Lancia Aurelia berlina
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La Lancia Aurelia è una autovettura prodotta dalla Lancia dal 1950 al 1958.
Più in particolare le versioni "berlina" vengono costruite dal 1950 al gennaio 1956.
[modifica] La dinastia Aurelia completa
Al Salone dell’automobile di Torino inauguratosi il 4 maggio 1950 viene esposta la capostipite di tutte le Aurelia, la berlina B10, caratterizzata da una linea armoniosamente arrotondata, dal motore a 6 cilindri a V da 1,8 litri , dalle scocca portante con sospensioni a quattro ruote indipendenti, dal gruppo frizione-cambio-differenziale disposto al retrotreno (solo per citare le particolarità tecniche più rilevanti).
Parallelamente, escono gli autotelai per i carrozzieri, denominati B50 e B51 (quest’ultimo destinato ad ospitare le carrozzerie più pesanti).
Un anno dopo, nella primavera del 1951, esordisce il motore con cilindrata portata a 2 litri, che viene montato sul nuovissimo filante e sportivo coupé B20 e, in alternativa all’1,8 litri, sulla berlina, che assume la denominazione di B21.Anche gli autotelai per i carrozzieri montano il motore da due litri ed assumono le nuove sigle B52 e B53.
Nel corso del 1952, la gamma Aurelia presenta tre novità: la seconda serie del coupé B20 (leggermente potenziato e modificato in alcuni particolari di carrozzeria), una nuova limousine “di rappresentanza” allungata a 6-7 posti (tipo B15) e, in autunno, una nuova versione della berlina (B22) pensata anche in funzione di una partecipazione alle corse della categoria turismo.
Il 1953 vede invece un profondo rinnovamento della coupé B20, le cui prestazioni, grazie all’incremento della cilindrata che passa a 2,5 litri, diventano davvero entusiasmanti.
Nel 1954 è la volta del rifacimento della berlina, la cui seconda serie (o tipo B12) viene esposta al Salone primaverile di Torino: questa nuova serie, più lussuosamente rifinita, perde le caratteristiche sportive, subisce un incremento di cilindrata (che ora sale a 2,3 litri), mentre le sospensioni posteriori a ruote indipendenti vengono sostituite dal cosiddetto “ponte De Dion”: questa seconda serie sostituisce in un colpo solo le precedenti B10, B21 e B22. Naturalmente, anche gli autotelai per i carrozzieri – ormai quantitativamente quasi irrilevanti – adottano il motore da 2,3 litri ed assumono le sigle B55 e B56. Praticamente in contemporanea con l’uscita della seconda serie berlina, viene modificata anche la B20 coupé, che mostra migliori finiture e soprattutto l’adozione del ponte posteriore tipo De Dion. A fine anno, inzia la produzione del fantastico spider B24 (poi denominato “America” in quanto pensato e creato soprattutto mirando a quel mercato d’oltreoceano) che ha sostanzialmente la meccanica da 2,5 litri della B20 e che fa il suo debutto ufficiale al Salone di Bruxelles del gennaio 1955.
Ormai la vita dell’Aurelia volge però al termine. Nel 1956, dopo il passaggio di proprietà della Lancia, mentre viene a cessare la produzione della berlina (è in via di definizione la nuova ammiraglia di casa Lancia, la Flaminia), continuano ad essere costruite, sia pure in quantità limitate, le B20 coupé (che perdono parte della “vivacità” sportiva) e le B24, che a loro volta vengono trasformate da scomode ma affascinanti spider in più confortevoli ma più banali convertibile-cabriolet. Le ultime B20 e B24 escono dalla fabbrica nella seconda metà del 1958, anche se i due modelli rimangono a listino sino al maggio del 1959, probabilmente per l’esaurimento delle scorte.
[modifica] Le berlina: storia e le caratteristiche
[modifica] Le prima serie
La Aurelia viene presentata al pubblico al Salone di Torino che si apre il 4 maggio 1950: già in quella prima occasione, oltre alla berlina di serie (tipo B10) viene esposto l’autotelaio a pianale per i carrozzieri (tipo B50) e la versione Cabriolet dovuta a Pininfarina (realizzata appunto sulla base dell’autotelaio B50). Di queste versioni per così dire “derivate” , come pure delle famose coupé B20 e spyder B24, parleremo compiutamente a parte, nell’apposito capitolo. Qui percorriamo invece la storia delle sole versioni “berlina”.
Sin dal suo apparire, l’Aurelia desta scalpore, anche perché, assieme alla contemporanea Fiat 1400, essa rappresenta il primo prodotto automobilistico italiano veramente “nuovo” del dopoguerra. Negli anni dal 1946 al 1949, infatti, non pochi modelli Fiat, Lancia ed Alfa Romeo, sono stati oggetto di ammodernamenti, anche degni di interesse, ma in nessun caso si è potuto parlare di un qualcosa che veramente chiudesse col passato. Ma veniamo alla prima Aurelia, la capostipite di una famiglia destinata a moltiplicarsi e ad occupare la scena automobilistica italiana (e in qualche caso anche mondiale) per circa 9 anni, dal 1950 al 1958.
Come abbiamo visto, il motore dell’Aurelia B10 è un 6 cilindri a V di 60°.Stando ai tecnici e agli esperti dell’epoca, ecco enumerati i vantaggi che sarebbero propri di questa inusuale disposizione (ripresi da un articolo apparso sulla rivista Auto Italiana): 1= minor ingombro (motore più corto) con possibilità di utilizzare albero motore e basamento rigidi e leggeri; 2=possibilità di impiegare un solo albero a camme, corto, con aste corte per comandare i bilancieri delle valvole; 3=possibilità di avere una buona alimentazione, anche impiegando un solo carburatore; 4=ottimale disposizione dei collettori di scarico (uno per lato). La cilindrata è di 1754,90 cmc (alesaggio mm 70, corsa mm 76), il blocco motore è in lega leggera, le canne cilindri sono in ghisa (ricambiabili) , le testate in lega d’alluminio con sedi valvole in ghisa, l’albero motore (molto corto) è in acciaio speciale, temprato, contrappesato e ruota su 4 supporti in bronzo: il diametro dei perni di banco è di 55 mm, quello dei perni di manovella di 45 mm.. I cuscinetti di banco e di biella sono in bronzo e guerniti d’antifrizione. Le bielle sono in acciaio stampato. I pistoni sono in lega d’alluminio, con cinque anelli (tre di compressione e due raschiaolio). Queste le altre caratteristiche del propulsore. La distribuzione è ad albero a camme centrale (posto cioè nell’angolo formato dalle due file di cilindri) mosso da da una catena doppia, a rulli (mantenuta in tensione da un pignone il cui supporto, scorrevole, è caricato dalla pressione esistente nei condotti di lubrificazione del motore). Le valvole sono in testa, inclinate di 26° rispetto all’asse del cilindro, mosse da bilancieri (in acciaio speciale,molto corti) e da aste (tubolari, in duralluminio).Ogni coppia di bilancieri è sopportata da un paio di cuscinetti in ghisa. Per contenere la larghezza del motore, le valvole, inclinate tra loro, vengono posizionate in linea con l’asse dei cilindri. Il registro de gioco del comando della valvola si effettua con vite a testa sferica e dado, sul braccio del bilanciere azionato dall’asta.
La lubrificazione è forzata, con pompa dell’olio azionata da un alberino verticale calettato sul retro dell’albero a camme. Il filtro olio è del tipo “a cartuccia”.Il collettore di aspirazione è riscaldato dall’acqua del radiatore. L’alimentazione è a mezzo di pompa meccanica a membrana. Il carburatore è un Solex invertito doppio corpo (30AAI) munito di dispositivo d’avviamento (starter) e di arricchitore (che mantiene la miscela “ricca” finché il motore non si è scaldato).
La accensione è a spinterogeno e l’ordine di accensione dei cilindri è: 1-4-3-6-5-2. Le candele (diametro mm 14 e lunghezza della parte filettata di mm 18) sono situate al di fuori della “V” dei cilindri, sono disposte radialmente nella camera di combustione, a 27° rispetto all’asse del cilindro. La potenza di questa unità motrice non è molto elevata (56 CV totali, corrispondenti a 32 CV/litro scarsi), al pari del valore del rapporto di compressione (6,85:1) e del regime di rotazione (la potenza massima è erogata a 4.000 giri/minuto, ma il motore può ruotare fino a 4.500-4.700 giri/minuto). Notevole per contro l’elasticità di marcia, grazie al valore della coppia motrice massima (10,8 Kgm ad un regime di rotazione compreso tra 2.500 e 3.000 giri/minuto). L’impianto di raffreddamento, ad acqua con pompa (circolazione forzata) è regolato da due termostati, uno posto sulla tubazione (che ha il compito di non lasciar circolare l’acqua sino a quando non abbia raggiunto una certa temperatura) e l’altro posizionato sul radiatore (per comandare la persiana regolatrice, che si apre quando la temperatura dell’acqua sorpassa un determinato valore).Il radiatore è del tipo a lamelle. Da rilevare che il motore dell’Aurelia ha dei passaggi d’acqua che, nelle zone più critiche quali le sedi delle valvole, sono molto grandi. L’impianto di raffreddamento è completato dal consueto ventilatore ausiliario a 3 pale Il motore è fissato alla scocca su quattro blocchi di gomma, necessari a garantire la migliore trasmissione al gruppo frizione-cambio-differenziale posizionato al retrotreno. Il peso del motore, completo di dinamo e motorino d’avviamento, è di Kg. 145.
Nella trasmissione (con trazione classica sulle ruote posteriori) , una grossa innovazione è data dal fatto che frizione,cambio e differenziale vengono realizzati in gruppo unico, ancorato al telaio e disposto al retrotreno: in questo modo si aumenta il peso gravante sulle ruote posteriori, si diminuisce quello gravante sulle ruote anteriori e si migliora l’abitabilità in quanto viene ad essere eliminata la protuberanza per il cambio tra gli occupanti del sedile anteriore. L’albero di trasmissione è in due tronchi, con tre supporti (due alle estremità ed uno centrale, tutti flessibili, con 6 settori di gomma). La frizione è monodisco a secco. La scatola del cambio è in lega leggera ed in un solo pezzo ed ha la coppa inferiore smontabile. Il cambio è a quattro rapporti più retromarcia, con i tre rapporti superiori (ad ingranaggi sempre in presa) muniti di sincronizzatori. I rapporti al cambio sono: prima marcia 2,86:1, seconda 1,84, terza 1,24 e quarta (moltiplicata) 0,86, la marcia indietro è 3,61:1. Gli ingranaggi della retromarcia e della prima marcia sono a denti dritti, tutti gli altri a denti inclinati e sempre in presa. Il comando del cambio è al volante. Il rapporto finale di riduzione è di 4,889:1 dal momento che la coppia conica Gleason ha un pignone di 9 denti e una corona di 44 (altre fonti dicono 4,70:1 con pignone da 10 denti e corona da 47 denti). I semiassi sono muniti di giunti interni a scorrimento, necessari per compensare il variare della lunghezza durante il movimento della sospensione, mentre all’estremità esterna vi sono dei giunti universali ad aghi Hooke, sistemati all’interno dei mozzi delle ruote. I mozzi delle ruote posteriori hanno cuscinetti di grandi dimensioni per poter ospitare i particolari giunti ad aghi Hooke di cui s’è detto.
L’impianto frenante d’esercizio (a pedale) è idraulico, con i tamburi dei freni posteriori posizionati all’uscita del differenziale per ridurre le masse non sospese e per un miglior raffreddamento. Il freno a mano, di stazionamento, agisce sulle ruote posteriori, mediante comandi meccanici.
E veniamo alle sospensioni: per l’avantreno viene mantenuto il classico schema Lancia a ruote indipendenti, elemento a colonna verticale (leggermente inclinata verso la ruota ed incorporante molla elicoidale ed ammortizzatore idraulico), barra di accoppiamento tra le due ruote), mentre al retrotreno si finisce con realizzare un eccellente sistema di sospensione a ruote indipendenti, diverso e fors’anche più semplice rispetto a quello della progenitrice, con triangoli obliqui, molloni elicoidali ed ammortizzatori idraulici a braccio esterno (sistema Armstrong).
Lo sterzo è a vite senza fine e ruota elicoidale (i tiranti hanno boccole elastiche e snodi a sfera), la posizione di guida normale è a destra(solo a partire dal 1951 è prevista la possibilità di ottenere la guida a sinistra e le vetture con tale caratteristica vengono contraddistinte dal suffisso “S” a seguire la normale sigla del modello).
L’impianto elettrico è a 12 Volt, con dinamo di 200 Watt e batteria da 50 Ah.
La carrozzeria é realizzata in parte in alluminio (porte, paraurti, parafanghi posteriori, cofano, sportello baule-bagagliaio, piano bagagli) ha 4 porte (senza m ontante centrale) , 4 luci, 5-6 posti, ha i vetri del parabrezza e del lunotto in cristallo curvo; elaborata “in casa”, è caratterizzata da una linea assai sobria ed elegante, probabilmente ispirata da quella di una Aprilia carrozzata dal già celebre carrozziere torinese Pininfarina nel periodo 1946-1948, ma ulteriormente ammodernata ed addolcita. Il passo è di cm 286, le carreggiate anteriori e posteriori di cm 128 e cm 130 rispettivamente, la lunghezza complessiva è di cm 442, la larghezza di cm 156, l’altezza di cm 150, l’altezza minima dal suolo è di cm 15 Il diametro di sterzata è di mt 10,70. Le ruote hanno cerchio 165x400 a base allargata (4.50x16 per l’esportazione) mentre gli pneumatici sono da 165x400 (5.50x16 per l’esportazione). La gamma colori iniziale prevede sei tinte: nero, blu, grigio, nocciola, verde, amaranto.
Malgrado il largo impiego dell’alluminio di cui s’è detto, l’Aurelia B10 ha un peso non indifferente (1080 Kg a vuoto, con accessori e ruota di scorta e circa 1150 Kg con vettura rifornita ), per cui le prestazioni velocistiche non appaiono, in questa prima versione, particolarmente brillanti: secondo quanto dichiarato dalla Casa, la velocità massima della B10 è di 135 Km. orari ed il suo consumo (calcolato secondo le norme CUNA, vale a dire misurato in piano ed in IV marcia, ad una velocità costante pari ai 2/3 di quella massima) è di 10,5 litri ogni 100 Km. mentre la pendenza massima superabile in prima marcia a pieno carico, è dell’ordine del 28%.
Nella Aurelia – ed in particolare in questa prima versione B10 - vengono privilegiate le doti di confortevolezza (silenziosità, morbidezza delle sospensioni), di lusso (arredamento interno e tessuto in panno in particolare) e la elasticità di marcia (ovvero la capacità di riprendere da basse velocità anche mantenendo inserite le marce superiori).
L’Aurelia viene accolta con successo, malgrado un prezzo di listino che, al momento del lancio, è già di 1.830.000 Lire (ci riferiamo alla berlina di serie). Meno di un anno dopo, nel gennaio 1951, tutte le vetture italiane subiscono un aumento, e la berlina B10 passa così da 1.830.000 a 2.038.000 Lire, prezzo che, da allora fino al termine della commercializzazione (marzo-aprile 1954) subirà solo piccole variazioni insignificanti.
Al Salone di Torino del 1951, quindi dopo circa un anno di produzione, in concomitanza con l’uscita del coupé B20 (di cui parleremo nell'apposito capitolo), la berlina Aurelia si sdoppia, nel senso che l’acquirente può scegliere il motore da adottare: il B10 da 1,8 litri e 56 CV oppure la versione potenziata da 2 litri di cilindrata, denominata B21, che monta un propulsore da 69,5 CV di potenza analogo a quello che equipaggia il coupé B20 (che tuttavia é leggermente più potente, erogando 75 CV). Le prestazioni velocistiche della B21 naturalmente migliorano e la vettura può raggiungere i 145 Km. all’ora.
La gamma della “prima serie” Aurelia si amplia ulteriormente all’inizio dell’autunno 1952, quando alla B10 ed alla B21 si aggiunge il modello B22, una “due litri” (come la B21) notevolmente potenziata (90 CV nella versione di serie posta in commercio). Alla creazione di questo modello berlina d’intonazione sportiva si giunge sulla spinta dei successi sportivi ottenuti dalle Aurelia B20 e B21 nel 1951 e nei primi mesi del 1952, successi che però sono messi seriamente in pericolo dall’incombente rivale Alfa Romeo 1900, agguerritissima specialmente nella sua ultima versione TI (Turismo Internazionale). Nata con intenti agonistici, la B22 armonizza assai bene un corpo vettura sobrio, elegante, quasi lussuoso, con un propulsore dalle prestazioni rilevanti (la velocità massima supera i 160 Km. all’ora). La carriera agonistica della B22, che sembra potersi opporre con una certa efficacia all’Alfa, si interrompe però nel 1953, quando sorge una diatriba con la Casa milanese e con la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana (CSAI) a proposito della validità di omologazione: per qualche mese, la CSAI inibisce sia alla B22 della Lancia che alla TI dell’Alfa la partecipazione alle gare nella categoria Turismo e, alla fine, Gianni Lancia decide di sospendere la partecipazione diretta della Casa alle corse di questa categoria e, forse per tagliare la testa al toro, nel 1954 presenta la seconda serie dell’Aurelia, unificata, meno sportiva e, soprattutto, munita di un motore di quasi 2300 cmc che di fatto preclude alla vettura la partecipazione alle gare di velocità.
La prima serie Aurelia, dunque, vive soltanto 4 stagioni, dal 1950 al 1953: come abbiamo visto, in quattro anni la gamma si è ampliata e da un solo modello (1950), si è passati a due (1951) ed infine a tre (a partire dalla fine del 1952), ma le modifiche apportate in corso di produzione sono state davvero pochissime e di scarsa rilevanza (oltre ad un lieve aumento del rapporto di compressione, da 6,85:1 a 7,00:1 abbiamo, nel 1951, le frecce direzionali sostituite dalle luci lampeggianti; nell’autunno 1952, si registrano modifiche al disegno della calotta dei fanali anteriori, ed una colorazione quadri strumentazione in tonalità più chiara).
Per la verità un quarto modello, denominato B15, è stato costruito, sia pure in quantità estremamente limitata, tra l’aprile 1952 ed il giugno 1953: si tratta di una berlina-limousine allungata (passo cm 325 anziché 286 e lunghezza cm 481 anziché 442) a 6 luci, 6-7 posti, con strapuntini e divisorio, creata per un utilizzo di rappresentanza oppure per noleggio da rimessa. La linea della vettura ricalca quella della B10 ma risulta meno armoniosa. Data anche la particolare destinazione d'uso della vettura, la produzione (sub-appaltata alla carrozzeria Bertone) é di appena 81 esemplari.
La produzione della prima serie Aurelia si arresta dopo 10.386 unità (5451 B10, 3780 B21, 1074 B22 e 81 B15): a titolo di curiosità, diremo che di queste 10.386 vetture, ben 9132 vengono consegnate con la “tradizionale” guida a destra e soltanto 1.254 clienti richiedono la guida a sinistra.
[modifica] B10-B10S
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche. |
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- Periodo di produzione: dall’inizio 1950 al dicembre 1953
- Modelli:
- tipo B10, berlina 4 porte, 5-6 posti, con guida a destra
- tipo B10S, berlina 4 porte, 5-6 posti , con guida a sinistra
- tipo B10, berlina 4 porte, 5-6 posti, con guida a destra
- Motore: tipo B10
- Numerazione progressiva:
- tipo B10: da 1001 a 5938
- tipo B10S: da 1001 a 1513
- tipo B10: da 1001 a 5938
- Unità prodotte:
- tipo B10: 4.938
- tipo B10S: 513
- totale 5.451
- tipo B10: 4.938
- Caratteristiche principali:
motore : anteriore a 6 cilindri a V di 1754,90 cm3, potenza 56 HP a 4000 giri, valvole in testa; carrozzeria : berlina 4 porte, 4 luci, 5/6 posti, scocca portante, sospensioni anteriore e posteriore a ruote indipendenti;trasmissione con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ;dimensioni e peso: passo cm 286, lunghezza cm 442, larghezza cm 156, peso in ordine di marcia, rifornita, Kg 1150 circa;velocità max: circa Km/h 135
- Periodo di produzione: dall’inizio 1950 al dicembre 1953
La B10, capostipite di tutte le Aurelia, viene presentata al Salone dell’automobile di Torino 1950 che si inaugura il 4 maggio di quell’anno: secondo la stampa dell'epoca, la vettura può essere consegnata (su specifica richiesta del cliente) con la guida a sinistra, sin dall'inizio
A distanza di circa 1 anno, la vettura viene affiancata dalla versione B21, identica come carrozzeria ma munita di un motore da 2 litri più potente. Altra piccola novità apparsa nella B21 é la modifica agli indicatori di direzione, che non sono più del tipo "a freccia" ma vengono sostituiti con le più moderne ed efficaci luci lampeggianti: di lì a poco, la stessa miglioria viene estesa alle berline B10-B10S.
Pochissime le modifiche subite dalla B10/B10S nel corso della produzione: la più importante è forse la abolizione delle frecce direzionali di cui si é già fatto cenno.
In corso di produzione viene anche leggermente incrementato il valore del rapporto di compressione, che passa da 6,85:1 a 7,00:1
Nell’autunno del 1952, si registra una modifica alle calotte dei fanali anteriori, che migliora anche l’estetica.
La produzione termina alla fine del 1953, ma la commercializzazione prosegue sino ai primi mesi del 1954, cioè fino a quando esce l’erede, la “berlina seconda serie o tipo B12”, la quale viene esposta come novità al Salone dell’automobile di Torino apertosi il 21 aprile 1954. Le B10 costruite sono in tutto 5.451, di cui appena 513 con guida a sinistra.
[modifica] B21-B21S
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche. |
- Periodo di produzione: dall’aprile 1951 al dicembre 1953
- Modelli:
- tipo B21, berlina 4 porte, 5-6 posti, con guida a destra
- tipo B21S, berlina 4 porte, 5-6 posti , con guida a sinistra
- tipo B21, berlina 4 porte, 5-6 posti, con guida a destra
- Motore: tipo B21
- Numerazione progressiva:
- tipo B21: da 1001 a 4250
- tipo B21S: da 1001 a 1530
- tipo B21: da 1001 a 4250
- Unità prodotte:
- tipo B21: 3.250
- tipo B21S: 530
- totale 3.780
- tipo B21: 3.250
- Caratteristiche principali:
- motore : anteriore a 6 cilindri a V di 1990,97 cm3, potenza 69,5 HP a 4500 giri, valvole in testa; carrozzeria : berlina 4 porte, 4 luci, 5/6 posti, scocca portante, sospensioni anteriore e posteriore a ruote indipendenti; trasmissione con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ; dimensioni e peso: passo cm 286, lunghezza cm 442, larghezza cm 156, peso in ordine di marcia, rifornita, kg 1180 circa; velocità massima: km/h 145
Sotto la spinta delle sempre più pressanti richieste di molti clienti (soprattutto di quelli che intendono partecipare alle corse) ed in sintonia con l’orientamento della Lancia che sta per impegnarsi direttamente nelle competizioni, ecco che al Salone di Torino del 1951 — quindi dopo circa un anno di produzione — in concomitanza con l’uscita del coupé B20, per la berlina Aurelia viene proposto, in alternativa al pacifico motore da 1,8 litri, un più potente 2 litri con 69,5 CV di potenza. Le prestazioni velocistiche di questa berlina (denominata B21) naturalmente migliorano (la velocità massima, per esempio, passa da 135 a 145 km/h).
La carrozzeria è quella della B10, anche se si notano i nuovi indicatori di direzione (a luce lampeggiante anziché a a freccia), che peraltro di lì a poco saranno adottati anche dalla B10.
Queste le caratteristiche che dffferenziano la B21 dalla B10:
- cilindrata di cmc 1990,97 (alesaggio mm 72 e corsa mm 81,5) anziché cmc 1754,90 (mm 70x76)
- rapporto di compressione 7,8:1, anziché 7,0:1
- potenza massima HP 69,5 a 4500 giri/minuto (anziché 56 HP a 4000 giri)
- regime massimo possibile:4.800 giri/minuto (anziché 4.700)
- coppia motrice massima kgm. 13 a 2.500-3.000 giri/minuto (anziché 10,8 allo stesso regime)
- peso del motore kg 150 (anziché 145)
- lievi differenze nelle misure dei diffusori del carburatore (che è il medesimo della B10, cioè il Solex 30AAI)
- rapporto finale di riduzione 10/47 (4,70:1) anziché 9/44 (4,889:1)
- peso a vuoto della vettura kg 1.110 (anziché 1.080)
- velocità massima km/h 145 (anziché 135)
- velocità massime (in km/h) nelle diverse marce: I=43 (anziché 40,5); II=67 (anziché 63); III=99 (anziché 93); Retromarcia=34 (anziché 32)
- pendenze massime superabili nelle varie marce: in I=32% (anziché 28%); II=21%(anziché 18%); III=11,5% (anziché 10%); IV=7% (anziché 6%); Retromarcia=40% (anziché 35%)
- consumo (secondo le norme CUNA) litri 11,5 ogni 100 km (anziché 10,5)
- prezzo in Italia, al debutto - aprile 1951 - Lire 2.300.000 (anziché 2.038.000)
Pochissime le variazioni apportate alle B21 nei tre anni di commercializzazione (da aprile 1951 a marzo 1954): una diversa regolazione dell’anticipo dell’accensione (a partire dalla B21 con motore 1238) e poi, dall'autunno 1952, la modifica alla forma dei fanali anteriori, comune a tutte le berline Aurelia.
Anche nel caso della B21, le vetture consegnate con la guida a sinistra rappresentano una evidente minoranza (appena 530 su un totale di 3780 unità).
[modifica] B15-B15S
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche. |
- Periodo di produzione: dall’aprile 1952 al giugno 1953
- Modelli:
- tipo B15, berlina 4 porte, 6 luci, 6-7 posti, con guida a destra
- tipo B15S, berlina 4 porte, 6 luci, 6-7 posti , con guida a sinistra
- Motore: tipo B15
- Numerazione progressiva:
- tipo B15: da 1001 a 1067
- tipo B15S: da 1001 a 1014
- Unità prodotte:
- tipo B15: 67
- tipo B15S: 14
- totale 81
- Caratteristiche principali:
- motore: anteriore a 6 cilindri a V di 1990,97 cm3, potenza 65 cv a 4000 giri, valvole in testa; carrozzeria : berlina-limousine 4 porte, 6 luci, 6/7 posti, scocca portante, sospensioni anteriore e posteriore a ruote indipendenti; trasmissione con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ; dimensioni e peso: passo cm 325, lunghezza cm 481, larghezza cm 159,5, peso in ordine di marcia, rifornita, kg 1300 circa; velocità massima: km/h 133
Al Salone di Torino dell’aprile 1952, la Lancia espone, quale novità, la Aurelia B15, ovvero la versione «limousine-ministeriale» (così definita dalla terminologia in uso) a 6-7 posti: si tratta, in sostanza, di una versione allungata (e quindi munita di una terza luce laterale) della normale berlina, creata in funzione di un utilizzo di rappresentanza oppure per noleggio da rimessa. L’allungamento è di 39 centimetri: il passo è di cm 325 (anziché 286) e la lunghezza totale della vettura è di 481 cm (anziché 442). Anche le carreggiate hanno dimensioni lievemente maggiori. L’abitacolo, che presenta un divisorio tra i posti anteriori e quelli retrostanti, è molto ampio e contempla la presenza di strapuntini — installati "fronte-marcia" tra il divisorio e il divano posteriore —, che consentono di incrementare il numero di passeggeri trasportabili (il limite massimo previsto è di 7 posti, conducente incluso). La linea della vettura ricalca quella della B21 ma risulta meno armoniosa. La produzione si arresta nel giugno del 1953 dopo la realizzazione di appena 81 esemplari, un numero esiguo ma del resto prevedibile vista la particolare destinazione d'uso della vettura; non tutte le B15 sono identiche tra di loro, in quanto alcune, destinate ad impieghi di rappresentanza, vengono rifinite con particolare cura. La costruzione della B15 è affidata alla Bertone, specializzata da anni in questo tipo di trasformazioni. Sarà questa l’ultima vettura realizzata dal celebre carrozziere per la casa torinese perché i rapporti tra le due società si incrinano per via della decisione della Lancia di commercializzare in prima persona il modello, relegando la Bertone al ruolo di mera esecutrice : per oltre un ventennio (fino alla Stratos degli anni ’70) non si avranno più Lancia carrozzate da Bertone. Dal punto di vista meccanico, la B15 adotta il motore di 1991 cc della B21, addomesticato (cioè depotenziato), che limita le prestazioni (la velocità massima si riduce a 133 km/h). Naturalmente gli pneumatici sono di maggiori dimensioni e la vettura ha un peso superiore (140 kg in più) a quello della B21.
Queste le caratteristiche che differenziano la B15 dalla B21:
- rapporto di compressione: 7,00:1 (invece di 7,80:1)
- potenza massima: cv 65 a 4000 giri/minuto (invece di 69,5 a 4500 giri)
- coppia motrice massima: kgm 12 a 2500-3000 giri/minuto (invece di kgm 13, allo stesso regime)
- regolazione del carburatore (è quella prevista per la B10)
- passo: cm 325 (anziché 286)
- carreggiate anteriore e posteriore: cm 130 e cm 132 rispettivamente (anziché cm 128 e 130)
- rapporto di riduzione al ponte: 9/47 , pari a 5,222:1 (anziché 10/47, pari a 4,700:1)
- diametro di sterzata: mt 12,20 (anziché 10,70)
- diametro tamburi freni anteriori: cm 30 (anziché cm 28)
- larghezza guernizioni freni: cm 7 (anziché cm 6)
- superficie frenante totale: cm² 1.700 (anziché 1.400)
- lunghezza : cm 481 (anziché 442) larghezza: cm 159,5 (anziché 156)
- altezza: cm 155,5 (anziché 150)
- altezza minima da terra: cm 16 (anziché cm 15)
- peso a vuoto: kg 1250(anziché 1110)
- velocità massima: 133 km/h (anziché 145)
- consumo: medio (norme CUNA): litri 12,5 ogni 100 km (anziché litri 11.5 ogni 100 km)
- pendenza massima superabile in I marcia: 29% (anziché 32%)
- misura cerchi e pneumatici: 185x400 (anziché 165x400)
- numero dei posti: 6-7 (anziché 5-6)
- prezzo, nell’aprile 1953: lire 2.690.000 (anziché 2.190.000)
[modifica] La B22-B22S
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche. |
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- Periodo di produzione: dall’ottobre 1952 al dicembre 1953
- Modelli:
- tipo B22, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti, con guida a destra
- tipo B22S, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti , con guida a sinistra
- tipo B22, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti, con guida a destra
- Motore: tipo B22
- Numerazione progressiva:
- tipo B22: da 1001 a 1877
- tipo B22S: da 1001 a 1197
- tipo B22: da 1001 a 1877
- Unità prodotte:
- tipo B22: 877
- tipo B22S: 197
- totale 1.074
- tipo B22: 877
- Caratteristiche principali:
motore : anteriore a 6 cilindri a V di 1990,97 cm3, potenza 90 HP a 4000 giri, valvole in testa; carrozzeria : berlina 4 porte, 4 luci, 5/6 posti, scocca portante, sospensioni anteriore e posteriore a ruote indipendenti;trasmissione : con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ; dimensioni e peso: passo cm 286, lunghezza cm 442, larghezza cm 156, peso in ordine di marcia, rifornita, Kg 1180 circa;velocità max: Km/h 160
- Periodo di produzione: dall’ottobre 1952 al dicembre 1953
Al Salone dell’ automobile di Parigi che si apre il 2 ottobre 1952 fa il suo pparire una nuova versione della berlina Aurelia: la B22. Alla B10 ed alla B21 si aggiunge dunque questa nuova “due litri” (come la B21) notevolmente potenziata (90 CV a 5000 giri al minuto, nella versione di serie posta in commercio). Alla creazione di questo modello berlina d’intonazione sportiva si giunge sulla spinta dei successi sportivi ottenuti dalle Aurelia B20 e B21 nel 1951 e nei primi mesi del 1952, successi che però sono messi seriamente in pericolo dall’incombente rivale Alfa Romeo 1900, che appare agguerritissima specialmente nella sua ultima versione TI (Turismo Internazionale). Nata con intenti quasi agonistici, la B22 armonizza assai bene un corpo vettura sobrio, elegante, con un propulsore dalle prestazioni rilevanti (la velocità massima supera i 160 Km. all’ora). La carriera agonistica della B22, che sembra potersi opporre con una certa efficacia all’Alfa, si interrompe però nel 1953, quando sorge una diatriba con la Casa milanese e con la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana (CSAI) a proposito della validità di omologazione: per qualche mese, la CSAI inibisce sia alla B22 della Lancia che alla TI dell’Alfa la partecipazione alle gare nella categoria Turismo e, alla fine, Gianni Lancia decide di sospendere la partecipazione diretta della Casa alle corse di questa categoria e, forse per tagliare la testa al toro, nel 1954 presenta la seconda serie dell’Aurelia, unificata, meno sportiva e, soprattutto, munita di un motore di quasi 2300 cmc che di fatto preclude alla vettura la partecipazione alle gare di velocità.
Torniamo alla B22: il successo del modello è immediato ed il migliaio di esemplari messi in cantiere (minimo necessario per ottenere l’omologazione nella categoria Turismo) vengono assorbiti dal mercato senza problemi. Tecnicamente parlando, questa nuova berlina ad alte prestazioni differisce dalla B21 quasi esclusivamente per il motore, che presenta una nuova forma delle camere di combustione, un diverso profilo dell'albero a camme, valvole di maggior sezione, collettori di aspirazione e di scarico di nuovo disegno. Anche il carburatore è del tutto nuovo. Le maggiori prestazioni velocistiche hanno poi indotto la Casa ad accrescere la potenza frenante: per questo motivo i tamburi dei freni anteriori e le guernizioni hanno dimensioni maggiorate.
La B22 rimane nei listini Lancia appena 18 mesi (da ottobre 1952 a marzo 1953) ed esce già con i segnalatori di direzione a luce lampeggiante e con i fanali anteriori ridisegnati: in corso di produzione, quindi, non si registrano variazioni di sorta.
Queste le caratteristiche che differenziano la B22 dalla B21:
a) potenza massima: 90 HP a 5.000 giri/minuto (anziché 69,5 HP a 4500 giri)
b) coppia motrice massima: Kgm. 14 a 3500-4000 giri/minuto (anziché Kgm. 13 a 2500-3000 giri)
c) distribuzione: diversa regolazione
d) carburatore: Weber 40DCF5 doppio corpo (anziché Solex 30AAI doppio corpo)
e) accensione: diversa regolazione dell’anticipo
f) bobina d’accensione: tipo S53C (anziché S53B)
g) dinamo: con regolatore staccato
h) rapporto di riduzione al ponte: 9/40 , pari a 4,444:1 (anziché 10/47, pari a 4,700:1)
i) tamburi freni anteriori: diametro cm 30 (anziché cm 28)
j) larghezza guernizioni freni anteriori: cm 7 (anziché cm 6)
k) superficie frenante complessiva: cm2 1700 (anziché cm2 1400)
l) gomme: 165x400 speciali, cioè Michelin “X” oppure Pirelli Cinturato (anziché 165x400 normali)
m) velocità massima: 160 Km/h (anziché 145 Km/h)
n) consumo: litri 11,8 ogni 100 Km (anziché litri 11,5 ogni 100 Km)
o) prezzo: nell’aprile 1953, Lire 2.310.000 (anziché 2.190.000)
[modifica] La seconda serie
Il 1953 è un anno cruciale per la Lancia, che si getta a capofitto nel campo delle competizioni: le rinnovate coupé B20 si affermano quasi ovunque, i modelli “sport” creati per le gare su lunga distanza colgono successi in serie e "rischiano" di aggiudicarsi il Campionato del Mondo di quella categoria, mentre è addirittura imminente l’uscita di una monoposto di Formula Uno (che vedrà la luce nel’54). Qualche problema giunge invece dalle berline, cui tra l'altro vengono imputate manchevolezze di finitura e, in generale, una costruzione poco accurata che scontenta i "lancisti". La carriera agonistica della B22, che sembrava potersi opporre con una certa efficacia all’Alfa, si interrompe appunto nel 1953, quando sorge una diatriba con la Casa milanese e con la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana (CSAI) a proposito della validità di omologazione: per qualche mese, la CSAI inibisce sia alla B22 della Lancia che alla TI dell’Alfa la partecipazione alle gare nella categoria Turismo e, alla fine, Gianni Lancia sospende la partecipazione diretta della Casa alle corse di questa categoria. Dopo questa decisione, che di fatto sancisce la rinuncia da parte della Lancia di far scendere in gara le berline, viene varato il lancio di una nuova serie della berlina Aurelia (la seconda serie), che, abbandonata ogni velleità agonistica, si caratterizza soprattutto per il confort e per la accuratezza di finitura.
Alla fine del 1953 cessa la produzione delle Aurelia berlina (e degli autotelai) da 1,8 e da 2 litri, nei primi mesi del 1954 sulla stampa specializzata viene preannunciata la nuova serie di Aurelia (la stessa Casa torinese fa pubblicare inserzioni in tal senso) e finalmente, al Salone dell’automobile di Torino inaugurato il 21 aprile 1954, vede la luce questa nuova berlina (designazione di fabbrica B12), che viene prodotta in un’unica versione.
Il primo dato che salta agli occhi è l’incremento della cilindrata oltre la soglia dei due litri (esattamente 2266,37 cm3) che implica automaticamente l’impossibilità –anche per gli acquirenti – di prendere parte alle gare, visto e considerato che la classe di cilindrata entro cui eventualmente competere con la rivale Alfa Romeo è quella il cui limite è fissato nei 2000 centimetri cubici. È comunque la classe stessa della nuova vettura – che pesa anche quasi un quintale e in più - ad indicare senza ombra di dubbio quale sia la effettiva destinazione del veicolo.
Oltre che per l’innalzamento della cilindrata (la potenza è però inferiore a quella del “due litri” della B22, 87 HP contro 90) lil motore della “seconda serie” presenta una nuova fusione del blocco cilindria, nuovi supporti dell’albero motore Vandervell a guscio sottile (anziché in metallo bianco) e un nuovo filtro dell’olio. La B12 si caratterizza anche per una nuova sospensione posteriore (ora del tipo De-Dion, ovvero a ruote semindipendenti) e per una linea che, pur conservando l’armoniosità e la pulizia della precedente, è volutamente più imponente (alcuni lamierati sono per l’appunto ridisegnati) ed è ravvivata da un frontale con una nuova fanaleria (che comprende ora gli antinebbia) e da una coda in cui il profilo del bagagliaio è più pronunciato (il vano bagali è più ampio, con la ruota di scorta in posizione verticale). Ma i particolari che fanno di questa seconda serie - che è anche la berlina italiana di maggior cilindrata di quel periodo - una vera e propria “ammiraglia” sono innumerevoli: si va dai vetri azzurrati (una vera "chicca") al fanalino per la retromarcia, dallo spruzzatore lavacristallo alla ruota di scorta ricoperta da una custodia protettiva (per impedire che la ruota venga a contatto con i bagagli).E ancora: lunotto ampliato, nuovo elegante volante nero, nuovo cruscotto e nuova strumentazione, poggiabraccia retrattile inserito al centro del sedile anteriore, deflettori ai vetri delle porte anteriori, nuovi e più robusti paraurti in ottone cromato, bordini sui passaruota.
Travolta dalle vicende che travagliano la Casa torinese nel 1955 culminate nell’abbandono di Gianni Lancia, questa pur apprezzabile berlina-ammiraglia, che peraltro inspiegabilmente non riscuote il successo che avrebbe meritato, viene costruita in appena 2.400 unità nel biennio 1954-55: non male , comunque, le vendite all’estero di questo modello, che, malgrado un prezzo di vendita come sempre molto superiore rispetto a quelli praticati dalla concorrenza, hanno sfiorato il 20% della produzione. La B12 ha dunque vita breve, un biennio (1954/55), dopodiché la nuova proprietà Lancia, che mantiene in vita la coupé B20 e la spyder B24, decreta invece la fine della berlina Aurelia, per sostituirla con la monumentale Flaminia, che tuttavia verrà messa in commercio soltanto nella seconda metà del 1957.
Nei due anni di produzione, non risulta che alla B12 siano state apportate modifiche di un certo rilievo.
Da segnalare il fatto che le richieste per la “guida a sinistra” cominciano a farsi sentire tanto che delle 2.400 unità costruite, più del 40% - 1020 pezzi – hanno il volante posizionato in quella posizione: è un segno dei tempi, nel senso che la tradizionale posizione a destra del volante – che non facilita i sorpassi – mal si concilia con le esigenze del traffico, in rapido crescendo.
La berlina B12, dunque, viene prodotta fino al gennaio 1956 e rimane nei listini (evidentemente per lo smaltimento delle scorte) fino all’aprile del 1957. Poi sarà la volta della Flaminia, il cui prototipo, uscito nel 1956, avrà una carrozzeria ispirata chiaramente a quella realizzata l’anno prima dalla Pininfarina (“Florida a 4 porte” ) su un autotelaio Aurelia B56 da 2,3 litri .
[modifica] B12-B12S
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche. |
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- Periodo di produzione: dalla primavera 1954 al gennaio 1956
- Modelli:
- tipo B12, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti, con guida a destra
- tipo B12S, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti , con guida a sinistra
- tipo B12, berlina 4 porte, 4 luci, 5-6 posti, con guida a destra
- Motore: tipo B12
- Numerazione progressiva:
- tipo B12: da 1001 a 2380
- tipo B12S: da 1001 a 2020
- tipo B12: da 1001 a 2380
- Unità prodotte:
- tipo B12: 1380
- tipo B12S: 1020
- totale 2.400
- tipo B12: 1380
- Caratteristiche principali:
motore : anteriore a 6 cilindri a V di 2466,37. cm3, potenza 87 HP a 4300 giri, valvole in testa; carrozzeria : berlina 4 porte, 4 luci, 5/6 posti, scocca portante, sospensione anteriore a ruote indipendenti, sospensione posteriore tipo DeDion a ruote semindipendenti;trasmissione : con trazione alle ruote posteriori, cambio a 4 rapporti+retromarcia ; dimensioni e peso: passo cm 285, lunghezza cm 448,5, larghezza cm 156, peso in ordine di marcia, rifornita, Kg 1250 circa;velocità max: Km/h 151.
- Periodo di produzione: dalla primavera 1954 al gennaio 1956
Queste, in dettaglio, le differenze tra la B12 ed il suo vero modello predecessore, che non può essere considerato il B22 – che è un prodotto quasi da corsa – ma il più tranquillo B21:
a) cilindrata di cmc 2266,37 , con alesaggio mm 75 e corsa di mm 85,5 (anziché cmc 1990,97 con alesaggio di mm 72 e corsa di mm 81,5)
b) supporti dell’albero motore a guscio sottile (anziché in bronzo)
c) peso delmotore Kg 155 (anziché 150)
d) rapporto di compressione 7,40:1 (anziché 7,80:1)
e) potenza massima: 87 HP a 4.300 giri/minuto (anziché 69,5 HP a 4.500 giri)
f) coppia motrice massima: Kgm 16 a 2500-3000 giri (anziché 13 Kgm.a 2500-3000 giri)
g) nuovo filtro dell’olio Carello, tipo FRAM
h) capacità coppa dell’olio: Kg 4, più filtri e tubazioni (anziché Kg. 4,5-5,0 più filtri e tubazioni)
i) distributore d’accensione Marelli S53C (anziché S53B)
j) accensione: anticipo fisso 10° (anziché 8°), anticipo automatico 36° (anziché 34°)
k) candele Marelli CW 200 B (anziché CW 175 F)
l) apertura punta candele mm 0,5-0,6 (anziché 0,6-0,7)
m) carburatore invertito doppio corpo Solex 35 PAAI (anziché Solex 30 AAI)
n) dinamo con regolatore staccato
o) diverse potenze (Watt) delle lampade
p) nuove luci fendinebbia e nuova luce retromarcia
. q) albero di trasmissione unico (anziché in due tronchi)
r) rapporto finale di riduzione: 11/49, pari a 4,454:1 (anziché 10/47, pari a 4,700:1)
s) sospensione posteriore a ruote semindipendenti, tipo De Dion (anziché ruote indipendenti) t) ammortizzatori posteriori idfraulici telescopici SABIF (anziché a braccio esterno, sistema Armstrong)
u) diametro tamburi freni anteriori cm 30 (anziché cm 28)
v) superficie totale frenante: cm2 1600 (anziché 1400)
w) rapporto sterzo tra vite e ruota: 3/40 (anziché 4/49)
x) giri volante per sterzata completa, da tutto a destra a tutto a sinistra: 4 giri (anziché 3 e ¾)
x) diametro volante cm 42,5 (anziché 42,0)
y) diametro di sterzata: mt 11,00 (anziché 10,70)
z) diverse pressioni di gonfiaggio dei pneumatici
aa) passo cm 285 (anziché cm 286)
ab) lunghezza cm 448,5 (anziché cm 442)
ac) altezza vettura scarica cm 150,5 (anziché 150,0)
ad) sedile anteriore con appoggiabraccia centrale retrattile
ae) lunotto di più ampie dimensioni ma privo della tendina interna
af) adozione dei vetri azzurrati, con effetto catatermico
ag) aggiunta di finestrini orientabili di aereazione (deflettori) alle porte anteriori
ah) adozione del dispositivo per detergere il parabrezza
ai) peso a vuoto in ordine di marcia e con una ruota di scorta, Kg 1200 circa (anziché 1110)
aj) peso in ordine di marcia, rifornita, Kg. 1250 circa (anziché 1180)
ak) capacità serbatoio carburante: litri 55, di cui 7 di riserva (anziché litri 60, di cui 6 di riserva)
al) abolizione dell’asta graduata solidale col tappo serbatoio per la misurazione diretta della quantità carburante contenuta nel serbatoio
am) velocità massima, in IV marcia, 151 Km/h (anziché 145 Km/h)
an) velocità massime in Km/h negli altri rapporti: I=45, II=70, II=103, RM=35 (per la B21, rispettivamente I=43, II=67, III=99, RM=34)
ao) pendenze massime superabili nei diversi rapporti: I=36%, II=22%, III=13%, IV=7,5%, RM=44% (per la B21, rispettivamente: I=32%, II=21%, III=11,5%, IV=7%, RM=40%)
ap) consumo (norme CUNA): litri 12 ogni 100 Km (anziché litri 11,5 ogni 100 Km)
aq) potenza fiscale in Italia CV 25 (anziché 23)
ar) tassa di circolazione annua, in Italia, nel 1955, Lire 86.700 (la B21=Lire 76.500)
as) prezzo in Italia, nel 1954 = Lire 2.280.000 (la B21= Lire 2.190.000)
[modifica] Le concorrenti delle Aurelia berlina
[modifica] La più grande rivale:l'Alfa Millenove
Praticamente sin dalla nascita, l'Aurelia ha dovuto fronteggiare una agguerritissima concorrente nazionale: la "1900" dell'Alfa Romeo, una vettura avente caratteristiche e prezzo assai simili. Certamente la 1900 Alfa aveva un carattere più vivace e meglio si prestava all'impiego sportivo ed agonistico, mentre l'Aurelia, meglio rifinita, si distingueva per la confortevolezza e, comunque, per prestazioni velocistiche che - nelle versioni con motore da 2 litri - non erano poi distanti da quelle della cugina milanese.
[modifica] Le altre concorrenti
Sul mercato italiano, oltre che dalla Alfa Romeo 1900, l'Aurelia viene contrastata anche da un prodotto Fiat, uscito alla fine del 1952, la "1900" nelle versioni berlina normale e Granluce. La concorrenza é però più apparente che reale, dal momento che le prestazioni e la classe del prodotto Fiat (che deriva dalla più modesta "1400"), per quanto non disprezzabili, non possono essere paragonate a quelle dei corrispondenti modelli Alfa Romeo e Lancia.
All'estero, il prodotto Lancia é - da sempre - apprezzato ma poco diffuso a causa della elevatezza del prezzo. Le rivali "naturali" dell'Aurelia sul libero mercato Svizzero, ad esempio, sarebbero la Mercedes 170, la Rover 75 e la Citroen Traction nella versione "top" (la 15 a 6 cilindri da 2,8 litri) ma i prezzi praticati nel 1951 parlano chiaro: la Citroen (che ha scarse doti velocistiche ma offre un confort impareggiabile) é offerta a 11.800 Franchi Svizzeri, la Mercedes a 12.700, la Rover a 13.500, l'Aurelia B10 ha invece un prezzo di 16.800 Franchi (appena 1000 in meno di una berlina Jaguar da 3,4 litri !).
Questa situazione, peraltro, si mantiene anche negli anni successivi, per cui la diffusione dell'Aurelia all'estero ne risulta frenata.
Il prezzo di vendita dell'Aurelia, infatti, rimane il più elevato della categoria, anche quando escono le "due litri" B21 e B22 e nel biennio 1954-55 quando l'Aurelia migliora in qualità e si trasforma in vera e propria berlina di lusso (con la B12 da 2,3 litri). Soltanto nel 1956 - forse al fine di smaltire più rapidamente le scorte - i prezzi di vendita della B12 all'estero calano sensibilmente, ma ormai la vettura é fuori produzione.
[modifica] L'Aurelia B22 da competizione
All’inizio del 1953 la Lancia decide di impegnarsi più attivamente anche nel settore delle vetture della categoria Turismo Internazionale e dunque allestisce alcune berline del tipo più potente, il B22, con l’intento di farle scendere in gara. Di certo si conoscono i dati di tre B22 “speciali” (telai numeri 1142,1263 e 1266, motori numeri 1145, 1379 e 1380, targhe TO 142842,142841 e 142845), ma pare che la Casa abbia preparato un numero imprecisato di altre B22 speciali, con numeri di telaio compresi tra 1258 e 1271. Anche se non esistono dati precisi, evidentemente queste B22 speciali montano motori potenziati (si parla di un centinaio - probabilmente abbondante - di cavalli a 5000 giri/minuto) e, probabilmente, sono alleggerite rispetto alle berline di serie, dalle quali comunque non si differenziano esteticamente (alcune di esse montano talvolta fari supplementari - uno centrale e/o due laterali - ma ciò non consente di individuarle con certezza perché anche altre berline Aurelia - ufficiali e no - vengono spesso dotate di uno o più fari supplementari). Come detto in altra sede, purtroppo la “carriera” di questo modello si interrompe quasi subito a seguito di una controversia legale-sportiva che coinvolge Lancia, Alfa Romeo e l’Autorità competente (ovvero la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) e che induce la Casa torinese a desistere dal competere in questa categoria: ciò non impedisce che poi alcuni privati impieghino in gara (anche con successo) le loro B22.
[modifica] Le Aurelia scendono in gara
Per approfondire, vedi la voce Lancia Aurelia/risultati sportivi. |
L'Aurelia é il primo modello Lancia ad ottenere grossi successi sportivi anche a livello internazionale. Le qualità velocistiche si sono rivelate sin dalle prime uscite in corsa, quando a gareggiare é stata la "pacifica" berlina B10 (con motore di cilindrata da 1 litro e 3/4), ma il salto di qualità avviene l'anno dopo, nel 1951, quando esce la B20 coupé da 2 litri e quando anche la berlina può essere dotata del motore maggiorato (modello B21).
Analizzando in particolare i risultati sportivi ottenuti dalle berlina anno per anno, si può notare che, se nel 1951 il dominio dell'Aurelia é stato assoluto perché la rivale Alfa Romeo 1900 ancora non era stata omologata nella categoria Turismo Nazionale, nell'anno successivo, quando la rivale milanese comincia a scendere in lizza, il dominio Aurelia rallenta parecchio ed in diverse occasioni l'Aurelia é costretta a cedere le armi. Nel 1953, quando la Lancia mette in campo le più potenti B22, la lotta sembrerebbe volgere a favore dell'Aurelia, senonché l'Alfa Romeo si rifà prontamente e definitivamente grazie alla nuova micidiale 1900 Turismo Internazionale che monta il motore da 100 cavalli della Sprint.
Come si può evincere dalle tabelle, le Aurelia hanno gareggiato tanto nella categoria Turismo quanto nella Gran Turismo o nella Sport: ciò in funzione dei regolamenti via via succedutisi, del modello (berlina B10/B21/B22 oppure coupé B20-2000/B20-2500 oppure B24) e dell’eventuale grado di “preparazione/elaborazione” della singola vettura.
[modifica] Prove su strada
[modifica] B10
La sola rivista che sottopone a test con misurazioni la berlina B10 è “The Motor”, che nella sua pubblicazione annuale denominata “The Motor Year Book 1951” pubblica una tabella riassuntiva dei rilevamente effettuati.
Dalla tabella si evincono queste prestazioni “misurate”
a) velocità massima (miglior passaggio) in IV marcia=86 miglia/ora pari a Km/h 138,4
b) velocità massima nelle marce inferiori: in II 46 miglia/h (74 Km/h), in III 65 miglia/h (104 Km/h)
c) accelerazione da fermo a 40 miglia/ora (pari a Km/h 64,4) in 10,4”
d) accelerazione da fermo a 60 miglia/ora(pari a Km/h 96,6) in 24,8”
e) il quarto di miglio (402,3 metri) pecorso, da fermo, in 23,4”
f) ripresa: in IV marcia, per passare da 20 a 40 miglia/h (da 32,2 a 64,4 Km/h) si impiegano 16,4”
g) ripresa, in IV marcia, per passare da 40 a 60 miglia(h (da 64,4 a 96,6 Km/h) si impiegano 18,4”
h) consumo a velocità costante: a 64,4 Km/h si percorrono 10,6 Km. con 1 litro, mentre alla velocità di 96,6 Km/h se ne percorrono 9,2
i) consumo medio rilevato durante la prova: percorsi 9,55 Km con 1 litro di carburante
Si tratta di prestazioni tutto sommato buone, anche se confrontate con quelle ottenute da due vetture di classe o cilindrata vicine a quella della Aurelia, coma emerge dalla sotto-riportata tabella.
Marca e modello | Prezzo in Svizzera (1951) (Franchi) | n° e posiz. cilindri | Cilindrata (cmc) | Potenza max (HP) |
Lunghezza x larghezza (cm) |
V.max in II (Km/h) | V.max in III (Km/h) | V.max (in IV) (Km/h) |
Accelerazione 0-64,4Kmh (secondi) | Accelerazione 0-96,6 Kmh (secondi) | 1/4 di miglio da fermo (secondi) | Ripresa in IV marcia=da 32,2 a 64,4 Kmh (secondi) | Ripresa in IV marcia=da 64,4 a 96,6 Kmh (secondi) | Consumo in IV marcia a 64,4 Kmh (costanti) | Consumo in IV marcia a 96,6 Kmh (costanti) | |
Lancia Aurelia B10 | 16.800 | 6 cil. a V | 1754 cmc | 56 | 442,0x156,0 | 74 | 104 | 138,4 | 10,4” | 24,8” | 23,4” | 16,4” | 18,4” | 10,6 Km/lt | 9,2 Km/lt | |
Mercedes 170 S | 12.700 | 4 cil. in linea | 1767 cmc | 52 | 446,0x168,0 | 61 | 92 | 121,0 | 10,5” | 29,0” | 25,0” | 14,9” | 19,8” | 12,4 Km/lt | 10,1 Km/lt | |
Rover 75 | 13.500 | 6 cil. in linea | 2103 cmc | 75 | 458,0x167,0 | 72 | 100 | 134,4 | 9,1” | 21,6” | 22,0” | 12,3” | 15,7” | 10,6 Km/lt | 8,3 Km/lt |
Quanto al comportamento su strada della B10, le “impressioni di guida” dell’epoca (come del resto quelle riscontrate in epoca più recente dalle riviste specializzate del settore della autostoriche) parlano di una vettura un po’ sottodimensionata quanto a potenza del motore (soprattutto le si imputa un rapporto peso/potenza un po’ alto) con una tenuta di strada ottima ma “difficile” (nel senso che il massimo di efficienza è ottenibile solo se la guida è affidata ad un conducente davvero esperto) e di un impianto frenante non all’altezza, soggetto oltrettutto facilmente al fenomeno del “fading” (ovvero al surriscaldamento, con conseguente forte diminuzione – fin quasi all’azzeramento - dell’azione frenante).
Tra i pregi riconosciuti, l’elasticità del propulsore (che consente di riprendere abbastanza rapidamente da bassa velocità anche in quarta marcia), il ridotto coricamento laterale in curva, la confortevolezza di marcia in genere..
[modifica] B21
Nell’ottobre del 1953 la celebre testata svizzera “Revue Automobile” sottopone ad una prova su strada assai completa (più di 5.000 Km percorsi) una berlina B21: il resoconto appare nel fasciolo della rivista datato 7 gennaio 1954. La vettura riceve più lodi che critiche, anche se viene giudicata sostanzialmente più adatta per una guida tranquilla e rilassata (ancorché brillante) piuttosto che per una andatura molto nervosa e sportiva. Buone sono risultate l’elasticità di marcia, l’aderenza (attribuita all’ottimale ripartizione dei pesi tra i due assali), la marcia in salita, l’accessibilità all’abitacolo. Discreti i freni (che peraltro pare non abbiano manifestato problemi nel corso della prova). Qualche critica allo sterzo (reazioni sullo sconnesso) ed alla visibilità anteriore. Riscontrata una certa tendenza al sovrasterzo nelle curve strette affrontate in velocità. Criticata infine la posizione della ruota di scorta nel bagagliaio.
Questi, comunque, i risultati dei rilevamenti effettuati:
a) velocità massima Km/h 142,0 in IV (miglior passaggio, con vento favorevole, Km/h 150,0)
b) velocità massime (Km/h) ottenute nelle marce inferiori: I=55, II=86, III=120
c) accelerazione da fermo a 50, a 80 ed a 100 Kmh: rispettivamente 6,3”, 13,4” e 19,3”
d) ripresa in IV marcia: da 20 a 50 Km/h in 9,8”
e) ripresa in IV marcia, da 50 a 80 Km/h in 10,0”
f) consumo medio riscontrato negli oltre 5.000 Km della prova: 11,7 litri ogni 100 Km (8,55 Km/litro)
g) consumo medio riscontrato ad andatura turistica, litri 10,4 ogni 100 Km (9,62 Km/litro)
h) consumo medio riscontrato nei tratti alpini in salita, ad andatura brillante, litri 15,4 ogni 100 Km (6,49 Km/litro)
i) consumo medio riscontrato in città: litri 14 ogni 100 Km (7,14 Km/litro)
j) diametro di sterzata misurato agli spigoli della carrozzeria: mt 11,40 (a destra) e 11,60 (a sinistra)
Nello stesso periodo, due vetture rivali della B21 sono state sottoposte – sempre dalla “Revue Automobile” - ad una analoga prova su strada: l’Alfa Romeo 1900 (nella versione munita di carburatore a doppio corpo) e la Mercedes 220.
I prezzi delle tre vetture, alla fine del 1953, risultano di 22.600 Franchi per l’Aurelia B21 e di 21.300 Franchi per la 1900 dell’Alfa Romeo, mentre la Mercedes 220, che però ha una linea più antiquata, è offerta a soli 17.400 Franchi.
Questi i risultati dei rilevamenti, che possono essere messi a confronto con quelli della B21.
Marca e modello | Prezzo in Svizzera (1953) (Franchi) | n° e posiz. cilindri | Cilindrata (cmc) | Potenza max (HP) |
Lunghezza x larghezza (cm) |
V.max in I (Km/h) | V.max in II (Km/h) | V.max in III (Km/h) | V.max (in IV) (Km/h) |
Accelerazione 0-50 Kmh (secondi) | Accelerazione 0-80 Kmh (secondi) | Accelerazione 0-100 Kmh (secondi) | Ripresa in IV marcia=da 20 a 50 Kmh (secondi) | Ripresa in IV marcia=da 50 a 80 Kmh (secondi) |
Lancia Aurelia B21 | 22.600 | 6 cil. a V | 1991 cmc | 69,5 | 442,0x156,0 | 55 | 86 | 120 | 142 | 6,3” | 13,4” | 19,3” | 9,8” | 10,0” |
Mercedes 220 | 17.400 | 6 cil. in linea | 2195 cmc | 80 | 451,0x168,0 | 55 | 76 | 114 | 142 | 5,5” | 12,0” | 19,0” | 10,5” | 10,5 |
Alfa Romeo 1900 [a] | 21.300 | 4 cil. in linea | 1884 cmc | 90 | 440,0x160,0 | 58 | 85 | 120 | 161 | 5,8” | 12,6” | 19,0” | 11,0” | 11,0” |
Nota: [a] versione munita di carburatore “doppio corpo”
[modifica] B22
Probabilmente a causa del breve periodo di commercializzazione, la B22 non risulta sia mai stata sottoposta a prova su strada.
Nel numero 127 del mese di aprile 1999, la bella e rinomata rivista d’auto d’epoca “Ruoteclassiche” riporta comunque le impressioni di guida di una B22. L’articolo è corredato da una tabella con i dati di velocità, accelerazione e ripresa effettivamentwe riscontrati. Ovviamente, occorre tenere nel debito conto del fatto che la vettura provata aveva sulle spalle quasi 50 anni di vita e che certamente non era stata “spremuta” al limite. In ogni caso, queste le prestazioni registrate nell’occasione:
a) velocità massima: Kmh 149,3
b) un chilometro con partenza da fermo, percorso in 39,6”
c) accelerazione da fermo a 60, 80 e 100 Km/h: rispettivamente 8,3”, 14,3” e 22,2”
d) un chilometro con partenza da 40 Km/h, in IV marcia, in 40,6”
e) ripresa in IV, da 40 a 60 Km/h : 9,1”
f) ripresa, in IV, da 40 a 80 Km/h: 18,9”
g) ripresa, in IV, da 40 a 100 Km/h : 27,8”
Si tratta di risultati non disprezzabili, anche se probabilmente distanti da quelli che la vettura era in grado di ottenere nel 1952/53.
[modifica] B12
La Lancia Aurelia berlina seconda serie, tipo B12, è stata sottoposta ad un breve test su strada dalla rivista svizzera “Revue Automobile” (il resoconto appare sul numero 8 del febbraio 1955), mentre “The Autocar” effettua una prova in cui i rilevamenti e le misurazioni sono più completi.
Secondo la “Revue Automobile”, la B12 è più confortevole ed ha un comportamento più dolce ed omogeneo rispetto a quello della B21, grazie al nuovo retrotreno ed alle sospensioni più morbide che peraltro accentuano il rollio (ovvero l’inclinazione) in curva. Migliorata – sempre secondo quanto riportato dalla testata svizzera – la tenuta in curva, dove è molto meno accentuato l’effetto sovrasterzante (che era stato criticato a proposito della B21).
I rilevamenti effettuati dalla “Revue Automobile” riguardano purtroppo soltanto l’accelerazione e sono i seguenti:
a) accelerazione, da fermo a 50 Km/h: 5,8”
b) accelerazione, da fermo a 80 Km/h: 11,6”
c) accelerazione, da fermo a 100 Km/h: 17,9”
Secondo invece “The Autocar” (che muove qualche critica alla frizione), i dati misurati sono:
a) velocità massima: Km/h 145,6 (miglior passaggio Km/h 148,0)
b) velocità massime nelle varie marce (Km/h): I=58; II= 87; III=128
c) accelerazione, da fermo a 48 Km/h: 5,0”
d) accelerazione, da fermo a 81 Km/h: 11,8”
e) accelerazione, da fermo a 97 Km/h: 17,9”
f) accelerazione, da fermo a 113 Km/h: 24,7”
g) accelerazione, da fermo a 129 Km/h: 33,2”
g) ripresa, in IV marcia, da 32 a 64 Km/h: 11,9”
h) ripresa, in IV marcia, da 32 a 97 Km/h: 25,4”
i) consumo medio: litri 12,35 ogni 100 Km (8,1 Km./litro)
Un confronto di prestazioni e prezzi con vetture della medesima classe della B12 (e con cilindrata simile) è riportato nela tabella che segue:
Marca e modello | Prezzo in Svizzera (1956) (Franchi) | n° e posiz. cilindri | Cilindrata (cmc) | Potenza max (HP) |
Lunghezza x larghezza (cm) |
V.max (in IV) (Km/h) |
Accelerazione 0-80 Kmh (secondi) | Accelerazione 0-100 Kmh (secondi) | Accelerazione 0-120 Kmh (secondi) | Rivista che ha effettuato il test |
Lancia Aurelia B12 | 18.800 | 6 cil. a V | 2266 cmc | 87 | 448,5x156,0 | 146 | 11,6” | 17,9” | 28,0” | The Autocar |
Mercedes 220-A | 16.900 | 6 cil. in linea | 2195 cmc | 85 | 471,5x174,0 | 152 | 11,8” | 17,3” | 26,7” | Revue Automobile |
Humber Hawk | 12.535 | 4 cil. in linea | 2267 cmc | 75 | 461,0x183,0 | 128 | 16,2” | 26,8” | 48,1” | Revue Automobile |
[modifica] Schemi periodi commercializzazione Aurelia berlina
Le berline Aurelia | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Prima serie | Seconda serie | |||||
Periodo commercializzazione | B10-B10S (1755cc) Modello "base" | B21-B21S (1991cc) Modello "veloce" | B15-B15S 7 posti Modello "limousine lunga" | B22-B22S (1991cc) Modello "ad alte prestazioni" | B12-B12S (2267cc) Modello "unificato" | |
1950 | da maggio | --- | --- | --- | --- | |
1951 | anno intero | da aprile | --- | --- | --- | |
1952 | anno intero | anno intero | da aprile | da ottobre | --- | |
1953 | anno intero | anno intero | sino a giugno | anno intero | --- | |
1954 | sino a marzo | sino a marzo | --- | sino a marzo | da aprile | |
1955 | --- | --- | --- | --- | anno intero | |
1956 | --- | --- | --- | --- | anno intero | |
1957 | --- | --- | --- | --- | sino ad aprile |
[modifica] Dati produttivi, per modello e per anno
Dati produzione Aurelia | ||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Berline | B20 coupé | B24 | Autotelai | |||||||||||||
Anni | B.10 | B.21 | B.15 | B.22 | B12 | 2000 | 2500 | Spider/Convertibile | B50 | B51 | B52 | B53 | B55/56 | B60 | Totale per anno | |
1950 | 954 | --- | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 291 | 51 | --- | --- | --- | --- | 1296 | |
1951 | 2994 | 1118 | --- | --- | --- | 371 | --- | --- | 193 | 47 | --- | --- | --- | --- | 4723 | |
1952 | 1326 | 2123 | 61 | 294 | --- | 736 | --- | --- | 1 | 1 | 86 | 86 | --- | --- | 4714 | |
1953 | 177 | 539 | 20 | 780 | --- | 124 | 720 | --- | --- | --- | 12 | --- | --- | 1 | 2373 | |
1954 | --- | --- | --- | --- | 995 | --- | 573 | 1[a] | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 1569 [a] | |
1955 | --- | --- | --- | --- | 1372 | --- | 426 | 239 | --- | --- | --- | --- | 10 | --- | 2047 | |
1956 | --- | --- | --- | --- | 33 | --- | 189 | 150 | --- | --- | --- | --- | 4 | --- | 376 | |
1957 | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 420 | 176 | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 596 | |
1958 | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 312 | 195 | --- | --- | --- | --- | --- | --- | 507 | |
Totale per modello | 5451 | 3780 | 81 | 1074 | 2400 | 1231 | 2640 | 761 [a] | 485 | 99 | 98 | 86 | 14 | 1 | 18201 [a] |
[a]= il dato NON comprende il prototipo di pre-serie della B24 costruito nel'54
[modifica] Le vendite in Italia e all'estero
Su 18.201 Aurelia costruite, 15.468 risultano vendute ed immatricolate in Italia, dal 1950 al 1959 (57 delle ultime B20-B24 risultano vendute/immatricolate nel 1959). Ne consegue che l'esportazione (2.733 unità) ha assorbito il 15% della produzione.
Le B20-B24 da 2 litri e mezzo sono i modelli che hanno ottenuto (proporzionalmente) una maggior penetrazione all'estero (1280 unità vendute all'estero su una produzione di 3401 pezzi, cioè quasi il 38%). Non male anche la berlina B12 seconda serie (2415 unità prodotte, 437 vendute all'estero, pari al 18%). Quanto alle "prima serie" (berline, coupé B20-2000 ed autotelai) la vendita all'estero ha rappresentato soltanto un 8,2% rispetto alla produzione (prodotte 12.385 unità, vendute all'estero 1.016)
Anno | 1754cc
|
1991cc
|
2267cc
|
2451cc
|
Totale |
1950 | 827 | --- | --- | --- | 827 |
1951 | 2882 | 1063 | --- | --- | 3945 |
1952 | 1220 | 3052 | --- | --- | 4281 |
1953 | 469 | 1661 | --- | 525 | 2655 |
1954 | 34 | 141 | 704 | 313 | 1192 |
1955 | --- | 11 | 962 | 446 | 1419 |
1956 | --- | --- | 308 | 150 | 468 |
1957 | --- | --- | 3 | 346 | 349 |
1958 | --- | --- | 1 | 274 | 275 |
1959 | --- | --- | --- | 57 | 57 |
Totali | 5.441 [a] | 5.928 [b] | 1.978 [c] | 2121 [d] | 15.468 |
Note al "Prospetto immatricolazioni in Italia"
[a]questa la ripartizione per modello (stimata):
4.926 berline B10-B10S
515 autotelai B50-B51
[b]questa la ripartizione per modello (stimata):
3.612 berline B21-B21S
1.025 berline B22-B22S
77 berline B15-B15S
154 autotelai B52-B53
1.060 coupé B20-B20S (I e II serie, da 2 litri)
[c]questa la ripartizione per modello (stimata):
1.963 berlie B12-B12S
15 autotelai B55-B55S-B56-B56S-B60S
[d]include le coupé B20-B20S (dalla III serie in avanti, da 2,5 litri)
e le spyder/convertibili B24-B24S
Anno | 1754cc
|
1991cc
|
2267cc
|
2451cc
|
Totale |
Produzione | 6.035 | 6.350 | 2.415 | 3.401 | 18.201 |
Vendita in Italia | 5.441 | 5.928 | 1.978 | 2.121 | 15.468 |
Esportazione | 594 | 422 | 437 | 1.280 | 2.733 |
% export | 9,84% | 6,65% | 18,10% | 37,64% | 15,02% |
[modifica] Voci correlate
- Lancia (industria)
- Lancia Aurelia
- Lancia Aurelia berlina/caratteristiche tecniche
- Lancia Aurelia autotelai
- Lancia Aurelia autotelai/caratteristiche tecniche
- Lancia Aurelia B20
- Lancia Aurelia B20/caratteristiche tecniche
- Lancia Aurelia B24
- Lancia Aurelia B24/caratteristiche tecniche
- Lancia Aurelia/risultati sportivi
Lancia
Anni 1907-1918 - Alfa · Dialfa ·Beta-15/20HP · Delta-20/30HP · Didelta · Epsilon · Eta · Gamma-20HP · Theta · Zeta-12/15HP Il gruppo Fiat
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