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Storia della Cambogia - Wikipedia

Storia della Cambogia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo articolo è dedicato alla Storia della Cambogia.

Indice

[modifica] I primi regni Khmer

Immagine della Cambogia ripresa da un satellite
Immagine della Cambogia ripresa da un satellite

I Khmer furono tra i primi nel sudest asiatico a presentare forme di religione, istituzioni politiche e a stabilire regni centralizzati che comprendevano vasti territori. Il più antico regno di cui si ha traccia nella zona è quello di Funan che fiorì tra il primo e il settimo secolo ed era abitato da popolazioni di lingua mon-khmer. Ad esso seguì il regno di Chela che comprendeva ampie zone corrispondenti agli attuali stati della Cambogia, del Vietnam, del Laos, e della Thailandia (conosciuta come Siam fino al 1939). L'età dell'oro della civiltà Khmer, tuttavia, corrisponde al periodo che va dal nono al tredicesimo secolo, quando il regno di Kambuja, da cui il nome di Kampuchea o Cambogia, governò su ampi territori (la capitale era ad Angkor, nella parte occidentale del paese).

Sotto Jayavarman VII (1181 - 1218), il regno di Kambuja arrivò al suo zenit politico e culturale raggiungendo il massimo della creatività. Dopo la morte di Jayavarman VII iniziò il suo graduale declino. Importanti fattori che contribuirono alla decadenza del regno erano l'aggressività dei popoli vicini (specialmente i Siamesi), le croniche lotte per la successione al trono e il graduale deterioramento dei sistemi di irrigazione che avevano assicurato per anni il necessario surplus di riso. La monarchia di Angkor sopravvisse sino al 1431, quando i Thai occuparono Angkor Thom e il re cambogiano fuggì nella parte meridionale del paese.

[modifica] L'età moderna

Dal quindicesimo al diciannovesimo secolo ci fu un continuo declino e una continua perdita di territori. Un breve periodo di prosperità ci fu durante il sedicesimo secolo poiché il re, che costruì la capitale in una regione a sudest del Tonle Sap (Il Grande Lago) lungo il fiume Mekong, favorì il commercio con altre parti dell'Asia. In questo periodo, per la prima volta, arrivarono gli avventurieri e i missionari portoghesi e spagnoli. Ma la conquista da parte dei Thai della nuova capitale a Lovek nel 1594 segnò un calo nelle fortune del paese e la Cambogia divenne una pedina nelle mani delle contese dei suoi belligeranti vicini, il Vietnam e il Siam.

La colonizzazione da parte del Vietnam dell'area del delta del Mekong portò all'annessione di quell'area nel diciassettesimo secolo. La Cambogia perse alcuni dei suoi più ricchi territori e l'accesso al mare. Queste invasioni continuarono anche nella prima metà del diciannovesimo secolo perché il Vietnam era determinato ad assorbire i territori dei Khmer e forzare i suoi abitanti ad accettare la sua cultura. Tali politiche imperialistiche provocarono una continua diffidenza nei confronti dei loro vicini orientali che sfociarono in violenti confronti dopo che i Khmer rossi presero il potere.

[modifica] Dall'ottocento alla Repubblica dei Khmer

Nel 1863 Re Norodom firmò un accordo che accordava alla Francia il protettorato sul suo regno. Pian piano l'intero paese cadde sotto il dominio coloniale francese.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Giapponesi consentirono al governo francese di Vichy che collaborava con i Nazisti (ricordiamo che il governo di Vichy, inviso alla popolazione, era un governo collaborazionista) di continuare ad amministrare la Cambogia e gli altri territori dell'Indocina, ma allo stesso tempo fomentarono il nazionalismo dei Khmer. La Cambogia ottenne un breve periodo di indipendenza nel 1945 prima che le truppe alleate ripristinassero il controllo francese. Re Norodom Sihanouk, che era stato scelto dai Francesi per succedere a Re Monivongm, assunse rapidamente un ruolo politico centrale poiché cercò di neutralizzare le sinistre e gli opponenti repubblicani e si adoperò per negoziare dei termini ragionevoli per l'indipendenza dalla Francia. La "crociata monarchica per l'indipendenza" di Sihanouk portò, anche se con un po’ di malumore, ad un tacito consenso per il passaggio della sovranità. Un accordo parziale fu raggiunto nell'ottobre del 1953. Dopo ciò Sihanouk tornò alla capitale, Phnom Penh, affermando di aver ottenuto l'indipendenza. L'anno seguente, come risultato della conferenza di Ginevra sull'Indocina, la Cambogia ottenne il ritiro delle truppe Viet Minh dai suoi territori e la completa sovranità.

Per giocare un ruolo più attivo nella politica nazionale, Sihanouk abdicò nel 1955 e lasciò il trono a suo padre, Norodom Suramarit. Ora divenuto soltanto un principe Sihanouk organizzò il suo proprio movimento politico, la Comunità Socialista Popolare (Sangkum Reastr Niyum, o Sangkum), che vinse tutti i seggi nell'Assemblea Nazionale nelle elezioni del 1955. I Sangkum dominarono la scena politica fino a fine anni sessanta. Lo stile di governo di Sihanouk lo rese popolare presso la sua popolazione, specialmente nei villaggi rurali. Nonostante i suoi vecchi interessi da conservatore, Sihanouk incluse le sinistre nel suo governo, e alcuni dei leader che incluse - tra cui Khieu Samphan, Hou Yuon, e Hu Nim – diventarono più tardi leader dei Khmer rossi. Nel 1963 annunciò la nazionalizzazione delle banche, del commercio con l'estero e l'instaurazione di un esperimento socialista che prosciugò le fonti di finanziamento straniere ed allineò l'ala destra. Nelle relazioni con l'estero, Sihanouk seguì una politica di neutralità e non allineamento. Accettò gli aiuti economici e militari degli USA ma intrattenne anche buone relazioni con la Cina e cercò di rimanere in buoni rapporti con la Repubblica Democratica del Vietnam (Vietnam del Nord). I principali obiettivi della sua politica estera furono quelli di preservare l'indipendenza della Cambogia e di tenere fuori il paese dal conflitto del Vietnam, che andava assumendo dimensioni sempre più spaventose. Le relazioni con Washington si deteriorarono nei primi anni Sessanta. Nel 1963 il principe rifiutò ulteriori aiuti da parte degli Stati Uniti, e due anni dopo irrigidì le relazioni diplomatiche.

Alla fine degli anni sessanta sia la situazione interna che le relazioni con l'estero si erano deteriorate. La crescente ala destra sfidò il controllo di Sihanouk del sistema politico. Il risentimento per le dure tasse e l'espropriazione di terre per costruire delle raffinerie di zucchero portarono ad una violenta rivolta nel 1967 nella provincia nord-occidentale del Batdambang (Battambang). Fu allora che le forze armate guidate dal generale Lon Nol (che era anche il primo ministro), soppressero la rivolta. Tuttavia un'altra insurrezione guidata dai comunisti si sparse per il paese. Il dilagare della Seconda Guerra di Indocina (o anche Guerra del Vietnam) iniziava a diventare un problema molto serio soprattutto a causa delle continue incursioni dei Vietnamiti del Nord e del Viet Cong. Apparentemente fu questo uno dei motivi che spinse Sihanouk a ristabilire le sue relazioni con Washington nel 1969. Nel marzo del 1970 fu rovesciato dal generale Lon Nol e da altri leader dell'ala destra, che sette mesi più tardi abolirono la monarchia ed istituirono la Repubblica dei Khmer.

La Repubblica dei Khmer dovette affrontare non solo i Nord Vietnamiti e i Viet Cong ma anche un forte e crescente movimento comunista che crebbe in modo sempre più letale con il passare del tempo. I comunisti cambogiani, che Sihanouk aveva contrassegnato come Khmer rossi, fecero risalire il loro movimento alla lotta per l'indipendenza e alla creazione, sotto il buon auspicio dei Vietnamiti, del Partito rivoluzionario dei Cambogiani - Kampuchean (or Khmer) People's Revolutionary Party (KPRP). Durante i primi anni sessanta, tuttavia, un gruppo di intellettuali comunisti cresciuti nel clima culturale di Parigi presero il potere del partito. I più importanti erano Saloth Sar (noto come Pol Pot dopo il 1976), Khieu Samphan, e Ieng Sary. Gradualmente neutralizzarono tutti i rivali che consideravano troppo asserviti al Vietnam. Dopo il colpo di stato del marzo 1970 che aveva fatto cadere il principe Sihanouk, i Khmer rossi formarono un fronte unitario con il leader spodestato, che aveva ancora una forte influenza sui suoi cittadini.

[modifica] Ascesa e declino dei Khmer Rossi

Nonostante gli ingenti aiuti offerti dagli Stati Uniti alla nuova Repubblica, i bombardamenti contro le installazioni dei Nord Vietnamiti e dei Khmer Rossi, il regime di Phnom Penh perse il controllo di gran parte del territorio. Nel gennaio del 1975 le forze comuniste misero sotto assedio la capitale e, nei mesi successivi, strinsero sempre più la morsa. Il primo di aprile del 1975, il presidente Lon Nol abbandonò il paese, e sedici giorni dopo i Comunisti entrarono nella capitale.

Dopo la caduta di Lon Nol fu proclamata la Repubblica democratica del Kampuchea, e Sihanouk divenne Capo dello Stato. Nel giro di poco tempo, nel regime, si affermò l'ala più estremista capeggiata da Pol Pot (esponente di primo piano proveniente da Parigi). Nel 1976 Sihanouk si dimise e Pol Pot, nominato primo ministro, tento di riportare la società cambogiana ad un egualitarismo rurale: concretizzatosi in deportazioni di massa e nella eliminazione sistematica di ogni opposizione. Esso provocò oltre un milione e mezzo di vittime. La politica estera si caratterizzò per un rapporto amichevole con la Cina ed ostile nei confronti degli altri paesi dell'Indocina (soprattutto verso il Vietnam). A causa delle continue infiltrazioni cambogiane in Vietnam, il governo di Hanoi decise di invadere la Cambogia (Guerra Cambogiana-Vietnamita) favorendo l'ascesa al potere di Heng Samrin, nominato presidente della Repubblica popolare di Kampuchea nel 1979. I Khmer Rossi iniziarono a condurre azioni di guerriglia contro il governo di Phnom Penh e per ottenere sostegno politico internazionale allontanarono Pol Pot da posizioni di responsabilità politica e lo sostituirono con un moderato.


Nel 1987-1989 il Vietnam abbandonò il paese, si decisero delle libere elezioni (1990) sotto la supervisione dell'ONU e nel 1991 si stilò un trattato di pace che in seguito non fu rispettato. Le elezioni per l'Assemblea Costituente si tennero nel 1993 e furono boicottate dai Khmer Rossi; ciò portò alla vittoria dei monarchici del FUNCIPEC (Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperativa) guidato da Sihanouk e seguito dai neocomunisti filo-vietnamiti del Partito del Popolo Cambogiano (PPC). L'assemblea richiamò Sihanouk, ripristinando la monarchia. Il governo fu affidato al figlio del re, Norodom Ranarridh e Hun Sen . Nel 1994 i Khmer Rossi vennero messi fuori legge dopo che avevano ripreso le azioni di guerriglia e, negli anni seguenti, si iniziarono ad avere fortissime tensioni tra i due premier che portarono all'estromissione di Ranarridh che fu costretto ad andare all'estero nel 1997. Nel 1998, dopo la vittoria del PPC nelle elezioni legislative, vide la luce un governo di unità nazionale guidato da Hun Sen, con Ranarridh presidente dell'assemblea nazionale. I Khmer Rossi indeboliti progressivamente condannavano a morte Pol Pot (si è incerti sulle cause della sua morte – aprile 1998) e deponevano le armi. Nel 1999 la Cambogia aderì all'ASEAN e nel 2001 venne accolta la proposta dell'ONU di istituire un tribunale internazionale per giudicare i crimini commessi dai Khmer Rossi. Nel 2002 le prime elezioni amministrative fecero registrare la vittoria del PPC in gran parte delle province del martoriato paese.

Nel febbraio del 2002, dopo cinque anni di trattative tra l'ONU e il governo cambogiano, fallì il tentativo di istituire un tribunale, formato da pubblici ministeri internazionali e cambogiani, contro i crimini di guerra compiuti dai Khmer rossi. Tra i motivi del fallimento dobbiamo ricordare l'appartenenza di molti degli attuali comandanti e uomini politici del regime agli ex militari di Pol Pot. Sono pochi i Khmer rossi attualmente in stato di arresto ed è assai improbabile che Ieng Sary, ex ministro degli esteri e cognato di Pol Pot, venga processato, in quanto un'azione del genere potrebbe minare quel clima di stabilità che il paese ha appena conquistato. Inoltre molte voci a livello internazionale dicono che il processo contro Ta Mok (detto il macellaio) e Kang Kech Iev, comandante della famigerata prigione di Tuol Sleng, sia una messa in scena. Un altro problema che si pone è la successione al trono del re Sihanouk, l'ultimo discendente della dinastia divina di Angkor. Le relazioni tra Cambogia e Thailandia si sono deteriorate il 29 gennaio 2003 quando una famosa attrice tailandese aveva affermato che il tempio di Angkor Wat – un fortissimo simbolo nazionale – apparteneva alla Thailandia e doveva essere restituito. Si sono verificati vari disordini e le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state sospese a tempo indeterminato. Le elezioni del 2003 sono state vinte dal Partito Popolare Cambogiano del primo ministro Hun Sen. Tuttavia lo Human Rights Watch afferma che la campagna elettorale è stata influenzata dall'acquisto dei voti, intimidazioni, espulsioni dai villaggi e confisca dei beni a danno dei sostenitori dei partiti di opposizione.

Al vertice di Cancun, nel settembre 2003, Cambogia e Nepal sono entrate a far parte del WTO: per la prima volta l'organizzazione del commercio mondiale autorizza due nazioni in via di sviluppo a farne parte. Le condizioni per l'ingresso sono tuttavia pesantissime: tagli delle tariffe doganali, apertura totale del loro mercato interno, rinuncia immediata all'utilizzo dei farmaci generici prodotti nel paese.

[modifica] Bibliografia

  • Si ringrazia la Libreria del Congresso americana (Library of Congress) che rende di pubblico dominio un'opera quanto mai utile reperibile all'indirizzo [1]. Il presente testo è quasi completamente la traduzione della pagina relativa alla Cambogia.
  • Altra fonte è "l'Enciclopedia" - Opera realizzata dalle Redazioni grandi Opere UTET.
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