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Storia della Russia - Wikipedia

Storia della Russia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serie
Storia della Russia

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Indice

[modifica] Le origini

I primi nuclei della nazionalità russa si formano verso la fine del IX secolo intorno a Kiev (Granducato di Kiev o Rus' di Kiev), grazie all'opera di principi del popolo dei Vichinghi o Variaghi provenienti da Novgorod, sotto la guida di Rjurik I. Uno dei primi sovrani della neonata unità statuale fu Oleg I, mentre Vladimiro I il Santo (956-1015, regnante dal 980) è considerato il promotore della conversione al cristianesimo ortodosso: questo fece sì che il regno di Kiev entrasse in stretti rapporti con Bisanzio. Più tardi sorsero altri centri di potere, come quelli di Vladimir, Tver, Jaroslavl' e di Suzdal.

Risale all'XI secolo una raccolta di norme consuetudinarie, la Russkaja Pravda, periodicamente aggiornata negli anni a venire.

Nel 1132, alla morte del figlio di Vladimir II Monomaco, il potere centrale si disgrega. Allo stato unitario si sostituiscono tre centri di potere: Volinia, Novgorod e Vladimir.

[modifica] L'invasione mongola

L'Eurasia prima delle conquiste dei Mongoli di Gengis Khan
L'Eurasia prima delle conquiste dei Mongoli di Gengis Khan

Nel 1237, il paese fu invaso dai Mongoli guidati da Genghis Khan che fondarono il Khanato dell'Orda d'Oro localizzato tra il Don ed il Volga. I principati russi furono ridotti in una posizione subordinata e tributaria, anche se non vi fu ingerenza nella loro organizzazione e nei loro affari interni. La distruzione di Kiev risale al 1240. Nel frattempo altre nazioni rivolgono il loro interesse alle terre russe: Svezia, Livonia (Cavalieri Teutonici), Lituania. Una delle figure più famose della storia russa del periodo è Alessandro, detto Nevskij, granduca di Vladimir e principe di Novgorod, che sconfigge gli Svedesi sulla Neva ed i Livoni sul Lago Peipus; (famoso nella storia del cinema il film Aleksandr Nevskij del regista russo Eisenstein).

[modifica] Il principato di Moscovia

Nello stesso periodo si venne affermando la supremazia dei principi di Mosca (Moscovia) che ampliarono i territori sottoposti al loro dominio anche approfittando della loro posizione di esattori dei tributi che le diverse regioni russe dovevano versare all'Orda d'Oro. Il metropolita greco-ortodosso di Kiev abbandonò la sua sede, ormai decaduta, e si trasferì a Mosca, che divenne il centro religioso del paese. Nel 1280 Daniele, figlio di Alessandro Nevskij, assunse il titolo di Granduca di Mosca e nel 1380 il principe di Mosca, Dimitrij era ormai abbastanza potente per affrontare i Tartari, che sconfisse a Kulikovo (Campo delle Quaglie). Da questo momento il principato di Mosca si trasformò, espandendosi dal XV secolo sempre più ad est in Asia, fino a divenire un impero.

Ritratto di Ivan IV di Russia
Ritratto di Ivan IV di Russia

Il principe di Mosca Ivan III Vasilievic detto il Grande(1462-1505) ampliò notevolmente i propri domini e dette inizio al mito della "Terza Roma", secondo il quale la Russia sarebbe stata l'erede della civiltà romano-bizantina, Ivan III può essere considerato il fondatore dello stato russo. A lui si deve la conclusione vittoriosa della conquista dell'indipendenza nel 1480, malgrado la perdita della Bielorussia, assorbita dalla Lituania. L'espansione territoriale continuò con il dispotico Ivan IV detto il Terribile (1533-1584), che per primo assunse il titolo di zar (cioè di Cesare), e conquistò Kazan ed Astrakhan. Ivan IV è ricordato per la lotta contro i boiari, i signori feudali, trasformò il principato in una autocrazia (la figura di Ivan IV è ben delineata nei film Ivan il Terribile e La rivolta dei Boiari sempre di Eisenstein). Inoltre la sua politica vede l'introduzione della servitù della gleba e la subordinazione della Chiesa Ortodossa all'autorità legislativa del sovrano: abbiamo dunque un esempio di giurisdizionalismo. Alla sua morte segue un periodo di turbolenze dovute ai tentativi dei boiari di recuperare il potere perduto ed anche all'ingerenza polacca.

[modifica] La Russia Imperiale

Per approfondire, vedi la voce Impero Russo.

Dopo il caos del cosiddetto "periodo dei torbidi" il potere in Russia passò alla dinastia dei Romanov, fondata nel 1613 da Michele III, che tenne la Russia sino alla rivoluzione del 1917. Dopo la sconfitta della Polonia, nella Prima guerra del Nord (1654-1667), l'impero russo si estese sino a comprendere l'Ucraina, dove gli zar dovettero affrontare una violenta ed estesa ribellione popolare provocata, come molte altre simili, dalle intollerabili condizioni di vita dei contadini.

Sotto il regno degli Zar, anche conosciuto come Russia Imperiale, la Russia divenne una delle maggiori potenze europee,i cui confini, in Asia, giungono fino all'Oceano Pacifico ed oltre (Alaska). Fra gli Zar succedutisi si ricorda Pietro I il Grande che, salito al trono nel 1682, riorganizza lo Stato Russo secondo il modello occidentale dello Stato moderno, con una burocrazia gerarchizzata e con tribunali centrali (considerati comunque come facenti parte dell'amministrazione). Il diritto resta prevalentemente consuetudinario, e i pochi interventi dello zar rimangono limitati al settore amministrativo.

All'inizio del XX secolo il sistema di governo autocratico si presenta come estremamente conservatore, dato che nel secolo precedente ha rifiutato praticamente ogni tentativo di ammodernamento. Questo porta la Russia ad una grave crisi, che sfocia nella Rivoluzione d'Ottobre.

[modifica] La rivoluzione russa

Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione russa.
Foto segnaletica di Lenin, 1895.
Foto segnaletica di Lenin, 1895.

Lo scontento popolare per le condizioni di vita, causato anche dalle privazioni economiche e sociali imposte a causa del coinvolgimento a fianco di Francia e Gran Bretagna nella prima guerra mondiale, portano alla Rivoluzione Russa che nel 1917 spazza via il regime zarista di Nicola II. Dopo la caduta dello Zar e la guerra civile che ne seguì venne costituita l'Unione Sovietica, sotto la guida del leader bolscevico Lenin.

[modifica] Stalin al potere

Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Unione Sovietica (1922-1953).
Josif Vissarionovič Džugašvili, detto Stalin
Josif Vissarionovič Džugašvili, detto Stalin

Dopo la morte di Lenin nel 1924 la guida dell'Unione Sovietica, la direzione del nuovo stato si consolida nelle mani di Josif Stalin. Nell'arco di pochi anni Stalin trasforma il proprio potere in una vera e propria dittatura. Il regime staliniano costa milioni di vittime, tra le quali oppositori politici, noti o sospettati (tra questi il filosofo e mistico Pavel Aleksandrovič Florenskij, che in seguito alla detenzione presso le isole Solovki verrà fucilato in un bosco nei dintorni di Leningrado l'8 dicembre del 1937), e militari che vengono giustiziati o esiliati in Siberia durante le Grandi Purghe degli anni '30.

[modifica] La seconda guerra mondiale

Per approfondire, vedi la voce Grande guerra patriottica.

Nel 1941 la Germania nazista attacca l'Unione Sovietica coinvolgendola così nella seconda guerra mondiale. Dopo quattro anni di guerra costata milioni di vittime l'Unione Sovietica ottiene la vittoria e diventa una delle due superpotenze dominanti.

[modifica] La guerra fredda

Per approfondire, vedi la voce Guerra Fredda.

Seguono gli anni della Guerra Fredda, caratterizzati dallo scontro con gli Stati Uniti. Le due nazioni ingaggiano una lunga lotta geopolitica per il controllo politico ed economico del Terzo Mondo a partire dalla Crisi di Suez del 1956. I sovietici creano il Patto di Varsavia per opporsi alla NATO, e le due parti si imbarcarono in una lunga e costosa corsa per accumulare il maggior numero possibile di armi nucleari. Nel 1962 con la crisi dei missili di Cuba il mondo giunge alle soglie di una guerra nucleare.

I sovietici danno anche il via alla corsa allo spazio lanciando lo Sputnik, il primo satellite a orbitare la terra, e rendendo il Colonnello Yuri Gagarin, il primo uomo a viaggiare nello spazio.

[modifica] La fine dell'URSS

Per approfondire, vedi la voce Collasso dell'Unione Sovietica.
Il President Vladimir Putin riceve Donald Rumsfeld
Il President Vladimir Putin riceve Donald Rumsfeld

Sulla fine degli anni '80, il leader sovietico Mikhail Gorbaciov introduce riforme conscio delle difficoltà dello stato sovietico ma questa politica di glasnost e la perestroika, non sono sufficienti per impedire il collasso dell'Unione Sovietica, dopo un fallito colpo di stato militare nel 1991. La Russia dichiara la sua indipendenza il 24 agosto dello stesso anno come Federazione Russa e in quanto principale erede dell'Unione Sovietica, ha da allora cercato di mantenere la sua influenza globale promuovendo la fondazione della Comunità degli Stati Indipendenti, ostacolata in questo da gravi difficoltà economiche.


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