Futbol Club Barcelona
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Calcio | ||||
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Barça; Culés; Blaugrana; Azulgrana | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali: | blu-granata | |||
Inno: | Cant del Barça |
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Dati societari | ||||
Città: | Barcellona | |||
Paese: | Spagna | |||
Confederazione: | UEFA | |||
Federazione: | RFEF | |||
Fondazione: | 1899 | |||
Presidente: | Joan Laporta | |||
Allenatore: | Josep Guardiola | |||
Palmarès | ||||
Titoli di Spagna: | 18 | |||
Trofei nazionali: | 24 Coppe del Re 7 Supercoppe di Spagna 2 Coppe della Liga |
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Trofei internazionali: | 2 Coppe dei Campioni 4 Coppe delle Coppe 3 Coppe delle Fiere 2 Supercoppe d’Europa |
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Stadio | ||||
Camp Nou (98.600 posti) |
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Contatti | ||||
Fútbol Club Barcelona Avda. Arístides Maillol s/n 08028 Barcelona (E) Tel: +34 93 496 36 00 Fax: +34 934 112 219 Mail:oab@fcbarcelona.cat |
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www.fcbarcelona.com |
Il Futbol Club Barcelona (spa. IPA: /ˈfutβol ˌkluβ baɾθeˈlona/, cat. IPA: /fuδˈβɔɫ ˌklup bəɾsəˈlonə/) o, più semplicemente, Barcelona (abbreviato in Barça spa. IPA: /ˈbaɾsa/, cat. IPA: /ˈbaɾsə/) è una società polisportiva spagnola nota soprattutto per la sua sezione calcistica. Fu fondata a Barcellona, in Catalogna, nel 1899 da un gruppo di calciatori svizzeri, britannici e catalani guidati da Hans Gamper.
La squadra di calcio della polisportiva catalana milita nella Primera División del campionato spagnolo sin dalla fondazione del torneo[1] e gioca le partite casalinghe nel "Nou Estadi del Futbol Club Barcelona", meglio noto come Camp Nou. Oltre ad essere una delle formazioni più titolate al mondo, potendo vantare, tra l'altro, 18 titoli di campione di Spagna e 2 Champions League, è l'unica compagine calcistica europea ad avere sempre giocato dal 1955 ad oggi almeno in una delle quattro competizioni europee (Coppa dei Campioni/Champions League, Coppa delle Coppe, Coppa delle Fiere/Coppa UEFA, Supercoppa europea).
Dal 15 giugno 2003 il presidente è Joan Laporta e dal 1 luglio 2008 l'allenatore della squadra di calcio è Josep Guardiola.
Benché sia più famosa per la sezione calcistica, la società comprende anche altre squadre sportive professionistiche: pallacanestro, pallamano, hockey su pista, hockey su pattini in linea e football americano. Le singole squadre, tra cui il Winterthur FC Barcelona, il FC Barcelona-Cifec e i non più attivi FC Barcelona Dragons, sono subordinate alla sezione calcio e vestono gli stessi colori. Il club comprende anche alcune squadre sportive amatoriali di rugby, pallacanestro femminile, calcio femminile e pallacanestro in carrozzina. Le principali sono FCB Rugby, UB-Barça, FC Barcelona-Institut Guttman. Altre squadre amatoriali rappresentano la società in vari sport: hockey su ghiaccio, calcio a 5 (FC Barcelona Futsal), atletica, baseball, ciclismo, hockey su prato, pattinaggio di figura e pallavolo.
In base agli introiti della stagione 2006-2007 il Barcellona è la terza squadra più ricca al mondo con 291,1 milioni di euro. Uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2008 ha stabilito che il Barcellona è il club più amato e popolare d'Europa. Con 50 milioni di tifosi il club catalano supera Real Madrid (45,9 milioni di tifosi), Manchester United (32,8 mln), Arsenal (22,9 mln) e Milan (22,2 mln).[2] Secondo l'Istituto di Storia e Statistica del Calcio, inoltre, il Barcellona è primo nella graduatoria dei migliori club del mondo dal 1991 al 2007.
Dal giugno 2007 la società conta 156.366 soci, e il motto della società è Més que un club ("Più di un club").
[modifica] Storia
[modifica] Origini (1899-1908)
Per approfondire, vedi la voce Walter Wild. |
Il 22 ottobre 1899 Hans Gamper diffuse un annuncio pubblicitario sul giornale Los Deportes, dichiarando la sua volontà di formare un club calcistico. Il riscontro fu positivo, come dimostra un incontro al Gimnasio Sole il 29 novembre. Erano undici i giocatori presenti: Walter Wild, Lluís d'Ossó, Bartomeu Terradas, Otto Kunzle, Otto Maier, Enric Ducal, Pere Cabot, Carles Pujol, Josep Llobet, John Parsons e William Parsons. Sotto la presidenza di Walter Wild, eletto per ragioni di anzianità, era nato il Foot-Ball Club Barcelona, che alla fine del 1899 contava già 32 soci. La conseguenza immediata della fondazione del FC Barcelona fu che altri club calcistici spagnoli, su tutti il Real Madrid e l'Athletic Club, ebbero fondatori britannici e inizialmente adottarono nomi anglofoni.
La leggenda vuole che Gamper abbia scelto il colore blaugrana (detto anche azulgrana) sul modello del Basilea, il suo club precedente. Tuttavia si dice che anche altre società svizzere per le quali giocò Gamper (nel suo cantone di origine, quello di Zurigo) e la Merchant Taylors' School di Crosby (in Inghilterra, precisamente nel Merseyside) abbiano funto da ispirazione per la scelta dei colori sociali. Inizialmente la società utilizzò lo stesso stemma della città di Barcellona, ma nel 1910 indisse una gara per designarne uno proprio. La vittoria andò ad un anonimo socio che presentò l'attuale modello.
Il Futbol Club Barcelona giocò la sua prima partita l'8 dicembre 1899 nell'ex velodromo di la Bonanova, dove si trova l'odierno Turó Parc. L'avversaria era una squadra di inglesi residenti a Barcellona, che vinsero per 1-0. Il giorno seguente il giornale La Vanguardia pubblicò un'ampia cronaca dell'incontro.
Per approfondire, vedi la voce Bartomeu Terradas. |
Il 18 novembre 1900 Bartomeu Terradas successe a Walter Wild alla presidenza, mentre alla fine dell'anno il club annoverava 51 soci e si avviava a distinguersi come uno dei club emergenti nel panorama calcistico spagnolo. Il 23 dicembre il club affrontò per la prima volta la Sociedad Española de Fútbol, che sarebbe poi diventata l'Espanyol. La partità terminò a reti bianche in un ambiente di assoluto cameratismo. Nelle file dei blaugrana non figuravano stranieri. Intanto Alfonso Macaya, presidente onorario dell'Hispania, offrì una coppa d'argento al vincitore di un tornei denominato I Copa Macaya, poi tramutatosi in Campionat de Catalunya. Il Barcellona si piazzò secondo, perdendo solo una gara.
L'anno seguente (1902) gli azulgrana misero in bacheca il loro primo trofeo trionfando nella II Copa Macaya con otto vittorie su otto partite giocate, 60 gol fatti e solo 2 subiti. Sempre nella stagione 1901-1902, in occasione delle celebrazioni per l'incoronazione di Alfonso XIII, a Madrid fu organizzato un torneo detto I Campeonato de España, oggi Coppa del Re. Il club giunse in finale, venendo sconfitta per 2-1 dal Club Vizcaya, l'attuale Athletic Club.
Per approfondire, vedi la voce Paul Haas. |
Il 5 settembre 1902 Paul Haas subentrò a Bartomeu Terradas. La stagione 1902-1903 fu caratterizzata dalla disputa della Copa Barcelona, preludio del campionato catalano. Il trofeo fu pagato dai soci del Barcellona (circa 250) con due pesetas e quaranta centesimi ciascuno e fu vinto dai blaugrana dopo due combattute sfide contro i rivali cittadini dell'Espanyol.
Per approfondire, vedi la voce Arthur Witty. |
L'annata successiva vide il venticinquenne Gamper ritirarsi dal calcio giocato per dedicarsi a tempo pieno ai suoi compiti amministrativi, anche se sarebbe sceso in campo in alcune isolate occasioni. Il nuovo presidente era Arthur Witty. Intanto il Barcellona esordì in terra straniera con una vittoria: il 1° maggio 1904 a Tolosa, in Francia, lo Stade Olympique fu battuto per 3-2.
Il 21 giugno 1905 il FC Barcelona si proclamò per la prima volta campione di Catalogna dopo la vittoria per 3-2 contro l'Espanyol, ma al successo fece seguito una stagione di crisi societaria e sportiva, come testimoniano gli ironici commenti della stampa basca dopo la goleada subita dal Barça a Bilbao dall'Athletic Club (10-1). In realtà si trattò di un periodo buio per il calcio catalano in generale, tanto che l'Espanyol sospese l'attività per tre anni.
[modifica] L'era Gamper (1908-1923)
Per approfondire, vedi la voce Hans Gamper. |
Nel 1908 Hans Gamper diventò il presidente del club per la prima volta. Successivamente occupò l'incarico in cinque periodi diversi (1908-09, 1910-12, 1917-19, 1921-23 e 1924-25) e trascorse 25 anni al timone della società. Il principale successo come presidente fu il fatto di dotare il Barça di uno stadio proprio. Inaugurò anche una campagna di reclutamento di soci, che alla fine del 1922 avevano superato quota 10.000. Gamper acquistò anche giocatori leggendari come Paulino Alcántara, Ricardo Zamora e Josep Samitier, che aiutarono la squadra a dominare sia il Campionat de Catalunya sia la Coppa del Re e a vincere la prima Liga spagnola nel 1929.
Fino al 1909 la squadra giocò in vari stadi, nessuno dei quali era di proprietà del club. Il 14 marzo 1909 aprì i battenti lo stadio Carrer Industria (6.000 posti a sedere). Nel 1922 la squadra si trasferì al Les Corts. All'inizio questo stadio aveva una capacità di 30.000 spettatori, che in seguito fu aumentata in modo impressionante fino ad arrivare a 60.000 posti. Fu nel corso di questi primi anni in questi stadi che i tifosi del Barça acquisirono il soprannome di culés (culi in catalano). Lungi dall'essere offensivo, il nomignolo si riferisce ai tifosi seduti sulle file più alte dello stadio, tifosi di cui i passanti al di fuori dello stadio potevano vedere soltanto le natiche. Da allora i sostenitori del Barça sono detti culés. A novembre 2005 si contavano circa 1730 fan club non ufficiali del Barça sparsi in tutto il mondo.
[modifica] La rivalità con il Real Madrid (1923-1939)
La rivalità tra FC Barcelona e Real Madrid CF è leggendaria, non solo perché si tratta dei due club più titolati del campionato spagnolo. Sin dall'inizio le società furono considerate rappresentanti delle due nazioni rivali della Spagna, la Catalogna e la Castiglia, così come delle due stesse città. La contrapposizione raggiunse un livello maggiore durante la dittatura di Francisco Franco, quando il Real Madrid era considerato la "squadra del regime", mentre il Barcellona era reputata la "squadra dell'opposizione".
Durante la guerra civile spagnola, tuttavia, a soffrire il regime di Franco furono membri di entrambi i club. Il presidente del Barcellona Josep Sunyol fu assassinato, mentre il presidente del Real Madrid Rafael Sánchez Guerra, un eminente repubblicano, fu imprigionato e torturato. I sicari del dittatore arrestarono e assassinarono anche un vicepresidente e tesoriere del Real e un presidente ad interim scomparve. Josep Samitier e Ricardo Zamora, invece, sostennero apertamente Franco.
Nel 1940 Enric Pineyro, un collaboratore di Franco, fu nominato presidente della società. La rivalità con il Real si intensificò dopo la semifinale della Copa del Generalísimo del 1943 tra le due squadre. La partita di andata al Les Corts terminò con una vittoria del Barça per 3-0, ma il ritorno si concluse con un passivo di 11-1. Si è insinuato che sui giocatori blaugrana furono fatte pressioni affinché perdessero la partita e persino Pineyro si dimise per protesta. La rivalità con il Real riaffiorò di nuovo negli anni Cinquanta dopo la discussione attorno ad Alfredo Di Stéfano. Il giocatore, proveniente dai Millonarios, era sul punto di firmare per il Barcellona quando Franco, tramite un "decreto reale" appositamente emesso, stabilì che Di Stéfano avrebbe dovuto dividere la sua carriera tra le due squadre, giocando una stagione a Barcellona ed una a Madrid. Il Barcellona rifiutò tale soluzione in segno di protesta e il giocatore si accasò al Real Madrid, in cui sarebbe diventato uno dei calciatori più forti di ogni epoca.
[modifica] CF Barcelona (1939-1974)
Dopo la guerra civile spagnola la lingua e la bandiera catalana furono abolite e alle società di calcio fu proibito di usare nomi non spagnoli. Queste misure indussero il club a cambiare denominazione in Club de Fútbol Barcelona e a rimuovere due delle quattro barre rosse dello stemma. Malgrado le restrizioni imposte da Franco il CF Barcelona godé di notevole successo nel corso degli anni Quaranta.
Nel 1945, con Josep Samitier come allenatore e grazie all'apporto di giocatori come César Rodríguez, Antoni Ramallets e Juan Zambudio Velasco, la squadra vinse la Liga per la prima volta dal 1929. Altri due titoli arrivarono nel 1948 e nel 1949. Nel 1949 la squadra vinse anche la prima Coppa Latina.
Per approfondire, vedi la voce Francesc Miró-Sans. |
Nel 1953 iniziò l'era di Francesc Miró-Sans, presidente fino al 1961. L'allenatore Ferdinand Daučík e Ladislao Kubala, considerato da molti il miglior calciatore del Barcellona di tutti i tempi, condussero il Barça a vincere cinque trofei diversi, tra cui la Liga, la Coppa del Re, la Coppa Latina e la Copa Eva Duarte nel 1952. Nel 1953 i due contribuirono ai nuovi successi nella Liga e nella Copa del Generalisimo. I trionfi proseguirono con un'altra Copa del Generalísimo nel 1957 e con la Coppa delle Fiere nel 1958.
Con Helenio Herrera alla guida tecnica e in squadra un giovane Luis Suárez, Pallone d'Oro 1960, e due validi ungheresi consigliati da Kubala, Sandor Kocsis e Zoltán Czibor, la squadra centrò due accoppiate: quella nazionale nel 1959 e quella Liga-Coppa delle Fiere nel 1960. Nell'edizione del 1961 della Coppa dei Campioni il Barça diventò la prima squadra capace di sconfiggere il Real Madrid in una partita della massima competizione europea, mettendo così fine al monopolio madridista in quel torneo. In quella edizione della Coppa dei Campioni i catalani arrivarono alla finale giocata nello Wankdorfstadion di Berna, dove furono battuti dal Benfica.
Gli anni Sessanta furono meno ricchi di successi per la squadra, con il Real Madrid e l'Atlético Madrid che monopolizzarono la Liga. Il completamento dei lavori di costruzione del Camp Nou, nel 1957, fu la principale causa della scarsa disponibilità di denaro da investire in nuovi giocatori. Il decennio, però, vide anche l'ascesa di Josep Fusté e Carles Rexach dalla cantera (il vivaio) della squadra e la vittoria della Copa del Generalísimo nel 1963 e della Coppa delle Fiere nel 1966. Nel 1968 recuperò un po' di orgoglio sconfiggendo il Real Madrid per 1-0 nella finale di Copa del Generalísimo al Bernabéu.
[modifica] L'era Cruijff (1974-1978)
La stagione 1973-1974 vide l'arrivo al Barcellona di una nuova leggenda, l’olandese Johan Cruijff. Già affermatosi nell’Ajax, Cruijff si guadagnò subito le simpatie dei tifosi catalani quando dichiarò alla stampa europea di aver preferito il Barcellona al Real perché non avrebbe potuto giocare per un club associato a Franco. Si ingraziò ulteriormente i tifosi blaugrana scegliendo poi un nome catalano, Jordi, per suo figlio. Nel 1974 la stella olandese aiutò la squadra a vincere la Liga per la prima volta dal 1960. Durante la stagione vi fu anche una clamorosa vittoria per 5-0 contro il Real Madrid al Bernabéu. Nel corso della sua militanza in squadra Cruijff fu insignito del Pallone d'oro per due volte consecutive.
Ancora oggi la terza divisa del Barcellona è di colore arancione in omaggio alla Nazionale di Cruijff, l’Olanda.[3]
[modifica] L'era Núñez (1978-2000)
Per approfondire, vedi la voce Josep Lluís Núñez. |
[modifica] Gli anni della stabilità (1978-1988)
Pur non avendo alcun legame precedente con il club, nel 1978 Josep Lluís Núñez fu eletto presidente. I suoi principali obbiettivi erano quello di porre il Barcellona nell'élite dei club sportivi mondiali e dare alla società stabilità finanziaria.
Nel 1979 e nel 1982 la squadra vinse due delle quattro Coppe delle Coppe messe in bacheca nell'era Núñez. Nel 1982 dal Boca Juniors fu acquistato per una cifra record Diego Armando Maradona. Il suo periodo al Barça, però, fu breve e privo di successi: l'argentino si trasferì ben presto al Napoli. Nel 1985, con Terry Venables in panchina, il Barça vinse la Liga e nel 1986 raggiunse la sua seconda finale di Coppa dei Campioni, dove fu sconfitta dalla Steaua Bucarest ai calci di rigore.
Fu nella stagione 1987-1988 che si gettarono le basi per la rifondazione dell'organico della squadra. Il Barcellona non andò oltre il sesto posto in campionato, peggiore piazzamento dal 1942, mentre in Coppa UEFA fu eliminato ai quarti di finale. L'unico alloro fu la Coppa del Re, vinta nella finale di Madrid contro la Real Sociedad per 1-0. Il 28 aprile 1988 un fatto eclatante noto come Ammutinamento di Hesperia minò la permanenza di Núñez alla guida del club. Un gruppo di giocatori del Barça convocò una conferenza stampa presso un hotel cittadino, l'Hesperia, chiedendo pubblicamente le dimissioni del presidente. Pochi giorni più tardi, a contesa non ancora sedata, fu nominato il nuovo allenatore. Era Johan Cruijff, grande stella blaugrana degli anni Settanta.
[modifica] Il Dream Team (1988-1996)
Nell'estate del 1988 Cruijff iniziò ad allestire il Dream Team, la Squadra dei Sogni che derivava il nome dalla squadra di pallacanestro statunitense che giocò alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Solo nove giocatori della stagione precedente rimasero nella rosa, mentre furono investiti ben 2.260 milioni di pesetas nell'acquisto di 13 nuovi atleti: Soler (400 milioni), Bakero (300), Begiristain (300), Valverde (200), Serna (170), Unzué (150), Goikoetxea (150), Eusebio (150), Salinas (150), Aloisio (125), Manolo (125) e López Rekarte (a costo zero). Nel mese di aprile 1989 sarà ingaggiato il paraguaiano Romerito (40 milioni), mentre al gruppo si aggiungerà presto Amor, proveniente dal settore giovanile. Spicca un dato singolare: ben sette nuovi acquisti erano giocatori baschi.
Negli otto anni alla guida della squadra Cruijff fondò l'ossatura della formazione su giocatori come Guardiola, Bakero, Begiristain, Amor, Goikoetxea, Koeman, Laudrup e Stoičkov, votato Pallone d'oro 1994.
Nella stagione 1988-1989 si riaccese la passione dei tifosi, che fecero registrare un incremento di quasi mezzo milione di spettatori al Camp Nou. Sul campo la squadra battagliò per la conquista della Liga, che finì nelle mani del Real Madrid in un campionato segnato da molte polemiche per alcune decisioni arbitrali. In Coppa del Re i blaugrana furono eliminati ai quarti di finale dall'Altético Madrid, vittorioso per 4-0 allo Stadio Vicente Calderón, ma si aggiudicarono la Coppa delle Coppe 1988-1989, la terza nella storia del club, superando in finale la Sampdoria per 2-0 a Berna. Il 1° aprile 1989 Núñez fu riconfermato presidente con 25.441 consensi, contro i 17.609 dell'antagonista Sixte Cambra.
Nel 1989-1990 furono acquistati il possente difensore Ronald Koeman e il talentuoso attaccante Michael Laudrup. Gli uomini di Cruijff partirono male nella Liga, totalizzando tre sconfitte nelle prime tre partite prima di compiere un prodigioso recupero di posizioni in classifica. Nel finale di campionato sorsero polemiche per un controverso Barcellona-Siviglia, in cui un fallo fuori area ai danni di un sivigliano fu sanzionato con un calcio di rigore ai danni del Barça. Alla fine il titolo nazionale andò al Real Madrid, che distanziò i rivali catalani di 11 punti. La rivincita del Barcellona giunse allo Stadio Mestalla di Valencia nella finale della Coppa del Re, dove gli azulgrana ebbero la meglio sui blancos per 2-0 con reti di Amor e Salinas. La campagna europea fu decisamente meno brillante della stagione precedente, vista l'eliminazione agli ottavi di finale della Coppa delle Coppe per mano dell'Anderlecht.
I barcellonesi tornarono a festeggiare il titolo spagnolo nel 1990-1991. Rinforzata dagli arrivi di Hristo Stoičkov, Ferrer (rientrato dal prestito al Tenerife), Nando e Jon Andoni Goikoetxea, la squadra di Cruijff impose un rigido dominio sulla Liga, anche se dovette rinunciare a Koeman per via di un grave infortunio e a Stoičkov per due mesi a causa di una squalifica rimediata in Supercoppa di Spagna e poi prolungata al campionato. Tuttavia, grazie ad un finale in crescendo, vinse il campionato con 10 punti di vantaggio sull'Atlético Madrid, esibendosi anche in qualche goleada, come quella ai danni dell'Athletic Club, battuto per 6-0 con una quadripletta di Stoičkov.
Londra, Wembley, 20 maggio 1992 Barcellona - Sampdoria 1-0 dts Marcatore: 112' Koeman BARCELLONA: Zubizarreta; Eusebio, Ferrer, Koeman, Nando; Juan Carlos, Bakero, Guardiola (113' Alexanko), Laudrup, Salinas (64' Goikoetxea), Stoičkov. Allenatore: Cruijff. SAMPDORIA: Pagliuca; Mannini, Lanna, Vierchowod, Katanec; Lombardo, Pari, Cerezo, Bonetti (72' Invernizzi); Vialli (100' Buso), Mancini. Allenatore: Boškov. Arbitro: Schmidhuber (Germania) |
Come avvenuto nel 1990, anche la Liga 1991-1992 non iniziò sotto i migliori auspici per il Barcellona, che raccolse appena quattro punti nelle prime cinque giornate al contrario del Real Madrid, capolista con cinque vittorie su cinque. Oltre ai nuovi Nadal, Witschge e Juan Carlos, compariva nell'organico blaugrana il giovane Josep Guardiola, promettente centrocampista proveniente dalla cantera del club e autentica rivelazione della stagione. Il Barcellona, che in estate aveva vinto la Supercoppa di Spagna sconfiggendo l'Atlético Madrid tra andata e ritorno (1-0 e 1-1), fu eliminato ai rigori dal Valencia negli ottavi di finale della coppa nazionale, ma riuscì a confermarsi campione di Spagna approfittando della caduta del Real a Tenerife (3-2 contro la squadra locale) all'ultima giornata. Fu, tuttavia, in Europa che il Barça trovò le maggiori gratificazioni. Superate non senza patemi le eliminatorie in virtù di un gol in extremis di Bakero sul campo del Kaiserslautern, il 20 maggio 1992 gli azulgrana si trovarono opposti alla Sampdoria nella finale della Coppa dei Campioni, a Wembley. A decidere l'incontro fu un calcio di punizione trasformato in rete da Koeman negli ultimi minuti dei tempi supplementari: il Barcellona era campione d'Europa per la prima volta nella sua storia.
Dopo un appassionante testa a testa con Real Madrid e Deportivo la Coruña, il Barça vinse la sua terza Liga consecutiva nella stagione 1992-1993. Curiosamente fu una nuova sconfitta dei madrileni a Tenerife nell'ultimo turno (2-0) a consegnare il titolo ai catalani. Gli altri trofei conquistati in stagione furono la Supercoppa di Spagna (battuto ancora una volta l'Atlético Madrid) e, prima volta nella storia del club, la Supercoppa Europea (l'avversario nella doppia partita era il Werder Brema). Tuttavia, il Barça, campione continentale uscente, si fece eliminare negli ottavi di finale della Champions League dal CSKA Mosca e perse anche la Coppa Intercontinentale contro il San Paolo. In Coppa del Re fu estromesso dal Real Madrid in semifinale.
Per l'annata 1993-1994 la dirigenza acquistò il fuoriclasse brasiliano Romário. Il Barcellona poteva vantare un impianto di gioco ormai collaudato e una rosa ricca di stelle di prima grandezza, ma il rendimento nella Liga procedette con troppi alti e bassi, le cui conseguenze furono scongiurate grazie ad un'impressionante serie di vittorie negli ultimi turni. Il quarto titolo nazionale fu messo in bacheca all'ultima giornata, quando il Deportivo la Coruña fallì un rigore con Djukic contro il Valencia. Se realizzato, il calcio di rigore avrebbe consentito ai galiziani di proclamarsi campioni di Spagna, ma, avendo le due formazioni concluso la stagione a pari punti, furono i blaugrana ad aggiudicarsi la Liga per via dei migliori risultati negli scontri diretti. Romário si elevò a Pichichi con 30 gol e mise anche la sua firma nel 5-0 rifilato al Real Madrid al Camp Nou l'8 gennaio 1994. Era un Barcellona assoluto dominatore in patria, ma che steccò in maniera eclatante nell'appuntamento clou della stagione, ovvero la finale della Champions League. Le ottimistiche dichiarazioni rilasciate dall'allenatore olandese Cruijff alla vigilia furono smentite sul campo, dove la sua squadra subì una pesante sconfitta per 4-0 dal Milan ad Atene.
La disfatta di Atene portò con sé notevoli conseguenze per il 1994-1995: Cruijff decise di fare a meno ad alcune delle colonne del Dream Team come Zubizarreta, Laudrup, Goikoetxea e Salinas. Al loro posto furono ingaggiati Hagi, Eskurza e Busquets. Uno dei pochi acquisti a ben figurare nel prosieguo della stagione fu, però, il difensore Abelardo. Alla fine della stagione il Barcellona si ritrovò quarto nella Liga a nove punti dal Real Madrid, già vittorioso per 5-0 contro i blaugrana. La qualificazione alla Coppa UEFA fu ottenuta solo all'ultima giornata, mentre in Coppa del Re gli azulgrana non andarono oltre gli ottavi di finale, eliminati dall'Atlético Madrid. L'avventura in Champions League si concluse ai quarti contro il Paris Saint-Germain, mentre la Supercoppa di Lega vinta contro il Real Saragozza rappresentò una parziale consolazione alle amarezze dell'annata.
La stagione 1994-1995 si era conclusa con la perdita di altri elementi di spicco del Dream Team quali Koeman, Begiristain, Eusebio e Stoičkov, votato Pallone d'oro 1994 e in partenza per via di dissapori con l'allenatore. La dirigenza volle investire sul calciomercato alla ricerca di giovani validi che potessero aprire un nuovo ciclo vincente, e così arrivarono Prosinečki, Kodro, Popescu e Figo. Della nuova politica di Cruijff, incentrata sui giovani, faceva parte anche la decisione di concedere spazio a elementi della cantera come de la Peña e Celades, oltre che al figlio Jordi, il quale aveva già esordito in prima squadra nella stagione precedente. Per la prima volta dal 1988, però, il Barcellona concluse la stagione senza trofei. Nella Liga 1995-1996 si piazzò terzo, in Coppa del Re fu finalista perdente contro l'Atlético Madrid e in Coppa UEFA si arrese al Bayern Monaco in semifinale. I contrasti tra Cruijff e la presidenza esplosero il 18 maggio 1996. Núñez annunciò l'esonero del tecnico a due giornate dalla fine della Liga, suscitando grandi proteste dei tifosi nell'ultima partita di campionato giocata al Camp Nou. A Cruijff subentrò Carles Rexach in attesa che il club ufficializzasse il nome del nuovo allenatore per la stagione seguente.
Cruijff restò sulla panchina del Barcellona per otto anni, dal 1988 al 1996. In totale il Dream Team vinse la Liga per quattro volte tra il 1991 e il 1994 e sconfisse la Sampdoria sia nella finale della Coppa delle Coppe 1988-1989 che nella finale della Coppa dei Campioni 1991-1992. I trionfi dell'era Cruijff comprendono anche una Coppa del Re nel 1990, la Supercoppa europea nel 1992 e tre Supercoppe di Spagna. Nonostante gli ultimi due anni privi di successi, con 11 trofei Cruijff è a tutt'oggi l'allenatore più vincente nella storia del club. È anche l'allenatore del Barça che è stato in carica più a lungo.
[modifica] Verso il centenario (1996-2000)
L'olandese fu temporaneamente sostituito da Bobby Robson, che guidò la squadra per una sola stagione, nel 1996-1997. Nello staff di Robson c'era José Mourinho, assistente tecnico e traduttore.
L'allenatore inglese volle in squadra la giovane stella brasiliana Ronaldo, che aveva già allenato al PSV Eindhoven. Oltre al brasiliano la campagna di rafforzamento dei blaugrana previde gli acquisti di Luis Enrique, Juan Antonio Pizzi, Vítor Baía, Fernando Couto, Giovanni Silva de Oliveira e Laurent Blanc. Anche grazie all'annata molto positiva del Fenomeno, laureatosi Pichichi della Liga con 34 gol segnati, il Barça si piazzò secondo a due punti dal Real Madrid di Fabio Capello e riuscì a conquistare un treble di coppe: Coppa di Spagna contro il Betis Siviglia, la Coppa delle Coppe, a Rotterdam contro il Paris Saint-Germain, e la Supercoppa di Spagna (battuto l'Atlético Madrid nella doppia finale). Memorabile rimane la partita di Coppa del Re contro l'Atlético Madrid, sconfitto per 5-4 dai catalani dopo uno svantaggio di 3-0 al termine del primo tempo. L'annata segnò anche l'addio al club di Bakero, che andò a chiudere la carriera in Messico.
Malgrado i successi, Robson era visto soltanto come una soluzione temporanea in attesa dell'ingaggio di Louis van Gaal, che assunse l'incarico di allenatore nell'estate del 1997. Come Maradona, anche Ronaldo restò a Barcellona per un breve periodo prima di essere ceduto in Italia, all'Inter. La perdita di Ronaldo fu compensata dall'affermazione di nuovi fuoriclasse quali Luís Figo, Luis Enrique, acquistato l'anno prima, e Rivaldo, talento proveniente dal Deportivo La Coruña. Tra i volti nuovi c'erano anche Sonny Anderson, Ruud Hesp e Michael Reiziger. Nel 1997-1998 la squadra centrò il double Liga-Coppa del Re, conquistando il titolo con quattro giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. In Champions League fu eliminata agli ottavi di finale dalla Dinamo Kiev.
Persa la finale della Supercoppa di Spagna contro il Maiorca, il Barça continuò male la stagione 1998-1999 e attraversò un periodo di crisi di gioco e di risultati. Nel gennaio 1999 per rinforzare l'organico furono acquistati i gemelli Frank e Ronald de Boer. Intanto, a novembre 1998, si era festeggiato il centenario del club. Malgrado gli affanni iniziali, la squadra blaugrana si confermò poi campione della Liga con tre giornate di anticipo rispetto al termine del torneo. In Coppa di Spagna fu estromessa dal Valencia ai quarti, mentre in ambito europeo ancora una volta non riuscì a tagliare i traguardi sperati: i catalani si arresero al Bayern Monaco e al Manchester United (poi finaliste al Camp Nou) nel secondo girone della competizione.
Il Barcellona della stagione 1999-2000, che aveva acquistato Jari Litmanen, Dani, Frédéric Déhu e Simão, riuscì ad aggiudicarsi soltanto la Copa Catalunya, mentre in campionato si classificò seconda a 5 punti dal Deportivo La Coruña e in Champions League fu eliminata dal Real Madrid, poi vincitore della manifestazione. L'amarezza per l'ennesimo fallimento europeo, accompagnato questa volta da quello spagnolo, e le critiche ricevute spinsero Núñez a porre fine ai suoi ventidue anni di presidenza e a fissare per il 27 luglio 2000 nuove elezioni. Per solidarietà si dimise anche l'allenatore van Gaal. A dicembre Rivaldo era diventato il quarto giocatore del Barça a vincere il Pallone d'Oro.
Il nuovo millennio si aprì, dunque, con le dimissioni di Núñez dopo ventidue anni di presidenza. Benché non sempre popolare, come testimoniano le dozzine di voti di sfiducia, le ribellioni dei giocatori (si ricorda il cosiddetto Ammutinamento di Hesperia del 1988) e l'aperta opposizione di Johan Cruijff, Núñez è stato il presidente che ha vinto più trofei nella storia del Barcellona. Durante la sua presidenza le quattro squadre professionistiche del club hanno raccolto 176 trofei: 30 nel calcio, 36 nella pallacanestro, 65 nella pallamano e 45 nell'hockey su pista. Il conteggio comprende un prestigioso poker nel 1999, l'anno del centenario della società, quando le tutte e quattro le squadre furono incoronate campioni di Spagna.
[modifica] La partenza di Figo e l'era Gaspart (2000-2003)
Per approfondire, vedi la voce Joan Gaspart. |
Le dimissioni di Núñez e Van Gaal furono molto meno indolori della partenza di Luís Figo, autentica colonna della squadra e beniamino dei sostenitori.
Dalle elezioni del 27 luglio 2000 uscì vincitore Joan Gaspart, già vice di Nuñez per ventidue anni, con il 54,87% dei consensi. Gaspart ebbe la meglio sulla coalizione Elefant Blau, capeggiata dal pubblicitario Lluis Bassat e sostenuta, tra gli altri, da Joan Laporta e Johan Cruijff.
In piena campagna elettorale per le elezioni alla presidenza del Real Madrid (in programma una settimana prima di quelle del Barcellona), il candidato Florentino Pérez sbandierò un accordo con il giocatore portoghese del Barça, promettendo che, in caso di un suo successo alle elezioni, Luís Figo il giorno seguente sarebbe stato un giocatore del Real. Contro tutti i pronostici Pérez vinse le elezioni presidenziali madridiste e pochi giorni dopo concluse l'ingaggio di Figo, nonostante un'intervista in cui il giocatore, pochi giorni prima delle elezioni, dichiarava ad un giornale catalano di non aver alcun accordo con Pérez. Oltre a essere vice-capitano della squadra, Figo era ormai un simbolo per i tifosi catalani, che lo consideravano uno di loro. Celebri furono le sue grida di gioia dal terrazzo di Placa S. Jaume Visca el Barça y visca Catalunya ("Viva il Barça e viva la Catalogna"). L'abbandono, perciò, fu vissuto dai tifosi del Barcellona come un tradimento.
Secondo opinioni diffuse fu la disapprovazione di Figo per il nuovo presidente Joan Gaspart a causare la partenza del talento lusitano alla volta del Real Madrid, storica arcirivale. La cessione del portoghese suscitò così tanto scalpore tra i sostenitori del Barça che durante le partite delle merengues al Camp Nou a Figo venne riservata un'accoglienza estremamente ostile: nel primo match di Figo da giocatore del Real Madrid al Camp Nou un sostenitore del Barcellona lanciò contro il portoghese una testa di maiale.
Le tre stagioni successive (dal 2000-2001 al 2002-2003) si rivelarono fallimentari dal punto di vista economico e sportivo. La gestione Gaspart era invisa alla maggior parte dei soci e dei tifosi, mentre la squadra raccoglieva risultati molto deludenti e giocatori costosi come Patrick Kluivert e Marc Overmars erano regolarmente accusati di non impegnarsi abbastanza.
In vista della stagione 2000-2001, l'ultima di Guardiola con il Barça, Gaspart affidò l'incarico di allenare la squadra a Llorenç Serra Ferrer. Ex allenatore di Maiorca e Betis Siviglia, Ferrer era nel club catalano già da tre anni, nei quali aveva ricoperto ruoli tecnici senza sedere in panchina. Il presidente investì oltre 15 miliardi di pesetas nell'acquisto di Dutruel, Gerard, Marc Overmars, Emmanuel Petit, Alfonso e Iván de la Peña. La stagione si rivelò avara di successi e difficile dal punto di vista societario. Il 22 aprile 2001, dopo la sconfitta sul campo dell'Osasuna per 3-1 nella trentunesima giornata della Liga, Ferrer fu esonerato per far posto a Carles Rexach, ex calciatore del Barcellona. In quel momento il Barça, già fuori dalla Coppa del Re e dalla Champions, era quinto a 17 punti dal Real Madrid capolista e correva il rischio di non qualificarsi per la successiva edizione della Champions League. Nelle successive sette partite Rexach colse 3 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta, riuscendo ad agguantare il quarto posto all'ultima giornata grazie al successo interno per 3-2 contro il Deportivo La Coruña. Fu decisiva una spettacolare rete da fuori area di Rivaldo all'ultimo minuto di gioco.
Rexach fu confermato alla guida del Barcellona per la stagione 2001-2002. Nel corso dell'annata l'allenatore fu pesantemente criticato per il cattivo gioco della squadra e per il rendimento al di sotto delle aspettative dei nuovi acquisti Christanval, Rochemback, Geovanni, Andersson e Bonano, quest'ultimo aquistato solo quando il grande acquisto di Francesco Toldo sfumò perché l'italiano si accordò con l'Inter in extremis nonostante il Barcellona avesse già raggiunto un pre-accodo con la Fiorentina, nel maggio 2001. Dei volti nuovi, infatti, soltanto Saviola seppe esprimersi su livelli soddisfacenti. Il bilancio sportivo della seconda stagione di Gaspart fu nuovamente deficitario: nonostante il raggiungimento della semifinale della Champions League, persa contro il Real Madrid, la squadra non riuscì ad andare oltre il quarto posto in campionato, a undici punti di distanza dal Valencia campione. A ciò si aggiunse una precoce eliminazione dalla Coppa del Re.
Il 2002-2003, terza stagione con Gaspart come presidente, prese avvio con gli acquisti Riquelme, Mendieta, Sorín ed Enke. Anche questa volta, però, il Barcellona non fu protagonista nella Liga, che i blaugrana terminarono con un anonimo sesto posto, valido per la qualificazione alla Coppa UEFA, qualificazione ottenuta solo all'ultima giornata. In panchina si alternarono tre allenatori (Rexach, van Gaal e Radomir Antić), mentre a livello societario si preparavano grandi cambiamenti. Non ispirando più fiducia fuori dal campo, il 12 febbraio 2003 Gaspart si dimise. Gli subentrò per qualche mese il vice Enric Reyna, in attesa di nuove elezioni.
[modifica] L'era Laporta
[modifica] Il ciclo di Rijkaard (2003-2008)
Alla base del ritorno del club al dominio nazionale ed europeo nelle stagioni recenti vi è un connubio perfetto tra un nuovo presidente giovane ed entusiasta, Joan Laporta, eletto il 15 giugno 2003, ed un allenatore emergente, Frank Rijkaard, arrivato al Barcellona nello stesso anno. Una delle figure di spicco della nuova gestione è il direttore sportivo Aitor Begiristain, ex calciatore blaugrana voluto nella dirigenza da Joan Laporta. La combinazione sapiente di giocatori di talento (Henrik Larsson, Ronaldinho, Deco, Ludovic Giuly e Samuel Eto'o), elementi esperti (Rafael Márquez e Giovanni van Bronckhorst) e di atleti nativi del luogo (Carles Puyol, Andrés Iniesta, Xavi e Víctor Valdés) è una delle chiavi di lettura delle ottime stagioni disputate dal Barça dall'avvento di Laporta.
Dopo aver a lungo seguito l'inglese David Beckham, poi finito al Real Madrid, il neo-presidente del Barcellona ingaggiò il brasiliano Ronaldinho dal Paris Saint-Germain. Fu anche grazie ad una campagna-acquisti intelligente che la squadra seppe rendersi artefice di un'eccezionale rimonta nella stagione 2003-2004. Il Barça, dodicesimo alla fine del girone d'andata a 18 punti di distanza dal Real Madrid, nel corso dell'annata toccò anche l'ultima piazza, ma riuscì a vincere 17 delle ultime 20 partite e a risalire fino alla seconda posizione finale, a cinque lunghezze dal Valencia campione. Il cammino in campionato fu caratterizzato da una striscia di imbattibilità di 14 partite, mentre in Coppa UEFA fu il Celtic ad estromettere i catalani negli ottavi di finale.
Dopo i segnali di ripresa arrivati nella seconda parte della stagione 2003-2004, la squadra occupò saldamente il primo posto nella Liga dall'inizio alla fine della stagione 2004-2005, conquistando così il titolo nazionale dopo cinque anni e mettendo in bacheca anche la Supercoppa di Spagna. Tra i tanti protagonisti dell'annata straordinaria si distinse ancora Ronaldinho, poi insignito del Pallone d'oro 2005. In Champions League il Barcellona fu eliminato dal Chelsea nel doppio confronto valido per gli ottavi di finale (vittoria per 2-1 al Camp Nou e sconfitta per 4-2 a Stamford Bridge).
La stagione 2005-2006, conclusasi con il il double Liga-Champions League, fu una delle più brillanti nella storia della società catalana. In estate la squadra si rinforzò con l'acquisto di Mark van Bommel, ma fu soprattutto il prodigioso talento della rivelazione Lionel Messi a rivelarsi decisivo.
Dopo aver battuto ad agosto il Betis Siviglia nella gara valida per l'assegnazione della Supercoppa di Spagna, il Barça vinse la Liga per la diciottesima volta, con dodici punti di vantaggio sul Real Madrid giunto secondo, e la Champions League per la seconda volta nella sua storia. Nel suo cammino verso la finale eliminò negli ottavi il Chelsea (1-2, 1-1, rivincita della Champions League 2005), nei quarti il Benfica (0-0, 2-0) e in semifinale il Milan (0-1 a San Siro e 0-0 al Camp Nou).
Parigi, Stade de France, 17 maggio 2006 Barcellona - Arsenal 2-1 Marcatori: 37' Campbell (A), 76' Eto'o (B), 81' Belletti (B) BARCELLONA: Valdés; Oleguer (71' Belletti), Márquez, Puyol, van Bronckhorst; Edmílson (46' Iniesta), Deco, van Bommel (61' Larsson); Giuly, Ronaldinho, Eto'o. Allenatore: Rijkaard. ARSENAL: Lehmann; Eboué, Touré, Campbell, Cole; Pirès (18' Almunia), Gilberto Silva, Fàbregas (74' Flamini), Hleb (85' Reyes); Ljungberg; Henry. Allenatore: Wenger. Arbitro: Hauge (Norvegia) |
La sfida, attesa come la partita dell'anno, fu indicata da molti come la "finale anticipata", dato che Milan e Barcellona occupavano e occupano tuttora rispettivamente il primo e il secondo posto nel ranking europeo dell'UEFA. Nella finale disputata al Saint Denis di Parigi il 17 maggio 2006 i blaugrana ebbero poi la meglio sull'Arsenal, sconfitto per 2-1 in rimonta grazie ai gol di Samuel Eto'o e Juliano Belletti. Il successo fece del Barcellona la migliore squadra d'Europa nella stagione 2005-2006.
L'annata trionfale è ricordata anche per la netta vittoria per 3-0 contro il Real Madrid al Bernabéu nella partita giocata il 19 novembre 2005, quando persino i tifosi di casa applaudirono Ronaldinho (vincitore nel 2005 del Pallone d'Oro e del FIFA World Player), autore di una doppietta e di giocate di alta classe. Due altri risultati esaltanti furono la striscia di 18 vittorie consecutive in tutte le competizioni e la vittoria nella semifinale di andata di Champions League contro il Milan, battuto per 1-0 a Milano con una rete di Giuly.
La stagione 2006-2007 iniziò con la cessione di Mark van Bommel al Bayern Monaco e gli arrivi dal Chelsea di Eidur Gudjohnsen (per 15 milioni di euro) e, dopo lo scandalo che investì il calcio italiano, di Gianluca Zambrotta e Lilian Thuram dalla Juventus. Lasciò la squadra l'assistente di Rijkaard Henk ten Cate, che finì sulla panchina dell'Ajax e fu rimpiazzato da Johan Neeskens.
Dopo aver vinto la sua settima Supercoppa di Spagna nella doppia finale-derby contro i rivali cittadini dell'Espanyol, il Barcellona fu sonoramente sconfitto (3-0) dai connazionali del Siviglia nella partita valida per l'assegnazione della Supercoppa europea, mancando l'occasione di conquistare per la terza volta il trofeo e la possibilità di vincere tutte e sei le competizioni in cui era in corsa (Supercoppa di Spagna, Supercoppa Europea, Liga, Coppa del Re, Mondiale per club e Champions League). A dicembre 2006 disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, il Campionato mondiale per club FIFA (ex Coppa Intercontinentale). Dopo aver sconfitto i messicani dell'América per 4-0 nella semifinale, cui ebbe accesso direttamente, nella finalissima di Yokohama fu battuta per 1-0 dai brasiliani dell'Internacional di Porto Alegre. A marzo fu poi estromessa dalla Champions League 2006-2007 agli ottavi di finale, uscendo dal torneo da campione in carica per opera del Liverpool. In campionato il dominio incontrastato del Barça lasciò il posto ad una serrata competizione con il Siviglia e il Real Madrid, che vinse il torneo per i migliori risultati negli scontri diretti con il Barcellona, avendo le due squadre chiuso a pari punti il campionato. Anche il cammino della squadra in Coppa del Re si chiuse in modo deludente, in semifinale, stante una clamorosa sconfitta per 4-0 in casa del Getafe dopo che i blaugrana avevano vinto per 5-2 all'andata.
Nell'estate 2007 arrivano al Camp Nou giocatori del calibro di Thierry Henry (acquistato per 24 milioni di euro), Yaya Touré (9), Éric Abidal (15) e Gabriel Milito (17), per un esborso complessivo di 65 milioni di euro. Nel corso della stagione si affermano due talenti cresciuti nel vivaio e saliti prepotentemente alla ribalta mondiale: Bojan Krkić e Giovanni dos Santos, mentre Marc Crosas, anch'egli proveniente dalla cantera, a gennaio 2008 sarà ceduto in prestito al Lione. Partono già in estate, invece, Giovanni van Bronckhorst, ceduto a parametro zero, Ludovic Giuly (4,5 milioni), Maxi López (2), Javier Saviola (parametro zero), Juliano Belletti (5,5) e Thiago Motta (2).
Con il Real Madrid stabilmente primo in campionato, il Barcellona è costretto per la maggior parte della stagione al secondo o al terzo posto e alla terzultima giornata, l'8 maggio, è sconfitto per 4-1 allo Stadio Santiago Bernabéu dal Real Madrid, già campione da una settimana, e scavalcato in classifica dal Villarreal, che poi ha conservato la posizione fino al termine del torneo. In Coppa del Re il club azulgrana si ferma semifinale, eliminato dal Valencia poi vincitore del trofeo. Anche in Champions League il Barcellona si ferma a un passo dalla finale. Prima vince il proprio raggruppamento, poi elimina Celtic negli ottavi di finale e Schalke 04 nei quarti. Infine, nell'attesa semifinale contro il Manchester United, dopo lo 0-0 dell'andata in Spagna, perde per 1-0 all'Old Trafford.
L'8 maggio 2008 Laporta annuncia l'ingaggio di Josep Guardiola come nuovo allenatore a partire dalla stagione seguente.[4]
[modifica] Cronistoria completa
Per approfondire, vedi la voce Cronistoria del Futbol Club Barcelona. |
[modifica] Dimensione socio-politica del club
Attualmente il Barcellona riunisce soci e appassionati di qualsiasi ideologia politica, credenza religiosa e provenienza geografica. Cionostante, secondo la maggior parte degli storici e dei sociologi, nell'aderire al Barça la grande massa sociale del club non ha obbedito a motivi di natura esclusivamente sportiva, ma soprattutto al carattere rappresentativo che, per molti appassionati, il club possiede su un piano sociale e politico[5].
Il FC Barcelona, reputato l'entità sociale più conosciuta della Catalogna, ha esercitato, nel corso della propria storia, una funzione rappresentativa di difesa dei valori catalani, che il club ha preservato pubblicamente in numerose occasioni, come osserva il giornalista inglese Jimmy Burns nel suo libro Barça, la pasión de un pueblo. Il club si è sempre segnalato per attività e azioni di difesa della cultura e della lingua catalana, sin dall'inizio lingua ufficiale di tutti i documenti del sodalizio eccezion fatta per gli anni della dittatura franchista. Tranne che per questo periodo, il capitano della squadra è stato sempre di origine catalana. Inoltre, il FC Barcelona si è schierato in più di una circostanza a favore delle rivendicazioni autonomistiche della Catalogna, firmando manifesti di appoggio agli statuti d'autonomia della Catalogna tanto nel 1931 quanto nel 1979 e, di recente, nel 2005.
Questa linea di comportamento, improntata alla tutela dei valori catalani, fu riconosciuta il 21 dicembre 1992, quando la Generalitat de Catalunya, presieduta da Jordi Pujol, conferì al club la Creu de Sant Jordi, il massimo riconoscimento assegnato dal governo catalano.
Alcuni storici e saggisti, tra cui Manuel Vázquez Montalbán, arrivarono ad affermare che, per molti catalani, il FC Barcelona funge in Catalogna da compagine sostitutiva della Nazionale catalana nel panorama calcistico internazionale, nonostante la grande tradizione di sportivi spagnoli di origine non catalana e di stranieri militanti nella squadra. Questi saggisti rilevano che è proprio questo una delle ragioni dell'enorme varietà di discipline sportive in cui il club gareggia, dalla pallacanestro alla pallamano, dall'hockey su pista all'atletica, alla pallavolo, ecc.
Il FC Barcelona si è più volte pronunciato pubblicamente a favore del riconoscimento internazionale delle selezioni sportive catalane. Negli ultimi anni non solo ha promosso l'organizzazione di partite miste tra selezioni di Catalogna e di paesi di primo livello calcistico (ad esempio il Brasile o l'Argentina), ma ha anche concesso a queste selezioni l'utilizzo dei suoi stadi per le partite e per gli allenamenti. Il club ha altresì firmato manifesti pubblici in favore di questa causa. Durante la presidenza di Joan Laporta, lo stesso presidente e altri giocatori come Oleguer hanno partecipato ad una campagna pubblicitaria della Plataforma Pro Seleccions Esportives Catalanes che, con lo slogan «una nación, una selección» («una nazione, una selezione»), occupò gli spazi riservati alla pubblicità in molte città della Catalogna.
Malgrado il suo legame inscindibile con i costumi catalani, il club ha potuto fare affidamento su un cospicuo numero di appassionati provenienti dall'intera Spagna, attratti dai valori sportivi del club. Alcuni storici, tuttavia, hanno sostenuto che, al di là dell'elemento sportivo, molti aficionados del FC Barcelona simpatizzano per questo club perché vi vedono una sorta di alternativa al "centralismo politico"[6] con cui è indentificato il Real Madrid, la squadra della capitale, specialmente dagli anni della dittatura franchista. Proprio in quegli anni fu coniata la frase «más que un club» («più di un club»)[7], che sarebbe diventata il motto più conosciuto del FC Barcelona.
D'altra parte, come hanno avuto modo di far notare molti storici, il club, in particolare durante i suoi primi decenni di vita, raccolse i simpatizzanti del repubblicanesimo. Sin dall'inizio del XX secolo una serie di fatti dimostra la complicità dei dirigenti del club con gli ideali repubblicani. A differenza della maggior parte dei club spagnoli dell'epoca, il Barcellona non sollecitò mai il riconoscimento della monarchia spagnola né la concessione del trattamento "Real".
Il momento di maggiore distanza tra il club e la monarchia spagnola risale agli ultimi anni del regno di Alfonso XIII e durante la dittatura di Primo de Rivera. Nello stadio di Les Corts i tifosi del Barcellona avevano espresso critiche alla dittatura ed esibito alcuni striscioni contro il regime. Infine, il 14 giugno 1925, i 14.000 occupanti dello stadio fischiarono la Marcha Real, interpretata da una banda musicale. Alcuni giorni più tardi il Capitano Generale e Governatore Civile di Barcellona Joaquín Milans del Bosch impose un ordine di chiusura dello stadio della validità di sei mesi e obbligò Hans Gamper a dimettersi dalla carica di presidente del club e a esiliare in Svizzera per una stagione. L'ordine di chiusura dello stadio giustificava la misura affermando che «nella citata società vi sono persone che aderiscono ad idee contrarie al bene della Patria»[8]. Si trattò della sanzione più dura subita dal club in tutta la sua storia. Come segnala lo stesso Sobrequés, il punto culminante del compromesso del club con i princìpi repubblicani iniziò nel 1931, quando fu proclamata la seconda repubblica spagnola, e soprattutto a partire dall'inizio della guerra civile spagnola, quando, nel 1936, il FC Barcelona si tramutò volontariamente in "Entità al servizio del governo legittimo della Repubblica".
Dopo la restaurazione della democrazia in Spagna (1977) il club perse progressivamente la sua connotazione politica. Una volta normalizzati i rapporti con la corona spagnola, in svariate circostanze dirigenti e sportivi della compagine blaugrana hanno esibito i propri trofei nel Palacio de la Zarzuela. Il fidanzamento e il successivo matrimonio della Infanta Cristina de Borbón y Grecia con il giocatore di pallamano del FC Barcelona Iñaki Urdangarín rese frequente la presenza dei membri della famiglia reale spagnola nel Palau Blaugrana, incluso il re Juan Carlos I, a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. L'ultimo gesto di complicità tra il club e la Casa Reale ebbe luogo il 17 maggio 2006, giorno della finale della UEFA Champions League 2005-2006, quando i re assistettero a Parigi alla partita tra il Barcellona e l'Arsenal per mostrare sostegno al gruppo azulgrana. Al termine dell'incontro scesero sul terreno di gioco a complimentarsi per la vittoria con i giocatori, insieme al presidente del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, esprimendo vicinanza per la squadra e per il presidente della Generalitat de Catalunya Pasqual Maragall.
In ambito religioso, nonostante il fondatore del club, Hans Gamper, e i suoi primi dirigenti fossero protestanti, il sodalizio acquisì dagli anni Quaranta, dopo la guerra civile spagnola, un carattere marcatamente cattolico. Furono abituali le offerte del club al monastero di Montserrat e accanto agli spogliatoi del Camp Nou sorse una cappella contenente una riproduzione della Vergine di Montserrat.
Il 7 novembre 1982 papa Giovanni Paolo II, che si era dichiarato più volte ammiratore del Barça, ricevette la tessera sociale numero 108.000 del club, in occasione di una messa celebrata al Camp Nou cui assistettero moltissime persone[9] e in omaggio a questa simpatia la società lo designò, nel 1982, socio onorario del club[10], durante la visita del Pontefice nella città catalana.
Dall'inizio degli anni Ottanta il club si è segnalato per i gesti di solidarietà. In quel periodo organizzò una partita amichevole a beneficio dell'UNICEF, partita in cui il Barça affrontò la squadra Human Stars, una selezione dei migliori calciatori del mondo dell'epoca. A metà degli anni Novanta l'esperienza fu ripetuta e il club iniziò ad impegnarsi seriamente nella lotta contro la droga, organizzando diverse partite a scopo benefico in collaborazione con la Fundación de Ayuda contra la Droga. I proventi dell'incontro furono destinati al "Proyecto Hombre".
Con l'arrivo del presidente Joan Laporta la dirigenza ha manifestato più volte l'intenzione di incrementare i fondi destinati alle cause sociali, esprimendo il desiderio che il club fosse conosciuto a livello mondiale per la sua inclinazione solidaristica[11]. Con questo scopo alla fine del 2005 il FC Barcelona organizzò un'amichevole al Camp Nou tra una selezione di giocatori israeliani e palestinesi, uniti per la prima volta in una medesima squadra. Nello stesso periodo si sono moltiplicati gli accordi firmati con le ONG per l'aiuto economico ai paesi del terzo mondo.
Dal 2006 il club devolve ogni anno lo 0,7% del ricavato annuale societario all'UNICEF[12]. Inoltre il Barcellona ha collocato il logo dell'UNICEF al centro delle proprie maglie, contravvenendo alla storica regola del club secondo cui ogni tipo di pubblicità sulle divise era proibita.
[modifica] Rivalità
[modifica] El Clásico
Come in molti stati, anche in Spagna vi è una forte rivalità tra i due club più forti e titolati, in tal caso il Barcellona e il Real Madrid. La partita tra queste due squadre è conosciuta con il nome di El Clásico ("Il Classico"). Sin dall'inizio le due compagini furono viste come le rappresentanti di due regioni storicamente antagoniste, la Catalogna e la Castiglia, e delle due stesse città. La rivalità ha indubbiamente marcate connotazioni politiche e socio-culturali e affonda le sue radici nelle tensioni tra catalani e castigliani, una costante della storia della Spagna.
Elemento caratterizzante della dittatura di Primo de Rivera e specialmente di Francisco Franco fu la soppressione delle identità regionali, realizzata tramite l'abolizione ufficiale delle lingue locali. Fu per queste ragioni che il FC Barcelona divenne più di un club, assurgendo ad ambasciatore e nume tutelare dell'identità e della libertà politica della Catalogna. Nel contempo tra i catalani cresceva l'ostilità verso il Real Madrid, identificato come il club del centralismo del regime.
In verità a soffrire la dittatura franchista durante la guerra civile furono membri di entrambi i club, come Josep Sunyol e Rafael Sánchez Guerra.
Negli anni Cinquanta la rivalità fu esacerbata in maniera rilevante dalla controversia sorta attorno al trasferimento di Alfredo Di Stéfano. Negli anni Sessanta la contrapposizione tra le due potenze calcistiche raggiunse il palcoscenico della UEFA: i due club si incontrarono due volte nelle semifinali della Coppa dei Campioni.
La rivalità tra i blaugrana e le merengues si rinnova annualmente per la conquista del campionato spagnolo e nei primi anni Duemila ha conosciuto nuove sfide in UEFA Champions League.
[modifica] El derbi barcelonés
L'altra rivalità importante è quella con il Reial Club Deportiu Espanyol, la squadra reale di Barcellona. Contrariamente al Barça, che sin dalle origini ha un carattere multietnico e multiculturale, l'Espanyol fu fondato da un gruppo di appassionati di calcio spagnoli. La prima sede dell'Espanyol era presso il ricco quartiere di Sarrià e il nome del club era originariamente in castigliano, Real Club Deportivo Español.
Tradizionalmente, specie negli anni seguenti alla guerra civile spagnola, l'Espanyol fu considerato un sodalizio che coltivava una qualche complicità con l'autorità centrale, al contrario del Barcellona, il quale simboleggiava per molti catalani l'ideale di autonomia regionale. I blanquiazules dell'Espanyol cercarono, nel 1995, di "catalanizzare" il nome tramutandolo in Reial Club Deportiu Espanyol, non suscitando le simpatie dei tifosi del Camp Nou.
[modifica] Divisa, colori e simbolo
La divisa della squadra di calcio è tradizionalmente blaugrana ("blugranata" in catalano). Per questo motivo i giocatori della squadra sono conosciuti in tutto il mondo come i blaugrana o gli azulgrana ("azzurrogranata"). La divisa non prevede alcun logo frontale di sponsor. I calzoncini sono rossi e i calzettoni blu. La seconda maglia è gialla a partire dalla stagione 2004-2005. Dietro il colletto della maglia vi è la bandiera della Catalogna a strisce giallo-rosse, che compare anche sulla fascia del capitano (quello attuale è il catalano Carles Puyol).
[modifica] Evoluzione della divisa
Durante i primi due anni la maglia era per metà blau e per metà grana, le maniche presentavano gli stessi colori in ordine inverso e i pantaloncini erano bianchi. Nella stagione 1909-1910 furono introdotte le strisce verticali blu e granata. Nel 1913 i pantaloni diventano neri e alcuni anni dopo blu. Sarà questo il completo definitivo del FC Barcelona, se si escludono parziali variazioni che di epoca in epoca hanno riguardato l'orientamento verticale o orizzontale delle strisce, la loro dimensione e l'intensità delle tonalità del blau e del grana.
Nei primi anni di vita il Barça utilizzò una maglietta per metà blau e per metà grana. Solo in un secondo momento s'imposero le strisce verticali, l'ampiezza delle quali è cambiata nel corso della storia. Anche le squadre di basket, rugby e atletica hanno adottato in alcune epoche le strisce blaugrana orizzontali. In occasione del centenario la squadra di calcio sfoggiò una maglietta simile a quella dei primi anni di vita del club, per metà blu e per metà granata. Per quanto riguarda i calzoncini, all'inizio furono di colore bianco. Nel 1913 diventarono neri e, successivamente, blu. Da allora non ci sarebbero più stati cambiamenti nella colorazione dei pantaloncini fino alla stagione 2005-2006, quando, per disposizione del presidente Joan Laporta, tutte le squadre della polisportiva FC Barcelona adottarono calzoncini di colore granata. Questo provvedimento ha interrotto una tradizione che durava da novant'anni. Nella stagione 2007-2008 è presente sulle maglie un logo celebrativo dei cinquant'anni del Camp Nou ed è stata introdotta una seconda maglia a strisce con due tonalità di azzurro.
[modifica] Il rifiuto degli sponsor
Il Barça ha da tempo rifiutato di portare loghi di sponsor sulla maglia. Il motivo della scelta è legata al fatto che i colori tradizionali della squadra, il blu e il granata, sono visti come un simbolo della Catalogna e i loghi degli sponsor sono considerati invadenti. Perfino l'azienda produttrice del completo, nonché sponsor tecnico della società, la Nike, è stata oggetto di critiche per il logo presente sulle divise ufficiali. Cionostante, dal 2005 il Barça porta sul braccio destro il logo di TV3 (Televisió de Catalunya), avendo tra l'altro rifiutato un'offerta di parte della società di scommesse austriaca Betandwin pari a 110 milioni di euro per 5 anni di sponsorizzazione, da porsi al centro della parte frontale della maglietta (l'azienda austriaca ha poi puntato sul Milan e sul Real Madrid, trovando un accordo). Il motivo della drastica decisione è da ricondursi al motto della società: El Barça és més que un club (in spagnolo El Barça és más que un club, in italiano Il Barça è più di un club).
Nel 2006-2007 il club ha concluso un accordo di "sponsorizzazione" sui generis con l'UNICEF, sponsor utilizzato per la prima volta nella storia di questo sport dalla squadra italiana del Catanzaro Calcio nel 1981-1982 e in seguito dal Brescia Calcio nel 1988-1989 e dal Piacenza Calcio. È il primo "marchio" a comparire sulle divise ufficiali del club. La storica "prima volta" risale al 12 settembre 2006 nella partita di Champions League contro il Levski Sofia, battuto per 5-0 dai blaugrana al Camp Nou. Il Barcellona si è impegnato a versare nelle casse dell'agenzia dell'ONU, 1,5 milioni di euro all'anno per i prossimi 5 anni.
[modifica] Gli sponsor
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[modifica] Altre sponsorizzazioni
- Nike (sponsor ufficiale)
- Coca-Cola (sponsor ufficiale)
- TV3 (sponsor ufficiale)
- Audi (sponsor ufficiale)
- Telefónica (sponsor ufficiale)
- Estrella Damm (sponsor ufficiale)
- la Caixa (sponsor ufficiale)
- Bwin (partner ufficiale scommesse)
- MediaPro (fornitore ufficiale)
[modifica] Colori
Esistono varie versioni sull’origine dei colori che identificano il FC Barcelona. La versione più credibile è che sia stato il fondatore del club, Joan Gamper, a scegliere i colori ufficiali. Questa tesi è la più attendibile perché, come attestato storicamente, nella prima partita con la nuova squadra, subito dopo la fondazione, Gamper indossò una maglietta blau e grana, da cui il nome blaugrana. Fino a qualche anno addietro si pensava che Gamper avesse scelto tali colori perché erano gli stessi del FC Basilea, squadra in cui Gamper aveva giocato prima di approdare al Barcellona, ma, d’altro canto, la scelta poteva anche derivare dal fatto che quei colori campeggiavano nello stemma del Canton Ticino, luogo natale di Gamper.
Altre versioni che circolano tra i cronisti dell’epoca sostengono che la scelta fu dettata da un episodio particolare. Durante la riunione per la fondazione del club uno degli assistenti avrebbe tirato fuori una matita bicolore blu e granata. Gli occhi di qualcuno dei presenti si posarono su quella matita, e, in mancanza di altre proposte, si suggerì di scegliere quei colori. Stando ad una terza versione, sarebbe stata la madre di uno dei primi calciatori, la signora Comamala, a ideare per i calciatori del Barcellona delle magliette a fasce nere e rosse, il che avrebbe indirizzato la scelta verso il blaugrana. Negli ultimi anni si è diffusa una teoria secondo cui i colori proverrebbero dalla Germania meridionale, precisamente da Heidenheim, luogo natale di Otto Maier, uno dei fondatori del club.
[modifica] Simbolo
L'emblema del Futbol Club Barcelona ha la forma di una "pentola" dentro cui figurano la croce di Sant Jordi (San Giorgio), la bandiera della Catalogna, un pallone, i colori e le iniziali del club.
Esistono due versioni sulle origini del gagliardetto.
La prima narra che nel 1900, un anno dopo la fondazione del club, si tenne una riunione societaria per stabilire il nuovo simbolo del sodalizio, dopo che per un anno si era utilizzato il gonfalone cittadino. Non essendoci unanimità né sulla forma né sul contenuto del simbolo, Luis d'Ossó, visibilmente irritato, esclamò: «È una pentola!», dando l'idea a Gamper.
Secondo l'altra versione fu Gamper, di origine svizzera, a ideare il gagliardetto, basandosi su alcuni stemmi di squadre del suo paese.
[modifica] Stadio
Per approfondire, vedi la voce Camp Nou. |
Lo stadio del Futbol Club Barcelona è il Camp Nou. Di proprietà del club, fu inaugurato nel 1957 e ha una capienza di 98.787 posti, tutti a sedere. È uno dei quattro stadi europei catalogato come "Stadio a cinque stelle" dalla UEFA, che lo ha ritenuto idoneo ad ospitare finali di Champions League, Supercoppa europea e Coppa UEFA, com'è avvenuto in 15 circostanze. Si trova nel quartiere di Les Corts, a Barcellona, insieme ad altri impianti del club, come il Mini Estadi (lo stadio del FC Barcelona B) e il Palau Blaugrana, casa del Barcellona della pallacanestro. Tra le strutture del Camp Nou figura il Museo del FC Barcelona, il museo più visitato della Catalogna.
Prima del Camp Nou il Barcellona ebbe tre stadi. Nel biennio 1899-1900 utilizzò come campo il "Velódromo de la Bonanova". Dal 1909 al 1922 giocava in un campo della calle Industria de Barcelona, comunemente chiamato "La Escopidora". Dal 1922 al 1957 disputò le sue partite interne nel Campo de "Les Corts", inaugurato per accogliere 30.000 spettatori e che giunse ad ospitare fino a 60.000 persone. L'etimologia del soprannome culés data ai tifosi del Barcellona è legata proprio a questo stadio. Dall'esterno dello stadio, infatti, i passanti vedevano solo le natiche degli spettatori della fila più alta.
[modifica] Inno ufficiale
L'inno ufficiale del FC Barcelona si chiama Cant del Barça (in italiano Canto del Barça). Sostituisce il vecchio inno Himne a l'Estadi di Cabané i Badia. Fu eseguito per la prima volta nel 1974 al Camp Nou, in occasione delle celebrazioni per il 75° anniversario della fondazione del club. Il testo, interamente in catalano, è opera di Jaume Picas e Josep María Espinàs, mentre la musica fu composta da Manuel Valls. La versione ufficiale è interpretata dall'orchestra Sant Jordi.
Negli ultimi decenni è stato interpretato da cantanti di fama come Joan Manuel Serrat, in occasione delle celebrazioni per il centenario del club. Con l'avvento di Joan Laporta alla presidenza è stata incentivata l'esecuzione dell'inno al Camp Nou da parte di diversi cantanti ed ensemble musicali, solitamente prima della disputa delle partite di calcio. Ne sono risultate disparate interpretazioni: dal pop al rock, dal rap al samba, dall'hip hop alla rumba.
Una delle caratteristiche dell'inno è il suo continuo riferimento all'indole aperta e socievole del club, che non fa differenze di provenienza geografica tra i suoi membri. Come dice una strofa, tant se val d'on venim, si del sud o del nord, una bandera ens agermana ("non importa da dove veniamo, se dal sud o dal nord, ci affratella una bandiera").
Il Cant del Barça risuona negli impianti sportivi del FC Barcelona ogni volta che le squadre blaugrana disputano una partita, poco prima dell'inizio dell'incontro e nel momento dell'ingresso in campo dei giocatori. Frequente è, inoltre, il suo utilizzo tra i sostenitori assiepati sugli spalti.
[modifica] Testo e traduzione
(CA)
« Tot el camp
és un clam Jugadors » |
(IT)
« Tutto lo stadio
è un clamore Giocatori, |
(Inno del F.C. Barcellona )
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[modifica] Presidenti
[modifica] Storia e statuto societario
Il Barcellona ha avuto 38 presidenti e 4 comitati di gestione nel corso della sua storia. In verità il fondatore del club, lo svizzero Hans Gamper, non fu, paradossalmente, il primo presidente. Lo fu l'inglese Walter Wild, essendo la persona più adulta delle undici che parteciparono all'assemblea di fondazione. Gamper, tuttavia, sarebbe stato al timone del Barcellona in cinque diverse riprese. Il presidente più longevo nella storia del club fu Josep Lluís Núñez, che ricoprì l'incarico per ventidue anni, dal 1978 al 2000.
La grande maggioranza dei presidenti (33 su 38) sono stati spagnoli. Nei suoi primi anni il club ebbe due presidenti inglesi (Walter Wild e Arthur Witty), due tedeschi (Paul Haas e Otto Gmelin) e uno svizzero (Hans Gamper).
La presidenza del FC Barcelona è stabilita dai soci. Questa regola fu violata soltanto nel periodo posteriore alla guerra civile spagnola, dal 1939 al 1953, quando il presidente era designato dalle autorità del governo. Nel 1953 si tennero le prime elezioni semi-democratiche, in cui poterono votare tutti i soci maschi maggiorenni.
Dal 1978 il presidente è eletto per suffragio universale. Le elezioni si svolgono ogni quattro anni e vi possono votare ed essere votati tutti i soci e socie del club che hanno compiuto 18 anni, con alle spalle almeno un anno di adesione al club.
Il presidente sceglie i membri della Giunta Direttiva, che sono ratificati da un'assemblea di "soci rappresentanti": 300 soci maggiorenni eletti a sorte e partecipanti, per un biennio, alle assemblee annuali dei soci, con diritto di parola e di voto, in rappresentanza di tutti i soci del club.
Secondo la legislazione sportiva spagnola tutti i direttivi devono presentare avalli economici pari al 15% del bilancio annuale del club. Questa norma, stabilita allo scopo di garantire la prosperità economica al club contro un'eventuale cattiva gestione direttiva, è criticata da una parte dei soci, che vedono un ostacolo economico al principio basilare della società, secondo cui qualunque socio ha diritto a candidarsi alla presidenza.
L'attuale presidente del FC Barcelona è Joan Laporta, un avvocato catalano nominato nel 2003 e rieletto il 22 agosto 2006 senza necessità di andare alle urne, essendo stato l'unico dei quattro candidati a superare abbondantemente le 1.804 firme di soci richieste per aspirare alla presidenza del club. Laporta iniziava allora il suo secondo mandato, che si concluderà nel 2010.
Il 20 luglio 2006 il giudice Roberto García Ceniceros emise una sentenza in cui si obbligava l'attuale direttivo a convocare nuove elezioni immediatamente, come reclamava il socio Joan March Torné ed essendo ciò consentito dagli statuti del club. Joan Laporta credette che le elezioni si dovessero tenere nel 2007 allo scadere, a sua detta, dei quattro anni di mandato. L'errrore era, però, di un anno e derivava dal fatto che l'attuale direttivo iniziò il suo primo mandato il 22 giugno 2003, data supposta par iniziare il mandato prima che l'esercizio economico della stagione 2002-03 si concludesse, ragion per cui il socio querelante sosteneva che la giunta di Laporta dovesse finire il 30 giugno 2006, dovendosi gli otto giorni precedenti alla chiusura contare come un anno di mandato.
[modifica] Presidenza attuale
- Presidente: Joan Laporta i Estruch.
- Direttivo: Albert Vicens (vicepresidente, relazioni istituzionali), Ferran Soriano (vicepresidente, operazioni ed economia), Marc Ingla (vicepresidente, marketing e media), Alfons Godall (vicepresidente, area sociale), Xavier Cambra (segretario e portavoce), Jaume Ferrer (tesoriere e area sportiva), Josep Cubells (area sportiva), Albert Perrín (area sportiva), Alfonso Castro (area delle operazioni e dell'economia, responsabile dell'area della sicurezza), Joan Franquesa (area delle operazioni e dell'economia), Rafael Yuste (area delle operazioni e dell'economia), Evarist Murtra (area delle operazioni e dell'economia), Josep Luís Vilaseca (area delle operazioni e dell'economia), Antoni Rovira (area sociale), Claudia Vives-Fierro (area sociale), Joan Boix (area sociale).
[modifica] Lista completa dei presidenti
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[modifica] Allenatori
Il Futbol Club Barcelona ha avuto in tutto 49 allenatori della sezione calcistica. Il primo fu l'inglese John Barrow, che guidò la formazione azulgrana in 19 partite nel 1917.
Degli allenatori del FC Barcelona i più sono stranieri. Nella lista storica figurano soltanto 23 spagnoli, 15 dei quali catalani. Per quanto concerne gli allenatori spagnoli, si tratta per lo più di ex calciatori blaugrana, se si escludono i casi di Luis Aragonés e Llorenç Serra Ferrer, allenatori spagnoli del Barça ma non ex calciatori del club.
Tra le nazionalità dei tecnici prevale quella inglese (8 rappresentanti), seguita dall'olandese (4), dall'argentina (3) e dall'ungherese (3). Chiudono questa particolare graduatoria la nazionalità tedesca (2) e quelle francese, croata, serba, irlandese, ceca e italiana (1). Sono stati quattro gli allenatori non europei: tre argentini (Helenio Herrera, Roque Olsen e César Luis Menotti) e un uruguaiano (Enrique Fernández).
Il tecnico in carica più a lungo fu Johan Cruijff, rimasto sulla panchina del Barcellona per otto anni, dal 1988 al 1996. Cruijff detiene anche il primato nel numero di partite come allenatore (602) e di trofei vinti. Il secondo tecnico più longevo fu l'inglese Jack Greenwell, che diresse il club in 492 partite in due periodi distinti, dal 1917 al 1924 e dal 1931 al 1933. Il terzo allenatore come numero di partite è l'olandese Rinus Michels con 361 incontri in due riprese: dal 1971 al 1975 e dal 1976 al 1978.
[modifica] Lista completa degli allenatori
Per approfondire, vedi la voce Lista degli allenatori del Futbol Club Barcelona. |
[modifica] Giocatori celebri
[modifica] Campioni del mondo
- Ronaldo (USA 1994, Giappone/Corea del Sud 2002)
- Rivaldo (Giappone/Corea del Sud 2002)
- Gianluca Zambrotta (Germania 2006) (passa dalla Juventus al Barcellona)
[modifica] Campioni d'Europa
- Jesús María Pereda (Spagna 1964)
- Josep Fusté (Spagna 1964)
- Fernando Olivella (Spagna 1964)
- Bernd Schuster (Italia 1980) (passa dal Colonia al Barcellona)
- Emmanuel Petit (Belgio/Olanda 2000) (passa dall' Arsenal al Barcellona)
[modifica] Palmarès
Il Barcellona, unica squadra europea ad aver disputato le competizioni europee in tutte le stagioni agonistiche dal 1955-1956 ad oggi, esordì il 25 dicembre 1955 in Coppa delle Fiere[13] contro il Copenaghen vincendo per 6-2.
[modifica] Competizioni ufficiali
Qui di seguito si riportano i titoli ufficiali, ovvero riconoscuti da UEFA[14] e FIFA.
[modifica] Titoli nazionali
- 1928-1929, 1944-1945, 1947-1948, 1948-1949, 1951-1952, 1952-1953, 1958-1959, 1959-1960, 1973-1974, 1984-1985, 1990-1991, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1997-1998, 1998-1999, 2004-2005, 2005-2006
- Coppa di Spagna: 24 (record)
- 1909-1910, 1911-1912, 1912-1913, 1919-1920, 1921-1922, 1924-1925, 1925-1926, 1927-1928, 1941-1942, 1950-1951, 1951-1952, 1952-1953, 1956-1957, 1958-1959, 1962-1963, 1967-1968, 1970-1971, 1977-1978, 1980-1981, 1982-1983, 1987-1988, 1989-1990, 1996-1997, 1997-1998
- Supercoppa di Spagna: 7 (record)
- 1983, 1991, 1992, 1994, 1996, 2005, 2006
Totale titoli nazionali: 41 (sono contate anche le vittorie nella Coppa della Liga)
[modifica] Titoli internazionali
- Coppa delle Coppe: 4 (record)
- 1992, 1997
Totale titoli internazionali: 8
[modifica] Competizioni non ufficiali
Qui di seguito si riportano altri titoli importanti vinti dalla società catalana, sebbene non riconoscuti da UEFA[14] e FIFA.
[modifica] Titoli nazionali
- Coppa della Liga: 2 (record)
- 1982-1983, 1985-1986
- Coppa Oro Argentina/Coppa Eva Duarte: 3 (record)
- 1945, 1952, 1953
- Campionato Aragonese-Catalano-Valenciano: 1
- 1926
- Campionato Catalano-Murciano-Valenciano: 1
- 1927
- Campionato Aragonese-Catalano-Paesi Baschi: 1
- 1928
[modifica] Titoli internazionali
- Coppa delle Fiere: 3 (record)[13]
- 1971
- Coppa Latina: 2 (record)
- 1949, 1952
- 1957
[modifica] Titoli regionali
- Campionato catalano: 22 (record)
- 1901-1902, 1904-1905, 1908-1909, 1909-1910, 1910-1911, 1912-1913, 1915-1916, 1918-1919, 1919-1920, 1920-1921, 1921-1922, 1923-1924, 1924-1925, 1925-1926, 1926-1927, 1927-1928, 1929-1930, 1930-1931, 1931-1932, 1933-1934, 1935-1936, 1937-1938
- Coppa Catalogna: 30 (record)
- 1902, 1905, 1909, 1910, 1911, 1913, 1916, 1920, 1921, 1922, 1924, 1925, 1926, 1927, 1928, 1930, 1931, 1932, 1935, 1936, 1938, 1984, 1985, 1987, 1991, 1993, 2000, 2004, 2005, 2007
- Coppa dei Pirenei: 4 (record)
- 1910, 1911, 1912, 1913
- Coppa Martini Rossi: 2 (record)
- 1952, 1953
[modifica] Titoli pre stagionali
Per approfondire, vedi la voce Lista dei titoli prestagionali del Futbol Club Barcelona. |
[modifica] Premi individuali dei giocatori
- Pichichi: 10
- Mariano Martín (1942-1943), César Rodríguez (1948-1949), Cayetano Ré (1964-1965), Carles Rexach (1970-1971), Hans Krankl (1978-1979), Quini (1980-1981), Quini (1981-1982), Romário (1993-1994), Ronaldo (1996-1997), Samuel Eto'o (2005-2006)
- Trofeo Zamora: 15
- Velasco (1947-1948), Antoni Ramallets (1951-1952), Antoni Ramallets (1955-1956), Antoni Ramallets (1956-1957), Antoni Ramallets (1958-1959), Antoni Ramallets (1959-1960), José Manuel Pesudo (1965-1966), Salvador Sadurní (1968-1969), Miguel Reina (1972-1973), Salvador Sadurní (1973-1974), Salvador Sadurní (1974-1975), Pedro María Artola (1977-1978), Urruti (1983-1984), Andoni Zubizarreta (1986-1987), Víctor Valdés (2004-2005)
- Scarpa d'oro: 1
- Luis Suárez 1960, Johan Cruijff 1973, Johan Cruijff 1974, Hristo Stoitchkov 1994, Rivaldo 1999, Ronaldinho 2005
- Romário 1994, Ronaldo 1996, Rivaldo 1999, Ronaldinho 2004, Ronaldinho 2005
- Samuel Eto'o 2004, Samuel Eto'o 2005
- Trofeo Bravo: 3
- Josep Guardiola 1992, Ronaldo 1997, Lionel Messi 2007
- Premio Golden Boy al miglior Under-21 in Europa: 1
- Lionel Messi 2005
- Premio FIFPro al miglior giocatore del mondo: 1
- Ronaldinho 2005
[modifica] Premi individuali degli allenatori
- Frank Rijkaard 2006
[modifica] Altri piazzamenti
[modifica] Competizioni ufficiali
[modifica] Titoli nazionali
- Campionato spagnolo
- secondo posto:1929-1930, 1945-1946, 1953-1954, 1954-1955, 1955-1956, 1961-1962, 1963-1964, 1966-1967, 1967-1968, 1970-1971, 1972-1973, 1975-1976, 1976-1977, 1977-1978, 1981-1982, 1985-1986, 1986-1987, 1988-1989, 1996-1997, 1999-2000, 2003-2004, 2006-2007
- Coppa di Spagna
- finalista: 1901-1902, 1918-1919, 1931-1932, 1935-1936, 1953-1954, 1973-1974, 1983-1984, 1985-1986, 1995-1996
- Supercoppa di Spagna
- finalista: 1985, 1988, 1990, 1993, 1997, 1998, 1999
[modifica] Titoli internazionali
- Coppa dei Campioni
- Coppa delle Coppe
- Supercoppa UEFA
- finalista: 1979, 1982, 1989, 2006
- finalista: 1992, 2006
[modifica] Competizioni non ufficiali
[modifica] Titoli nazionali
- Coppa Oro Argentina/Coppa Eva Duarte
- finalista: 1949, 1951
[modifica] Titoli internazionali
- Coppa delle Fiere
- finalista: 1961-1962
[modifica] Titoli regionali
- Coppa Catalogna
- finalista: 1907, 1908, 1912, 1915, 1923, 1933, 1996, 1997, 1998, 2001, 2002, 2006
- Coppa dei Pirenei
- finalista: 1914
[modifica] Statistiche
- Stagioni nella Liga spagnola: 77
- Miglior piazzamento nella Liga spagnola: 1º (18 volte)
- Peggior piazzamento nella Liga spagnola: 12º (stagione 1941-1942)
- Piazzamento storico: 2º (22 volte)
- Partecipazioni alla Coppa del Re: 92
- Partecipazioni alla Coppa della Liga: 4
- Partecipazioni alla Supercoppa di Spagna: 14
- Partecipazioni alla Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 19
- Partecipazioni alla Coppa delle Fiere/Coppa UEFA: 23
- Partecipazioni alla Coppa delle Coppe: 13
- Partecipazioni alla Supercoppa UEFA: 6
- Partecipazioni alla Coppa Intercontinentale/Mondiale per club FIFA: 2
- Migliore vittoria: FC Barcelona-Gimnàstic de Tarragona 10-1 (stagione 1949-1950)
- Peggiore sconfitta: Athletic Club - FC Barcelona 12-1 (stagione 1930-1931)
- Maggior numero di punti in una stagione: 90 (1996-1997)
- Maggior numero di gol in una stagione: 102 (1996-1997)
- Maggior numero di vittorie consecutive: 14 (2005-2006)
- Maggior numero di partite senza sconfitte: 26 (1973-1974)
- Giocatore con più presenze: Migueli (670)
- Giocatore con più gol segnati: Paulino Alcántara (357)
- Giocatore con più gol segnati in una stagione: Ronaldo (34) 1996-1997
- Giocatore con più trofei vinti: Guillermo Amor (19)
- Aquisto più costoso: Marc Overmars - 39,6 milioni di euro dall'Arsenal
- Cessione più costosa: Luís Figo - 65 milioni di euro al Real Madrid
- Portiere meno battuto Antoni Ramallets
- Squadra-filiale: Futbol Club Barcelona B
[modifica] Primatisti di presenze e gol in campionato
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[modifica] Rosa 2008-2009
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[modifica] Staff tecnico
- Direttore sezione calcio: Aitor Begiristain
- Allenatore: Josep Guardiola
- Assistente allenatore: Tito Vilanova
- Secondo Assistente allenatore: Eusebio Sacristán
- Allenatore portieri: Juan Carlos Unzué
- Direttore giovanili: José Ramón Alexanko
- Allenatore squadra B: Luis Enrique
- Assistente allenatore squadra B: non assegnato
[modifica] Rose precedenti
F.C. Barcelona – Archivio delle stagioni | |
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[modifica] Sezioni sportive
Il Futbol Club Barcelona è una società polisportiva che conta dodici altre sezioni oltre a quella calcistica. Da un punto di vista strutturale il club attua una distinzione tra sezioni maschili professionistiche, sezioni maschili non professionistiche e sezioni femminili.
[modifica] Sezioni maschili professionistiche
Le sezioni maschili professionistiche sono tre: il Barcellona della pallacanestro, il Barcellona della pallamano e il Barcellona dell'hockey su pista. Si tratta delle tre sezioni maggiormente professionistiche e prestigiose. Prendono parte alle competizioni di categoria più elevata in Spagna nelle rispettive discipline sportive, oltre ad essere componenti dell'élite dei club europei per la quantità di trofei continentali vinti. In tutto il FC Barcelona conta, con queste tre sezioni, 24 Coppe d'Europa. Tutte e tre queste squadre hanno sede nel Palau Blaugrana, dove disputano le partite interne.
Il Barcellona della pallacanestro è il secondo club cestistico spagnolo per numero di titoli conquistati, nonché una delle compagini più vincenti d'Europa. Visse la sua epoca di gloria tra gli anni Ottanta e i Novanta, in cui mise in bacheca svariati trofei nazionali e continentali. Nel 2002-2003 conquistò poi l'Eurolega prevalendo nella fase finale disputata proprio a Barcellona. L'attuale direttore tecnico è Zoran Savic e l'allenatore è Dusko Ivanovic.
La sezione di pallamano del Barcellona, costituita nel 1942, è quella che ha dato più successi al club. Compagine più titolata a livello spagnolo ed europeo, assomma 7 Coppe d'Europa, l'ultima delle quali sollevata nel 2005. L'attuale direttore tecnico è Xesco Espar.
Anche la sezione di hockey su pista del Barcellona fu creata nel 1942 ed è reputata la migliore squadra del mondo nella sua disciplina, anche perché può vantare il primato di titoli europei (17). Il direttore tecnico attuale è Quim Paüls.
[modifica] Pallacanestro
Per approfondire, vedi la voce FC Barcelona (pallacanestro). |
La sezione cestistica del FC Barcelona è uno delle compagini di pallacanestro più prestigiose in Spagna ed in Europa. Fondata nel 1926, all'inizio ebbe qualche difficoltà e non vinse nessun trofeo, ma negli anni 1940 si affermò a livello nazionale, vincendo sei Coppe del Generalísimo. A cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta conobbe un periodo di sbandamento anche a livello scietario, tanto che retrocesse in seconda divisione. Dagli anni Settanta inziò il rilancio, dato ottenne diversi buoni piazzamenti nel campionato spagnolo ed in Coppa Korać. A partire dagli anni Ottanta vi furono tre decenni di trionfi per la squadra, che vinse parecchi titoli della Liga ACB e delle competizioni europee e che culminarono con la conquista dell'Eurolega nel 2003.
[modifica] Sezioni maschili non professionistiche
Le sezioni maschili dilettantistiche coprono nove discipline: atletica, pattinaggio, calcio a 5, hockey su ghiaccio, baseball, pallavolo, rugby e ciclismo. Il direttore delle sezioni non professionistiche è l'ex giocatore di hockey su pista argentino Gaby Cairo.
La sezione di atletica fu la seconda ad essere formata, dopo quella calcistica. Fondata ufficialmente nel 1915, in realtà esisteva a livello ufficioso già dal 1900, come confermano alcune cronache dell'epoca. La squadra maschile di atletica del FC Barcelona è una delle migliori della spagna per numero di titoli conseguiti, in campo nazionale e internazionale. Nel suo palmarès spiccano 30 campionati di Spagna per club in diverse modalità. Tra i giocatori celebri si ricordano le medaglie d'oro olimpiche José Manuel Abascal e Javier García-Chico, e i campioni di Spagna Gregorio Rojo, Antonio Corgos, Javier Moracho e Colomán Trabado.
La sezione rugbistica del FC Barcelona è una delle più antiche del club, avendo visto la luce nel 1924. Gioca le partite interne nella Ciutat Esportiva del F.C. Barcelona. La squadra seniores A ha giocato nel 2006-2007 nella División de Honor spagnola dopo il raggiungimento di un accordo di fusione con l'USAP Barcelona, occupando il posto di quest'ultima formazione nella massima categoria del rugby nazionale. Si tratta di uno dei dlub più vincenti d'Europa considerati i molti successi ottenuti tra gli anni Quaranta e Sessanta. Tra questi figurano 15 campionati di Spagna, 2 titoli di Liga spagnola e una Supercoppa di Spagna.
Nel 1941 il club creò una sezione di baseball che, malgrado la scarsa notorietà, non ha mai smesso di esistere. Comprende squadre maschili in tutte le categorie, dai principianti ai seniores, i quali hanno il proprio campo di gioco nello Stadio Pérez de Rozas, situato sul monte Montjuic di Barcellona. La squadra seniores compete nella categoria più alta del baseball spagnolo, la División de Honor.
Altre sezioni non professionstiche del Futbol Club Barcelona sono:
- Pallacanestro nella Silla de Ruedas: FC Barcelona-Institut Guttman.
- Ciclismo: creata nel 1928 e ricostituita nel 2004
- Calcio a 5: FC Barcelona Futsal: creata nel 1978 e militante nella División de Honor. Campo di gioco: Palau Blaugrana.
- Hockey su ghiaccio: creata nel 1972. Campo di gioco: Palau de Gel.
- Hockey su erba: creata nella stagione 1923-1924 e militante nella División de Honor A.
- Pattinaggio artistico su ghiaccio: creata il 25 gennaio 1972.
[modifica] Calcio a 5
Per approfondire, vedi la voce FC Barcelona Futsal. |
Costituita nel 1984, la squadra di calcio a 5 del FC Barcelona ha conquistato, al termine della stagione 2005-2006, l'accesso alla Division de Honór della Liga Nacional de Fútbol Sala.
[modifica] Sezioni femminili
Considerate la crescente partecipazione delle donne e la progressiva professionalizzazione dello sport, il FC Barcelona ha promosso la costituzione di molte squadre femminili. Le più importanti sono quella calcistica, quella cestistica, quella atletica e quella di pattinaggio artistico.
La squadra di calcio femminile gioca nella Superliga Femenina, la massima categoria del calcio spagnolo. Beneficiò di un'effimera popolarità nella stagione 2004-2005 in seguito all'acquisto della giocatrice messicana Maribel Domínguez[15]. L'unico titolo vinto è la Copa de la Reina de Fútbol del 1994.
La squadra di pallacanestro femminile in precedenza era chiamata UB-Barça, essendo il risultato dell'unione tra il FC Barcelona e l'Università di barcellona. Militava nella Liga spagnola di pallacanestro femminile, che conquistò in due occasioni.
La squadra di atletica femminile disputa la División de Honor, primo livello dell'atletica nazionale. Tra gli atleti di spicco oggi figurano le nazionali spagnole Montse Mas, specialista negli 800 metri piani, e Rosa Morató, campionessa d'Europa di cross nel 2005. Della squadra faceva parte fino al 2006 la marciatrice María Vasco, meddaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Sydney 2000.
La squadra di pattinaggio artistico femminile fu fondata, come quella maschile, il 25 gennaio 1972, in concomitanza con l'inaugurazione del Palau de Gel, la pista di ghiaccio annessa al Palau Blaugrana, sede della squadra. La compagine ha dato al Barcellona molte soddisfazioni, come i 10 titoli di campione di Spagan per club. Una delle figure di spicco della sezione fu Marta Andrade, ritenuta la migliore pattinatrice artistica spagnola e finalista ai Giochi Olimpici invernali di Lillehammer e Nagano.
[modifica] Sezioni scomparse
Oltre alle sezioni menzionate, nel corso della sua storia il Barcellona ha visto competere proprie formazioni in altre otto discipline sportive. Tali formazioni si sono poi sciolte per motivi di svariata natura.
Dal 1924 al 1928 il club aveva una squadra di lotta greco-romana il cui leader era il campione olimpico Emili Ardèvol. Un altro lottatore celebre del Barcellona fu Joaquín Blume, membro della sezione di ginnastica, attiva dal 1957 al 1976.
Il Barça ebbe anche sezioni di tennis (1926-1936), nuoto (1942), pattinaggio artistico su cemento (1952-1956) e jūdō (1961-1976).
Le ultime sezioni scomparse sono state quella di football americano e quella di ciclismo. La prima fece parte del club dal 2001 al 2003 in virtù dell'integrazione con i Barcelona Dragons, squadra che gareggiò nella divisione europea della NFL. La seconda, ricomparsa nel 2004, fu chiusa alla fine del 2006 prima del fallimento di un accordo sulle modalità di direzione del ciclismo da parte delle diverse federazionii internazionali.
[modifica] Note
- ^ Insieme al Real Madrid e all'Athletic Club è l'unica squadra ad aver sempre giocato in Primera División.
- ^ Notizia su Datasport.it
- ^ Johann Cruijff - “L’olandese volante”». postadelgufo
- ^ Barcellona: Guardiola nuovo tecnico. tgcom.it, 08-05-2008
- ^ "Più che un club" - Storia del FC Barcelona su www.barcelona-football-tickets.com
- ^ Claves etnoterritoriales de la historia del fútbol español - Dr. Ramón Llopis Goig, Universidad de Valencia
- ^ A historic slogan - Pagina sulla versione inglese del sito ufficiale del FC Barcelona
- ^ Come ricostruisce lo storico Jaume Sobrequés nella sua opera FC Barcelona, Cien años de historia.
- ^ «Sono molto contento di questo incontro. Mi offre una buona occasione per riconfermare la mia gratitudine alla direzione di questo club già quasi centenario, che rendendo onore alla sua tradizionale generosità, mise a disposizione il bel "Nou Camp" per la celebrazione eucaristica, in quella memorabile giornata della mia permanenza in terra catalana, durante la mia visita apostolica. D'altra parte non voglio nascondervi la mia ammirazione per la carriera sportiva, tesoro del vostro club, che ha dato continue prove di alto livello in varie discipline dello sport attivo», dal Discorso di Giovanni Paolo II ai dirigenti e ai giocatori del "Futbol Club Barcelona", 19 febbraio 1987
- ^ Discorso di Giovanni Paolo II alla delegazione del "Futbol Club Barcelona", 14 maggio 1999
- ^ Articolo su www.marca.com - 12 settembre 2006
- ^ Articolo su news.bbc.co.uk - 6 settembre 2006
- ^ a b c La Coppa delle Fiere o Coppa delle Città di Fiera non fu organizzata dalla UEFA, ma da fiere commerciali. Nel 1971 si giocò la finale della Coppa dei Campioni delle Fiere tra il Barcellona e la squadra inglese del Leeds United. La partita era valevole per l'assegnazione in via permanente della Coppa delle Fiere. Dalla stagione 1971-1972 l'UEFA gestì e organizzò la competizione dandole il nome di Coppa UEFA, conferendole il rango ufficiale di competizione europea (uefa.com - Storia della Coppa UEFA).
- ^ a b Profili delle squadre europee: FC Barcelona - uefa.com
- ^ (ES) El Universal - Deslumbra Marigol a prensa española (14 febbraio 2005)
[modifica] Bibliografia
- Jaume Sobrequés Callicó. FC Barcelona, cien años de historia. Edi-Liber Editorial, 1998. ISBN 84-7589-040-7.
- Ramon Barnils et al. Historia crítica del Futbol Club Barcelona: 1899-1999. Editorial Empuries, 1999. ISBN 84-7596-618-7.
- Rossend Calvet Mata. Historia del Fútbol Club Barcelona. Editorial Hispano Europea, 1978. ISBN 84-255-0496-1.
- David Salinas. El Barça en Europa, 50 años: 1955-2005. Editorial Meteora, 2005. ISBN 84-95623-40-4.
- Jimmy Burns. Barça, la pasión de un pueblo. Anagrama-Empuries, 1999. ISBN 84-7596-669-1.
- Pere Ferreres. Cien años azulgrana. El País-Aguilar, 1998. ISBN 84-03-59499-2.
- Jordi Finestreres. Mitos del Barça. Angle Editorial, 2005. ISBN 84-96521-03-6.
- Carles Santacana i Torres. El Barça y el franquismo. Editorial Mina, 2005. ISBN 84-96499-29-4.
- Jordi Badia. Crònica del nuñisme. Editorial Portic, 2003. ISBN 84-7306-833-5.
- Josep Mussons. El Barça vist per dins. Pagès Editors, 2003. ISBN 84-9779-095-2.
- Antoni Bassas. A un pam de la glòria. Edicions de La Magrana, 1994. ISBN 84-7410-774-1.
- Manuel Ibáñez Escofet. Parlem del Barça. Edicions La Campana, 1991. ISBN 84-86491-53-1.
- Jaume Miserachs e Joan Domènech. Los secretos del Barça. El Mundo Deportivo, 1996.
- Josep Abril e Pere Cullell. La balada de Wembley. Edicions La Campana, 1994. ISBN 84-88791-05-4.
- Josep María Casanovas et al. Barça campeón. Diario Sport, 1995. ISBN 84-398-3622-8.
- Josep M Solé i Sabaté, Carles Llorenç Vila e Antoni Strubell i Trueta. Sunyol, l'altre president afusellat. Pages editors, 1996. ISBN 84-79353-45-7
- Josep María Casanovas et al. Fábrica de campeones. Diario Sport, 1996.
- Josep Mª Solé i Sabaté. El Barça a la postguerra. Barcanova Esports, 1998. ISBN 84-95184-06-0.
- Josep Mª Solé i Sabaté e Jordi Finestres. El Barça en guerra (1936-1939). Angle Editorial, 2006. ISBN 84-96521-18-4.
- Santiago Codina. Els presidents del Barça. Editorial Barcanova, La Col•lecció del Centenari, 1998. ISBN 84-95184-60-5.
- Robert Hughes. Barcellona l'incantatrice (p. 135). Traduzione di Maurizio Migliaccio. Feltrinelli Editore, 2005. ISBN 88-71081-99-4
- AA.VV. Barcellona e Catalogna (p. 123). Touring Editore, 2003. ISBN 88-36527-90-6
- Manuel Vázquez Montalbán. Il centravanti è stato assassinato verso sera. Traduzione di H. Lyria. Feltrinelli Editore, 2003. ISBN 88-07812-49-5
[modifica] Voci correlate
- Cronistoria del Futbol Club Barcelona
- Futbol Club Barcelona B
- FC Barcelona (pallacanestro)
- FC Barcelona Futsal
- Palau Blaugrana
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Futbol Club Barcelona
[modifica] Collegamenti esterni
- (CA, ES, EN, JA, ZH) Sito ufficiale del Futbol Club Barcelona
- (ES) Web del Culé - Notizie e statistiche sul Barcellona
- RSSSF.com - L'archivio del calcio
- Linguasport.com - Statistiche sulle competizioni
Predecessore: | Club vincitori della Coppa delle Fiere | Successore: | |
---|---|---|---|
Nessuno | 1958, 1960 | Roma | I |
Ferencvaros | 1966 | Dinamo Zagabria | II |
La Liga 2007/2008 | ||
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