Werwolf
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Il Werwolf o Wehrwolf era un'organizzazione nazista istituita e gestista dalle SS di Heinrich Himmler, durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, per compiere atti di sabotaggio e di guerriglia contro gli Alleati.
L'organizzazione di queste unità toccò a Himmler, quale Comandante in capo dell'esercito sul fronte interno, che pose sotto il comando dell'SS-Obergruppenführer Hans Prützmann, che assunse l'SS-Brigadeführer Karl Pflaumer come suo vice.
Indice |
[modifica] Denominazione
Il termine Werwolf significa in tedesco “uomo lupo”, “lupo mannaro” o “licantropo”. Il termine "Wehrwolf", che è pronunciato nello stesso modo, significa “armata del lupo” o “difesa del lupo”. Il termine "Wehrwolf" richiama una vecchia tradizione di lotta non convenzionale in Germania.
[modifica] Origini
Un racconto scritto da Hermann Löns [2], pubblicato nel 1910, descrive la guerriglia dei contadini del nord della Germania durante la Guerra dei trent'anni [1]. Il movimento di resistenza tedesco venne chiamato "Werwolf" sia per il particolare suono evocativo del nome sia perché un "Wehrwolf Bund” era già esistito intorno agli anni venti nell’area nazionalista [2].
[modifica] La costituzione
Nell’autunno 1944 durante una riunione tra il capo della Gioventù hitleriana Artur Axmann, Hans Adolf Prützmann, il capo RSHA Ernst Kaltenbrunner e il Waffen-SS Obsturmbannführer Otto Skorzeny, Himmler espose il suo piano per il Werwolf.
Prützmann, nel 1943 capo delle SS per il settore sud orientale e l’ Ucraina e dal 1944 generale SS della polizia, assunse la direzione dell’organizzazione ed il compito di reclutare volontari e di organizzare il loro addestramento che sarebbe stato poi messo in pratica dagli SS-Jagdverband (squadre di caccia) di Otto Skorzeny. Una volta addestrate, le unità Werwolf sarebbero passate dalla guida d’inesperti ragazzi della Hitlerjugend a quelle d’ufficiali veterani dell’esercito e della Waffen SS.
[modifica] Quartier generale
Il quartier generale del Werwolf fu insediato nel castello di Hülchrath, vicino alla città renana di Erkelenz.
I primi duecento volontari reclutati arrivarono allo Schloss, nonostante che inizialmente vi furono diversi problemi nel reclutare i membri per organizzare i Werwolf, poiché tutti gli uomini abili era già impiegati al fronte o nella Volkssturm e per questo venne deciso di impiegare membri assai giovani della Hitlerjugend. Alla fine di novembre e gli uomini di Otto Skorzeny gli impartirono lezioni intensive sulle tecniche di sabotaggio, demolizione, armi leggere, sopravvivenza e radio comunicazioni.
[modifica] Centri addestrativi
Prützmann cercò anche di organizzare altri centri d’addestramento nei sobborghi di Berlino ed in Baviera, nelle cittadine Hulcherath, Lübbecke, Eltville sul Reno, Neustrelitz e Quenz am See. Nello stesso periodo furono approntati bunker speciali vicino al fronte da usare come depositi d’armi e materiali del Werwolf prima di essere fatti occupare dagli alleati.
I membri della rete Werwolf furono muniti di documenti falsi forniti dalla Gestapo, per essere in grado di mescolarsi anonimamente alla popolazione civile e di assumere, dunque, la loro identità di combattenti clandestini solo durante le operazioni.
[modifica] I compiti
A questi ragazzi venne affidato un gran numero di compiti che comprendevano azioni di guerriglia e di contro-guerriglia; azioni di ricognizione, di cammuffamento e di mimetizzazione per controllare i movimenti delle truppe Alleate, e la conseguente selezione di bersagli e obiettivi, uso di esplosivi e delle armi più sofisticate per il cecchinaggio ed il sabotaggio di strade e materiali.
[modifica] Le azioni
[modifica] Zona occupazione britannica
Le attività del Werwolf nelle zone di occupazione britannica furono circoscritte ad imboscate ed attentati. Quella più eclatante costoò la vita al Maggiore John Poston, impegnato in precedenza come Maresciallo di campo per Montgomery nel deserto, in Sicilia e nel nord dell’Europa.
Come Maresciallo di collegamento tra gli ufficiali, Poston spesso viaggiava per raccogliere informazioni dello spionaggio per fornirle ai responsabili della pianificazione delle battaglie.
Nell’ultima settimana della guerra, Poston fu attaccato da una squadra di giovani del Werwolf, mentre guidava il suo mezzo in una tranquilla strada di campagna dirigendosi verso il quartier generale di Montgomery. Colpito una prima volta cercò di difendersi, ma fu finito da una scarica di mitragliatore.
Ci furono molti altri scontri a fuoco tra i giovani partigiani e le divisioni armate britanniche.
[modifica] Zona occupazione americana
Sul versante americano la resistenza Werwolf fu molto più intensa.
[modifica] L'operazione carnevale
Dopo sei settimane d’assedio il 21 ottobre 1944 Aquisgrana, completamente distrutta, passò in mano americana ed il 30 ottobre 1944 gli alleati nominarono sindaco l’avvocato Franz Oppenhoff. Si trattava della prima autorità tedesca imposta dal nemico. Il Werwolf lo considerò un traditore, condannandolo a morte: per giustiziarlo l’organizzazione pianificò la Unternehmen Karneval (Operazione Carnevale) alla quale parteciparono Ilse Hirsch di 22 anni, il tenente delle SS (Untersturmführer) Wenzel, il suo operatore radio Sepp Leitgeb, Karl Heinz Hennemann, Eric Morgenschweiss di 16 anni e Heidorn. Per preparare l’operazione s’incontrarono nel castello di Hülchrath.
Il 24 marzo 1945 il commando Werwolf fu paracadutato nei sobborghi di Aquisgrana, città che Ilse conosceva perfettamente. Oppenhoff, 41 anni, sua moglie ed i tre figli vivevano nella Eupener Strasse al n. 251. Una volta davanti alla casa, bussarono alla porta, e Wenzel e Leitgeb lo freddarono. Mentre scappavano dalla città, Ilse Hirsch fu ferita dall’esplosione di una mina e una scheggia uccise Sepp Leitgeb. Curata in ospedale la ragazza tornò nella sua casa di Euskirchen.
Tutti i membri del commando, ad accezione del tenente Wenzel, furono catturati e processati dopo la guerra. Il “Processo Werwolf” tenuto ad Aquisgrana nell’ottobre del 1949 riconobbe colpevoli Henneman e Heidorn che ebbero da uno a quattro anni di carcere. Ilse ed Eric Morgenschweiss furono assolti per la loro età. Qualche tempo dopo, Ilse si sposò e visse ad un chilometro di distanza dal luogo dell’episodio più famoso della sua vita. Del tenente Wenzel si persero le tracce e s’ignora la sua sorte.
Oppenhoff fu una delle molte persone accusate di collaborazionismo con il nemico che caddero per mano dei “Lupi mannari”.
[modifica] Penzberg
La notte tra il 28 e il 29 aprile 1945, alla vigilia del suicidio di Hitler e a pochi giorni della capitolazione, un commando guidato dallo scrittore Hans Zöberlein [3], effettua l’esecuzione di otto cittadini di Penzberg che avevano deposto il sindaco nazionalsocialista.
Sul luogo vengono lasciati volantini con questo scritto: «Monito a tutti i traditori ed amorevoli servitori del nemico! Il Werwolf dell’alta Baviera ammonisce ad ogni buon conto tutti coloro favoreggiano il nemico tra i tedeschi e i loro parenti o che minacciano o vessano chi mantiene la sua fedeltà a Adolf Hitler. Noi ammoniamo! Traditori e criminali del popolo che pagheranno con la loro vita e con quella della loro intera genia. Le comunità dei villaggi che attenteranno alla vita dei nostri od esporranno la bandiera bianca, saranno annientati prima o dopo. La nostra vendetta è la morte! Il Werwolf»
Nel primo dopoguerra per quest’episodio si fece un processo (per una descrizione dei fatti processuali [3]). I principali protagonisti furono condannati a forti pene detentive o a morte. Lo scrittore ed eroe di guerra Hans Zöberlein, capo di una delle unità Werwolf che andarono a Penzberg per eseguire l’ordine di “impiccare funzionari e caporioni comunisti del KPD della città” dopo l’azione disse: “A Penzberg c’era un porcile che adesso è stato ripulito.”.
Condannato a morte e poi all’ergastolo fu liberato nel 1958 per gravi motivi di salute.
[modifica] Dura repressione
La paura del Werwolf si diffuse insieme con quella della creazione del ridotto alpino: l’idea di Goebbels di creare una sacca di resistenza permanente tra l’ Austria e la Germania arroccandosi sulle montagne per continuare la lotta. L’ordine di reazione degli alleati fu spietato: ogni combattente Werwolf catturato doveva essere fucilato sul posto. Molti innocenti pagarono con la vita la durezza della battaglia finale e le azioni del Werwolf, o supposte tali, furono represse con selvagge atrocità citate da Heinrich Wendig [4].
In questa situazione, ragazzi di 12 anni subirono processi e condanne all’ergastolo da parte delle corti marziali americane. Due membri della gioventù hitleriana di 16 e 17 anni furono condannati a morte alla fine del marzo del 1945 ed assassinati il 5 di giugno. Il giornale delle truppe americane Stars and Stripes, disse che erano accusati d’essere cecchini ad Aquisgrana.
A Budeburg vicino al Wesel l’8 aprile del 1945 uomini della 116 Divisione Corazzata furono fucilati, senza processo, dai soldati dell’esercito americano a seguito della scoperta di volantini del Werwolf che invitavano alla resistenza.
A nord di Amburgo verso la fine di aprile un gruppo trincerato di Werwolf ed i loro comandanti SS rifiutarono di arrendersi alla 11° Divisione corazzata Britannica. La loro resistenza continuò anche dopo l’appello alla resa dell’ammiraglio Karl Donitz del 1 maggio.
[modifica] La resa ufficiale
Alla fine del 5 maggio 1945 il generale Karl Donitz fece la seguente proclamazione da Radio Copenhagen, Praga e Flensburg: «Il fatto che al momento sia in atto un armistizio significa che devo chiedere ad ogni tedesco, uomo o donna, di cessare ogni attività illegale nell’organizzazione Werwolf o altre dello stesso tipo nei territori occupati perché queste causerebbero solo danni al nostro popolo».
[modifica] Aspetto spionistico dei Werwolf a est
Le reti spionistiche Werwolf a est furono dirette dal generale ombra, conosciuto anche come Volpe grigia, Reinhard Gehlen.
[modifica] Reinhard Gehlen
Per approfondire, vedi la voce Reinhard Gehlen. |
Costui, capo del FHO o Fremde Heere Ost, o della sezione informazioni del settore est dell'OKW, durante la ritirata dai territori sovietici e polacchi, aveva provveduto a lasciare dietro le linee sovietiche delle reti di agenti, detti reti Wally e reti Zeppelin, che man mano saranno tutte trasformate in reti R (da Ruchen che significa "dietro la schiena"). Qualche anno dopo, durante la guerra fredda, tutte queste cellule spionistiche, vere e proprie unità Werwolf, risulteranno di importanza vitale per la CIA statunitense.
[modifica] Struttura delle reti spionistiche di Gehlen
Si prevedono unità di circa 60 uomini, che oltre a svolgere azioni di sabotaggio, spionaggio e di guerriglia, funzionino pure come centri radio, di trasmissione e ascolto, e come nuclei clandestini di contro-propaganda politica.
[modifica] Intervento del NKVD sovietico
Alla fine degli anni quaranta del XX secolo tuttavia l'NKVD, la polizia segreta sovietica, organizzerà nei paesi dell'Est i reparti UB (Urzad Bespienczenstwa), un organismo nato per dare la caccia a ogni residua spia nazista.
[modifica] Gehlen diventa direttore del BND
Nel 1956 Gehlen verrà premiato con la nomina, nella Germania Occidentale, come direttore del BND o Bundesnachrichtendienst (il servizio di informazioni federale), alleato della CIA.
[modifica] Struttura del Werwolf "Dienststelle Prutzmann"
- General Inspekteur fur Spezial-Abwehr (SS-Obergruppenführer Hans Prutzmann)
- Vertreter (General-Leutnant Juppe)
- Assistent (Sturmbannführer Kamm & Sturmbannführer Muller-West)
- OKW Verbindung (Leutnant Unger)
- Chef des Stabes (Standartenführer Tschiersky & Brigadeführer Opländer)
- Werwolf - Weiblich Abteilung (Maisch)
- Werwolf - Sanität Abteilung (dr. Huhn)
- Werwolf - Personel-Amt (Sturmbannführer Kotthaus)
- Werwolf - Nachrichten Abteilung (Hauptmann der Polizei Schwizer)
- Werwolf - Training Amt (Brigadeführer Siebel)
[modifica] Principali unità Werwolf
[modifica] Edelweiss Piraten
La formazione denominata Edelweiss Piraten ebbe come comandante l' SS- Hauptsturmführer Hans Joachim Koch. Era composta da 300 combattenti, suddiviso in 12 commandos, che operarono soprattutto in Polonia e sul fronte orientale. Malgrado la morte del loro comandante avvenuta in Ucraina intorno al 5 marzo 1946, alcune loro azioni di sabotaggio venivano segnalate fino al 1948.
[modifica] Freies Deutschland
La formazione denominata Freies Deutschland fu operativa fino al 1946 e comprendeva ben 1.400 combattenti. Fu attiva in una zona del Fronte orientale compresa tra l'Alta e la Bassa Slesia e arrivava fino alla Pomerania.
[modifica] Schwarzer Wolf St. Hubertus
La formazione denominata Schwarzer Wolf St. Hubertus portava il nome del Santo protettore dei cacciatori: St. Hubertus. Aveva una forza di circa 200 uomini e si dividevano in due gruppi:
Le loro azioni furono segnalate fino al 1954.
[modifica] Curiositá
L’opuscolo del Werwolf è stato ristampato in inglese nel 1999 (con il titolo SS Werwolf Combat Instruction Manual a cura di Michael Fagnon, Paladin Press, 1999 [4] ) e conteneva le istruzioni per condurre la guerra di guerriglia con sabotaggi, attentati sintetizzava le ragioni di queste operazioni con queste parole: «Il nemico dovrà sottrarre truppe dalla linea del fronte per difendere le altre strade. La capacità offensive el nemico sarà indebolita. Ogni cosa che riusciamo a distruggere dovrà essere sostituita. Ogni danno apportato al nemico aiuta le nostre truppe».
[modifica] Cinema
I combattenti del Werwolf sono stati rappresentati nel film Europa di Lars von Trier del 1991 [5].
[modifica] Musica
Le unitá Werwolf hanno ispirato una canzone del gruppo musicale italiano degli Intolleranza [6].
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Rose, Arno Werwolf; 1944-1945. Eine Dokumentation, Motorbuch; Verlag, 1980
- Trees, Wolfgang, Charles Whiting; Uternehmen Karneval. Der Werwolf-Mord an Aachens Oberbürgermeister Oppenhoff, EA.Triangel; Verlag, 1982
- AAVV; Werwolf. Winke für Jagdeinheiten Verlag, Karl-Heinz Dissberger, 1985/ Barett Verlag, 1996
- Charles Whiting; Werewolf: The Story of the Nazi Resistance Movement 1944-1945; Pen & Sword Paperback 1996
- Prieß, Benno Erschossen im Morgengrauen; "Werwolf"-Schicksale mitteldeutscher Jugendlicher Verhaftet - Gefoltert - Verurteilt – Erschossen, Calw/Benno Prieß, 1997
- Perry Biddiscombe; Werwolf! The History of the National Socialist Guerrilla Movement, 1944-1946 University of Toronto Press, 1998
- Michael Fagnon; a cura di Werwolf Combat Instruction Manual, Paladin Press, 1999
- Bridges, Bill; Werwolf: Die letzte Schlacht, Feder & Schwert, 2004
- Jacques Roucolle; Werwolf. Le dernier carré Auda Isarn, 2005 www.reflechiretagir.com/auda.html
- ARTHOS anno VI - n 10 - nuova serie Werwolf, gli ultimi guerrieri del nazionalsocialismo di A. De Filippi,
- Orientamenti anno VII n. 3-4, maggio/settembre 2004 Sulle orme della Wehrwolf di Mjolnir
- Barth Tobias Werwolf " Zur Realität eines politischen Mythos " CD Bayrischer Rundfunk Deutschland 2003
- Zaffiri, Gabriele; Le principali operazioni segrete del Terzo Reich, Nicola Calabria Editore; Patti (ME), 2004, ISBN 978-8888-010458-103
[modifica] Note
- ^ edizione italiana Ed. Herrenhaus, Seregno, 1999
- ^ Peter von Heydebreck Wir Wehr-Wölfe, Uwe Berg Verlag 2007, Toppenstedt
- ^ Lo scrittore tedesco Hans Zöberlein (1895-1964) (figlio di un ciabattino, laurato in architettura, eroe di guerra, membro del Corpo franco di Franz Epp aderisce alla NSDAP dal 1921, vedi anche [1] ) pubblica, per la casa editrice ufficiale del partito Eher di Monaco, due romanzi di guerra monumentali: nel 1933 “Der Glaube an Deutschland. Ein Kriegserleben von Verdun bis zum Umsturz” “La fede nella Germania. Un’esperienza di guerra da Verdun fino alla difatta” ( [http://www.thuleitalia. net/ns/Zoberlein,%20Hans%20-%20Der%20Glaube%20an%20Deutschland%20(1941)%20[DE].pdf] ) e nel 1937 “Der Befehl des Gewissens. Ein Roman von den Wirren der Nachkriegszeit und der ersten Erhebung” “L’imperativo della coscienza. Un romanzo sulle turbolenza del dopoguerra e della prima sollevazione”).
- ^ Heinrich Wendig, Richtigstellungen zur Zeitgeschichte, Heft 8, Grabert, Tübingen 1995, S. 46.
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