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Recoaro Terme - Wikipedia

Recoaro Terme

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Recoaro Terme
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Recoaro Terme]]
Recoaro Terme - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Veneto
Provincia: stemma Vicenza
Coordinate: 45°42′0″N 11°14′0″E / 45.7, 11.23333
Altitudine: 445 m s.l.m.
Superficie: 60,06 km²
Abitanti:
6.985 28 febbraio 2007
Densità: 116 ab./km²
Frazioni: Fongara, Merendaore, Rovegliana, Parlati 
Comuni contigui: Ala (TN), Altissimo, Crespadoro, Selva di Progno (VR), Torrebelvicino, Valdagno, Vallarsa (TN), Valli del Pasubio
CAP: 36076
Pref. tel: 0445
Codice ISTAT: 024084
Codice catasto: H214 
Nome abitanti: Recoaresi 
Santo patrono: Sant'Antonio abate 
Giorno festivo: 17 gennaio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia
« Recoaro, come paesaggio, è una delle più belle esperienze; e questa sua bellezza io l'inseguita prodigandovi con zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa, e vuole che si servi lei sola »
(Friedrich Nietzsche, dalla lettera a Peter Gast del 17 giugno 1881)


Recoaro Terme è un comune di 6.985 abitanti[1] della provincia di Vicenza, situato nell'alta Valle dell'Agno, sul fondo di una conca (nota anche come Conca di Smeraldo) a 445 metri sul livello del mare, ai piedi delle Piccole Dolomiti.

Recoaro è celebre per le proprie acque minerali: l'oligominerale Lora è commercializzata, mentre le altre acque minerali sono utilizzate nelle terme delle Fonti Centrali dalla loro scoperta nel 1689.

Indice

[modifica] Geografia

Il comune ha un'estensione piuttosto vasta, di poco più di 60 chilometri quadrati e comprende l'arco disegnato dalle Piccole Dolomiti e la conca sottostante formata dall'alta valle dell'Agno. A nord confina con i comuni trentini di Ala e Vallarsa, a est con l'alta Val Leogra (comuni di Valli del Pasubio e Torrebelvicino, a ovest con la Val del Chiampo (comuni di Crespadoro e di Altissimo), a nord-ovest con la Provincia di Verona (comune di Selva di Progno, a sud con il comune di Valdagno.

Al Passo delle Tre Croci, noto come Passo della Lora, vi è il confine fra le province di Vicenza, Trento e Verona.

La principale via di accesso è l'ex statale 246 che provenendo da sud percorre l'intera valle, collegandosi poi alla Val Leogra in territorio recoarese con il valicamento del Passo Xon.

[modifica] Geologia

La natura calcarea delle rocce del luogo, insieme alla posizione geografica (le Prealpi Vicentine sono i primi rilievi montuosi che si incontrano provenendo dal mare) che determina un'elevatissima piovosità (la più alta del Veneto con oltre 2000mm annui di media) determinano una grande ricchezza che è l'acqua minerale. Numerosi sono le sorgenti e le fonti su tutto il territorio comunale.

Il territorio comunale è inoltre molto ricco dal punto di vista geologico, con una vastità di differenti tipi di rocce affioranti che furono di spunto al geologo veronese Giovanni Arduino per la suddivisione in ere geologiche ancora oggi usate. In particolare a Recoaro affiora la fillade quarzifera (detta in dialetto locale lardàro o ardàro), roccia metamorfica, molto friabile, che costituiva un'antichissima catena montuosa.

Nella zona è possibile praticare vari tipi di sport, dal parapendio presso il passo di Campogrosso, agli sport invernali (sci alpino, sci di fondo) presso Recoaro Mille e la mountain-bike, grazie alla notevole rete di strade asfaltate, sterrate, mulattiere e sentieri che il territorio comunale offre. L'etimo più probabile è la derivazione dal nome personale germanico (probabilmente longobardo) "Richwar", si confronti la versione cimbra dei Sette Comuni "Ricaber".

[modifica] Clima

Per approfondire, vedi la voce Stazione meteorologica di Recoaro Terme.

Durante il periodo primaverile del 2008 Recoaro si è dimostrata la località più piovosa del Veneto

[modifica] Frazioni

La distribuzione della popolazione ha un carattere soprattutto rurale, con un centro principale di dimensioni ridotte rispetto al totale. In modo meno accentuato rispetto al passato, ma ancora rilevante, la maggioranza della popolazione vive sulle colline della conca. Nucleo fondamentale e rilevante è la contrada, piccolo gruppo di case che varia da poche unità a varie decine: su tutto il territorio recoarese si contano oltre 100 contrade, oggigiorno le più sperdute sono disabitate, mentre le più grandi hanno raggiunto la dignità di frazione.

La contrada era un tempo il centro della vita sociale e lavorativa, raccoglieva le abitazione, i fienili e le stalle, una o più fontane (di cui il territorio comunale è molto ricco), spesso anche un capitello dedicato alla Madonna o ai santi. Nelle frazioni di Parlati e Merendaore è stata istituita la parrocchia nel corso del Novecento, mentre era già presente da molti secoli in quelle di Rovegliana e Fongara.

[modifica] Rovegliana

Nella frazione di Rovegliana è situata la piccola e caratteristica contrada Camonda, costituita da due gruppi di case; il nucleo più grosso verso valle, Camonda di Sotto (640 m s.l.m.) e il gruppo di case più a monte, Costa (675 m). La strada comunale che porta, sempre in salita, alla contrada inizia poco dopo la curva della località Gardi sulla destra provenendo da Recoaro e arriva fino al passo della Camonda (693 m. s.l.m.). Poi la strada si dirama a sinistra verso il passo dei Branchi (728 m s.l.m.) seguendo il crinale delle Some di Rovegliana e a destra verso la Fonte Civillina o la Contrada Manfron (com. di Torrebelvicino). Da questo passo si può anche raggiungere il monte Civillina (962 m) lungo un ripido sentiero che si prende subito a destra.

La località, che in vecchi documenti è anche denominata Conunda, ha un particolare capitello situato al passo omonimo. Questo capitello, rispetto ai 128 capitelli di Recoaro, è un capitello-rifugio. La sua funzione non è solo quella di esprimere una manifestazione di pietà popolare ma anche quella di ricovero per i viandanti. Ancora nei primi anni del secolo scorso non esisteva una carrabile ma un sentiero che collegava le due valli. È quindi ipotizzabile che l'idea di offrire a chi di passaggio una protezione temporanea prima della discesa a valle verso Torrebelvicino o Recoaro riprenda ciò che già esisteva al passo nel momento in cui è stato costruito o ricostruito l'attuale capitello (sec. XIX).

[modifica] Storia

La zona di Recoaro venne abitata nel corso del XIII secolo da dei coloni germanici: il primo documento ufficiale nomina la "villa" di Rovegliana risale al 1262. La frazione fu inizialmente il centro principale della conca, data la posizione favorevole, esposta al sole, rialzata sulle colline, mentre il capoluogo, pur abitato, si sviluppò in seguito.

Nel XIV secolo la zona del vicentino fu sottoposta alle signorie prima degli Scaligeri e quindi dei Visconti, finché nel XV secolo non subentrò la Repubblica Veneta, che mantenne il proprio predominio fino al XVIII secolo. Tracce della dominazione veneziana si possono trovare nel Leone di San Marco, originariamente posto a Rovegliana e oggi conservato in municipio, e in tracce di disboscamento nella zona di Recoaro Mille.

Importante fatto nella storia di Recoaro fu la scoperta delle acque minerali nel 1689, ad opera del conte Lelio Piovene (da cui la sorgente prese il nome di Lelia). Nel Settecento Recoaro conobbe un primo sviluppo a causa del termalismo, ma fu solo nell'Ottocento che il paese ebbe una vera e propria crescita legata allo sfruttamento curativo delle acque. Nel frattempo, seguendo le sorti del Lombardo-Veneto, al crollo della Serenissima il territorio comunale era passato all'Impero Asburgico, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1866.

Nonostante lo sfruttamento delle acque termali e lo sviluppo turistico (con medie di 8-9000 visitatori all'anno nell'Ottocento e di 10-15.000 nei primi del Novecento), la maggioranza della popolazione viveva ancora di un'agricoltura di sussistenza, molto povera a causa dell'ambiente montano.

Solo lo sfruttamento commerciale dell'acqua minerale tramite lo stabilimento di imbottigliamento fra le due guerre mondiali pose le basi per uno sviluppo economico che ebbe il suo apice nel secondo dopoguerra.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Recoaro fu anche sede di un comando nazista, con occupazione da parte delle truppe tedesche di molti edifici, fra cui anche le Fonti, che vennero bombardate dagli Alleati nell'aprile 1945.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti

Agli inizi del XIX secolo Recoaro sfiorava i 4000 abitanti, tuttavia vi fu un continuo calo dopo il 1808 e solo nel 1822 si raggiunse tale cifra. Vi fu quindi uno sviluppo demografico che portò a raggiungere le 5000 unità negli anni '40 dell'Ottocento. Negli ultimi decenni vi è stato uno spopolamento del territorio comunale, a causa della mancanza di posti di lavoro, con un'emigrazione verso la bassa valle.

Oggi la popolazione si concentra molto di più nel centro principale rispetto a quanto avvenisse fino alla prima metà del Novecento, in cui vi era ancora una grossa fetta di popolazione rurale.

[modifica] Variazioni

La denominazione del comune fino al 1934 era Recoaro. [2]

[modifica] Luoghi di interesse

[modifica] Chiese

La parrocchiale dedicata a Sant'Antonio abate, costruita nell'immediato dopoguerra (1949-1951) dal celebre architetto Giuseppe Vaccaro. Contiene una significativa Via Crucis in terracotta.

Le due più antiche chiese della conca sono quella di Santa Giuliana, sul colle omonomino, e di San Bernardo, entrambi risalenti al XIV secolo. In particolare i recoaresi sono molto devoti a Santa Giuliana, a cui sono più volte ricorsi nel corso dei secoli con voti per scampare alle pestilenze o alle guerre.

[modifica] Natura

L'ambiente naturale è forse il maggior patrimonio di Recoaro, circondato dalle Piccole Dolomiti, montagne molto interessanti dal punto di vista alpinistico ed escursionistico, che offrono la possibilità sia della gita della domenica, sia di itinerari impegnativi.

[modifica] Cultura

[modifica] La chiamata di marzo

La chiamata di marzo è un'antichissima tradizione di Recoaro, comune a molte zone dell'Italia settentrionale: consiste nell'accogliere la primavera in modo festoso, con richiami ecc.

La tradizione consiste nell'andare in giro l'ultima notte di febbraio con strumenti per "chiamare" la primavera, tipicamente i campanacci delle vacche e le secchie per mungere, tipici attrezzi della cultura montanara.

La peculiarità nel territorio recoarese si ebbe nel corso dell'Ottocento, quando la popolazione iniziò a sfilare per il paese con i propri attrezzi di lavoro, caratteristica che rimase poi immutata fino alla metà del Novecento, venendo poi progressivamente abbandonata.

Nel 1979 fu ripresa con una sfilata e una rappresentazione in costumi tipi dei mestieri, degli usi, delle abitudini di un tempo. Si svolge da allora con cadenza biennale negli anni pari, con una partecipazione popolare molto intensa (le ultime edizioni hanno contato più di 1.000 figuranti).

[modifica] Personalità legate a Recoaro

[modifica] Economia

La principale azienda di Recoaro è rappresentato dall'omonima società di imbottigliamento delle acque minerali. Di proprietà statale fino agli anni '90, aveva raggiunto un notevole sviluppo sul mercato italiano con un vasto campionario di bibite, di cui due di denominazione esclusiva, il Gingerino e l'Acqua brillante.

In seguito alla privatizzazione e alla successiva crisi, fu acquisita dalla San Pellegrino e praticamente smantellata fino alla recente rivalutazione del marchio.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Franco Viero (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0445 793300
Email del comune: segreteria@comune.recoaroterme.vi.it

[modifica] Gemellaggi

Bandiera della Germania Neustadt an der Donau, Germania, dal 1989

[modifica] Note

  1. ^ Fonte: ISTAT - Bilancio demografico al 28/02/2007 [1].
  2. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

[modifica] Collegamenti esterni


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