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Correggio (pittore) - Wikipedia

Correggio (pittore)

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Antonio Allegri da Correggio

Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio1489 – Correggio5 marzo 1534) è stato un pittore italiano.

Nacque nella cittadina emiliana, nell'attuale provincia di Reggio Emilia, da Pellegrino Allegri e da Bernardina Piazzoli degli Ormani.

Uno degli elementi fondamentali dei dipinti del pittore è la luce, cui più volte l'artista ha attribuito il ruolo principale della composizione, declinata secondo un chiaroscuro morbido e delicato considerato uno dei punti di non ritorno della pittura, capace di influenzare movimenti artistici tra loro diversissimi come il barocco di Giovanni Lanfranco e Baciccio e il neoclassicismo di Anton Raphael Mengs.

Indice

[modifica] Biografia

Adorazione dei magi (1517 circa)
Adorazione dei magi (1517 circa)
Particolare della decorazione della Camera della Badessa (Parma)
Particolare della decorazione della Camera della Badessa (Parma)
Particolare della Cupola di S. Giovanni a Parma
Particolare della Cupola di S. Giovanni a Parma
Io e Zeus
Io e Zeus

Antonio Allegri detto il “Correggio” nasce a Correggio, da Pellegrino e Bernardina Piazzoli degli Ormani, nella seconda metà del Quattrocento, presumibilmente, secondo storici e critici, nel 1489. Infatti, di tutti i grandi protagonisti della sua epoca, Correggio è l’artista meno documentato e numerose sono le leggende, affermatesi nei secoli, sulla sua biografia. Tuttavia, resta importante la testimonianza di Giorgio Vasari, primo biografo del pittore, circa la morte dello stesso, che sarebbe avvenuta successivamente ad un estenuante viaggio a piedi da Parma, sotto il peso di un enorme sacco di piccole monete da un quattrino (per un totale di 60 scudi). Una leggenda che non regge all’analisi dei fatti e delle fonti, ma che rende alla perfezione le incertezze e le difficoltà di una ricostruzione puntuale e completa della vita dell’artista. Altrettanto scarse, sono le notizie sulla sua formazione artistica: pare che l’Allegri sia stato alunno di alcuni pittori locali: lo zio Lorenzo, il cugino Quirino Allegri e l’artista correggese Antonio Bartolotti. Allievo del Bianchi Ferrari a Modena, nel 1510 è a Mantova alla scuola del Mantegna dal quale avrebbe appreso la resa prospettico-illusionistica. Infatti, dal Mantegna, il Correggio assimilò i caratteri della pittura, come riscontrabile in alcune opere giovanili, e contribuì alla diffusione di un più dolce stile raffaellesco, innestando suggestioni leonardesche, specie nell’uso dello sfumato, con immagini dai contorni volutamente indefiniti e sfumati. E’ anche partecipe, nel segno di una grandissima apertura culturale, dell’esperienza dei veneziani e dei ferraresi, Cima da Conegliano, Costa, Dossi e degli artisti nordici, Dürer e Altdorfer. Testimonianza di questa fase giovanile, due capolavori: la Natività di Brera e la Madonna di San Francesco, già nella chiesa di San Francesco a Correggio e oggi a Dresda, commissionatagli nel 1514. Inoltre, gli studiosi sono concordi nel datare intorno alla fine del primo decennio del Cinquecento, un viaggio a Roma dell’Allegri, che fu fondamentale per apprendere direttamente i modelli antichi e le straordinarie novità di Raffaello e del giovane Michelangelo. Fino agli anni Venti, Correggio è autore di dipinti di piccole dimensioni, destinati per lo più alla devozione privata, ad eccezione di una perduta pala della Madonna di Albinea e di un Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco, che chiude il primo periodo della sua carriera. A quel tempo l’artista risiedeva ancora nella cittadina natale, un centro per nulla secondario nella vita culturale del tempo, dove la corte di Veronica Gambara, amica di poeti quali Aretino, Ariosto, Dolce, Bembo e lei stessa finissima poetessa, aveva assicurato alla piccola contea un prestigio che andava ben oltre i confini locali. Il secondo periodo della vita del Correggio si apre nel 1520 con l’esecuzione di un’opera di elevata raffinatezza stilistica ma enigmatica e il cui retroterra culturale è sofisticato ed elitario: il Ritratto di gentildonna (variamente identificata in Veronica Gambara o Ginevra Rangone) firmato con la colta latinizzazione del suo nome: Anton(ius) Laet (us).

A Parma, in cui dipinse nel soffitto un pergolato con tondi di ghirlande da cui si affacciano dei putti, mentre nella zona inferiore inserì delle lunette a monocromo con bassorilievi anticheggianti, con un chiaroscuro tenue e vibrante.
L'anno successivo decorò l'abside e la cupola della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma, di cui oggi restano solo la decorazione della cupola, con la Visione di san Giovanni a Patmos e la figura di apostolo nel transetto sinistro, mentre dell'Incoronazione della Vergine rimane solo un frammento nella Galleria Nazionale di Parma. Nella cupola usa lo sfondato, cioè simula un cielo aperto con le monumentali figure degli apostoli a fare da corona, seguendo il perimetro della cupola, al Cristo sospeso a mezz'aria. Il tono cromatico forte e violente accresce la suggestione della scena, a questi affreschi si ispirerà tutta la successiva pittura barocca.

Stipula il contratto per la decorazione del coro e della cupola della cattedrale di Parma nel 1522 e si stabilisce in questa città. Nella cupola è la scena dell'Assunzione della Vergine in cui una moltitudine di angeli a cerchi concentrici accompagnano l'ascesa della Madonna su un cielo nuvoloso, qui le figure perdono la individualità, diventando parte integrante di una grandioso scena corale, esaltata e maggiormente unificata dall'uso di tinte chiare, leggeri e fluenti che creano un continuo armonico fino al punto di volta.

Tra il 1527 e il 1528 realizzò la Pala della Madonna di san Gerolamo detta Il Giorno (oggi in Galleria Nazionale a Parma), costruita sulla linea orizzontale che parte dalla testa del santo a sinistra e passa per tutti i volti dei maggiori protagonisti della scena.

Tra il 1524 e il 1527 eseguì la tela con Giove e Antiope, oggi conservata al Louvre. Forse in pendant con L'educazione di Amore della National Gallery di Londra, che rappresenta l'Amore celesta, mentre questa tela rappresenta l'Amore terrestre, forse le tele sono state realizzate per il conte mantovano Nicola Maffei, nella cui casa si trovavano nel 1536.

Tra il 1529 e il 1530 realizzò l'Adorazione dei Pastori (oggi a Dresda), di ambientazione notturna (nota come La Notte)e costruita su le linee oblique che si incontrano ad x nel punto luminoso interno al dipinto costituito dal Bambino, da questo punto partiranno le ricerche sulla luministica dei Carracci.

Ormai affermato e stimato dalle corti padane, gli ultimi anni di vita li trascorrerà nel tentatico di esaudire le numerose richieste di opere che gli provenivano da molti signori locali ed in particolare da quelle mantovane; non è casuale che nelle collezioni Gonzaga, si trovassero Venere con Mercurio e Cupido (L’Educazione di Amore) e Venere e Cupido con un satiro (ambedue 1527-28), poi acquistate da Carlo I d’Inghilterra nel 1628. Inoltre, Isabella d’Este, marchesa di Mantova, commissionò all’Allegri le due opere che avrebbero completato la decorazione del suo studiolo nel Palazzo Ducale di Mantova, certamente l’ambiente per lei più caro ed intimo. Vennero così realizzati verso il 1531, l’Allegoria del Vizio e l’Allegoria della Virtù, affreschi che rappresentano uno dei punti più alti della sua pittura e che prelusero, in un certo senso, ai quattro capolavori con i quali si concluse la sua attività: gli Amori di Giove (Danae, Leda e il cigno, Ganimede e l'aquila, Giove e Io), commissionatigli dal duca Federico II Gonzaga negli anni Trenta del Cinquecento. Rientrato in patria, Correggio vi morì improvvisamente il 5 marzo 1534. Il giorno seguente fu sepolto in San Francesco a Correggio vicino al suo capolavoro giovanile, la celebre pala di San Francesco oggi a Dresda.

[modifica] Opere

[modifica] Musei

Elenco dei musei che espongono opere dell'artista:

[modifica] Bibliografia

  • R. Longhi, Il Correggio e la Camera di San Paolo a Parma, Genova 1956
  • R. Longhi, Le fasi del Correggio giovine e l'esigenza del suo viaggio a Roma, in "Paragone", maggio 1958, pp. 34-53, ripubbl. in Da Cimabue a Morandi, saggi di storia della pittura italiana scelti e ordinati da Gianfranco Contini, Milano 1978, pp. 711-726
  • P.Piva, E. Dal Canto, "Dal Correggio a Giulio Romano. La committenza di Gregorio Cortese", Mantova 1989
  • M. Di Giampaolo, Correggio disegnatore, Milano 2001
  • E. Riccomini, Sette saggi sul Correggio, Milano 2003
  • F. Tonelli, Per Correggio, Parmigianino, Anselmi, Bedoli e l'architettura, in Parmigianino e la scuola di Parma, atti del convegno, Viadana 2004
  • M. Spagnolo, Correggio, geografia e storia di una fortuna, Correggio 2005
  • E. Riccomini, Correggio, Milano 2005
  • G. Adani, Correggio pittore universale, Correggio 2007

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[modifica] Collegamenti esterni

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