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Claude Lévi-Strauss - Wikipedia

Claude Lévi-Strauss

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Claude Lévi-Strauss (Bruxelles28 novembre 1908) è un antropologo, psicologo e filosofo francese. Tra i suoi contributi alla psicologia scientifica vi è l'applicazione del metodo di indagine strutturalista agli studi antropologici.

« Lévi-Strauss non è certo il primo, né il solo a sottolineare il carattere strutturale dei fenomeni sociali, ma la sua originalità sta nel prenderlo sul serio e nel trarne imperturbabilmente tutte le conseguenze [1]»

Indice

[modifica] Biografia

Nato a Bruxelles da genitori francesi di religione ebraica, si trasferisce presto con la famiglia a Parigi, dove suo padre lavorava come ritrattista, nel cui clima intellettuale avviene la sua formazione culturale.

[modifica] La formazione culturale a Parigi

Studia legge e filosofia alla Sorbona di Parigi e nel 1931 si laurea in filosofia, abbandonando gli studi di legge, ed inizia ad insegnare in un liceo di provincia.

Le sue posizioni filosofiche si dimostrano subito molto critiche nei confronti delle tendenze idealiste e spiritualistiche della filosofia francese del periodo fra le due guerre, soprattutto perché egli riconosce in sé stesso un'esigenza di concretezza che lo porta verso direzioni completamente nuove.

Egli scopre presto nelle scienze umane, in particolare nella sociologia e nell'etnologia, la possibilità di costruire un discorso più concreto e innovatore sull'uomo.

Decisivo fu per Lévi-Strauss l'incontro con Paul Rivet, che conobbe in occasione dell'esposizione di Jacques Soustelle al Museo Etnografico, e con Marcel Mauss del quale fu allievo.
Egli rimane affascinato dal forte senso del concreto che scaturisce dall'insegnamento di Mauss e dal metodo che egli utilizza per spiegare e analizzare i riti e i miti primitivi.

[modifica] Esperienze in Brasile nel campo antropologico

Nel 1935 gli viene offerta l'occasione di andare ad insegnare sociologia a San Paolo in Brasile, dove una missione culturale francese aveva avuto l'incarico di fondare l'università. Questa sarà l'occasione per conoscere un mondo completamente diverso da quello europeo ma soprattutto per entrare in contatto con le popolazioni indie del Brasile che diventeranno l'oggetto delle sue ricerche sul campo.

Il suo esordio nel campo dell'antropologia avviene gradualmente. Nei primi tempi, quando è libero dagli impegni universitari, compie brevi visite nell'interno del paese. Organizza poi una spedizione, della durata di qualche mese, tra i Bororo e infine una missione, che durerà un anno, nel Mato Grosso e nella foresta amazzonica dove incontrerà "i veri selvaggi"[2], cioè le popolazioni meno acculturate e nello stesso tempo più interessanti.

L'analisi di queste esperienze di antropologo sul terreno si trovano in Tristi Tropici, un'opera pubblicata nel 1955

[modifica] Ritorno in Francia: la guerra

Tornato in Francia nel 1939 viene mobilitato allo scoppio della seconda guerra mondiale ma nel 1941, subito dopo l'armistizio, a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, è costretto a fuggire e riesce ad imbarcarsi per gli Stati Uniti.

[modifica] Esilio negli Stati Uniti

A New York conosce e inizia a frequentare molti altri intellettuali emigrati e ad insegnare presso "La Nuova Scuola per le Ricerche Sociali" e presto viene considerato, insieme a Jacques Maritain, Henri Focillon e a Roman Jakobson, uno dei fondatori dell'École Libre des Hautes Études, una specie di università-in-esilio per accademici francesi.

Gli anni trascorsi a New York si rivelano presto molto importanti per la sua formazione e soprattutto la sua relazione con il linguista Jakobson gli sarà d'aiuto per mettere a punto il suo metodo di indagine strutturalista. (Jakobson e Lévi-Strauss sono infatti considerati le figure centrali dello strutturalismo).

Lévi-Strauss è anche considerato, insieme a Franz Boas, uno degli esponenti maggiori della antropologia Americana, disciplina che insegna presso la Columbia University a New York e che gli fa ottenere il titolo per essere accettato con facilità negli Stati Uniti.

[modifica] Il dottorato alla Sorbona

Nel 1948 ritorna a Parigi e in quell'anno consegue il suo dottorato alla Sorbona con una tesi maggiore e una minore, come era tradizione in Francia, dal titolo "La famiglia e la vita sociale degli Indiani Nambikwara" (La vie familiale et sociale des Indiens Nambikwara) e le "Le strutture elementari della parentela" (Les structures élementaires de la parenté).

"Le strutture elementari della parentela" viene pubblicata l'anno seguente e immediatamente considerato uno degli studi più importanti di antropologia sui rapporti di parentela fino a quel momento effettuati.

Già Emile Durkheim, aveva pubblicato un famoso studio, dal titolo Forme elementari della vita religiosa, frutto di una analisi sull'organizzazione familiare dei popoli e sull'esame delle strutture logiche che vengono a formarsi nelle relazioni tra i vari componenti.

Mentre, tra gli antropologi inglesi, Alfred Reginald Radcliff-Brown sosteneva che la parentela era basata sulla discendenza da un comune antenato, Lévi-Strauss sostiene che la parentela era basata sull'alleanza tra due famiglie che si viene a creare quando una donna proveniente da un gruppo sposa un uomo appartenente ad un altro gruppo.

Tra gli anni 1940 e 1950 Lévi-Strauss continua le sue pubblicazioni e ottiene sempre maggior successo.

Al suo ritorno in Francia lavora come amministratore della CNRS, al "Musée de l'Homme" e in seguito all'"École Pratique des Hautes Études", alla sezione di "Sciences religieuses", sezione precedentemente fondata da Marcel Mauss e rinominata "Religions comparées des peuples sans écriture".

[modifica] Tristi Tropici

Lévi-Strauss era già conosciuto nei circoli accademici ma, nel 1955, con la pubblicazione della sua opera "Tristes Tropiques" raggiunge un pubblico più vasto.

Tristi Tropici è essenzialmente un diario di viaggio nel quale egli annota le sue impressioni, frammiste a una serie di geniali considerazioni sul mondo primitivo amazzonico, che risalgono al periodo intorno al 1930 quando egli era espatriato dalla Francia.

L'opera di Lévi-Strauss viene presa in considerazione dall'organizzazione del Premio Goncourt, ma viene rifiutata con la giustificazione che "Tristes Tropiques" era una "non-fiction".

Nel 1959 egli diventa titolare della cattedra di Antropologia sociale presso il Collège de France.

[modifica] Antropologia strutturale

Dopo qualche tempo egli pubblica "Anthropologie structurale" che comprendeva una collezione dei suoi saggi con esempi e teorie strutturaliste.

« Sono qui raccolti diciassette dei cento testi circa che ho scritto in quasi trent'anni. Alcuni sono andati perduti; altri possono benissimo rimanere nell'oblio. Tra quelli che mi sono apparsi meno indegni di sussistere, ho fatto una scelta, scartando i lavori il cui carattere è puramente etnografico e descrittivo, e anche altri, di portata teorica, ma la cui sostanza è incorporata nel mio libro Tristi Tropici. Pubblico qui per la prima volta due testi (i capitoli V e XVI), che, uniti ad altri quindici, mi sembrano adatti a chiarire il metodo strutturale in antropologia [3]»

In quel periodo egli sviluppa un programma che comprende una serie di organizzazioni, come un Laboratory for Social Anthropology e un nuovo giornale, l'Homme, per poter pubblicare i risultati delle sue ricerche.

[modifica] Il Pensiero Selvaggio

Nel 1962 Lévi-Strauss pubblica quello che per molti venne ritenuto il suo più importante lavoro, "Pensée Sauvage".

Nella prima parte del libro viene delineata la teoria della cultura della mente e nella seconda parte questo concetto si espande alla teoria del cambiamento sociale.

Questa seconda parte del libro coinvolgerà Lévi-Strauss in un acceso dibattito con Jean-Paul Sartre riguardo alla natura della libertà umana.

[modifica] Mitologica

Ormai diventato una celebrità, Lévi-Strauss trascorre la seconda metà degli anni sessanta alla realizzazione di un grande progetto, i quattro volumi di studi dal titolo Mythologiques.

In esso, Levi-Strauss analizza tutte le variazioni dei gruppi del Nord America e del Circolo Artico esaminando, con una metodologia tipicamente strutturalista, le relazioni di parentela tra i vari elementi.

Nel 1971, Lévi-Strauss completa l'ultimo volume di Mythologique e nel 1973 viene eletto dall'Académie Française, uno dei più grandi onori per un intellettuale francese.

"Il triangolo culinario" di Lévi-Strauss. Diagramma di analisi strutturale nella preparazione dei cibi. Adattato da Le Cru et le cuit
"Il triangolo culinario" di Lévi-Strauss. Diagramma di analisi strutturale nella preparazione dei cibi. Adattato da Le Cru et le cuit

Egli è anche membro dell'"American Academy of Arts and Letters". Nel 1973 ha ricevuto l'Erasmus Prize, nel 2003 il Meister Eckhart Prize per Filosofia e ha ricevuto la laurea ad honorem dalle Università di Oxford, di Harvard e dall'Università della Columbia. Egli è anche stato onorato della Grand-croix de la Légion d'honneur, e gli è stato attribuito il merito di "Commandeur de l'ordre national du Mérite" e di "Commandeur des Arts et des Lettres". Pur essendosi ormai ritirato egli continua a pubblicare occasionalmente meditazioni sull'arte, sulla musica e sulla poesia, e se intervistato racconta le reminiscenze della sua vita.

[modifica] Opere

[modifica] Sezione adattata da en.wiki

  • Les Structures élémentaires de la parenté (1949, The Elementary Structures of Kinship, ed. *Rodney Needham, trans. J. H. Bell, J. R. von Sturmer, and Rodney Needham, 1969)
  • Tristes tropiques (1955, trans. John Weightman and Doreen Weightman, 1973)
  • Anthropologie structurale (1958, Structural Anthropology, trans. Claire Jacobson and Brooke Grundfest Schoepf, 1963)
  • Le totémisme aujourd'hui (1962, Totemism, trans. Rodney Needham, 1963)
  • La Pensée sauvage (1962, The Savage Mind, 1966)
  • Mythologiques I-IV (trans. John Weightman and Doreen Weightman
    • Le Cru et le cuit, 1964, The Raw and the Cooked, 1969
    • Du meil aux cendres, 1966, From Honey to Ashes, 1973
    • L'Origine des manières de table, 1968, The Origin of Table Manners, 1978
    • L'Homme nu, 1971, The Naked Man, 1981
  • Anthropologie structurale deux (1973, Structural Anthropology, Vol. II, trans. M. Layton, 1976)
  • La Voie des masques (1972, The Way of the Masks, trans. Sylvia Modelski, 1982)
  • Paroles données (1984, Anthropology and Myth: Lectures, 1951-1982, trans. Roy Willis, 1987)
  • Le regard éloigné (1983, The View from Afar, trans. Joachim Neugroschel and Phoebe Hoss, 1985)
  • La Potière jalouse (1985, The Jealous Potter, trans. Bénédicte Chorier, 1988)
  • Histoire de lynx (1991)
  • Regarder, écouter, lire (1993, Look, Listen, Read trans. Brian Singer, 1997)

[modifica] Opere tradotte in italiano

[modifica] Saggi

1948, La vie familiale et sociale des Indiens Nambikwara, Parigi: Société des américanistes. (trad. it. La vita sociale e familiare degli indiani Nambikwara, Torino: Einaudi, 1970).

1949 (1967) Les Structures élémentaires de la parenté, Parigi: PUF (Presses Universitaires de France); n. ed. 1967, Parigi-La Haye: Mouton. (trad. it. a c. di Alberto Mario Cirese Le strutture elementari della parentela, Milano: Il Saggiatore, 1972).

1955, Tristes Tropiques, Parigi: Plon [4] (trad. it. Tristi tropici, Milano: Il Saggiatore, 1960; n. ed. Mondadori, Milano, 1988).

1958, Anthropologie structurale, Parigi: Plon (trad. it. Antropologia strutturale, Milano: Il Saggiatore, 1966).

1962a, Le Totémisme aujourd'hui, Parigi: PUF, [1973/2] (trad. it. Il totemismo oggi, Milano: Feltrinelli, 1964).

1962b, La Pensée sauvage, Parigi: Plon. (trad. it. Il pensiero selvaggio, Milano: Il Saggiatore, 1964).

1964, Mythologiques, I. Le Cru et le cuit, Parigi: Plon (trad. it. Il crudo e il cotto, Milano: Il Saggiatore, 1964).

1965, Le Totémisme aujourd’hui, Parigi: PUF.

1966, Mythologiques, II. Du miel aux cendres, Parigi: Plon. (trad. it. Dal Miele alle ceneri, Milano: Il Saggiatore, 1970).

1968, Mythologiques, III. L'Origine des manières de table, Parigi: Plon (trad. it. Le origini delle buone maniere a tavola, Milano: Il Saggiatore, 1971).

1971, Mythologiques, IV. L'homme nu, Parigi: Plon (trad. it. L’uomo nudo, Milano: Il Saggiatore, 1974.

1973, Anthropologie structurale deux, Parigi: Plon. (trad it. Antropologia strutturale due, Milano: Il Saggiatore, 1978).

Maschera della tribù di Tsimshian, usata durante i rituali di inizio delle grandi cerimonie  di inverno (“halait”). Raccolta nel territorio di Nisga'a, alla foce del fiume Nass. In legno, Colombia Britannica (Canada), diciannovesimo secolo. In passato appartenente alla collezione di Claude Lévi-Strauss: ora al museo del Louvre
Maschera della tribù di Tsimshian, usata durante i rituali di inizio delle grandi cerimonie di inverno (“halait”). Raccolta nel territorio di Nisga'a, alla foce del fiume Nass. In legno, Colombia Britannica (Canada), diciannovesimo secolo. In passato appartenente alla collezione di Claude Lévi-Strauss: ora al museo del Louvre

1979, La Voie des masques, n. ed. con l’aggiunta di “Trois Escursions”, Parigi: Plon (trad. it. La via delle maschere, Torino: Einaudi, 1985).

1983a, Le Regard éloigné, Parigi: Plon (trad. it. Lo sguardo da lontano, Einaudi, Torino: 1974).

1983 (1971), “Race et culture" in LÉVI-STRAUSS 1983c: 21-48 (trad. it. “Razza e cultura” in trad, it. di 1983a: 5-31).

1984, Paroles données, Parigi: Plon (trad. it. Parole date, Torino, Einaudi, 1992).

1985, La Potière jalouse, Parigi: Plon (trad. it. La vasaia gelosa. Il pensiero mitico delle due Americhe, Torino: Einaudi, 1987).

1993, Regarder Ecouter Lire, Parigi: Plon (trad. it. Guardare Ascoltare Leggere, Milano: il Saggiatore, 1994).

1994, Saudades do Brasil, Parigi: Plon (trad. it. Saudades do Brasil, Milano: il Saggiatore 1995).

[modifica] Articoli

1944, “The Social and Psychological Aspects of Chieftainship in a Primitive Tribe: The Nambikuara of Northwestern Mato Grosso", Transactions of the New York Academy of Science, 7: 16-32.

1944/45, “Le dédoublement de la représentation dans les arts de l'Asie et de l'Amérique”, Renaissance, II-III, pp.169-186) poi in LÉVI-STRAUSS 1958b (trad. it. "Lo sdoppiarsi della rappresentazione nelle arti dell'Asia e dell'America" in trad. it. di 1958a: 275-300).

1945a, “French Sociology”, in GURVITCH MOORE (a c. di), 1945: 503-537.

1945b, “L'œuvre d'Edward Westermarck", RHR, 129: 84-100.

1948, "Compte rendu de Sun Chief, the Autobiography of a Hopi Indian, par L. Simmons”, Année sociologique, Troisième série, I, 1940-1949 (pubblicato nel 1945 in Social Research, 10).

1950, “Introduction à l'œuvre de Marcel Mauss“ in MAUSS, 1950: IX-LII.

1952a Race et histoire, Parigi: Unesco; edizione riveduta in LÉVI-STRAUSS 1973: 377-422.

1952b, “Les Structures sociales dans le Brésil central et oriental”, Proceedings of the 29th Congress of Americanists, Chicago: University of Chicago Press; ora in in LÉVI-STRAUSS 1958a: 133-145 (trad. it. “Le strutture sociali nel Brasile centrale e orientale” in trad. it. di 1958a: 140-152 ).

1956a “The Family” /???/in SHAPIRO (a c. di), 1956; trad. francese in Annales de l'Université d'Abidjan, série F-3, fasc. 3, 1971: 5-29, ora in nuova versione in 1983a: 65-92 .

1956b, “Les Organisations dualistes existent-elles?” Bijdragen tot de Taal-, Land- en Volkenkunde, 112, 2: 99-128 poi in LÉVI-STRAUSS 1958a. (trad. it "Esistono le organizzazioni dualiste” in trad. it. di 1958a: 153-185).

1958, “La Geste d'Asdival”, Annuaire 1958-59, Parigi: École Pratique des Hautes Ètudes, pp. 3-43; ora in Lévi-Strauss, 1973: 175-234 (trad. it. “Le gesta di Asdiwal” in trad. it. di 1973: 187-235).

1960, “Ce que l'ethnologie doit à Durkheim”, Annales de l’Université de Paris: I: 45-50; ora in 1973a: 57-62).

1964, “In Memoriam Alfred Métraux”, L'Homme, IV, 2: 5-19.

1966, “Anthropology: Its Achievement and Future”, CA, 7 (2): 124-127.

1979, « La famille » , in BELLOUR R. et CLEMENT C. (a c. di) Claude Lévi-Strauss. Textes de et sur Claude Lévi-Strauss, Parigi : Gallimard, pp.93-131.

1980 (1950), « Introduction à l’œuvre de Marcel Mauss », in MAUSS M., Sociologie et anthropologie, Parigi : PUF : IX-LI.

1983b, “Histoire et ethnologie", AESC, XXXVIII, (6): 1217-1231.

1989, "UN PROFILO DI CLAUDE LEVI-STRAUSS" nella La Pagina Culturale del Prof. Domenico Buccafusca [5]

[modifica] Opere collettive

1977, L'identité. Séminaire interdisciplinaire dirigé par Claude Lévi-Strauss, professeur au Collège de France, 1974-1975, Parigi: Grasset (trad. it. L’identità. Seminario diretto da Claude Lévi-Strauss Palermo, Sellerio, 1980).

LÉVI-STRAUSS Claude – Didier ERIBON (in collaborazione con), 1988, De près et de loin, Parigi: Odile Jacob (trad. it. Da vicino e da lontano. Discutendo con Claude Lévi-Strauss, Milano: Sellerio, 1988).

[modifica] Onorificenze

Grand' Croix  della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria


[modifica] Note

  1. ^ Jean Pouillon, L'oeuvre de Claude Lévi-Strauss, "Les Temps Modernes", XII, 1956, n.126, p.158
  2. ^ Claude Lévi-Strauss, Tristi Tropici, Il Saggiatore, Milano, 1960
  3. ^ da Prefazione, Claude Lévi-Strauss, Antropologia strutturale Casa editrice Il Saggiatore, Milano, 1966, pag. 11
  4. ^ (FR) Edizioni Plon sulla versione francese di Wikipedia
  5. ^ (IT) UN PROFILO DI CLAUDE LEVI-STRAUSS nella La Pagina Culturale del Prof. Domenico Buccafusca

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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Henry de Montherlant 1973 - I
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