Cesiomaggiore
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Cesiomaggiore | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Veneto | ||
Provincia: | Belluno | ||
Coordinate: | |||
Superficie: | 82 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 50 ab./km² | ||
Frazioni: | Busche, Can, Calliol, Cesio Maggiore, Cesio Minore, Cullogne, Fianema, Marsiai, Menin, Morzanch, Pez, Pullir, Soranzen | ||
Comuni contigui: | Feltre, Gosaldo, Lentiai, Mezzano (TN), Sagron Mis, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sospirolo, Transacqua | ||
CAP: | 32030 | ||
Pref. tel: | 0439 | ||
Codice ISTAT: | 025011 | ||
Codice catasto: | C577 | ||
Nome abitanti: | cesiolini | ||
Santo patrono: | Santa Giuliana | ||
Giorno festivo: | 16 febbraio | ||
Sito istituzionale | |||
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Cesiomaggiore (BL) è un comune di 4.076 abitanti del Veneto, e si trova nel Feltrino orientale.
Indice |
[modifica] Geografia
Cesiomaggiore è un comune dell'alto Veneto ed è parte del Feltrino orientale. Il territorio di Cesiomaggiore si estende alla destra idrografica del fiume Piave, verso nord e verso le cime rocciose delle Dolomiti venete. Il capoluogo del comune è Cesio maggiore che si trova a circa 12 km a n.e. della città di Feltre e a 18 km a n.o. della città di Belluno.
La strada provinciale pedemontana, parallela settentrionale della statale 50, costeggia le vette e attraversa il comune, salendo da Feltre e scendendo a Santa Giustina, dove si ricongiunge alla statale per Belluno.
A occidente il territorio comunale, delimitato dal torrente Caorame, confina con il comune di Feltre; a oriente si incontrano i territori di Santa Giustina e di San Gregorio. A nord, oltre le creste montuose, altri comuni dell'alta provincia di Belluno e il territorio della Regione Trentino-Alto Adige.
Il territorio è caratterizzato dal continuo digradare dei colli verso la valle del Piave. Il paesaggio è vivace, mosso e alternato di piccoli centri abitati, antiche ville, chiesette, campi e boschi di latifoglie.
[modifica] Storia
Il territorio di Cesio appartiene, fin dall'antichità, alla zona feltrina, terra che in epoca preromana fu abitata dai Reti.
Il toponimo si ritiene derivi dall'antroponimo latino Caesius, riferito ad una gens Caesia[1], alla quale appartenne il poeta latino Cesio Basso (I secolo d.C.). La presenza della gens Caesia nella zona di Cesiomaggiore è attestata dal ritrovamento di un'iscrizione che menzionava un L. Caesius L. L.[2]. Tra i reperti che testimoniano la presenza romana vi è un cippo monumentale del 47 d. C., che ricorda la costruzione della via Claudia Augusta altinate (tra Altinum, sul mar Adriatico e Augusta Vindelicum, oggi Augsburg, nella regione danubiana), e che è divenuto il simbolo araldico del comune.
In età medievale Cesio fu sede della pieve di Santa Maria, chiesa dipendente dalla diocesi di Feltre e dal suo "vescovo - conte". Il territorio rimase frazionato in numerosi possedimenti feudali governati da castellani locali soggetti al vescovo. Tra essi vi furono i Muffoni, detti anche "da Cesio", i Rambaldoni da Fianema, a cui appartenne Vittorino da Feltre, i Corte da Marsiai. Queste famiglie ricoprivano anche la carica di "marighi" o "capovilla" cioè capi villaggio. Resti delle loro residenze fortificate sono visibili ancora oggi nel capoluogo comunale di Cesio maggiore e nelle frazioni di Marsiai e Fianema.
Nel 1404 Cesio entrò con Feltre a far parte della Repubblica di Venezia: la cerimonia della consegna delle chiavi della città all'ambasciatore veneziano, Bartolomeo Nani, il 15 giugno di quell'anno, fu eseguita da Vittore Muffoni, di Cesio, ed è ancor oggi rievocata nel Palio di Feltre. Durante il periodo della dominazione veneziana (XV-XVIII secolo), le residenze fortificate si trasformano in ville padronali, come villa Tauro alle Centenere, villa Corrà e villa Muffoni nel capoluogo comunale.
Dopo la dominazione francese napoleonica il Feltrino, e in esso Cesio, entrò a far parte dell'Impero d'Austria e del regno Lombardo-Veneto.
Nel 1866 insieme al resto del Veneto, Feltre e Cesio furono annessi al Regno d'Italia: in tale circostanza Cesio mutò il nome nell'attuale "Cesiomaggiore", essendo già presente nel regno un altro comune con il medesimo nome in provincia di Imperia. Il Regno d'Italia portò con sé numerosi problemi economici e sociali che furono alla base del successivo fenomeno dell'emigrazione.
Il territorio di Cesiomaggiore fu duramente provato durante la prima guerra mondiale. Il 1917, in particolare, fu detto "l'an de la fan" ("l'anno della fame"), a causa delle privazioni patite durante l'occupazione austriaca.
Altre sofferenze si ebbero durante la seconda guerra mondiale, in ispecie nel suo periodo terminale.[3].
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Variazioni
La denominazione del comune fino al 1867 era Cesio. [4]
[modifica] Personaggi illustri
- Vittorino da Feltre, educatore ed umanista del XV secolo, apparteneva alla famiglia dei Rambaldoni possessori del castello di Finanema.
- Pietro da Cesio, pittore ed incisore del XV secolo.
- Pietro Favero (1815-1890), originario di Valdobbiadene, agronomo, curò il giardino della villa di Menin e tenne un vivaio con piante da frutto, aranciaie e oltre cinquanta varietà di rose. È ricordato per le opere di terrazzamento del Col di Cimia e per aver introdotto e diffuso le pompe irroratrici e la coltivazione della vite americana, resistente alla filossera: il comune gli dedicò la scuola elementare con una lapide che ne ricordava l'opera[5].
- Romano Ocri (Cesio 1897- Venezia 1980), originario di Soranzen di Cesio, frazione la cui scuola elementare gli è dedicata.
- Guido Rossa, sindacalista e operaio metalmeccanico la cui famiglia è originaria di Pez di Cesio, fu assassinato a Genova dal gruppo terroristico delle Brigate Rosse. A lui è intitolata la scuola materna di Pez.
[modifica] Luoghi di interesse
Il territorio comunale è compreso nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
- Pieve (ora "arcipretale") di Santa Maria Maggiore in Cesio
- Chiesa parrocchiale di San Rocco in Pez
- Tempietto di Sant'Agapito in Valle
- Chiesa seicentesca detta "La Madonnetta" a Pez
- Chiesa di San Lorenzo a Pullir
- Chiesa di San Pietro e chiesa di San Liberale a Marsiai
- Chiesa barocca di Santa Lucia di Can,
- Chiesa di San Vendemiano a Cossalter
- Chiesa di San Biagio a Menin, con davanti la villa e un tasso di almeno trecento anni
- Chiesa della Madonna Immacolata e San Rocco a Fianema
- Chiesa di san Vito a Col San Vito
- Casa torre dei "da Corte" a Marsiai
- Centro storico di Cesio Minore
- Museo Storico della Bicicletta "Toni Bevilacqua" a Cesio maggiore, con la collezione di biciclette di Sergio Sanvido.
- Museo Etnografico Provinciale di Seravella, sulla strada per Santa Giustina.
- Villa Tauro alle Centenere con il lapidarium che conserva reperti di età romana e medievale; tra essi il cippo monumentale con l'iscrizione che ricorda la costruzione della Via Claudia Augusta Altinate.
- La suggestiva Valle di Canzoi, punto di accesso al Parco Nazionale delle Dolomiti.
- Il biotopo di Pradenich
[modifica] Economia
Il territorio vive di una discreta produzione agricola ed artigianale. Si trovano in zona diverse imprese artigianali dedite alla produzione di arredi e di complementi per l'edilizia. Importanti sono la produzione e la lavorazione dei latticini sia a livello di media impresa (Lattebusche) che di nicchia (malghe in alta quota). Vi è una consistente porzione di popolazione che, a titolo principale o non, ottiene un reddito dalla coltivazione delle patate, dei cereali, delle mele, dell'uva fragola e dei fagioli. Importante anche la presenza di alveari e del taglio boschivo. Non manca il turismo che sta conoscendo, anche grazie alla presenza del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, uno sviluppo rapido e crescente.
[modifica] Manifestazioni
- Festa Provinciale della Patata di Cesiomaggiore a Cesio maggiore (agosto)
- Sagra di San Rocco a Pez (agosto)
- Mostra mercato dei Fiori a Busche (maggio)
[modifica] Prodotti locali
- Formaggio "Piave"
- Formaggio "Cesio"
- Formaggio "Dolomiti"
- Patata di Cesiomaggiore (DECO)
- Mais "sponcio"
- Orzo
- Mele (varietà "Ferro Cesio")
- Uva fragola
- Miele
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Gianni De Bastiani (lista civica) dal 29/05/2007 (2º mandato)
Centralino del comune: 0439 345011
Email del comune: cesiomaggiore@feltrino.bl.it
- Vicesindaco: Dino Tonin
- Assessori: Celso Lenzi, Michele Balen
- Consiglieri: Licia Cappellin, Wilmer De Bortoli, Rolando De Bastiani, Renato Talin, Silvano Marchet, Alberto Bortolas, Silvana Vignaga, Flavio Soppelsa, Renzo De Bastiani, Roberto Bof, Pierenzo Celli, Celso Lenzi, Moreno Broccon, Natale Pollet, Carlo Vigna
[modifica] Gemellaggi
Il comune è gemellato con
[modifica] Note
- ^ L'origine latina dei toponimi Cesio e Cesana è riportata da Sergio Sacco[citazione necessaria] (Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali). L'ipotesi è stata fatta anche in passato e considerata prova dell'antica origine romana di Cesiomaggiore: Mario Gaggia[citazione necessaria] (autore di Famiglie nobili di Feltre, Castaldi editore, Feltre 1936) riferisce che la famiglia dei Muffoni, detta anche "Cesia" o "de Cesio", avrebbe avuto origine romana dalla gens Cesia. Giovan Battista Pellegrini[citazione necessaria], professore di glottologia all'Università di Padova ritiene i toponimi "Cesana" e "Cesio" derivanti dal gentilizio Caesius. Per Evaristo Viel[citazione necessaria] (parroco di San Gregorio nelle Alpi e studioso di storia locale del Feltrino), "Cesio" deriverebbe invece dal vocabolo nçès ("gente" in spagnolo): i nomi Cesio Maggiore e di Cesio Minore si pronuncerebbero infatti "alla spagnola", come çès, majòr e çès menòr. Altri toponimi derivati dal nome della gens Caesia sarebbero Cesano e Cesana. È attestata inoltre in Germania una "Selva Cesia" (Caesia).
- ^ Antonio Dal Corno, Memorie istoriche di Feltre, 1710; Antonio Vecellio, I castelli feltrini, Feltre, 1896, che ne riporta la presenza nella raccolta di Daniello Tomitano a Vellaio nel 1623. Francesco Vergerio, La contea di Cesana, agli inizi del XIX secolo attribuiva di conseguenza a Lucio Cesio la fondazione dei paesi di Cesio Maggiore e Cesio Minore.
- ^ Fra le memorie di questo periodo le azioni della Resistenza partigiana: il 6 giugno del 1944 un gruppo dei partigiani della "Brigata Antonio Gramsci", guidato dal comandante "Bruno", si ritrovò presso una casa della frazione di Menin, di Oreste Gris, per definire il piano d’azione del sabotaggio del Tombion
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
- ^ Il testo della lapide riporta: A PIETRO CAV. FAVERO / DI VALDOBBIADENE / N. 1815 M. 1890 / MAESTRO DI OGNI PROGRESSO AGRARIO / PROPAGATORE DELLA VITE AMERICANA / REDENTORE DI QUESTO TERRITORIO / IL COMUNE DI CESIOMAGGIORE / RICONOSCENTE / 1892.