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Apollo - Wikipedia

Apollo

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Apollo sauroctonus, copia romana, Louvre
Apollo sauroctonus, copia romana, Louvre

Apollo (in Greco Απόλλων) è una divinità dell'antica religione greca, dio della medicina, della musica e della profezia; in seguito fu venerato anche nella religione romana.

Era patrono della poesia, in quanto capo delle Muse, e viene anche descritto come un provetto arciere in grado di infliggere, con la sua arma, terribili pestilenze ai popoli che lo contrariavano. In quanto protettore della città e del tempio di Delfi, Apollo era anche venerato come dio oracolare, capace di svelare, tramite la sacerdotessa chiamata Pizia o Pitonessa, il futuro agli esseri umani. Per questo, era adorato nell'antichità come uno degli dèi più importanti del Dodekatheon. Nella tarda antichità greca Apollo venne anche identificato come dio del Sole, ed in molti casi soppiantò Helios quale portatore di luce ed auriga del cocchio solare. Un simile "passaggio di consegne" avvenne anche presso i Romani, in quanto, a partire dalla tarda età Repubblicana, Apollo divenne "alter ego" del Sol Invictus, una delle più importanti divinità romane. In ogni caso, almeno presso i Greci Apollo ed Elios rimasero entità separate e distinte, almeno nei testi letterari e mitologici dell'epoca.[1]

Come divinità greca, Apollo è figlio illegittimo di Zeus e di Leto (Latona per i Romani) ed il fratello gemello di Artemide (per i Romani Diana), dea della caccia e più tardi assimilata, al pari del fratello, a Selene, divinità protettrice della Luna.

Indice

[modifica] Culto di Apollo

[modifica] Apollo in Grecia

Apollo era uno degli déi più noti ed influenti nell'antica Grecia; ed erano ben due le città che si contendevano il titolo di luoghi di culto principali del dio: Delfi, sede del già citato oracolo, e Delo. L'importanza attribuita al dio è testimoniata anche da nomi teoforici come Apollonio o Apollodoro, comuni nell'antica Grecia, e dalle molte città che portavano il nome di Apollonia. Il dio delle arti veniva inoltre adorato in numerosi siti di culto sparsi, oltre che sul territorio greco, anche nelle colonie disseminate sulle rive africane del Mediterraneo, in Sicilia e in Magna Grecia.

[modifica] Apollo a Roma

Apollo in un mosaico romano del II secolo, cinto da un'aureola rappresentante il sole.
Apollo in un mosaico romano del II secolo, cinto da un'aureola rappresentante il sole.

A differenza di altri déi, Apollo non aveva un equivalente romano diretto, ed il suo culto venne importato a Roma direttamente dai Greci. Ciò avvenne comunque in tempi piuttosto recenti nella storia romana, dato che fonti tradizionali riferiscono che il culto era già presente in epoca regia. Nel 430 a.C. al dio venne intitolato un tempio, chiamato Apollinar, in occasione di una pestilenza che afflisse la città. Durante la seconda guerra punica, invece, vennero istituiti i Ludi Apollinares, giochi in onore di Apollo. Il culto venne incentivato poi, in epoca imperiale, dall'imperatore Augusto, che per consolidare la propria autorità se ne attribuì la discendenza, e tramite la sua influenza Apollo divenne uno degli déi romani più influenti. Dopo la battaglia di Azio l'imperatore fece rinnovare ed ingrandire l'antico tempio di Apollo Sosiano, istituì dei giochi quinquennali in suo onore e finanziò anche la costruzione del tempio di Apollo Palatino sull'omonimo colle dove fu conservata la raccolta di oracoli detta Libri Sibillini. In onore del dio, e per compiacere il suo imperatore, il poeta romano Orazio compose inoltre il celebre carmen saeculare.

[modifica] Apollo presso gli Etruschi

Nella religione etrusca è possibile trovare un corrispettivo di Apollo nel dio dei tuoni Aplu o Apulo. Tuttavia non è ancora chiaro se l'immagine del dio etrusco sia derivata, o meno, dal personaggio greco.

[modifica] Origini del culto

Le origini del culto apollineo si perdono, come si sa, nella notte dei tempi. E' comunque opinione comune e consolidata tra gli studiosi che il culto del dio sia relativamente recente e che, precedentemente ad Apollo, il santuario di Pito avesse una sua antichissima religione ctonia, legata al culto della Dea Madre. Lo stesso racconto mitico di Eschilo su Apollo che riceve il santuario da Gea, Febe e Temi (Eumenidi,vv.1-19) e quindi uccide il 'serpente' Pitone, tenderebbe a confermarlo. Una recentissima teoria però, basata sulla 'decifrazione' degli enigmatici e tanto discussi documenti greci di Glozel (Vichy, Francia), tende ad ampliare il quadro mitico -storico interessante l'oracolo e collega la nuova, non identificata divinità, alla vicenda cadmea di Europa e a quella dell'alfabeto portato dallo stesso Cadmo in Beozia in periodo premiceneo. Divinità semitica che di quell'alfabeto, di provenienza 'siro-palestinese', era l'assoluta detentrice. Il santuario ctonio di Pito era stato dunque occupato, in qualche modo, da una divinità non greca (yh: da cui il noto successivo grido di IE, per Apollo 'IEIOS') la quale però, a sua volta, venne grecizzata, secondo quanto fa intendere il noto racconto erodoteo (Historiae,I,61-62) sulla cacciata dei Cadmei, ovvero dei semiti, da parte degli Argivi. Tuttavia la divinità inglobata nella sfera della cultura greca manteneva alcuni dei caratteri orientali della divinità, come ad es. l'ineffabilità, la figura androgina, l'aspetto di dio 'cacciatore e inseguitore' del 'lupo'( da cui Apollo Liceo), le qualità di dio ambiguo o 'obliquo' (Lossia) ma, per chi sapeva capirlo rettamente, 'salvatore' e 'liberatore'. Con la calata dei Dori (XII -XI sec.a.C.), una volta annientati i Micenei, il santuario, verisimilmente, subì l'umiliazione e la distruzione dei vincitori e solo verso il IX - VIII secolo a.C. fu riaperto e si risollevò, ma con un Lossia del tutto trasformato e in linea con la nuova religione. Il potentissimo dio androgino di origine semitica entrava così a far parte della 'sacra famiglia' olimpica, sdoppiandosi in Apollo ed Artemide e diventando figlio di Zeus e di Latò. Sempre secondo questa teoria, supportata da solide basi documentarie, la famosa E apud Delphos (la lettera alfabetica epsilon posta tra le colonne nell'ingresso del santuario apollineo) di cui ci parla lo storico Plutarco, la 'E' che stava alla base dell'epifonema esprimente 'acuto dolore' (Esichio) dei fedeli, potrebbe fornire la prova che il nome di Apollo (mai sufficientemente compreso e spiegato dagli studiosi: Farnell, Kern,Hrozny,Nilsson,Cassola, ecc.)fosse derivato da un A/E -pollòn (il grido di dolore 'ah!,'eh'! esclamato più volte, così come testimoniano la letteratura greca tragica e paratragica).

[modifica] Attributi ed epiteti

Apollo con in mano una lira, uno dei suoi simboli tipici, in una statua del primo secolo.
Apollo con in mano una lira, uno dei suoi simboli tipici, in una statua del primo secolo.

Apollo viene normalmente raffigurato coronato di alloro, pianta simbolo di vittoria, sotto la quale alcune leggende volevano che il dio fosse nato. Suoi attributi tipici erano l'arco e la cetra. Altro suo emblema caratteristico è il tripode sacrificale, simbolo dei suoi poteri profetici. Animali sacri al dio erano i cigni (simbolo di bellezza), i lupi, le cicale (a simboleggiare la musica ed il canto), ed ancora falchi, corvi e serpenti, questi ultimi con riferimento ai suoi poteri oracolari. Altro simbolo di Apollo è il grifone, animale mitologico di lontana origine orientale.

Come molti altri déi greci, Apollo possedeva numerosi epiteti, atti a riflettere i diversi ruoli, poteri ed aspetti della personalità del dio stesso. Il titolo di gran lunga maggiormente attributo ad Apollo (e spesso condiviso dalla sorella Artemide) era quello di Febo, letteralmente "splendente" o "lucente", riferito sia alla sua bellezza che il suo legame con il sole (o con la luna nel caso di Artemide). Quest'appellativo venne mutuato ed utilizzato anche dai romani.

Altri epiteti del dio erano:

  • Akesios o Iatros, dal comune significato di guaritore e riferiti al suo ruolo di protettore della medicina, in quanto padre di Esculapio. In questo senso, i romani gli diedero invece l'epiteto di Medicus, ed un tempio della Roma antica era dedicato appunto all'Apollo Medico.
  • Alexikakos o Apotropaeos, entrambi significanti "colui che scaccia - o tiene lontano - il male". Un simile significato ha anche l'appellativo di Averruncus che gli diedero i romani. Questi appellativi si riferivano, oltre che al suo già citato ruolo di patrono dei medici, al suo potere di scatenare - e dunque anche di tener lontane - malattie e pestilenze.
  • Aphetoros (dio dell'arco) e Argurotoxos (dio dall'arco d'argento), in quanto patrono degli arcieri e provetto tiratore lui stesso. I romani lo definivano invece Articenens, "colui che porta l'arco".
  • Archegetes, "colui che guida la fondazione", in quanto patrono di molte colonie greche oltremare.
  • Lyceios e Lykegenes, che possono essere sia un riferimento al lupo, animale a lui sacro, che alla terra di Licia, la regione nella quale alcune leggende riportavano che Apollo fosse nato.
  • Loxias (l'oscuro) e Coelispex (colui che scruta i cieli) con riferimento alle sue capacità oracolari.

[modifica] Mitologia

Apollo scaglia le frecce mortali contro l'accampamento acheo, penna e carboncino su carta, 10 x 12,5 cm, proprietà privata.
Apollo scaglia le frecce mortali contro l'accampamento acheo, penna e carboncino su carta, 10 x 12,5 cm, proprietà privata.

Vengono di seguito riportati i fatti più rilevanti riferiti ad Apollo dai miti tradizionali greci.

[modifica] Nascita

Apollo nacque, come sua sorella gemella Artemide, dall'unione extraconiugale di Zeus con Lato. Quando Era seppe di questa relazione, desiderosa di vendetta proibì alla partoriente di dare alla luce suo figlio su qualsiasi terra, fosse essa un continente o un'isola. Disperata, la donna vagò fino a giungere sull'isola di Delo, appena sorta dalle acque e, stando al mito, ancora galleggiante sulle onde e non ancorata al suolo. Essendo perciò Delo non ancora una vera isola, Lato poté darvi alla luce suo figlio Apollo.

Altri miti riportano che la vendicativa Era, pur di impedirne la nascita, giunse a rapire Ilizia, dea del parto. Solo l'intervento degli altri déi, che offrirono alla regina dell'Olimpo una collana di ambra lunga nove metri, riuscì a convincere Era a desistere dal suo intento. I miti riportano che Artemide fu la prima dei gemelli a nascere, e che abbia in seguito aiutato la madre nel parto di Apollo. Questi nacque in una notte di plenilunio, che fu da allora il giorno del mese a lui consacrato.

Ancora altri dicono che Era avesse mandato un serpente sulla Terra per seguire Lato tutta la vita impedendo così a chinque di ospitarla e darle un rifugio. Lato vagò per molto tempo ma Poseidone, impietosito dalla sua situazione, lasciò che si rifugiasse in mare (dato che letteralmente non era terra) visto che lui, essendo il fratello di Zeus, poteva permettersi di sfidare Era.

[modifica] Giovinezza

Poco più che bambino, Apollo si cimentò nell'impresa di uccidere il drago ctonio Piton, reo di aver tentato di stuprare Lato mentre questa era incinta del dio. Apollo lo uccise presso la sua tana, situata nei pressi della fonte castaliana nei pressi di Delfi, città dove sarebbe poi sorto l'oracolo a lui dedicato. Per questo suo gesto, comunque, Apollo ricevette una punizione da Gea, madre del drago.

Altre azioni che gli sono state attribuite dai miti durante la giovinezza, non furono così nobili: il dio sfidò il satiro Marsia, (o, secondo altre fonti, venne da questi sfidato) in una gara musicale di flauto; in seguito alla vittoria, per punire l'ardire del satiro, che si era impudentemente vantato di essere più bravo di lui, lo fece legare ad un albero e scorticare vivo. Un altro mito racconta invece come si vendicò terribilmente di Niobe, regina di Tebe, la quale, eccessivamente fiera dei suoi dodici figli, aveva deriso Latona per averne avuti solo due. Per salvare l'onore della madre, Apollo, insieme con sua sorella Artemide, utilizzò il suo terribile arco per uccidere la donna ed i suoi figli, risparmiandone solo due.

[modifica] Apollo e Pan

Apollo ebbe una sfida musicale anche con il satiro Pan, che aveva avuto l'ardire di affermare di essere più bravo del dio a suonare. Il giudice della contesa fu Tmolo, dio di una montagna omonima in Lidia; questi rimase incantato quando Pan suonò il suo strumento, incoraggiato dal sostegno del suo buon amico Mida, ma appena Apollo sfiorò le corde della sua lira, Tmolo non poté che dichiarare il dio vincitore della gara. Mida protestò vivamente per questa decisione, ed arrivò a mettere in dubbio l'imparzialità dell'arbitro. Apollo, offeso, trasformò le orecchie dell'irrispettoso umano in orecchie d'asino.

[modifica] Apollo ed Admeto

Quando Zeus uccise Asclepio, figlio di Apollo, come punizione per aver osato resuscitare i morti con il suo talento medico, il dio per vendettà massacrò i ciclopi, che avevano forgiato i fulmini di Zeus. Stando alla tragedia di Euripide Alcesti, come punizione per questo suo gesto Apollo venne costretto dal padre degli déi a servire l'umano Admeto, re di Fere, per nove anni. Apollo lavorò dunque presso il re come pastore, e venne da questi trattato in modo tanto gentile che, allo scadere dei nove anni, gli concesse un dono: fece sì che le sue mucche partorissero solo figli gemelli. In seguito, il dio aiutò Admeto ad ottenere la mano di Alcesti, che per volere del padre sarebbe potuta andare in sposa solo a chi fosse riuscito a mettere il giogo a due bestie feroci: Apollo gli regalò dunque un carro trainato da un leone e un cinghiale.

[modifica] Apollo ed Ermes

Un mito degli inni omerici racconta dell'incontro tra il giovane Ermes ed Apollo. Il dio dei ladri, appena nato, sfuggì infatti alla custodia della madre Maia e iniziò a vagabondare per la Tessaglia, fino ad imbattersi nel gregge di Admeto, custodito da Apollo. Ermes riuscì con uno stratagemma a rubare gli animali e, dopo essersi nascosto in una grotta, usò gli intestini di alcuni di essi per confezionarsi una lira. Quando Apollo, infuriato, riuscì a rintracciare Ermes e a pretendere, con l'appoggio di Zeus, la restituzione del bestiame, non poté fare a meno di innamorarsi dello strumento e del suo suono, ed accettò infine di lasciare ad Ermes il maltolto, in cambio della lira, che sarebbe diventata da allora uno dei suoi simboli.

[modifica] Apollo e Oreste

Apollo ordinò ad Oreste, tramite il suo oracolo di Delfi, di uccidere sua madre Clitennestra; per questo suo crimine Oreste venne a lungo perseguitato dalle Erinni.

[modifica] Apollo durante la guerra di Troia

Apollo istruisce le Muse Euterpe e Urania, olio su tela di Pompeo Batoni, ca. 1741, Varsavia, Muzeum Narodowe.
Apollo istruisce le Muse Euterpe e Urania, olio su tela di Pompeo Batoni, ca. 1741, Varsavia, Muzeum Narodowe.

L'inizio del'Iliade di Omero vede Apollo schierato a fianco dei Troiani, durante la guerra di Troia. Il dio era infatti infuriato con i greci, ed in particolare con il loro capo Agamennone, per il rapimento da questi perpetrato di Criseide, giovane figlia di Crise, sacerdote di Apollo. Per vendicare l'affronto, il dio decimò le schiere achee con le sue terribili frecce, fino a che il capo dei greci non acconsentì a rilasciare la prigioniera, pretendendo in cambio Briseide, schiava di Achille. Questo fatto provocò l'ira dell'eroe mirmidone, che è uno dei temi centrali del poema.

Apollo continuò comunque a parteggiare per i troiani durante la guerra: in un'occasione salvò la vita ad Enea, ingaggiato in duello da Diomede. In seguito, aiutò Paride ad uccidere Achille, guidando la freccia da questi scagliata nel tallone dell'eroe, il suo unico punto debole.

[modifica] Amori di Apollo

[modifica] Apollo e Daphne

Un giorno, Eros, stanco delle continue derisioni di Apollo, che vantava il titolo di dio più bello, dio della poesia non che un arcere migliore di lui, colpì il dio con una delle sue frecce d'oro, facendolo cadere perdutamente innamorato della ninfa Daphne. Allo stesso tempo però, colpì anche la ninfa, con una freccia di piombo arrugginita e spuntata, stregandola in modo che rifiutasse l'amore di Apollo e addirittura rabbrividisse per l'orrore alla sua vista. Perseguitata dal dio innamorato, la ninfa piangendo e gridando, chiese aiuto a sua madre che la tramutò in una pianta di lauro, o alloro. Apollo pianse abbracciando il tronco di Daphne che ormai era un albero. Per questo il lauro divenne la pianta prediletta da Apollo con la quale era solito far ornare i suoi templi.

[modifica] Apollo e Giacinto

Apollo sostiene Giacinto morente - dipinto di Jean Borc
Apollo sostiene Giacinto morente - dipinto di Jean Borc

Uno dei miti più conosciuti riferiti al dio è quello della sua triste storia d'amore con il principe spartano Giacinto, mito narrato, fra gli altri, da Ovidio nelle sue Metamorfosi. I due si amavano profondamente, quando un giorno, mentre si stavano allenando nel lancio del disco, il giovane venne colpito alla testa dall'attrezzo lanciato da Apollo, spintogli contro da Zefiro, geloso dell'affetto tra i due. Ferito a morte, Giacinto non poté che accasciarsi tra le braccia del compagno che, impotente, lo trasformò nel rosso fiore che porta il suo nome, e con le sue lacrime tracciò sui suoi petali le lettere άί (ai), che in greco è un'esclamazione di dolore.

[modifica] Apollo e Cassandra

Per sedurre Cassandra, figlia del re di Troia Priamo, Apollo le promise il dono della profezia. Tuttavia, dopo aver accettato il patto, la donna si tirò indietro, rimangiandosi la parola data. Il dio allora, sputandole sulle labbra, le diede sì il dono di vedere il futuro, ma la condannò a non venir mai creduta per le sue previsioni.

[modifica] Apollo e Marpessa

Apollo amò anche una donna chiamata Marpessa, che era contesa fra il dio e l'umano chiamato Ida. Per dirimere la contesa tra i due, intervenne Zeus, che decise di lasciare la donna libera di decidere; questa scelse Ida, perché consapevole del fatto che Apollo, essendo immortale, si sarebbe stancato di lei quando l'avrebbe vista invecchiare.

[modifica] Figli di Apollo

Come tutti gli déi greci, le leggende riportano come Apollo ebbe molti figli, da unioni con donne mortali e non.

Da Cirene, ebbe un figlio di nome Aristeo.

Da Ecuba, moglie di Priamo e regina di Troia, ebbe un figlio di nome Troilo, che venne ucciso da Achille

Il figlio più noto di Apollo è però certamente Asclepio, dio della medicina presso i greci. Asclepio nacque dall'unione tra il dio e Coronide; quest'ultima però, mentre portava in grembo il bambino, si innamorò di Ischi e fuggì con lui. Quando un corvo andò a riferire l'accaduto ad Apollo, questi dapprima penso ad una menzogna, e fece diventare il corvo nero come la pece, da bianco che era. Scoperta poi la verità, il dio chiese a sua sorella Artemide di uccidere la donna. Apollo salvò comunque il bambino, e lo affidò al centauro Chirone, perché lo istruisse alle arti mediche. Come ricompensa per la sua lealtà, il corvo divenne inoltre animale sacro del dio, e venne dotato da Apollo il potere di prevedere le morti imminenti. In seguito Flegias, padre di Coronide, per vendicare la figlia diede fuoco al tempio di Apollo a Delfi, e venne per questo ucciso dal dio e scaraventato nel Tartaro.

[modifica] Elenco degli amanti e dei figli di Apollo

  1. Acacallide - Figlia di Minosse
    1. Nasso - Insediato nell'isola
    2. Mileto - Fondatore della città
    3. Anfitemi - Pastore libico
  2. Azia - Donna romana
    1. Augusto - Imperatore romano
  3. Calliope - Musa della Poesia epica
    1. Orfeo - Celebre musico
    2. Ialemo - Dio del canto nuziale
    3. Imeneo - Dio del matrimonio
  4. Cirene - Ninfa tessala
    1. Aristeo - Custode di mandrie
  5. Coricla - Ninfa del Parnaso
    1. Licoreo - Re di Licorea
  6. Coronide - Ninfa Lapita
    1. Asclepio - Dio della medicina
  7. Creusa - Violentata dal dio
    1. Ione - Sacerdote di Delfi
  8. Danaide - Ninfa
    1. Cureti - Popolo Etolo
  9. Dia - Figlia di Licaone
    1. Driope - Re dell'Arcadia
  10. Driope - Amadriade
    1. Anfisso - Fondatore di Ela
  11. Ecuba - Regina troiana
    1. Ettore - Eroe troiano
    2. Polidoro - Ucciso da Polimestore
    3. Troilo - Giovane fanciullo
  12. Ftia - Eponima della regione
    1. Doro
    2. Laodoco
    3. Polipete - Uccisi da Etolo
  13. Manto - Indovina, figlia di Tiresia
    1. Mopso - Celebre indovino
  14. Procleia - Troiana
    1. Tenete - Eroe di Tenedo
    2. Emitea - Principessa di Tenedo
  15. Psamate - Principessa di Argo
    1. Lino - Sbranato da cani
  16. Reo - Discendente di Dioniso
    1. Anio - Sovrano di Delfi
  17. Rodope - Ninfa
    1. Cicone - Capostipite dei Ciconi
  18. Talia - Musa della Commedia
    1. Coribanti - Seguaci di Dioniso
  19. Tiria - Figlia di Anfinomo
    1. Cicno - Abitante dell'Etolia
  20. Urania - Musa dell'Astronomia
    1. Lino - Notevole musico

[modifica] Apollo nell'arte

[modifica] Apollo nella cultura popolare

[modifica] Apollo nella mitopsicologia

Per approfondire, vedi la voce Apollo (archetipo).

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

  • Károly Kerényi, The Gods of the Greeks, 1951
  • Gigi Sanna, I segni del Lossia cacciatore, S'Alvure Oristano 2007

[modifica] Note

  1. ^ Curiosa è la vicenda del figlio Fetonte, il quale fu fulminato da Zeus poiché aveva rubato di nascosto il cocchio del sole del padre che glielo aveva negato. H. Hoffmann, 1963. "Helios," nel Journal of the American Research Center in Egypt 2, pp. 117-23; cf. Yalouris, no. 42.


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