Adone Zoli
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Presidente del Consiglio dei Ministri |
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Adone Zoli | ||
Luogo di nascita | Cesena | |
Data di nascita | 16 dicembre 1887 | |
Luogo di morte | Roma | |
Data di morte | 20 febbraio 1960 | |
Titolo di studio | laurea in Giurisprudenza | |
Professione | Avvocato,Politico | |
Partito politico | Democrazia Cristiana | |
Coalizione | Centrismo | |
Data incarico | 19 maggio 1957 - 1 luglio 1958 | |
Predecessore | Antonio Segni | |
Successore | Amintore Fanfani |
Adone Zoli (Cesena, 16 dicembre 1887 – Roma, 20 febbraio 1960) è stato un politico italiano. Fu tra l'altro Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nel periodo 19 maggio 1957 - 1 luglio 1958.
Nato da una famiglia originaria di Predappio, si laureò in giurisprudenza nel 1907, esercitando la professione di avvocato prima a Genova, poi a Bologna ed infine a Firenze: nel capoluogo toscano entrò in contatto con Tommaso Brunelli, avvocato cattolico che nel 1919 fu eletto deputato tra le file del Partito Popolare Italiano. Ciò influenzò tantissimo l'ideologia politica di Zoli.
Adone Zoli, nonostante l'avviata carriera forense, fu chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale: partecipò alla battaglia di Caporetto ed ottenne, al termine del conflitto, due croci al merito di guerra e una al valore militare. Nel dopoguerra, partecipò a vari congressi del PPI, ed in uno di essi (più precisamente quello di Venezia dell'ottobre del 1921) venne scelto per entrare nel comitato centrale. Egli fu antifascista.
Nel 1943 aderì alla Resistenza partigiana, e fu per questo arrestato insieme a due suoi figli: fu condannato a morte per rappresaglia da parte dei nazisti, ma l'intervento liberatore dei partigiani scongiurò tale ipotesi. Nel febbraio del 1944 subì un nuovo tentativo di cattura, stavolta fallito.
Personalità di spicco all'interno della Democrazia Cristiana, nel 1948 divenne deputato nazionale, mentre dal marzo 1950 al luglio 1951 fu vicepresidente del Senato della Repubblica. Entrò a far parte del settimo governo De Gasperi nel luglio del 1951 in qualità di Ministro di Grazia e Giustizia: in questa veste appoggiò e sostenne il progetto, ideato da Palmiro Togliatti, di amnistiare i reati commessi "per fine politico" commessi dalla Marcia su Roma al 18 giugno 1946.
Questa legge, approvata dal parlamento nel 1953, aumentò la popolarità di Zoli. Fu nominato Ministro delle Finanze nel primo governo Fanfani e Ministro del Bilancio nel governo guidato da Antonio Segni (6 luglio 1955 - 15 maggio 1957).
Data l'instabilità politica che vi era nei governi di quel tempo, l'allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi gli affidò l'incarico di presiedere un governo monocolore democristiano che si sarebbe dovuto dimettere dopo le elezioni politiche del 1958. Zoli assecondò la volontà del capo dello Stato e così fece: il 15 maggio 1957 ottiene l'incarico, il 20 maggio forma il suo governo ed all'inizio di giugno ottiene la fiducia di Senato e Camera, ma si dimette il 10 giugno, rifiutando l'appoggio (determinante) del Movimento Sociale Italiano.
Zoli venne invitato dal presidente Gronchi a ritirare le dimissioni e ripresentarsi: resterà in carica fino al termine della legislatura (1958).
Dopo aver dato le dimissioni del suo governo, Zoli scomparve dalla politica nazionale. Morì a Roma all'età di 72 anni.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Uffici di governo
Predecessore: | Ministro di Grazia e Giustizia della Repubblica Italiana | Successore: | |
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Attilio Piccioni | dal 26 luglio 1951 al 16 luglio 1953 | Guido Gonella |
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