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Gustav Mahler - Wikipedia

Gustav Mahler

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Gustav Mahler nel 1909

Gustav Mahler (Kalischt7 luglio 1860 – Vienna18 maggio 1911) è stato un compositore e direttore d'orchestra austriaco di origine boema.

Indice

[modifica] Biografia

Nacque a Kalischt (Boemia, nell'Impero Austro-Ungarico, oggi in Repubblica Ceca) da Bernhard e Mary Hermann (i quali, lo stesso anno, si trasferirono ad Iglau), sviluppò presto una particolare passione per la musica. La sua infanzia fu molto triste, costellata dalla morte di diversi dei suoi fratelli.

Aiutato dal padre (e dal maestro Epstein), che in giovinezza strimpellava il violino, nel 1875 riuscì ad entrare al conservatorio di Vienna, che frequentò tre anni, ottenendo consensi e suscitando gelosie probabilmente a causa del suo brutto carattere. In questo clima strinse una buona amicizia con Hugo Wolf, Hans Rott, i fratelli Rosè, il violinista Krizianovskij. Il sodalizio intellettuale e artistico con il compositore Anton Bruckner, si rivelò "utile" anche in campo lavorativo.

La prima composizione conosciuta di Gustav Mahler, risalente al 1876 è un Klavierquartett in la minore, nato come saggio per il conservatorio, di cui si possiede il primo tempo e 27 battute del secondo.

A parte le composizioni distrutte o incomplete del periodo giovanile, ci sono pervenuti lieder per tenore e pianoforte su testi composti dallo stesso Mahler, dedicati alla giovinetta Josephine Poisl. Del 1880 è Das Klagende Lied (Canto di lamento), ancora su testo proprio. A seguire compose i cinque Lieder und Gesänge aus der Jugendzeit (Canti della giovinezza, 1880-1883 e 1887-1890) e i Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di uno in cammino, 1884). Dopo aver completato gli studi al conservatorio Mahler ebbe, non senza qualche difficoltà, le prime esperienze in direzione d'orchestra ad Hall, Lipsia, Praga, e in seguito a Budapest, Amburgo, Vienna. Acclamato come uno dei migliori direttori d'orchestra del periodo, Mahler non riusciva ancora ad affermarsi come compositore. Nel 1888 compose la Prima sinfonia in Re maggiore Il Titano, ispirata all'omonimo romanzo di Jean Paul. La sua prima esecuzione (Budapest, 1889) fu un disastro. La sinfonia fu inizialmente concepita in cinque movimenti, poi Mahler eliminò l'andante (che portava il titolo di Blumine), il cui manoscritto fu ritrovato solo molti anni dopo la morte dell'autore e che fu eseguito per la prima volta solo nel 1967 sotto la direzione di Benjamin Britten. Dei quattro movimenti di cui si compone la versione definitiva della sinfonia il più noto è sicuramente il terzo, in cui un contrabbasso solo esegue una spettrale parodia della canzone popolare per bambini Fra Martino.

Risale a quel periodo anche il completamento dell'opera teatrale Die Drei Pintos di Carl Maria von Weber, che riscosse critiche altalenanti e comunque non riuscì a guadagnarsi un posto stabile nel repertorio dei teatri d'opera. I primi successi arrivarono invece con l'esecuzione della Seconda sinfonia (il cui primo movimento risale al 1888, ma che fu completata solamente nel 1894), detta Resurrezione. Composta in cinque movimenti, la sinfonia prevede, oltre alla smisurata orchestra tipica di quasi tutti i lavori mahleriani, l'intervento di due voci femminili soliste e del coro. Scritta dopo la morte di Hans von Bülow, è la prima delle tre sinfonie in cui Mahler rielabora temi tratti dal proprio ciclo di lieder Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo), su testi tradizionali tedeschi raccolti o in parte composti da Clemens Brentano. Uno di questi lieder, La predica di Sant'Antonio di Padova ai pesci viene letteralmente trascritto come scherzo della sinfonia. L'ultimo movimento è basato su un corale di Friedrich Gottlieb Klopstock.

La Terza sinfonia, composta tra il 1894 e il 1896, ma eseguita per la prima volta solo nel 1902), in re minore, è la più lunga mai scritta (circa 95 minuti di musica, divisa in ben sei movimenti). Il lunghissimo primo tempo (oltre mezz'ora di durata) inizia con un plastico tema, eseguito da otto corni all'unisono, che non viene mai sviluppato e solo dopo una smisurata e cupa introduzione il movimento si trasforma a poco a poco in una marcia quasi orgiastica, in cui alcuni hanno visto la descrizione del risveglio del dio Pan (ma Richard Strauss vi vedeva il corteo dei lavoratori in marcia per la festa del primo maggio!). Il secondo movimento è un minuetto con il sottotitolo “Quello che i fiori narrano” che guarda decisamente alle atmosfere ovattate del classicismo mozartiano. Il terzo movimento è una specie di cavalcata notturna con motivi rielaborati dal Wunderhorn, inframmezzato da lunghe oniriche frasi affidate ad una cornetta da postiglione (flicorno) posta dietro le quinte. Anche qui c’è un sottotitolo: “Quello che gli animali mi narrano”. Nel quarto e quinto tempo Mahler fa di nuovo ricorso alla voce umana (lied per contralto, coro e orchestra che porta il sottotitolo: “Quello che sussurra la notte”). Nel quarto movimento un contralto intona alcuni versi tratti da Also sprach Zarathustra di Friedrich Nietzsche: il movimento è strutturalmente diviso in due strofe inframmezzate da un interludio orchestrale in cui sembra di sentire una reminiscenza della famosa canzone spagnola "La Paloma". Il quinto tempo (“Quello che esprime il mattino”) è un breve lied di nuovo tratto dal Wunderhorn, intonato da un coro femminile con l'accompagnamento di un coro di bambini che imita onomatopeicamente il suono delle campane, rappresentando gli angeli. La sinfonia si conclude con un vastissimo Adagio in re maggiore (“Quello che l’amore narra”), introdotto da una lunga frase degli archi che sfocia nel tema principale, una sorta di corale che viene sviluppato nel corso del movimento fino ad apparire alla fine gridato a piena voce da tutta l'orchestra. Il VI movimento chiude quindi il ciclo sinfonico, che nel caso della III sinfonia rappresenta la nascita della vita, riappacificando il groviglio sonoro creato con i movimenti precedenti.

Nel 1901 Mahler incontrò Alma Schindler, di circa vent'anni più giovane di lui e che sarebbe diventata sua moglie. In quel periodo dirigeva a Vienna, tra contrasti di cantanti e critici, che si opponevano alle sue innovazioni delle partiture classiche.

La Quarta sinfonia (1900), in sol maggiore concluse la trilogia delle sinfonie vocali (la seconda, la terza e la quarta), tematicamente legate ai lieder in precedenza composti su testi del Wunderhorn, anche se il motivo principale del I movimento è tratto dal II tema della sonata op. 120 in mi bemolle maggiore per pianoforte di Schubert. In questo caso, l'ultimo movimento è costituito proprio da un lied inizialmente composto per la raccolta del Wunderhorn, intitolato La vita celestiale, affidato alla voce di soprano. La Quarta è, dopo la Prima, la meno estesa fra le sinfonie di Mahler ed è anche quella che prescrive l'organico strumentale meno numeroso. Consta di quattro tempi: un allegro (anch'esso ricco di reminiscenze tematiche dal "Wunderhorn"), uno scherzo a cui la presenza di un violino accordato un tono sopra gli altri strumenti conferisce un tono a tratti spettrale, un vasto andante e appunto il lied finale. Theodor Adorno dice del sonaglio che suona all'inizio: "È veramente un campanello birbone, che senza dirlo dice: - Nulla di ciò che state ascoltando è vero"

A pochi anni prima risale la sua conversione al cristianesimo.

Del periodo 1901-1902 sono i cinque lieder su testi di Rückert, per voce e orchestra.

I Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti), sempre su testi di Rückert, furono ultimati nel 1904.

Al mondo poetico di questi due ultimi cicli liederistici si richiamano la Quinta, la Sesta e la Settima Sinfonia.

La Quinta sinfonia, in do diesis minore è del 1903. È anche l'unica sinfonia su cui Mahler tornerà più volte fino alla fine della sua vita, perché non era mai del tutto soddisfatto della strumentazione: la scrisse durante le estati del 1901 e 1902, ma la revisionò per ben sei volte, sia prima della "prima" del 1904 a Colonia, sia dopo, ritoccandone continuamente l'orchestrazione. Consta di cinque movimenti, divisi in tre parti. La prima parte è costituita dai primi due movimenti, fra loro tematicamente legati. Il primo è una marcia funebre in cui compare di nuovo in modo prepotente il gusto sardonico di Mahler; il secondo movimento, in forma sonata e in la minore, è in un tempo agitato e verso la fine presenta un luminoso tema in modo maggiore che tornerà nel finale della Sinfonia. La seconda parte è costituita per intero da un vastissimo Scherzo in re maggiore, in cui le reminiscenze di Wagner si mescolano con quelle del valzer viennese: quasi un compianto anticipato per un mondo (quello della Vienna imperiale) che stava per finire, dieci anni prima de Il cavaliere della rosa di Strauss. L'ultima parte della Sinfonia si apre con il famoso Adagietto, in fa maggiore, forse la pagina più nota di Mahler, utilizzato poi da Luchino Visconti per la colonna sonora del film Morte a Venezia: 103 battute affidate solo agli archi e ad un'arpa. Questa pagina detiene forse un record fra tutti i brani di musica classica: quello della maggiore differenza di durata che è possibile riscontrare fra le varie esecuzioni. Infatti, molti direttori affrontano (metronomo alla mano, più correttamente) questo Adagietto facendolo durare circa otto minuti (probabilmente anche Mahler stesso lo dirigeva così, come possiamo desumere dal raffronto con le incisioni del suo principale allievo, Bruno Walter), ma è possibile ascoltarne esecuzioni incredibilmente dilatate (in disco ce ne sono due molto belle, rispettivamente di Hermann Scherchen e Bernard Haitink), che sfiorano addirittura i quattordici minuti. La sinfonia si conclude poi con un Allegro che riprende uno dei temi principali dell'Adagietto, eseguendolo in maniera molto più frenetica. I cinque movimenti della Quinta Sinfonia costituiscono tre parti in cui insistono sentimenti contrastanti, costituite da I e II movimento, III movimento in cui c’è un assolo di corno e IV E V movimento. L’apparato strumentale è più vicino alla II sinfonia. La prima parte è carica di lungimiranze espressionistiche e si avvicina al Quartetto per Archi Op.3 di Alban Berg, specialmente per l’aspetto lamentoso, con gli ottoni strutturati in forma di corale. La seconda parte è stata definita “seducente” da alcuni critici per l’uso abbondante dei corni, che svolgono una funzione evocativa; il terzo movimento in particolare alterna fasi monumentali alla Bruckner a tratti cameristici, confermati nella loro delicatezza e intimità dalla presenza del mandolino. La terza parte, costituita dagli ultimi due movimenti, ha un aspetto ottimistico e festoso: nel quarto movimento l’organico viene ridotto ad archi e arpa mentre il quinto e ultimo movimento è un rondò di fiati.


La Sesta sinfonia, in la minore, del 1903-1904 è conosciuta comunemente come Tragica (titolo che non si deve però a Mahler). È in quattro tempi e presenta un'unità tonale del tutto inconsueta nell'autore: ben tre movimenti su quattro, infatti, sono nella tonalità di impianto. È anche l'unica sinfonia mahleriana a terminare con un movimento in tonalità minore (tutte le altre sinfonie, anche le più drammatiche, presentano un finale "positivo", come la Prima o la Quinta, o quanto meno sereno, come le tre sinfonie del Wunderhorn o la Nona).

La Settima sinfonia (1904-1905) presenta, con i suoi cinque tempi, una struttura "simmetrica". La "chiave di volta" è rappresentata dal movimento più breve, lo Scherzo, che sta in terza posizione, preceduto e seguito da due movimenti in tempo moderato, entrambi denominati "Nachtmusik" (Serenata), mentre i due movimenti estremi sono due Allegri di ampie proporzioni. Introdotto da una frase in tempo più lento, affidata a un flicorno, il primo movimento rimane incerto circa la tonalità fondamentale fra mi minore e si minore. La prima Nachtmusik si distingue per il carattere sarcastico e i ritmi a tratti da marcia (quasi una totentanz). Lo Scherzo porta la curiosa indicazione di tempo "Schattenhaft" (Tenebroso) ed è un pezzo di grande virtuosismo per tutta l'orchestra. Nella seconda Nachtmusik compaiono due strumenti non propri della musica orchestrale, una chitarra e un mandolino, che contribuiscono a dare al pezzo momenti di sonorità insolita e quasi surreale. Degno di nota in questo brano è l'incipit affidato al violino solista: si tratta di una citazione quasi letterale del celebre tema "Amami Alfredo" da La traviata di Giuseppe Verdi. Conclude la sinfonia un ampio movimento in tempo veloce, il cui tema principale (una parodistica deformazione dell'incipit dell'ouverture da I maestri cantori di Norimberga) riappare di continuo, quasi come un Leitmotiv, inframmezzato da motivetti giocosi e spesso all'apparenza banali.

La prima americana dell'Ottava Sinfonia (1916): Leopold Stokowski dirige la Philadelphia Orchestra
La prima americana dell'Ottava Sinfonia (1916): Leopold Stokowski dirige la Philadelphia Orchestra

L'Ottava sinfonia, in Mi bemolle maggiore, del 1906, detta dei mille, in riferimento al numero degli esecutori (circa mille appunto, tra strumentisti e cantanti) è considerata l'opera più problematica di Mahler. In particolare si critica la definizione di sinfonia per l'Ottava (essendo completamente cantata), rappresentando essa probabilmente il culmine di quel processo di disgregazione della forma sinfonica comune al periodo post-beethoveniano: lo stesso Mahler scrisse che si trattava di un lavoro "talmente singolare e nella forma e nel contenuto che non è possibile scriverne". Con l'Ottava, comunque, Mahler ottenne il suo successo più clamoroso e, successivamente, venne considerato l'apice della sua opera da Anton Webern, Arnold Schoenberg e Alban Berg. È motivo di discussione l'accostamento dell'inno Veni creator spiritus di Rabano Mauro, musicato nella prima parte, e la scena finale del Faust di Goethe. Schoenberg ebbe a definire le due parti "un unica idea di inaudita lunghezza e poderosa ampiezza, concepita e dominata nello stesso momento".

Venne poi composto Das Lied von der Erde (Il canto della terra), denominato Symphonie fur eine tenor- und eine alt- (oder bariton-) Stimme und Orchester, su testi di poeti cinesi. La Nona sinfonia, in Re maggiore, considerato vertice delle composizioni sinfoniche del secolo, è del 1909. La Decima sinfonia, in Fa diesis maggiore di cui è completo solo l'adagio iniziale, è del 1910. La ricostruzione effettuata da Cooke viene considerata la più attendibile.

Bisogna considerare che Mahler era separato dal classicismo brahmsiano e dalla musica a programma neotedesca; nelle sinfonie lui inseriva un "programma interiore", basato sui suoi sentimenti. Il suo linguaggio sinfonico è consapevolmente legato alla tradizione di cui però piega al massimo le possibilità (aumentando a dismisura anche la strumentazione orchestrale), creando percorsi ricchi di una logica dispersiva e ambigua che trova una disperata conciliazione nella perdita di un centro tematico in mezzo a una caotica molteplicità. Il suo stile nasce soprattutto dal dibattito sul "preoblema sinfonico" aperto insieme all'amico Bülow.

Malato gravemente di cuore all'incirca dal 1907, Mahler fu più volte costretto a sottoporsi a delicate terapie mediche, e si rivolse invano a celeberrimi specialisti che, però, non poterono far altro che constatare la gravità del suo male, una endocardite maligna ed incurabile. Tornato apposta a Vienna dall' America (dove risiedette per circa un anno e dove ottenne strepitosi successi concertistici), Mahler morì nel sanatorio di Loew nell'anno 1911. I contributi alla sua biografia ci sono dati dalla moglie Alma e dall'amica Natalie Bauer-Lechner.

[modifica] Lo stile

La musicologia ha avuto a lungo difficoltà ad inquadrare lo stile di Mahler. È risaputo che nelle sue composizioni il profondo si unisce spesso al triviale. E proprio l'accusa di trivialità è la più frequente fra i suoi detrattori: nella prima sinfonia, il tema, noto a tutti, di Fra Martino, trasformato in una marcia funebre affidata ai contrabbassi, e in Sant'Antonio di Padova predica ai pesci (uno dei lieder da Das Knaben Wunderhorn, che Mahler trascrive poi per orchestra facendone lo Scherzo della Seconda Sinfonia) si rileva un carattere grottesco e in molte altre opere il materiale tematico deriva dalla musica popolare o addirittura bandistica, genere che il compositore lamentava di non aver indagato a fondo.

Tra i più noti apologeti di Mahler ricordiamo Arnold Schoenberg e Anton Webern, che diresse varie volte le sue sinfonie (è ricordata in particolare la direzione della ottava).

Mahler non rompe il linguaggio tonale, ma lo spinge fino ai limiti delle possibilità. Quirino Principe indica un passo della seconda sinfonia: ad un certo punto appare una triade di re minore dei corni che tocca la sensibile. Il do diesis sale alla tonica, ma con molta attesa, e nella nostra mente non c'è la tonica ma la sensibile: addirittura lo stesso passaggio viene riproposto e senza risoluzione. Non è forzato soltanto il sistema tonale, ma anche il lato tecnico: è stato acutamente detto che Mahler ottiene risultati con mezzi che non si adattano affatto a ciò che vuole ottenere. È stata fatta una interessante similitudine: Mahler raggiunge un paese vicino non per la strada più semplice, ma facendo tutto il giro del mondo.

[modifica] Elenco delle opere

  1. Tre lieder per tenore e pianoforte, su testi di Gustav Mahler, dedicati a Josephine Poisl, 1880
    1. Im Lenz
    2. Winterlied
    3. Maitanz im Grünen
  2. Das Klagende Lied, su testo di Gustav Mahler. Testo ultimato il 18 marzo 1878, partitura ultimata il 1° novembre 1880.
    1. Waldmärchen
    2. Der Spielmann
    3. Hochzeitsstuck
  3. Cinque Lieder (Lieder und Gesange, vol. I), 1880-1883
    1. Frühlingsmorgen
    2. Erinnerung
    3. Hans und Grethe
    4. Serenade aus «Don Juan»
    5. Phantasie aus «Don Juan»
  4. Lieder eines fahrenden Gesellen, testo di Gustav Mahler, 1884
    1. Wenn mein Schatz Hochzeit macht
    2. Ging heut' morgen übers Feld
    3. Ich hab' ein glühend Messer
    4. Die zwei blauen Augen
  5. Sinfonia n. 1 in re maggiore, 1885(?)-1888
    1. Langsam, schleppend. Immer sehr gemachlich
    2. Andante allegretto [sic], ossia Blumine, eliminata dopo il 1894
    3. Kräftig, bewegt, doch nicht zu schnell.
    4. Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen.
    5. Stürmisch bewegt. Energisch.
  6. Nove Lieder da Des Knaben Wunderhorn, per voce e pianoforte, 1888-1891
    1. Um schlimme Kinder artig zu machen
    2. Ich ging mit Luszt durch einen grunen Wald
    3. Aus! Aus!
    4. Starke Einbildungskraft
    5. Zu Strassburg auf der Schanz
    6. Ablösung im Sommer
    7. Scheiden und Meiden
    8. Nicht wiedersehen!
    9. Selbstgefühl
  7. Dieci Lieder da Des Knaben Wunderhorn, per voce e orchestra, 1892-1896
    1. Der Schuldwache Nachtlied
    2. Verlor'ne Muh'
    3. Trost im Unglück
    4. Wer hat dies Liedlein erdacht?
    5. Dar irdische Leben
    6. Des Antonius von Padua Fischpredigt
    7. Rheinlegendchen
    8. Lied des Verfolgten im Turm
    9. Wo die schönen Trompeten blasen
    10. Lob des hohen Verstandes
    11. Es sungen drei Engel
    12. Urlicht
  8. Sinfonia n. 2, in do minore, per soprano e contralto solisti, e coro misto, 1888-1894
    1. Allegro maestoso
    2. Andante moderato
    3. In ruhig
    4. Urlicht
    5. Im Tempo des Scherzos. Wild herausfahrend. Wieder sehr breit. Ritardando. Maestoso. Wieder zurückhaltend. Langsam. Misterioso. Etwas bewegter. Mit Aufschwung aber nicht eilen.
  9. Sinfonia n. 3, in re minore, per contralto solista, coro femminile e coro di bambini, 1895-1896
    1. Kräftig.Entschieden.
    2. Tempo di minuetto: sehr mässig
    3. Comodo. Scherzando. Ohne Hast.
    4. Sehr langsam. Misterioso
    5. Lustig im Tempo und keck im Ausdruck (In tempo gioioso e sfacciato nell'espressione)
    6. Langsam. Ruhevoll. Empfunden.
  10. Sinfonia n. 4, in sol maggiore, per soprano solista, 1899-1900. Questa opera fu composta in parte mentre l'artista si trovava a soggiornare ad Abbazia (oggi in Croazia), il prestigioso centro turistico del Quarnero.
    1. Bedachtig, nicht eilen.
    2. Im gemachlicher Bewegung, ohne Hast
    3. Ruhevoll
    4. Sehr behaglich
  11. Due Lieder da Des Knaben Wunderhorn, per voce e orchestra, 1899-1901
    1. Revelge
    2. Der Tamboursg'sell
  12. Cinque Lieder su testi di Friedrich Ruckert, per voce e orchestra, 1901-1902
    1. Blicke mir nicht in die Lieder!
    2. Ich atmet' einen linden Duft
    3. Ich bin der Welt abhanden gekommen
    4. Um mitternacht
    5. Liebst du um Schoenheit
  13. Sinfonia n. 5, in do diesis minore, 1901-1903
    1. Prima parte
      1. Trauermarsch
      2. Stürmisch bewegt mit grösster Vehemenz
    2. Seconda parte
      1. Scherzo
    3. Terza parte
      1. Adagietto
      2. Rondo-Finale
  14. Kindertotenlieder, per voce e orchestra, su testi di Ruckert, 1901-1904
    1. Nun will die Sonn' so hell aufgeh'n
    2. Nun seh' ich wohl, warum so dunkle Flammen
    3. Wenn dein Mutterlein
    4. Oft denk' ich, sie sind nur ausgegangen
    5. In diesem Wetter
  15. Sinfonia n. 6, in la minore, 1903-1904
    1. Allegro energico, ma non troppo
    2. Scherzo. Wuchtig
    3. Andante moderato
    4. Finale
  16. Sinfonia n. 7, in mi minore (o in si minore), 1904-1905
    1. Langsam. Allegro risoluto ma non troppo
    2. Nachtmusik I. Allegro moderato
    3. Scherzo. Schattenhaft
    4. Nachtmusik II. Andante amoroso
    5. Rondo-finale.
  17. Sinfonia n. 8, in mi bemolle maggiore, per 3 soprani, 2 contralti, tenore, baritono e basso solisti, coro di bambini e doppio coro misto, 1906 detta anche "dei Mille".
    1. Inno Veni creator Spiritus, su testo attribuito a Rabano Mauro
    2. Scena finale del Faust di Johann Wolfgang von Goethe
  18. Das Lied von der Erde, su testi di poeti cinesi tradotti da Hans Bethge in Die chinesiche Flöte, 1908.
    1. Das Trinklied vom Jammer der Erde
    2. Der Einsame im Herbst
    3. Von der Jugend
    4. Von der Schönheit
    5. Der Trunkene im Frühling
    6. Der Abschied
  19. Sinfonia n. 9 in re maggiore, 1909
    1. Andante comodo
    2. Im Tempo eines gemachlichen Ländlers
    3. Rondo-Burleske
    4. Adagio
  20. Sinfonia n. 10 in fa diesis maggiore, 1910 (incompiuta)
    1. Andante. Adagio
    2. Scherzo
    3. Purgatorio
    4. Scherzo: Der Teufel tanzt es mit mir
    5. Finale

[modifica] Curiosità

  • Nel 1910 Mahler, colpito dalla scoperta del tradimento di sua moglie, fu consigliato di rivolgersi a Sigmund Freud, il quale lo incontrò una sola volta e quindi poté dargli solo alcuni consigli, i biografi (Quirino Principe e altri) riferiscono di un lungo colloquio di tre, quattro ore; Freud, durante l'incontro, una lunga passeggiata, seppe da Mahler che egli chiamava a volte la moglie Alma col nome della madre: Marie, e quindi formulo l'ipotesi (non la diagnosi) che Mahler fosse affetto dal c.d. "complesso della vergine Maria". Alma smentì questo fatto, fortificando la sua tesi con la prova che Mahler aveva difficoltà a pronunciare la "r", e quindi sarebbe stato scomodo per lui chiamarla Marie. Freud tempo dopo, ricordando l'episodio dichiarò: «Nessuna luce illuminò ad un certo punto i sintomi della sua nevrosi ossessiva. Era come scavare con un bastoncino in un edificio misterioso».
  • Tra i vari specialisti in cardiologia a cui Mahler si rivolse per cercare di salvarsi, va ricordato il celebre batteriologo Andrè Chantemesse, il quale fu un pioniere della scienza ma anche un uomo assolutamente privo di tatto, che molto rudemente informò il suo paziente dello stato del suo male dicendo: "Non ho mai visto degli streptococchi svilupparsi in una maniera così meravigliosa, guardi questi filamenti, sembrano alghe marine!", lasciando letteralmente Mahler ammutolito per l'orrore.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Altri progetti

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