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Anversa - Wikipedia

Anversa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando il comune in provincia dell'Aquila, vedi Anversa degli Abruzzi.
Anversa
Anversa - Bandiera
Anversa - Stemma
Panorama di Anversa
Nome ufficiale: Antwerpen
Stato: bandiera Belgio
Regione: Bandiera Fiandre
Provincia: Anversa
Arrondissement: Anversa
Coordinate: 51°13′N 04°23′E / 51.217, 4.383
Altitudine:  m s.l.m.
Superficie: 204,51 km²
Abitanti: 464.038  (01-07-2006)
Densità: 2269,1 ab./km²
Comuni contigui:
CAP: 2000-2660
Prefisso tel: 03
Targa:
Status:
Codice comunale: {{{codiceComune}}}
Sindaco:
Anversa (Belgio)
Anversa
Anversa
Sito istituzionale


Anversa (in neerlandese Antwerpen) è una città del Belgio, la più importante nella regione delle Fiandre, una delle tre regioni del Belgio.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Ascesa

Situata sulla riva destra della Schelda, a circa 90 km dal mare del Nord, Anversa doveva la propria importanza alla sua vantaggiosissima posizione geografica.

Le prime notizie della città risalgono al 640, allorché Sant'Amando di Maastricht per primo vi predicò e vi costruì una chiesa; sugli antichi insediamenti di pescatori, la città iniziò a svilupparsi soprattutto grazie all'opera di bonifica operata da alcuni Benedettini irlandesi, che durante il IX secolo vi costruirono una fortezza e decisero di stabilirvisi. Fu soprattutto nel XIII secolo, quando le venne riconosciuto il titolo di città, che Anversa cominciò ad essere visitata dai mercanti italiani, ed iniziò ad acquisire rinomanza come centro mercantile.

Al principio del XIV secolo era già divenuta un importante centro di transito del traffico commerciale tra la Germania e il mare del Nord, in concorrenza con Bruges, che nei primi decenni del XV secolo fu nettamente superata.
Fu però solo durante il XVI secolo che Anversa acquistò straordinaria importanza a livello europeo, e sulle banchine del suo porto iniziarono ad approdare in gran numero navi cariche di mercanzie provenienti da ogni dove: bianche e carezzevoli lane inglesi, zucchero di canna indiano, cuoi, odorose spezie, drappi inglesi, legname svedese e allume italiano.

Francesco Guicciardini fa coincidere ciò che denomina "il secondo augumento de più notabili, che ha fatto questa città tanto grande, ricca e famosa" con l'influenza dei Portoghesi, che in seguito a "meravigliosa e stupenda navigazione […] cominciarono a condurre le spezierie e le drogherie d'India in Portogallo e poi di Portogallo condurle alle fiere in questa terra", togliendone così il monopolio ai veneziani che lo detenevano da tempo. Questo commercio, insiste Ludovico, "attrasse a poco a poco gli Alemanni" e "parecchie onorate case di Spagnoli". "Et così intorno all'anno MDXVI, seguitando l'un l'altro, tutti i mercanti forestieri, in Bruggia residenti, eccettuato parte degli Spagnoli, che là restarono, vennero con non minor danno di quella città, che profitto di questa, qua a dimorare!"

Infatti verso la fine del XV secolo a causa di varie circostanze si colloca il declino di Bruges. Ad esso corrispose un crescente sviluppo della prosperità di Anversa, "che attirò da Bruggia […] quando manco l'aspettava e più insuperbiva" le più importanti casate di banchieri "tutte famiglie di gran seguito, e di grandissimo traffico" come i Welser e i Fugger.
Questi ultimi erano senz'altro i più ricchi e potenti finanzieri del '500. Agli inizi del '400 non erano altro che una famiglia di tessitori di Augusta che incominciava ad estendere la propria attività al commercio; ma tra la fine del '400 e i primi decenni del '500, essi avevano già dato vita ad una straordinaria fortuna.
L'azienda, organizzata sul modello delle compagnie italiane, assunse in breve tempo rilevanti proporzioni, adeguate a gestire un volume di affari che non conosceva più frontiere. La loro ricchezza si fece proverbiale, tanto che in Spagna si usava comunemente dire "rico como un Fucar".
I Fugger arrivarono in città con un seguito di fattori, ministri, servitori; e soprattutto, con i loro capitali portando una nuova ventata di prosperità all'intera metropoli.

"Il terzo e fresco augumento" viene poi fatto iniziare "dopo la passata di monsignore di Lungavalle e di Martino Van Raffem", quando "si risuolarono prudentissimamente di fabbricare la predetta muraglia". Ovvero nel 1542, anno della costruzione delle nuove mura della città, e dell'assorbimento di alcune importanti fiere e traffici commerciali: "di questa maniera in breve tempo, è tanto aumentata e aggrandita questa città, che se tu ne cavi Parigi, non troverai di qua dai monti terra più ricca". Difatti anche in Anversa si svilupparono le fiere. "La fiera è baraonda" - dice Braudel - "fracasso, musica popolare, festa, il mondo alla rovescia, disordine, talvolta tumulto".
Era così anche in Anversa, ove si tenevano come ricorda il Guicciardini quattro fiere annuali "molto privilegiate", all'interno delle quali si svolgevano numerose operazioni mercantili. Le maggiori erano due: la Sinksenmarkt e la Bamismarkt. Entrambe si protraevano per circa sei o sette settimane: la Sinksenmarkt, fiera di Pentecoste, iniziava a giugno e si concludeva ad agosto inoltrato, e la Bamismarkt, fiera di San Bavo, che iniziava in settembre e si concludeva a metà novembre.
Entrambe queste fiere erano frequentate da mercanti provenienti da ogni paese d'Europa e vedevano, anche, un'enorme partecipazione popolare.
Anche Dürer riferisce di essere stato durante il suo quinto soggiorno in Anversa ad una fiera "quella dei cavalli", "nelle quali fiere" - ci dice il Guicciardini - "da ogni banda del paese e di fuora infino di Danimarca viene quantità grandissima di cavalli di ogni sorte, che veramente fa bel vedere e buon provvedersi".

Lo sviluppo di Anversa fu rapido, fra il 1505 e il 1545 i proventi della sua dogana raddoppiarono. Nella città della Schelda si ridistribuivano le spezie e il sale del Portogallo, si introducevano le drapperie inglesi per il finissaggio e la tintura, ma anche i vini di Spagna e di Francia, lo zucchero dei Tropici, il legno svedese e l'allume italiano.
Così la città fungendo da collegamento tra il bacino mediterraneo e quello baltico, divenne il baricentro dei traffici internazionali; furono questi la vera sorgente delle sue fortune.

Castello "Het Steen"
Castello "Het Steen"

È tra il 1535 e il 1557 che si può collocare il periodo più florido per lo sviluppo della città; quando arrivano dalla Spagna in direzione del porto della Schelda, enormi quantità di argento e oro americano.
Il picco, sia in popolazione che in prosperità, venne raggiunto però solo un po' più tardi, nel 1566. La popolazione toccò un apice di circa 100.000 abitanti, un numero decisamente enorme per quei tempi, anche per una città che come Anversa, solo nel 1496 ne poteva già contare circa 40.000.
Un tale aumento di popolazione non era certo da attribuirsi ad un naturale incremento, bensì alla consistente presenza di immigrati, i quali, come nota Braudel: "non sempre sono uomini di fatica o di qualità mediocre" ma anzi: "spesso recarono tecniche nuove non meno indispensabili alla vita urbana delle loro persone".
L'immigrazione che interessò la città fu appunto un'immigrazione di alto livello. Banchieri e mercanti attratti dallo sviluppo economico incominciarono ad arrivare fin dagli inizi del XVI secolo. Un così rapido sviluppo del numero degli abitanti provocò, come non è difficile intuire, una crisi degli alloggi. A questa, la città fece fronte costruendo numerose nuove abitazioni, strade e mura, che trasformarono fortemente l'intera struttura urbana della città.
Il Guicciardini, che si trovava in Anversa durante questi anni, ci lascia la descrizione di una città abbondante di ogni mercanzia: "Anverfa – dice – è benissimo provveduta di vettovaglie, perché oltre a quelle che i forestieri di ogni parte ci conducono, molti provveditori di tutta la provincia […] con gran provvigione giornalmente ci concorrono, talché non solamente abbondanza di ogni cosa per il vitto ordinario ci si trova ma ci si trova ancora abbondanza grandissima per ogni estraordinario".

Tuttavia come ci spiega Braudel, i motivi dell'ascesa della città, che in pochi anni riuscì a divenire la vera capitale dell'Atlantico, sono i più svariati. Si trattò di un fenomeno complesso non riconducibile né al semplice fatto che i maggior consumatori di spezie si trovavano nel Nord, né al fatto che Venezia era ormai stata messa fuori gioco.
Infatti se è vero che Anversa si sostituì a Bruges è però altrettanto vero che essa si pose al centro dell'intera economia internazionale, cosa che Bruges non era mai riuscita a fare. "Anversa dunque non fu la semplice erede della vicina rivale […] fu lo spostamento delle rotte mondiali alla fine del secolo XV, insieme all'abbozzo di un economia atlantica, a decidere della sua sorte: per lei tutto cambiò nel 1501, con l'arrivo sulle banchine della Schelda di una nave portoghese carica di pepe e di noce moscata. Altre ne seguirono".

[modifica] Decadenza

Al periodo di ascesa iniziato durante i primi decenni del Cinquecento e culminato tra il 1535 e il 1557, seguì la crisi e l'inesorabile periodo di discesa.
La crescita della città fu infatti interrotta sul finire del secolo, dagli eventi della Rivolta dei Paesi Bassi. La funzione di Anversa andò così mutando, e il suo ruolo di emporio del mondo, riducendosi progressivamente.

Già dall'inverno del 1564 le cose avevano iniziato a peggiorare. Il clima era stato particolarmente rigido, avanzava sempre più l'interramento della Schelda, e, proveniente dalla Francia, aveva iniziato ad affermarsi tra le fila degli artigiani la dottrina calvinista.
Inoltre, se è vero che Anversa era sempre stata una tra le città più tolleranti d'Europa dove avevano trovato rifugio anche gli anabattisti e gli ebrei, con l'ascesa al trono del nuovo re Filippo II le cose erano destinate a cambiare profondamente.

La cattedrale di Anversa
La cattedrale di Anversa

Governare i Paesi Bassi era una fortuna. Ne sapeva qualcosa Carlo V che pare ne ricavasse ogni anno risorse sette volte superiori a quelle che ricavava dall'America; ma non era facile. Carlo vi era riuscito rispettando la tradizione autonomista di quella regione.
La politica di Filippo II rappresentò dunque una brusca inversione di tendenza, che gli fece guadagnare in un sol colpo l'opposizione di tutte le famiglie aristocratiche, dai ricchi borghesi alle classi cittadine.
Filippo II si mosse fin dall'inizio con molta intransigenza. "Potete assicurare a Sua Santità" –scrisse all'ambasciatore Spagnolo a Roma nel 1566- "che piuttosto che permettere il minimo danno alla religione e al servizio di Dio, perderei tutti i miei stati e cento vite, se le avessi; perché né mi propongo né desidero essere sovrano di eretici". Fece pubblicare le risoluzioni del concilio di Trento, e ne pretese la rigida applicazione, dando ordine di perseguitare con il massimo rigore i protestanti. Dalla lontana Castiglia non si mostrò dunque in grado di comprendere adeguatamente le caratteristiche particolari di quella parte del suo impero così distante, sia geograficamente che culturalmente, dalla Spagna.

La rivolta ebbe inizio nel 1566, proprio dagli strati popolari delle città dove il Calvinismo era penetrato maggiormente: Anversa, Bruges, Tournai, Gand, e Ypres.
Filippo inviò nei Paesi Bassi alla testa di un potente esercito il duca d'Alba, il quale eseguì con la massima severità le istruzioni del suo sovrano. Dal 1567 al 1573 i soldati del duca procedettero a una sistematica repressione che soffocò la rivolta nel sangue. La "furia spagnola" suscitò una grande impressione in tutta Europa; veri e propri massacri si abbatterono sulla popolazione inerme, sulle donne e i bambini, numerose case furono incendiate, e migliaia di persone furono sottoposte a riscatto e spesso assassinate. Così scriveva un mercante che si trovava allora ad Anversa: "Las cosas de la tierra andan de peor en peor y sin esperansa de ninguna salud"; e non diversamente descrive la situazione un suo contemporaneo, anch'esso in Anversa durante quei difficili giorni: "Mataron al entrar mucha gente, y despuesde ganada la villa, començo el saco que durò 3 dias […] Usòse en el todo lo que en semejantes tiempos se suole hacer, sin tener respecto a estranjeros ni naturales, que todos pasaron por una medida, y hubo personas a quienes costò el rescate de su casa 6.000 ducatos […] Con este desventurado suçeso no se trata de negoçios ni a cobrar maravidì, y todo bate en buscar dinero pera pagar a los soldatos y llevar la Moneda lo que cada uno tiene para hacer dinero".

Se la prosperità economica della città era stata sempre favorita da una tolleranza largamente praticata, disastrose furono le conseguenze della politica di Filippo II. Essa provocò infatti, l'inevitabile esodo di numerosi mercanti che in Anversa cominciavano a non sentirsi più al sicuro; Luis Alvares Caldeira scrisse a Simon Ruiz: "Las naciones se van saliendo daquì poco a poco para Colonia, y lo mismo haré yo en fin déste, si no oviera otra cosa de por medio que me lo impida".

La partenza di questi mercanti, che erano il vero cuore pulsante per l'economia della città, e l'interruzione dei lavori che si erano iniziati sul fondo della Schelda per poter permettere anche alle navi più pesanti di raggiungere Anversa, provocarono l'inevitabile decadenza della città, che andò perdendo per sempre parte della sua influenza a livello europeo. Ma il vero dramma per la città sarà proprio la riconquista dopo un lungo assedio da parte di Alessandro Farnese, un avvenimento che, come ha scritto Pirenne, trasformò Anversa da piazza marittima a città mediterranea.

[modifica] Secoli XVII-XIX

Il riconoscimento dell'indipendenza delle Province Unite da parte della Pace di Westfalia del 1648 sanciva che la Schelda fosse chiusa alla navigazione, il che rovinò le attività commerciali di Anversa. Questa proibizione rimase in vigore fino al 1863, anche se i regolamenti vennero mitigati durante l'occupazione francese dal 1795 al 1814 e poi durante il periodo in cui il Belgio fu una parte del regno dei Paesi Bassi (dal 1815 al 1830). Anversa raggiunse il culmine del suo declino nel 1800, quando contava meno di 40.000 abitanti e Napoleone, conscio della sua importanza strategica, stanziò due milioni per la costruzione di due docks e di un molo. Nel 1830, la città fu presa dagli insorti belgi, ma la cittadella continuò ad essere in mano alla guarnigione olandese al comando del generale David Hendrik Chassé. Per un certo periodo Chassé sottopose la città a un periodico bombardamento, che inflisse molti danni e al termine del 1832 la cittadella stessa fu assediata dall'esercito francese. Durante quest'attacco la città fu ulteriormente colpita. Nel dicembre del 1832, dopo una strenua difesa, Chassé ottenne una resa onorevole.

[modifica] Secolo XX

Anversa fu la prima città ad ospitare i Campionati mondiali di ginnastica, nel 1903. Durante la Prima guerra mondiale, la città fu meta della ritirata dell'esercito belga dopo la sconfitta di Liegi. Fu presa dopo intensi combattimenti dall'esercito tedesco e i belgi furono costretti a ritirarsi più a ovest.

Anversa ospitò la VII Olimpiade. Durante la Seconda guerra mondiale la città fu occupata dai nazisti nel maggio 1940 e fu liberata dall' 11ma divisione britannica, che fece il suo ingresso in città il 4 settembre 1944. Come risposta, i tedeschi tentarono di distruggere il porto di Anversa, che era usato dagli alleati per sbarcare materiale bellico. Migliaia di missili V1 e V2 colpirono a tappeto la città, che fu il principale bersaglio di missili V2 durante l'intera guerra. Tuttavia, l'attacco non ebbe successo nel distruggere il porto, poiché molti missili caddero su altre parti della città. In conseguenza, la città fu pesantemente danneggiata e fu ricostruita dopo la guerra in stile moderno. Dopo la guerra, Anversa, che già aveva una considerevole popolazione ebraica, divennero ancora una volta il maggior centro europeo dell'Ebraismo ortodosso Haredi (e particolarmente Chassidim).

La fortezza della vicina Breendonk - Fort Breendonk - fu adibita dai nazisti a campo di prigionia dal settembre 1940 al settembre 1944.

[modifica] Suddivisione amministrativa

Distretti del comune

Il comune è costituito dai seguenti distretti:

  1. Anversa (distretto)
  2. Berchem
  3. Berendrecht-Zandvliet-Lillo
  4. Borgerhout
  5. Deurne
  6. Ekeren
  7. Hoboken
  8. Merksem
  9. Wilrijk

[modifica] Luoghi d'interesse

[modifica] Illustri cittadini di Anversa

[modifica] Nati ad Anversa

Abraham Ortelius
Abraham Ortelius
Antoon van Dyck
Antoon van Dyck

[modifica] Gemellaggi

Anversa ha relazioni anche con le città di:

[modifica] Personaggi illustri

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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