarono la grammatica livone al lettone.

[modifica] Dialetto centrale

La varietà Vidzeme e quella semigallica sono più vicine l'una all'altra in rapporto alla varietà curona, che è più arcaica delle altre due. Ci sono tre intonazioni nel dialetto centrale. Nella varietà semigallica ŗ viene ancora usato.

[modifica] Letteratura

Nonostante il ricco materiale popolare (ballate, canzoni, proverbi), risalga in certi casi a una remota antichità, la letteratura lettone è piuttosto recente come quella estone. La prima pubblicazione, un catechismo, è del 1585. Ma non si può parlare di vera e propria letteratura fino alla seconda metà del '700, allorché i due Stenders, padre e figlio, utilizzarono il lettone per la poesia e il teatro. Il loro esempio fu seguito da altri autori, al cui fervore si oppose la censura zarista. Tra il 1860 e il 1890, col sorgere della coscienza nazionale, esplose il movimento letterario. Fu in questo periodo che Andrejs Pumpurs diede alla Lettonia il suo poema epico nazionale, il Lāčplēsis.

[modifica] Grammatica

Lingua ufficiale
  • Paesi
  • Persone
  • 1 394 000 (1995)
  • 50 000
  • 29 000
  • 25 000
  • 15 000
  • 8 000
  • 5 000
  • 2 600
  • 1 800
  • 1 000
  • 500
  • non disponibile
  • non disponibile
  • non disponibile
  • non disponibile
Per approfondire, vedi la voce Grammatica lettone.

Il lettone è una lingua flessiva con molte forme analitiche e un influenza sintattica germanica. Ci sono due generi grammaticali (maschile e femminile). Ogni nome viene declinato in sette casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, strumentale, locativo, e vocativo, anche se in sostanza i casi usati sono solo i primi cinque.

I verbi sono divisi in tre coniugazioni. Ci sono tre tempi semplici: il presente, l'imperfetto ed il futuro, e tre tempi perfetti: il perfetto presente, il perfetto passato ed il perfetto futuro. I verbi hanno cinque modi: indicativo, imperativo, condizionale, congiuntivo e debitivo.

[modifica] Lessico minimo

  • Uomo: Vīrietis (cfr. latino vir)
  • Donna: Sieviete
  • Padre: Tēvs
  • Madre: Māte (cfr. latino mater)
  • Cielo: Debesis
  • Terra: Zeme (cfr. russo земля, zemlja)
  • Sole: Saule (cfr. italiano sole)
  • Luna: Mēness (cfr. inglese moon, latino mensis)
  • Acqua: Ūdens (cfr. greco antico ὕδωρ, hydor)
  • Albero: Koks

[modifica] Ortografia

Storicamente il lettone veniva scritto usando un sistema basato sui principi fonetici della lingua tedesca. All'inizio del XX secolo, il vecchio sistema ortografico venne rimpiazzato da un sistema più appropriato per la lingua lettone, usando l'alfabeto latino modificato.

[modifica] Ortografia standard

Al giorno d'oggi l'alfabeto lettone standard è composto di 33 lettere:

A Ā B C Č D E Ē F G Ģ H I Ī J K Ķ L Ļ M N Ņ O P R S Š T U Ū V Z Ž
a ā b c č d e ē f g ģ h i ī j k ķ l ļ m n ņ o p r s š t u ū v z ž

L'alfabeto standard lettone moderno usa 22 lettere non modificate dell'alfabeto latino (tutte ad eccezione di Q, W, X ed Y). A queste aggiunge altre undici lettere modificate. Le lettere vocaliche A, E, I e U possono prendere un macron per indicare una vocale lunga, prendendo per presupposto che una vocale non modificata è corta. Le C, S e Z, che nelle forme non modificate vengono pronunciate [ts], [s] e [z] rispettivamente, possono venire marcate con un háček. Queste lettere marcate, Č, Š e Ž si pronunciano rispettivamente [tʃ] (c dolce), [ʃ] (sc) e [ʒ] (g toscana). Le lettere Ģ, Ķ, Ļ e Ņ si scrivono con una cediglia o una piccola virgola al di sotto di loro (o al di sopra della g minuscola). Esse sono le versioni palatalizzate di G, K, L e N e rappresentano i suoni [ɟ], [c], [ʎ] (gl) e [ɲ] (gn). Altre varietà del lettone non standard possiedono ulteriori lettere modificate.

L'alfabeto lettone moderno ha una corrispondenza quasi perfetta tra grafemi e fonemi. Ogni fonema ha la sua lettera corrispondente così che non ci sono rischi di una cattiva pronuncia una volta imparato a leggere l'alfabeto. Ci sono solo tre eccezioni che possono causare qualche difficoltà nella pronuncia. La prima è la lettera E e la sua variante lunga Ē, che viene usata per scrivere due suoni che rappresentano la variante breve di [ɛ] e quella lunga di [a] rispettivamente. La lettera O indica sia la [ɔ] lunga e breve, ma anche il dittongo [ˈuɔ]. Questi tre suoni vengono scritti come O, Ō e Uo in latgalico e alcuni lettoni vogliono promuovere questo sistema anche nel lettone standard. Comunque la maggior parte dei linguisti lettoni risponde che o ed ō si trovano solo nei prestiti, mentre è Uo l'unico suono nativo lettone rappresentanto da questa lettera. Il digrafo Uo venne scartato nel 1914, e la lettera Ō non viene più usata nel lettone ufficiale dal 1946. Similmente le lettere Ŗ ed Ch vennero eliminate nel 1957, anche se vengono ancora utilizzate in alcune varietà e da molti lettoni che al giorno d'oggi vivono al di fuori dei confini della Lettonia. La lettera Y viene usata solo in latgolico, dove indica un fonema distinto che non esiste in altre varietà lettoni. L'ortografia lettone possiede nove digrafi che vengono scritti Ai, Au, Ei, Ie, Iu, Ui, Oj, Dz e .

[modifica] Ortografia antica

L'ortografia antica era basata su quella tedesca e non rappresentava foneticamente la lingua lettone. All'inizio veniva usata per scrivere i testi religiosi per i preti tedeschi per aiutarli nella comunicazione con i lettoni. I primi scritti in lettone erano caotici: c'erano ben dodici modi diversi di scrivere la Š. Nel 1631 il prete tedesco Georgs (Juris) Mancelis provò a sistematizzare la scrittura. Scrisse le vocali lunghe a seconda della loro posizione nella parola: una vocale corta seguita da h per una vocale radicale, una vocale corta nel suffisso ed una vocale con un marchio diacritico sulla desinenza che indicava due differenti accenti. Le consonanti venivano scritte seguendo l'esempio del tedesco con lettere multiple. L'ortografia antica venne usata fino al XX secolo, quando venne lentamente rimpiazzata dall'ortografia moderna.

[modifica] Il lettone sui computer

La mancanza del supporto per i diacritici di molti software ha fatto sì che emergesse uno stile ortografico non ufficiale, chiamato spesso translit, che venisse usato nelle situazioni in cui gli utenti non potessero immettere i segni diacritici lettoni nei moderni sistemi computerizzati (e-mail, newsgroups, forum, chat, SMS, ecc.). Questi sistema utilizza solamente le lettere dell'alfabeto latino e le lettere che non vengono usate nell'ortografia standard vengono generalmente omesse. In questo stile i diacritici vengono rimpiazzati da dei digrafi, una lettera raddoppiata per indicare una vocale lunga; j indica la palatalizzazione delle consonanti, ad eccezione di Š, Č e Ž che vengono indicate posponendo una h. A volte la seconda lettera, quella usata al posto del diacritico, viene cambiata con un'altra lettera diacritica (es. š viene scritta come ss o sj, non sh), e dato che molta gente può trovarsi in difficoltà usando questi metodi, spesso le lettere vengono scritte senza alcuna indicazione della presenza di un segno diacritico, e usano i digrafi solo quando l'assenza di questi ultimi indurrebbe in errore.[1] A volte viene usato un apostrofo prima o dopo il carattere che dovrebbe avere un diacritico. Esiste inoltre un altro stile, chiamato a volte "pokemonismo" (nello slang internet lettone "pokemon" significa adolescente), caratterizzato dall'uso di alcuni elementi di leet, dall'uso di lettere non lettoni (particolarmente w ed x invece di v e ks), dall'uso di c invece di ts, dall'uso di z nelle desinenze e dall'uso alternato di maiuscole e minuscole. Inoltre i digrafi diacritici sono spesso usato e spesso mescolati con le lettere diacritiche dell'ortografia standard. Anche se al giorno d'oggi ci sono supporti per software disponibili, la scrittura senza segni diacritici è ancora diffusa per motivi finanziari e sociali.

[modifica] Fonetica

[modifica] Vocali

Il lettone possiede solo quattro vocali:

Nell'alfabeto esiste anche la lettera o, ma questa indica il dittongo [ˈuɔ]: valoda (lingua) [ˈvaluɔda]

La distinzione tra vocali brevi e lunghe è pertinente in lettone, in quanto rappresentano due suoni diversi che possono distinguere un'intera parola:

Dato che o indica un dittongo di cui non esiste la versione lunga, non ne esiste la controparte con macron *ō. Tuttavia a volte o può trovarsi ad indicare [o] od [ɔ], ma accade solo nei prestiti stranieri; es. Opera [ˈɔpɛra]

L'accento cade invariabilmente (a parte alcune eccezioni costituite da prestiti stranieri) sulla prima sillaba della parola.

[modifica] Dittonghi

Il lettone ha sette dittonghi, che si pronunciano come i relativi accumuli vocalici ad eccezione di uno, trascritto con un singolo grafema:

[modifica] Tono

In lettone la sillaba accentata, sempre la prima, può prendere uno dei tre toni:

Tono alto
alto attraverso la sillaba. Es. loki "cipolline".
Tono discendente
breve salita seguita da una lunga discesa. Es., loks "arco".
Tono interrotto
risalita seguita da una discesa con un interruzione nel mezzo. Es., logs "finestra".

Tutti i dittonghi hanno intonazione discendente, cadendo l'accento sul primo elemento del dittongo

Questo sistema è simile a quello del lituano, dello svedese, del norvegese e del serbo. Il tono interrotto è simile allo stød danese.

[modifica] Consonanti

  Bilabiali Labiodentali Alveolari Alveolopalatali Postalveolari Velari Glottidali
Occlusive p  b   t  d   k  ɡ  
Affricate     t͡s  d͡z t͡ɕ  d͡ʑ t͡ʃ  d͡ʒ    
Nasali m   n 1   ŋ  
Vibranti     r        
Fricative   f  v s  z ʃ  ʒ   h
Approssimanti centrali     j1    
Approssimanti laterali     l 1    
  • 1 [nʲ] è la nasale alveolare palatalizzata, [lʲ] è l'approssimante laterale alveolare palatalizzata, e [j] è l'approssimante palatale; sono incluse qui tra le alveolopalatali per ragioni di spazio.

Il consonantismo lettone non diverge molto da quello slavo. Ci sono innanzitutto, comuni alla maggior parte delle lingue slave e baltiche, le tre lettere č š e ž, le quali, contrassegnate dal hacek, indicano rispettivamente [ʧ] (in italiano c(i)), [ʃ] (in italiano sc(i)) e [ʒ] (g toscana intervocalica). Come nelle altre lingue baltiche e slave, c senza diacritici è una z aspra [ʦ].

Caratteristiche del lettone sono le cinque consonanti palatilizzate ģ ķ ļ ņ ŗ, segnate nella grafia con una virgola o una cediglia posta sotto il corpo della lettera (o sopra, per motivi tipografici, nel caso della ģ minuscola). Si pronunciano rispettivamente [ɟ], [c], [lʲ], [ŋʲ] e [rʲ], come le equivalenti g k l n r, ma seguite nella pronuncia da una subitanea [j] semiconsonante. In particolare, ģ e ķ si leggono come le iniziali delle parole italiane "chiesa" e "ghiaia", ma se possibile ancora più schiacciate; ļ è equivalente alla gl italiana; ņ alla gn italiana; infine ŗ, ormai caduta in disuso, era un suono simile alla r(i) italiana della parola "aria", ma più schiacciata ancora.

Vi sono in lettone anche due digrammi dz [ʣ] e dž [ʤ].

[modifica] Fonti

  1. ^ Linda Veinberga. Latvian Latviešu valodas izmaiņas un funkcijas interneta vidē. politika.lv, 2001. URL consultato il 2007-07-28.

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