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Orione (costellazione) - Wikipedia

Orione (costellazione)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Orione

Nome latino
Genitivo

Orion
Orionis

Abbreviazione Ori
 • Coordinate
Ascensione retta
Declinazione
5 h
Area totale 594 gradi quadrati
 • Dati osservativi
Visibilità da Terra
- Latitudine minima
- Latitudine massima
- Passa al meridiano
 
-75°
+85°
25 gennaio, alle 21:00
Stella principale
- Magnitudine app.
Rigel (β Orionis)
0,12
Altre stelle
- Magnitudine < 3
- Magnitudine < 6
 
6
 • Sciami meteorici
  • Orionidi
  • Chi Orionidi
 • Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:

Orione o il Cacciatore (in latino Orion) è un'importante costellazione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo.

La costellazione consta di circa 150 stelle visibili ed è identificabile dall'allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, queste tre stelle sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi, il rastrello, i tre mercanti, i bastoni [1]. La sagoma dell'eroe è invece delineata da nove stelle.

Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Canis Major e Canis Minor, combattendo contro il Toro. Anche un'altra sua preda, la Lepre, si trova vicino.

Indice

[modifica] Caratteristiche

La costellazione di Orione è molto ricca di stelle brillanti e oggetti interessanti. Ecco alcune delle sue stelle:

  • Heka o Meissa (λ Ori) è la testa di Orione.
  • Betelgeuse (α Ori), di magnitudine 0,5: alla sua spalla destra, è un'enorme supergigante rossa, più grande dell'orbita di Venere. Se fosse messa al posto del Sole, i suoi strati più esterni sfiorerebbero la Terra. Il titolo di stella α le è stato dato in errore, perché Rigel è in realtà un poco più luminosa. Betelgeuse è in realtà una stella composta da sei componenti, ma i compagni della principale sono troppo deboli per esser visti facilmente. È uno dei vertici del Triangolo Invernale. La principale è una variabile semiregolare di tipo SRc.
  • Bellatrix (γ Ori), di magnitudine 1,7: «la donna guerriera» forma la sua spalla sinistra.
  • Alnitak, Alnilam e Mintaka (ζ, ε e δ Ori) compongono l'asterismo chiamato la Cintura di Orione. Queste tre stelle brillanti messe in fila bastano da sole per identificare la costellazione.
  • Saiph (κ Ori) di magnitudine 2: si trova all'altezza del ginocchio destro di Orione.
  • Rigel (β Ori) è la stella più luminosa della costellazione (magnitudine 0,2). Situata all'altezza del ginocchio sinistro, è una supergigante blu estremamente calda e luminosa. Ha tre compagni, anch'essi molto difficili da vedere.

Le stelle principali di Orione sono molto simili come età e caratteristiche fisiche, cosa che suggerisce che abbiano avuto un'origine comune (Betelgeuse è un'eccezione a questa regola). In effetti, l'intera costellazione di Orione è la più vicina zona di formazione stellare, ed è stata a volte considerata per intero un'associazione OB, un gruppo di stelle appena nate giovani, estremamente luminose e caldissime.

Orione è molto utile per trovare altre stelle
Orione è molto utile per trovare altre stelle

Orione è molto utile per trovare altre stelle. Estendendo la linea della Cintura verso sudovest, si può trovare SirioCanis Majoris); verso nordest, AldebaranTauri). Una linea verso est che attraversa le due spalle indica la direzione di ProcioneCanis Minoris). Una linea da Rigel verso Betelgeuse punta a Castore e Polluce, α e β Geminorum.


Per approfondire, vedi la voce Stelle principali della costellazione di Orione.

[modifica] Oggetti del profondo cielo

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

Appesa alla Cintura di Orione c'è la sua spada, che consiste delle stelle multiple θ1 e θ2 Orionis, chiamate il Trapezio, e la vicina Nebulosa di Orione (M42). La nebulosa è un oggetto spettacolare, che già ad occhio nudo può essere distinta come ben diversa da una stella. Tuttavia per poterla individuare a volte è opportuno guardare un punto del cielo vicino a dove se ne suppone la presenza per farla «saltare» all'occhio imediatamente. Con un telescopio o meglio ancora un binocolo si possono osservare le sue nubi di gas luminosi, le stelle giovani e le nubi di polvere che la compongono. La nebulosa M43 fa parte di questo insieme.

Nelle vicinanze dell'asterismo di Orione, nei pressi di ζ Orionis, si trova una nebulosa oscura, scoperta nel 1655, non visibile ad occhio nudo, con un diametro di circa 10.000 anni luce: la Nebulosa Testa di Cavallo (IC 434).

Oltre a questi oggetti famosi, la costellazione è ricca di piccole nebulose, tra le quali spicca M78, pochi gradi ad est della Cintura. Tutto intorno all'asterismo si estende infine un grandissimo anello di nebulosità, noto come l'anello di Barnard.

Per approfondire, vedi la voce Oggetti non stellari nella costellazione di Orione.

[modifica] Storia

Molte antiche civiltà riconobbero Orione, anche se con immagini diverse.

Gli antichi Sumeri vedevano queste stelle come una pecora. Il nome Betelgeuse significa letteralmente «l'ascella». Nel caso dei Sumeri era l'ascella della pecora.

Nell'antica Cina, Orione era uno dei 28 Xiu (宿) zodiacali. Conosciuta come Shen (參), che significa «tre», era probabilmente chiamata così a causa delle tre stelle nella Cintura di Orione.

Gli Egizi consideravano queste stelle come un tributo al dio della luce, Osiride, e secondo un ipotesi le piramidi sono state costruite seguendo la cintura d'Orione.

«La cintura e la spada» di Orione sono spesso menzionate nella letteratura antica e moderna, e sono state anche stampate sulle insegne della 27esima divisione dell'Esercito degli Stati Uniti.

[modifica] Mitologia

In questa illustrazione, tratta da Uranographia di Johann Bode, Orione solleva il bastone e lo scudo per difendersi dalla carica del Toro sbuffante. La sua spalla destra è segnata dalla stella lucida Betelgeuse, e il suo piede sinistro da Rigel. Tre stelle in fila formano la sua cintura.
In questa illustrazione, tratta da Uranographia di Johann Bode, Orione solleva il bastone e lo scudo per difendersi dalla carica del Toro sbuffante. La sua spalla destra è segnata dalla stella lucida Betelgeuse, e il suo piede sinistro da Rigel. Tre stelle in fila formano la sua cintura.

Orione è la più splendente delle costellazioni, caratteristica che ben si addice a un personaggio che secondo la leggenda fu il più imponente e il più bello degli uomini. La costellazione è messa in risalto dalle stelle brillanti Betelgeuse e Rigel, e ha tre stelle distintamente allineate che formano la cintura di Orione. «Nessun'altra costellazione rappresenta più chiaramente la figura di un uomo», dice Germanico Cesare.

Manilio la chiama «dorato Orione» e «la più potente delle costellazioni», ed esagera la sua brillantezza dicendo che, quando Orione si leva, «la notte simula la luminosità del giorno e ripiega le sue ali scure». Manilio descrive Orione «che allunga le braccia su una vasta estensione di cielo e che si solleva verso le stelle con un passo altrettanto imponente». In effetti, Orione non è una costellazione molto grande, occupa solo il ventiseiesimo posto in quanto a dimensioni (è più piccola, per esempio, di Perseo secondo i confini moderni tra le costellazioni), ma la brillantezza delle sue stelle dà l'impressione che sia molto più grande.

Orione è anche una delle costellazioni più antiche, essendo nota ai primi scrittori greci, quali Omero ed Esiodo. Persino nell'era spaziale Orione rimane uno dei pochi raggruppamenti stellari che i non astronomi riescono a riconoscere.

In cielo Orione è raffigurato che affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante, nonostante il mito di Orione non faccia nessun riferimento a un tale combattimento. in ogni caso, la costellazione nacque con i Sumeri, che videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo.

Gilgamesh era l'equivalente sumero di Eracle, il che ci porta a un altro rompicapo. Essendo il più grande eroe della mitologia greca, Eracle merita una costellazione della brillantezza di questa, ma in realtà gli è assegnata una zona di cielo molto più scura. È possibile, allora, che Orione in realtà altro non sia che Eracle sotto mentite spoglie? Potrebbe essere, se si pensa che una delle fatiche di Eracle fu quella di catturare il toro di Creta e che in cielo è raffigurato un combattimento tra Orione e il Toro. Tolomeo lo descrisse con un bastone e una pelle di leone, entrambi noti attributi di Eracle, e così è rappresentato nelle vecchie carte astrali. Ma, nonostante queste circostanze, nessun mitologo accenna a una possibile connessione fra questa costellazione ed Eracle.

Secondo il mito, Orione era figlio di Poseidone, il dio del mare, ed Euriale, figlia del Re Minosse di Creta. Poseidone diede a Orione il potere di camminare sull'acqua. Omero nell'Odissea descrive Orione come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. In cielo i cani del cacciatore (le costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore) lo seguono dappresso, all'inseguimento della Lepre.

Sull'isola di Chio, Orione corteggiò Merope, figlia del Re Enopione, apparentemente senza successo, dato che una notte, reso spavaldo dal vino, cercò di violentarla. Per punirlo, Enopione lo fece accecare e lo bandì dall'isola. Orione si diresse a nord verso l'isola di Lemno dove Efesto aveva la sua fucina. Efesto s'impietosì alla vista di Orione cieco e gli offrì come compagno e guida uno dei suoi assistenti, Cedalione. Con il giovane sulle spalle, Orione si diresse a est verso il punto in cui sorgeva il sole, dove, a detta di un Oracolo, gli sarebbe stata restituita la vista. E infatti quando all'alba i raggi prodigiosi del Sole caddero su quegli occhi spenti, Orione miracolosamente ebbe resa la vista.

In un mito celeste Orione è legato all'ammasso stellare delle Pleiadi del Toro. Le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione. La storia che si racconta solitamente dice che Orione s'innamorò delle Pleiadi e le perseguitò con intenti amorosi. Ma secondo Igino, chi lui veramente voleva in realtà era la loro madre Pleione. Zeus agguantò tutto il gruppo e lo sistemò fra le stelle, dove Orione continua a incalzarlo ogni notte.

Ci sono numerose e conflittuali storie sulla morte di Orione. Mitografi astronomi come Arato di Soli, Eratostene e Igino concordarono che vi fu implicato uno scorpione. Una versione, quella raccontata sia da Eratostene che da Igino, sostiene che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli disse ad Artemide, la dea della caccia, e alla madre di lei, Latona, che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presentuoso. Arato, invece, dice che Orione tentò di rapire la vergine Artemide e che fu lei a causare la spaccatura della Terra dalla quale uscì lo scorpione. Ovidio ha ancora un'altra versione: dice che Orione fu ucciso nel tentativo di salvare Latona dallo scorpione. Anche la dislocazione è diversa. Eratostene e Igino dicono che la morte avvenne a Creta, ma Arato la fa accadere a Chio.

In entrambe le versioni il risultato fu che Orione e lo scorpione (la costellazione dello Scorpione) furono sistemati su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest. «L'infelice Orione teme ancora di essere ferito dal pungiglione velenoso dello scorpione», notò Germanico Cesare.

Una storia molto diversa, anche questa raccontata da Igino, è quella che Artemide amava Orione e stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di rinunciare al voto di castità per sposarlo. Essendo i più grandi cacciatori maschio e femmina, avrebbero formato una coppia formidabile. Ma ad Apollo, il fratello gemello di Artemide, l'accoppiamento non piacque. Un giorno, mentre Orione nuotava, Apollo finse di voler mettere alla prova l'abilità di Artemide al tiro con l'arco e la sfidò a colpire un piccolo oggetto nero che ballonzolava fra le onde. Artemide lo trafisse al primo colpo e rimase inorridita nello scoprire che aveva ucciso Orione. Affranta, lo pose fra le costellazioni.

C'è una storia strana e persistente a proposito della nascita di Orione, che spiega la versione più antica del suo nome, Urione (ancora più vicina all'originale sumero URU AN-NA). Secondo questa storia a Tebe viveva un vecchio agricoltore di nome Irieo. Un giorno egli offrì ospitalità a tre stranieri di passaggio che, guarda caso, erano gli dei Zeus, Poseidone ed Ermete. Dopo che ebbero mangiato, i visitatori gli chiesero se ci fosse qualcosa che desiderasse. Il vecchio confessò che gli sarebbe piaciuto avere un figlio e i tre dèi gli promisero di appagare il suo desiderio. Si misero tutti e tre in piedi davanti alla pelle del bue che avevano appena consumato e vi urinarono sopra, poi dissero a Irieo di seppellirla. Da quella, a tempo debito, nacque un bambino che Irieo chiamò Urione dato il modo in cui era stato concepito.

Orione è una delle poche costellazioni in cui la stella Alfa non è la più brillante. La stella più brillante di Orione è infatti Beta di Orione, chiamata Rigel dall'arabo rijl che significa «piede», dato che Tolomeo la descrisse come quella che segnava il punto del piede sinistro di Orione. Rigel è una stella supergigante brillante blu-bianca.

Alfa di Orione si chiama Betelgeuse, uno dei nomi di stelle più famoso ma frainteso. Viene dall'arabo yad al-jauza, spesso erroneamente tradotto come «ascella di quello centrale». In effetti significa «mano di al-jauza». Chi (o cosa) era al-jauza? È il nome che gli Arabi diedero alla figura della costellazione che essi vedevano in questa zona, probabilmente una figura femminile che includeva le stelle sia di Orione che dei Gemelli. La parola al-jauza apparentemente viene dall'arabo jwz che significa «mezzo», quindi la migliore traduzione che i commentatori moderni possono offrire è che al-jauza significhi qualcosa di simile a «quella femmina in mezzo». Il riferimento al «mezzo» può avere a che fare con il fatto che la costellazione si trovi a cavallo dell'equatore celeste. Da come la descrisse Tolomeo nel suo Almagest, Betelgeuse rappresenta la spalla destra di Orione. I Greci non diedero un nome né a Rigel né a Betelgeuse, cosa che sorprende data la brillantezza delle due stelle. Betelgeuse è una stella rossa supergigante, il cui diametro supera di parecchie centinaia di volte quello del Sole, così grande che si espande e si contrae, cambiando leggermente di brillantezza in questo procedimento.

La spalla sinistra di Orione è segnata da Gamma di Orione, nota come Bellatrix, un nome latino che significa «la guerriera». La stella che segna il ginocchio destro del cacciatore, Cappa di Orione, si chiama Saiph. Questo nome viene dall'arabo «spada» e chiaramente è attribuito erroneamente. Le tre stelle che formano la cintura - Zeta, Epsilon e Delta di Orione - si chiamano Alnitak, Alnilam e Mintaka. Sia Alnitak che Mintaka vengono dalla parola araba che significa «cintura» o «guaina». Alnilam viene sempre dall'arabo e significa il «filo di perle», un altro riferimento alla cintura di Orione.

Sotto alla cintura c'è una macchia nebbiosa che segna la spada del gigante. Questa è la dislocazione della Nebulosa di Orione, uno degli oggetti celesti più fotografati, una massa di gas da cui nasce in continuazione un ammasso di stelle. Il gas della Nebulosa brilla della luce delle stelle che man mano le si formano dentro; nelle notti chiare è visibile a occhio nudo.

[modifica] Note

[modifica] Altri progetti

[modifica] Voci correlate

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