Noventa di Piave
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Noventa di Piave | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Veneto | ||||||||
Provincia: | Venezia | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 3 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 18,02 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 353,16 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Romanziol; Ca' Memo; Santa Teresina | ||||||||
Comuni contigui: | Fossalta di Piave, Salgareda (TV), San Donà di Piave, Zenson di Piave (TV) | ||||||||
CAP: | 30020 | ||||||||
Pref. tel: | 0421 | ||||||||
Codice ISTAT: | 027027 | ||||||||
Codice catasto: | F963 | ||||||||
Nome abitanti: | noventani | ||||||||
Santo patrono: | San Mauro | ||||||||
Giorno festivo: | 22 novembre | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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Noventa di Piave è un comune di 6.363 abitanti[1] della provincia di Venezia.
Indice |
[modifica] Stemma comunale
Lo stemma comunale è così composto: scudo sannitico d’oro, con cavallo nero brioso a sinistra in risalto rispetto ad una fascia ondulata d’azzurro; in alto a destra un riquadro con sette palle d’argento in campo azzurro. Appare chiaro il riferimento al commercio dei cavalli un tempo fiorente con la vicina Oderzo, richiama il Piave nella fascia ondulata e nelle sette palle i borghi o colmelli in cui, nel passato, si divideva il territorio comunale.
[modifica] Storia
Noventa di Piave nasce intorno al V sec. a.C. in un territorio molto diverso da quello odierno. A quei tempi infatti vi era una laguna che si estendeva a valle di San Donà di Piave ed il territorio prelagunare era coperto da una fitta foresta dedicata al dio Fetonte (figlio del sole, secondo il mito) della quale oggi resta solo un piccolo bosco nei pressi di Cessalto: la Selva Fetontea.
La laguna (laguna opitergina) era ricca di isole e la maggiore di questa era posta nell'attuale territorio che va da Staffolo a Cittanova: Melidissa.
Il Piave inoltre non aveva arginazioni e non seguiva il corso che oggi segue bensì uno molto simile a quello rappresentato in figura (la cartina è approssimata e mancano tutte le isole lagunari).
I primi a dimorare nel territorio comunale furono gli Opitergini di Oderzo (Opitergium), il quale era il centro più importante dei Veneti dopo Altino, soprattutto per il prestigio commerciale e per la vendita di cavalli pregiatissimi.
Noventa stava proprio a metà strada tra i due centri veneti ed era ricchissima di pesce e legname. Dal territorio noventano inoltre partiva la navigabilità del fiume.
Intorno al 160 a.C. Oderzo fu assorbito dalla Repubblica di Roma dopo la fondazione di Aquileia (181 a.C.) per il controllo dell'Alto Adriatico e delle possibili invasioni carniche e cimbriche.
Roma costruì come ben sappiamo numerose strade e proprio per Noventa passava una variante della via Annia che continuava sfociando nella Postumia all'altezza di San Giovanni di Motta di Livenza intersecandosi con un'altra strada che da Oderzo giungeva a Chiarano (vedi figura).
Nel 167 d.C. schiere di barbari (Marcomanni, Quadi e Sarmati) penetrarono nel territorio opitergino in concomitanza con una grave pestilenza ma furono respinti dall’imperatore Marco Aurelio.
Nel 402 toccò ai Visigoti di Alarico; nel 408 sempre la stessa popolazione ma guidata da Ataulfo; nel 452 gli Unni di Attila, nel 463 gli Alani di Biorgo, nel 473 gli Ostrogoti di Vidomiro, nel 476 gli Eruli, i Rugi e i Turcilingi di Odoacre (che portarono tra l'altro al crollo ufficiale dell'Impero Romano d'Occidente), nel 523 e nel 526 i Gepidi; nel 536 gli Svevi; nel 538 i Goti; nel 568 e nel 637 i Longobardi di Alboino e di Rotari (un anno dopo la prima delle due invasioni una terribile inondazione affligge l'intero territorio a valle di Ponte di Piave) e nel 667 la stessa stirpe guidata da Grimoaldo (con la completa distruzione di Oderzo); nella seconda metà del IX secolo passarono anche i Franchi di Carlo Magno e tra l'889 ed il 906 si stabilirono nel territorio bande di Ungari.
Il territorio opitergino rimase nonostante ciò sotto la giurisdizione dell'Impero Romano d'Oriente (bizantino) e proprio contro l'Impero d’Oriente combatté il Sacro Romano Impero finché nel 998 il territorio venne assegnato ad Ottone III il quale affidò il controllo del territorio ad un patriarca posto ad Aquileia e fa rientrare Noventa sotto la diocesi trevisana.
Una grave pestilenza causata da una carestia ancora più grave per otto anni a partire dal 1084 piegarono il paese.
Nel 1090 venne ufficialmente riconosciuta la Pieve di Noventa e donata come feudo alla famiglia Strasso dall'imperatore Enrico IV (la famiglia con molte probabilità vi costruì un castello e vi instaurò una corte).
Del 1110 sono invece le prime arginazioni del fiume in seguito ad una piena eccezionale.
La prima conferma della presenza di una chiesa a Noventa dedicata a San Mauro è del 1152 (il primo edificio era di stile romanico a pianta rettangolare e ad una sola navata con le pareti in mattoni ed il tetto in paglia).
Il XII secolo è stato per il paese il secolo della peste infatti mai come in quegli anni la malattia colpì le popolazioni.
Come se non bastassero le malattie nel 1180 proprio nel territorio comunale si combatté una guerra tra i da Camino e i da Romano alla quale seguì uno scontro più elevato tra i Trevigiani ed il patriarca di Aquileia (alleato dei da Camino) tra il 1192 ed il 1221. Ad una delle visite al territorio noventano del patriarca di Aquileia viene attribuita la fondazione dell'Oratorio della B.V. del Rosario (vedi figura), da altri attribuita a San Domenico da Guzman.
Un documento del 1277 ci testimonia l’esistenza di un passo tra Fossalta e Noventa dato in appalto sei anni più tardi ad un certo Afanisio di Morgano mentre un documento del 1297 rileva la presenza di 2 chiese in quel di Romanziol di cui una dedicata a Sant’Elena e la seconda dedicata alla Vergine.
Il 24 gennaio 1339 avvenne il passaggio di Noventa sotto la signoria di Venezia, più precisamente sotto la Podestaria di Oderzo e venne suddiviso il paese in sette colmelli (frazioni): Capoluogo, Guaiane, Gonfo, Lampol, Sabbionera, Romanziol e Tessere.
Tra il 1379 ed il 1388 nel territorio opitergino e anche a Noventa si combatté la guerra tra le tre famiglie più potenti della zona: i Da Camino, i Della Scala e i Da Carrara.
Alcune inondazioni avvenute tra il 1403 ed il 1404 fecero iniziare i lavori di costruzione di nuovi argini con golena.
Nel 1412 l’imperatore Sigismondo mosse guerra a Venezia e quest’ultima riuscì a vincere. Forse proprio a causa di questa guerra un anno più tardi iniziarono i lavori di restauro della chiesa di San Mauro.
Nel 1470 una rotta del Piave a Romanziol spazzò via la chiesa dedicata a Sant’Elena.
Il 1511 fu l'anno delle razzie delle truppe imperiali di Massimiliano I e della costruzione del campanile della chiesa di San Mauro, opera del maestro comancino Giorgio De Marcho (45m).
Nel 1562 la stessa chiesa venne riconsacrata dopo il furto sacrilego del 1559 e nel 1568 venne ampliata anche se il vero lavoro di ampliamento si tenne tra il 1582 ed il 1593 con l'aggiunta di due navate, del coro e del portale di destra opera del Sansovino.
Il Piave in questo periodo fu protagonista di due drammatiche alluvioni: la prima nel 1572 e la seconda, che danneggiò seriamente la chiesa, nel 1601.
Il primo servizio postale arrivò in paese grazie all'ufficio postale di Oderzo nel 1631.
Nel 1690 avvenne il primo restauro dell'Oratorio della B.V. del Rosario mentre è del 1741 l’arrivo della nuova campana per il campanile.
Nel 1760 una violenta alluvione distrusse villa Erizzo.
Del 1793 è invece la donazione alla parrocchia dell’icona della “http://web.tiscali.it/gughy99/Madonna.jpg Madonna nera]” da parte dei conti Burovich. L'icona bizantina risale al XV secolo mentre le corone sono state aggiunte in tempi recenti.
Il 12 maggio 1797 cadde la Repubblica di Venezia dopo l’arrivo di Napoleone Bonaparte ed il 28 dello stesso mese si stabilì un’organizzazione politico-amministrativo-giudiziaria provvisoria della regione con la nascita della municipalità di Noventa, aggregata al Cantone di San Donà, del distretto di Treviso.
Nel settembre dello stesso anno la municipalità venne spostata sotto il Cantone di Oderzo.
Il 15 gennaio del 1798 avvenne la consegna del territorio agli austriaci da parte dei francesi e vennero sostituite le municipalità con le provveditorie, rette da tre provveditori nominati dal Consiglio Centrale. Noventa venne inoltre inclusa sotto il Cantone di Motta di Livenza.
Gli austriaci nel 1800 compirono anche un lavoro di rafforzamento degli argini.
Ma la situazione internazionale non era ancora del tutto sotto controllo e per quattro mesi (da gennaio ad aprile 1801) Noventa ricadde in mano francese per poi ritornare agli austriaci e nuovamente ai francesi il 27 dicembre del 1805 con l'adesione al Napoleonico Regno d’Italia.
Il 29 aprile 1806 Noventa divenne un Comune inserito nel Distretto di Motta di Livenza, facente parte del Dipartimento del Tagliamento.
Ma l'assetto geografico-politico mutò in fretta poiché il 22 dicembre dell'anno successivo avvenne il passaggio al Distretto di San Donà del Dipartimento dell’Adriatico (con capoluogo Venezia).
Tra il 17 marzo ed il 14 maggio 1809 avvenne l'invasione austriaca e la riconquista del territorio.
Di un anno più tardi sono i lavori per il rifacimento della canonica e per l’ampliamento del cimitero.
Con la nascita del Regno Lombardo-Veneto si passò dai Dipartimenti alle province e Noventa divenne il settimo Comune della Provincia di Venezia, sotto il Distretto di San Donà. Essendo un Comune di IV classe venne affidato a due Consigli: un Convocato Generale ed una Deputazione Comunale.
Il 1825 fu l’anno delle rotte del Piave: ben 12 in un solo anno.
Gli echi risorgimentali dal resto del paese arrivarono in zona il 22 marzo del 1848 quando i cittadini instaurarono nel paese una municipalità ed una Guardia Cittadina e si unirono al Governo Provvisorio di Venezia guidato da Manin.
Il 1° maggio dello stesso anno però il 47° reggimento del barone Kang Babenburg rioccupò Noventa.
Del 1850 circa è la costruzione, ideata dal mons. Ferdinando Pagnossin della scuola elementare inferiore maschile mentre di 11 anni dopo è la costruzione dell'Asilo e della scuola della Dottrina Cattolica, entrambi situati accanto alla canonica.
Il 18 luglio 1866 entrarono nel paese i Cavalleggeri Monferrato che decretarono la fine del dominio austriaco, confermata dal plebiscito del 22 ottobre con l'unanime decisione di entrare a far parte del Regno d'Italia.
Il Comune ora veniva retto da un Consiglio Comunale di 20 membri, da un sindaco, scelto dal re tra i membri del Consiglio, e da una Giunta eletta dal Consiglio.
Il primo sindaco fu Antonio Ca’Zorzi, eletto il 23 dicembre del 1866.
Il 28 settembre 1875 anche Noventa ebbe il suo ufficio postale, diretto da Antonio Pizzetto. Dello stesso anno è anche la nuova scuola.
Nel 1881 venne costruito un municipio che nel 1892 fu dotato di orologio.
Nel 1891 Nacque nel paese un Istituto Bacologico diretto da Luigi Molon ed arrivò l’illuminazione pubblica.
Il 2 novembre 1917 il sindaco informato della rotta della linea del fronte di Caporetto portò gli uffici comunali a Roma.
Il 6 novembre alle ore 16 venne fatto saltare il campanile della chiesa per evitare che gli austriaci potessero usarlo come torre di osservazione.
Il 10 novembre l’esercito austriaco entrò a Noventa trovando la città semi-deserta. Quattro giorni dopo si aprirono le ostilità fino al 1° novembre dell'anno successivo quando vi fu la contravanzata italiana. Il paese era raso al suolo e come se non bastasse il 7 novembre dell'anno successivo il Piave ruppe gli argini i quali stavano subendo dei lavori di rafforzamento a causa del conflitto.
I lavori di rifacimento degli argini furono ultimati tra il febbraio del 1919 ed il marzo del 1920.
Nello stesso periodo nasceva a Noventa la Società di Scavatori di Ghiaia che diede una notevole spinta all'economia del paese.
Del 1921 fu invece completato il rifacimento del municipio prendendo come modello la struttura di quello preesistente.
Nel 1922 Monsignor Rossetto fece costruire un asilo infantile ed un cinema parrocchiale mentre è dell'anno successivo la costruzione della nuova chiesa con un campanile che è secondo nel Veneto solo a quello di San Marco a Venezia.
Nello stesso anno una squadra fascista di San Donà di Piave occupò il municipio del paese e l’anno successivo i fascisti vinsero le elezioni.
Nel 1925 gli stessi fascisti costruirono a Noventa il Dopolavoro.
Nel 1926 venne costruito il nuovo Oratorio del Rosario nel luogo ove era situato il precedente.
L'8 settembre del 1943 è una triste data da ricordare per gli abitanti di Noventa in quanto segnò l'inizio dell'occupazione tedesca. Essi resistettero però fino al 27 aprile del 1945 quando venne liberata.
L'ultima data storica rilevante per Noventa è purtroppo anche tragica poiché ci ricorda l’alluvione del 5 novembre del 1966 quando il Piave tracimò dagli argini.
[modifica] Manifestazioni
- Sagra parrocchiale : prime due settimane di maggio
- L' Aia in Festa: 3° settimana di maggio
- Mercatino dell'Antiquariato: 1° maggio di ogni anno nel centro storico del paese
- Festa dello Sport: ultima settimana di maggio, prima di giugno
- Festa Country: variabile a Giugno
- Festa della Birra a Cà Memo prima settimana di luglio
- Festa de L' unità: ultima settimana di luglio, prima di agosto
- Sagra paesana: la terza domenica di settembre
- Natale Noventano
- "Capodanno giovani": "Renovatio"Gruppo Starlite
- Festa dell ' epifania: accensione del tipico "pan e vin" la prima settimana di gennaio
- Mercato: tutti i giovedì
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Alessandro Nardese (centrosinistra) dal 29/05/2007
Centralino del comune: 0421 65212
Email del comune: protocollo@comune.noventadipiave.ve.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti