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Moscovia - Wikipedia

Moscovia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serie
Storia della Russia

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Moscovia (in russo Моско́вия [?]) è lo stato che si forma in Russia nel XIII secolo dopo la disgregazione del Rus' di Kiev nel XII secolo.

Indice

[modifica] Nascita della Moscovia

Quando i mongoli invadono le terre del Rus' di Kiev, Mosca è solo un insignificante avamposto commerciale appartenente al Principato di Vladimir-Suzdal. La posizione remota in una regione di foreste offre una certa protezione nei confronti dell'attacco e dell'occupazione da parte degli invasori mentre l'abbondanza di fiumi garantisce i collegamenti con il Mar Baltico a nord e con il Mar Nero nella regione del Caucaso.

Ancora più importanti della posizione geografica, per la trasformazione di Mosca in stato della Moscovia è il ruolo giocato da numerosi suoi principi che furono ambiziosi, determinati e fortunati.

Il primo a fregiarsi del titolo di Principe di Mosca è Daniel Aleksandrovich, figlio di Alexander Nevsky che porta così sul trono una linea di quella dinastia Rurik che ha governato il Rus' di Kiev dalla sua fondazione. Suo figlio , Ivan I, conosciuto come Ivan Kalita ( Ivan borsellino), ottiene il titolo di Gran Principe di Vladimir dagli occupanti mongoli. Egli coopera strettamente con loro nella raccolta di tasse e tributi dagli altri principati russi. Questa politica permette ad Ivan di aumentare l'influenza nella regione soprattutto nei confronti della principale rivale del momento: la citta di Tver, a nord di Mosca. Nel 1327 il metropolita ortodosso trasferisce la propria residenza da Vladimir a Mosca aumentando così ulteriormente il prestigio del nuovo principato.

Nel XIV secolo i principi di Mosca sono ormai abbastanza potenti per tentare ad opporsi ai Tartari, travagliati dalla guerra civile, e li sconfiggono nel 1380 a Kulikovo. Malgrado una ripresa della potenza tartara che giungono a saccheggiare Mosca a partire da questo momento il principato di Mosca, si trasforma fino a divenire un grande stato, espandendosi lentamente, a partire dal XV secolo, sempre più ad est in Asia.

[modifica] Espansione della Moscovia

Nel corso del XV secolo i gran principi di Mosca iniziano la riunificazione sotto di se tutte le terre russe che crescono in popolazione e ricchezza sotto il loro governo. Il maggior artefice di questa politica fu Ivan III ,detto il Grande, che regna dal 1462 al 1505. Ivan III conquista Novgorod, nel 1478, e Tver, nel 1485.
La Moscovia conquista la piena sovranità sulla Russia tra il 1480, quando cessa ufficialmente la sovranità del Canato dell'Orda d'Oro , e l'inizio del XVI secolo. Per eredità Ivan ottiene parte della provincia di Rjazan' ed i principi di Rostov e Yaroslavl si sottomettono volontariamente. Solo la città di Tver, nel nord-ovest rimane ancora indipendente e viene conquistata poi da Vassili III, figlio di Ivan.
Ivan ha nella Lituania un potente avversario per quanto riguarda il controllo dei principati un tempo facenti parte del Rus' di Kiev nel bacino dell'alto Dnepr e del Donetz. Grazie alla defezione di alcuni principi e dopo schermaglie di frontiera ed una inconcludente guerra con la Lituania, che termina nel 1503, Ivan riesce a spingere verso ovest la sua influenza.
Alla sua morte lascia una Moscovia tre volte più estesa che al momento della sua salita al trono.
Ivan III si ispira al mito della "Terza Roma", secondo il quale, caduta la "Seconda Roma" (cioè Costantinopoli) in mano ai Turchi (1453), l'eredità ideale, politica e religiosa dell'Impero d'Oriente dev'essere raccolta dai principi di Mosca.
L'espansione territoriale continua per opera di Ivan IV il Terribile (Ivan Vasilevič Gròžnyj 1533-1584).
Ivan IV e i suoi successori assumono il titolo di Zar, ossia di "Cesare". Il riferimento a Costantinopoli e alla civiltà romana serve a consolidare il prestigio di Mosca, che comincia ad esercitare in Russia la stessa azione unificatrice svolta in Occidente dalle grandi monarchie. Anche le forze che ostacolano questo nuovo processo sono simili: in Occidente i re devono combattere contro i grandi feudatari; in Oriente gli zar dovono sottomettere i nobili boiari e i piccoli principi, ossia i signori locali, già indipendenti, che erano stati progressivamente subordinati al potere di Mosca, ma che pretendono di limitare l'autorità degli zar.

[modifica] Evoluzione del concetto di autocrazia

Il consolidamento interno corrisponde all'espansione verso l'esterno dello stato. Nel XV secolo i governanti della Moscovia considerano tutto il territorio della Russia come loro proprietà collettiva. Svariati principi semi-indipendenti vantano ancora il controllo di specifici territori ma Ivan III forza i principi di minor importanza a riconoscere il Gran Principe di Mosca ed i suoi discendenti come indiscussi governanti con il completo controllo sulle questioni militari, giuridiche e di affari esteri.
Gradualmente il signore di Mosca emerge come un potente, autocratico governante, uno zar. Nell'assumere tale titolo il principe di Mosca sottolinea che egli è un governante supremo, o imperatore, alla pari con l'imperatore bizantino ed il khan mongolo.
In effetti dopo il matrimonio di Ivan III con Sophia Paleologa, nipote dell'ultimo imperatore bizantino la corte di Mosca adotta linguaggio, rituali, titoli ed emblemi di stile bizantino come ad esempio l'aquila bicipite.
Si inizia persino a riferirsi alla città di Costantinopoli come a Tzargrad ed indicando come obiettivo il suo ritorno alla cristianità.
Inizialmente il termine autotocrate ha il solo significato letterale di sovrano indipendente ma durante il regno di Ivan IV assume il generico significato di governante. Ivan IV si incorona con il titolo di zar e quindi viene riconosciuto, almeno dalla chiesa Ortodossa come imperatore.
Un monaco ortodosso predica che essendo ormai Costantinopoli in possesso dell'Impero Ottomano lo zar di Moscovia è il solo legittimo sovrano ortodosso e Mosca è la Terza Roma succedendo così a Roma e Costantinopoli come centro della cristianità.

[modifica] Organizzazione dello Stato

In Russia, però, non esiste una classe borghese paragonabile qualitativamente e quantitativamente alla borghesia occidentale, perciò gli zar trovano la base del loro potere non nella borghesia, ma nella cosiddetta gente di servizio, i cui componenti forniscono la loro opera come ufficiali dell'esercito, partecipano alla Duma (una specie di parlamento consultivo) e svolgono molteplici funzioni statali. Come contropartita, la gente di servizio riceve terre in possesso condizionato (pomestje), che non può vendere né trasmettere in eredità, ed esercita sui contadini dipendenti un'autorità sempre più completa ed estesa, destinata a trasformarsi in una vera e propria sovranità.

I commercianti e gli artigiani delle città sono obbligati ad iscriversi alle rispettive corporazioni, fatto che comporta per essi l'impegno a svolgere determinati compiti nel campo amministrativo e finanziario. Tutta la popolazione è ripartita in classi, ciascuna delle quali ha verso lo Stato obblighi specifici e particolari.

Malgrado tutto, nel XVI secolo, come entità statale unitaria, la Moscovia, è ancora più un'ipotesi che una realtà, e anzi all'inizio del XVII secolo, durante la fase storica detta periodo dei torbidi, esso è temporaneamente sopraffatta dagli intrighi dei boiari e dei piccoli principi, dalle ribellioni delle masse contadine, dai tentativi polacchi di penetrare nel territorio russo e di impadronirsi della stessa corona moscovita.

[modifica] Il periodo dei torbidi (smútnoe vremja, 1589 - 1613)

Per approfondire, vedi la voce Periodo dei Torbidi.

Ad Ivan IV succede il figlio Fëdor, mentalmente instabile. Il potere è, in realtà, nelle mani del cognato, il boiaro Boris Godunov. L'evento di maggior importanza del regno di Fëdor è l'elevazione di Mosca a patriarcato nel 1589; questo evento è il punto culminante nel processo di totale indipendenza della Chiesa ortodossa russa.
Nel 1598 Fedor muore senza lasciare eredi ponendo così termine alla dinastia dei Rurik. Boris Godunov allora convoca un Zemskij Sobor, un'assemblea di boiari, religiosi e borghesi che lo proclama Zar benché varie fazioni si rifiutino di riconoscere tale decisione.
Tra il 1601 ed il 1603 la Moscovia è colpita da una grave carestia che provoca notevoli sconvolgimenti interni; approfittando dei quali un uomo che afferma di essere Dimitri, il figlio di Ivan IV morto nel 1591, avanza le sue pretese al trono. Questo pretendente, che è ricordato come il Falso Dimitri I, ottiene l'appoggio della Polonia e marcia su Mosca raccogliendo seguaci tra i boiari dissidenti.
Gli storici hanno a lungo speculato su come Godunov avrebbe potuto superare questa crisi in quanto la sua morte, avvenuta nel 1605, non gli permise di eseguire nessuna azione. Come risultato il Falso Dimitri I entra in Mosca ed è incoronato Zar lo stesso anno, dopo aver fatto uccidere Fëdor II, figlio di Godunov
Immediatamente dopo questi fatti la Moscovia entra in un periodo di caos conosciuto come l'era dei tordibi. La guerra civile che si scatena per il controllo del trono, tra le varie fazioni dei boiari, è aggravata dalle interferenze di Polonia e Svezia e dal diffuso malcontento popolare.
Il Falso Dmitriy I e la guarnigione polacca sono rovesciati ed un boiaro, Vassili Ščuiškij, viene proclamato Zar nel 1606. Il nuovo zar, per consolidare la sua posizione, si allea con la Svezia. Come risposta la Polonia si allea con un Falso Dimitri II. Questo nuovo pretendente viene proclamato zar ed i polacchi occupano nuovamente Mosca. La presenza polacca porta ad un risorgere del nazionalismo tra i russi ed un nuovo esercito finanziato dai mercanti del nord e benedetto dalla chiesa ortodossa scaccia i polacchi. Nel 1609 la Polonia interviene ufficialmente (la precedente invasione era stata condotta con un esercito privato) e nel 1610 i boiari firmano un trattato di pace con cui riconoscono Ladislao, figlio del re di Polonia Sigismondo Vasa come zar. Le fazioni che si oppongono vengono sconfitte dell'esercito polacco nella battaglia di Kluszyn.
Nel 1612 i polacchi sono infine respinti definitivamente anche se riescono a mantenere alcuni territori compresa Smolensk. Nel 1613 una nuova assemblea proclama zar il boiaro Michele Romanov dando inizio ai 300 anni di regno di questa famiglia.

[modifica] Avvento dei Romanov

Per approfondire, vedi la voce Romanov.

Nel 1613 sale al trono Michele Romanov, iniziatore della dinastia che reggerà la Russia sino alla rivoluzione del 1917. Il primo obiettivo della nuova dinastia è il ristabilimento dell'ordine interno. Fortunatamente per la Moscovia i suoi maggiori nemici: Polonia e Svezia, sono impegnati in un aspro conflitto tra loro cosa che le permette di sottoscrivere la pace con la Svezia nel 1617 e di raggiungere una tregua con la Polonia nel 1619. Dopo un infruttuoso tentativo di riconquistare la città di Smolensk, nel 1632, nel 1634 la Moscovia firma la pace con la Polonia. Il re polacco Wladislaw IV, il cui padre e predecessore Sigismondo III era stato eletto zar dai boiari russi durante il periodo dei torbidi, rinuncia a tutti i diritti ed al titolo in cambio della pace. I primi Romanov sono governanti deboli. Sotto Michele gli affari dello stato sono in mano al padre dello zar, Filarete Romanov, che nel 1619 diviene patriarca della Chiesa ortodossa russa. In seguito suo figlio Alessio si appoggia al boiaro Boris Morozov per governare. Questi abusa della sua posizione facendosi appoggiare dal popolino e nel 1648 Alessio lo allontana in seguito ad una sollevazione della popolazione di Mosca.

[modifica] La nascita dell'aristocrazia statale

Il principio dell'autocrazia sopravvive al periodo dei torbidi ed al debole governo degli zar corrotti solo in forza della burocrazia del governo centrale. I funzionari governativi continuano a servire a prescindere dalla legittimazione del governante o da quale fazione di boiari controlli il trono. Nel corso del XVII secolo la burocrazia si espande drammaticamente. Il numero di dipartimenti governativi (prikazy) aumenta dai ventidue del 1613 agli ottanta della metà del secolo. Benché questo generi sovrapposizioni di potere e conflitti di giurisdizione, il potere centrale, attraverso i governatori provinciali, riesce comunque a controllare i vari gruppi sociali, il commercio, la produzione manifatturiera e spesso anche la Chiesa.

[modifica] Il codice del 1649 e l'introduzione della servitù della gleba

Il codice civile e penale introdotto nel 1649 è un buon esempio dell'aumentato controllo che lo stato possiede sulla società russa. Nel secolo precedente si è progressivamente ridotta la possibilità per i contadini di passare da un signore ad un altro, il codice del 1649 ufficializza il vincolo dei contadini alla terra. Con questo atto lo stato sanziona la servitù della gleba rendendo reato il lasciare le terre del proprio signore. I nobili esercitano un controllo totale sui contadini che possono essere acquistati, venduti o ipotecati. I contadini vivono organizzati in comunità responsabili, verso il signore delle terre, del pagamento delle tasse e degli altri servizi. Anche le classi medie urbane composte da mercanti ed artigiani, sono sottoposte a tassazione ed anche i loro membri non possono liberamente cambiare residenza. Tutti gli strati della popolazione vengono assoggettati al servizio militare ed al pagamento delle tasse straordinarie. Vincolando la maggior parte della popolazione della Moscovia al domicilio il codice del 1649 subordina il popolo agli interessi dello stato.

Sotto i Romanov non si manifestano più crisi gravi come quella del periodo dei torbidi. Il potere degli zar riesce ad aver ragione della piccola nobiltà e delle jacqueries (sollevazioni contadine) contadine ed estende verso sud la propria sfera di influenza.

[modifica] Prima Guerra del Nord

Nel 1653 la debolezza ed il disordine in cui si trova la Polonia a causa della guerra contro i cosacchi convincono Alessio che è giunto il tempo di recuperare i territori russi in mano ai polacchi ormai da secoli. Il 1 ottobre 1653 una assemblea nazionale si riunisce a Mosca per sanzionare la guerra e nell'aprile 1654 l'esercito è benedetto da Nikon (ora patriarca di tutta la Chiesa ortodossa russa). La campagna del 1654 è un trionfo initerrotto e numerose città compresa l'importante fortezza di Smolensk cadono nelle mani dei russi.
Durante la guerra l'atman ukraino Bodman Khmelnitsky chiede allo zar aiuto e protezione contro la Polonia e firma il trattato di Pereyaslav che legherà l'Ukraina alla Russia sino al 1991.
Nel gennaio 1655 la sconfitta nella battaglia di Ochmatov arresta l'avanzata russa me nell'estate dello stesso anno l'improvvisa entrata in guerra della Svezia guidata da Carlo X mette completamente fuori gioco la Polonia. I russi, senza trovare resistenza occupano tutto ciò che non è ancora stato occupato dagli svedesi e quando infine la Polonia accetta di negoziare la pace la richiesta minima di Alessio è l'intero Granducato di Lituania.
Fortunatamente per i polacchi lo zar di Russia ed il re di Svezia iniziano a questionare tra loro sulla divisione delle spoglie dello sconfitto ed alla fine del maggio 1656 Alessio, incitato dall'imperatore e da altri nemici della Svezia dichiara guerra a Carlo X.
La guerra contro la Svezia inizia con molte speranze che vengono però presto vanificate. Dorpat viene conquistata ma tutti i tentativi in direzione di Riga falliscono; nel medesimo tempo la Polonia si riprende e torna ad essere un nemico pericoloso come la Svezia.
Rendendosi conto dell'impossibilità di combattere su due fronti Alessio decise di cercare una composizione con la Svezia. Con la pace di Kardis (2 luglio 1661) la Russia rinuncia a tutte le conquiste effettuate durante la guerra.
La guerra con la Polonia si trascina ancora per sei anni per concludersi con una tregua, formalmente della durata di trent'anni, a cui seguono trattative per una pace duratura.
Con la pace di Andrusovo (11 febbraio 1667) Vitebsk, Polotsk e la Livonia polacca ritornano alla Polonia ma Smolensk e Kiev rimangono in mano ai russi insieme a tutta la riva orientale del Dnepr.
Questo trattato è una realizzazione di Athanasy Orduin-Nashchokin il primo diplomatico e cancelliere russo in senso moderno che diviene primo ministro dello zar dalla caduta in disgrazia di Nikon fino al 1670 quando viene sostituito dall'egualmente abile Artamon Matvyeev la cui influenza domina gli ultimi anni del regno di Alessio I.
L'acquisto dell'Ucraina non fu tuttavia semplice per Russia, che subito deve affrontare un grande moto di ribellione (1667-1671), guidato dal cosacco Stepan Timofeevic Razin (detto Stenka).

[modifica] La rivolta di Stenka

Razin suscita l'entusiasmo delle masse contadine promettendo che, eliminati i nobili, i boiari e i funzionari governativi, avrebbe fondato una comunità egualitaria, ispirata a principi libertari. Stenka è catturato e ucciso nel 1671. Il moto di Stenka, come altri analoghi precedenti e successivi, ha la sua causa oggettiva nelle condizioni intollerabili dei contadini, sottoposti a vincoli di servaggio sempre più pesanti, per i quali non vi è speranza di libertà se non nella ribellione, o nella fuga verso le regioni periferiche dell'impero dove l'autorità effettiva degli zar è quasi inesistente. Il lavoro servile, del resto, è alla base di tutte le attività produttive ed edilizie, che solo in piccola parte sono affidate a lavoratori liberi stipendiati, e sono, per lo più, svolte dai contadini dipendenti direttamente dallo stato, da reclute dell'esercito, da criminali comuni condannati ai lavori forzati.

[modifica] Verso l'impero

Rispetto all'Occidente europeo, la Russia è alla fine del '600 un Paese molto arretrato, dove il popolo è troppo ignorante per concepire un coerente programma rivoluzionario, mentre le minoranze dirigenti più illuminate mirano ad importare la cultura e le tecniche dell'Occidente, ma non si preoccupano di legare il progresso produttivo e organizzativo al miglioramento delle condizioni dei servi. Sulla strada delle riforme imposte dall'alto, che sarebbe stata percorsa con successo da Pietro il Grande, si pone per prima la sorella Sofia, reggente dal 1682 decisa ad usurpare il potere. Il disegno di Sofia era però destinato ad infrangersi di fronte alla reazione del giovanissimo zar, che nel 1689 la costringe ad abbandonare la reggenza e a ritirarsi in convento.


[modifica] Principi di Mosca

(fino al 1598; da Ivan IV Zar; tra parentesi gli anni di regno)



[modifica] I primi Romanov

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