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Alvar Aalto - Wikipedia

Alvar Aalto

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« Analizzando i bisogni essenziali dell'uomo, l'architetto può risolvere anche i principali problemi di complicati lavori di costruzione »
(Alvar Aalto)

Hugo Alvar Henrik Aalto (Kuortane3 febbraio 1898 – Helsinki11 maggio 1976) è stato un celebre architetto, designer e accademico finlandese, esponente di spicco dell'architettura organica di stampo europeo, appartenente alla cosiddetta seconda generazione dei maestri del movimento moderno.

Indice

[modifica] Biografia

Figlio di un ingegnere agrimensore finlandese, Johan Henrik Aalto, e di una postina svedese, Selly (Selma) Matilda Aalto (o.s. Hackstedt), iniziò la sua attività nello studio del padre. Si diplomò alla Teknillinen Korkeakoulu (Scuola Politecnica) di Helsinki nel 1921. Ancora studente, costruì per i genitori, ad Alajarvi, la sua prima casa. Dopo un breve periodo nell'Ufficio Progetti dell'Esposizione di Goteborg 1923, esordì nella professione con L'Esposizione Industriale di Tampere (1922). Nel 1924 sposò Aino Marsio(1894-1949), sua compagna di Politecnico e diplomata un anno prima di lui; ebbe così inizio una collaborazione tanto intima, che per venticinque anni, finché Aino visse, tutti i progetti portarono le loro firme congiunte, benché Aino non si stancasse di ripetere: Io non creo. La creazione è soltanto di Alvar

A partire dagli anni Trenta e anni Quaranta la notorietà di Aalto esce dai confini della Finlandia.

Nel 1932 crea una serie di bicchieri con bande circolari sovrapposte, disegnando un chiaroscuro decorativo che aiuta anche nella presa.

Nel 1935 fonda, insieme alla prima moglie Aino Marsio e Marie Gullischen la nota ditta Artek, produttrice di arredi, soprattutto in legno.

Nel 1935 e nel 1939 cura i padiglioni finlandesi per le relative esposizioni universali: in questo periodo partecipa ai CIAM, è tra i redattori della Carta di Atene, e espone diverse sue opere in prestigiosi musei in Italia (V Triennale a Milano, 1933), Svizzera (Zurigo), Danimarca (Copenaghen) e Stati Uniti (MoMa).

Nel 1936 crea il famoso vaso Savoy.

Nel 1938 il Museum of Modern Art di New York organizzò una mostra delle sue opere, circolata poi in una dozzina di città. Andò allora per la prima volta in America, dove tenne conferenze all'Università di Yale. Vi tornò l'anno dopo per montare il padiglione finlandese alla World's Fair, interamente prefabbricato, come quello di Parigi, in Finlandia; il successo del padiglione contribuì a procurargli l'invito nel 1940 ad insegnare architettura al prestigiosissimo Massachusetts Institute of Technology, a Cambridge. Più tardi nel 1947 ebbe l'incarico di costruire il Dormitory della scuola, la Casa dello studente. Nel secondo dopoguerra, ottenne la cattedra di architettura ad Harvard, Nel 1949 muore la moglie Aino.

Nel 1952 si risposa con Elissa Makiniemi.


Negli anni Cinquanta Aalto divenne uno dei due poli di riflessione del Movimento Moderno, che si divideva in lecorbusieriani (razionalisti) e aaltiani (organici). Tornò in Finlandia, dove realizzò il municipio di Säynätsalo (1950-1952), e poi in Germania, per progettare il centro culturale di Wolfsburg (1958-1963) e l'Opera di Essen (1961-1964). In Italia progettò invece il centro culturale di Siena (1966) e, sempre nello stesso anno, la chiesa di Riola, vicino a Bologna.

A partire dagli anni Cinquanta comincia ad ottenere prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui si segnalano la medaglia d'oro del Royal Institute of Britsh Architects nel 1957 e la laurea ad honorem conferitagli dal Politecnico di Milano.

Nel 1965 Aalto tiene una grande esposizione nel palazzo Strozzi di Firenze, che lo celebra come uno tra i migliori artisti europei del secolo.

Nel 1967 venne inaugurato il museo Alvar Aalto -museo a Jyväskylä. Progettato dallo stesso Aalto, il museo si occupa della catalogazione, conservazione ed esposizione dell'opera dell'architetto finlandese.

Il suo ultimo progetto fu quello per l'area universitaria di Reykjavík, in Islanda (1975-1976). Morì ad Helsinki l'11 maggio del 1976.

[modifica] L'arte di Aalto

[modifica] Contesto artistico

L'attività di Aalto spaziava dal design di arredi e oggetti in vetro all'architettura e alla pittura. Dal punto di vista architettonico fu il maggior esponente dell'architettura organica europea, nonché appartenente ad una folta schiera di maestri del movimento moderno, insieme allo svizzero Le Corbusier, ed ai tedeschi Mies van der Rohe e Gropius, tutti appartenenti alla generazione di nati nel decennio del 1880. A partire da un piccolo e banale cucchiaio, fino ad arrivare ad una città intera (è autore anche dei piani regolatori per Finlandia e Svezia), l'opera di Aalto si caratterizza sotto un suo ricorrente particolare architettonico, il segno della sua "onda" (che in finlandese si dice proprio aalto).

Negli ultimi due decenni del suo mezzo secolo di attività progettuale alcuni critici hanno parlato di una involuzione classicista di Aalto, dovuta soprattutto ad un allontanamento dalla linea del neoempirismo scandinavo.

[modifica] Design

La sua collezione di vasi in vetro, chiamati Aalto, è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, e rappresenta la sua massima espressione nel campo del design.

[modifica] Architettura

La colonna portante dello stile di Aalto è innanzitutto il continuo riferimento alla tradizione del suo paese, la Finlandia, da lui molto amato e dal cui patrimonio culturale spesso attinge: un secondo punto è da cercarsi nell'attenzione verso l'individuo visto dal punto di vista psicologico.

Aalto si allontana dal razionalismo architettonico superando lo schematismo formale tramite l'utilizzo di materiali naturali (prevalentemente il legno, ma anche cemento armato e metalli) e attraverso la ricerca di linee e superfici curve, di piante aperte, attraverso una concezione dello spazio architettonico interno ed esterno unificata dall'integrazione del volume e della struttura e qualificata dalle pareti ondulate e dall'uso dell'asimmetria. Da sottolineare anche la particolare attenzione data da parte di Aalto ai particolari costruttivi e ai processi di produzione industriale. Aalto si avvicina nella realtà Europea a quella architettura organica di Frank Lloyd Wright, con una progettazione articolata, che cerca molte volte un coinvolgimento tra la costruzione progettata e l' ambiente costruito e naturale.

[modifica] Opere

[modifica] Scritti

  • Arkitektur & Samhalle (Arte e Società), Stockholm, s. d.; 1940
  • The Humanizig of architecture 1940;
  • Techological Rewiew, 1940;
  • Architectural Forum, 1940;
  • An Experimental Town, 1940;
  • Post-War Reconstruction Magazine of Art, 1940;
  • La Ricostruzione dell'Europa (conferenza), 1941;
  • Casabella, marzo 1943;
  • Rovaniemi rediviva, Arkkitehti, 1945;
  • Fine della "machine à habiter", 1946;
  • Metron, 1946;
  • Architettura e arte concreta Domus, 1947;
  • Decadenza degli edifici pubblici, Arkkitehti 1953;
  • Problemi di architettura come li concepisco nelle mie costruzioni (conferenza in Italia), 1956


[modifica] Bibliografia

  • P.Angeletti, G.Remiddi, Alvar Aalto e il Classicismo Nordico, Croma Quaderni 8, Roma 1998
  • Alvar Aalto Furniture, Museum of Finnish Architecture, Helsinki, 1984
  • Artek 1935-1985, Taideteollisuusmuseo Korkeavuorenkatu 23, Helsinki 1985
  • AA.VV., Classici Moderni, supplemento al n. 664 della rivista "Domus", Editoriale Domus, Milano 1985
  • An Architectural present - 7 approaches, Catalogo della mostra al Museum of Finnish Architecture, Helsinki 1990
  • Sembach, Leuthauser, Gossel, Design di Mobili del XX secolo, Ed. Taschen 1990
  • Peter B. MacKeith, Kerstin Smeas, Finland at the Universal Exposition 1900-1992, Tammer Paino Oy, Tampere 1993
  • Villa Mairea, Alvar Aalto, Architecture in detail, Phaidon 1992
  • A contatto con Alvar Aalto, catalogo della mostra su Alvar Aalto, Museo Alvar Aalto, Jyvaskyla 1994
  • Gareth Griffiths, The Polemical Aalto. The Enso-Gutzeit Building, Helsinki, Datutop 19, 1997
  • Goran Schildt, Alvar Aalto: Masterworks, Otava Publishing Company, Keuruu 1998
  • Alvar Aalto in Seven Buildings, Museum of Finnish Architecture, Helsinki, 1998
  • Timo Keinänen, Pekka Korvenmaa, Kaarina Mikonranta, Ásdís Ólafsdóttir, Alvar Aalto e gli oggetti, Electa 2004

[modifica] Galleria

[modifica] Altri progetti

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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